Diesgni per merletti e ricami

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A Elisa Ricci nel 150o anniversario della nascita Maestra di ieri A Lilli Babbi Cappelletti Maria Luciana Buseghin e Doretta Davanzo Poli Maestre di oggi


Š 2008 tutti i diritti sono riservati

Casa Editrice Nuova S1 s.n.c. di Pietro Cimmino Gibellini & C. via Albertazzi 6/5 - 40137 Bologna meg1632@iperbole.bologna.it - www.nuovas1.it Numero ISBN 9788889262276 Prima edizione: dicembre 2008




SOMMARIO PREFAZIONE

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LE STRADE DEI LIBRI

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AVVERTENZE E RINGRAZIAMENTI

XVI

ELISA RICCI Arte Applicata: Gli antichi libretti di modelli in Italia «Emporium», febbraio 1911

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ELISA RICCI L’arte e la Casa. Per l’arte industriale: libri di modelli «Rassegna d’Arte Antica e Moderna», settembre-ottobre 1920

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VINCIOLO I singolari e nuovi disegni per lavori di biancheria

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OSTAUS La vera perfectione del disegno per punti e ricami

123

PAGANINO Il Burato: libri de Ricami

179

VAVASSORE Opera nuova universale intitolata Corona di Ricami

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VAVASSORE Esemplario di lavori: che insegna alle donne il modo e l’ordine di lavorare

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INDICE DEI NOMI

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N. 1865. CATANEA PARASOLE. Teatro delle nobili et virtuose Donne. Roma, 1616

N. 1865. CATANEA PARASOLE. Teatro delle nobili et virtuose Donne. Roma, 1616 Catalogue des livres composant la Bibliothèque de M. Giuseppe Cavalieri a Ferrara, Florence, Librairie Ancienne T. De Marinis, 1908 Tavole fuori testo IV, V

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PREFAZIONE Riproporre, in un unico volume, i cinque libretti di modelli, di cui Elisa Ricci1 curò la ristampa tra il 1909 e il 1910, ha due precisi intendimenti: proseguire2 nella divulgazione degli scritti3 della studiosa e rendere accessibile, o più semplicemente consultabile, materiale importante di non facile reperimento. I libretti, pur con qualche secolo sulle spalle, sono ancora ben vivi. Vedo, nelle tante illustrazioni, una ottima, classica, intramontabile fonte di ispirazione e una utile base per studi, confronti e sviluppi. L’idea della raccolta in un unico volume non è certo nuova. Ricordo, per esempio: Patrons de broderie et de lingerie du XVI siecle4, 1872, ristampato recentemente da Lacis nel 19995. La pubblicazione raccoglieva quattro libretti francesi6 appartenenti alla Bibliothèque Mazarine di cui Hyppolite Cocheris, che curò la ristampa, era conservatore. Allora, per Cocheris, il filo conduttore fu rappresentato dalle raccolte - quattro - di due monaci lionesi, Antoine Belin e Jean Mayol7, stampate da Claude Nourry e Pierre de Saincte Lucie, conservate con cura in una splendida biblioteca. Ora, il legame tra i diversi libretti è costituito dal lavoro, di ricerca e cura, di una sola persona, Elisa Ricci, concretizzato dall’Istituto Italiano Arti Grafiche di Bergamo. La collana, Libri Antichi di modelli riprodotti in facsimile, serie I: Merletti e Ricami, diretta da Elisa Ricci, si concluse con la stampa di cinque titoli (numerati da 1 a 5) ma fa intuire un progetto più ambizioso, verso altre direzioni, che non ebbe buon fine. 1 Elisa Guastalla, figlia di Giuliano e Tarquinia Massarani, nacque a Mantova nel 1858 e si spense a Torino nel 1945. Rimasta vedova, nel 1894, di Alberto Errera, sposò in seconde nozze, nel 1900, Corrado Ricci. 2 Sono già stati ripubblicati: nel 2006: Ricami Italiani Antichi e Moderni; nel 2007: Antiche trine italiane. Trine ad Ago e Antiche trine italiane. Trine a fuselli, Nuova S1 ed., Bologna 3 Ogni libretto ha una avvertenza di Elisa Ricci e una bibliografia. Sono inoltre nel seguito riportati, come Introduzione particolare, due articoli della studiosa. 4 Paris, librairie de l’Echo de la Sorbonne. 5 Patterns embroidery: early 16th century by Claude Nourry & Pierre de Saincte Lucie, 6 A conclusione dell’Introduzione, Hyppolite Cocheris elenca, con qualche commento, i libretti stampati: La fleur des patrons de lingerie, pubblicata da Claude Nourry, dit le Prince, che esercitò a Lione tra il 1501 e il 1533 ; Livre nouveau dict patrons de lingerie, editato, tra il 1530 e il 1533, da Pierre de Saincte-Lucie, successore di Claude Nourry ; Patrons de diverses maniéres, si vendeva a Lione, da Pierre de Sainte-Lucie nella casa du defunt Prince, ossia Claude Nourry, morto nel 1533; Sensuyvent les patrons de Messire Antoine Belin, non porta né il nome dello stampatore ma una incisione, sulla copertina, prova che fu stampato dallo stesso Pierre de Saincte-Lucie, che esercitò tra il 1530 e il 1555. 7 Margaret Abegg, Apropos Patterns for embroidery, lace and woven textiles, Berna 1978

