Nunziare magazine n.1/2022

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> BUSINESS DA ZERO A INVESTITORI IMMOBILIARI

> GIORGIO ROCCA IL RISCALDAMENTO STA CAMBIANDO LE NOSTRE PISTE

> COMELIT LA DOMOTICA PER TUTTI

> SOSTENIBILITÀ E TRANSIZIONE QUANTO NE SANNO GLI ITALIANI?

RIVOLUZIONE VERDE

FEBBRAIO 2022



NUNZIARE MAGAZINE

Buona lettura,

YARI CECERE

note

Ad Cecere Management

editor’s

È IL RISULTATO DELLANOSTRA VISIONE. NON SOLO UN MODO DI FARE IMPRESA, MA UN MODO PRECISO DI STARE AL MONDO.

Quando dieci anni fa ho deciso di fare impresa sapevo benissimo che i tempi erano diversi. L’impresa di oggi, al pari di qualunque cittadino, assume diritti e doveri. Ha certamente l’obbligo di generare profitti ma, allo stesso tempo, ha anche un obbligo morale verso il territorio e la sua comunità e, più in generale, verso la società e le future generazioni. Nel vecchio modo di fare impresa abbiamo sottratto risorse al pianeta senza mai preoccuparci di restituirle. Oggi siamo al gong e abbiamo il dovere di adottare nuovi modelli di business. La Cecere Management ha avuto, sin dal principio, una vocazione green e sostenibile ma per essere capita, in un mercato ancora viziato, ha dovuto alzare l’a sticella del dialogo e della comunicazione interna ed esterna. Nunziare Magazine nasce allo scoccare dei nostri primi dieci anni di attività con l’obiettivo di veicolare i risultati, le analisi, le ricerche, le scoperte che ogni giorno ci spingono a migliorare e adottare politiche virtuose non solo come manager, architetti o ingegneri, ma come cittadini del mondo. Nunziare ha così un focus e un’ attenzione particolare all’industria del costruito, ma non è una rivista per addetti ai lavori o per fruitori già decisi. È un mezzo divulgativo che arriva al culmine di un impegno decennale e di una governance aziendale più ampia. Nasce con la mission di generare valori attivi ed allargati. Per riflettere sulle sfide da affrontare in ogni ambito e ragionare insieme su un altro modo di stare al mondo: abbracciando la sostenibilità in ogni scelta quotidiana. Speriamo di riuscire ad offrire uno strumento che sia da stimolo a chi ha voglia, come noi, di cambiamento. Di offrire un supporto ai giovani che sognano di fare impresa tracciando le linee del “come si fa”, partendo da storie ed esempi virtuosi da diffondere e imitare. Per questo motivo, consideratelo un media aperto a chiunque volesse dare un contributo per lasciare un segno incisivo a tutela e promozione della green economy.


FEBBRAIO

APRILE 2022

contents

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FOCUS > sprawl urbano, nella media mondiale continua a crescere

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COVER

story

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COVER STORY > rivoluzione verde: la natura nella nuova architettura

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ADVICE > il verde è utile: perché? Sei tips per sei benef ici

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NUNZIARE I

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EDITORIALE > di YARI CECERE

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FEBBRAIO 2022

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WORLD’S REPORT

> a cura di FRANCESCO RUSSO

> una serie di news per un futuro green e consapevole

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DIRECTOR’S TOPIC

GLOSSARIO

> verso le città sostenibili

> le parole del green che forse non conosci

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SDGs

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> un’oasi funzionale e piacevole ai sensi

> cosa sono?

HORIZON EUROPE E PNRR > i f inanziamenti per abilitare le Smart Cities e le Smart Communities


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UTOPIA O REALTÀ > quali sono le città più intelligenti al mondo?

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Numero 1 - Anno I FEBBRAIO - APRILE 2022

DIGITALIZZAZIONE > la domotica per tutti

47 NUNZIARE BUSINESS DISTRICT > benvenuti in una nuova era

56 TESTIMONIAL > giorgio rocca «dalla parte del pianeta»

EDITORE Yari Cecere Atena Srl Cecere Management group DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Russo PROGETTO EDITORIALE CAPOREDATTORE Daniela Iavolato ART DIRECTOR

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FARE IMPRESA > da zero a imprenditore immobiliare con andrea vendola

71 MEDIA: IPERCONNESSI E IPERINFORMATI > ma su cosa?

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RAPPORTO > italiani: uno su cinque non sa cosa sia la sostenibilità

E IMPAGINAZIONE Emanuela Esposito gr.emanuelaesposito@libero.it REDAZIONE Via Paolo Riverso, 57 - Aversa Puoi scriverci a redazione@ceceremanagement.it HANNO COLLABORATO Thomas Candeago, Comelit Group, Alessandro Dalrio, Giovanni Salzano, Romina Russo STAMPA Tipograf ia Bianco Viale Europa 51 Aversa

78 APPUNTAMENTI > i convegni di nunziare

Nunziare Magazine è un trimestrale a distribuzione gratuita, puoi sfogliarlo online e leggere contenuti sempre aggiornati al sito www.nunziare.it

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LIBRI > letti da noi

Testata giornalistica in attesa di autorizzazione del Tribunale di Aversa (CE)


La storia ci insegna il valore dello sviluppo

ambientale

director’s

topic

< editoriale a cura di FRANCESCO RUSSO >

Che cosa è successo ai Rapa Nui e come può il loro destino aver influenzato la nostra comprensione del valore della natura oggi? Ma soprattutto, che nesso c’è tra la storia dell’Isola di Pasqua e il concetto di green?

Per comprendere bene il tutto, dobbiamo tornare indietro di circa 400 anni, quando l’esploratore olandese Jacob Roggeveen sbarcò a Rapa Nui (meglio nota come l’Isola di Pasqua). Uno spillo nell’Oceano, ma con una storia importante per la nostra terra e che tutti conoscono: chi non ha mai visto un’immagine dei Moai giganti, che fanno parte delle oltre mille statue che affollano l’isola? Ebbene la genesi di questi Moai è stata per molto tempo un enigma. È stato chiaro da tempo, che solo una civiltà evoluta, avrebbe

potuto costruire queste statue alte 9 metri così sagomate: ma se fossero stati così evoluti, come mai sull’isola il tutto è andato in rovina? Per oltre un secolo si sono sviluppate diverse tesi ed una di quelle più attendibili, era quella del geografo Jared Diamond, che ha esaminato la storia di Rapa Nui nel suo best seller “Collapse: How Societies Choose to Fail or Survive”, dove lanciava una teoria che descriveva l’a ssenza di legname come chiave per comprendere la storia dell’Isola di Pasqua. Diamond ha sostenuto la tesi che il


trasporto e l’erezione delle sculture giganti richiedevano più palme di quante l’isola stessa potesse produrre, portando alla deforestazione e all’erosione del suolo e questo minò la capacità dell’isola di nutrire la sua popolazione e portò al crollo della civiltà su Rapa Nui. Tuttavia, il racconto di Diamond della follia umana e della non comprensione dell’importanza dell’ambiente, è stato fortemente messo in discussione negli ultimi anni. Infatti, una teoria alternativa suggerisce che il crollo della civiltà sull’Isola di Pasqua non sia stato causato dalla deforestazione e dalla fame. Questo perché la popolazione di Rapa Nui era fatta di grandi giardinieri, che coltivavano giardini e frutteti abbondanti su terreni lavici fertili, talmente abbondanti da riuscire a nutrirsi per generazioni. Ma l’arte del giardinaggio non fu di alcun aiuto quando gli occidentali arrivarono sull’isola. Questi ultimi, portarono nuove malattie sull’isola e più tardi anche incursioni di schiavi. E secondo questa teoria alternativa, è stata la combinazione di questi due elementi a causare il crollo della civiltà di Rapa Nui. L’editoriale non vuole trarre conclusioni sul passato (veritiero o meno) di Rapa Nui, ma evidenziare una somiglianza tra le due teorie sopra descritte: il crollo della civiltà non è stata una scelta deliberata, ma una conseguenza del mancato riconoscimento del valore in qualcosa di cruciale: le scarse risorse naturali di Rapa Nui (nella teoria della deforestazione di Diamond) o la gestione unica del proprio ecosistema da parte della sua gente (la teoria della dominazione occidentale che inquina l’habitat naturale di Collapse). Cosa possiamo imparare quindi dal crollo di Rapa Nui? L’analisi del perché le società sembrano crollare, ma anche l’idea di come risolvere queste situazioni.

Diamond ha ipotizzato che le popolazioni collassano perché non riescono a confrontarsi con due domande cruciali: una è qual è il nostro piano a lungo termine, e la seconda, qual è la nostra volontà di riconsiderare i nostri valori fondamentali come la natura? Attraverso gli occhi del dibattito su Rapa Nui potremmo anche aggiungerne una terza: “quali forze esterne potrebbero entrare in gioco distruggendo società che sembrano stabili?”. Con le sfide della globalizzazione, quotidianamente assistiamo alla perdita della natura e al cambiamento climatico, l’umanità giorno dopo giorno si trova nuovamente ad affrontare queste scelte cruciali che potrebbero significare un fallimento per il futuro, offuscato dall’idea di un successo. L’evoluzione porta al successo, ma si può avere solo se riusciamo a prevenire le conseguenze indesiderate dello sfruttamento eccessivo delle nostre risorse naturali (che conseguono quelle umane e sociali). A tal proposito, sono rilevanti gli attuali negoziati globali su un ambizioso progetto di politiche ambientali, che potrebbe portare ad una versione naturale dell’Accordo di Parigi per i cambiamenti climatici (il Quadro globale per la biodiversità post-2020). La prima bozza completa di questo quadro, riconosce che l’umanità ha bisogno di riconsiderare fondamentalmente il modo in cui valorizza la natura ed i servizi che fornisce alle persone, al fine di prevenire un uso eccessivo. Tre bozze di obiettivi sull’integrazione del valore della natura nel processo decisionale del Governo, del settore privato e dei consumatori (14, 15 e 16) sono fondamentali a tal fine, ed aiuteranno ad allineare le attività umane con la capacità della natura di sostenere il benessere di tutti. L’idea chiave è: rendiamo visibile il valore della natura per la società, e

