EditorE - ProPriEtà dElla tEstata Nova Charta via Dietro Duomo, 22 35139 Padova dirEttorE EditorialE Vittoria de Buzzaccarini dirEttorE rEsPonsabilE Francesco Rapazzini
CHarta n. 141 – settembre-ottobre 2015
CondirEttorE Mauro Chiabrando rEdattori Eleonora Menadeo, Andrea De Porti ProgEtto grafiCo Univisual - Milano art dirECtor Andrea De Porti imPaginazionE Andrea De Porti
La copertine di una delle prime edizioni italiane su Mary Poppins, Bompiani, Milano 1935-1953
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rEdazionE wEb Samantha Lenarda
temi
UffiCio stamPa Paola Mello ufficio.stampa@novacharta.it sEgrEtEria di rEdazionE Caterina Pasqualin segreteria@novacharta.it Hanno Collaborato a qUEsto nUmEro Giordano Berti, Patrizia Caccia, Piero Falchetta, Corrado Farina, Clemente Fedele, Edoardo Fontana, Massimo Gatta, Giovanni Giovannelli, Elisabetta Gulli Grigioni, Anna Rita Guaitoli, Giuseppe Mirabella, Davide Nuti, Alessandro Scarsella, Marcello Soffici
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illustratori & illustrazioni
fotografiE E riProdUzioni fotografiCHE
Biblioteca Nazionale Braidense, Milano; Christie’s, Londra; Collezione Giuseppe Mirabella, Albairate (Milano); Dorotheum, Vienna; Gonnelli Casa d’Aste, Firenze; Libreria Antiquaria Pontremoli, Milano; Libreria Ardengo, Roma; Marcello Soffici, Roma; Minerva Auction, Roma
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iconografia
dirEzionE E rEdazionE Giudecca 671 – 30133 Venezia tel. 041-5211204; fax 041-5208538 charta@novacharta.it amministrazionE diffUsionE E PUbbliCità via Dietro Duomo, 22 – 35139 Padova PUBBLiCità tel. 049-657574; fax 049-8780842 pubblicita@novacharta.it ABBoNAMENti E DiFFUSioNE tel. 049-657574; fax 049-8780842 abbonamenti@novacharta.it diffusione@novacharta.it AMMiNiStRAzioNE tel. 049-656380; fax 049-8780842 amministrazione@novacharta.it
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Editoria
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fotolito E stamPa Centrooffset Master Via Bologna, 1/2 – 35035 Mestrino (PD) distribUzionE PEr l’italia: FRiULi VENEziA GiULiA, tRENtiNo ALto ADiGE, VENEto: o.N.B. Distribuzioni Editoriali Via Piutti, 3 33100 Udine ALtRE REGioNi: Joo Distribuzione via Argelati, 35 – 20148 Milano Aut. tribunale di Verona n. 1375 – iSSN 1124-2841 RoC n. 12888 del 29/08/2001 Nell’impossibilità di prendere contatto con tutti gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad assolvere i propri impegni circa eventuali pendenze relative alle illustrazioni di questo numero
Editoria
Come dove quando Mostre, mercati, mercatini Appuntamenti Aste Visto, sentito detto a...
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rubriche La lente dell’esperto Libri Cataloghi & idee
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temi Gli emblemi rosacrociani di Daniel Cramer Giordano Berti
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illustratori & illustrazioni Louise ibels Francesco Rapazzini
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Editoria Donatello De Luigi, genio (dimenticato) della Roma liberata Gianni Giovannelli
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Personaggi Mary Poppins, da travers a Disney Corrado Farina
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bibliofilia Stregati da Flaiano Marcello Soffici
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iconografia immagini, studio e culto di Dante nell’ottocento e nel Novecento Elisabetta Gulli Grigioni 52 Editoria Sovraccoperte dal pergamino all’acetato stampato Mauro Chiabrando 58 Editoria Bibliografia delle grandi opere di Cesare Ratta Giuseppe Mirabella
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giornali & riviste
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giornali & riviste La “Rivista italiana di arte culinaria” (1905-19014) Patrizia Caccia 70 Ultima Thule Lassù sulle montagne Piero Falchetta
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Personaggi
Supercalifragilisti chespiralidoso? Mary Poppins, da Travers a Disney Corrado Farina ella storia della letteratura per ragazzi, l’Inghilterra occupa di diritto il primo posto. Senza addentrarci in una serie infinita di nomi e di discussioni (quali sono i paletti di età del termine “ragazzi”, che differenza c’è fra libri “sui” ragazzi”, libri “per” i ragazzi e libri “adatti” ai ragazzi) basterebbero a testimoniarlo due personaggi capitali come Alice e Peter Pan, che non a caso sono nati entrambi da racconti fatti a viva voce dai rispettivi autori ad alcuni
bambini (la piccola Alice Liddle e le sue sorelline nel caso di Lewis Carroll, i quattro figli dei coniugi Davies nel caso di James M. Barrie). I due personaggi e i loro autori affondano le loro radici nella società vittoriana altoborghese della fine Ottocento, in cui la “nursery” prima ancora della scuola era considerata come luogo di formazione delle nuove generazioni e i libri, debitamente illustrati, vi rivestivano un ruolo determinante. Una tradizione così radicata che ha continuato a portare frutti fecondi nel secolo successivo: basti citare il Mr. Toad &
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compagni di Kenneth Grahame (Il vento fra i salici, 1908), il Winny the Pooh di A.A. Milne (1926) e la Mary Poppins di P.L. Travers (1934). Personaggio quest’ultimo su cui ci soffermiamo.
