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La maternità di Maria
La Madre delle madri
Suor Maria Gabriella Iannelli
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Abbiamo da poco vissuto la gioia del Natale, di Dio che si fa Bambino: in questi giorni festeggiamo l’Epifania, che nella tradizione orientale è un’altra grande festa mariana. Questa riflessione di una Suora Francescana dell’Immacolata è perciò un gradito regalo per noi e per tutti voi, cari Lettori.
Maria santissima è la Madre di Dio e la Madre nostra, la Madre del Verbo incarnato e la Madre universale, è la Madre per eccellenza, la Madre delle madri. Se la verginità è la virtù che rifulge in Lei in maniera abbagliante e la sponsalità è uno dei suoi misteri più sublimi, la maternità, si potrebbe dire, è la sua identità, ciò che le è più connaturale e che la identifica: quando si pensa alla Madonna, ciò che viene subito alla mente è la sua materna dolcezza, il suo amore di mamma. La Madre è colei che dona la vita: Maria è la madre di Gesù in quanto gli ha donato la vita fisica come uomo, è madre nostra in quanto ci ha donato la vita soprannaturale in qualità di corredentrice, con il parto doloroso del Calvario, con il quale, come afferma la Lumen gentium «è divenuta per noi Madre nell’ordine della grazia» (n. 61). Essendo Madre di Dio, Maria è madre a misura di Dio, vale a dire degna Madre del Dio incarnato. L’oggetto dell’ineffabile amore materno di Maria è stato anzitutto Gesù, a cominciare dal momento dell’Incarnazione; appena Maria ha sentito nascere in sé la vita del Figlio divino ha cominciato ad amarlo con tenerezza materna e amore adorante, sia in quanto figlio suo, sia in quanto Dio. Tra Lei, la madre, e Gesù, il figlio, si è creata subito un’unione strettissima, dolcissima, indissolubile: non erano più due, ma uno, viventi l’uno nell’altro di un’unica vita. Ogni mamma avverte nel proprio grembo la vita del figlio, e ancor più, ogni figlio vive della vita di colei che lo porta nel grembo, del suo nutrimento, delle sue emozioni, delle sue ansie, dei suoi dolori e delle sue gioie, tant’è che il
periodo della gestazione è di fondamentale importanza nella formazione fisica e psicologica
del piccolo, che risentirà di tutto ciò che la mamma vive e gli comunica. Se tale è il legame che unisce ogni mamma e figlio, quale legame si instaurò tra Maria e Gesù durante quei nove mesi di gestazione? Tra loro non vi era solo un semplice legame fisico e psicologico, ma un’unione tutta spirituale e divina, non solo perché erano due persone
Fin dal III-IV secolo, le icone della Natività bizantine - e poi russe - come questa della scuola di Rublev (1410-1430), conservata presso la Galleria Tretjakov di Mosca, erano un “libro”, leggibile anche dagli analfabeti, che riassumeva la storia della salvezza con al centro il mistero dell’Incarnazione e il «sì» di Maria, la Theotokos, la Madre di Dio. Il Bambino è posto in una culla che sembra un sarcofago è «la luce che splende nelle tenebre» (Gv 1,5), avvolto nelle fasce che saranno segno del risorto per le donne, per Pietro e per Giovanni davanti al sepolcro vuoto. Si pone come cibo per il bue e l’asino che rappresentano tutta l’umanità. La madre di Dio è distesa su di un manto rosso fuoco, simbolo del sangue, della vita e dell’amore divino. Guarda verso di noi. Il suo grembo è nello stesso asse di simmetria della stella e del bambino perché diventata Madre di Dio, è diventata Madre di tutti gli uomini. Le tre stelle sul suo manto sono simbolo della sua verginità prima, durante e dopo il parto.
entrambe dotate di ragione, ma perché l’una era il Figlio di Dio e l’altra era l’Immacolata predestinata dall’eternità ad essere la Madre divina, piena di grazia e di amore. Tra loro vi era uno scambio reciproco: Maria trasmetteva al Figlio la sua vita fisica, il suo sangue, il suo nutrimento, il suo amore, la sua pace, la sua gioia interiore; il Figlio donava alla Madre la ricchezza della sua vita divina, con le sue virtù e le sue perfezioni, attraverso l’azione vivificante dello Spirito Santo. Se ogni buona madre vive tutta in funzione del figlio, lo copre di baci, di carezze e di attenzioni, cosa sarà stata Maria per Gesù Bambino, dopo averlo dato alla luce? È bello pensare alla Madonna che stringe al cuore Gesù, imprimendo sulla sua guancia caldi baci, che allatta al suo seno verginale il piccolo Gesù e lascia che egli si addormenti sul suo Cuore... Maria era una madre perfetta, una madre secondo il disegno di Dio, una madre che rispondeva perfettamente all’ideale di maternità così come è nel disegno di Dio. La donna moderna, alla luce della maternità di Maria, dovrebbe riscoprire innanzitutto il valore
della maternità come dono di Dio da accogliere
sempre con la più profonda gratitudine, ben lungi dal considerarla, come spesso avviene davanti ad una maternità indesiderata, una “disgrazia”, un “peso insostenibile”, un “limite” alla possibilità di affermazione e successo personale... Quale capovolgimento di valori! Nella maternità dell’Immacolata ogni donna può trovare un modello stupendo di come essere madre: una madre che accoglie con amore la vita che nasce nel proprio grembo, che alimenta questa vita non solo col proprio sangue, ma con l’amore, la gioia dell’attesa, il calore della bontà materna. Ella è la stella luminosa che può illuminare e guidare ogni mamma nello svolgere questa alta e sempre più difficile “vocazione”. In questo periodo natalizio che porta incastonata, all’inizio del nuovo anno, la dolce festa della Madre di Dio, vogliamo contemplare Maria proprio come la Madre delle madri, modello per ogni mamma, e vogliamo pregarla perché aiuti la donna di oggi a vivere il prezioso dono della maternità.