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solo così l’umanità comprenderà meglio i propri interessi e reindirizzerà il proprio corso. Rendendo visibile il valore della natura per le persone, prenderemo decisioni migliori per fermare il cambiamento climatico e invertire la perdita della natura. Rendere visibile il valore della natura aiuterà l’umanità ad avere successo e non a fallire (concetto di Diamond). Questo richiede prendere consapevolezza di tutte le opinioni e le fonti di informazione e creare dibattito. Solo se c’è una comprensione comune del valore tra tutte le parti interessate al sistema, da settore a settore e dalla geografia alla tecnologia, e solo se c’è una coerente volontà di rincorrere dei risultati positivi della natura, possiamo evitare il tipo di conseguenze non intenzionali che hanno condannato Rapa Nui e altre civiltà del passato. Le basi sembrano essersi sviluppate nell’ultimo decennio, da quando il Comitato delle Nazioni Unite ha adottato un nuovo quadro statistico per valutare la natura in relazione alla prosperità di un Paese (System of EnvironmentalEconomic Accounting—Ecosystem Accounting - SEEA EA). Ed il “Natural Capital Protocol” aiuta le aziende dal 2016 a integrarsi il valore che ricevono dalla natura nel loro processo decisionale. Per promuovere ulteriormente la comprensione della natura nel settore privato, anche l’UE ha finanziato due progetti (Transparent e Align), che stanno standardizzando il modo in cui gli impatti e le dipendenze dalla natura possono essere misurati e valutati da imprese e finanza. Basandosi sul protocollo sul capitale naturale e utilizzando l’esperienza dei professionisti, queste due iniziative aumenteranno la coerenza nei risultati delle applicazioni del protocollo da parte delle imprese e della

finanza, riducendo l’onere per i nuovi arrivati ​​e fornendo un ambito e un approccio più chiari. I risultati dei progetti aiuteranno a ridefinire ciò che costituisce il successo aziendale, incorporando il valore della natura e delle persone da cui dipende. Si creerà così un riferimento comune di informazioni chiave, per comprendere meglio la posizione a lungo termine di un’a zienda, l’attività che può essere monitorata può essere migliorata e, quando non migliora, l’a zienda dovrà spiegare perché non si sta conformando ai valori della natura. Ciò faciliterà le conversazioni tra gli utenti delle informazioni (investitori, consumatori e altre parti interessate) e i fornitori di informazioni (imprese). Rendere visibile il valore della natura ai Governi, al settore privato dell’Impresa e a tutti i cittadini è un passo cruciale verso il riconoscimento da parte dell’umanità dei valori delle risorse da cui dipende, un prerequisito per società di successo. O meglio, per il successo della società globale, poiché siamo tutti coinvolti in questo insieme. Come farlo in modo standardizzato non è più una sfida, ma presto sarà la nuova normalità nel processo decisionale.


glossario

> LE PAROLE DEL GREEN CHE FORSE NON CONOSCI

CHE COSA SI INTENDE QUANDO PARLIAMO

DI

GREENWASHIN G , SOCIETÀ BENEFIT O CARBON N E U T R A L?

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Come tutti i fenomeni “recenti”: sostenibilità, green e transizione ecologica portano con sé alcuni concetti e parole nuove, spesso anglosassoni, che troverete anche tra le pagine di Nunziare. Prima di cominciare questo viaggio insieme, abbiamo quindi cercato di raccoglierle e spiegarle per renderle più fruibili, imparare a stanare un po’ di fuffa e provare ad agire insieme nella green economy.

il clima (carbon free), un obiettivo oggi sempre più strategico nell’ambito della governance e dell’azione-comunicazione delle aziende. Tutti i soggetti pubblici e privati che vogliono orientarsi verso

una

“decarbonizzazione”

delle

proprie

attività in modo etico, misurabile e rendicontabile, trasformandole in attività ad emissioni zero, possono rivolgersi all’Ente non profit Rete Clima. > EARTH OVERSHOOT DAY è il giorno del debito con la terra. È la data in cui esauriamo le risorse che il Pianeta può rigenerare in un anno e parte il sovrasfruttamento. Su overshootday.org scopri come verrà calcolata la data del 2022. > GREENWASHING è una pratica sempre di più diffusa di pubblicità o comunicazione ingannevole. Essere green oggi, oltre che una moda, è una necessità ma molte aziende (che predicano bene e razzolano male), pensano che basti utilizzare claim di “facciata” e di affezione all’ambiente per guadagnare punti in termini di immagine e reputazione. Attenzione!! Perché questa pratica è sanzionata in Italia dallo Iap e dall’antitrust. È recente cronaca l’ordinanza cautelare del tribunale

> CARBON BUDGET è la quantità di CO2 che

di Gorizia in merito a una vicenda di comunicazione

l’uomo può immettere in atmosfera per rimanere sotto la

scorretta che riguarda un’azienda friulana che

soglia di +15° C di aumento della temperatura globale.

commercializza materiali sintetici per il settore automotive e moda.

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> CARBON NEUTRALITY è il risultato del bilanciamento tra emissioni di gas serra generate ed

> SOCIETÀ BENEFIT e B CORP

emissioni riassorbite: la carbon neutrality è l’esito

Le SB sono una forma giuridica innovativa

finale di un processo di quantificazione, riduzione

legalmente riconosciuta in Italia dal 2016. Si tratta

e compensazione delle emissioni di CO2 generate

di aziende a duplice finalità che integrano nel

da prodotti, servizi, eventi, organizzazioni e così

proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto

via. Diventare carbon neutral significa quindi farsi

derivanti dall’esercizio dell’attività d’impresa, il

carico della propria impronta climatica e scegliere

perseguimento di uno o più effetti positivi sulla

di rendere le proprie attività non impattanti verso

società e sulla biosfera volontariamente.


> UNA B CORP è un’impresa che ha, invece, ottenuto l’omonima certificazione rilasciata da B Lab, organizzazione non profit nata con la missione di diffondere un nuovo modello di business. La certificazione identifica le aziende che, oltre ad avere obiettivi di profitto, rispondono ai più alti standard di performance sociali e ambientali, trasparenza e accountability. Per saperne di più visita il sito societabenefit.net > SDGs è l’acronimo di “Sustainable Development Goals”, cioè obiettivi di sviluppo sostenibile. Sono stati introdotti dalle Nazioni Unite nel 2015 nella cornice dell’Agenda 2030 sottoscritta da 193 Paesi membri dell’ONU. Si tratta di 17 macro-aree d’azione e tematiche, interconnesse tra loro, su questioni urgenti che devono guidare il mondo entro il 2030. Vale la pena elencarli!

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SDGs:

CONOSCIAMOLI MEGLIO

g li SDGs sono metriche importanti, condivise a livello internazionale, perché forniscono un punto di riferimento a istituzioni pubbliche, privati, ONG e decisori per misurare progressi e ritardi.

Leggendoli tutti: “Qual è la domanda che sorge spontanea anche a te?”. La nostra: “MA L’ITALIA CHE COSA STARÀ FACENDO? A CHE PUNTO È IL NOSTRO PAESE?”. Vi basterà correre a pagina 72 e prestare un occhio veloce all’attenzione che i media, negli ultimi anni, stanno (o meglio, non stanno) dedicando a temi urgenti e improrogabili.

L’arrivo di nuove emergenze ha

completamente defocalizzato l’azione e la concentrazione verso gli

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obiettivi sottoscritti, con un’Italia che - secondo l’ultimo Rapporto Istat sui Sustainable Development Goals SDGs 2021 -, non sta affatto allungando il passo, anzi, ne compie molti indietro. C’è dunque la necessità di rimettere al centro dell’azione politica, economica e narrativa gli obiettivi dell’Agenda 2030 e, con questo spirito divulgativo e di attivismo fattivo, porteremo avanti questo progetto editoriale.

Goal 1 > lotta alla povertà Goal 2 > sconfiggere la fame nel mondo Goal 3 > salute pubblica e benessere per tutti Goal 4 > istruzione di qualità per tutti Goal 5 > parità di genere Goal 6 > gestione sostenibile e servizi igienico-sanitari per tutti Goal 7 > accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti Goal 8 > lavoro dignitoso e crescita economica Goal 9 > innovazione, industria e infrastrutture sostenibili Goal 10 > riduzione delle disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi Goal 11 > città e comunità sostenibili Goal 12 > consumo e produzione responsabili Goal 13 > misure di contrasto al cambiamento climatico Goal 14 > salvaguardia degli oceani e della vita sott’acqua Goal 15 > salvaguardia degli ecosistemi terrestri Goal 16 > pace, giustizia e istituzioni solide Goal 17 > partnership mondiale per lo sviluppo sostenibile


SOSTENIBILITÀ NON È, DUNQUE, SOLTANTO “GREEN”. Si continua a parlare di green economy, rispetto per l’ambiente, green new deal, come se fossero le uniche leve della sostenibilità o della responsabilità sociale e d’impresa, dimenticando, che l’approccio ambientale è solo uno dei 17 pilastri illustrati nella pagina accanto. Tenevamo a fare questa distinzione perché, nel corso di questa nostra nuova iniziativa in capo alla Cecere Management, adotteremo un approccio redazionale di complessiva sostenibilità. Vogliamo fare infatti divulgazione a 360 gradi e, in questo tentativo, il racconto sulla vera sostenibilità non può esimersi dal prendere in considerazione, analizzare, cercare di portare all’attenzione, una visione complessiva anche quando questa sembrerà apparentemente slegata al mondo del costruito e del Real Estate. RICORDIAMOCI CHE IL GREEN “DA SOLO” NON FA UN’IMPRESA SOSTENIBILE O RESPONSABILE. Un’azienda rispettosa dell’ambiente che però non rispetta politiche retributive dignitose e idonee, non ha a cuore la sicurezza dei propri lavoratori, non rispetta la parità di genere: quanto sostenibile può essere considerata? Non dimentichiamo che il green non deve e non può andare a discapito o sostituire la sostenibilità e l’etica anche umana. Per questo, tra queste pagine, parleremo - a partire da oggi e nei prossimi numeri -, di sostenibilità “in toto”, o meglio, in ottica 2030.

SOSTENIBILITÀ?

NON SOLO “GREEN”, grazie!

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> SPRAWL URBANO NELLA MEDIA MONDIALE CONTINUA A CRESCERE

a

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ttualmente,

il

54%

della

spostando verso gli ambienti

all’approvvigionamento dell’acqua.

popolazione mondiale risiede in

urbani, così facendo, entro il

Le città, che già oggi consumano

aree urbane.

2050, più dei due terzi della

il 75% delle risorse naturali e sono

A certificarlo uno degli ultimi

popolazione mondiale vivrà nelle

responsabili di oltre il 70% delle

rapporti delle Nazioni Unite,

città. Anche nel nostro Paese

emissioni globali di CO2, avranno,

secondo il quale, entro il 2030

la corsa verso le zone urbane è

nel futuro, un impatto notevole

ben 2 miliardi di persone si

destinata a continuare, anzi ad

sulle

aggiungeranno alla popolazione

accelerare.

