

DEFICIT DI COMUNICAZIONE

Vi presentiamo un futuro ecosostenibile.
L’applicazione di sistemi e di prodotti innovativi, capaci di consumare sempre meno energia e di conseguenza in grado di abbattere sensibilmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera, è il principale obiettivo del gruppo Cecere Management, finalizzato al benessere delle famiglie e alla tutela del nostro pianeta.








L’uomo costruisce perché abita il mondo e abita il mondo perché costruisce.
< MARTIN HEIDEGGER >
NUNZIARE MAGAZINE
è il risultato della nostra visione. Non solo un modo di fare impresa, ma un modo preciso di stare al mondo.
E se la vera sfida dell’edilizia fosse la comunicazione?
Che ci piaccia o no l’attività costruttiva è un’attività necessaria perché è ciò che consente di realizzare agi, svaghi, infrastrutture, impianti, edifici e soluzioni che da sempre ci permettono di vivere, abitare e attraversare il mondo. Oggi più di ieri il ramo delle costruzioni rappresenta un settore chiave del nostro Paese e vi spiego perché.
In Italia, più che nel resto d’Europa, gli edifici di natura residenziale hanno mediamente 56 anni, con picchi di 68 anni al Nord. Un immenso patrimonio edilizio, costruito prima dell’entrata in vigore di alcune norme, che, nella maggior parte dei casi, è in condizioni di degrado, energivoro, a rischio sismico e idrogeologico. Per quanta filosofia - o demagogia - si possa fare sui temi del recupero e del riuso, non si tratta soltanto di fabbricati che non hanno più mercato - ma che in ogni caso continuano ad occupare e deturpare spazi -, nella maggior parte dei casi, si tratta di costruzioni - molte volte realizzate con materiali pericolosi per la salute -, su cui intervenire è difficile se non praticamente impossibile e, quindi, sono completamente da rifare. Da demolire e ricostruire per questioni, soprattutto, di sicurezza e incolumità della vita umana. Non è un caso che l’ultima fotografia scattata da “Scenari Immobiliari” abbia individuato in circa 4 milioni il numero delle nuove case da realizzare entro il 2050 per rispondere alle domande dell’abitare contemporaneo e al mutare continuo e inarrestabile della popolazione.
Accanto al residenziale c’è poi il tema delle grandi opere per la competitività del Paese, delle infrastrutture decisive e del patrimonio edilizio pubblico.
Solo per fare un esempio Legambiente, che ogni anno stila un rapporto sullo stato di salute degli edifici scolastici del nostro Paese, ha messo in luce che appena il 6,7% delle scuole nazionali si trova in classe energetica “A”, mentre il 72% si colloca nelle ultime tre classi energetiche. Non solo, soprattuto al Sud e nelle isole, gli edifici dove gli studenti passano buona parte delle loro giornate sono in uno stato di estrema obsolescenza e necessiterebbero di nuovi siti, adeguamenti sismici e interventi urgenti.
Per finire c’è poi il macro-tema della rigenerazione urbana, sotto la spinta del PNRR e del Green Deal, che rimescola completamente le regole del gioco.
Costruire o ricostruire, in questo caso, significherà infatti soprattutto liberare, depavimentare, attivare piazze sociali e di commercio, ripristinare servizi ecosistemici, recuperare aree dismesse, ridurre gli impatti delle calamità, rivedere completamente il modello per raggiungere importanti obiettivi di natura climatica, ambientale e sociale.
Posta così la marcia già cambia. Disfare e rifare, in definitiva “costruire”, in quest’ottica non solo diventa una necessità, ma potrebbe non essere un male come molte analisi sbrigative lasciano intendere. Al contrario, in questo periodo storico, c’è la grande opportunità di riaggiornare tutto, di rivedere integralmente le competenze e la cassetta degli attrezzi. Di segnare un serio spartiacque tra coloro che procedono ancora con scarsa qualità e finta sensibilità ecologica e coloro che, invece, sono impegnati in progetti preziosi che alzano addirittura l’asticella normativa con prassi e tecnologie che già esistono e che, se opportunamente condivise e comunicate, potrebbero moltiplicare la domanda di progetto con un impatto positivo sui luoghi del nostro vivere e abitare.
“Se opportunamente condivise e comunicate”.
Questo… è il problema!
Nonostante il settore stia reagendo ai grandi cambiamenti richiesti con ottime risposte e un grado di innovazione mai visto prima, queste soluzioni ancora non hanno trovato la giusta valorizzazione e il giusto consenso e i motivi, a mio avviso, sono principalmente due. Da un lato, c’è il real estate dell’informazione generalista che continua a preferire narrazioni poco equilibrate, acchiappaclick, politicizzate e spesso persino intrise di una disinformazione che confonde i cittadini e arreca danno a un’intera categoria.
Dall’altro lato, c’è un arcipelago di pubblicazioni di settore e una serie di attori del mercato, più impegnati verso una comunicazione di “status”, che ad aprire un serio ed inclusivo dialogo con gli utilizzatori finali dei loro progetti o con i loro potenziali lettori.
Il risultato? È che il mondo delle costruzioni, nonostante i suoi temi di pubblica utilità, continua a non essere compreso e a non interessare nessuno. Le persone ancora non hanno capito che cosa sia in realtà un greenbuilding, ragion per cui, continuano ad abboccare all’amo di edifici dichiarati “green” ma, che in esercizio, vengono poi smentiti da scarse prestazioni e discomfort.
E allora: è così che vogliamo continuare?
Non sarà forse arrivato il momento di gestire “in house” il flusso di informazioni, dati e conoscenze da trasferire alle persone? Non sarà forse arrivato il momento di farci capire? Di spiegare le cose con un linguaggio più comprensibile? Di colmare i gap dei nostri committenti?
Di sapere dove e su cosa si informano? E magari suggerire loro anche dove è possibile informarsi meglio, al fine di compiere scelte più ponderate e consapevoli?
In ultimo, non sarà forse arrivato il momento di fare squadra tra operatori al top per attivare una seria strategia di riscatto del comparto?
L’idea di programmare un numero della rivista su un tema come la comunicazione e l’informazione, oltre a nascere dalla nostra partecipazione al Summit sulla “Comunicazione dell’Abitare” su invito di Casa Radio, parte proprio dalla necessità di fare nostre queste domande per ragionarci sù come cittadini e come professionisti. Comunicare l’edilizia fa parte di questo processo di innovazione e transizione verso la sostenibilità, riuscire a farlo bene è l’unico mezzo che abbiamo per un riordino del settore e una riorganizzazione di scelte e prassi.
> La selezione di progetti tutti italiani presentata in questo numero dimostra che il nostro settore, non solo è pronto per innovare, ma sta già processando la transizione nella sua multifattorialità. Da un disegno virtuoso, pronto a fare da guida e modello, può nascerne un altro e poi un altro ancora , si tratta solo di mettere le persone in condizione di conoscere le cose. Oltre a progettare, oggi abbiamo dunque un altro compito: quello di comprendere meglio il valore della comunicazione per rendere accessibile l’utilità delle nostre operazioni attraverso mezzi semplici e quotidiani.
editor's note

in foto > YARI CECERE
Ad Cecere Management
con- tents
DEFICIT DI COMUNICAZIONE
> NUNZIARE MAGAZINE N.12
NOVEMBRE 2024

6. Editoriale
> di Yari Cecere
11. Econews
> Notizie e idee in primo piano
20. Poster
E- Round
> La rotatoria che illumina le strade convertendo fonti naturali in energia
27. Inside
> House Up!, la casa che resiste alle alluvioni
> P-Led, il dispositivo antisismico del Politecnico di Milano
> Case in canapa , come prepararsi al calore del futuro
40. Coverstory
Deficit di comunicazione
> Tutte le polemiche, la scarsa copertura
e le fake news che frenano la qualità, l’innovazione e la transizione ecologica dell’abitare più una road map con casi studio per traguardare la vera sostenibilità
50.
Comunicare l'abitare
> Dati, voci e spunti dal più grande summit sul futuro comunicativo del sistema casa
66. WOW
> Una Spa capovolta
>Lo chandelier di Angela Damman
> Un edificio per studiare i cambiamenti climatici
69. Radar
Luoghi, mostre, hotel, nuovi indirizzi, libri e… molto di più!
> Tutto il meglio e il bello che c’è scovato dalla redazione
16. Events
Arte in store
> A Caserta nello show-room di Esagono
76. TodoList
Arredare in maniera etica
> 5 idee per vivere green senza rinunciare al buon gusto
77. People
Comunicare e vendere casa con l'home staging
> Intervista alla coordinatrice Campania e Sud Italia Home Staging Lovers
SOSTENIBILITÀ > IMPRESA > INNOVAZIONE
> Numero 12 - Anno II NOVEMBRE 2024 - GENNAIO 2025
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli Nord n° 56 del 9/9/2022
EDITORE
> Yari Cecere - Cecere Development srl -
DIRETTORE RESPONSABILE E PROGETTO EDITORIALE
> Daniela Iavolato
PROGETTO GRAFICO E DIREZIONE CREATIVA
> Emanuela Esposito
REDAZIONE
> Via Paolo Riverso, 57 - Aversa
STAMPA
> Tuccillo Arti Grafiche Srl - Afragola (NA)
Nunziare Magazine è un trimestrale cartaceo disponibile anche in versione digitale.
Per abbonamenti e consultazioni online visita il sito www.nunziaremagazine.it
Per contattare la redazione redazione@nunziare.it
Segui le nostre pagine social Facebook e Instagram : troverai contenuti in più rispetto agli argomenti trattati.

