Nuove Proposte Giugno 2020

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www.nuove-proposte.com

Anno XXVIII - giugno 2020 - n. 354 - Euro 1,30

Mensile di Informazione Nazionale con inserto Speciale Internazionale

Gabriella Martinelli

il mio mondo di musica e parole Salute

Focus

pp. 16-19

pp. 25-28

Controlli, allergie e grandi mangiate: prendiamoci cura del nostro corpo

Scopriamo cosa ci ha lasciato di positivo il lockdown

ALL'INTERNO Libri, tv, arte, viaggi, sport, concerti e... altro ancora


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EVENTI | NUOVE PROPOSTE

Giugno 2020

S O M M A R I O

direzione editoriale: Edit Italia S.R.L.S. comm@nuove-proposte.com direttore responsabile: Luigino Borgia lborgia@nuove-proposte.com direttore editoriale: Gianna De Santis vicedirettore: Paolo Sabatini psabatini@nuove-proposte.com grafic director: Stefania Ruggeri grafica@nuove-proposte.com segreteria di redazione: redazione@nuove-proposte.com (per comunicazioni, eventi e compleanni) comitato di redazione: Caporedattore Giulio Bussinello, Fabio Bogi responsabili di redazione: Elisabetta Zazza, Cristina Monaco, Francesca Coculo, Sara Candiano, Angela Passariello hanno collaborato a questo numero: Giuliano Alberto-Maria Angelini, Arianna Di Biase, Riccardo Borgia, Manuela Brandimarte, Valentina Fotia, Carlo Franciosa, Arianna Gnasso, Iwona Grzesiukiewicz, Franco Lanciani, Mattia Martiradonna, Marcello Mastino, Diletta Murgia, Sara Pellegrino, Claudia Pennacchio, Antonino Portaro, Antonella Riccardi, Maria Laura Zazza.

Editoriale e periscopio 4 ● Covid-19: gli effetti sull’economia 5 ● Impariamo a “convivere” con il virus Attualità 6 ● Roma, piano estivo anti zanzare 7 ● Nella capitale 150 chilometri di piste ciclabili 8 ● Regione Lazio, bando per aiutare i piccoli comuni 9 ● Progetto sociale per le persone con disabilità Società 10 ● LoudLift, la cabina di registrazione della rinata Manifattura Tabacchi 11 ● Droni, nuove regole per il volo 12 ● L’impatto ambientale della carne 13 ● Bollette meno care con la pandemia 14 ● Marchio Ue all’area archeologica di Ostia Antica Salute 16 ● I fastidiosi sintomi dell’allergia 17 ● Grasso addominale: cause e rischi 18 ● La prevenzione del tumore ovarico 19 ● L’alimentazione ideale per l’estate

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Sport 20 ● Il museo del calcio compie vent’anni 21 ● La Ferrari dà il benvenuto a Sainz Approfondimento 22 ● Il quadrato magico 24 ● L’insula romana dell’Ara Coeli 29 ● La storia di Valentina Tereshkova 30 ● Il bracciale per il distanziamento sociale

Pubblicità in proprio Edit Italia S.r.l.s. Tel. 06 43598964 - Cell. 335 6611311 comm@nuove-proposte.com

Focus: Cosa ci lascia di positivo il lockdown? 25 ● Italia, tra divisioni e unità 26 ● L’importanza di un abbraccio 27 ● Tutti cantano per l’Italia 28 ● Riaperti i parchi di Roma

Spettacolo&cultura 31 ● Le statue parlanti di Roma 32 ● Riaprono musei, siti archeologici e mostre 33 ● Giuseppe Di Stefano: la stella della lirica 34 ● Il nuovo disco di Naomi Berrill 35 ● “Dietro”: il singolo di Peligro 36 ● Intervista alla cantautrice Gabriella Martinelli 38 ● La quarta stagione di “Skam Italia” 39 ● La serie di Netflix “Never have I ever” 40 ● Recensiti per voi: proposte di lettura 41 ● Giulia Manzi racconta la sua “Siria e…” 42 ● Il cinema ai tempi del Covid-19

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direzione e amministrazione Via Pio Molajoni, 37 - 00159 Roma Tel./Fax 06 43598964 www.nuove-proposte.com ufficio stampa lettori@nuove-proposte.com

Assaggi & paesaggi 45 ● Piazza Mattei tra leggenda e incanto

46 ● Avignone, la città dorata e sfarzosa

La riproduzione di testi e immagini deve essere autorizzata per iscritto dall’editore. La responsabilità dei contenuti dei testi è esclusivamente degli autori. Salvo accordi scritti o contratti di cessione copyright, la collaborazione è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

I nostri amici animali 48 ● Ecco la rana di Berger

Post it 50 ● Auguri

NUOVE PROPOSTE

nella causale dell’abbonamento indicare i dati personali e l’indirizzo per la spedizione Si ringraziano gli inserzionisti per il loro contributo che consente la pubblicazione del periodico

Moda & Tendenze 43 ● Le ballerine: scarpe senza età 44 ● Boom di acquisti online

Liberamente 49 ● L’angolo della poesia - Ricetta

Abbonamento (spedizione postale) annuo e sostenitore euro 80,00 per abbonamenti: C/C postale N: 001047147564 Edit Italia Srl Via Pio Molajoni, 37 00159 Roma Codice IBAN: IT97 F030 6905 0521 0000 0009 375 BANCA INTESA SAN PAOLO Fil. Roma Tiburtina

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Nuove Proposte - iscrizione nel registro stampa del tribunale di Roma n. 660/92 del 19/12/1992 stampa | GRAFICA RIPOLI Srl Finito di stampare: giugno 2020 In copertina: Gabriella Martinelli - @LilithFoto foto per gentile concessione


editoriale

COVID-19: GLI EFFETTI DEL VIRUS ATTERRANO L’ECONOMIA MONDIALE

Direttore Responsabile LUIGINO BORGIA

Per riprendersi da questa pandemia ci vorrà molto tempo. Pil e tasso di disoccupazione potranno migliorare solo a partire dal prossimo anno

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a pandemia di Covid-19 ha scatenato uno tsunami di proporzioni gigantesche, una crisi sanitaria con ripercussioni consistenti sull’economia mondiale e i mercati finanziari. La maggior parte delle nazioni è alle prese con un Pil in forte calo, la contrazione dei consumi e la difficile gestione della Fase 2, nel tentativo di favorire la ripresa delle attività e scon-

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È evidente che siamo di fronte a un evento senza precedenti, soprattutto perché sussistono molti dubbi e incertezze sulla possibile evoluzione del virus nei prossimi mesi. Eppure, la ripresa economica dipenderà proprio dalla capacità degli stati di contenere la diffusione dei contagi, mettendo in atto misure per favorire la ripresa economica. L’unica soluzione è riuscire a ripristinare il commercio mondiale, sostenendo imprese e famiglie durante e dopo i mesi di lockdown. Secondo le stime dell’Fmi, l’Italia sarà tra i paesi più colpiti dalla crisi economica di questo 2020. In base alle previsioni, infatti, quest’anno il Pil italiano

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giurare così una depressione economica. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha reso note le valutazioni realizzate in seguito alla crisi finanziaria del 2020, analizzando la situazione attuale e l’impatto sull’economia mondiale del nuovo Coronavirus, pubblicando le previsioni all’interno del World Economic Outlook. Si tratta di uno studio dettagliato, con il quale si è cercato di delineare i possibili scenari futuri, affinché i paesi siano in grado di adottare le contromisure adeguate alle sfide che ci attendono. Per quanto riguarda il Pil mondiale, per il 2020 è attesa una contrazione del 3% del Prodotto interno lordo nell’intero pianeta, con una perdita complessiva che soltanto quest’anno potrebbe aggirarsi intorno ai 9mila miliardi di dollari. La cifra è davvero considerevole, uguale a 5 volte il Pil italiano fatto registrare nel 2019, superiore a quello di Giappone e Germania messi assieme e pari al 45% di quello degli Stati Uniti.

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potrebbe arrivare a perdere fino al 9,1%, di fronte a un dato pre Covid-19 che si attestava in rialzo dello 0,5%. Male anche sul fronte della disoccupazione, con un tasso in aumento nel 2020 al 12,7%. Le indicazioni dell’istituzione internazionale prevedono un quadro in miglioramento nel 2021, tuttavia la situazione dipenderà dall’effettivo controllo del Coronavirus e dalla ripresa delle attività economiche nel prossimo anno. In questo caso il Pil potrebbe recuperare il 4,8% nel 2021, contro un’indicazione precedente di +0,8%, con un tasso di disoccupazione che potrebbe scendere al 10,7%.


periscopio

IMPARIAMO A “CONVIVERE”: COMPROMESSI E PICCOLE RINUNCE

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Direttore Editoriale GIANNA DE SANTIS

Ci attendono mesi di convivenza con il “virus”. Saranno necessari sacrifici da parte di tutti, ognuno di noi avrà il suo ruolo affinché l’ingranaggio della macchina non si blocchi di nuovo

onvivere”, vivere con, vivere insieme nella stessa casa. Questo è ciò che dovremo imparare a fare nei prossimi mesi, provare a riprenderci un po’ di vita normale e quotidiana, ma gestendo una convivenza con il “virus”. A qualcuno può sembrare semplice, dopo due mesi abbondanti di lockdown riassaporare poco a poco ogni aspetto del vivere giorno per giorno sarà già qualcosa; per altri invece sarà terribilmente difficile continuare a fare rinunce, perché la voglia di libertà sarà più forte. Eppure, in nome della salute di tutti, in primis la propria e quella delle persone a cui si vuole bene, dovremo

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imparare nuove regole: il distanziamento sociale (uno o due metri) e indossare le mascherine almeno nei posti chiusi anche se in piena estate o dove la distanza non si può rispettare. In altri casi sarà importante continuare a lavarsi per bene le mani o a igienizzarle, o meglio ancora ad usare i guanti. Il nemico c’è, resta invisibile anche se i numeri sono decisamente più confortanti di due mesi fa. Ma guai ad abbassare la guardia. E allora, come si fa

quando si decide di andare a convivere con un’altra persona, dovremo armarci di pazienza, scendere a qualche compromesso e perché no fare anche qualche piccola rinuncia. Se ognuno farà la sua parte, sarà meno faticoso per tutti, proprio come in una grande famiglia. E nella nostra società ognuno ha un ruolo o un compito da portare avanti, indispensabile per far muovere la macchina in avanti. Un passo alla volta. Come in un perfetto ingranaggio!

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attualità

Roma & Co.

IL COMUNE DI ROMA HA VARATO IL PIANO ESTIVO ANTI ZANZARE di Paolo Sabatini

Contro le punture dei fastidiosi insetti, al via una sanificazione sanitaria da 250mila euro. In programma anche derattizzazione e disinfestazione

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rriva l’estate e con essa tornano il caldo, le belle giornate e… le zanzare. Gli insetti appartenenti all’ordine dei ditteri, oltre ad essere fastidiosi con le loro punture, risultano potenziali portatori di malattie infettive e per questo pericolosi per la salute degli esseri umani. Al fine di prevenire e di contrastare i pericoli derivanti dalle loro punzecchiature, il Comune di Roma ha varato un piano anti zanzare per consentire un’operazione di sanificazione straordinaria

della città capitolina. La campagna, che si associa ai processi di derattizzazione e di disinfestazione contro altri animali infestanti, ha avuto inizio con le attività di controllo nei Municipi IX e X, per poi spostarsi nelle altre aree dell’Urbe, a cominciare dai quartieri centrali della metropoli romana, da Trastevere a piazza Benedetto Cairoli, alle vie limitrofe alla stazione Termini, e proseguire quindi per il resto della Capitale. Le operazioni in corso prevedono l’utilizzo di un pro-

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dotto larvicida e non tossico da impiegare all’interno delle caditoie, dei tombini e delle griglie delle strade, a cui andranno aggiunti interventi nelle aree private, per i quali si richiederà la collaborazione di condomini e singoli cittadini. L’intervento sarà efficace contro

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ogni tipo di zanzara, compresa quella tigre, e per la sua realizzazione sono stati stanziati 250mila euro, derivanti dall’assessorato alle Politiche del Verde attraverso una gara-ponte, a cui ha fatto seguito un accordo quadro complessivo da 7,5 milioni di euro.


Roma & Co. attualità

LA CAPITALE RIPARTE DALLE DUE RUOTE: 150 CHILOMETRI DI PISTE CICLABILI di Marcello Mastino

La Giunta ha approvato un progetto straordinario per incentivare la mobilità attiva e sostenibile, che prevede la realizzazione di nuovi percorsi

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ella Fase 2 Roma vuole ripartire, ma su due ruote. Questa è l’alternativa dichiarata dalla Giunta comunale che garantirà al cittadino

di percorrere il lungotevere da Ponte Milvio a Ponte Testaccio da un lato e da Corso Francia a Ponte Sublicio dall’altro, o da via Nazionale e dentro al sottopasso fino a via del Tritone per fare qualche esempio. Questi sono alcuni dei percorsi dei 150 km di pista approvati dalla Giunta della città, all’interno di un piano straordinario per la realizzazione di nuovi percorsi ciclabili transitori sulle vie principali di Roma, uniti ad altrettante strade strategiche che confermino ulteriormente la mobilità attiva e sostenibile in bicicletta e monopattino. «Potenziando la mobilità attiva, ciclabile e pedonale, potremo limitare il ricorso alle autovetture e alleggerire il peso sul trasporto pubblico. È un piano che attueremo in linea con le altre misure previste per garantire il rispetto delle norme anti-Covid, come il distanziamento sociale, che ci aiuterà a migliorare la vivibilità delle nostre strade», ha dichiarato soddisfatta la sindaca Virginia Raggi. Tra le prime realizza-

zioni: il prolungamento della pista ciclabile Tuscolana, da piazza Cinecittà a largo Brindisi; da piazza dei Giureconsulti a Porta Cavalleggeri; da piazza Cina a viale Egeo; poi il prolungamento della ciclabile Nomentana fino a piazza della Repubblica; da Fonte Laurentina a viale Cristoforo Colombo; da piazza Pio XI ai Colli Portuensi. «Transitorie e non temporanee, perché data l’emergenza le realizziamo velocemente in modalità semplificata,

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secondo quanto previsto in tempi molto più dilatati, e comunque con la massima sicurezza per tutti gli utenti della strada, con il programma di perfezionarle mano a mano che verranno definiti i progetti e le cantierizzazioni con gli ulteriori dettagli, per classificarle infine come permanenti – ha aggiunto l’assessore alla Città in Movimento Pietro Calabrese –. Anticipiamo il completamento della rete romana per chi sceglierà di usare la bicicletta al posto delle auto, specialmente nella versione elettrica molto più agile per le salite della Capitale, così come i monopattini di ultima generazione, liberando spazio anche per chi non potrà fare a meno di spostarsi con il proprio autoveicolo».

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attualità

Roma & Co.

REGIONE LAZIO, ECCO UN BANDO PER SOSTENERE I PICCOLI COMUNI di Marcello Mastino

Con “Un paese ci vuole” si cerca di aiutare i centri con meno di 5mila abitanti a valorizzare il proprio patrimonio culturale e ambientale

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un Paese intero che non aspetta altro che ripartire. La Regione Lazio dal canto suo ha infatti creato un bando che garantirà ai comuni con

una popolazione inferiore ai 5000 abitanti di presentare progetti atti alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale e ambientale locale, materiale e immateriale: un contributo regionale in c/capitale che sarà pari al 100% del costo totale ammissibile fino a un importo pari a 40 mila euro per ciascuna proposta. In un momento delicato come quello causato dal Covid-19, l’intento del bando denominato “Un paese ci vuole” è

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quello di dare una maggiore spinta allo sviluppo della partecipazione sociale, volto al miglioramento del decoro urbano e alla creazione di spazi dedicati alle attività tradizionali: da mirati interventi urbanistici per la messa in sicurezza di piazze e giardini alla valorizzazione di tutte quelle iniziative che sostengono l’imprenditoria giovanile, assieme al tessuto economico produttivo che fa riferimento ai prodotti tipici, ai saperi, alle tradizioni e

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al patrimonio naturale. «Crediamo che con molta attenzione, cautela, responsabilità e accortezza per la salute di tutti, potremo tornare presto a vivere il gusto puro e semplice dello stare insieme in luoghi magnifici come quelli che offrono i nostri piccoli comuni. La domanda di contributo dovrà essere trasmessa entro il 15 luglio 2020» spiega in comunicato Cristiana Avenali, responsabile Piccoli Comuni della Regione Lazio.


Roma & Co. attualità

“DOPO DI NOI”, IL PROGETTO SOCIALE PER LE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE di Valentina Fotìa

Roma Capitale scende in campo per sostenere coloro che sono più fragili. Per aderire all’iniziativa e presentare le domande c’è tempo fino al 13 luglio

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’è tempo fino al 13 luglio per presentare le domande e aderire ai progetti personalizzati “Dopo di noi” di Roma Capitale. Si tratta di iniziative pensate per persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare o che, con la perdita dei genitori non hanno un sostegno per gestire e sviluppare la vita quotidiana. L’obiettivo è dare un insieme di servizi, affinché sia possibile una presa in carico globale e continuativa della persona, garantendone il raggiungimento della maggiore indipendenza

possibile. Per ognuno sarà stilato un progetto personalizzato e dinamico, studiato da un’equipe multidisciplinare, articolato in un ventaglio di servizi, risorse e supporti per tutte le diverse fasi della vita. In questo modo si cercherà di garantire al diversamente abile un percorso di crescita, tenendo in considerazione tutte le sue necessità. Per presentare la domanda ci si può recare al Punto unico di accesso (Pua) del Distretto sanitario di appartenenza o presso il Segretariato sociale del municipio,

oppure spedire il tutto via mail all’indirizzo di posta elettronica ordinaria del municipio di residenza. Con questa delibera Roma Capitale si mette in linea con il progetto fondamentale per le persone con disabilità. «Al centro della nostra azione ci sono le persone più fragili – spiega l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità

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Solidale di Roma Capitale Veronica Mammì –. È un passaggio fondamentale per contribuire e rispondere a un’esigenza vitale sentita da tante famiglie. Questi progetti rientrano in un’ampia azione per superare una logica assistenziale, puntando alla maggiore indipendenza possibile e allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno».

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società

rigenerazione urbana

LOUDLIFT, LA CABINA DI REGISTRAZIONE DELLA RINATA MANIFATTURA TABACCHI di Francesca Coculo

A Firenze un piccolo studio all’interno di un montacarichi in disuso per registrare la musica di tutti. Basta acquistare un gettone per entrare e ottenere una sessione di quattro minuti

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na cabina di registrazione, ma diversa da come siamo abituati a pensarle. Loudlift è la cabina ricavata da un montacarichi in disuso, all’interno di uno degli edifici della Manifattura Tabacchi a Firenze. Ma non sono le sue dimensioni a renderla speciale, bensì la modalità per accedervi: basta infatti acquistare un gettone che dà il diritto a quattro minuti di sessione di registrazione al suo interno. Una volta registrato il pezzo, si può scegliere se portarlo a casa su chiavetta usb, oppure (a fronte di una spesa maggiore) vederselo recapitare al proprio indirizzo inciso su vinile. Le recording booth (questo il termine nel loro paese di origine) sono una novità in Italia, ma oltreoceano erano già ampiamente utilizzate sin dal secondo dopoguerra, e oggi sono luoghi dove artisti come Neil Young o Jack White registrano i loro pezzi più famosi. La cosa ancora più bella della Loudlift è il suo essere democratica, perché accessibile a tutti: dai musicisti più famosi a quelli in erba. E quella della Manifattura Tabacchi al suo interno ne ha visti di musicisti nostrani: da Davide Toffolo a Brunori Sas, nel loro caso per dei mini concerti della durata di quattro minuti appunto. Resta comunque un’idea originale e utile, ma soprattutto il modo più artistico per rivalutare un luogo e metterlo al servizio della comunità. E questo riguarda tutta l’area della Manifattura Tabacchi, una zona in disuso da anni. Nata nel 1940, è stata un centro per la lavorazione del tabacco, venne abbandonata nel 1999 e solo nel 2016 è arrivato il progetto di riqualificazione, per ridare vita ai 100mila mq e ai 16 edifici che la compongono. Un albergo, lo studentato, un opificio, spazi espositivi per mostre ed eventi, oltre naturalmente alla Loudlift. Tanti progetti per donare alla città un spazio culturale innovativo, per ricordare la storia di questo impianto, ma soprattutto per farlo tornare a vivere in una nuova veste, più funzionale alle esigenze dei nostri tempi.

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Foto di Giovanni Savi per gentile concessione

Foto di Giovanni Savi per gentile concessione

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aviazione società

DRONI, NUOVE REGOLE PER IL VOLO di Giulio Bussinello

La normativa che si applica ai mezzi aerei a pilotaggio remoto subisce molti aggiornamenti. Ecco tutto quello che c’è da sapere

dati o telecamere. Eseguita la registrazione andrà scaricato un QR-code da apporre sul drone, come identificativo dello stesso. Prima di iniziare a sperimentare il volo con il drone, bisognerà fare un’assicurazione per danni verso terzi e rispettare una serie di regole, dopo però aver conseguito l’esame per l’abilitazione sul sito www.enac. gov.it, a seguito di un training on line anche se il volo sarà solo di natura ricreativa. Guardando la normativa europea, il regolamento de-

legato (EU) 2019/945 della Commissione europea stabilisce le regole per l’immissione nel mercato dei Sapr e il regolamento di esecuzione (EU) 2019/947 quelle applicabili alle operazioni dei mezzi, agli operatori e ai piloti. I regolamenti sono entrati in vigore il 1° luglio 2019 e saranno applicabili dalla stessa data del 2020. Il sito www.d-flight.it contiene delle mappe che andranno sempre consultate da chi sperimenterà questo tipo di volo da remoto, e sono utili per sapere dove si può vola-

re e dove invece è precluso. Oltre a rispettare le quote massime presenti sul portale citato, è sempre precluso: volare vicino agli aeroporti e sorvolare gli assembramenti di persone. Inoltre bisogna tenersi a cinquanta metri di distanza da chi non è coinvolto nelle operazioni e rispettare la normativa sulla privacy. Quest’ultimo regolamento dal 2013 ad oggi ha subito moltissimi cambiamenti, per cui chi è interessato al volo con droni dovrà aggiornarsi continuamente.

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uando si acquista o si viene in possesso di un drone, bisogna porre attenzione alle istruzioni e verificare le regole da rispettare. Secondo quanto previsto dalla normativa dell’ente nazionale di aviazione civile, che ha regolato il settore nazionale dei mezzi aerei a pilotaggio remoto (Sapr), bisognerà registrarsi (salvo proroghe previste per legge a seguito della situazione Covid-19) e ottenere un attestato entro il 1° luglio 2020, sul sito www.dflight.it, società del Gruppo Enav S.p.A., qualora il peso sia maggiore o uguale a 250 grammi o nel qual caso sia inferiore ma abbia dei sistemi o sensori di rilevamento

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società

ambiente

L’IMPATTO AMBIENTALE DELLA CARNE: È IMPORTANTE RIDURNE IL CONSUMO di Arianna Di Biase

L’eccessiva produzione e presenza di alcuni prodotti alimentari di origine animale presenti nella nostra dieta è nociva per la natura. Alcuni studi ne rivelano i motivi

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l cambiamento climatico è ormai diventato un argomento di interesse mondiale, ed è al centro di ogni dibattito. Oltre alle varie proposte per attutire l’emergenza ambientale tra cui l’energia rinnovabile, il riciclaggio e altre soluzioni a impatto zero, si è iniziato a discutere dell’impatto devastante della produzione di carne. In particolare, uno studio della Oxford University ha rilevato dei dati impressionanti. Soltanto per provvedere al 18% di calorie e al 37% di proteine, gli alle-

vamenti occupano l’83% dei terreni agricoli ed emettono il 60% di gas serra. Inoltre, per produrre 100 grammi di proteine, l’industria della carne emette fino a 150 kg di CO2. Una proporzione sconvolgente, soprattutto se confrontata con le coltivazioni vegetali, le cui cifre sono nettamente inferiori. Deforestazione, inquinamento e degradazione ambientale sono un effetto conseguente al consumo di carne. Tuttavia, senza dover ricorrere per forza a una dieta strettamente vegetariana

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o vegana, è possibile avere piccoli accorgimenti nel rispetto del nostro pianeta. Innanzitutto, è preferibile acquistare prodotti locali e di stagione, ridurre il consumo di carne in maniera graduale, preferendo menù

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vegetariani ed evitando cibi eccessivamente processati, che comportano un ingente spreco di energia. Come vedete non sono necessari grandi gesti, solamente un po’ di attenzione e cura nei confronti della biodiversità.


economia società

LA PANDEMIA RALLENTA L’ECONOMIA E LE BOLLETTE DIVENTANO MENO CARE di Angela Passariello

Qualcosa di buono sta succedendo in questo momento di privazioni e sacrifici: diminuiscono i costi di luce e gas, un bel risparmio per le famiglie

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na buona notizia arriva dal mondo energetico, in buona parte grazie al covid-19. Calano le bollette dell’energia elettrica, in misura maggiore per il mercato tutelato, un po’ di meno per il libero mercato. Coloro che continuano ad utilizzare le tariffe decise dall’Authority per l’energia, sono maggiormente tutelati proprio dall’autorità stessa che ha già abbassato le tariffe (da gennaio 2022 tutti sono tenuti a passare al mercato libero). I cittadini, invece, che sono già clienti dei gestori privati, devono concordare con essi un tariffario più favorevole. La pandemia, che ha colpito le nostre società e ha imposto a tutti misure stringenti, ha prodotto un rallentamento dell’economia e una ri-

duzione dei consumi: è calata, infatti, la domanda delle materie prime come petrolio e gas. Le grandi compagnie petrolifere si sono trovate con un surplus di barili invenduti e sono state costrette a ridurre i prezzi dell’“oro nero”. Il gas, dal canto suo, ha risentito delle quotazioni regolate dai mercati all’ingrosso; a tutto ciò si è aggiunto un calo delle tariffe per trasporto e distribuzione. Rimangono, sempre a carico delle bollette, i costi per oneri vari e la tassazione nazionale, ma nel complesso una riduzione del costo delle bollette è evidente già da aprile scorso e continuerà per molti mesi ancora. Per una famiglia media si calcola una detrazione annua del 18% per elettricità e del 13% per il gas. Un altro buon

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segnale, a parere degli esperti, è che la ripresa delle attività non porterà inevitabilmente alla crescita dei prezzi, perché dopo una crisi non si ritorna mai ai prezzi precedenti, ma si avvia una fase di contenimento e regolarizzazione mondiale dei costi delle materie prime, tutto a beneficio dei consumatori ed utenti.

