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Domenico Chiodo di Lia Pasqualina Stani

Domenico Chiodo

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L’ufficiale del Genio militare che progettò gli arsenali navali della Spezia e di Taranto, curando l’ampliamento di quello di Venezia, riuniva alla scienza la pratica acquistata nei suoi viaggi. Tutto quello che per altri sarebbe costato lungo studio, a lui riusciva agevole ed ovvio

“ N di Lia Pasqualina Stani on mi è mai battuto così forte il cuore come in quelle ore. Il nostro Generale Menabrea non poteva meglio sostenere il progetto: il primo passo è fatto, sono contentissimo”. È il 13 luglio 1861, per

Domenico Chiodo, architetto e generale del Genio militare il progetto per la realizzazione dell’Arsenale marittimo militare di La Spezia inizia a concretizzarsi. Diventa legge il 28 luglio 1861, approvato con unanime consenso dall’altro ramo del Parlamento. La città del golfo dei Poeti considera Chiodo come “gloria propria”, uno dei più insigni benefattori, simbolo della nascita della città moderna. La memoria e le azioni dei grandi sono da considerare patrimonio della propria nazione.

Conosciuto per l’assiduo studio, le cure affannose e incessanti per i suoi progetti, godeva di una salda fama di uomo onesto, e del bene dei potenti ne traeva vantaggio se non per il bene comune e della Patria.

Don Giacomo Garibaldi, professore di fisica dell’Università genovese notò la bramosia di apprendere del giovane

Chiodo durante il periodo frequentato alla scuola di Marina. Le molteplici attitudini non passarono inosservate neanche quando, nel novembre 1848 con la fusione del Genio marittimo con il

Genio militare, compiuto il 25°anno e promosso capitano fu destinato a prestare sevizio a Genova per i lavori del porto militare. Qualche mese prima,

nel marzo del 1848 e l’anno successivo, impaziente e smanioso, costretto dal dovere, rinunciò a un suo ardente desiderio, combattere per l’indipendenza dell’Italia. Trascorsi appena tre anni dal disastro di Novara, nel Regno Subalpino sorgeva la questione del trasferimento della Marina Militare da Genova. Il Governo avviò degli studi per la realizzazione di uno stabilimento militare marittimo in special modo nel golfo di La Spezia, considerato efficace per la difesa generale dello Stato. Succeduto al generale Lamarmora, il conte Cavour rinvigorì i suoi propositi di accrescere le forze nazionali sul mare, per espandere la potenza e la prosperità commerciale d’Italia. Avendone affidato il progetto, con l’edificazione prevista nel seno del Varignano, all’ingegnere inglese J.M. Rendel che godeva di fama mondiale, pensò di affiancargli il giovane Chiodo, un ufficiale brillante e particolarmente versato. Rientrato in patria, continuò a prestare servizio a Genova sino al 1857, anno in cui fu istituita una direzione del genio a La Spezia, dove vi fu destinato col mandato di costruire l’arsenale marittimo progettato dal Rendel, morto l’anno precedente. Nei primi mesi, dopo opportuni accertamenti sui terreni situati in fondo al golfo, si convinse che la zona indicata tra La Spezia e l’abitato di Marola, si prestasse meglio allo scopo. Sostenne con energia l’idea di abbandonare la lo

calità del Varignano per erigere l’Arsenale marittimo nel piano a ponente della città di La Spezia. Persuaso dalla fondatezza di tali motivi, Cavour affidò a Chiodo, nel frattempo promosso Maggiore, la redazione nel più breve tempo possibile di un “progetto di massima” che sottopose successivamente a una Commissione, autorizzandola a deliberare modificazioni e ampliamenti convenienti. Con la massima operosità modificò il disegno secondo le indicazioni della Commissione, il 1°aprile 1861 trasmise a Cavour i disegni definitivi corredati dal calcolo dei lavori, dello schema di capitolato e di una relazione ricca di descrizioni. Quando fu convocato a Torino apprese dal ministro che la Commissione esaminatrice si era espressa in termini favorevolissimi con l’approvazione dei documenti allegati per l’aggiudicazione dei lavori. Superate le pre

Nella pagina a fianco Domenico Chiodo, architetto e ufficiale del Genio militare. In alto: La Spezia 20 agosto 1869, cerimonia d’inaugurazione dell’Arsenale. In basso: vista dell’Arsenale della Spezia nel 1890.

vedibili opposizioni, mancava il decisivo voto del Parlamento. L’improvvisa morte di Cavour sembrò segnare una battuta d’arresto. Difeso dal nuovo ministro della Marina, il tenente generale Menabrea, il progetto divenne legge il 28 luglio 1861. Il disegno definitivo per regolare la costruzione delle varie opere dell’Arsenale fu da Chiodo presentato al Ministro Menabrea sul finire del 1861. Data l’estensione dei lavori da intraprendere, fu istituita una direzione straordinaria del Genio militare per la costruzione dell’arsenale, a capo della quale venne posto Chiodo, promosso qualche mese prima colonnello. Dovette far affluire a La Spezia, notevoli attrezzature, trovare le imprese adatte a realizzare l’imponente opera e iniziare le difficili operazioni d’esproprio (non tutti gli abitanti di La Spezia ne riconoscevano allora l’utilità). Sul finire del 1863, un’inondazione riempì gli scavi, sommergendo le costruzioni edificate, distruggendo gran parte del lavoro eseguito. Nel 1865 per l’intensa fatica si ammalò gravemente, riprendendosi pro

seguì la direzione dei lavori. Nel 1866 fu promosso al grado di maggiore generale. Il 28 agosto 1869, al rompersi della diga, per l’inaugurazione dell’Arsenale scoppiò un applauso generale, la musica intonò la marcia reale e dappertutto, un agitare di fazzoletti e un muoversi di teste. Invitato a presenziare alla cerimonia d’apertura del canale di Suez, nel novembre 1869 non solo contemplò lavori di tanta mole e operosità, ne individuò l’inconveniente della scarsa profondità, ammettendo che la navigabilità del canale nessuno poteva contrastarla, rimaneva comunque il debito di migliorarlo. Presso lo stabilimento, nel mese di marzo, è stata inaugurata una mostra documentale e una conferenza su “Domenico Chiodo e la Marina, 150 anni di tecnica e di storia alla Spezia”.

In alto: Arsenale di La Spezia, planimetria dei bacini di carenaggio, a seguire progetto definitivo dell’Arsenale, maggio 1861. A destra: il progetto dell’ingegnere inglese J. M. Rendel del 1850.

La vita in poche righe

Domenico Chiodo nato a Genova il 30 ottobre 1823 da Giambattista (Giovan Battista), maggiore generale del genio marittimo, fratello di Agostino, e da Teresa De Simoni. Dopo aver frequentato come allievo esterno la scuola di Marina, uscì guardiamarina nel settembre 1838, fu destinato al servizio sulla fregata “Des Geneys”. Con il grado di sottotenente, il 6 dicembre 1840 passò nel corpo del genio marittimo e fu destinato a Genova alle dipendenze del padre, che ricopriva la carica di direttore generale. Nel 1844, promosso luogotenente e nel novembre 1848 con la fusione del genio marittimo con quello militare, venne promosso capitano nel nuovo corpo e confermato in servizio a Genova presso quell’Arsenale. Nel 1851 fu inviato in Inghilterra a scopo di studio, al seguito dell’ingegnere J.M. Rendel. Ritornato in patria continuò a prestare servizio a Genova. Nel 1857 fu destinato alla direzione del genio di La Spezia da Cavour col mandato di costruire l’arsenale marittimo progettato dal Rendel, nel seno del Varignano. Basandosi sui risultati degli studi compiuti dallo spezzino Giovanni Capellini, il quale nel 1863 aveva redatto e pubblicato la carta geologica del territorio della Spezia, a cui fece seguire il volume “Descrizione geologica dei dintorni del golfo della Spezia”, propose la costruzione dell’Arsenale Militare Marittimo a La Spezia, di cui Cavour comprese la grande utilità. A Chiodo fu dato pertanto l’incarico di disegnare il progetto per la realizzazione dell’Arsenale e dirigerne i lavori per cui il governo stanziò 36 milioni di lire (valuta dell’epoca). I lavori iniziati il 21 aprile 1862, terminarono il 28 agosto 1869. Nel 1863 si recò anche nei cantieri della Senna e a Marsiglia. Fu promosso a tenente colonnello il 1°novembre 1960. Istituita la Direzione straordinaria del Genio Militare posta sotto la dipendenza diretta del Ministero della Marina, fu confermato Capo e nel novembre successivo promosso al grado di colonnello. Fu membro di una commissione d’inchiesta per riconoscere il materiale della Marina di guerra e di una commissione permanente che si occupava dei lavori dei porti, spiagge e fari, promossa dal Ministero dei Pubblici Lavori. Per i lavori marittimi più importanti dipendenti dal ramo militare, prima di determinare una decisone, si richiedeva un suo parere o la sua presenza nelle Commissioni tecniche consultive. Quando gli ordinarono gli studi per l’arsenale di Taranto, impedito dalla malattia, pur non potendo prenderne parte di persona, seguì i lavori mediante l’Ufficiale superiore del Genio. Su proposta del ministro Depretis si occupò del progetto preliminare per la trasformazione e l’ammodernamento dell’antico arsenale di Venezia. Incaricato di rappresentare l’Italia alla cerimonia dell’inaugurazione del Canale di Suez nel 1969, si spinse nel Sudan dove contrasse la malaria. Mori a La Spezia alcuni mesi dopo, il 19 marzo 1870 e venne sepolto a Genova nel cimitero di Staglieno.

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