6 minute read

Vela maestra di mare di Viviana Passalacqua

Advertisement

Vela, maestra di mare

Acqua e vento, gli indomabili per definizione. Impensabile tenerli a freno, ma con tanta tecnica e un’ottima preparazione fisica si può fare di meglio: capirli, assecondarli, addirittura sfruttarli. Se ci riesci, sei un velista. Un ‘lupo di mare’ direbbe qualcuno, capace di scivolare sulle onde sospinto dalle raffiche facendo affidamento su propulsione eolica e forza fisica. È il senso dello sport per eccellenza della Marina Militare: la vela, maestra di mare, che educa i marinai a sentire le correnti, a leggere il cielo, a lavorare in equipaggio. Perché in quei pochi metri di legno o vetroresina che di solito ‘misurano’ un’imbarcazione, si danno tutti da fare per mantenere le tipiche andature (bolina, traverso, lasco, gran lasco e poppa) che consentono di sfruttare la

di Viviana Passalacqua

lunghezza del mezzo e potenziarne la velocità. Più la barca si inclina, maggiore è la forza raddrizzante opposta dalla zavorra che bilancia la pressione del vento sulle vele. Una responsabilità non esclusiva del timoniere: il team di bordo si occupa dell’albero, del cordame, del sartiame, di assicurare ai verricelli le scotte (n.d.r., cavi che fissano la parte inferiore di una vela allo scafo) e le drizze (n.d.r., cime usate per issare una vela). Ogni manovra, che sia per accompagnare le andature ‘di poppa’, o quelle ‘di bolina’, in controvento, mette a dura prova muscoli e riflessi. Dalle virate alla regolazione delle vele, che vanno issate, sostituite e piegate rapidamente, questo sport esige allenamento e prestanza, oltre a uno spirito di gruppo che può fare la differenza in situazioni meteo-marine delicate e competizioni vere e proprie. Corsa, piegamenti, sforzo anaerobico e nuoto - praticati dal personale di tutte le sedi della Marina Militare - sono tra le attività preparatorie alla vela, antica quanto le trame che intessono le velature dei velieri, e più attuale che mai nel processo di rilancio, riammodernamento e promozione con la riapertura dello storico ufficio MARIVELA presso lo Stato Maggiore della Marina, deputato alle funzioni di indirizzo, sviluppo e pro-

‘SENTIRE’ IL MARE “Essere un marinaio è un’altra cosa. Devi ‘sentire’ il mare, saper leggere sulla sua superficie il vento, assecondare gli elementi e non opporti a essi, sentire la tua barca, conoscerla intrinsecamente e sentire soprattutto la sua anima, essere tutt’uno con lei. Solo così potrai sapere come risponderà ai tuoi comandi, né lei né il mare ti tradiranno mai. Solo così si può diventare un marinaio!” - Agostino Straulino, ammiraglio di squadra e medaglia d’oro vela - classe star alle Olimpiadi di Helsinki del ’52. mozione dell’attività velica, e ad una rinnovata attenzione al complesso delle 13 sezioni veliche di Forza Armata. All’insegnamento sulla navigazione più affascinante di sempre, la Marina dedica corsi di formazione presso le Sezioni Veliche ma anche corsi estivi organizzati ogni anno anche per i ragazzi delle scuole medie superiori in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, presso l’Accademia navale a Livorno, la Scuola Sottufficiali a La Maddalena e la Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” a Venezia. Non dimentichiamoci che per la formazione velica e marinaresca, gli allievi dell’Accademia Navale più giovani utilizzano in addestramento quotidiano i Tridente 16’, mentre le classi più anziane,

COS’E’ IL ‘BENESSERE BLU’

Il ‘benessere blu’ è la risposta positiva di corpo e mente ad ambienti marini e sport acquatici: gli studi condotti da diverse università, tra cui la Heriot-Watt di Edimburgo, dimostrano come il contatto con l’acqua generi onde alfa nel cervello, attività elettriche che stimolano percezioni e creatività, migliorando i processi cognitivi come attenzione e memoria. Gli ioni negativi dell’aria di mare – oltre a facilitare la respirazione combattendo allergie e asma - favoriscono la produzione di serotonina, inducendo uno stato di equilibrio interiore che spinge alla socializzazione.

acquisendo competenze più avanzate, utilizzano i J24 ed i Grand Soleil 343, sotto la costante supervisione di istruttori di vela federali; in estate invece, svolgono le Campagne d’istruzione estive sul Vespucci o sulle navi scuola a vela minori Orsa Maggiore, Corsaro II, Stella Polare, Capricia e Caroly. Stesso dicasi per i sottufficiali, che svolgono la Campagna d’istruzione sul brigantinogoletta Palinuro. I diversamente abili diventano invece protagonisti di Tender to Nave Italia, Onlus fondata da Marina Militare e Yacht Club Italiano: a bordo del brigantino, l’equipaggio della Marina li inizia alle sue tradizioni coinvolgendoli in progetti di ricerca e terapia, dando vita a quell’inclusione sociale che passa anche e soprattutto dallo sport acquatico, chiamato anche ‘benessere blu’.

VELA: ALTRUISMO E LEALTA’

“Lo spirito è quello alimentato dalla passione per il mare e per quel meraviglioso modo di affrontarlo che è rappresentato dall’andare a vela. Difficilmente si può spiegare cosa spinga a spendere giornate in barca in balia degli elementi, affrontando fatiche e disagi, se non si considera l’esistenza del vero elemento motivante che è il legame profondo che ogni velista ha con il mare. Ed è questo legame che distingue chi va a vela. Capacità tecnica, ragionato coraggio nei momenti difficili, senso di abnegazione e di solidarietà: la vela ci induce alla lealtà, all’altruismo, alla solidarietà e alla mutua assistenza e quindi ci aiuta, in concreto, ad essere migliori professionisti del mare”. Capitano di vascello Giuseppe Cannatà, Capo Ufficio Vela e Direttore dello Sport Velico Marina Militare.

This article is from: