Liliana Babbi Cappelletti, Il Filet Antico

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Liliana Babbi Cappelletti

Il F ilet Antico


Š 2009 tutti i diritti sono riservati - riproduzione vietata Casa Editrice Nuova S1 s.n.c. di Pietro Cimmino Gibellini & C. via Albertazzi 6/5 - 40137 Bologna info@nuovas1.it - www.nuovas1.it Numero ISBN 9788889262351 Prima edizione: dicembre 2009 Seconda edizione: settembre 2013


Introduzione Il ricamo su rete è una tecnica molto antica e pare nata, o rinata, nel sedicesimo secolo, dal desiderio di rendere gli ornamenti più “leggeri”, più adatti ad essere applicati su quelle belle tele bianche che a fine medioevo cominciarono ad essere in uso per confezionare la biancheria personale e della casa. L’uso della rete ricamata - elegante e tanto apprezzata da essere riprodotta nei minimi particolari in ritratti di dame e damigelle dell’epoca - segna un momento importante nella storia delle arti femminili, ovvero il passaggio dal ricamo vero e proprio al merletto. Dopo aver lavorato i candidi lini con punti a fili contati e a fili tirati, per aggiungere trasparenza alla bellezza, si passò all’applicazione diretta della rete quadra, chiamata “rete a modano” dal nome della navetta o ago con cui si esegue o, alla francese, “rete filet”. La rete, conosciuta da sempre per la pesca, venne realizzata, fin dal 1300, con materiali preziosi quali oro e perle e abbellì acconciature e abiti delle nobildonne. Probabilmente in un primo momento non aveva alcun ricamo. Non dovette tuttavia passare molto tempo prima che qualche ricamatrice fantasiosa e di buon gusto pensasse di lavorare direttamente sulle maglie. Si crearono figure geometriche e ornamentali, fogliami, animali e personaggi fantastici o mitologici. Si “scrisse” addirittura, fissando nel tempo aneddoti personali o Copriletto eseguito a filet ricamato, databile al 1588. Lino, cm 105 x 105. storici. La rete venParigi. Musée des arts décoratifs, antica collezione del principe e della principessa de la Tour. ne dapprima esclusivamente costruita a mano, ma nel tempo furono proposte delle realizzazioni meccaniche, tanto che spesso si parlava di “tessuto di rete” (da non confondere con il tessuto chiamato “buratto”, da ricamarsi in maniera simile). I materiali con cui realizzare la rete sono tra i più vari: semplice cotone, lino, seta e, in tempi recenti, filati innovativi come il poliestere. Oggi certamente si trovano in commercio diverse tipologie di rete meccanica, con misure e grossezze diversificate in modo da poter eseguire ogni tipo di manufatto. Le tecniche più utilizzate fin dai secoli passati per ricamare la rete a modano sono principalmente due, il punto tela o tessuto e il punto rete o rammendo: questo tipo di lavorazione identifica “il filet antico”, argomento di questo libro.