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società

onorificenza

L’Unione Europea ha insignito il sito alle porte di Roma dell’importante riconoscimento, attribuendogli un ruolo centrale nella storia e nella cultura del nostro continente

ALL’AREA ARCHEOLOGICA DI OSTIA ANTICA IL MARCHIO DEL PATRIMONIO EUROPEO di Diletta Murgia

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eta ogni anno di numerosi turisti provenienti da ogni parte del mondo, il parco archeologico di Ostia Antica è stato recentemente riconosciuto dalla Commissione Europea come “Patrimonio storico e culturale europeo”: il sito archeologico romano è stato difatti insignito del “Marchio del patrimonio europeo”. Assegnato su iniziativa del

Commissario per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Educazione e la Gioventù, il premio riconosce al sito dell’antico porto di Roma un ruolo fondamentale nella storia e nella cultura europea, valorizzato dall’intenso programma di rilancio attuato negli ultimi anni. Ostia Antica ha guadagnato il primo posto nella classifica dei dieci siti storici insigniti quest’anno del titolo: un risultato reso possibile dall’impegno, la capacità e la passione dei tanti professionisti dei beni culturali che vi lavorano. Ostia Antica è stata scelta al termine di una procedura di selezione, che ha visto impegnati esperti indipendenti provenienti da tutto il continente nella valutazione delle candidature avanzate dagli Stati membri. Il riconoscimento è stato istituito nel 2013 e finora ha premiato 48 siti europei tra i quali figurano anche il Forte di Cadine a Trento e il Museo casa Alcide de Gasperi a Pieve Tesino. Oltre ad Ostia Antica, il “Marchio del patrimonio europeo” quest’anno è stato consegnato ad altri 9 siti europei dal Portogallo alla Polonia. Testimoni degli albori della civiltà oppure dell’Europa così come la conosciamo oggi, questi siti celebrano e simboleggiano

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gli ideali, i valori, la storia e l’integrazione del continente e offrono a tutti i cittadini dell’Ue una grande possibilità di avvicinarsi al patrimonio culturale e rafforzare il sentimento di appartenenza. I siti del patrimonio a marchio Ue danno vita al discorso narrativo europeo e alla storia che esso racchiude e la loro rilevanza va ben oltre l’estetica: l’obiettivo è difatti quello di promuovere la dimensione continentale dei siti e garantirne l’accessibilità. Questo implica l’organizzazione di un’ampia gamma di attività didattiche, specialmente per i giovani. I siti del patrimonio europeo possono essere visitati individualmente o come parte di un circuito. I visitatori possono toccare con mano la vastità e la portata di ciò che l’Europa ha da offrire e dei traguardi che ha raggiunto.



salute

allergie

ARRIVANO CON LA BELLA STAGIONE I FASTIDIOSI SINTOMI DELL’ALLERGIA di Giuliano Alberto Maria Angelini

Le cause sono da ricercare in una predisposizione genetica, ma anche in fattori ambientali

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on l’arrivo della bella stagione, potrebbe esservi capitato di starnutire senza sosta o avere il naso chiuso e soffrire di lacrimazione agli occhi. Ecco che vi è una buona probabilità che siate soggetti allergici! Vediamo nel dettaglio cos’è l’allergia. È la più comune malattia immunitaria, caratterizzata da una reazione infiammatoria verso agenti innocui, presenti nell’ambiente esterno. Si va dai componenti dell’aria inspirata (pollini, muffe, polveri dell’ambiente domestico o lavorativo) a componenti del cibo o dei farmaci. Le sostanze che provocano una reazione del genere sono anche indicate come “allergeni”. Esiste una predisposizione genetica

a sviluppare allergie, ma negli ultimi decenni, in particolare in Occidente, si è manifestato un impressionante aumento di queste patologie. La rapidità del fenomeno ha posto in evidenza il ruolo prevalente dei fattori ambientali rispetto a quelli genetici. Inquinamento atmosferico e miglioramento delle condizioni igieniche sono le ipotesi più accreditate. Questi fattori intervengono sui meccanismi che regolano il normale funzionamento del sistema immunitario, amplificando una risposta immunitaria (nota come Th2), caratterizzata dalla produzione di anticorpi (IgE). I sintomi irritativi/infiammatori che insorgono a seguito dell’esposizione a un agente esterno sono: occhi rossi, prurito, lacrimazione, starnuti, congestione nasale, tosse, gonfiore o prurito alla bocca, crampi allo stomaco, nausea, vomito e altri. In rari casi, la reazione allergica può scatenare uno shock ana-

filattico, che può essere anche fatale. Per capire se si è allergici a qualcosa, in genere, il test di primo livello è il prick test. Si tratta di un esame semplice e indolore. Ad oggi non sono disponibili farmaci che trattano l’allergia, ma esistono numerose opzioni terapeutiche che consentono di alleviarne i sintomi.

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sovrappeso salute

GRASSO ADDOMINALE: LE CAUSE E I RISCHI di Giuliano Alberto-Maria Angelini

La chiamiamo “pancetta”, ma in alcuni casi può portare a seri problemi di salute. Occorre almeno una dieta sana ed equilibrata e una regolare attività sportiva

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l grasso addominale – in inglese volgarmente detto “pot belly” o “beer belly” –, come suggerisce il nome stesso, è una particolare distribuzione dell’adipe corporeo. Quando fortemente in eccesso, il grasso addominale va a delineare la cosiddetta “obesità centrale”. Il grasso addominale non è tutto uguale, si differenzia in grasso sottocutaneo e grasso viscerale o intra addominale (avvolge gli organi); nell’addome, il grasso intramuscolare è molto scarso. L’eccesso di grasso addominale si associa a un rischio statisticamente più elevato di malattie cardiache, ipertensione, insulino-resistenza e diabete di tipo 2. Con un aumento del rapporto tra vita e fianchi e anche solo della circonferenza vita, in generale, aumenta anche il rischio di morte. All’obesità addominale viene correlata anche la sindrome metabolica, i disordini lipidici del sangue (dislipidemie), l’infiammazione sistemica, una ridotta tolleranza al glucosio e l’aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Si ritiene che il grasso intraaddominale sia il tipo di deposito che implichi il maggior rischio per la salute. Le

cause e i fattori predisponenti di grasso addominale sono diversi. L’ipotesi più quotata sulle cause di accumulo adiposo è lo squilibrio energetico, ovvero il bilancio calorico positivo (energia IN – energia OUT). In pratica, l’organismo introdurrebbe

te la gestazione, la presenza di composti estrogenici e di sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino nella dieta. È stato dimostrato che la qualità proteica è inversamente proporzionale al deposito di grasso addominale; maggiore è il

più calorie di quelle che effettivamente consuma. Questo vale per il sovrappeso e l’obesità con distribuzione androide (grasso addominale), tanto quanto quella ginoide. Possono essere molto importanti anche certi fattori ambientali come il fumo (tabagismo) materno duran-

valore biologico medio o il rapporto tra amminoacidi essenziali e proteine totali, minore è l’incidenza di obesità centrale. Uno studio ha dimostrato anche che il consumo di alcol è direttamente associato alla circonferenza della vita, con un maggior rischio di obesità addomi-

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nale negli uomini, ma non nelle donne. Escludendo i sotto rapporti per l’energia della dieta, queste associazioni si attenuano leggermente. Si è infatti osservato che un maggiore consumo di alcolici aumenta soprattutto il rischio di superare l’assunzione calorica raccomandata negli uomini; nelle donne, l’analisi è più complessa. Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per eliminare la pancetta: è importante tarare l’apporto calorico sul proprio fabbisogno, per evitare il sovrappeso, e limitare il consumo di grassi, soprattutto saturi. Il modello di riferimento deve essere la dieta Mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali, con moderate quantità di carne e pesce e un’assunzione misurata di grassi e dolci. La piramide alimentare, a cui il regime mediterraneo si ispira, prevede infatti che la quota calorica quotidiana derivi per tre quarti da carboidrati (circa il 60%) e proteine (15%) e solo per un quarto da lipidi (25%). Ma la dieta da sola non basta, se non associata a una regolare attività fisica. Per bruciare grasso e dimagrire bene non si può prescindere dall’attività aerobica.