> notizie e idee in primo piano
Scuole italiane
Il punto della situazione in un report di Legambiente.
È un quadro desolante quello emerso dalla lettura di “Ecosistema Scuola”, il rapporto con il quale, ogni anno, Legambiente fotografa la condizione degli edifici scolastici italiani. Il report - giunto alla sua 24esima edizione -, è stato presentato a Napoli a fine settembre per capire, sulla base dei dati forniti da cento Comuni capoluogo di provincia, come e in quali luoghi studenti e personale, docente e non docente, stiano affrontando l’anno scolastico in corso.
I dati elaborati si riferiscono all’anno 2023 e, ancora una volta, individuano con chiarezza l’urgenza di intervenire in un Paese che ha un edificio scolastico su tre collocato in area sismica, ma costruito prima delle normative vigenti.
Le risposte, arrivate dai questionari somministrati, hanno messo in luce che: sul fronte dell’ isolamento termico non c’è ancora la possibilità di stare in classe senza disagi poiché, negli ultimi 5 anni, le scuole interessate da interventi di efficientamento sono state soltanto il 16,4%, pertanto, solo il 6,7% di esse si trova in classe A, mentre oltre il 72% in classe E, F e G. Che una scuola su tre ha bisogno di interventi urgenti - al Sud e nelle isole una su due -. Che, mediamente, un istituto su due è senza agibilità con grandi differenze fra Nord e Sud.
Solo in Campania , infatti, su 470 edifici raggiunti dall’analisi - destinati a una popolazione di 107.363 studenti - 9 su 10 risultano senza certificato di agibilità, mentre, 8 su 10 non hanno il collaudo statico. Il 71% degli edifici scolastici monitorati necessiterebbe di interventi di manutenzione urgente e di indagini diagnostiche sui solai che, al momento, sono state effettuate solo su 3 edifici su 10.
Preoccupante anche il ritardo sull’efficientamento
energetico che vede la totalità delle strutture ferme in classe G.
Tornando ai dati nazionali, forniti dalle amministrazioni, solo 58 scuole di primo grado risultano costruite secondo i criteri della bioedilizia e solo 41 sono nuove, costruite negli ultimi 5 anni, «quando invece» ha spiegato a Napoli Mariateresa Imparato , Presidente di Legambiente Campania, durante la presentazione del rapporto avvenuta il 30 settembre nella Chiesa dei Cristallini, «sarebbe giunto il momento di alzare l’asticella. Costruire una nuova generazione di edifici che possa garantire sostenibilità, inclusività, bellezza, sicurezza e qualità indoor».
Considerando, peraltro, i fondi reperibili dal PNRR e che i finanziamenti per la manutenzione straordinaria sono stati addirittura più consistenti nel 2023, rispetto alla media degli ultimi 5 anni, ci si domanda davvero: che cosa lascia la nostra scuola in una condizione di tale arretratezza? Che cosa manca per offrirle tutte le garanzie di sostenibilità e sicurezza necessarie? Secondo la Presidente «un’accelerata sul fronte della transizione ecologica, ancora troppo timida in ambito scolastico. Poca volontà politica e una scarsa programmazione rispondente alle esigenze educative e climatico-ambientali delle giovani generazioni».

“100 playground”
Il progetto per rendere lo sport accessibile.
Firmato a luglio il Protocollo d’Intesa tra il Ministero per lo Sport e i Giovani, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) per la realizzazione e la riqualificazione di 100 playground in tutta Italia. L’iniziativa si svilupperà nel corso del quadriennio 2025-2028 e, come obiettivo, ha quello di promuovere la pratica sportiva, in particolare quella della pallacanestro , attraverso l’accesso gratuito a nuovi campi costruiti presso aree svantaggiate di 100 Comuni italiani.

foto > © RODOLPHE DE BRABANDERE

La designer che crea panche e chaise longue su misura con palline da tennis riciclate.
È lo sport del momento, ma sapete a livello professionale quante volte una pallina da tennis può essere utilizzata? Solo per circa nove partite, prima che la pressione interna diminuisca e venga gettata via. Così, ogni anno, 330 milioni di palline prodotte nel mondo finiscono in discarica, dove impiegano più di 400 anni per decomporsi. L’eco-designer belga Mathilde Wittock ha però trovato un modo innovativo per riutilizzarle. Trasforma le palline che le vengono donate dai club sportivi in eleganti sedute, panche e mobili insoliti dove tutto diventa nuovamente smontabile per realizzare nuovi prodotti ancora.
I pezzi sono in vendita sul sito mwodesign.com
Mathilde Wittock
CarpeCarbon
La startup che elimina la CO2 dall’aria e la (ri)utilizza altrove.
L’anidride carbonica è fondamentale per la vita sulla terra, ma a concentrazioni troppo elevate è in grado di turbare gli equilibri naturali dando vita a quel fenomeno comunemente noto come “effetto serra”. E... se invece fosse possibile gestirla? Catturarla, immagazzinarla e riutilizzarla? Ecco quello che sta progettando la startup tutta italiana CarpeCarbon!
Distinguendosi come pioniera nel settore della CCS - acronimo di Carbon Capture and Storage -, sta sviluppando un impianto ad energia rinnovabile, basato sulla tecnologia DAC (Direct Air Capture) , capace di risucchiare l’aria dell’atmosfera per trasferirla in un ambiente controllato dove un filtro assorbente cattura e fissa le molecole di CO2. Una volta priva di anidride carbonica l’aria pulita rientra in circolo nell’atmosfera, mentre, il filtro all’interno del quale è contenuta la CO2 viene sottoposto a una serie di reazioni chimiche eco-friendly che consentono di ottenere anidride carbonica pura, sicura e pronta per essere venduta nei settori in cui trova più applicazione (dall’industria farmaceutica a quella del food and beverage, fino a quella dei materiali edili).
Dopo l’impianto pilota - la cui costruzione prenderà il via a fine 2024 -, il giovane team “CarpeCarbon” realizzerà il primo grande complesso in Piemonte grazie a un finanziamento di 1,7 milioni di euro. In un anno lo stabilimento sarà in grado rimuovere mille tonnellate di anidride carbonica.

Rigenerazione e grandi opere
Così l’occupazione cresce!
Da qui al 2050 il comparto delle costruzioni necessiterà di oltre 250 mila lavoratori e green workers, complici le grandi opere pubbliche e la rigenerazione che, solo nel 2023, ha coinvolto quasi 28 km quadrati di aree urbanizzate abbandonate.
Nei prossimi 27 anni potrebbe invece interessare ulteriori 920 km quadrati di suolo italiano rigenerabile e 350 milioni di mq di superficie lorda edificabile, attivando un fatturato da 2.300 miliardi di euro con benefici a tutto tondo sulla lunga, grande, filiera delle costruzioni. A snocciolare questi dati il “Primo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana” realizzato da Scenari Immobiliari con Urban UP | Unipol e un dettagliato report sulle professioni edilizie stilato invece da Randstad.
Milano, Torino, Roma e Bologna le aree metropolitane più fertili, in questo momento, in tema di rigenerazione con la Capitale in testa che dispone di oltre 11,3 km quadrati di superficie territoriale da rigenerare ed è in corsa per due eventi di rilevanza internazionale: il vicino Giubileo e la candidatura per Expo 2030.
Al Sud le grandi opere. Linee metropolitane, alta velocità ferroviaria, nuove strade ad alto scorrimento, grandi infrastrutture ingegneristiche, stanno già coinvolgendo il Mezzogiorno, candidato a diventare hub strategico del Mediterraneo come da ambizioso e visionario progetto transeuropeo “TEN-T”.
Sedici le opere aperte solo da Webuild che ha arruolato quasi 5.000 lavoratori e 3.800 fornitori territoriali.
Diecimila le persone ancora da assumere fino al 2026.
Per questo, prima a novembre 2023 e poi a luglio 2024, la big company italiana ha firmato con le Regioni coinvolte

protocolli d’intesa per la ricerca e la formazione di neolaureati e giovani in stato di disoccupazione da impiegare immediatamente nei suoi progetti. Un’iniziativa che in Campania ha visto nascere un centro per la formazione di base - a Caserta -, e un Centro di Addestramento Avanzato per la formazione specialistica (ad Apice, Benevento).
Per saperne di più ed entrare a far parte del programma “Cantiere Lavoro Italia” visita il sito webuildgroup.com


La rotatoria che illumina le strade convertendo tre fonti naturali in energia elettrica
> Facciamo i conti: quanto spendono i comuni italiani per l’illuminazione pubblica?
Ve lo diciamo noi! Il doppio di quello della media europea.
Quasi due miliardi di euro l’anno, ovvero, 28,7 euro pro capite contro i 20 dei francesi e i 6 euro dei tedeschi, con impianti spesso obsoleti e poco efficienti che funzionano anche quando non è necessario.
Tra le città che consumano di più Roma (con 9.814,45 GWh), Milano (con 6.804,13 GWh), Torino (con 2.400,18 GWh) e Napoli (con 2.356,30 GWh) seguite da Genova, Verona, Bologna e Palermo.
Detto ciò: quanto si potrebbe risparmiare utilizzando invece metodi alternativi? Capaci di produrre energia pulita da fonti rinnovabili? In grado di trasformare le nostre città in centri urbani intelligenti e sostenibili? Sono queste le domande chiave da cui è partita Rithema, startup salernitana guidata dal giovane ingegnere elettronico Alfonso Coppola , dalle quali è poi nato il progetto E-Round . Una rotatoria stradale, che si adatta a qualsiasi condizione meteorologica, in grado di convertire tre fonti naturali - eolica, solare e piovana -, in energia elettrica utilizzabile per l’illuminazione stradale.
Nel dettaglio...
cOME FUNZIONA E-ROUND?
La conversione della luce solare in energia avviene grazie ai pannelli fotovoltaici presenti su uno degli anelli di E-round esposto a Sud.
La conversione dello spostamento dell’aria in energia meccanica avviene invece grazie a una turbina eolica verticale, stampata in 3D e brevettata da Rithema a livello internazionale, con una velocità di startup molto più bassa rispetto alle altre pale in commercio e con un’efficienza superiore del 30%.
In ultimo, E-Round si serve dell’acqua piovana come
refrigerante per dar via a un processo termoelettrico.
La rotatoria presenta infatti degli anelli termoelettrici che sfruttano la differenza di temperatura tra l’ambiente e un serbatoio di accumulo dell’acqua piovana per produrre energia in modo complementare rispetto al fotovoltaico.
Per queste sue caratteristiche E-Round risulta sempre “on”, ossia, esente da black out e funzionante in qualsiasi condizione meteo. L’apporto energetico delle varie fonti consente un accumulo di energia utilizzabile per alimentare addirittura le colonnine di

ricarica dei veicoli elettrici, l’illuminazione di piste per velocipedi e per attivare le pompe di irrigazione presenti lungo le fiorire.
DOVE TROVEREMO E-ROUND?
Dopo un lungo cammino e diversi premi (basti pensare che il progetto è stato presentato per la prima volta nel 2016 al “Maker Faire Rome”) oggi E-Round è finalmente realtà e consentirà ai comuni che l’hanno adottata, non solo di alleggerire le proprie casse con la produzione di 50 kw puliti al giorno, ma di risparmiare tonnellate di CO2. La primissima ‘E-Round’ sta facendo capolino in uno snodo stradale del piccolo comune di Luzzi (Cosenza) e, entro la fine di quest’anno, sarà pronta.