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I materiali per eseguire la rete Gli strumenti necessari a “creare” una rete sono pochi e alcuni di questi davvero particolari. Iniziamo con il modano, così caratteristico da dare a volte addirittura il nome alla rete stessa: è formato da due aghi per ciechi, con la cruna “aperta”, uniti al centro per le punte. Ha quindi la forma approssimativa di una spoletta di metallo con due grosse crune alle estremità. La misura di questi aghi è varia, poiché si rapporta alla grossezza del filo che, una volta inserito in un piccolo foro posto ad una delle sue estremità e fermato ripiegandolo ai lati, dovrà avvolgersi ripetutamente da una cruna all’altra. Benché le misure di questo “ago-spoletta” siano abbastanza varie, tuttavia oggi non si trovano più in commercio le misure più piccole con cui un tempo si potevano eseguire reti davvero molto, molto fini. Altro strumento fondamentale è il ferretto o asticciola: può essere rotondo o piatto e la sua grossezza determina la grandezza dei buchetti della rete. Poiché generalmente si utilizzano i ferri da calza (quelli con la doppia punta possibilmente), per sapere quale numero di questi sarà il più adatto, utilizzeremo quello il cui numero corrisponde alla metà della grandezza del buco della rete che si desidera ottenere. Così, se il nostro buchetto deve essere di 5 mm, useremo un ferro da calza del numero 2,5. Naturalmente sarà sempre opportuno fare qualche prova, poichè il tenere il lavoro più o meno “tirato” Questo raro tavolino dei primi del 1800 fu costruito appositamente per eseguire la rete a modano. Possiapuò influire sulla misura finale. mo infatti osservare come nella parte inferiore vi sia un Di non poca importanza è il filato con cui si lavore- comodo cuscino imbottito in crine su cui appoggiare rà la rete: in realtà un piede per fare in seguito leva sul cuscinetto che, a qualsiasi materiale tavolino chiuso, sparisce all’interno della fenditura che vediamo al centro sotto il suo ripiano. “filato” può essere adatto allo scopo. Così si potrà utilizzare del lucido cotone perla nelle sue varie misure, poiché è un materiale morbido che “scorre” facilmente senza troppo annodarsi, ma se desideriamo un prodotto più resistente ci rivolgeremo ad un solido cordonetto, anche questo nelle varie misure (un esempio: per fare un tendaggio si potrà usare anche un cordonetto n° 5, mentre per una finissima incassatura si otterranno splendidi risultati con un cordonetto n° 100 o 120). Il difetto di questo materiale, peraltro preferito da gran parte delle merlettaie per la sua resistenza all’usura del tempo, è la facilità con cui tende ad annodarsi, ma basterà provvedersi di due spilli con cui allargare di volta in volta i nodini per superare questo inconveniente, oppure incerare il filo con della normalissima cera naturale. Bellissimi da utilizzare sono i filati di lino, magari gli stessi usati per i merletti a fuselli, ma è bene fare attenzione che siano abbastanza ritorti e possibilmente “cerati” in modo che Lo stesso tavolino da filet aperto, in posizio- il filo scivoli facilmente senza opporre troppa resistenza: atne di lavoro. Notiamo non solo i tanti picco- tenzione nell’usarli, poiché tagliano facilmente la pelle delle li scomparti nella scatola precedentemente dita, inconveniente che può comunque essere superato metnascosta sotto il ripiano, ma soprattutto tendo qualche cerotto nei punti più soffregati dal filato. osserviamo il piccolo cuscinetto rivestito in Altro materiale usato da sempre è la seta o i suoi sostituti velluto rosso che ora può sporgere all’estersintetici, la cui brillantezza e morbidezza danno una particono per permettere di eseguire la rete.

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lare sontuosità all’arredo finito, ma che richiede una mano già esperta e veloce per la difficoltà di chiudere correttamente i nodi: la seta infatti tende a scivolare provocando una certa irregolarità nelle maglie della rete stessa. Per arredi rustici e particolari si potranno utilizzare a volte anche cordoncini, fettucce o addirittura corda da pacchi. Nel cestino di chi deve eseguire la rete dovranno trovare posto anche degli spilli, utilizzati soprattutto per allentare eventuali nodi, un ago rapportato alla misura del filato usato per eseguire la rete che, terminato il lavoro, dovrà fermare le maglie iniziali, un paio di normali forbici Morsetti avorio: fondamentali per la costruzione di una rete filet sono i morsetti a da sarta e, strumento non indicui potersi agganciare e su cui fare leva. I modelli erano un tempo davvero infiniti, spensabile ma altamente consida quelli semplicissimi in legno povero (risalente al 1800) come quello alla sinistra della foto, a quelli molto più particolari e preziosi posizionati al centro. Entrambi in gliabile, un morsetto da tavolo. Questo ultimo strumento ha avorio, erano utilizzati insieme ad aghi e a stecche dello stesso materiale (custoditi in un astuccio di tartaruga appositamente sagomato) per costituire un prezioso ba- una particolare funzione, poiché gaglio “da viaggio”. In avorio e legno invece è il metro la cui fettuccia fu disegnata serve come leva, come punto manualmente con inchiostro. d’appoggio per l’esecuzione della nostra rete. Questa, costruita eseguendo nodi, richiede un punto fisso che consenta di tirare con una certa forza il filo in modo da serrarli correttamente e da ottenere “maglie” o quadretti molto regolari. Un tempo si consigliava di attaccarsi allo schienale di una sedia o alla maniglia di una porta oppure si utilizzavano cuscinetti da tavolo ben appesantiti in modo che non si spostassero. In seguito si utilizzarono per lavorare anche artistici morsetti di legno tornito da applicare a tavoli e tavolini da lavoro (esisteva, di questi tavolini da lavoro, un modello particolare che addirittura comprendeva un appoggio per un piede con cui aiutarsi a fare leva sul morsetto fissato al suo piano, vedi pag. 4). Serviranno ancora alcune gugliate di filati piuttosto grossi e robusti con i quali ci “attaccheremo” al nostro morsetto o a ciò che lo sostituisce: ad esempio potremo utilizzare vecchi cotoni da uncinetto magari ripetutamente doppiati, oppu- Morsetti in legno: questi eleganti morsetti in legno, appartenenti ad un corredo del 1877, sono re del normale spago per particolari ma certamente più comuni. Interessante il morsetto di sinistra in cui, sotto il cuscinetto imbottito, trovava posto un piccolo cassetto per contenere attrezzi e cotoni. uso domestico, ecc..