giugno 2020 Nuove Proposte


salute

controlli

La campagna, che vede l’attrice Claudia Gerini come testimonial, invita le donne a controllarsi e ad aggiornarsi su tutte le novità in campo terapeutico

L’EMERGENZA SANITARIA NON FRENA LA PREVENZIONE DEL TUMORE OVARICO di Claudia Pennacchio

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’emergenza sanitaria che ci ha colpiti in questi mesi ha avuto notevoli ripercussioni su vari tipi di diagnosi, tra cui quelle dei tumori femminili. Aggiornarsi costantemente e sottoporsi regolarmente alle visite di controllo può salvare la vita di molte donne, che nel periodo particolarmente intenso che stiamo affrontando potrebbero aver trascurato la propria salute. Un tumore particolarmente aggressivo, tra quelli femminili, è il carcinoma ovarico, che insorge quando le cellule dell’ovaio crescono e si dividono in modo incontrollato. Riconoscerlo nelle prime fasi può garantire una prognosi favorevole, anche se nell’80%

dei casi non sono presenti sintomi evidenti prima che sia arrivato a uno stadio avanzato. “Tumore Ovarico, manteniamoci informate!” è la campagna promossa da Fondazione Aiom in collaborazione con le Associazioni Acto Onlus, Loto Onlus, Mai più sole e aBRCAdaBRA, con il sostegno non condizionato di Gsk, dedicata alla prevenzione di questo male. Lo scopo principale dell’iniziativa è quello di fornire informazioni circa le conoscenze derivate dalle continue ricerche scientifiche e dalle innovazioni in campo chirurgico negli ultimi anni, che hanno permesso l’aumento delle percentuali di sopravvivenza, consenten-

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do anche un notevole miglioramento della qualità di vita. La sensibilizzazione del pubblico femminile può aiutare molte donne a riconoscere per tempo i segnali della malattia nelle fasi iniziali, anticipando la diagnosi e aumentando le chance di

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guarigione. Difatti la difficoltà di una diagnosi precoce deriva dall’assenza di sintomi specifici, anche se alcuni segnali, se presenti per periodi prolungati, dovrebbero fungere da campanello d’allarme sollecitando una visita ginecologica. Tra i sintomi più comuni vi sono gonfiore addominale persistente, necessità di urinare spesso e fitte addominali. Le attività della campagna prevedono la diffusione di video-storie che raccontano la lotta di donne affette da questo male nelle sue diverse forme, con e senza mutazione Brca. Claudia Gerini, oltre ad essere la testimonial di questa campagna, è la voce narrante che racconta la vita delle protagoniste. Fondamentali per una diffusione capillare delle informazioni e delle iniziative organizzate da qui al 2021 saranno il sito www. manteniamociinformate.it e le notizie pubblicate di volta in volta sui social network.


nutrizione salute

IN FORMA PER L’ESTATE? ECCO L’ALIMENTAZIONE IDEALE a cura della dietologa Manuela Brandimarte

I consigli per stare bene dopo il lockdown e i cibi che non possono mancare sulla nostra tavola. Una dieta equilibrata e il giusto esercizio fisico per combattere la ritenzione idrica

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on l’arrivo dei primi caldi e l’avvicinarsi dell’estate, è bene cominciare a prenderci particolare cura del nostro corpo. Ora più che mai abbiamo il desiderio di libertà, perché viviamo un momento storico unico. Ci siamo trovati per settimane, 24 ore su 24, rinchiusi in casa tra un divano tentatore e un frigorifero pericolosamente a portata di mano, niente palestra e zero cicli di massaggi dall’estetista. Tutto questo ha facilitato la possibilità di ritrovarsi con un fisico “rotondetto”. La Pandemia ha messo in pausa il desiderio di curare e di pensare al nostro aspetto. Dieta sregolata, ma anche stress e ormoni possono es-

sere segnali di una ritenzione idrica, sintomo di alcune patologie. Per correre ai ripari osserviamo il nostro corpo, le gambe, le caviglie, l’addome e il viso (esempio le borse sotto gli occhi). Crampi diurni e/o notturni, aumento o fluttuazioni innaturali del peso sono la dimostrazione che il sistema si è bloccato a causa della sedentarietà prolungata della quarantena, oltre a qualche eccesso di cibo salato o molto zuccherino. È noto che il sale è l’alimento che più di ogni altro può scatenare e aggravare la ritenzione idrica e compromettere il flusso della linfa, perché composto principalmente dal sodio. Imparia-

mo, quindi, a dosarlo con estrema moderazione, come se fosse il più piccante dei peperoncini, limitiamo gli alimenti confezionati (dado da brodo, pesce in scatola, formaggi troppo stagionati e insaccati). Oltre a seguire una dieta adeguata, la ritenzione idrica si vince facendo regolare attività fisica (camminare, fare le scale, andare in bici) tutto per tonificare microcircolo e muscoli. È importantissimo bere ogni giorno la giusta quantità di acqua, almeno 1,5 litri, ancor di più se si è sportivi o se fa molto caldo. L’ideale sarebbe anche aumentare frutta e verdura nella nostra dieta, come cetrioli, finocchi, meloni, pesche, ananas, car-

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ciofi e fragole. Tutti alimenti con azione disintossicante e depurativa, che contengono il 90% di acqua e sono ricchi di potassio, un minerale che favorisce l’eliminazione del suo antagonista, il sodio, attraverso l’urina, stimolando il drenaggio della linfa ed eliminando i ristagni. Altro fattore di rischio per la ritenzione idrica è la stitichezza, quindi meglio preferire cereali integrali a quelli raffinati (farro, orzo, avena e frumento), che accelerano il transito intestinale e hanno il potere di saziare, oltre a fornire nutrienti essenziali abbinandoli ai legumi e alle verdure. Con questi suggerimenti l’estate ci troverà con un fisico al top.

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sport calcio

IL MUSEO DELLA NAZIONALE ITALIANA DI COVERCIANO COMPIE VENT’ANNI di Gianna De Santis

La struttura si trova accanto al Centro tecnico federale. Conserva più di 800 cimeli che ripercorrono la storia azzurra dagli anni ’30 ad oggi

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iù di 800 cimeli per rivivere le emozioni della storia azzurra. Una cattedrale del calcio, anzi un museo vero e proprio che a maggio, esattamente il 22, ha compiuto 20 anni. La struttura, che si trova a Coverciano (Firenze) accanto al Centro tecnico federale, fu inaugurata nel 2000 e in tutti questi anni non ha mai smesso di regalare grandi ricordi ed emozioni a chi varca

la sua soglia. L’idea del museo nacque in occasione dei Mondiali di Italia ’90, quando l’allora direttore del Ctf di Coverciano e ora presidente della Fondazione Museo del Calcio, Fino Fini, ebbe l’illuminazione di costruire un luogo che potesse essere la memoria della nostra Nazionale. Il Museo del Calcio e della Nazionale italiana (la rappresentativa sempre a maggio ha compiuto 110 anni) è unico nel suo genere. Ha una vasta collezione che permette di rivivere i trionfi azzurri a partire dagli anni ’30, passando per il titolo europeo del ’68, al Mondiale di Madrid nel 1982 e a quello di Berlino nel 2006. Lo stesso presidente della Figc Gabriele Gravina ha definito il

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museo «un patrimonio dello sport italiano, un luogo che custodisce una straordinaria collezione di cimeli, tale da renderlo uno dei principali musei tematici in tutta Europa». Sono conservati, infatti, esemplari originali e unici: la maglia con cui Silvio Piola esordì in Nazionale nel 1935; la divisa di Facchetti del

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1968; le pipe che il ct Enzo Bearzot e il presidente della Repubblica Sandro Pertini si scambiarono dopo la vittoria del 1982; e le tre coppe conquistate dall’Under 21 negli Europei disputati tra il ’92 e il ’96. Oggi il museo vanta anche un archivio digitale e punta ad essere sempre più multimediale.


motori sport

LA FERRARI SALUTA SEBASTIAN VETTEL E DÀ IL BENVENUTO A CARLOS SAINZ di Mattia Martiradonna

La Scuderia di Maranello cambia la coppia di piloti per le stagioni 2021 e 2022 in Formula Uno. Lo spagnolo affiancherà Charles Leclerc