Per questo motivo i prossimi anni

urbana mondiale, aumentando

a macchia d’olio non favorirà

saranno

la pressione sullo stile di vita

il benessere dei cittadini che

invertire la rotta, è necessario

moderno con un impatto senza

saranno sempre più esposti a

intervenire subito, sviluppando e

precedenti sulle risorse esistenti.

maggiori livelli di inquinamento

incrementando modelli di sviluppo

Circa 1,5 milioni di persone

dell’aria, cambiamenti climatici e

urbano virtuosi e consapevoli della

alla settimana si stanno infatti

problemi

limitatezza delle risorse.

Questa

espansione

relativi alla gestione e

performance decisivi!

ambientali. Se

vogliamo


Le decisioni che prenderemo oggi in merito agli edifici determineranno la nostra salute attuale e futura. LO SAPEVI? L’espansione urbana, disordinata e incontrollata, ha da sempre un impatto considerevole sull’ambiente. Con l’esodo verso i centri più grandi, costruzioni e infrastrutture sono proliferate a discapito delle risorse naturali, scarse e non rinnovabili, come terreni agricoli e spazi verdi. Il rischio, con i numeri elencati, è quello di un urban sprawl selvaggio con implicazioni devastanti in particolar modo nell’uso del suolo. Bisogna invertire questa tendenza! Le città, che oggi sono in gran parte responsabili del cambiamento climatico, hanno adesso l’opportunità di maturare interventi, diventando parte integrante della soluzione.

MA COME FARE? COME RENDERE I CENTRI URBANI A PROVA DI CLIMA? Molti architetti, in tutto il mondo, si stanno adoperando per creare ambienti cittadini alternativi, in grado di offrire un’interazione armonica tra artificiale e naturale. Con il primo numero di Nunziare Magazine indaghiamo proprio su queste soluzioni per chiamare all’azione l’intero comparto e sensibilizzare il lettore sulle buone pratiche in corso. Come gruppo ci piacerebbe infatti che a guidare le scelte, nella vasta antologia di progetti immobiliari, fosse innanzitutto la reale esigenza del committente maturata in seguito ad una maggiore consapevolezza verso i nuovi problemi e le nuove relazioni emerse tra edificio e ambiente.

“LA PRATICA DELLE 4 R” Ci troviamo di fronte a una nuova economia “circolare”. Se prima il processo di produzione e consumo era: crea-consuma-smaltisci, oggi invece ci troviamo di fronte a un nuovo imperativo che diventa best

il consumo di suolo

practice: recupera-riutilizza-ricicla-riduci che, nel caso del Real Esatate, si riflette su: suoli, edifici già esistenti, componenti edilizi, energia, acqua ed

in Italia

emissioni inquinanti. Da questo momento in poi, a noi addetti ai lavori,

è oltre la media

spetta quindi il compito di diffondere. Educare l’utente finale al fine di

europea: siamo tra

fornirgli un vademecum indispensabile per dirottare i risparmi di una vita da attività che utilizzano solo “claim”, verso altre che si impegnano

i Paesi

davvero a garantire una nuova economia proiettata al benessere delle

più urbanizzati

famiglie, delle future generazioni e alla tutela del pianeta.

d’Europa 15

YARI CECERE


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QUANDO SI RIESCE A GUARDARE IL MONDO SENZA VEDERLO SEMPLICEMENTE COME IL CAMPO DA GIOCO DELL’UOMO, NON CI SI PUÒ NON ACCORGERE DELL’UBIQUITÀ DELLE PIANTE. SONO DAPPERTUTTO E LE LORO AVVENTURE SI INTRECCIANO INEVITABILMENTE ALLE NOSTRE.

< STEFANO MANCUSO > 17


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Tetti green, rain gardens, vertical farming. L’inverdimento urbano accelera in tutto il mondo favorendo socialità, clima e benessere.

< di DANIELA IAVOLATO >

RIVOLUZIONE

VERDE


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Le città di tutto il mondo stanno spingendo in un’unica direzione: la riforestazione metropolitana. Le infrastrutture verdi ora devono essere incluse, sin dal principio, in un progetto e le proposte di sviluppo devono mostrare che le loro idee contemplino spazi verdi e caratteristiche che aiuteranno a combattere il cambiamento climatico. Ma c’è dell’altro...

D


D

imenticate l’edilizia tradizionale e provate a immaginare, piuttosto, di trascorrere la pausa pranzo nei giardini sotto casa, ascoltando il cinguettio degli uccelli, lasciando spaziare lo sguardo sul verde. Immaginate di staccare la spina per immergervi, dopo una lunga giornata di telelavoro, in un’oasi condominiale che diventa al contempo rifugio tranquillo e alternativa, occasione di aggregazione e progetti condivisi col vicinato. Tutto questo oggi, non solo è possibile, ma è un must.

La città del futuro non è quella con i grattacieli da mille piani, ma è

biomimetica, ha case in cui il verde - e gli elementi naturali -, diventano, non un semplice ornamento, ma una componente sensata ed essenziale. Un modello di edilizia sostenibile in cui biodiversità, edifici e abitanti convivono in armonia. L’IDEA NON È NUOVA: «UNA CASA PER ALBERI CHE OSPITA ANCHE UMANI E VOLATILI».

Con questo audace cambio di paradigma, il 10 ottobre del 2014, l’archistar Stefano Boeri - pioniere del green building -, presentò alla città di Milano il Bosco Verticale. Il primo tassello sperimentale di una nuova architettura

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urban forest Nel 2018, l’Urban Forest diventa una call for action e un movimento globale grazie al il primo forum mondiale sulle foreste urbane organizzato a Mantova dalla FAO volte ad incoraggiare la creazione di città più verdi e ad

FEBBRAIO 2022

aumentare il numero di edifici green e foreste verticali, a cominciare dall’installazione di tetti verdi.


che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto circolare e rispettoso tra uomo e altre specie viventi. Da allora molte cose sono cambiate. Quel progetto pilota da fenomeno è diventato archetipo, apripista di numerose varianti progettuali che stanno completamente rivoluzionando il volto delle nostre città e il modo in cui viviamo, facendo spazio a un nuovo concetto di edilizia residenziale votato alla responsabilità e alla riforestazione che appaga gli occhi, favorisce il clima e rende felici gli inquilini. La pandemia ha fatto poi il resto, accelerando questo processo e la necessità di rivedere habitat in cui gli spazi collettivi consentano più interazioni sociali per sentirsi meno isolati, ma in modo del tutto nuovo: innovativo e sostenibile! Gli edifici non dovranno più essere un problema come lo sono oggi, ma una parte della soluzione. Gli architetti di tutto il mondo lo sanno e, mai come adesso, con la transizione ecologica in atto e l’imperativo del Green New Deal, sono chiamati a rivedere l’approccio architettonico delle strutture residenziali, all’interno di una strategia urbana che deve tener conto di temi più complessi come: una nuova alleanza tra città e biodiversità, il ruolo etico dell’architettura, la responsabilità collettiva sui cambiamenti climatici. URBAN FORESTRY: LA RIVOLUZIONE È IN ATTO.

La svolta avanza e parte dalla cima: giardini pensili, green roof, mini orti condominiali, prati alberati e facciate viventi, fanno capolino “tra nuove” e “su nuove” generazioni di edifici eco-sostenibili, promettendo di ricreare polmoni verdi - e oasi di pace -, che la cementificazione del passato ha cancellato. La densificazione verticale della vegetazione, insieme alla riduzione dello sprawl, restituisce alla fauna e alla flora quello che i processi di costruzione le tolgono, parallelamente a questi nuovi ibridi cambiano le richieste, gli standard e i parametri di riferimento delle persone che cercano casa.

CON QUALI BENEFICI? VEDIAMO!

UN AIUTO DALLA NATURA Le città, in gran parte responsabili del cambiamento climatico, hanno la responsabilità di guidare il cambiamento. Se un unico albero può portare notevoli benefici, moltiplicare il numero di edifici verdi può essere un aiuto straordinario.

ampliamento dell’abitazione, un’oasi dove potersi rilassare lontano dai rumori della città.

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Tetti piani e terrazzi, rinverditi secondo un buon progetto, diventano un


advice

> TUTTI I BENEFICI IN 6 PILLOLE

il verde è utile.

perchè? Riduzione di CO2

Green roof, fazzoletti verdi, oasi fiorite, migliorano la qualità dell’aria. Oltre alla riduzione della CO2 le piante sono utili per molti altri aspetti, basti pensare che una pianta adulta è capace di catturare dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di smog in un anno.

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Bollette più leggere

Piante e alberi coibentano. La vegetazione sul tetto funge da strato isolante che ripara l’edificio dall’effetto “isola di calore” d’estate. Questo permette di ridurre i consumi energetici sia nei periodi estivi, diminuendo la necessità di climatizzare, sia nei periodi invernali, impedendo al calore di disperdersi. Il che si traduce in risparmio in bolletta (circa il 30% per l’aria condizionata e fino al 50% per il riscaldamento) nonché in una

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FEBBRAIO 2022

ulteriore riduzione di emissioni di CO2.

L’aspetto naturale e sostenibile, unito al risparmio energetico, contribuiscono ad aumentare il valore dell’immobile.

Valore aggiunto per l’edificio

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1


4

Assorbe acqua piovana Tetti verdi e giardini sono bacini di raccolta per la detenzione e la conservazione di acqua piovana. Contribuiscono a ridurre il rischio di eventi alluvionali che possono portare al collasso strade e sistemi fognari. I tetti viventi rallentano il flusso idrico, facendo defluire l’acqua verso l’impianto di smaltimento più lentamente e in modo costante.

Tutela della biodiversità

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Il verde re-incorporato negli edifici crea habitat sostitutivi. A pochi anni dalla sua costruzione si stima che il Bosco Verticale abbia dato vita a un habitat colonizzato da numerose specie di animali (tra cui circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle), stabilendo un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città.

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Gli spazi e le aree verdi ristabiliscono un rapporto decisivo, per la qualità della vita, tra uomo e natura. È dimostrato che gli ambienti verdi giovano all’umore con effetti benefici sulla salute mentale e fisica. Di contro, la mancanza di contatto con ambienti simili può portare, a lungo termine, ad un maggiore rischio d’ansia, crisi depressive, iperattività.