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Come si prepara il modano Stabilito quale filato utilizzare per lavorare la rete, lo avvolgeremo accuratamente attorno al modano, facendo attenzione a non riempirlo eccessivamente, perchè si rischierebbe di farlo passare con difficoltà attraverso le maglie, soprattutto attraverso la prima maglia di ogni ferro che, come vedremo in seguito, generalmente è un anellino più piccolo rispetto alle altre maglie. Per sapere esattamente quante volte girare il filo attorno al modano, sarà opportuno fare qualche prova prima di iniziare la rete definitiva. Osserviamo lo schema 1: la figura A rappresenta un modano. Osserviamo come accanto ad una cruna, in alto, vi sia un piccolo foro: questo serve per meglio fissare il filo al modano stesso. Nelle figure di questo schema e in quelle dello schema 2 vediamo i vari passaggi per riempirlo e prepararlo all’uso. Figura B: si introduce il filo nel buchetto del modano (la freccia ne indica la direzione). Figura C: si ripiega il capo del filo all’interno della cruna, verso chi lavora. Figura D: lo si ripiega verso destra e lo si avvolge attorno alla punta della cruna riportandolo al centro della stessa. Figura E: ora lo si volge verso sinistra, sovrapponendolo all’altra punta della cruna. Figura F: prendiamo in mano l’altro capo del filo, indicato nella figura E dalla freccia, e passando sopra al filo già attorcigliato alla cruna - in modo da bloccarlo definitivamente - iniziamo a girarlo attorno alle due crune del modano stesso. Figura G: in questo disegno vediamo come il filo ha già compiuto un giro attorno al modano. Figura H: ecco il nostro modano riempito con più passaggi del filo, pronto per essere utilizzato.

Modani antichi: particolarmente interessante questa antica serie di modani e ferretti adatti alla costruzione della rete, ritrovati in una scatola appartenente ad una ricamatrice del 1877 insieme ad altri attrezzi che vedremo in successive immagini. Tra i modani di particolare fattura sono i due al centro, costruiti manualmente, le cui due crune sono orientate in senso opposto. Notiamo come di materiali e misure diversi siano i tanti ferretti su cui costruire le singole maglie (ferro, ottone, legno).

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A

B

C

D

F

G

H

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E 2

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La posizione delle mani Schema 3: osserviamo quale deve essere la posizione corretta delle mani, soprattutto della mano sinistra, cui spetta il compito di trattenere i fili nei vari passaggi, mentre la mano destra posiziona di volta in volta il filo o il modano nei punti adeguati. Compito della mano sinistra è, inoltre, il sorreggere il ferretto: posizioniamo quindi la mano con il palmo rivolto verso noi, le dite unite e dritte e appoggiamo il ferretto sopra e davanti all’indice. Fermiamolo con il pollice, in modo da trattenerlo ben dritto. La mano non dovrà essere rigida, per consentire e per facilitare di volta in volta i movimenti che le dita dovranno fare per ottenere dei nodi e delle maglie perfetti.

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Forbici e puntaspilli: vari attrezzi inerenti la lavorazione di merletti e ricami. Si notano in particolare una serie di agorai e puntaspilli, tra cui di raffinata eleganza quello piccolo e rotondo a destra della foto costruito in tartaruga. In legni preziosi la scatola porta spolette, ferri e stecche tipici della lavorazione a filet. Nella zona inferiore è una piccola parte di una più importante collezione di forbici e forbicine da lavoro, fra cui di particolare valenza le due al centro poichè risalenti al 1500.