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entre tutti stiamo aspettando in trepida attesa la ripartenza dei vari campionati sportivi, e in questo particolare caso del mondo dei motori, arriva una notizia a sorprendere i tifosi: la separazione consensuale tra Sebastian Vettel e la Ferrari al termine della stagione 2020, come da contratto. Una novità che era nell’aria, ma che in tempi di pandemia, con nessun gran premio disputato, forse solo in pochi si aspettavano. Una decisione presa in totale accordo senza un motivo in particolare, hanno spiegato le due parti,

ma per proseguire ognuno la sua strada e per inseguire nuovi obiettivi. Vettel lascia la Ferrari dopo aver vinto 14 gran premi (terzo pilota più vittorioso di sempre) e ottenuto il maggior numero di punti iridati. In cinque stagioni per tre volte è salito sul podio della classifica Piloti, contribuendo anche a far salire la Ferrari tra le migliori tre scuderie nella classifica Costruttori. Ora Vettel, appena si potrà tornare a correre, cercherà di chiudere al meglio questa stagione con la Scuderia del cavallino rampante. E non ci è voluto molto ad annunciare il nuovo pilota, visto che le voci correvano più del previsto. La Scuderia di Maranello ha infatti reso pubblica la nuova collaborazione con Carlos Sainz (al momento alla McLaren) per le prossime due stagione 2021 e 2022. Sainz, pilota giovane e dal grande talento, ha alle spalle cinque campionati disputa-

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ti, 102 gran premi, un sesto posto come miglior piazzamento nella classifica Piloti 2019 e un podio in Brasile. Classe 1994, nato a Madrid in Spagna, Carlos formerà con il pilota monegasco Charles Leclerc (classe 1997) la coppia di piloti più giovane degli ultimi 50 anni di storia della Ferrari.

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approfondimento

esoterismo

IL QUADRATO MAGICO di Fabio Bogi

È universalmente conosciuto in tutto il globo, è palindromo a quattro direzioni e le parole “Sator, Arepo, Tenet, Opera e Rotas” si possono leggere da quattro direzioni. Ma qual è il suo significato nascosto? In tal caso si affianca al Sator un quadrato magico numerico dello stesso ordine, detto “Quadrato magico di Marte”.

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l primo esemplare di Sator venne rinvenuto, anche se incompleto, nel 1925 durante gli scavi di Pompei, inciso su una colonna della casa di Paquio Proculo. Una decina di anni più tardi, durante gli stessi scavi, su una colonna della Palestra Grande ne venne ritrovato uno completo e si ebbe la prova che fosse stato certamente inciso prima dell’eruzione del 79 d.C. Per questi motivi è stato anche definito “latercolo pompeiano”. Si tratta di un quadrato magico di ordine 5, palindromo a quattro direzioni, cioè si può leggere da destra a sinistra e dall’alto in basso, indifferentemente. Inoltre, giustapponendo nell’ordine raffigurato le parole che lo compongono, otteniamo un

testo anch’esso palindromo. Del Sator ne sono state date innumerevoli interpretazioni. Quella cristiana vede, anagrammando le lettere, una croce generata dall’incrocio delle parole “Paternoster”, con quattro lettere, due A e due O che in greco assumono il significato di Alfa ed Omega, simboleggianti il principio e la fine. L’interpretazione numerologica è molto più complessa.

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Un quadrato magico ha la proprietà che i numeri in esso inseriti, sommandoli sia in orizzontale, sia in verticale che nelle due diagonali, risulta la stessa cifra finale. Se uniamo, ad esempio, tutte le lettere uguali presenti nel Sator di frequenza superiore a due e le trasponiamo nel quadrato magico di Marte, otteniamo: per la A 24+23+3+2=52; per la T 1+4+25+22=52; per la O 8+16+18+10=52; per la E 7+20+19+6=52: per la R 15+5+11+21=52. Se invece consideriamo, per esempio, alcune coppie di

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lettere, otteniamo: con S e R 17+15+9+11=52; con R e P 5+14+21+12=52; con S e P 17+14+9+12=52. Resta una sola lettera che non è stata presa in considerazione: la N centrale. Avendo tutte le altre combinazioni quattro lettere, moltiplichiamo il valore della N per quattro e otteniamo ancora 52. Perché c’è questa incredibile ricorrenza? Cosa vuole simboleggiare il 52? Numerologicamente, sommando le sue cifre 5 + 2 otteniamo 7, un numero sacro risultante dall’unione della materia (4) con il divino (3). Inoltre, analizzando il numero 52 secondo la ghematria ebraica, otteniamo Elohim. Ma andando oltre notiamo che unendo le lettere A, E, O, ed N in forma


esoterismo

di stella, otteniamo la croce templare; per la filosofia gnostica Aeon si riferirebbe a Ra, il Dio creatore per gli Egizi. Ma andiamo ancora oltre: consideriamo ciascun ramo della croce templare; sommando in ciascun ramo le lettere A, E, O, N otteniamo ancora il numero 52; dall’alto 24+8+7+13=52; dal basso 18+2+19+13=52; da sinistra 23+10+6+13=52; da destra 3+20+16+13=52 Ci sono comunque altre ipotesi interpretative del quadrato del Sator. Infatti,

se consideriamo la cornice esterna dello scritto, è evidente nei quattro lati la parola Sator (e la sua speculare Rotas). Se poniamo l’attenzione nella cornice interna, quella che circonda la lettera N, vediamo che anche qui c’è la ripetizione della parola Per (e la sua speculare Rep). Quindi arriviamo ad avere due sole parole più la lettera singola. Visto che l’iscrizione è in lingua latina, proviamo, usando un po’ di astrazione, a considerarlo un acronimo e scomponiamolo in lettere: Satort = Stella–Aldebaran– Taurus–Orione–Rex (Stella-Aldebaran-Toro-OrioneRe); Rep = Radius–Energiae– Portatum (Raggio–Energia–Portante); N = Navigas (Navigare); Per = Pro–Evolutio–Regnum (Per–Evoluzione–Regno); Rotas = Redeo–Origo–Tra-

approfondimento

sfiguro–Animale–Sapiens origini dopo la trasforma(Tornò–Origini–Trasfor- zione dell’animale in essere sapiente”. Strano? Forse, mare–Animale–Sapiente). ma non più delle elucubraNoi sappiamo che per gli zioni per farlo apparire un Egizi, Aldebaran è la Stel- messaggio religioso. la Sar, la porta o la via d’u- Del resto, la civiltà di quei scita, il punto nei cieli da tempi non avrebbe avuto dove procede, o nasce, la altri modi, se non simboliluce primordiale, la matrice ci, per tramandare, di gecosmica. Si potrebbe quindi nerazione in generazione, ipotizzare anche il seguente fatti accaduti e relativi a una messaggio: “Dalla stella Al- tradizione riguardante le debaran della costellazione origini dell’umanità. Resta del Toro sopra Orione, il re, comunque il fatto che il siper mezzo di un raggio di gnificato vero e definitivo è energia, navigò per l’evolu- sicuramente quello nel quazione del regno e tornò alle le uno crede.

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approfondimento

archeologia

L’INSULA ROMANA DELL’ARA COELI Fotoservizio di Antonino Portaro

Gli imponenti resti del II secondo d.C. sono visibili accanto alla scala che sale alla basilica nei pressi del Campidoglio

Insula romana dell’Ara Coeli

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ul lato sinistro della scala dell’Ara Coeli a Roma, in via del Teatro di Marcello, dopo i lavori di isolamento del Campidoglio, si vedono gli imponenti resti di un’insula romana del II secolo d.C. L’insula rappresenta uno di quei caseggiati d’abitazione a più piani (quattro in buone condizioni e due in rovina) ed è uno dei pochi esempi rimasti a Roma. Si tratta di un edificio frequente dell’urbanistica intensiva della Roma imperiale, che era servito da ripide e lunghe scale e abitato da numerose famiglie. L’edificio, che si appoggia alla roccia della collina, è costituito da un pianterreno preceduto da un portico a pilastri, occupato da botteghe comunicanti con ambienti sovrastanti che formano il mezzanino, il cui pavimento, originariamente in legno, è scomparso. Sopra il mezzanino corre una balconata sostenuta da mensoloni di travertino, e qui si innalzano tre piani con tracce di un quarto che, probabilmente, non era nemmeno l’ultimo. I piani erano utilizzati come appartamenti d’affitto formati da numerosi e piccoli ambienti illuminati da finestre rettangolari. Il pianterreno si trova a un livello più basso dell’attuale piano stradale ed è costituito

Affresco 1400 della pietà e campaniletto di S. Biagio al mercatello.

da taberne, utilizzate come botteghe, che si aprono su un cortile circondato da un portico a pilastri, e che comunicavano direttamente con ambienti sovrastanti. Una balconata su mensole di travertino segna il passaggio agli appartamenti in affitto, costituti da vari ambienti che diventano sempre più disagiati man mano che si sale ai piani superiori. La tipologia architettonica delle insule ci è nota grazie alle rovine di Ostia, con i primi esemplari meglio conservati. La struttura delle insule, soprattutto nei piani più alti, era in legno, e così gli incendi frequenti si diffondevano facilmente da un caseggiato all’altro con risultati devastanti. Dopo l’incendio di Roma, all’epoca di Nerone, venne stabilito che le insule fossero realizzate con strutture anti-incendio e costruite in pietra, con portico sporgente