Umore e salute

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IL VERDE È AL CENTRO DEI COMPLESSI

nunziare

Alberi d’acero, mini oasi fiorite, arbusti e rampicanti per respirare a pieni polmoni, aree gioco e di incontro, ma anche spazi da godere in solitudine. Aversa, come le più grandi città europee, accoglie la nuova filosofia dell’abitare che concilia la scelta di vivere la vita urbana, senza rinunciare al desiderio di tranquillità e benessere. Questo grazie alle nuove residenze a firma Nunziare, che cavalcano i nuovi diktat e incarnano la massima espressione di un lifestyle residenziale innovativo e sostenibile che crea continuità tra interno ed esterno, natura ed edificio. Gli spazi Outdoor del primo complesso abitativo Nunziare di via Linguiti, nel pieno centro cittadino, sono stati progettati dall’architetto paesaggista Alyona Ryazanova per avere un impatto positivo sulla vita delle persone. Il green diventa la trama del vivere metropolitano. Funzionale e piacevole ai sensi, il giardino si sposa con gli spazi interni, ammorbidendone le linee: «Ma attenzione» perché - come ci spiega lo stesso architetto - «il verde deve essere concepito per essere funzionale alla comunità e produttivo nel tempo».

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Nunziare I Pensato “per offrire un’oasi verde all’interno di ambienti caratterizzati da alta tecnologia, sostenibilità e ridotto impatto ambientale”

L’immagine estetizzante inganna.

meteorologiche a cui sono esposti e commisurati allo

«Non sempre infatti raddoppiare il verde significa riuscire

spazio di sviluppo a disposizione. L’obiettivo, per non

a mantenerlo! Questo accade, soprattutto, quando si

gravare sui costi condominiali con successivi interventi

innestano cose sbagliate per “accontentare” una ritrovata

straordinari, deve essere: la perfetta armonia! Un cosmo

esigenza, da parte del committente, senza però uno studio

vivo e benefico che cresce e si evolve senza grandi

minuzioso sui reali benefici, specie, sul lungo periodo».

consumi di acqua, concimi e pesticidi. L’opposto di quello che spesso viene presentato e venduto».

«Inglobare il verde nell’architettura oggi è sicuramente un dovere, ma è necessario scegliere piante e alberi adatti alla location, in grado di resistere alle condizioni

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ECCO QUINDI QUALCHE DRITTA PER MODELLI DA MOLTIPLICARE

Sì alle piante di seconda grandezza! Le radici dell’albero non devono soffocare nell’asfalto. Da evitare, invece, le piante invasive e dal forte sviluppo, come il bambù. Inutile inserire installazioni sbagliate per condannarle a vita breve, al contrario, quello che dobbiamo fare, è prevederne il ciclo di vita, ma questo è possibile solo con una profonda conoscenza. Senza l’esperienza e la cultura dell’ambiente, il verde non mantiene nel tempo.

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FEBBRAIO 2022

< architetto ALYONA RYAZANOVA >


news

world’s report

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una serie di news per un futuro green e più consapevole

ARTICO a chi fa gola il ghiaccio che si scioglie? I ghiacciai dell’Artico si stanno sciogliendo ad un ritmo impressionante sotto gli effetti devastanti del cambiamento climatico, ma questo non dispiace a tutti, anzi! La fusione del ghiaccio sta facendo emergere risorse e materie prime come oro e platino, ma anche gas e petrolio. Così l’Artico (sette volte più grande dell’Italia), si sta trasformando nell’oggetto dei desideri delle potenze mondiali. Mentre il permafrost sgela, russi e cinesi fiutano l’affare.

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FEBBRAIO 2022

STOP ALLA PLASTICA il divieto dell’UE è legge anche in Italia È scattato il 14 gennaio il divieto assoluto di vendere una serie di prodotti in plastica monouso: piatti, posate, cannucce, bastoncini cotonati, agitatori per le bevande, e così via. Tutti questi prodotti potranno essere venduti solo se fatti di materiale riutilizzabile o di plastica compostabile. Anche nel nostro Paese è entrata infatti in vigore la Direttiva europea Single Use Plastics, che mira a ridurre l’uso della plastica monouso non biodegradabile e non compostabile. La Direttiva rientra nella strategia comunitaria di lotta all’inquinamento da plastica e mira a ridurre l’uso di dieci oggetti in plastica monouso che maggiormente si ritrovano abbandonati sulle spiagge e nei mari europei.


FAST FASHION Atacama la discarica della moda usa e getta

RINNOVABILI la carta che viene dalle alghe, un’alternativa all’industria tradizionale

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Le città costiere, ogni anno, raccolgono tonnellate di alghe depositate sulle spiagge. “Rifiuti” ricchi di cellulosa che possono essere riutilizzati per fabbricare carta di ottima qualità. In Italia, Venezia fa da capofila a questo progetto. Le alghe della laguna sono infatti utilizzate sia per la produzione di energia elettrica che per la creazione di carta. A Siviglia, un gruppo di ricercatori dell’Università Pablo de Olavide, studiano le possibili applicazioni delle alghe anche nell’industria farmaceutica e cosmetica.

La fast fashion produce più di quanto sia in grado di vendere e, per questo motivo, incoraggia un sovraconsumo di abiti. Che cosa succede ai capi invenduti? Secondo un’inchiesta dell’Agence France-Presse finiscono per accumularsi sulle dune del deserto cileno di Atacama. La montagna di vestiti è costituita da capi realizzati sfruttando il basso costo del lavoro e le sacche di povertà di Cina e Bangladesh per i negozi degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’Asia. Quando gli indumenti non vengono acquistati, vengono trasportati al porto di Iquique, in Cile, Paese sudamericano specializzato da quarant’anni nel commercio di abiti usati o scartati dai consumatori. Ogni anno circa 59mila tonnellate di vestiti, impacchettati in balle, arrivano nella zona franca del porto. Mercanti e contrabbandieri ne acquistano una quantità per rivenderla in tutta l’America del Sud, ma la gran parte rimane invenduta e abbandonata nelle discariche abusive ad Alto Hospicio. Un mare di stracci che viene dato alle fiamme o interrato senza controllo. Le foto di questo scempio hanno fatto il giro del mondo! Ricordati: il basso costo di un capo di abbigliamento nasconde sempre un alto costo sociale e ambientale!


VERSO LE CITTÀ SOSTENIBILI FEBBRAIO 2022

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Ecologiche, inclusive, iperconnesse, intelligenti. È così che dovranno essere le città di domani.


LA SFIDA È QUI E ORA. GREEN NEW DEAL, HORIZON EUROPE E PNRR SONO GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE PER ABILITARE LE SMART CITY. PIÙ DEL 50% DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA È DESTINATO ALLE CITTÀ. START-UP, EDILIZIA, DIGITALIZZAZIONE AVRANNO UN RUOLO TRAINANTE PER IL SUO SUCCESSO. MA CHE COSA SIGNIFICA VERAMENTE “CITTÀ INTELLIGENTE” E A COSA SERVIRANNO ASSIEME HORIZON EUROPE E PNRR? THOMAS CANDEAGO MANAGER DELL’INNOVAZIONE E AD DI OPEN GROUP ITALIA -, HA FATTO PER NOI IL PUNTO DELLA SITUAZIONE, REALIZZANDO UN’UTILE E SEMPLICE GUIDA PER ORIENTARSI FRA NUOVI TERMINI E FINANZIAMENTI ESISTENTI.

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HORIZON EUROPE e PNRR:

i finanziamenti e gli strumenti esistenti per abilitare le Smart Communities e le Smart Cities

scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini anche grazie al coinvolgimento degli stessi; un modello socioeconomico basato sulla conoscenza, in grado di garantire alle popolazioni una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Si tratta di un fenomeno complesso, che necessita di soluzioni tecnologiche adatte, ma anche e soprattutto, di adeguate forme di governance, individuando politiche e livelli corretti. Alla base del modello ci sono due grandi pilastri: mettere in pratica le azioni del Green Deal e portare avanti il processo di digitalizzazione, con l’adozione di tecnologie come, ad esempio, l’Intelligenza artificiale, la gestione dei dati, i materiali intelligenti. È questa la chiave per il nostro domani.

c

< a cura di THOMAS CANDEAGO >

PNRR e Horizon Europe possono essere un’importante occasione per realizzare questi nuovi sistemi urbani. PNRR: GREEN COMMUNITIES E SMART CITIES ll PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il piano

OSA SONO LE SMART COMMUNITIES E LE

preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia

SMART CITIES?

di COVID-19 e permettere lo sviluppo verde e digitale del

Le Smart Communities o Smart cities definiscono nuovi modelli

Paese. Questo piano costituisce un’occasione unica per realizzare

di sviluppo del territorio, che sfruttano sì la digitalizzazione e

un’evoluzione strategica e operativa delle città e delle comunità

la tecnologia, ma che partono dal cittadino e dalle sue necessità.

italiane che preveda:

Le Smart Communities sono fluide e dinamiche e diventano un contesto ottimale per lo sviluppo dell’innovazione sociale, con lo

la progettazione degli edifici improntati alla riduzione


La vera sfida di oggi è diventare capaci di gestire l’incertezza e l’instabilità propria dei nostri tempi. È necessario un cambiamento importante di prospettiva, dove ogni territorio è in grado di gestire le risorse in modo intelligente, puntando a diventare sostenibile ed energeticamente autosufficiente, guardando con attenzione e cura alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. Al centro del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, uno degli obiettivi del Green Deal Europeo, ci sono le città.

il finanziamento di progetti pari a 5,27 miliardi di euro da sviluppare nel corso del quadriennio 2022-2026. Attraverso il progetto Isole verdi il PNRR affronta le principali sfide della transizione ecologica in modo integrato, concentrandosi su aree specifiche caratterizzate da un elevato potenziale miglioramento in termini ambientali/energetici: le piccole Isole. La mancanza di connessione con la terra ferma e la necessità di una maggiore efficienza energetica, oltre allo scarso approvvigionamento idrico e al complesso processo di gestione dei rifiuti, sono solo alcune delle sfide che le isole si trovano ad

delle emissioni di CO2 e del consumo energetico, visione

affrontare e che suggeriscono la necessità di un mix specifico

integrata degli spazi, il cui funzionamento richiede la capacità

di azioni per avvicinarsi a un modello di sviluppo sostenibile.

di coordinare comportamenti e strategie molto diversificate delle

Esempi sono la creazione di impianti per la produzione di

varie tipologie di attori;

energia elettrica da fonti rinnovabili, dispositivi di accumulo,

la promozione costante di iniziative culturali di

smart grids, sistemi innovativi di gestione dei consumi,

sviluppo delle competenze, al fine di superare il digital divide e

integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico, sistemi di

di stimolare la responsabilità della specie umana nel provocare

desalinizzazione, costruzione di servizi/infrastrutture di mobilità

danni irreversibili al capitale naturale.

sostenibile. Molto interessante, sempre all’interno della componente

Focus principali per la creazione di Smart Communities e Smart

“economia circolare e agricoltura sostenibile”, è il progetto

Cities risultano essere 2 delle 6 Missioni previste dal PNRR:

Green Communities che intende sostenere lo sviluppo

la Missione 2, dedicata al tema della Rivoluzione Verde e della

sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna che

Transizione ecologica e la Missione 5, riguardante l’Inclusione e

intendano sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di

la coesione sociale.

cui dispongono, avviando un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane. L’ambito di

LA MISSIONE 2 DEL PNRR:

tali piani includerà in modo integrato: la gestione integrata del

ISOLE VERDI E GREEN COMMUNITIES

patrimonio agro-forestale, la gestione integrata delle risorse

All’interno della Missione 2 del PNRR relativa alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, nella sezione dedicata all’economia circolare e agricoltura sostenibile, troviamo un interessante progetto: “Sviluppo di progetti integrati (circolarità, mobilità, rinnovabili)”. Tale progetto si concentra sulla creazione e lo sviluppo di Isole Verdi e Green Communities attraverso

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idriche, la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, lo

innovazioni che possono migliorare la vita dei cittadini e fermare

sviluppo di un turismo sostenibile, la gestione sostenibile del

o comunque rallentare l’inesorabile cambiamento climatico,

patrimonio edilizio e delle infrastrutture, l’efficienza energetica e

l’inquinamento e lo sfruttamento di risorse non rinnovabili.

l’integrazione intelligente degli impianti, lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production), l’integrazione dei servizi di mobilità e lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile.

