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Mare Nostrumun anno di soccorsi e salvataggi
MARE NOSTRUM
un anno di soccorsi e salvataggi
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L’Operazione Mare Nostrum (OMN) è stata disposta dal Governo, a partire dal 18 ottobre 2013, in conseguenza dell’incremento del fenomeno migratorio registrato dalla seconda metà del 2013 e dei tragici naufragi verificatisi a largo di Lampedusa.Il dispositivo aeronavale impiegato in Mare Nostrum ha il compito di incrementare la cornice complessiva di sicurezza marittima contrastando le attività illecite via mare, con particolare riferimento ai traffici di esseri umani e rispondere all’emergenza in atto nel Mediterraneo assicurando un “presidio” navale d’altura per la salvaguardia della vita umana in mare e l’assistenza umanitaria, attraverso il pattugliamento aero-marittimo dello Stretto di Sicilia con una media di 5 unità navali e relativi assetti aerei della Marina. La Marina ha il Comando dell’Operazione. Il Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV), esercita attraverso la Centrale Operativa della Marina, il Controllo Operativo di tutte le Unità Navali in mare impegnate nell’ambito dell’Operazione Mare Nostrum. In essa è ubicato il Dispositivo Integrato Interministeriale di Sorveglianza Marittima (DIISM), per mezzo del quale si assicura il coordinamento interagenzia e interministeriale con le sale operative delle altre Amministrazioni e dei Corpi Armati dello Stato coinvolti. I Comandanti delle navi della Marina intervengono per catturare le navi madre e per fermare i trafficanti di esseri umani,
nell’esercizio delle specifiche prerogative di polizia dell’alto mare che gli sono conferite dal diritto internazionale e dalle leggi dello Stato. La tipologia di assetti impiegati dalla Marina per la condotta dell’Operazione prevede: - una nave anfibia, medico-ospedaliera con ampi spazi di ricovero per naufraghi, con capacità di comando e controllo; - una/due fregate e due Unità navali d’altura di seconda linea (pattugliatori o corvette) con ampia autonomia logistica e capacità medico sanitaria imbarcata; - elicotteri imbarcati (rischierabili a Lampedusa/Catania su base necessità); - team della Brigata Marina San Marco imbarcati con compiti di ispezione natanti e mantenimento della sicurezza durante il trasporto dei migranti; - rete radar costiera e stazioni AIS (Automatic Identification System) della Marina Militare; - velivolo MPA (Maritime Patrol Aircraft) tipo Atlantic di base a Sigonella, per il pattugliamento marittimo; - un velivolo Predator A+ dell’Aeronautica Militare di base a Sigonella, per il pattugliamento marittimo; - velivolo P-180 MM dotato di FLIR (Forward Looking Infrared) di massima schierato a Catania; - due aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) S-100 Camcopter imbarcati su Nave San Giusto; - un Forward Logistic Site (FLS) – a Lampedusa per il supporto logistico di terra alle unità navali appartenenti al dispositivo Mare Nostrum. Com’è evidente, nell’ambito dell’operazione cooperano anche mezzi di altre Forze Armate, come i velivoli a pilotaggio remoto dell’Aeronautica Militare ed un elicottero dell’Arma dei Carabinieri. Per la raccolta degli elementi probatori sono stati inoltre efficacemente usati dei sommergibili, che hanno documentato in maniera occulta le attività criminali. Il dispositivo navale di Mare Nostrum esercita la sorveglianza su di una vastissima area dello Stretto di Sicilia. L’area d’operazione ha un’estensione di circa 70.000 kmq. Ad oggi, 330 sono gli scafisti consegnati alla giustizia. Risultato ottenuto in stretto coordinamento con i Comandi di
Dopo 364 giorni di attività, i migranti assistiti nell’ambito di 421 eventi SAR sono stati 150.810 mentre 5 sono state le “navi madre” sequestrate. Tali risultati sono stati raggiunti grazie all’impiego di 32 Unità navali e 2 sommergibili che si sono avvicendati dall’inizio dell’operazione per un totale di oltre 45.000 ore di moto e l’impegno in media di circa 900 militari al giorno.
