Charta 142ok

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Fumetti

Merry Christmas, Paperino! Le storie natalizie di Carl Barks Corrado Farina vita a una delle più straordinarie saghe della storia dei comics.

Il fecondo Barks

hi non ama e non ha mai amato Paperino alzi la mano e non proceda oltre nella lettura di queste note. Più sfigato e irascibile di Topolino, che con il passare degli anni è diventato quasi insopportabile nella sua supponenza piccolo-borghese, il papero vestito alla marinara ha da tempo convogliato su di sé le maggiori simpatie dei frequentatori dell’universo disneiano. Nell’arco di ottant’anni ha subito parec-

chie metamorfosi, sia fisiche che caratteriali, passando da comprimario a protagonista, da volonteroso pasticcione con il becco lungo al tempo del new deal rooseveltiano alle versioni dark e nostrane di Paperinik e PK, più in sintonia con i tempi ribaldi e dissociati in cui oggi viviamo. Fra questi due estremi si colloca però la sua stagione d’oro, identificabile con colui che ne ha scritto e disegnato le storie a fumetti per un quarto di secolo, dando

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Il nome di questo genio, occultato per anni dietro a quello di Walt Disney, è Carl Barks: un nome che paradossalmente è venuto alla luce solo quando lui stava andando in pensione e solo grazie alla tenacia dei cosiddetti “fans”, singolare categoria di individui abituati a individuare ed estrarre le gemme dalla marmellata dell’omologazione. A Barks (1901-2000) abbiamo già dedicato un articolo anni fa (cfr. charta n.39, marzoaprile 1999) e a quello rinviamo, dandone qui una sintesi ridotta all’osso: oscuri inizi di vignettista – arrivo tardivo (a trentacinque anni passati) allo Studio Disney – sceneggiatore di cortometraggi a cartoni animati – passaggio dallo Studio Disney alla casa editrice Western Printing & Lithographic Co. e presa in carico del personaggio di Donald Duck. Da questo momento ha inizio l’incredibile massa di più di seicento storie distribuite nell’arco di un quarto di secolo, dal 1942 al 1967, in cui Barks riesce a dare a Paperino non solo un carattere più definito e ricco di sfumature ma anche una famiglia di comprimari alla sua altezza: incominciando dallo Zio Paperone, un personaggio che sta alla pari con i grandi avari di Molière


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