HORIZON EUROPE 2021 – 2027: VERSO LE PRIME 100 “CITTÀ CLIMATICHE NEUTRE E INTELLIGENTI” Successore di Horizon 2020, Horizon Europe è il programma di

LA MISSIONE 5 DEL PNRR:

finanziamento chiave dell’UE per la ricerca e l’innovazione per

I “PIANI INTEGRATI” PER LE SMART CITIES

il periodo 2021 – 2027 con un bilancio di 95,5 miliardi di euro.

La Missione 5 del PNRR fornisce alle città metropolitane la

Tale programma si pone l’obiettivo di affrontare il cambiamento

possibilità di avviare un radicale processo di loro trasformazione

climatico, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi

in smart city mediante il finanziamento di Progetti definiti

di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e stimolando la

“Piani Integrati” volti al miglioramento della qualità dei servizi

competitività e la crescita dell’UE.

infrastrutturali e alla rigenerazione delle aree urbane degradate.

Il programma facilita la collaborazione e rafforza l’impatto

L’investimento complessivo in questo caso è pari a circa 2,4

della ricerca e dell’innovazione nello sviluppo, nel sostegno e

miliardi di euro per il periodo 2022-2026.

nell’attuazione delle politiche dell’UE, affrontando nel contempo

I progetti per la trasformazione delle città metropolitane italiane

le sfide globali. Supporta la creazione e la migliore dispersione

in Smart Cities dovranno perseguire i seguenti obiettivi: la

di conoscenze e tecnologie eccellenti.

manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche; il miglioramento della qualità del decoro

La struttura del programma Horizon Europe si compone

urbano e del tessuto sociale, economico e ambientale; interventi

di tre pilastri:

finalizzati a sostenere progetti legati alle smart cities. Il tutto secondo il principio “Do No Significant Harm (DNSH)”, ossia non arrecare un danno significativo. Potranno essere finanziati esclusivamente interventi di valore non inferiore a 50 milioni di euro che dovranno essere presentati dalle Città Metropolitane entro il 7 marzo 2022. I progetti oggetto di finanziamento possono, inoltre, prevedere la possibilità di partecipazione dei privati, attraverso il «Fondo Ripresa Resilienza Italia», nel limite massimo del 25% del costo totale dell’intervento. A livello europeo, il Programma Horizon Europe pone l’attenzione sulla creazione di città e comunità smart, basate su tecnologie ed

Pilastro I: Scienza eccellente Pilastro II: Sfide globali e competitività industriale europea Pilastro III: Europa innovativa


Per affrontare le sfide globali (Pilastro II) Horizon Europe

bandi della Missione “Climate-Neutral and Smart Cities” che si

definisce 6 cluster, tra cui il cluster 5 “Clima, energia e mobilità”

sono aperti l’11 gennaio 2022.

che mira a combattere il cambiamento climatico, rendendo i settori

Tra i bandi, che rientrano nella Call “Research and Innovation

dell’energia e dei trasporti più rispettosi del clima e dell’ambiente,

actions to support the implementation of the ClimateNeutral and

più efficienti e competitivi, più intelligenti, più sicuri e più

Smart Cities Mission” risultano esserci: “Pianificazione urbana e

resilienti. All’interno del cluster 5 troviamo la Missione “Città

progettazione per città sostenibili, resilienti e neutre

climatiche neutre e intelligenti”.

dal punto di vista climatico entro il 2030”; “Liberare il

Poiché la mitigazione del clima dipende fortemente dall’azione

potenziale di innovazione dei trasporti pubblici come spina

urbana, l’Unione Europea ha deciso di finanziare e sostenere

dorsale della mobilità urbana”; “Accordo quadro di partenariato

le città nell’accelerare la loro trasformazione verde e digitale.

(APP) per la piattaforma di missione per le città neutrali dal

Le città europee occupano solo il 4% della superficie dell’UE,

punto di vista climatico e intelligenti”; “Distretti per l’energia

ma ospitano il 75% dei cittadini dell’UE. Inoltre, le grandi città

pulita” e “Cooperazione globale e scambio sulla neutralità del

consumano oltre il 65% dell’energia mondiale e rappresentano

clima urbano”.

oltre il 70% delle emissioni globali di CO2. In particolare, le città europee possono contribuire in modo sostanziale all’obiettivo di Green Deal di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e, in termini più pratici, di offrire ai cittadini un’aria più pulita, trasporti più sicuri e meno congestione e inquinamento acustico. LA MISSIONE “CITTÀ CLIMATICHE NEUTRE E INTELLIGENTI” Nell’ambito del nuovo programma di lavoro delle Missioni di Horizon Europe, 119,37 milioni di euro sono destinati ai primi

È poi prevista l’attivazione di un’altra Call con apertura prevista per il 28 aprile 2022 e in scadenza il 6 settembre 2022: “Progettare una mobilità urbana inclusiva, sicura, accessibile e sostenibile”. Obiettivo primario di queste due Call è riuscire a far diventare 100 città europee climaticamente neutre e intelligenti entro il 2030 e garantire che queste città fungano da hub di sperimentazione e innovazione per consentire a tutte le città europee di seguire l’esempio entro il 2050.

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Le città, insieme a stakeholders privati e pubblici, avranno

partecipanti, infatti potranno partecipare non solo Enti Pubblici,

l’opportunità di dimostrare il loro alto livello di ambizione e il

ma anche aziende, Università, Centri di Ricerca e ONG.

loro forte impegno politico per la neutralità climatica. In questo modo, l’Italia e l’Unione Europea, con un ventaglio QUALI SONO I FINANZIAMENTI PER LE PRIME 100 CITTÀ CLIMATICHE NEUTRE E INTELLIGENTI? I finanziamenti previsti dal Programma Horizon 2021-2027 per le prime cento città climatiche neutre e intelligenti risultano essere di vario tipo: Contributi a fondo perduto (ESEMPI: Contributi a fondo perduto per la valutazione di misure per l’efficientamento energetico, per l’acquisto di veicoli elettrici), prestiti (ESEMPI: Prestiti per finanziare retrofitting di edifici), fondi di investimento e strumenti per agevolare il credito

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FEBBRAIO 2022

(garanzie) ed inoltre vedono un ampio spettro di possibili

di diverse tipologie di aiuti e di partecipanti mirano a raggiungere gli obiettivi del Green Deal, tra cui proprio quello delle Smart Communities.


?

utopia orealtà? quali sono le città più intelligenti al mondo?

PER IL TERZO ANNO CONSECUTIVO LO STUDIO

“CITIES OF THE FUTURE” RISPONDE A QUESTA DOMANDA E STILA LA TOP 10

DELLE CITTÀ A PROVA DI FUTURO

Città 100% smart ancora non esistono, ma ci sono diversi esperimenti in giro per il mondo che, se avranno successo, potrebbero rappresentare un ottimo modello da replicare anche in altre aree. Partiamo dall’inizio. Per creare una smart city servono soluzioni innovative in queste aree:

In tale ottica, il terzo rapporto “Cities of the Future” del 2021 - Smart City Index -, realizzato da EasyPark,

Trasporti pubblici e mobilità

rivela quali sono le città (già esistenti) del mondo che,

Tutela ambientale

facendo uso di una tecnologia sempre più avanzata,

Gestione dell’energia Illuminazione pubblica Sicurezza urbana

adottano nuove soluzioni per migliorare sostenibilità e vivibilità a favore dei loro cittadini.

Trasformazione digitale Edifici ottimizzati e intelligenti Gestione del ciclo dei rifiuti Capacità di governo Qualità sociale

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CITIES OF THE FUTURE LA CLASSIFICA

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FEBBRAIO 2022

Singapore, con un piano di innovazione da 43,5 miliardi di dollari americani, è in cima alla top ten, seguita da Zurigo, Oslo, Taipei (Taiwan), Losanna, Helsinki, Copenaghen, Ginevra, Auckland (Nuova Zelanda) e Bilbao (Spagna).

POI CI SONO UNA SERIE DI PROGETTI FUTURISTICI, IN FASE DI COMPLETAMENTO, DI CITTÀ CREATE EX NOVO CHE ASPIRANO A DIVENTARE MODELLI URBANISTICI INTERNAZIONALI. QUALI SONO? ECCO QUELLA CHE TOYOTA STA COSTRUENDO IN GIAPPONE E GLI ALTRI PROGETTI IN GIRO PER IL MONDO! MASDAR: LA PRIMA CITTÀ AD EMISSIONI ZERO! Nel cuore del deserto degli Emirati Arabi, a 17 km da Abu Dhabi, un team di scienziati, ricercatori e architetti unico al mondo sta realizzando per conto dello sceicco Mohammad Bin Zayed Al Nahyan quella che, fino a poco tempo fa, poteva essere considerata solo un’utopia. Masdar è una città in divenire basata su cinque pilastri fondamentali: zero emissioni, zero rifiuti, rinnovabili, acqua riciclata e trasporto green. WOVEN CITY: LA CITTÀ TEST DI TOYOTA Progettata dallo studio di architetti BIG, sarà costruita a Susono, ai piedi del Monte Fuji. Il progetto si inserisce nel più ampio piano che vuole portare il Giappone ad essere neutrale sotto il profilo delle emissioni di CO2 entro il 2050. Completamente eco-friendly, sarà alimentata ad energia rinnovabile, soprattutto idrogeno. La mobilità sarà sostenibile, le residenze smart e dotate delle più recenti tecnologie di domotica per assistere la vita quotidiana. I tetti saranno provvisti di pannelli fotovoltaici per generare energia solare oltre a quella generata dalle celle a combustile a idrogeno. SONGDO: DIECI MINUTI DI CITTÀ Da un modello di centro percorribile in un quarto d’ora, a un progetto ancora più ambizioso. La UNStudio di Seul ha progettato un’area urbana con servizi all’avanguardia raggiungibili entro dieci minuti a piedi: meno dei tempi previsti dalla città immaginata dalla Sindaca green di Parigi. L’obiettivo è ridurre al massimo l’utilizzo delle auto. Songdo è un quartiere completamente servito digitalmente, attraversato da una rete di piste ciclabili, con una gestione di acque e rifiuti innovativa.


digitalizzazione

Prima ancora delle Smart Cities dobbiamo realizzare delle Smart Home. Il gruppo Comelit ci spiega come e perché.