Nuove Proposte giugno 2020

sulla facciata, di cui possiamo osservare un esempio nel caseggiato di Diana a Ostia. A questo tipo di costruzioni fanno riferimento le lamentele di Marziale, che doveva salire duecento scalini per raggiugere il piano della sua abitazione. Nel Medioevo sui resti di questa insula romana dell’Ara Coeli venne costruita una piccola chiesa, denominata San Biagio de Mercatello, dal nome originario della piazza per il mercato che si svolgeva dall’XI secolo fino al 1477, trasferito in seguito a piazza Navona. Sulla chiesa

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medievale venne poi costruita nell’anno 1653, dall’architetto Carlo Fontana, un’altra chiesa dedicata a Santa Rita, su committenza di Monsignor Cruciano da Cascia, fondatore della Confraternita della Ss. Spina della Corona di Gesù Cristo. Questa chiesa fu smontata negli anni Trenta, durante i lavori di sistemazione del Vittoriano e ricostruita, nelle vicinanze all’angolo di via Montanara, negli anni 1937-40; con la sua demolizione venne alla luce e conservato l’edificio romano sottostante, e che oggi possiamo ammirare. A seguito della demolizione della chiesa di Santa Rita, è andato distrutto anche quanto rimaneva dell’antico edificio dedicato a San Biagio, ad eccezione però del campaniletto romanico del XII secolo con bifore e la piccola abside con l’affresco che rappresenta la deposizione del Cristo, con il compianto della Madonna e San Giovanni del XIV secolo.

Le botteghe


Cosa ci lascia di positivo il lockdown?

focus

ITALIA, TRA DIVISIONI E UNITÀ RISCOPRIRE IL VALORE DI NAZIONE di Sara Pellegrino

Il mondo intero sta vivendo un’emergenza sanitaria che nessuno avrebbe mai immaginato. Tutto si è fermato per mesi. Ma cosa abbiamo imparato veramente?

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l 10 marzo 2020 è una data che non scorderemo mai. Da quel giorno, le nostre vite sono cambiate estraniandoci dalla realtà: le strade sono diventate desolate e vuote, i nostri legami interpersonali sono stati frenati, i balconi e le finestre delle nostre case hanno cominciato a riempirsi di arcobaleni e bandiere con il tricolore. Purtroppo non si trattava di supportare la Nazionale per una partita di calcio, ma di qualcosa di più importante: una battaglia per la vita. Ogni giorno ci siamo sentiti sempre più uniti, sempre più cittadini italiani, attendendo con ansia il bollettino della Protezione Civile per comprendere come l’emergenza sanitaria toccava il nostro Paese. Il futuro ha cominciato ad essere incerto, mettendo in discussione qualsiasi progetto e impedendo al cassetto dei nostri sogni di aprirsi. Nonostante la reclusione ci abbia privati della nostra libertà, isolandoci dal mondo, allo stesso tempo si sono rafforzati i rapporti genitori-figli. Le lacrime e la speranza ci hanno mostrato le nostre debolezze e fragilità. Molti di noi ne sono usciti più consapevoli, altri più fragili, ma tutti accumunati dal grande senso della vita, spesso sottovalutato perché presi dal continuo correre quotidiano. I social network e la tecnologia, tanto criticati, in questo periodo di lockdown, ci hanno permesso di lavorare da casa, seguire le lezioni di scuola e tenere vivi i rapporti umani. Abbiamo imparato che le cose semplici come un caffè al bar, una passeggiata e un gelato con

gli amici sono azioni che portano gioia al cuore e che sicuramente avranno un sapore differente, più vivo e gustoso, passato questo brutto periodo. Ci siamo resi conto di idolatrare la gente sbagliata. I veri eroi, alcuni dei quali hanno perso la vita per salvarci, sono coloro che indossano un camice e che lottano ogni giorno per la vita dell’intera umanità. Per loro non basteranno mai tutti i grazie del mondo intero. Ma in questa fase di ripartenza sarà fondamentale attenerci ancora alle linee guida, per una vita in sicurezza, e sostenere le attività e le produzioni locali e nostrane, per darci veramente la mano l’uno con l’altro.

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Ecco la speranza è che questo lockdown ci renda persone migliori, e non per un giorno, un mese o un anno o fino a quando ritroveremo la nostra totale libertà. L’augurio è che questo periodo ci abbia insegnato a dare il giusto peso alle cose, agli affetti, e ci renda migliori per il resto della vita.

giugno 2020 Nuove Proposte


focus

Cosa ci lascia di positivo il lockdown?

L’IMPORTANZA DI UN ABBRACCIO: UN ELISIR DI LUNGA E FELICE VITA di Sara Pellegrino

Abbiamo sempre bisogno di coccole! E stringere a sé una persona è un’espressione profonda di affetto, che serve a stimolare i rapporti umani e ad aumentare la propria autostima

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uesto particolare periodo della storia ci ha impedito di compiere azioni che abbiamo sempre considerato scontate. L’essere umano è stato creato per avere interessi, passioni, una propria personalità che prende forma soprattutto nei rapporti sociali. La chiusura forzata nelle nostre case ha potuto da una parte rafforzare i rapporti famigliari, ma dall’altra ci ha privati di tante cose. Per esempio: la semplicità di un abbraccio che prima poteva apparire come un gesto “normale” o di poco conto, e che rappresenta invece una

vera e propria carezza dell’anima. Si tratta di una coccola che avvolge i corpi e che porta tanti benefici psico-fisici, di cui necessitiamo sin dalla tenera età. Quando siamo piccini abbiamo bisogno degli abbracci e delle carezze dei nostri genitori, che rappresentano la nostra fonte di protezione. Se durante la crescita il bambino riceve attenzioni affettive (baci e

Nuove Proposte giugno 2020

abbracci) diventerà un adulto responsabile e fiducioso di se stesso, se al contrario non ne riceve da grande potrebbe adottare comportamenti aggressivi e avere scarsa autostima. È la scienza a spiegarci l’importanza dell’abbraccio. Questo particolare contatto umano riduce i livelli di cortisolo (ormone dello stress), apporta benefici come l’aumento di

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dopamina (neurotrasmettitore del piacere) e quello dell’ossitocina (ormone dell’amore). Quando siamo malati, malinconici o abbiamo avuto una giornata storta, ma anche quando realizziamo un obiettivo che ci dà gioia, è importante ricevere il calore umano di chi ci ama, perché l’abbraccio aumenta anche la nostra autostima e ci fa sentire maggiormente appagati. È un’espressione dell’amore, un trasferimento di energia che allevia il dolore dell’anima e rafforza l’empatia. Il lockdown non è stato facile per nessuno; questa chiusura forzata ci ha privati della vita sociale, degli affetti più cari e del rapporto con il mondo. La situazione in cui l’Italia è sprofondata, un po’ come tutto il mondo, deve farci riflettere sull’importanza della famiglia e sul valore dell’amicizia. Quando guarderemo gli altri negli occhi facciamolo, d’ora in poi, con l’intenzione di dare un significato diverso al rapporto umano, anche con un semplice abbraccio!


Cosa ci lascia di positivo il lockdown?

focus

TUTTI CANTANO PER L’ITALIA: SOLIDARIETÀ E UN PO’ DI LEGGEREZZA di Francesca Coculo

Rancore

Edoardo Bennato

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ra le numerose cose che la quarantena ci ha portato via, oltre agli affetti, alle serate con gli amici, ai musei e al cinema, ci sono i concerti. Ma non ha fermato la creatività e la voglia di esibirsi dei nostri artisti. Mai come in questo periodo c’è stato il boom di dirette social, veri e propri concerti organizzati dai beniamini dello spettacolo. C’è stato anche chi ha tratto ispirazione da questo periodo di clausura e regalato ai fan nuove canzoni, fatte di incoraggiamento e ottimismo, la maggior parte edite con l’intento di raccogliere fondi per chi era impegnato in prima linea nella lotta contro il Covid-19. L’iniziativa più recente vede 50 artisti italiani rieditare la canzone “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, pezzo anche un po’ simbolo della quarantena, scelto per i flash mob in balcone. L’idea è nata da Franco Zanetti, direttore di Rockol, insieme a Tagagi & Ketra e Dardust, che devolveranno il ricavato alla Croce rossa italiana. Più recente è il progetto di Lost in the desert, collettivo di artisti italiani