Il progetto by Rithema si è aggiudicato l’appalto anche presso il popoloso comune di San Giorgio a Cremano (Napoli); mentre l’isola di Ischia - che sta studiando un piano per la mobilità sostenibile -, ha “salvato” l’idea insieme ad una pavimentazione carrabile - in grado di produrre energia elettrica - e un biodigestore
anaerobico (nelle foto a destra) prodotto sempre dalla stessa azienda.

in foto > “Re-Charge” di Rithema
Il primo compostatore aerobico urbano che produce compost ed energia elettrica per ricaricare i veicoli elettrici dal biogas.


> Funzionamento
I veicoli di raccolta dell’umido scaricano comodamente il materiale organico nel vano destinato alla raccolta.
Al suo interno si trovano un elicoide e delle celle ad alta efficienza in grado di trasformare gli scarti umidi in compost fine - e già utilizzabile come concime - e le parti più grossolane in biogas che viene poi convertito in energia elettrica. Il processo è sostenuto da un pannello fotovoltaico che assicura la corretta funzionalità del dispositivo anche senza allaccio alla rete elettrica urbana.
Un Re-Charge, installato in un contesto urbano, riesce a compostare da 100 a 350 Kg di organico e produrre e accumulare circa 9 KW giornalieri.


> Dentro i migliori progetti, idee e iniziative… in giro per il mondo!
insideinsideinsideinsideinside
House Up!
> La casa che resiste alle alluvioni
bombe d’acqua, grandine, alluvioni, eventi meteorologici improvvisi non saranno più fenomeni eccezionali, ma diventeranno la regola. Costruire sostenibile, in questo scenario, significa anche fare i conti con questa realtà e con le sfide imposte dal cambiamento climatico, prevenendo la possibilità che case ed edifici si ritrovino puntualmente sommerse o danneggiate sotto l’azione di fenomeni estremi.
Lo studio LCA architetti, guidato da Luca Compri, la cui cifra distintiva è quella di realizzare opere funzionali e raffinate con il contributo di soli materiali naturali, per rispondere a queste esigenze, ha progettato House Up!, un’abitazione privata, a più piani, frutto di un concept, ormai collaudato, che deroga a materiali come il legno, la paglia, il sughero e la lolla di riso
location > Saronno (Va)
anno > 2023
cliente > privato
mq > 210
mc > 700
team > LCA architetti
www.lcarchitetti.com
> La scelta del sughero per l’isolamento dell’involucro esterno permette una duplice funzione: isolamento ed estetica. Lasciarlo a vista fa parte del linguaggio architettonico di chi sceglie i materiali naturali anche per ottenere risultati di tipo visivo, tattile e olfattivo.



performance e sostenibilità.
Situata a Saronno la casa, realizzata in legno con un cappotto in sughero traspirante che non teme la grandine rispetto al polistirene, risponde ad eventuali allagamenti dei piani terra appoggiandosi su fondazioni in cemento armato, materiale limitato ai soli punti strutturali. Provvista di tutte le qualità per essere definita passiva, la sospensione di House Up! fa fronte agli allagamenti che ripetutamente colpiscono il saronnese provocando sgomberi cautelativi.
Luca Compri non è assolutamente nuovo a questo tipo di progettazione, da venticinque anni, la ricerca del suo studio ruota tutta intorno a un’architettura che non si accontenta di annullare le emissioni di CO2, ma si preoccupa anche di altri temi e domande alla base del buon progettare, tenendo assieme risorse, costi, aspetti sociali, fattori climatici e ambientali.
Vincitore del premio Wood Architecture Prize 2023 di Klimahouse con “Casa Quattro”, le sue realizzazioni analizzano il contesto in cui si collocano e si pongono domande quali: è giusto costruire oggi come abbiamo fatto fino a ieri? Quale architettura dobbiamo immaginare per zone fragili da un punto di vista ambientale?
Con questo spirito lo studio italiano LCA architetti affronta tutte le esperienze professionali, dalla piccola scala al grande masterplan urbanistico, nel segno della poesia e della bellezza.




> ITALIA FRAGILE.
In Romagna ci sono famiglie che hanno subito danni fino a cento mila euro e sempre di più sono gli italiani costretti a trasferirsi perché vittime di catastrofi ambientali. l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nell’ultima mosaicatura delle aree a pericolosità idraulica ha rilevato che le aree nazionali a pericolosità idraulica elevata sono 16.224 km2 (pari a 5,4% del territorio nazionale), le aree a pericolosità media ammontano a 30.194 km2 (10%), quelle a pericolosità bassa a 42.376 km2. Si può reagire imparando a pianificare diversamente, oppure, restare ad aspettare le prossime vittime e le prossime catastrofi.

P-Led.
> Il dispositivo antisismico ideato dal Team AIDA del Politecnico di Milano.
il patrimonio edile italiano pubblico e privato è il più vecchio d’Europa. Gli edifici in muratura realizzati prima del 1980 risentono della tardiva zonazione sismica del territorio e di un vuoto normativo dell’epoca. Gli edifici in cemento armato realizzati, invece, prima del 1971 non erano tenuti a depositare, presso il Genio Civile, i calcoli e gli esecutivi strutturali. La maggior parte del patrimonio edilizio nazionale non tiene dunque conto della pubblicazione delle prime norme tecniche di progettazione con direttive di protezione sismica. Il risultato? È che in Italia esistono oltre 7 milioni di edifici, ma anche 200 mila ponti che non rispettano le attuali prescrizioni sismiche e sono quindi potenzialmente vulnerabili. Oltre 150 miliardi sono stati spesi dal 1968 ad oggi per i danni dovuti ai terremoti. A queste cifre, chiaramente, si aggiungono le

perdite inaccettabili delle vite umane. La resilienza sismica, accanto a quella climatica, è oggi uno dei maggiori temi che l’edilizia deve affrontare perché la nostra penisola è una nazione geologicamente viva e soggetta a un’attività sismica permanente, contro la quale sfoderiamo ancora piani deboli e pochi interventi di prevenzione e rafforzamento strutturale a fronte di soluzioni che esistono e sono anche economicamente abbordabili. La vera sfida dunque, come sempre, è informarsi, conoscere e non farsi trovare impreparati!
Sulla base di questa fotografia il Team AIDA - Anti-seismic, Innovative, Durable, Affordable -, composto da docenti, ricercatori e studenti del Politecnico di Milano - tredicesima università nel ranking mondiale in Ingegneria Civile e Strutturale -, ha realizzato e brevettato un dispositivo pronto per essere immesso sul mercato, qualitativamente superiore a quelli già presenti, pur essendo economicamente meno dispendioso. Si chiama P-Led e, rispetto ai dissipatori attuali, ha la capacità di aumentare la protezione degli edifici e, quindi delle persone, poiché non si danneggia dopo la prima scossa. La maggior parte dei dissipatori si comporta infatti come fusibili meccanici, proteggono cioè la struttura, ma si rovinano a loro volta lasciando gli edifici indifesi in caso di scosse successive (aftershock) che possono seguire la prima dopo un breve lasso di tempo. Motivo per il quale, dopo un evento sismico di forte intensità, necessitano di essere sostituiti con interventi lunghi e costosi. P-Led, in seguito a numerosi test, ha dimostrato invece di resistere a oltre 10 terremoti di forte intensità senza degradare le sue prestazioni, con una capacità dissipativa estremamente elevata e costante nel tempo. Questo, oltre alla maggiore sicurezza per le comunità, comporta anche costi di installazione e sostituzione post-sisma inferiori.
> L’Italia è uno dei paesi europei più all’avanguardia per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di tecnologie e sistemi di rinforzi strutturali. Accanto all’utilizzo dei tradizionali materiali compositi a fibre lunghe continue, noti come FRP - materiali fibrorinforzati a matrice polimerica -, sta facendo capolino - dopo una fase di sperimentazione -, l’idea di sostituire queste fibre - utilizzate per il rinforzo strutturale degli intonaci -, con fibre naturali come canapa e lino, biodegradabili e più salubri.
Case in canapa
> Come prepararsi al calore del futuro.
in un tempo in cui dovremo difenderci sempre meno dal freddo e sempre di più da temperature elevate e ondate di calore, diventa necessario - soprattutto in alcuni territori -, ripensare le classiche soluzioni per l’isolamento degli edifici per non ricorrere continuamente agli impianti di climatizzazione. Invece… si continua a premiare la prestazione invernale a scapito di quella estiva!
Perché succede? E come risolvere questo problema? Ce lo spiegano gli architetti della Cecere Management, società impegnata nella realizzazione di multipiani ad uso residenziale in tutto il Sud Italia e nel basso Lazio.
«Il problema è che nella progettazione di un edificio bisognerebbe tenere conto di un fattore apparentemente banale, ma assolutamente determinante “la zona climatica” e, quando l’obiettivo diventa la protezione dal caldo, è necessario dismettere i metodi standard su cui l’edilizia è settata da anni e avere il coraggio di fare qualcosa di diverso, ma più giusto. Molti sbagliano pensando che basti