Meno sprechi, più sicurezza. Non solo le città, anche le nostre case possono diventare laboratori strategici della transizione ecologica.

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< a cura di COMELIT GROUP > www.comelitgroup.com

LA DOMOTICA PER TUTTI TRASFORMARE UN EDIFICIO GIÀ REALIZZATO IN UNA SMART HOME È POSSIBILE, GREEN E CONVENIENTE.

I VANTAGGI DELLA DOMOTICA In una “casa intelligente” i diversi dispositivi ed elettrodomestici dialogano tra loro e possono essere attivati da remoto con un semplice smartphone e la relativa App. È possibile, per esempio, alzare o abbassare le tapparelle o le tende da sole, accendere il riscaldamento o l’impianto di climatizzazione poco prima di rientrare, o ancora verificare chi utilizza il citofono, attivare sistemi antintrusione, impianti di videosorveglianza, gestire le luci e controllare le utenze energetiche e termiche, facendone un uso

Due Italiani su tre, tra i 22 e i 55 anni (oltre il 64%),

intelligente che consente di evitare sprechi e permette

possiedono un dispositivo smart home, mentre il 77%

di risparmiare fino ad un terzo sulle bollette.

FEBBRAIO 2022

ha intenzione di acquistarne uno nel prossimo anno, solo il 4% dichiara di non conoscere il significato

La domotica è quindi green, facile e sostenibile perché

di domotica. Sono alcuni dati che emergono da un

consente di controllare ed ottimizzare l’utilizzo dei

sondaggio di Dynata, la società texana di ricerche

dispositivi casalinghi. Non un lusso accessorio, ma una

di mercato, che ha svolto un’indagine tra l’aprile

realtà a portata di tutti che rende più comoda e sicura

e maggio del 2021 e che confermano una sempre

la vita e contribuisce al raggiungimento dei uno degli

maggior diffusione della conoscenza della domotica

obiettivi posti dalla transizione ecologica: la riduzione,

e dell’IoT. Un mercato, quello della smart home,

fino all’azzeramento, dell’inquinamento ambientale.

che negli anni precedenti alla pandemia è stato protagonista di una significativa crescita, come conferma la ricerca dell’Osservatorio IoT del Politenico di Milano che attesta il valore del segmento nel 2020 a 505 milioni di euro, con previsioni di

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ulteriore sviluppo nel 2022.


Alcuni sistemi integrati, come SimpleHome di

interventi particolarmente invasivi, senza cablaggi

Comelit, consentono di preimpostare “scenari”, cioè

aggiuntivi o opera in muratura. Un enorme vantaggio

soluzioni perfette e su misura per le diverse situazioni

che permette a chiunque di trasformare la propria

che si presentano quotidianamente con l’obiettivo

abitazione per renderla più efficiente, confortevole e

di minimizzare il più possibile i consumi energetici

soprattutto attenta agli sprechi.

dell’abitazione per agevolare un’attenzione, sempre

Come? Attraverso l’utilizzo di sistemi integrati, capaci

più necessaria, all’ambiente che ci circonda. Per

di trasformare un impianto elettrico tradizionale in

esempio ogni mattina alle 7.15 le tapparelle si alzano

una soluzione smart. Comelit WiFree ad esempio è un

e gli ambienti raggiungono la temperatura ideale, si

sistema domotico che, basandosi sulla tecnologia Wi-

attiva la diffusione sonora, alle 10.30 le tende da sole

Fi, consente di integrare diverse funzionalità: gestione

si srotolano, alle 18.00 il sistema di irrigazione si

delle luci e della loro dimmerazione, regolazione

attiva e alle 22.00 le luci del giardino si accendono,

delle tapparelle, degli impianti di riscaldamento e di

l’allarme si inserisce, le tende da sole si ritirano e le

raffreddamento e dei consumi trifase.

tapparelle si chiudono. E i vantaggi non finiscono qui: una casa domotica aumenta il suo valore sul mercato dal 12 al 30%, a seconda della tipologia di impianto scelto. LE FALSE CREDENZE SULLA DOMOTICA Benché la maggior parte degli Italiani conosca e faccia ampio uso di dispositivi domotici nella propria abitazione, si pensi banalmente agli smart speaker, resistono alcune false credenze. La principale è che la domotica si possa applicare con successo solo in edifici progettati sin dall’inizio per essere smart. Non è affatto cosi: grazie al collegamento Wi-Fi e alla tecnologia wireless possono diventare smart anche edifici già costruiti e senza

Digitalizzazione del costruito: benvenuti nel futuro, da qualunque epoca veniate.

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I NOSTRI VALORI Crediamo nel valore di ogni persona, nel talento

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FEBBRAIO 2022

femminile e nell’importanza di assumere giovani e donne.


nunziare business district

benvenuti in una nuova era! 47

ISPIRATO AD UNA MODERNITÀ RESPONSABILE, ABBIAMO REALIZZATO UN EDIFICIO ALL’AVANGUARDIA PER VIVERE LA NOSTRA NUOVA LIBERTÀ DI LAVORARE.


Non un “semplice” edificio, ma un distretto intelligente e polifunzionale che accoglierà il nuovo headquarter della Cecere Management.

Il suo nome è Nunziare Business District ed è progettato secondo i più alti standard di sostenibilità. Sarà il primo centro multifunzionale realizzato dalla Holding Cecere Management. Collocato nell’area sud della città di Aversa (Ce), Nunziare Business District rappresenta la naturale estensione urbana dei progetti residenziali a firma ‘Nunziare’ già in corso nella stessa area.

Concepito per accogliere nuove modalità di lavoro, il nuovo polo sorgerà su un’area di oltre 4.000 Mq, al di sotto della quale, sarà presente un parcheggio privato al servizio del centro. I due volumi, attraverso l’intersezione, creeranno due piazze destinate a generare vita sociale e partecipazione, rafforzando così l’identità urbana del sito. Il progetto prevede, inoltre, oltre 700 mq di giardini pensili che andranno a contornare il centro, dotandolo di un’ulteriore arma al contrasto delle emissioni di CO2. All’ingresso verrà ubicata una conciergerie che fungerà da centro di accoglienza, comunicazione e controllo dell’intera struttura mentre - in una delle due piazze -, sarà realizzato un chiostro quasi interamente in vetro e un’area giochi per i più piccoli, zone svago, che

per info

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www.ceceremanagement.it

rappresenteranno il cuore pulsante della vita associativa del progetto anche nei giorni feriali.


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50

FEBBRAIO 2022


La struttura Il progetto, dal design iconico e innovativo, è composto da due corpi in dialogo tra loro che, intersecandosi in maniera armonica, formeranno un unico blocco e una scultura architettonica irripetibile.

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Il progetto

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Comprenderà cinquantadue uffici direzionali, professionali e studi medici di varie metrature componibili e personalizzabili.


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Impatto positivo

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Costituito da pareti vetrate rivolte a sud, alla ricerca costante di un rapporto con la luce naturale, le restanti facciate sono state progettate dal nostro studio per assorbire anidride carbonica e gas nocivi presenti nell’atmosfera. La struttura sarà, in gran percentuale, alimentata da fonti di energia rinnovabile e caratterizzata dall’impiego in copertura di centinaia di mq di pannelli fotovoltaici. Anche l’a cqua avrà una gestione più smart. Nunziare Business District disporrà di sistemi di accumulo e riuso delle acque piovane per l’irrigazione dei giardini.


Un edificio che “respira” studiato per superare lo spinoso problema dell’inquinamento, grazie alla ceramica fotocatalitica, garantirà il massimo confort e la massima vivibilità.


testimonial

dalla parte del PIANETA

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< di DANIELA IAVOLATO >

Da Leonardo di Caprio a Cate Blanchett, passando per divulgatori digitali, attivisti e opinion leader, cresce sempre di più il numero delle personalità pronte a sostenere la spinta verso un miglioramento autentico e che si fanno portavoce di uno stile di vita sano e responsabile. Nunziare ha deciso di intercettarli e, per questo numero, ha scelto, come testimonial d’eccellenza, un fuoriclasse dello slalom speciale.


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< GIORGIO ROCCA >


v

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incitore di undici gare di Coppa del Mondo, una Coppa del Mondo di specialità e di tre medaglie iridate Giorgio Rocca, che oggi guida la Giorgio Rocca Ski Academy, in questa intervista racconta il suo amore e la sua preoccupazione per la montagna, il potere terapeutico della natura e la possibilità di vincere sulla grande pista della vita contando solo sulla propria forza di volontà.

mani con Thomas Ruberto in cui, oltre alle sue vittorie, tesse anche l’elogio del

Lo sport è uno straordinario mezzo

fallimento. Qual è stato il fallimento che le ha

attraverso il quale si possono comunicare

insegnato di più e quanto è importante fallire

valori e messaggi. Che cosa ha imparato lei

nello sport come nella vita?

dallo sport? E che tipo di messaggi ha cercato

«Gli infortuni e le sconfitte sono state, sicuramente, le curve

di veicolare durante tutta la sua carriera?

più significative e impegnative della mia vita. In particolare,

«Che le sconfitte fanno parte della vita. Sono improvvise,

la caduta olimpica a Torino 2006 ha segnato duramente la mia

ti formano e, a volte, col tempo, ti danno più valori di una vittoria. La gioia di una gara può essere speciale, ma la vita è fatta di altro e la felicità anche. Un vero sportivo sa imparare anche, e soprattutto, dalle sconfitte. Questi sono i più grandi insegnamenti che questo sport mi ha trasmesso e che, a mia volta, ho voluto trasmettere».