VII


1. Federico Vinciolo, I singolari e nuovi disegni per lavori di biancheria, 1909 2. Giovanni Ostaus, La vera perfectione del disegno per punti e ricami, 1909 3. Alex Paganino, Il Burato: libri de Ricami, 1909 4. Giovanandrea Vavassore, Opera nuova universale intitolata Corona di Ricami, 1910 5. Giovanandrea Vavassore, Esemplario di lavori: che insegna alle donne il modo e l’ordine di lavorare, 1910

L’educazione alla bellezza è stata una costante nella vita di Elisa Ricci: educare per capire, quindi riconoscere e ammirare, educare per rinnovare, ma anche per preservare e difendere. Il primo passo è, senza dubbio, osservare quello che ci circonda. Gran maestra d’armonia è la natura! si legge in un suo delizioso libretto8 che, pur scritto molti anni fa, rimane ancora punto di riferimento per gli insegnamenti, senza tempo, che vengono trasmessi. Chi, per passione o per mestiere, ricama, intreccia merletti o li costruisce con l’ago, sa bene quanto sia importante l’osservazione e sa altrettanto bene quanto sia fondamentale la ricerca di bei disegni. L’artista ha innato il senso delle proporzioni, della organizzazione dello spazio, dell’equilibrio, delle forme, del contorno, del colore, eppure, anche nei casi di grandi doti naturali, l’educazione e lo studio possono giocare un ruolo importante. Nel mondo delle arti applicate l’esigenza di educazione al bello si fece particolarmente sentire tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento. Uno dei percorsi fu quello di riprendere classici modelli antichi per poi svilupparli e da cui, ovviamente, evolvere, seguendo leggi di gusto corrente ma, sempre, leggi di armonia. L’opera di Elisa Ricci fu, in questo contesto, certamente importante. La sua cultura, profondissima, la conoscenza delle fonti e la loro localizzazione, i suoi contatti, la sua capacità di studio e confronto, le sue intuizioni, il saper portare a compimento idee e progetti, hanno costituito un patrimonio cui si è attinto a piene mani e cui si potrà attingere ancora per molto tempo. Particolare attenzione venne rivolta a preziosi e rari libretti di modelli. I suoi libri, sulle Antiche trine italiane9, sono pieni di citazioni, mentre alcune pagine, in Ricami italiani antichi e moderni10, sono proprio completamente dedicate a questa produzione che nel XVI secolo, e poco dopo, ebbe un grande sviluppo. 8 Elisa Ricci, La Casa, Firenze Le Monnier 1921,1923, Bemporad 1936 9 Trine ad ago,1908, 1914 e Trine a fuselli, 1911, Old italian lace, 1913 10 Elisa Ricci, Ricami Italiani Antichi e Moderni, Firenze Le Monnier 1925

