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Sun Tzu
Roberto Marchesini
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Duemilacinquecento anni fa Sun Tzu ha scritto: «Conosci il tuo nemico e conosci te stesso: la tua vittoria non sarà compromessa. […] Se non conosci il nemico ma conosci soltanto te stesso, le tue possibilità di vittoria saranno pari alle tue possibilità di sconfitta. Se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di pericolo gravissimo». Chi è il nemico, nella battaglia per la difesa della vita? Non chiedo se lo conosciamo: chiedo se almeno sappiamo chi egli sia. Lo sappiamo davvero? Qualche tempo fa è partita la campagna di Pro Vita & Famiglia con i camion vela. Interessante, ma le reazioni sono state ancora più interessanti. Quelle più complesse (lasciamo stare le altre) erano più o meno ripetizioni su un tema: «Puoi essere contro l’aborto, ma non puoi impedire ad altri di abortire», oppure «Sono contro l’aborto, ma non posso impedire agli altri di abortire». Che, più o meno, fa il paio con il famoso «Difendere il diritto all’aborto non vuol dire difendere l’aborto». Sinceramente, non credo che chi scrive queste frasi sia consapevole di ciò che ha scritto, né della parte che rappresenta. Però una certa parte viene rappresentata. Una parte che ha diffuso il suo pensiero così a fondo, nella nostra società, che viene dato per scontato. Qual è questa parte? Vale la pena di perderci qualche minuto; per conoscere chi è il nemico.
L’affermazione «Puoi essere contro l’aborto, ma non puoi impedire ad altri di abortire» non è altro che la conseguenza di altre due affermazioni: 1) non esistono leggi assolute, morali o religiose; 2) la tua libertà finisce dove inizia la libertà di un altro.
Per anni il liberalismo lo abbiamo trattato come un amico, perché il nemico del nostro nemico deve essere nostro amico. Avevamo un nemico comune: era rosso, pericoloso e barbaro.
Statua di Sun Tzu a Yurihama, nella prefettura di Tottori, in Giappone. Sun Tzu è stato un generale e filosofo cinese, vissuto probabilmente fra il VI e il V secolo a.C.. A lui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare di tutti i tempi, L’arte della guerra.
La prima deriva dal capostipite del liberalismo, Francis Bacon. Boiardo di Stato, considerato dalla scuola italiana come un filosofo, scrisse nero su bianco che le leggi morali e religiose, manifestazione della legge naturale, non son altro che «idola», invenzioni. La ragione dell’uomo non può cogliere verità eterne, metafisiche come le leggi morali e religiose; può cogliere solo ciò che gli trasmettono i sensi. Questo pensiero si chiama empirismo ed è una dichiarazione di impotenza della ragione umana. Ma, ancora di più, è la dichiarazione della perfetta irrilevanza della legge naturale, se essa esiste. La seconda è presa, quasi esattamente, dal libro di John Stuart Mill intitolato Saggio sulla libertà: «La libertà dell’individuo deve avere questo limite: l’individuo non deve recare fastidi agli altri». Francis Bacon, John Stuart Mill… cominciamo a farci un’idea, ora, di chi sia il nemico. È lo stesso che da duecento anni dice che siamo in troppi su questa terra (ovviamente, quelli di troppo sono “gli altri”); che «mettere al mondo un figlio senza ragionevoli prospettive di assicurargli, non solo alimento per il suo corpo, ma istruzione ed esercizio per la sua mente, è un crimine morale, sia contro la sfortunata progenie, sia contro la società» (sempre Mill). Sarà un caso se il polacco RS è morto di fame e di sete in un ospedale del Regno Unito? Così come il piccolo Alfie? No, non è un caso.
Per anni il liberalismo lo abbiamo trattato
come un amico, perché il nemico del nostro nemico deve essere nostro amico. Avevamo un nemico comune: era rosso, pericoloso e barbaro. Mentre lui, il nemico, aveva bei vestiti di tweed, era colto e un linguaggio forbito; era ricco e non puzzava. Abbiamo permesso che diffondesse il suo pensiero, che lo diffondesse così a lungo e in profondità per cui, adesso, la gente cita Bacon e Mill e non lo sa nemmeno. Dà per scontato che ciò che hanno scritto questi due personaggi sia vero, evidente, la verità. È ovvio, è così: «Puoi essere contro l’aborto, ma non puoi impedire ad altri di abortire». Non c’è bisogno di studiare filosofia: ormai è mentalità comune. Bene, torniamo a Sun Tzu. Adesso conosciamo il nemico. Se conosciamo noi stessi, la vittoria non sarà compromessa.