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Recentemente ha scritto un libro a quattro


carriera ma, allo stesso tempo, mi ha insegnato a rialzarmi nei momenti difficili e a sapere accettare anche le sconfitte. Quando ripenso a quella caduta mi rode ancora. C’erano migliaia di tifosi a guardarmi. Tutti si aspettavano da me una medaglia. In quella stagione avevo collezionato cinque vittorie consecutive in slalom ed ero dato favorito per la vittoria. I giochi erano iniziati con il mio discorso d’apertura in mondo visione. L’emozione era tanta e la tensione ancora

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di più. Non portai a termine la prima manche a causa di un errore. La mia gara finì dopo 34 secondi con la faccia nella neve. Vidi la medaglia d’oro svanire. Questo è stato sicuramente il momento più difficile perché sapevo che lì avrei potuto vincere». Parliamo del suo amore per la montagna. Quando è nato e perché? «Mia madre è Svizzera, mio padre italiano. Da bambino vivevo tra Livigno e la Svizzera. La vicinanza con i luoghi di montagna me ne ha fatto innamorare: non potrei mai vivere lontano dalla neve e dalla natura. Mi basta poco per stare bene ed essere felice: una montagna, un pendio innevato e gli sci ai piedi. Lo sci per me è libertà, emozioni e benessere. Se oggi scio ancora, non è per quello che sono stato, per i miei trionfi o per la popolarità, ma per un’esigenza che mi viene da dentro, dal cuore e dal cervello». La montagna, un ecosistema delicato da proteggere. In una recente intervista ha dichiarato che i nostri ghiacciai, in lotta con il riscaldamento climatico, stanno soffrendo. Ci spiega meglio che cosa sta accadendo e che tipo di contributo ognuno di noi può dare nel suo piccolo? «Pochi ci pensano, ma nella lunga catena di danni

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provocati dal riscaldamento globale rientra anche la riduzione drastica del manto nevoso, con effetti disastrosi sia sull’ambiente che sulle comunità. Bisognerebbe essere più responsabili, a partire dai piccoli gesti. Ottimizzare i consumi energetici, ridurre gli sprechi, scegliere elettrodomestici a basso consumo, utilizzare lampade a LED. Non lasciare dispositivi in stand-by e ridurre la

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temperatura di riscaldamento del termosifone in casa».


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Tornando al suo libro, lei parla anche di Edito da Hoepli, Giorgio Rocca in Slalom racconta in prima persona il suo amore smisurato per lo sci e la montagna.

aspettative. Come si riesce a vincere col fardello, non solo delle proprie aspettative, ma anche di quelle altrui? Qual è il giusto mindset da adottare nella vita? «Crederci sempre e non mollare mai. Slalom non è un semplice elenco di gare o di risultati. È una storia fatta di vittorie e sconfitte. Momenti indimenticabili e momenti meno felici, accumunati dalla passione che mi spinge da quando sono bambino: quella per lo sci. Nel bene e nel male, tutti questi momenti hanno contribuito a creare una storia unica. La storia della mia carriera e della mia vita. E chiaramente volevo portare un messaggio chiaro alle nuove generazioni:

In riferimento a quello che sta succedendo al

se vuoi, puoi! Di fatti, nel libro traspare la voglia di arrivare

Pianeta, che cosa la preoccupa di più?

senza avere una forza economica importante e senza essere

«Mi preoccupa molto l’incapacità di alcune nazioni. Troppe

un fuoriclasse, ma solo con una voglia di vincere e arrivare

parole e pochi fatti, poca cultura nelle scuole. Sarebbe molto

pazzesca».

importante far capire alle nuove generazioni l’importanza del rispetto per l’ambiente».

Lei vive in Svizzera. C’è un’abitudine sana che in Italia non abbiamo e che, secondo lei,

A proposito di impegno. Lei è stato vicino a

dovremmo necessariamente “importare”?

Gino Strada e a Emergency. Che cosa le ha

«In Svizzera c’è proprio uno stile di vita diverso. Ai miei

lasciato questa esperienza?

figli è stato insegnato, fin dalla nascita, a non gettare rifiuti

«Abbiamo organizzato diverse raccolte fondi: mettevo in palio le mie attrezzature per scopi benefici. Grazie alle varie donazioni raccolte, abbiamo comprato un’ambulanza che abbiamo destinato ad alcune popolazioni africane. È stato

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bellissimo vedere i miei tifosi contribuire a questa causa. Un bellissimo lavoro di squadra e di solidarietà».


per terra. Cultura che, molto spesso, non è presente in Italia. In Svizzera è più diffusa la cultura del rispetto delle regole. Questo andrebbe necessariamente esportato». Qual è la chiave del benessere? «Apprezzare le cose che ti dà la vita, anche le più piccole, è la chiave di tutto». Quali sono i suoi sogni oggi? «Nel 2010, dopo essermi ritirato dalle competizioni, ho fondato la Giorgio Rocca Ski Academy, scuola di sci, snowboard ed eventi con sedi a Saint Moritz, Livigno e Crans Montana. Oggi conta 75 maestri di sci e snowboard. Dopo il ritiro, non potevo abbandonare il mio mondo. Sentivo il bisogno di nuovi stimoli e nuove sfide. Volevo trasmettere agli altri i segreti e le tecniche apprese durante la mia carriera. Quando pratichi sport a livello agonistico sei concentrato solamente su te stesso e sui risultati da raggiungere. Oggi, invece, metto in pratica la mia passione. Lo faccio da una prospettiva diversa e sempre all’insegna dei miei valori. La Ski Academy è uno dei miei più grandi sogni, insieme a mia moglie e ai miei figli».

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I NOSTRI PROGETTI 3 i cantieri in corso di lavorazione ad Aversa. 4 i nuovi cantieri da avviare su Aversa, Gaeta e Bergamo per 10mila mq commerciali che creeranno oltre 300 posti di lavoro. Parco Kikeron e Residenza Atena sono i due complessi immobiliari già realizzati dalla Holding.


mission

TRAMANDARE CULTURA D’IMPRESA

L’imprenditore che fa cultura d’impresa è proiettato verso il futuro, l’innovazione e la valorizzazione delle risorse, specialmente quelle umane, ciò lo rende lungimirante e dedito alla sua professione. 65

LEONARDO VALLE


fare impresa

imprenditore

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da ZERO a come diventare investitori immobiliari senza grossi capitali. < di DANIELA IAVOLATO >


< Parola di Andrea Vendola che a noi - e nelle sue mastermind in giro per l’Italia -, spiega come iniziare senza farsi male. >

Fino a qualche anno fa gli investimenti immobiliari in Italia sono stati appannaggio di un piccolo numero di investitori, adesso invece le cose sono più semplici ed è possibile guadagnare con gli immobili partendo da zero e senza esperienza. Da zero a imprenditore è da sempre

Dove sta andando il mercato

il tuo motto. Ma davvero è possibile

immobiliare? Quali opportunità e

fare impresa nel campo immobiliare

nuove figure cerca in questo momento?

partendo da un piccolo investimento?

«Negli anni ’70 c’è stato un boom di costruzioni,

«Assolutamente sì. Da zero a imprenditore è il

oggi invece, soprattutto nelle grandi città, c’è

mio motto perché è soprattutto una questione

bisogno di riqualificare patrimoni obsoleti o

di mindset. Quello che contraddistingue ogni

abbandonati. Motivo per cui sono nate tante

imprenditore di successo non è il capitale di

opportunità: dai frazionamenti, ai cambi di

partenza, ma la “fame”, la determinazione,

destinazione d’uso. Per esempio, dalla pandemia

la perseveranza.

ad oggi, molte attività hanno chiuso lasciando

Non importa dove sei oggi, ma dove vuoi arrivare

vuoti una gran quantità di locali commerciali. Noi

domani. Se hai quella sana ossessione di voler

li acquistiamo, li riqualifichiamo e li destiniamo

ottenere un risultato, non esiste obiettivo che non

ad altri usi. Un po’ per lo stesso motivo, oggi sono

possa essere raggiunto.

richieste tutte quelle figure che accompagnano

Io fornisco solo i modi e le risorse giuste per

e agevolano la ristrutturazione del privato,

poterci arrivare».

dall’interior designer al renderista».

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Che tipo di competenze ma anche quali soft skills bisogna possedere per lanciarsi in questo mondo? «Una determinazione innata, costanza, adeguata

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formazione e sacrificio». Quando è possibile affermare di aver fatto un investimento immobiliare di successo? «Dipende dalla fase in cui ci si trova. All’inizio l’obiettivo deve essere quello di non andare in perdita, se invece dovesse andare a zero,


consideratela sana formazione! Diversamente, in

Il tuo obiettivo è quello di creare un

uno stadio più avanzato, un buon investimento,

network di investitori in tutta Italia

dal punto di vista economico, è un investimento

con il quale collaborare. Chi può

veloce e dall’alto rendimento con un ROI

unirsi a te?

superiore al 20%».

«Uomini e donne motivati e con un grande senso etico del lavoro. Le competenze si possono

Investitore ma anche coach. Come ti è

acquisire, l’indole no! Il mio obiettivo è cambiare

venuto in mente? Perché trasferire le

l’approccio all’investimento immobiliare, dare un

tue competenze ad altri?

prodotto di qualità».

«È nato tutto per gioco. Cercavo delle figure che potessero aiutarmi nell’espansione di un progetto

Per saperne di più

home student, così ho pensato: quale modo

www.andreavendola.it

migliore se non formare persone? Da qui, è partita l’idea di un percorso diviso in dodici lezioni».

< ANDREA VENDOLA

imprenditore e investitore immobiliare aiuta le persone a investire nel business degli immobili >

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ecomedia

la società dell’ informazione Iperconnessi e iperinformati: ma su cosa?

Da troppo tempo stiamo oscurando, o relegando a spazi secondari, centinaia di notizie in “favore” di vaccini e Covid-19. Se la generazione corrente non sarà in grado di mettere a segno progetti urgenti, nei tempi previsti, lasceremo in eredità ai nostri figli un pianeta esausto e una zavorra sull’economia del futuro. È TEMPO DI SPOSTARE L’ATTENZIONE!

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MEDIA ITALI TROPPO POC

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green


IANI ANCORA CO Nonostante la sostenibilità sia destinata a condizionare in maniera determinante le nostre vite, il dibattito mediatico non crea ancora terreno sufficientemente fertile per modificare la cultura e la visione dell’ambientalismo come parte integrante delle politiche di salvaguardia e sviluppo. Nelle pagine a seguire, con l’ausilio di due ricerche, abbiamo analizzato il quadro attuale, scenari e gap conoscitivi. < di DANIELA IAVOLATO >

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distratti dalla pandemia trascuriamo l’ambiente, dimenticando che un nesso c’è!