in foto > Nunziare IV

un qualunque cappotto, una tenda o una schermatura solare per mantenere più freschi gli appartamenti di uno stabile. Il tema chiave su cui lavorare sono i flussi di calore che d’estate penetrano nelle pareti surriscaldando, come un forno, le residenze. Se si è in grado di progettare tenendo conto di questo parametro allora, in automatico, le soluzioni isolanti diventano altro dal classico cappotto in EPS che, oltre ad essere altamente inquinante, non è assolutamente in grado di rispondere al comfort estivo di un edificio. Diversamente i materiali isolanti di origine naturale, oltre ad incidere positivamente sulla decarbonizzazione integrale di un progetto, sono capaci di garantire benessere termico dodici mesi all’anno perché, per le loro proprietà, trattengono e disperdono calore in modo uniforme, mantenendo la temperatura indoor costante.
COMFORT TUTTO L’ANNO.
Per quanto riguarda gli edifici “Nunziare Luxury Projects” il materiale portato in cantiere, per l’isolamento di progetti sviluppati in territori che ormai soffrono più il caldo che il freddo, è la canapa. Isolante rinnovabile e dalla capacità termica doppia rispetto, per esempio, alle fibre minerali come la lana di roccia.
Nella fattispecie sui cantieri Nunziare, al posto dei tradizionali mattoni, utilizziamo blocchi di tamponamento (nella foto in basso a destra) a base di calce idraulica naturale e legno di canapa che rallentano la penetrazione del calore, offrendo prestazioni in grado di escludere l’uso di un isolamento aggiuntivo a cappotto. La canapa aiuta inoltre a regolare l’umidità, è un materiale traspirante che evita la formazione di muffe e funghi, è resistente al fuoco ed è riutilizzabile. Può essere cioè rimpiegata e smaltita in completa sostenibilità».
in foto > NUNZIARE IV IN SVILUPPO AD AVERSA (CE)
Nunziare IV ha richiesto 600 Mc di mattoni in calce e canapa, materiale che - invece di immettere CO2 nell’atmosfera la toglie -, rispondendo ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) imposti da DM 11/11/2017.
foto > © MARIO FERRARA



in foto > Il progetto residenziale ‘Nunziare’ in corso di costruzione a Serapo (Gaeta).
Nunziare Luxury Projects è il brand immobiliare del gruppo Cecere Management. Nunziare Magazine è invece il brand magazine con il quale la nostra holding promuove la sostenibilità del ramo costruito (e non solo)
> QUESTE CASE AUMENTANDO DEL 30% L’ISOLAMENTO, DIMEZZANO CO2 E DOMANDA DI ENERGIA.
Test effettuati dalla Cecere Management su pareti in canapa hanno registrato una differenza di temperatura, tra l’interno e l’esterno, di quasi 9°C nelle ore più calde a Serapo (Gaeta).
Stimando: un muro di canapa calce di 300 mm di profondità procura un livello di isolamento termico superiore al 30% rispetto ai metodi standard.

INVESTIRE IN SOSTENIBILITÀ NON È PIÙ UNA SCELTA!
Se c’è un dato infatti certo è che, ormai, in edilizia non si tratta più di decidere “se” andare o meno incontro a determinate regole, ma di capire e far capire quali scelte, processi e materiali sono da cambiare, al fine di trasformare realmente il settore in chiave green ed ottenere benefici che, a ben vedere, non sono soltanto di natura ambientale, ma anche di carattere sociale ed economico.
In questo quadro la sfida a cui va incontro il comparto diventa anche quella del “comunicare” perché, la maggior parte dell’opinione pubblica, non solo stenta ancora a capire i motivi, l’importanza e i passaggi di alcuni provvedimenti ma, grazie a un dibattito alterato e centrato solo su un requisito, le persone hanno maturato la convinzione che abitare sostenibile sia semplicemente una questione di efficienza energetica imposta, peraltro, dall’Europa. Ma è davvero così? Il discorso sull’edilizia green si riduce e si esaurisce solo a questo concetto? Oppure il principio “Energy Efficiency First” è soltanto un prerequisito che porta con sé anche altri generi di ripensamenti? Che cosa, come cittadini, ci sfugge ancora ed è invece bene sapere in funzione di scelte più incisive?
A queste domande, inevitabilmente, in questo numero, si aggiungono le nostre. Quelle che da attori, coinvolti a vario titolo nella filiera, ci siamo posti ( durante un’importante iniziativa ) e dovremmo porci, per riflettere sui motivi che ostacolano - o rendono difficile - l’accesso a certe informazioni, nel tentativo di migliorarne la qualità, la diffusione e la comprensione, fondamentale per consentire alle persone di muoversi agevolmente tra greenwashing e fake news sapendo anche da quali media attingere notizie precise, attendibili, verificabili; gestite da professionisti specializzati in materia su mezzi quotidiani
< a cura di DANIELA IAVOLATO >
DEFICIT DI COMUNICAZIONE




EDILIZIA GREEN ED EFFICIENZA ENERGETICA.
QUANTO NE SAPPIAMO DAVVERO? CHI STA OSTACOLANDO LA CORRETTA INFORMAZIONE?
>Un edificio in classe A è un edificio sostenibile? Oppure c’è dell’altro? Che cosa significano, dal punto di vista pratico, termini come sostenibilità ed efficienza energetica? E perché partire da quest’ultimo parametro è diventato così importante? Proviamo ad inquadrare la situazione step by step!
PERCHÉ PRIMA L’EFFICIENZA ENERGETICA!
Partiamo da un presupposto: il chilowattora più pulito è quello non consumato. La maggior parte dei nostri edifici, invece, specie quelli che si trovano nelle classi energetiche più basse, oltre a richiedere più energia, disperde circa il 70% dell’energia impiegata a causa del mancato isolamento termico. Con l’emergere della questione ambientale - e la relativa riduzione delle emissioni di CO2 per mantenere l’innalzamento della temperatura media globale sotto i 2 gradi -, si è iniziato così a ragionare (anche) sulle prestazioni energetiche degli edifici.
“Energy Efficiency First” è il principio che muove le politiche energetiche dell’UE. Tradotto in edilizia significa che, prima ancora di considerare come alimentare un fabbricato, è necessario ridurre al minimo le sue dispersioni termiche, al fine di diminuire la domanda di energia da riscaldamento e raffrescamento. In funzione di questo di principio, lo scorso marzo, il Parlamento europeo ha approvato l’EPBD 4 (Energy Performance Building), una direttiva di buon senso sul rendimento energetico degli edifici diventata, però, materia di uno scontro politico, servito dai media, che ha finito col generare soltanto confusione sui contenuti e reazioni di tipo allarmistico. Pertanto, vale la pena fare qualche passaggio sulle motivazioni, le origini e i benefici di questa direttiva che, se ben capita, passa agevolmente da “obbligo” a “opportunità”
> RESPONSABILITÀ, STORIA ED ECONOMIA! Ricordiamo, innanzitutto, che il parco immobiliare europeo è responsabile del 40% dei consumi energetici e di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra.
In Italia non abbiamo gas, lo importiamo e lo paghiamo caro! Rendere indipendenti gli edifici rappresenta un’occasione per creare anche del valore economico interno. La transizione crea nuove imprese, nuovi posti di lavoro, più artigiani e professionisti locali.
Energeticamente - e il conflitto russo ucraino ce lo ha ricordato -, come Paese dipendiamo per il 75% dalle importazioni e, quando a un certo punto, i prezzi di gas ed energia sono schizzati alle stelle lo Stato italiano, per far fronte a questa emergenza e alle bollette impazzite di imprese e cittadini, dal 2021 al 2023, ha speso la bellezza di 119 miliardi di euro in bonus e sussidi di aiuto.
Il sistema attuale è dunque già un costo ed è vulnerabile non dal 2021, ma dai tempi della prima crisi energetica: quella del 1973 quando, a seguito del conflitto del Kippur, i paesi arabi imposero verso i paesi filo-israeliani, tra cui l’Italia, un embargo petrolifero senza precedenti che, come effetto, ebbe quello di quadruplicare il prezzo del petrolio, costringendo l’allora Presidente Mariano Rumór a un periodo di “Austerity”, durato sei mesi, con conseguenze profonde sull’economia e sulla società italiana. Da qui è partita la pianificazione di una politica energetica orientata a fonti alternative e verso una progettazione più attenta all’involucro edilizio.
Nel 1976 entra in Gazzetta Ufficiale la prima legge italiana (la 373/76) per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici a cui fa poi
seguito la 308 dell’82 con generosi fondi per la coibentazione degli edifici esistenti, l’installazione di nuovi generatori e l’installazione di pompe di calore e impianti fotovoltaici.
L’Italia è stata la prima nazione ad occuparsi del problema e, solo successivamente, ha iniziato a recepire prima direttive di natura CEE, come la SAVE (direttiva 93/76/CEE) e, in seguito, le più elaborate EPBD I, II e III, fino ad arrivare alla più recente e dibattuta EPBD 4 dell’Ue per dire definitivamente addio al gas, entro il 2050, abbracciando l’opportunità della transizione energetica
> LA DIRETTIVA OBBLIGHERÀ GLI ITALIANI A RISTRUTTURARE O A VENDERE LE PROPRIE
CASE? SI TRATTA DI UNA PATRIMONIALE TRAVESTITA? COME LA CATTIVA INFORMAZIONE HA TITOLATO?
Alla luce di quanto finora esposto ha davvero dell’incredibile come politica e media siano riusciti a
Non siamo di fronte a delle novità inaudite. L’EPBD è stata introdotta per la prima volta nel 2002, rivista nel 2010 e ancora nel 2018, ma i mediaper correre dietro una politica perennemente in campagna elettorale - l’hanno trattata come se fosse arrivata dal nulla, allarmando i cittadini.
trasformare qualcosa di utile e di pubblico interesse, in un disegno oscuro a danno degli europei.
La direttiva che come, abbiamo visto, non è piovuta dal cielo, prevede - per ciò che riguarda il residenziale già esistente - una riduzione del consumo medio di energia del 16% nel 2030 rispetto al 2020 e del 20-22% entro il 2035, con phase-out completo delle caldaie a combustibile fossile entro il 2040. Diversa la situazione per gli edifici di nuova costruzione che dovranno invece essere ad emissioni zero (ZEmB, zero emission buildings) a partire dal 2028 - per gli edifici pubblici -, ed entro il 2030 per tutti gli altri.
DIRETTIVA NON REGOLAMENTO, LA DIFFERENZA È SOSTANZIALE!
Le direttive non impongono nessun obbligo a persone fisiche e giuridiche e non sono immediatamente applicabili negli ordinamenti giuridici interni, ma si rivolgono esclusivamente agli Stati membri vincolandoli, entro un certo lasso di tempo, al raggiungimento di determinati obiettivi con una serie di raccomandazioni che, non avendo alcun titolo perentorio, lasciano ampio margine di manovra all’iniziativa normativa di ogni singolo Stato.
> QUANTO CI COSTERÀ?
Un altro aspetto poco raccontato da giornalisti e fantapolitica è che: la direttiva chiede agli Stati membri di predisporre adeguati strumenti finanziari e fiscali per traghettare le nazioni verso un parco edilizio più performante.
I soldi ci sono e sono quelli che seguono: 24,12 miliardi del PNRR per il target “efficienza energetica di edifici pubblici e privati”. 86 miliardi del Fondo