8 ottobre 2014, Mar Mediterraneo. Fasi del trasbordo dei migranti a bordo di un natante da sbarco anfibio di tipo LCM (Landing Craft Mechanized) della Marina Militare. (foto di Roberto Francesco Riso)
bordo, il Comando del 29° Gruppo Navale, CINCNAV ed il Gruppo Interforze di Contrasto all’Immigrazione Clandestina (G.I.C.I.C.) e delle Procure competenti. Contribuisce all’Operazione anche la task force del dipartimento di Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, imbarcata sulla Nave anfibia San Giusto, costituita da 14 operatori e da 2 mediatori culturali (linguisti). Inoltre, forniscono una preziosa collaborazione anche i medici e gli infermieri della Fondazione RAVA e del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM), del Corpo Militare e del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana che contribuiscono all’assistenza medico-sanitaria ai migranti a bordo delle Unità della Marina. Lo scorso 18 giugno è infatti sottoscritto con la Direzione Generale per la prevenzione del Ministero della Salute un accordo di collaborazione per l`imbarco dei medici in servizio presso gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF), con specifica formazione per la gestione delle problematiche quarantenarie, a bordo delle unità impiegate nel dispositivo Mare Nostrum. È operativo l’accordo con Save the Children, un protocollo d’intesa che prevede la presenza degli operatori professionali dell’Organizzazione a bordo delle Unità Navali impiegate nel dispositivo, allo scopo di fornire supporto, orientamento, informazione legale e mediazione culturale per i minori. I migranti sono sottoposti a “triage sanitario” all’arrivo a bordo per verificare lo stato di salute e sot-
toporre ad ulteriore visita medica i casi clinici più gravi. L’imbarco sulle navi dei medici dell’USMAF, ha consentito inoltre di costituire un filtro protettivo contro il rischio di importazione di malattie infettive e diffusive legato ai movimenti internazionali di persone. Ciò ha evitato l’arrivo dei migranti nei nostri porti senza che le strutture ricettive ne conoscano lo stato di salute a tutela della salute dei cittadini italiani e dei migranti stessi. n
16 ottobre 2014, Mar Mediterraneo. Migranti a bordo di un barcone pronti ad essere soccorsi dalla Marina Militare. (foto di Nicola Clemente)
la fondazione Francesca Rava da un anno al fianco della Marina nel soccorso sanitario ai migranti
La Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus aiuta l’infanzia in condizioni di disagio e da 5 anni collabora con la Marina Militare in numerose emergenze che colpiscono i bambini in Italia e nel mondo. Sin dall’inizio dell’operazione Mare Nostrum è al fianco della Marina in modo continuativo nel primo soccorso sanitario ai migranti, con team di volontari che si avvicendano a bordo delle Navi impegnate nel Canale di Sicilia. In un anno, da ottobre 2013 ad oggi, 24 team per un totale di 55 volontari hanno prestato assistenza a 50.000 migranti, tra i quali 500 donne in avanzato stato di gravidanza, moltissimi bambini. La Fondazione Francesca Rava ha inviato medici volontari di area urgenza e materno infantile provenienti da 28 ospedali di tutta Italia: pediatri, ostetriche, ginecologi, infermieri di rianimazione e terapia intensiva, immunologi, che hanno fornito consulenza specialistica e lavorato insieme allo staff sanitario della Marina, per salvare molte vite e fare uno screening sanitario prima dello sbarco sulle coste italiane. “Ringraziamo la Marina Militare per averci dato la possibilità da subito di essere in prima linea in
24 team di volontari si sono avvicendati costantemente per 12 mesi su 9 navi
Mare Nostrum, per aiutare tanti bambini e le loro famiglie in fuga da guerra e povertà: insieme allo staff medico di bordo, i nostri medici formano un’unica equipe in grado di fornire assistenza sanitaria in poche ore a migliaia di persone” dichiara Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione Francesca Rava – NPH Italia Onlus. L’impegno della Fondazione in Mare Nostrum è reso possibile dalla disponibilità dei volontari che hanno donato il loro tempo e la loro professionalità e dal sostegno di donatori privati e aziende, come Wind. General Electric ha messo generosamente a disposizione un cardiotocografo e due ecografi. n
Ai lettori
Per leggere le testimonianze dei volontari e per fare una donazione, i riferimenti della fondazione sono: Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, tel 02.54122917, www.nph-italia.org, c/c bancario IT 39 G 03062 34210 000000760000 – causale: emergenza Lampedusa.