helen diventa pamela Helen Lyndon Goff nasce a Maryborough (Queensland, Australia) nel 1899. La sua infanzia non è felice: Margaret, la madre, ha una personalità fragile e va soggetta a stati depressivi e Travers, il padre, affoga nell’alcool le sue frustrazioni di dirigente di banca declassato a cassiere e muore di tubercolosi quando lei ha otto anni. La situazione economica della famiglia si fa gravosa. Forse per alleviarla e forse per sfuggire all’atmosfera di casa, Helen diventa Pamela, adotta come cognome d’arte il nome di battesimo di suo padre e, non ancora ventenne, entra in una compagnia teatrale scespiriana che gira l’Australia e la Nuova Zelanda. Quando si trasferisce in Inghilterra ha venticinque anni e ha già pubblicato le sue poesie su alcune riviste australiane, con lo stesso nom de plume che ha già usato sul palcoscenico. Stabilitasi prima a Londra e poi nel Sussex in compagnia di un’amica, si dedica alla filosofia Zen, al buddhismo, alle minoranze indiane, alle teorie mistico-filosofiche di Georges Gurdjeff, ma sulla sua vita privata si addensano ombre. L’assenza di rapporti
sentimentali con uomini e la prolungata convivenza con l’amica le attirano sospetti di lesbismo, in una società che non è più quella vittoriana ma condanna ancora severamente l’omosessualità. Il suo carattere ombroso e contraddittorio viene però soprattutto alla luce quando, ormai quarantenne, provoca la separazione di due gemelli irlandesi di sei mesi, adottandone uno ma rifiutando di adottare l’altro, che resta solo e abbandonato alla sua sorte nei sobborghi più poveri di Dublino. Quando i due ragazzi, ormai diciottenni, lo scopriranno e si incontreranno, ne nasceranno vari problemi non solo per loro ma anche per la Travers. Nessuna meraviglia che il
suo atteggiamento verso il prossimo diventi sempre più spigoloso. Di questo “prossimo” farà parte un produttore americano di film a cartoni animati, un certo Walt Disney, ma su questa storia torneremo più avanti: perché Pamela ha continuato a scrivere, e nel 1933 è nata la sua Mary Poppins.
realtà & surrealtà La Travers, probabilmente, porta dentro di sé a livello più o meno conscio il bisogno di circondarsi di una famigliola borghese come quella che lei non ha avuto, con una casetta decorosa, un caminetto, due genitori, alcuni bambini, una “tata” e una nursery. Verosimilmente, il personaggio di Mary Poppins che ama di più è proprio il capofamiglia, signor Banks, in cui riversa il rimpianto di un padre che le è mancato troppo presto. Però ha sempre ammirato James M. Barrie e il suo Peter Pan, e non può non seguirne l’esempio facendo irrompere nel classico quadretto della famiglia vittoriana borghese una figura anarchica: una tata che viene da un mondo parallelo, retto da regole diverse dal nostro. Certi inter47
a fronte e in alto: Le copertine delle prime edizioni italiane dei quattro volumi su Mary Poppins (Bompiani, Milano 1935-1953)
a destra: Le copertine di due libriccini più tardi (1963 e 1975)
denza il fatto che la maggior parte dei libri della Travers siano stati pubblicati da quel Peter Davies che ha ispirato a Barrie il suo Peter Pan. Tout se tient, direbbero i francesi.