(europeo) sociale per il clima. 43 miliardi del Fondo di Coesione, assegnati dall’Ue alla nostra nazione per “una Transizione giusta”.
COSA MANCA ALLORA?
Un’opinione pubblica ben informata, in grado di riconoscere quei casi in cui la teoria non va di pari passo con la prassi. Capire che non si tratta di “costi” ma di “investimenti” per il futuro, in un contesto in cui le guerre per il petrolio sono dietro l’angolo.
Mettersi all’opera e provare ad alzare l’asticella di un percorso chiaro, per non ripetere gli errori fatti finora.
Indirizzare i soldi propri e quelli pubblici verso metodi e materiali più giusti se… di edilizia sostenibile si vuol parlare!
Per la missione “Rivoluzione e Transizione Ecologica” il PNRR ha un fondo totale di 68,6 miliardi di euro.
Tra i target principali: l’incremento dell’efficienza energetica di edifici pubblici e privati tramite corposi incentivi fiscali volti alla ristrutturazione di circa 50 mila edifici per anno.

Un edificio sostenibile non si accontenta di ridurre le emissioni di CO2 ma, da questo punto di vista, siamo ancora in balia di conoscenze, materiali e procedure standard.

< VOCI DAL SUMMIT SULLA COMUNICAZIONE DELL’ABITARE DI CASA RADIO >
Case green o mezze green?
> Come si distingue un buon progetto?
Ecco l’abitare a cui tendere per realizzare in modo serio la direttiva!
> Ecologica, confortevole, salubre, durevole, circolare, certificata, trasformabile, disassemblabile, accessibile, resiliente ed efficiente! La missione dell’edilizia del futuro va ben oltre le emissioni di carbonio relative ai consumi degli edifici in fase d’uso. Un futuro che, se rileggiamo attentamente i termini messi in fila , dal punto di vista progettuale e dell’operatività passa, prima di tutto, per la conoscenza e la rivisitazione dei materiali.


Quanti edifici dichiarati “green”, nonostante ristrutturazioni, cappotti e attestati di prestazione energetica, messi in uso smentiscono le performance attese? Quanti edifici, di nuova costruzione o di recente ristrutturazione, costringono chi li vive a un uso continuo e smodato dei condizionatori? Succede perché l’ipotesi di prestazione non tiene conto delle temperature a cui siamo arrivati durante le ultime estati, per cui, si continua ad isolare in funzione di un guadagno termico invernale, senza tenere conto del fatto che nei mesi estivi, questi edifici, non sono in grado di garantire altrettante performance di benessere interno, a causa di scelte legate prevalentemente a materiali di origine sintetica e petrolchimica che, insieme a sigillature eccessive, trasformano le case in ambienti invivibili e potenzialmente aggressivi per la salute, oltre che per l’ambiente.
Non è dunque un caso che la quarta edizione della
direttiva europea EPBD chieda di prestare la massima attenzione alla provenienza, l’affidabilità e il ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assesment) dei materiali per evitare di tradire tanto le prestazioni attese, quanto il concetto stesso di sostenibilità.
QUALI SONO I MATERIALI
EUROPEI PIÙ CONSIGLIATI?
COSA OCCORRE PER AUMENTARE IL LIVELLO DI SOSTENIBILITÀ?
ECCO UN’EFFICACE PANORAMICA!
L’energia non è solo una questione di impianti.
Sistemi solari fotovoltaici, pompe di calore e geotermia massimizzano l’efficienza energetica, ma il primo obiettivo resta sempre ridurre al minimo la domanda e il carbonio proveniente dai prodotti utilizzati per l’intervento immobiliare. L’involucro edilizio e l’isolamento termico di muri e pareti perimetrali, in questo quadro, giocano un ruolo fondamentale poiché sono la chiave - insieme ad altri elementi della bio-progettazione -, per arrivare a quella che in gergo viene definita “casa passiva” , una casa cioè capace di garantire comfort anche a impianti spenti.
Canapa, legno, sughero e paglia, insieme a lolla di riso, fibra di lino, ma anche kenaf e lana di pecora sono le alternative ecologiche più sostenute, in questo momento, dalle politiche comunitarie e dal nuovo Bauhaus europeo poiché rinnovabili, biodegradabili, sane e isolanti in tutte le stagioni climatiche e quindi perfette per rispondere, tanto a un paradigma di economia circolare, quanto a quello di una vera tran -

sizione ecologica, capace cioè di tenere insieme salubrità, progettazione climatica, impronta ecologica connessa al bilancio dell’edificio in uso (carbonio operativo), impronta ecologica connessa alla produzione dei materiali (carbonio incorporato) e il loro relativo smaltimento.
DISCORSO VALIDO SOLO PER NUOVE COSTRUZIONI O PROGETTI DI PICCOLE DIMENSIONI?
No! Con questi materiali si può riqualificare su larga scala anche il parco edilizio già esistente. Danimarca, Finlandia, Francia, Paesi Bassi e Svezia stanno già decarbonizzando con biosoluzioni che, in alcuni casi, sono addirittura imposte da amministrazioni che limitano l’impronta di carbonio lungo tutto il ciclo di vita di un edificio (WLC, whole-life carbon). Da noi invece, nonostante la promozione da parte dell’Europa, non esiste ancora una linea vincolante e condivisa sull’impatto complessivo. Le buone prassi sono sostanzialmente demandate alle conoscenze, alla volontà e alla buona capacità progettuale dei singoli ma, non per questo, mancano progetti eccezionali che hanno coinvolto interi condomini.
È il caso delle Torri Aler ( nella foto a sinista ), quattro grandi fabbricati popolari - collocati nel quartiere Barona di Milano -, passati dalla classe G alla classe A4, grazie a un materiale isolante ottenuto dagli scarti della lavorazione del riso. L’intervento, condotto da un partenariato pubblico-privato che ha visto insieme A2A, Ricehouse e Wood Beton, ha riguardato 187 alloggi. Le torri sono state ristrutturate in poco più di un anno, senza l’aiuto di ponteggi e senza allontanare gli abitanti, grazie a un rivoluzionario sistema che ha agganciato direttamente in facciata pannelli con struttura in legno, prefabbricati off-site e isolati in lolla di riso. Un retrofit dall’approccio industrializzato, ma naturale, che ha offerto a 400 inquilini case efficienti oltre che… una soluzione definitiva contro la povertà energetica!
> TETTI VERDI PER BENEFICI CLIMATICI, ECONOMICI E SOCIALI
Tutti i tetti delle Torri Aler sono stati trasformati in giardini pensili con piccoli orti. Una prassi che garantisce aggregazione e socialità, ma aiuta anche ad assorbire l’acqua piovana e a mantenere il tetto termicamente isolato con la capacità di non arrivare mai a superare i 30 gradi d’estate.