Il flusso di migranti che vogliono raggiungere l’Europa attraverso l’Italia non accenna a diminuire, perché non esiste nessun elemento che possa far pensare ad una diminuzione. Dal 2008 il CISOM ha deciso di aumentare l’attenzione alla dignità di questi disperati, assicurando il primo intervento sanitario all’atto del recupero in mare. Un’azione profondamente umana, ancor prima che professionale. Bambini, donne e uomini troppo spesso umiliati da un viaggio che assomiglia più all’inferno, e, diverse volte, strappati alla morte.
il CISOM ha contribuito con i suoi volontari al sogno di tanti...
Sono medici nel Mediterraneo. Persone, oltre che eccezionali professionisti, con il privilegio di essere tra i primi, insieme agli equipaggi delle Forze istituzionali, ad incrociare il loro sguardo. Un volto con i contorni del terrore, lenito dalla consapevolezza
di essere in salvo su un mezzo navale italiano. E’ sufficiente uno sguardo di gratitudine, una preghiera rivolta verso il cielo a un Dio forse comune. Questo è il più grande riconoscimento per gli uomini dell’equipaggio, di cui ci sentiamo pienamente parte. Persone lontane dalle loro famiglie che, giorno e notte, afferrano il braccio degli immigrati che su fatue imbarcazioni, attraversando quel mare che ha forgiato le nostre culture per secoli e che ora sembra non riconoscere nessuno dei suoi figli. Sette anni di attività medica in mezzo al mare, in ogni condizione di tempo, in cui si è maturata una particolare formazione nel soccorso sanitario. Non è certo un attrezzato pronto soccorso ospedaliero ma, piuttosto, la capacità di doversi adattare alle più svariate situazioni operative, inclusa la necessità di trasferirsi da una nave all’altra, perché di là c’è bisogno. Ancora oggi il Sovrano Ordine di Malta nel Mediterraneo compie la sua secolare missione in favore dei bisognosi. Un’esperienza arricchita dalla collaborazione con la Marina Militare, con i suoi uomini e con la comune consapevolezza di contribuire al sogno di tanti, per una nuova e più dignitosa esistenza. n
sette anni trascorsi in mare impegnati nel soccorso sanitario
Il CISOM IN BREVE
Attraverso l’opera di oltre 3.500 volontari dal 1970 il CISOM, il Corpo Italiano di Soccorso, esprime l’attività operativa dell’Ordine di Malta in Italia nelle situazioni di emergenza. E’ costituito nella maggior parte da volontari specializzati: infermieri, medici, psicologi, logisti, cuochi, magazzinieri, elettricisti, cinofili, piloti di aerei. L’emergenza umanitaria nel Canale di Sicilia è certamente fra le attività di soccorso più importanti e costanti degli ultimi anni.
il contributo del Corpo Militare della C.R.I.
Se tornerei in mare per l'Operazione Mare Nostrum? Certo, subito!" Il Capitano Istvan P., " sanitario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, non ha esitazioni e parla di un diluvio di emozioni nate durante questa faticosa esperienza. " Al pari di altre missioni svolte in Albania, in Iraq, in Pakistan o in Afghanistan, l'Operazione Mare Nostrum ha richiesto un notevole sforzo psicologico da parte di noi operatori - dice il Capitano - E' stata un'ulteriore occasione per toccare con mano il bisogno di umanità che dopo un secolo e mezzo dalla nascita della Croce Rossa ancora esiste nel mondo". Ci racconta anche della
grande sinergia nata da subito con gli equipaggi della Marina Militare che hanno accolto con grande familiarità e disponibilità i 125 specialisti del Corpo impiegati sulle varie unità navali con turnazioni di circa venti giorni, uniti dallo scopo comune di rafforzare il dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti dei potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori. Il contributo del Corpo Militare nella missione è importante, poiché assicura su quasi tutte le unità navali schierate nel Me-
diterraneo assetti sanitari, comprendenti medici e infermieri, o di biocontenimento, con fornitura di particolari tende e barelle di isolamento e relativi operatori qualificati, contribuendo al controllo sanitario già prima dell'arrivo dei migranti negli scali italiani, utilizzando il lasso di tempo intercorrente tra il recupero e l'arrivo in porto, elevando il livello di tutela dei cittadini residenti nel nostro Paese e dei migranti stessi. Il concorso assicurato dalla componente militare della Croce Rossa Italiana in ausilio alla Forza Armata assume un ruolo significativo anche per il contenimento della spesa pubblica, in quanto fornito a titolo gratuito. n
il Corpo delle Infermiere Volontarie della C.R.I.