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«d ai leader» e, forse, anche dai media

In

«solo bla bla bla» così, l’attivista

Coronavirus avrebbe potuto darci una mano:

svedese Greta Thunberg ha aperto il suo

essere un “alleato” prezioso per aprire

discorso durante la prima giornata dello

finalmente gli occhi.

Youth4Climate a Milano.

La pandemia ci ha infatti spinti, per la prima

Troppi

slogan,

poche

quadro,

paradossalmente,

il

concrete,

volta in massa, a ripensare la problematica

insufficienti le notizie verdi e ancora troppo

dello sfruttamento degli ecosistemi, a mettere

poco incisivo il ruolo dell’informazione

in discussione i nostri modelli di business, a

nell’influenzare

ridisegnare certe abitudini, eppure, non è

scelte

azioni

questo

e

comportamenti

che guidano miliardi di singoli individui.

bastato!


I risultati 2021 dell’analisi sulla copertura delle notizie su ambiente e sviluppo sostenibile da parte dei media italiani a cura di Pentapolis Institute Ets

nicchie o programmi a notte fonda. Quante volte, nell’anno appena trascorso, ambiente e sostenibilità hanno realmente tenuto banco Quelli che potevano passare alla storia

o trovato spazio sufficiente tra talk, prime

come gli anni della svolta green e della

pagine di Tg e giornali? E in che modo sono

consapevolezza stanno scorrendo senza un

state trattate le tematiche di tipo ambientale?

piano che possa dirsi concreto e senza una

Domande importanti, su cui ogni anno riflette

visione a lungo termine.

Eco-media. Il bollettino sull’informazione

Vaccini e Covid-19 hanno monopolizzato il

ambientale italiana prodotto da Pentapolis

dibattito, ridisegnando le priorità dell’agenda

Institute

dei media, ma la risposta si è concentrata

dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo

soprattutto

contingenti,

di Urbino che, anche nello scorso anno, per

ovvero, sulle misure di contenimento e

documentare l’impatto e il ruolo dei nostri

trattamento, mentre le concause tra attività

media, ha monitorato alcuni dei principali

antropica, cambiamento climatico e impatto

quotidiani online, telegiornali, emittenti

sanitario sono rimaste - e restano ancora -,

radio e pagine social connesse.

marginali e affrontate solo da pochi esperti,

L’indagine ha selezionato dieci parole chiave

anziché,

(o keyword) in un arco di quattro mesi e

sulle

essere

necessità

portate

all’attenzione

dell’intera società e della politica.

ETS,

con

la

collaborazione

ne ha analizzato la ricorrenza all’interno di telegiornali, testate web e social network.

In questo contesto si inserisce l’azione dei mezzi di comunicazione come driver importante per facilitare l’adesione a un processo di cambiamento e contribuire alla crescita di un’opinione pubblica sui

Accanto ai termini affini alla sfera ambientale sono state accostate le due keyword “covid-19 - coronavirus”.

Ebbene, la pandemia

ha influenzato tutti i servizi riducendo e relegando alla spettacolarizzazione e

temi ambientali, ma questa azione - già

alle emergenze le tematiche legate alla

carente e superficiale in Italia -, è stata

sostenibilità.

subordinata ad altre necessità.

La conseguenza? Il buio dell’informazione, che ha cancellato dalle sue pagine i temi forti del futuro relegandoli a spazi secondari,

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Nello specifico, quale peso ha avuto la crisi sanitaria nei tre principali mezzi di comunicazione? E quanto è stato ridotto lo spazio dedicato all’ambiente? Alcuni numeri del rapporto.

I TELEGIORNALI. Il TG5 è quello che ha fatto emergere un interessamento

costante

e

sistematico

alle

tematiche ambientali ma, per lo più, in relazione all’accordo sul Recovery Fund, mentre, il TG3 ha posto maggior attenzione al tema durante l’estate. Per Sky Tg24 l’ambiente si sposa con economia e mobilità sostenibili. Stando ancora all’analisi, le news di Tg1 e Tg2000 sono risultate sbilanciate sul Coronavirus, mentre il Tg di La7 ha dedicato buona parte del suo spazio informativo al tema Covid, con focus specifico sui vaccini, affrontando la tematica ambientale in ottica europea. WEB E RADIO. Su Repubblica le tematiche ambientali sono presenti, ma in maniera minore rispetto a quelle della pandemia. Il Corriere della Sera dedica molto spazio all’economia legata al Covid-19, così come Il Sole 24 Ore. Il Fatto Quotidiano, il Resto del Carlino e Tpi troppo concentrati sui vaccini, mentre è quasi completamente assente la copertura ambientale ne Il Giornale. Passando ai giornali radio, per Rtl e Rai Radio1, la parola vaccini è stata quella più presente: «I temi ambientali» si legge nel dossier «non hanno mai una parte a sé, come li hanno invece la politica interna o estera o lo sport, e fuori da tre eventi particolari le parole chiave per l’ambiente vengono nominate solamente in altre

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tre occasioni, per un totale di sei giorni su sedici (poco più di un quarto)».

SOCIAL NETWORK. Nel Rapporto Eco Media pubblicato a dicembre del 2021, si è deciso di analizzare anche i profili social - Instagram, Facebook e Twitter - dei quotidiani oggetto d’indagine. Nel complesso, quelli che parlano più di clima, ambiente e inquinamento sui social sono: il Corriere della Sera (con 22 occorrenze), Il Fatto Quotidiano (con 21), mentre se ne occupano meno il Giornale (con solo due occorrenze), il Resto del Carlino e Tpi (entrambi con tre). Nel mezzo stanno il Sole 24 ore (con 18 occorrenze) e Repubblica (con 17). PNRR E MITE POCO DIBATTUTI. Il Pnrr e la designazione di un Ministero della Transizione

ecologica

non

hanno

portato

l’attenzione attesa sul tema del cambiamento climatico e dell’ambiente. Anche sui social i giornali hanno scelto di puntare su Covid e vaccini,

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ed è stata quasi del tutto assente la tematica.


!

italiani:

UNO SU CINQUE NON SA COSA SIA LA SOSTENIBILITÀ

D

iretta conseguenza di un’informazione scarsa e frammentata? Di

uno

spostamento

della

notiziabilità

completamente

sbilanciata sulla pandemia? Stando alla fotografia offerta dalle pagine precedenti, probabilmente “sì”, fatto sta che, secondo un’importante indagine voluta da Green Media Lab e condotta dall’istituto di ricerca Norstat, gli italiani se da un lato risultano più sensibili del passato alle tematiche ambientali, dall’altro lato, sono impreparati sui vari temi legati alla sostenibilità e al programma d’azione dell’Agenda 2030 dell’ONU. Lo studio - recentemente pubblicato -, è stato condotto su un panel di 50mila consumatori rappresentativi della nostra popolazione, tra questi, solo un numero esiguo (il 19,6%) ha dichiarato di avere piena consapevolezza riguardo alla sostenibilità, con una curva che scende tra gli over 65 e il segmento meno istruito della popolazione e sale tra la generazione Z che, invece, dimostra di saperne di più. Un gap tra coscienza e conoscenza che può essere risolto soltanto con un’opera di rivoluzione culturale e un patto educativo globale tra imprese, istituzioni territoriali, agenti culturali e parti sociali al servizio di interessi comuni.

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I CONVEGNI DI NUNZIARE L’EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ È LA NOSTRA MISSION!

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Alla luce delle analisi emerse nelle precedenti pagine, non è un caso che il nostro gruppo redazionale - accompagnato dalla Holding Cecere Management da cui deriva il brand Nunziare -, abbia indetto a novembre un convegno - presso la biblioteca pubblica del comune di Bacoli -, per fare il punto della situazione sulla transizione ecologica e l’ingresso delle Smart Cities.

“CITTÀ SMART E COMUNITÀ LOCALI: PROPOSTE PER ABITARE TERRITORI PIÙ SOSTENIBILI”, questo il titolo della tavola rotonda voluta per aprire un dialogo con le istituzioni e condividere proposte concrete. Il primo appuntamento di una serie di talk aperti che continueranno e si porranno l’obiettivo di affrontare e approfondire il tema del miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, della riqualificazione del territorio nell’ambito del contenimento al consumo di suolo, della gestione efficace delle acque,

della svolta smart e rigenerativa indispensabile per rimodellare gli ambienti urbani obsoleti, dando valore al territorio e alla cittadinanza. L’Europa verde bussa alla porta e il nostro gruppo di lavoro - in un’ottica win win - è pronto a valutare nuove proposte di discussione per mettere sul tavolo: idee, soluzioni e azioni.

scrivici a redazione@ceceremanagement.it


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facciate antismog


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Il ruolo delle facciate dei nostri edifici è unico. Il loro compito è quello di migliorare la qualità dell’aria grazie al biossido di titanio, un fotocatalizzatore capace di degradare gli inquinanti organici ed inorganici.


books

> SOLO UNA SERIA RIVOLUZIONE CULTURALE CI SALVERÀ! *Scegliamo e raccomandiamo in maniera libera libri, prodotti e servizi che si possono acquistare online.

Il dissenso di un misantropo iperattivo Quali strumenti abbiamo per contenere i rischi di questa nuova minaccia globale? Qualsiasi lotta, da quella ambientalista a quelle sociali, passando per quelle volte ad una riforma politica o di rinnovamento della classe dirigente, nasconde, spesso, un secondo fine e inevitabilmente degenera. La natura umana è dedita all’arricchimento personale ed è per questo che ogni forma nobile di lotta sociale finisce col diventare un mero pretesto per riempire le tasche del primo “Robespierre” arrivato. La lotta ai cambiamenti climatici non è esente da questi ragionamenti e solo un movimento dal basso può cambiare le cose. Ne è convinto Mario Abenante che, nel suo libro denuncia, “Il dissenso di un misantropo iperattivo” afferma «la mia generazione ha già perso. Urge un cambio di rotta repentino fondato sulla consapevolezza che bisogna avviare una seria rivoluzione culturale; il che può avvenire solo attuando la formazione civica delle nuove generazioni». Il libro è disponibile su Amazon.

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Affrontare la complessità. Per governare la transizione ecologica Affrontare la complessità è un testo accessibile a chiunque sia interessato alle grandi questioni della nostra epoca. Fa chiarezza sulle questioni ambientali - l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità -, da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Nel contempo, ne chiarisce le relazioni con i sistemi politici, economici e sociali. Di Federico M. Butera, professore emerito del Politecnico di Milano ed esperto di energie rinnovabili e architettura sostenibile - Ed. Ambiente -.


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www.nunziare.it


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