Poiché il settore delle costruzioni estrae il 50% delle risorse dalla crosta terrestre e produce oltre un terzo di tutti i rifiuti europei, la direttiva promuove tutto ciò che rende il concetto di rifiuto obsoleto. Questo, nella pratica, si traduce in progettazioni che, avendo bene a mente il concetto di “ciclo di vita dei materiali”, sono in grado di massimizzarne il riutilizzo e il riciclo. Come le scuole italiane firmate da Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini di C+S Architects. Tre progetti a pianta circolare che arrivano in cantiere con un kit di montaggio, composto da migliaia di pezzi, che possono essere smontati ( come i Lego ) per poi trovare un nuovo impiego altrove.


in foto > le materne Andersen e Don Sapino di Venaria Reale (Torino), due dei tre progetti “smontabili e riciclabili” dello studio di architettura C+S . Realizzate in legno con pavimenti in sughero, entrambe le strutture sono pensate completamente a secco e quindi smontabili a fine vita dell’edificio.
http://web.cipiuesse.it
Abbattere la necessità di manutenzione è un altro grande tema! I materiali possono deperire e prestare il fianco ad altre problematiche, specie, se sottoposti a sollecitazioni esterne come piogge acide, salsedine o inquinamento. Scegliere con attenzione significa, dunque, anche riconoscere quando è il momento di uscire dalla rigida logica “naturale uguale sostenibile” per ibridare. Mixare cioè più materie prime differenti per ottenere il massimo beneficio dalle loro singole caratteristiche messe in sinergia. Materiali come il cemento che può auto-ripararsi - un tipo di cemento che rimargina le sue lesioni a contatto con l’acqua - o il calcestruzzo eterno , per esempio, sono prodotti che ben si prestano a questo tipo discorso poiché capaci di allungare la vita utile di un edificio e ridurne la precarietà.


> NUNZIARE GAETA, DUREVOLE GRAZIE A UN COMPOUND SVILUPPATO DALL’ISTITUTO ITALIANO PER IL CALCESTRUZZO.
Per questo edificio in sviluppo nella località laziale di Serapo (Gaeta), la Cecere Management - società proprietaria del brand Nunziare -, ha selezionato un calcestruzzo con una vita utile di 200 anni.
> IMPERMEABILE ALL’ACQUA.
La vicinanza al mare rendeva i piani ipogei del multipiano tirrenico “Nunziare Luxury Projects” particolarmente vulnerabili alle possibili penetrazioni di acqua salata proveniente dalle falde. Questa criticità ha portato la holding a lavorare sulla corretta valutazione del calcestruzzo di fondazione per schermare il fabbricato ed evitare, nel tempo, rifacimenti frequenti. A questo l’edificio aggiunge l’isolamento delle pareti perimetrali in canapa per rispondere alle alte temperature estive del territorio.
«Lavorare sul fattore “tempo e vita utile delle opere” è fondamentale per evitare demolizioni, ristrutturazioni e continui nuovi impieghi di materiali. Quello della durabilità, in un contesto in cui l’obsolescenza è addirittura programmata, è un tema caldo e di grande responsabilità! Il “green”, per essere sostenibile, deve tenere conto dell’ambiente ma anche delle persone; tendere a un equilibrio rispettoso di tutte le dimensioni della sostenibilità la quale comprende anche la gestione economica e la manutenzione di un edificio. Fare qualcosa che costringe gli inquilini a continui esborsi è quanto di più lontano possibile vi sia dal concetto di architettura sostenibile» spiegano gli architetti della Cecere Management «è necessario avere una visione a 360 gradi delle cose».
PROATTIVITÀ AL SERVIZIO DEL CAMBIAMENTO

IL NOSTRO APPROCCIO AL PROGETTO Realizzazione dell’idea, da sogno alla realtà attraverso l’azione. Architettura come: etica, antropologia, sociologia. Non solo arte di fabbricare.



Comunicare l’abitare
> «Adesso gli italiani vogliono saperne di più».
Dati, voci e spunti dal più grande Summit sul futuro comunicativo del sistema casa.
Oltre il 65% degli italiani è interessato a saperne di più su ciò che riguarda i temi della casa e dell’abitare e ritiene che argomenti quali: sostenibilità ed edilizia green, nuove tecnologie abitative e aggiornamenti normativi dovrebbero ottenere più spazio e approfondimento sulla stampa specializzata.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da Casa Radio (la prima radio in Italia dedicata al mondo dell’abitare), presentato lo scorso 31 ottobre al Teatro Parioli Costanzo di Roma, in occasione della seconda edizione del Summit annuale “Comunicare l’Abitare” organizzato dalla stessa emittente. L’indagine, basata sulle risposte fornite dalla vasta platea di ascoltatori della web radio, ha messo in luce vuoti informativi e nascenti sensibilità confermando, ancora una volta, il ruolo e l’impatto dei media e dell’informazione su scelte, opinioni e decisioni dei cittadini anche per ciò che concerne
il sistema casa, con uno slittamento massiccio dai vecchi ai nuovi media che vede ormai circa 7 italiani su 10, tra quelli intervistati, recuperare news d’interesse, sul mondo immobiliare, direttamente da siti (gratuiti), riviste digitali e piattaforme social, con un aumento di popolarità (soprattuto tra i giovani) dello strumento “podcast”, risultato tra i mezzi più efficaci e coinvolgenti per trattare temi complessi come quelli legati all’abitare.
L’evento, che ha goduto del patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia, della Città Metropolitana di Roma Capitale e di Federitaly, è stato moderato da Paolo Leccese - direttore editoriale di Casa Radio - e ha finalmente posto le basi per una community nuova e partecipata, impegnata nel sostegno e nell’accompagnamento del cambiamento nel settore della comunicazione abitativa.

in foto > PAOLO
LECCESE


Altro che marketing dei cataloghi! Per la portata e la quantità dei suoi argomenti la comunicazione dell’abitare necessita di essere trattata al pari di un contenuto giornalistico. I dati snocciolati oggi non solo confermano l’importanza di un buon posizionamento sul web, ma suggeriscono ad aziende, editori e creatori di contenuti del settore la necessità di fare proprie parole come notizia, storytelling, agenda setting e copywriting.
< GIULIO AZZOLINI, HEAD OF RETAIL GRUPPO FRIMM >
Invece… la comunicazione del ramo edilizio è ancora troppo dilettantistica e poco managerializzata, basta dare un occhio ai social… descrivono un mondo granulare e dispersivo.
< BRUNO VETTORE, CHAIRMAN AND FOUNDER BV INVEST >
Settore delle costruzioni… tra le prime industrie del Paese. Un’industria che, messa tutta insieme, produce il 20% del Pil nazionale e il 10% degli occupati in Italia ma che… fa ancora fatica a comportarsi da industria.
Nell’immaginario collettivo abbiamo solo demeriti, il tema adesso è riuscire a comunicare correttamente il valore delle nostre operazioni per ridisegnare il giudizio della gente.
< LUCA BERARDO, PRESIDENTE ASSOPOSA >

Fake news e greenwashing, insieme a un dibattito concentrato solo su difficoltà, costi e tempistiche frenano l’innovazione, la domanda e la qualità della transizione ecologica dell’abitare. Si fa ancora troppo poco, per far in modo che le persone prestino più attenzione alla qualità dell’ambiente in cui vivono è necessario migliorare la qualità e la frequenza dell’informazione e della comunicazione.
< FRANCESCO BEDESCHI, UNIVERSITY OF ARKANSAS ROME PROGRAM >

Voci dal palco del Teatro Parioli di Roma, luogo simbolo della








“Heaven & Hell” , la Spa capovolta per trattamenti a cinque stelle dell’Alpin Panorama Hotel Hubertus a Valdaora (Trentino Alto Adige). Un capolavoro architettonico, sospeso a 15m rispetto al livello del terreno, firmato dallo studio Noa* che ha giocato sul ribaltamento degli orizzonti per offrire all’osservatore una prospettiva tutta nuova.
www.hotel-hubertus.com

www.angeladamman.com
“Eta” , il raffinato chandelier della collezione “home décor” dell’americana Angela Damman realizzato con tecniche artigianali dell’antica tradizione Maya e con fibre provenienti da piante autoctone dello Yucatán.

“Klimatorium” , un centro studi internazionale che sviluppa ricerche e soluzioni per sfide e cambiamenti climatici. Situato a Lemvig (Danimarca) l’edificio, con la sua onda in legno ispirata alle barche da pesca danesi, invita gli ospiti a trattenersi e socializzare anche all’esterno. L’hub è stato progettato a due mani dagli architetti degli studi locali 3XN e SLA Architects. www.klimatorium.dk
foto > © ADAM MØRK
> Indirizzi da segnare in agenda. Persone e luoghi, angoli di lusso, sguardi stretti su dettagli che fanno tendenza, libri e designer, fiere e mostre, case con dosi “hot” di ispirazione, architetture straordinarie, interior e materiali ma anche… retail design, hotel ed eco-rifugi, spazi di gusto, di svago e di benessere, giardini fioriti e frivolezze per planare leggeri sulla vita. Radar è un rilevatore di bellezza, la nostra personale selezione di tutto quello che fa bene agli occhi e per questo merita, qualche volta, uno strappo alla regola.
> segnalalo a: redazione@nunziare.it
R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R R A D A R

NEW YORK. IL PARADIGMA DEL PRESENTE.
CULTURA DEL VIAGGIO.
Big Apple, Gotham City, Big City o semplicemente New York.
Il brand metropolitano più efficace mai prodotto al mondo, raccontato da William Dello Russo e pubblicato da White Star. Non una semplice guida ma una vera e propria porta d’accesso, divisa per temi e illustrata da splendide fotografie, per comprendere l’anima autentica, i simboli, la cultura, la storia e le evoluzioni di New York.
MIGRARE IN CASA, IL LIBRO DI VIRGINIA DELLA SALA CON LA PREFAZIONE DI MARCO TRAVAGLIO.
L’inchiesta della giornalista de “Il Fatto Quotidiano” sul tema delle migrazioni climatiche in Italia, un argomento che - come dimostrano i tragici eventi degli ultimi anni -, è ormai una realtà del nostro Paese. Tra alluvioni, frane, incendi e siccità l’autrice si domanda: dove vanno a vivere gli italiani? Quali sono le prospettive per chi ha perso tutto? Quando saremo tutti migranti, a causa di un clima sempre più ostile, cosa faremo? Migrare in casa (Edizioni Ambiente), parte della nuova collana VerdeNero Inchieste realizzata in collaborazione con Legambiente, ci ricorda che i nuovi migranti climatici siamo già noi.

EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO.
Un utile vademecum scritto da Gianni Di Giovanni e Andrea Dell’Orso per la progettazione di edifici ad elevata efficienza ecologica e consumo energetico quasi nullo. Uno strumento per addetti ai lavori della collana architettura di edizioni Mimesis.

GREENWASHING. FONDAMENTI GIURIDICI. PRATICHE COMMERCIALI SLEALI. LA DIRETTIVA 2024/825.
L’Empowering Consumer for the Green Transition, la direttiva 2024/825 introdotta a seguito di una rilevazione della Commissione Europea che ha stanato migliaia di slogan abusanti, o del tutto infondati rispetto alle performance ambientali, oggi definisce nuove specifiche disposizioni relative alle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori. Lo fa con un elenco di pratiche e parole, ma anche di immagini e colori da evitare quando non supportati da misurazioni ex ante. La direttiva verrà recepita nei vari ordinamenti nazionali entro il 27 marzo 2026 e chiamerà le aziende a riconsiderare le loro strategie di comunicazione. Greenwashing di Elisabetta Cicigoi (Pacini Giuridica) diventa così una guida utile per aziende, comunicatori e professionisti che desiderano capire il significato giuridico del greenwashing e le sue conseguenze legali.


IN PAGLIA, NATURALMENTE. CASE DI PAGLIA, WABI SABI E MEDICI DELL’ARCHITETTURA.
Partendo dalla propria esperienza personale e professionale, il testo di Maurizio Allegranza procede alla ricerca di un approccio sano e sostenibile rispetto al tema del progettare e costruire. Due libri in uno in cui, la prima parte, riflette i problemi delle case presenti nel nostro territorio per capire come si sia giunti all’attuale condizione di degrado e scarsa qualità economica ed ecologica. La seconda edizione contiene invece le informazioni sintetiche per progettare un edificio in legno e paglia (Ladolfi editore).
SPA D’INVERNO, UNO SPAZIO DI BENESSERE
NEL CENTRO DEI SASSI.
Una SPA nella roccia, con una calda piscina bordo sfioro e docce emozionali ricavate nelle vecchie cisterne recuperate, occupa il cuore più profondo dell’Aquatio Cave Luxury Hotel & SPA, un hotel a 5 stelle ubicato nel centro dei Sassi su un costone del rione Sasso Caveoso di Matera. Il progetto illuminotecnico e di interior design, che ha recuperato locali ipogei risalenti al IX secolo, porta la firma dall’architetto Simone Micheli che ha selezionato arredi bianchi, fluidi e senza spigoli, rispettosi delle pareti in tufo che non toccano mai. Gli schermi bianchi ricordano, nel colore, il latte di calce con cui i materani sanificavano gli interni. L’illuminazione proveniente dal basso, attraverso corpi illuminati discreti, completa l’effetto magico che ha animato tutto il concept progettuale. www.simonemicheli.com - aquatiohotel.com



ODEON BEAUTY HALL, IL PROSSIMO SPAZIO DELLA RINASCENTE
Sarà il nuovo tempio del make-up e della bellezza, 3 mila mqcompletamente ripensati -, in quello che una volta era il cinema Odeon di Milano. Ad ottobre il gruppo Rinascente ha annunciato di aver chiuso un deal con Kryalos Sgr, la società che gestisce l’immobile per conto del fondo Apollo, per dare vita a una destinazione “esperienziale”. A guidare il progetto d’interni l’architetto di fiducia del gruppo LVMH Marco Costanzi, mentre a “Progetto CMR” di Massimo Roj, è stata affidata la direzione del recupero architettonico di un edificio di interesse storico vincolato dalla Soprintendenza. Con un investimento di 50 milioni di euro la nuova beauty hall dovrebbe aprire le porte a maggio del 2027.
foto > © JURGEN EHEIM
03. DENTRO CASA


ZERO, LA CUCINA CIRCOLARE DI OIKOS
Presentata nel chiostro dell’Archivio di Stato di Napoli, in occasione della fiera del design “Edit” e vincitrice di una menzione speciale, la “Cucina Zero” è il frutto della collaborazione tra Oikos e Debonademeo. Zero perché fa parte di un approccio “essenziale” e dalla forte vocazione ecologica che elimina le resine derivanti dal petrolio e recupera materiali di scarto per dare vita ad opere uniche e irripetibili. Ante, top e lavello sono infatti realizzati con un composto di fibre di canapa recuperate dalla filiera agricola e frammenti di travertino selezionati tra gli scarti della lavorazione lapidea. www.oikoscucine.it
VOGLIO RESTARE TUTTO IL GIORNO IN UNA VASCA…
Una vasca fumante, un bicchiere di vino, un dolce sottofondo musicale e candele profumate sono quello che occorre in questo periodo, ma… è indispensabile la vasca giusta! L’Infinitive di Novellini, un guscio avvolgente disponibile in diversi colori, grazie alla tecnologia idrowellness NaturalAir, crea un massaggio dolce e silenzioso che trasforma il momento del bagno in un’esperienza di wellness a 360 gradi. Con le sue forme morbide e sinuose e le luci a led per l’illuminazione giusta è realizzata con un materiale resistente agli urti e alle abrasioni, il solid surface, che ricorda il marmo bianco levigato. www.novellini.it

IDEE E TRUCCHI PER PICCOLE CASE
TUTTO IN 37 MQ
Cucina, scrivania, divano e camera da letto: nel monolocale meneghino progettato dall’architetto Ilaria Stroppa di “Mill-a Studio” tutte le funzioni domestiche, salvo il bagno, sono concentrate in soli 37 metri quadrati. Uno spazio ridotto, ma grazioso e invitante, che divide la cucina dalla zona notte con una parete leggera in falegnameria. www.mill-a.com

foto > © ANNA POSITANO & GAIA CAMBIAGGI




> © BLICKFÄNGER
La cucina di questo progetto è stata nascosta all’interno di un blocco scala che porta al piano notte per ottimizzare gli spazi di un ex studio riconvertito in guesthouse. Gli architetti di De Nieuwe Context, per realizzare l’opera, hanno utilizzato una struttura di compensato verde brillante che ospita una serie di armadietti, piano induzione e lavastoviglie.
www.denieuwecontext.nl
UN SOTTOSCALA SALVASPAZIO
foto
ARTE IN STORE.
> A Caserta nello show-room di Esagono

< a cura di RITA ALIPERTI >
foto > © CIRO SANTANGELO REPORTER
per una sera il concept store dello storico gruppo Esagono in Piazza Sant’Anna Caserta, si è trasformato in una galleria d’arte richiamando l’attenzione di architetti, estimatori, clienti e imprenditori.
Un happening di straordinario successo in cui
l’artista Flavio Lombardi ha allestito, presso lo showroom di Giovanni Bo - vincitore del premio Cersaie di Bologna “Miglior Rivenditore 2022” -, una personale di quindici opere in cui mondi reali e mondi immaginari hanno trovato rifugio in sorprendenti tavolozze di colori.
L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività che la famiglia Bo intende continuare a portare avanti per promuovere e valorizzare l’arte, il design e la cultura del territorio casertano e, ancora una volta, ha confermato lo store del gruppo Esagono come un importante punto di riferimento per l’innovazione e la creatività.
La serata è stata accompagnata da musica live con il dj set di Joy Saccone. «La partecipazione entusiasta della community dimostra - ha spiegato Giovanni Bo -, quanto sia importante avere momenti di incontro e condivisione per promuovere il talento e la creatività del nostro territorio. Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno partecipato e reso unica questa speciale serata».


















IL PARQUET CHE SALVA LE FORESTE Di Fiemme Tremila
Quello che non sappiamo è che non sempre un parquet può essere considerato ecologico, molto dipende dalla sua provenienza e dai trattamenti subiti. Per avere la sicurezza di un prodotto atossico e naturale si può optare per i parquet prodotti da Fiemme3000, azienda trentina specializzata in pavimenti in legno biocompatibile, che utilizza solo legni provenienti da risorse territoriali tutelate o da foreste certificate PEFC e FSC®.

“A MARE”
Il pavimento che viene dalle conchiglie
Ogni anno l’industria ittica scarta 7 milioni di tonnellate di conchiglie. Questi scarti, ricchi di carbonato di calcio - cioè calcare -, oggi vengono recuperati e macinati per realizzare biomateriali da impiegare in edilizia. Oltremateria - azienda romagnola di San Giovanni in Marignano -, partendo da questo sottoprodotto, ha dato vita alla linea tutta italiana “A MARE”. Una superficie continua per pavimenti e rivestimenti, certificata LCA, priva di formaldeide e solventi aggiunti, composta da oltre il 60% di prodotto proveniente dal riciclo certificato di ostriche e conchiglie, unito a polimeri a base di acqua e fonti rinnovabili come l’olio di girasole. www.oltremateria.it
LUCE DAL BAMBÙ
Le lampade di David Trubridge
Ispirate alle forme dei coralli e dei fiori, le lampade a sospensione del pluripremiato designer David Trubridge portano in casa un messaggio di armonia e rispetto per la natura. Realizzate interamente in bambù, arrivano all’interno di una piccola scatola che include un facile kit di montaggio in grado di rendere l’acquirente protagonista del processo di creazione. Il risultato è una sfera leggera, che emette luci e ombre, perfetta anche come regalo di Natale! www.davidtrubridge.com

TodoList
> Si può costruire naturale, ma si può anche scegliere di arredare in maniera etica, prediligendo filiere corte, legno, tessuti e superfici che recuperano materiali di scarto o pitture a VOC zero per una progettazione amica dell’ambiente, ma anche della nostra salute.
Ecco cinque idee per arredare e vivere green, senza rinunciare al buon gusto.
Prendi nota!