Il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa è un corpo ausiliario delle Forze Armate preposto a portare aiuto e conforto nel caso di guerre o di emergenze nazionali e internazionali, forte di oltre dodicimila socie iscritte. Le Infermiere Volontarie, o “Crocerossine”, dopo un periodo di formazione di due anni, prestano la loro opera di assistenza infermieristica e socio-sanitaria sia in Patria, negli ospedali militari e civili, nelle postazioni di pronto soccorso e nei centri di assistenza, che all’estero, nell’ambito delle numerose missioni umani-
tarie alle quali il Corpo, da sempre, prende parte. Le Crocerossine sono infatti in prima linea in numerosi contesti ad alto rischio: storicamente le troviamo nelle campagne di profilassi delle malattie infettive e nelle attività di “supporto alla difesa sanitaria contraerea ed antigas” della popolazione civile. Poi, più recentemente, le Infermiere Volontarie hanno preso parte alle numerose azioni di soccorso nell’ambito delle operazioni di peacekeeping e nelle attività di assistenza alla popolazione nel corso di emergenze civili e militari, in caso di epidemie e pubbliche calamità o dopo eventi catastrofici come terremoti, alluvioni e conflitti bellici, assicurando un supporto sanitario a favore della Protezione Civile in Patria e delle Forze Armate all’estero. Sotto questo profilo operativo, nel corso del 2014, aliquote di Crocerossine hanno preso parte all’Operazione Mare Nostrum, sia imbarcando sulle navi della Marina Militare, sia assistendo alle operazioni di sbarco dei migranti a terra, come ha testimoniato l’Ispettrice Nazionale, Monica Dialuce Gambino, che ha parlato di un'assistenza “costante” offerta ai migranti, "fin dalla fase di primo soccorso, per poi proseguire nelle visite mediche, durante lo sbarco nei porti, fino ai centri di assistenza sul territorio". n
Save the Children a supporto della Marina
di Valerio Neri
Direttore Generale di Save the Children Appena sbarcati al porto di Augusta, in Sicilia, Omar e Safwat non si lasciano nemmeno per un minuto. Stanno sempre vicini, si tengono per mano con la tenerezza dei bambini e la forza di chi è diventato adulto troppo presto. Sono due fratelli pa-
lestinesi di 9 e 19 anni, in fuga dal conflitto in Siria. La loro casa nel campo di Yarmouk, a sud di Damasco, è stata colpita dalle bombe, hanno ustioni e cicatrici in tutto il corpo. Dall’ottobre 2013, oltre 24 mila minori sono arrivati come loro sulle nostre dopo essersi affidati ai trafficanti per attraversare il Mediterraneo, ed essere stati soccorsi e salvati in mare dalle Unità Navali della Marina Militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum. Più della metà di loro, ha affrontato la fuga da rispettivi paesi di origine da sola, senza adulti di riferimento, per scappare da conflitti, fame o gravi rischi per la salute o la sopravivenza, facendo viaggi di mesi o anni, subendo spesso violenze e soprusi di ogni tipo. Proprio in considerazione della loro particolare vulnerabilità, Save the Children, che si dedica dal 1919 a salvare i bambini e a promuovere i loro diritti in tutto il mondo, e la Marina Militare Italiana, hanno siglato un accordo per poter garantire la presenza degli Operatori specializzati dell’Organizzazione a bordo delle Unità Navali impegnate in Mare Nostrum, in modo da offrire da subito ai minori presenti la migliore assistenza, con attività di mediazione culturale, informazione, orientamento e supporto. È per noi una grande opportunità poter estendere alla fase di soccorso in mare le attività di supporto già svolte nelle principali aree di sbarco, dove operiamo a partire dal 2008 nell’ambito del progetto Praesidium, coordinato dal Ministero dell’Interno. È per l’Italia una grande responsabilità non smettere di salvare vite umane. n