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Nel leggere l’avvertenza alle riproduzioni in facsimile, nello scorrere la bibliografia, forse non si ha chiara l’idea del suo lavoro, pazientissimo e attento. Raccolse, per acquisto diretto, o attraverso riproduzioni fotografiche, tutto il materiale librario che poteva. Chiese ed ebbe in prestito. Controllò precedenti ristampe e cercò gli originali più completi. Nel seguire – per quel poco che ci è possibile – l’avanzamento dei lavori, si può davvero dire che mise in campo tutte le sue forze. Sapeva quello che voleva cercare e dove cercare. Conosceva, per averle frequentate, molte importanti biblioteche, la schedatura dei testi, la collocazione, ed era in contatto con curatori di musei e bibliotecari validissimi cui era possibile appoggiarsi con sicurezza. Si sono, al proposito, trovati, e costituiscono una buona testimonianza, due piccoli carteggi, uno con Giuseppe Agnelli11, della biblioteca Ariostea di Ferrara, l’altro con Carlo Frati12, allora direttore della biblioteca Marciana a Venezia, entrambi amici del marito Corrado13 che, prima di seguire ufficialmente la via dell’arte, era stato per una decina d’anni bibliotecario a Bologna, in Biblioteca Universitaria. Gli scritti, pur con date frammentarie che fanno intuire altra corrispondenza, aprono spiragli importanti. Le lettere scritte a Giuseppe Agnelli, conservate alla biblioteca Ariostea di Ferrara14, si aprono con una data: 1905, 11 novembre. A quel tempo Elisa e Corrado Ricci vivevano a Firenze, in Piazza delle Moline 115, alla fine del Lungarno Serristori. Dalle finestre si intravedeva il colle di San Miniato e, accanto, l’Arno, quel fiumicel che nasce in Falterona / e cento miglia di corso nol sazia quasi alla fine del cammino verso il mare, dopo aver spaziato per mezza Toscana. Poco lontano, il Ponte Alle Grazie16 e al di là del ponte, le Gallerie, di cui Corrado era stato nominato direttore, dopo la sua positiva esperienza milanese17.

11 Giuseppe Agnelli: Ferrara 1856, 1940 12 Carlo Frati: Bologna 1863, 1930 13 Corrado Ricci: Ravenna 1858, Roma 1934 14 Archivio Giuseppe Agnelli 15 Piazza delle Moline, o delle Mulina, dal 1911 Piazza Giuseppe Poggi. 16 Già Ponte Rubaconte 17 Dal 1898 al 1903 Corrado Ricci diresse la Pinacoteca di Brera che ebbe, sotto la sua direzione una innovativa sistemazione. Per una descrizione di quegli anni si veda: Lorenzo Balestri, Il colore di Milano: Corrado Ricci alla Pinacoteca di Brera, Nuova S1, Bologna 2006.

IX


Il Ponte Rubaconte o Alle Grazie (Corrado Ricci, Cento vedute di Firenze antica, n° XXXIV, Alinari ed., Firenze 1906)

A Ferrara viveva Giuseppe Cavalieri18, noto collezionista di belle cose e bibliofilo attento e raffinato. Da lettere19 di Clara Archivolti Cavalieri, la moglie, si apprende la consuetudine di Corrado Ricci, almeno dal 1887, a frequentare Villa Altura, dimora usuale dei Cavalieri, a Bologna, da giugno a tutto novembre, forse per sfuggire, in collina, l’estate ferrarese. I rapporti erano quelli di una amicizia piena di rispetto e fiducia. Il ravennate, allora trentenne, era spesso invitato a desinare, qualche volta gli veniva richiesto un consiglio, un parere, una indicazione di materiale bibliografico, di stampe, di incisioni. È poi rimasta traccia di un suo dono che riuscì particolarmente gradito, I teatri di Bologna nei secoli 17. e 18.: storia aneddotica, del 1888. Il catalogo20 della parte più notevole della biblioteca Cavalieri21, catalogo che ancor oggi è punto di riferimento per l’appassionato bibliofilo, venne 18 Giuseppe Cavalieri: Ferrara 1834, Bologna 1918. 19 Biblioteca Classense, Ravenna, Fondo Ricci, Corrispondenti, n. 7229-7240 20 Catalogue des livres composant la Bibliothèque de M. Giuseppe Cavalieri a Ferrara, Florence, Librairie Ancienne T. De Marinis, 1908 21 Giuseppe Agnelli, Giuseppe Cavalieri, «Giornale storico della letteratura italiana», 1919: [..] il gusto e il desiderio delle cose antiche e pregevoli lo dominavano da lungo tempo, la vasta casa della nativa Ferrara era diventata un museo di quadri e porcellane, cofanetti intarsiati e miniature, strumenti musicali e cammei. Ma l’assiduo raccoglitore prediligeva le carte e i libri rari, custoditi nella biblioteca adorna con bacheche e scaffali di bello stile cinquecentesco. Giuseppe Cavalieri collezionava il passato ma era sensibile a nuove iniziative che perseguis-

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