Personaggi
la maledetta inglese
in questa pagina e a fronte: Illustrazioni di Mary Shepard per i quattro volumi su Mary Poppins
venti di questa bambinaia straordinaria stanno fra la prestidigitazione e la magia, ma la Travers fa bene attenzione a non definirne mai le origini, come farà invece, più di mezzo secolo dopo, la sua connazionale J.K. Rowling con il personaggetto di Harry Potter: ma la sua bravura è di creare una figura polivalente, gentile ma inflessibile, severa ma amante dei bambini, critica verso gli altri ma compiaciuta di sé, pronta a librarsi sulle ali della fantasia ma anche a poggiare i piedi per terra quando serve. Anche i comprimari che si muovono intorno a lei e ai componenti della famiglia Banks sono macchiette sopra le righe, un po’ come certi eccentrici personaggi di Wodehouse dotati in soprappiù di poteri che oggi si definirebbero paranormali. Ed è proprio da questo continuo trasmigrare dalla prosa della realtà alla poesia della surrealtà che nasce il fascino dell’intero ciclo di racconti, costituito da quattro volumi (da Mary Poppins, del 1934, a Mary Poppins nel parco, del
1952), e da alcune operine più tarde realizzate fra gli anni Sessanta e Ottanta in ossequio alle leggi del mercato editoriale. Contribuiscono alla grazia oggi un po’ démodée che si sprigiona da queste pagine i disegni di Mary Shepard, che vedi caso è la figlia di quell’Ernest H. Shepard che ha illustrato sia Il vento fra i salici che Winny the Pooh. Una coincidenza? Forse: come è una coinci-
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Il libro della Travers ha un successo straordinario in tutto il mondo, compresa l’Italia, (dove lo pubblica l’editore Bompiani) e gli Stati Uniti d’America, dove finiscono in casa di una bambina undicenne di nome Diane Disney, il cui papà, vedi caso, produce film per ragazzi e le promette di trarne uno da quel libro che le piace tanto. Walt Disney incomincia a corteggiare la Travers perché gli ceda i diritti nel 1945. Lei non ne vuole sapere, perché lo considera un volgare uomo di spettacolo che “sostituisce la verità con un falso sentimentalismo”, e per quindici anni gli oppone un deciso rifiuto. È una testarda, ma questa volta si trova di fronte a un uomo
non è che Travers Goff, suo padre). Quella che è stata definita “la battaglia per la realizzazione del film Mary Poppins” va avanti per mesi, e culmina in una visita a Los Ageles, nel corso dei quali i duellanti finalmente si incontrano e si scontrano all’arma bianca. La tenzone si conclude ufficialmente alla pari, ma in realtà con una vittoria di Disney e dei suoi avvocati: lui non si è lasciato smuovere dai punti essenziali (musica, pinguini e tutto il resto), anche se lei è riuscita a imporre il suo punto di vista su Mister Banks. Il film che ne risulta alla fine ha pregi e difetti, e non è questa la sede per parlarne: basti dire che il semplice fatto di essere un musical lo rende una cosa del tutto diversa dai libri, come tutta diversa è la protagonista:
che è più testardo di lei: Disney infatti non demorde, e lo scontro fra i due capoccioni va avanti per anni, fino a che nel 1959 il bisogno di denaro (forse unito ad alcuni lungometraggi disneiani che lei vede e che la commuovono) fanno capitolare la “maledetta inglese”. La cessione dei diritti chiude una lunga guerra diplomatica ma ne apre un’altra sul campo, molto più sanguinosa, perché la Travers non ne vuole sapere di trasformare
le sue storie in un film musicale, e tantomeno di far danzare la sua protagonista con un gruppo di pinguini a cartoni animati; non vuole neanche che la famiglia Banks sembri troppo doviziosa e soprattutto che mister Banks sia troppo cattivo: “Io l’ho sempre amato, e non capisco perché a Hollywood debbano trasformarlo in un mostro”, dice. (La sua caparbietà ha radici profonde perché mister Banks, probabilmente, altri
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Personaggi
Walt Disney e Pamela Travers la sera della “prima” del film
In basso a sinistra: Julie Andrews nei panni di Mary Poppins
Personaggi
Ancora due illustrazioni di Mary Shepard per i quattro volumi su Mary Poppins
Julie Andrews canta e balla in modo delizioso, ma è troppo sorridente e carina per impersonare in modo plausibile un personaggio sfumato e contraddittorio come quello di Mary Poppins. Mezzo secolo dopo, l’incontro/scontro tra Walt e Pamela diventa un secondo film intitolato Saving Mr. Banks (2013), che essendo prodotto proprio dalla Disney Entertainement non brilla certo per obiettività. Per quanto se ne sa, infatti, le discussioni fra i due capoccioni sono state molto meno amabili di quanto non venga mostrato nel film, tanto che l’autrice del libro non viene neppure invitata alla “prima” di Mary Poppins, e per poter essere presente deve forzare la mano al produttore. Se questo film si vede con piacere è solo per i suoi interpreti:
non tanto Tom Hanks, che non ha le phisique du rôle di Walt Disney, quanto Emma Thompson, che invece fornisce un plausibile ritratto del non facile personaggio di Pamela Travers.
tout se tient Negli anni successivi, a una prima reazione positiva la Travers fa seguire una progressiva presa di distanza, provocata forse dal fatto che ovunque si parli del suo personaggio se ne parla ormai come di “Walt Disney’s Mary Poppins”. Il risultato è che non verrà mai girato un seguito di Mary Poppins, che resta quindi un caso isolato nella politica sempre più seriale della Disney. Sorprende quindi che i successori del grande Walt si siano lasciati sfuggire di mano l’occasione di acquistare i
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diritti di un’altra tata dotata di poteri magici: quella Nanny McPhee (diventata in Italia Tata Matilda) che è stata creata nel 1964 da Christianna Brand, più nota come autrice di romanzi polizieschi. Checché se ne dica, e con tutti i distinguo del caso, la discendenza di Tata Matilda da Mary Poppins è così evidente da rasentare il plagio, e almeno il primo dei due film che finora le sono stati dedicati (Nanny McPhee – Tata Matilda, 2005) è a conti fatti più interessante del Mary Poppins disneiano. Sia questo film che il suo seguito sono coprodotti, sceneggiati e interpretati proprio da quella Emma Thompson che poco dopo porterà sullo schermo il personaggio di Pamela Travers. Tout se tient, una volta di più.