MOGU ACOUSTIC
I pannelli fonoassorbenti dai funghi
Belli, responsabili, decorativi e facili da installare. I pannelli acustici per interni Mogu rappresentano una sorprendente soluzione per migliorare l’acustica degli spazi e ridurre i rumori provocati da vicini chiassosi. Circolari al 100%, VOC free e resistenti al fuoco, sono i primi sistemi di pannelli fonoassorbenti al mondo a base di micelio e residui tessili riciclati. www.mogu.bio
BENU®SEA
I tendaggi dalla plastica del mare Tende ma anche tappeti. L’azienda Fischbacher con BENU®Sea ha dato vita a un tessuto innovativo, delicato e di grande pregio estetico, realizzato con bottiglie di plastica pescate nell’oceano e poi rigenerate. Fischbacher è stata il primo produttore tessile a creare tessuti abitativi provenienti da plastica marina riciclata o da scarti di tessuto industriale. L’azienda fa parte della Seaquel Initiative, una comunità collaborativa che ripulisce gli oceani dai rifiuti e si dedica a dare una seconda nuova vita a tutti i tipi di plastica marina. www.fischbacher1819.com

foto > © MOGU SRL
> Persone, personaggi, changemakers, esperti raccontati o intervistati
peoplepeoplepeoplepeoplepeople
> COMUNICARE E VENDERE CASA CON L’HOME STAGING.
Stai cercando di vendere o affittare la tua casa, ma i tempi si stanno decisamente allungando? Allora devi necessariamente conoscere l’home staging, una strategia ancora poco nota in Italia, ma estremamente efficace, che consente di vendere e affittare gli immobili in tempi più rapidi grazie a un sapiente gioco di allestimenti che sa su quali sensi puntare.
Per esempio: sapevi che i potenziali acquirenti si formano un’opinione sul tuo appartamento nel giro di pochissimo tempo? Dopo aver varcato la soglia bastano soltanto 7-10 secondi per ottenere una pessima, o una buona , prima impressione, pertanto, l’immagine finalizzata alla vendita è tutto. Ma di che cosa si tratta esattamente? Su che cosa si focalizza l’home staging? Come crea le giuste vibrazioni? Come valorizza i nostri immobili? E soprattutto: a chi rivolgersi? Ne abbiamo parlato con l’architetto Daniela Scovotto , coordinatrice Campania e Sud Italia dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers .

L’architetto Daniela Scovotto
> coordinatrice Campania e Sud Italia dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers.
artiamo dal principio: che cosa significa home staging? A cosa serve? E a chi? «Si tratta di una tecnica di marketing finalizzata alla vendita o alla locazione degli immobili, compresa quella per gli affitti brevi, capace di rendere più rapida la trattativa poiché scioglie, a colpo d’occhio, le tipiche titubanze di un acquirente legate agli spazi e alla vivibilità di una casa. “Sarà la posizione giusta per la cucina dei miei sogni? Potrò inserire quell’armadio che ho sempre desiderato? E… il mio studio personale? Riuscirò ad avere una stanza tutta per me?”, sono le classiche domande di chi cerca e compra casa. L’home stager deve
< di DANIELA IAVOLATO >
essere in grado di anticipare i bisogni e fugare qualunque tipo di dubbio. Per fare questo, chiaramente, l’intervento deve essere compiuto da un professionista che sa quali tecniche di marketing, styling e targetizzazione utilizzare per vendere puntando sul giusto prezzo e non su una politica fatta di svendite e sconti».
Grazie a queste strategie, secondo i dati ufficiali, l’85% delle case rimane sul mercato circa 3 settimane, ovvero, il 73% di tempo in meno rispetto a una proprietà che non ha subito interventi di home staging. Com’è possibile? Su che cosa puntate per creare, già a prima vista, un legame speciale tra l’immobile e chi lo visita?
«È possibile perché le case non si vendono a caso! Un gioco di parole per dire che l’home staging fa in modo che la tua casa diventi l’unica possibile tra tante. Basta osservare i dati ufficiali di vendita 2023 delle nostre Associazioni di categoria, l’Associazione Nazionale Home Staging Lovers e l’Associazione Professionisti Home Staging Italia. Lo sconto medio sul prezzo di vendita post home staging scende al 3%. I giorni di permanenza sul mercato, dopo un intervento, passano dai consueti 174 a 35, inoltre, mediamente, il 93% degli immobili rivisitati vengono venduti. Quindi smettiamola di dire che le case “si vendono comunque” e cominciamo invece a dire che, senza una corretta valorizzazione, le case “si svendono comunque”, perché è questo quello che succede nei fatti».
Casa vuota o casa già arredata? Si
può fare home staging in entrambi i casi? Nel primo caso, non diventa troppo dispendioso arredare da zero un appartamento? Oppure i benefici possono superare i costi?
«Gli interventi di home staging si possono eseguire in tutti gli spazi. Una casa vissuta, contrariamente a quello che si può pensare, può diventare un ottimo trampolino di lancio per finalizzare ancor prima la valorizzazione. Una casa vuota, chiaramente, è invece l’apoteosi della valorizzazione. Ad ogni modo non c’è nessun limite, solo qualche differenza di procedura».
Senza home staging le case non si vendono, si svendono
Ovvero?
«Nel primo caso si procede, prima di tutto, per decluttering. Gli home stager visualizzano tutto quello che non è in target e non occorre, per fare posto ad arredi, complementi di arredo e accessori studiati ad arte. Nel secondo caso invece, partendo sempre da una targetizzazione del probabile acquirente - la cosiddetta buyer persona -, allo studio degli spazi e della palette colori segue poi una vera e propria messa in scena della casa. Una simulazione con mobili reali che vengono noleggiati ai proprietari per il tempo opportuno, oppure, con elementi di cartone - leggeri e semplici da trasportare -, che riproducono fedelmente divani, letti e cucine. Entrambi i percorsi si concludono sempre con uno shooting fotografico professionale che aiuterà ad attrarre gli sguardi dei potenziali clienti sul web, generando un maggior numero di contatti e visite».
Spesso, per lavori di questo tipo, ci si affida all’interior designer, professione facile da confondere con quella dell’home stager. Ci spieghi che differenza c’è tra questi due professionisti?
«La differenza tra i due è il cliente. Il cliente dell’home stager non esiste, rientra in un target individuato tramite lo studio, la ricerca e l’approfondimento dell’immobile che permettono di rintracciare delle potenziali persone da rendere felici».
Il tasso di occupazione per gli home stager sta crescendo, complice non solo la vendita e la locazione a lungo termine,

ma anche il lungo filone degli affitti brevi. Per tutti i ragazzi e le ragazze che ci leggono: come si diventa home stager e dove si possono trovare professionisti certificati?
«Noi professionisti accreditati siamo parte attiva di una casa professionale riconosciuta dal MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) denominata Associazione Nazionale Home Staging Lovers, un’Associazione di categoria che riunisce i migliori home stagers in Italia e li promuove con una sola missione: la valorizzazione del mercato immobiliare! Si può entrare a far parte di questa rete solo se si acquisiscono i requisiti di qualità e qualificazione professionale prestati ai sensi della legge 4/2013. L’Associazione conta due scuole accreditate e riconosciute e garantisce


> IL CASO
“Casa loft”, intervento a cura dell’architetto Scovotto. Tutti gli ambienti, dall’ingresso ai bagni, sono stati valorizzati con particolare attenzione al punto di forza dell’appartamento: l’ampio living dell’immobile collocato a Siano (SA).
un percorso professionalizzante con una vasta offerta formativa. I giovani che ci leggono possono cercare online Karisma Home Staging e AIS&R, l’Accademia italiana di Staging & Redesign presso la quale io stessa mi sono formata e ancora continuo a formarmi».
Per chi invece desidera affidarsi a un home stager: quanto costa un intervento di questo tipo?
«Decisamente meno del costo di un immobile invenduto, tant’è che non si parla di costi ma di investimento. Tutto dipende dal valore
dell’immobile, il contesto in cui si colloca e il target di riferimento».
Visto il periodo, ti andrebbe di salutarci dandoci qualche dritta per valorizzare in chiave natalizia la nostra casa con poche e semplici mosse?
«Be’, qui ti devo rispondere da interior designer!
Per rendere il vostro nido accogliente e festoso,
moltiplicate in casa luci, tappeti e ranner e acquistate cuscini e plaid in tema prediligendo, alle fantasie più modaiole, colori a tinta unita da alternare alle classiche fantasie natalizie quali il tartan o il pied de poule capaci di regalare uno stile coerente in tutti gli ambienti».
> VEDERE È MEGLIO CHE IMMAGINARE.
Ricorrere all’home staging permette ai visitatori di far capire subito come si può arredare l’appartamento, dando già un’idea chiara dei colori, degli ingombri e della giusta posizione dei mobili. Pochi arredi semplici, di cartone realistico, che si montano, smontano e si trasportano con estrema facilità basteranno per creare le emozioni e l’atmosfera giusta e… se vi state chiedendo dove si possono trovare mobili in cartone, come si presentano e se davvero possono finalizzare più velocemente la vostra vendita, vi consigliamo di dare un occhio alle soluzioni proposte da “Nature Design mobili in cartone”, l’azienda che ha reso l’home staging con il cartone un’opzione molto interessante e in grado di abbattere l’80% dei costi di arredamento rispetto al mercato tradizionale.
> Nella foto, una cucina tridimensionale in cartone naturale. Direste mai che è finta?
© mobiliincartone.it



Preservare e costruire bellezza per il nostro territorio.
Un esclusivo nuovo complesso residenziale, collocato nel centro della città di Caserta, sta per sorgere a pochi metri dall’ingresso dei giardini della Reggia e da piazza Vanvitelli.
Appartamenti esclusivi e flessibili, con ampi spazi esterni, per soddisfare le più diverse esigenze abitative.


VIA TANUCCI 11, CASERTA
www.nunziaremagazine.it