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Come contare le maglie e i quadretti di una rete Si tenga presente che la rete che noi dobbiamo realizzare è composta di maglie che racchiudono tanti buchetti quadrati, quelli che noi dovremo riempire con il nostro ricamo in modo da ottenere delle “figure” piene che risalteranno sul resto della rete “vuota”. Per costruire una rete di una certa misura ci servirà quindi sapere quante maglie dovremo eseguire, ma nello stesso tempo, per sapere se riusciremo a riprodurre il nostro disegno all’interno della rete eseguita, sarà necessario sapere di quanti buchi è composta. Ricordo che i disegni da ricamare sulla rete sono a quadretti come quelli per il punto croce a un solo colore e quindi ogni quadretto corrisponde ad un buchetto della rete stessa. Per contare le maglie durante la lavorazione sarà sufficiente contare tutti gli anellini che si hanno sul ferretto, ma per sapere quanti quadretti abbiamo in realtà conteremo le maglie sul ferretto meno due, ovvero meno le due maglie di cimosa, quelle che sono ai due lati esterni. Avendo un disegno preciso da eseguire, dovremo costruire una rete di una misura ben precisa: per sapere a priori di quante maglie dovrà essere la larghezza e la lunghezza della nostra rete conteremo il numero dei quadretti del disegno in altezza e in larghezza più due quadretti vuoti attorno, più le due maglie esterne di cimosa. Prendiamo come esempio il disegno del cuoricino illustrato nello schema 4 e riportato qui accanto: avremo in larghezza 7 quadretti di disegno più due quadretti di rete vuota più due maglie di cimosa, per un totale di 11 maglie. Ciò significa che durante l’esecuzione della rete dovremo aumentare le maglie fino ad averne 11 sul nostro ferretto. Se invece dobbiamo sapere di quanti quadretti, ovvero di quanti buchi deve essere la larghezza della nostra rete, conteremo solo i quadretti del disegno più due quadretti di bordo ai lati: avremo quindi 7 quadretti di disegno più 2 quadretti ai lati per un totale di 9 quadretti. Nel caso decidessimo di ricamare su una rete meccanica, converrà tagliare la rete in modo da avere almeno due quadretti in più su ogni lato oltre ai quadretti del disegno vero e proprio.

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7 quadretti + 2 buchetti laterali

8 6 quadretti + 2 quadretti vuoti sopra e sotto

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Come si esegue la rete a modano Prima di descrivere i vari passaggi per la realizzazione di una rete perfetta, è importante fare almeno una premessa perchè, se l’eseguire la rete a modano è in definitiva una operazione facile trattandosi di ripetere sempre gli stessi identici movimenti, l’imparare ad eseguirla non è poi così semplice come potrebbe credersi. I movimenti delle due mani infatti, da eseguirsi in perfetta sincronia, ci appariranno dapprima piuttosto complessi, tanto da farci dubitare di averle mai sapute usare correttamente o addirittura ci porteranno a rinunciare con una certa facilità. Basterà invece insistere riprovando lentamente i movimenti di base e, mio consiglio personale, ripetendosi contemporaneamente i relativi passaggi come se fosse una vera filastrocca: garantisco risultati eccellenti!! Una volta fissato al tavolo il nostro morsetto, iniziamo procurandoci un filo robusto di circa 20 cm di lunghezza: sarà il supporto sul quale inizieremo a costruire le prime maglie della nostra rete. Sarà robusto perchè, ogni volta che eseguiremo un nodo, faremo leva sul morsetto a cui lo avremo legato, tirandolo con una certa energia, in maniera che il nodo stesso sia ben serrato e la maglia che ne deriva sia ben tesa e identica alle precedenti. Nello schema 5, il punto d’appoggio (il morsetto) è disegnato come una lineetta grigia (vedi freccia 1), mentre il robusto filo su cui costruire le prime maglie della rete, il filo portante o reggente (freccia 2) è colorato in rosso. Con la freccia 3 si indica invece il modano, il cui filo in uscita, freccia 4, verrà legato al centro del filo di supporto con un semplice nodo. Perchè questo non ci infastidisca durante la creazione delle prime maglie, ne legheremo la punta con un’ulteriore semplice nodo eseguito a qualche cm di distanza (freccia 5). È importante mantenere legato un pezzetto piuttosto lungo del filo con cui andremo ad eseguire la rete perchè, terminato il nostro lavoro e sfilate le prime maglie dal filo portante, questo ci servirà per fissare e unire i nodini delle maglie stesse. Vediamo quindi come avvolgere il filo attorno alle mani per iniziare il primo passaggio dell’esecuzione della rete (schema 6 e schema 7). Si posiziona la mano sinistra con il ferretto sotto il filo annodato al filo reggente (disegno A e freccia 1) e con la mano destra si porta il filo sopra alle dita e sopra al ferretto.

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