Tommaso Paradiso

e internazionali, tra cui: Daniele Silvestri, Rancore, Joan as a Police Woman, Fabio Rondanini e tanti altri. Un’iniziativa nata per sostenere quei musicisti che non hanno la fortuna di essere delle star. Più numerosi gli artisti prodighi nel raccogliere fondi da devolvere a ospedali e Protezione civile, come Luca Barbarossa con la sua “Non è inutile” o i fratelli Edoardo e Eugenio Bennato con “La realtà non può essere questa”. E c’è

Lo Stato Sociale

chi invece si è reso protagonista di un esperimento unico: Tommaso Paradiso attraverso Instagram, coinvolgendo i suoi numerosi fan, ha regalato (oltre allo spettacolo) la possibilità di spiare il processo creativo che con Elisa ha portato alla nascita del pezzo “Andrà tutto bene”. Esperimento che ha ripetuto con l’amico e cantautore Calcutta. Checco Zalone con la sua “Immunità di gregge” ha cercato di strapparci un sorriso; mentre Lo Stato Sociale ci ha regalato “Autocertificazione”, immaginando il mondo che esce fuori dalle mura casalinghe. Anche star internazionali hanno reso omaggio all’Italia dedicandole canzoni in diretta social, come Sting con “The empty chair”; oppure Michel Stipe che ha composto e postato sui suoi canali l’inedito “No Time For Love Like Now”, dedicato al nostro paese. Quindi quando qualcuno chiedeva «chi fermerà la musica» senza trovare risposta, adesso saprà cosa non la fermerà: una pandemia, che ci ha provato, ma non ha mai spento la speranza come la musica.

Elisa

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focus

Cosa ci lascia di positivo il lockdown?

Con l’inizio della fase 2 i cittadini sono tornati ad assaporare il piacere delle passeggiate all’aria aperta, ma senza dimenticare il rispetto delle nuove regole

RIAPERTI I PARCHI DI ROMA: IL VERDE DI NUOVO FRUIBILE di Mattia Martiradonna e Giuliano Alberto Maria Angelini

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opo una lunga quarantena passata tra le mura domestiche a causa dell’emergenza sanitaria, finalmente il 4 maggio è partita la cosiddetta “fase 2”, ovvero il ritorno a una quasi normalità che prevede la convivenza con il Coronavirus. Una delle prime concessioni del governo è stata la riapertura dei parchi pubblici, per permettere ai cittadini di tornare a svolgere attività fisica e passeggiare in libertà. A Roma ciò è significato la riapertura di parchi e ville storiche che tanto sono mancati ai cittadini durante il lockdown. La gente è tornata a vivere a pieno ritmo queste aree verdi: chi per correre in solita-

ria, oppure in compagnia ma rispettando i due metri di distanza; chi per passeggiare con il proprio cagnolino; chi per portare i propri figli a

Villa Gordiani - parco

fare un giro in bicicletta; chi per ascoltare musica sdraiato sull’erba; e chi infine per conversare sulle panchine. Le nuove prescrizioni della fase 2 impongono l’obbligo del distanziamento sociale di almeno un metro e l’uso della mascherina qualora la distanza si rivelasse insufficiente. Insomma, anche all’aperto bisogna rispettare delle regole per tutelare la nostra salute e quella altrui. Una cosa che invece manca in questa seconda fase 2 sono le aree gioco. Molte famiglie attendevano con ansia di far tornare i propri bambini a giocare all’aria aperta, ma altalene, scivoli e altre attrezzature per le attività ludiche e ricreative sono

Ma i parchi di Roma sono così ricchi di meraviglie che ai bambini piacerà anche passeggiare con i propri genitori, scoprire i monumenti storici e opere d’arte che circondano alcune di queste immense aree verdi. Come villa Celimontana, lo splendido parco cinquecentesco con un ingresso monumentale su via della Navicella (I Municipio). Al suo interno si possono scoprire importanti resti di varie epoche e origini: obelischi, tempietti, statue e fontane, e anche un delizioso laghetto con pesci e tartarughe. Oppure la suggestiva e fiabesca statua di Giovanna d’Arco, l’eroina francese condannata al rogo, poi proclamata santa cento anni fa, che si trova al giarVilla Celimontana - viale dino di Sant’Alessio (Avenstate recintate con i sigilli. tino, rione Ripa). O ancora, Questo perché non è pos- scoprire il parco archeolosibile garantire la pulizia e gico di Villa Gordiani (terzo l’igienizzazione frequente di miglio della via Prenestina) tali strutture e superfici. attraverso i resti dell’antica

Nuove Proposte giugno 2020

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Villa Gordiani - giochi

villa patrizia risalente al IIIIV secolo. I bambini imparerebbero divertendosi e stando a contatto con la natura. I parchi di Roma sono un tesoro unico al mondo, dove la passeggiata diventa un’immersione tra storia, arte e bellezza capace di regalare ogni volta grandi emozioni.

Villa Celimontana - obelisco


storia

approfondimento

VALENTINA TERESHKOVA IL “GABBIANO” CHE DIVENTÒ LEGGENDA di Elisabetta Zazza

Nel 1963 fu la prima donna a viaggiare nello spazio. La giovane russa con la passione per il volo salì a bordo della navicella Vostok 6, diventando un’eroina per il mondo intero

E

ra il 1962 quando la Nasa, l’ente spaziale degli Stati Uniti, ricevette una lettera da una giovane donna con la richiesta di poter essere inclusa nel programma spaziale. La risposta della Nasa fu un garbato rifiuto: «La ringraziamo, ma nel nostro programma non è prevista la presenza femminile». Per la Nasa, dunque, non c’era posto per il “gentil sesso”. Solo un anno dopo, però, fu l’Unione Sovietica a mandare la prima donna in volo nello spazio. Era il 16 giugno 1963 quando Valentina Tereshkova, una ragazza di 26 anni, salì a bordo della piccola navicella Vostok 6, superando i confini della Terra. Era la prima donna a viaggiare nello spazio. Con il nome in codice Čajka (Gabbiano)

Valentina Tereshkova - francobollo

riuscì a compiere 48 orbite attorno alla Terra per la durata di quasi tre giorni, diventando un’eroina per il mondo intero. Valentina Tereshkova fu scelta da Kruscev per diventare il nuovo simbolo della egemonia spaziale sovietica. Il primato, infatti, rientrava pienamente nell’ambito del conflitto della guerra fredda. Nella gara tra superpotenze, l’Urss voleva dimostrare che il blocco orientale era più forte dell’avversario occidentale non solo per superiorità tecnico-scientifica ma anche per principi umanitari, come quello dell’uguaglianza tra i sessi. Due anni prima, nel 1961, era stato Yuri Gagarin a volare nello spazio a bordo della Vostok 1. E ora, nello stesso progetto aerospaziale, era la giovane ventiseienne a imporre il nuovo primato, diventando la prima donna cosmonauta della storia. Nata nel 1937, in una piccola città dell’Unione Sovietica, Maslennikovo, Valentina Tereshkova ebbe un’infanzia difficile, che ne forgiò il carattere e il senso del coraggio. Da bambina perse suo padre, caduto durante la Seconda

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guerra mondiale. Orfana e giovanissima, Valentina si mise subito a lavorare prima come operaia in una fabbrica di pneumatici, poi in una industria produttrice di filo da cucito. Intanto proseguiva gli studi frequentando corsi serali e si diplomò nel 1960. La sua grande passione era il volo e iniziò a praticare il paracadutismo. Il suo destino era scritto nelle stelle. La sua forza di volontà, il suo coraggio e il vivere e pensare fuori dall’ordinario la portarono ad essere reclutata per il programma di addestramento da cui sarebbero usciti i futuri astronauti della missione sovietica Vostok, la prima a portare l’uomo nello spazio. Dopo la missione del 1963, Valentina Tereshkova non volò mai più, ma divenne un’eroina nazionale. Le furono assegnati importanti ruoli politici, continuò sempre a prestare servizio nell’aviazione e a coltivare il sogno di tornare nello spazio. Tra le numerose onorificenze, le vennero dedicati anche un francobollo e la linea di macchine fotografiche “Čajka”, come il nomignolo che la fece diventare una leggenda.

giugno 2020 Nuove Proposte


approfondimento

tecnologia

LABBY LIGHT, IL BRACCIALETTO PER IL DISTANZIAMENTO SOCIALE di Riccardo Borgia

L’idea di una start up tutta italiana per rimanere in sicurezza all’aria aperta

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rmai sono diversi mesi che conviviamo con la pandemia da Coronavirus, prima con la quarantena più stretta poi con misure che vanno pian piano allentandosi. Uno dei problemi principali di questo periodo, soprattutto per il sopraggiungere dell’estate, è il mantenimento del distanziamento sociale. Molte sono le idee per facilitare la vita dei cittadini, una di queste viene da una start up italiana: la Meta Wellness di Bari, specializzata nella creazione di dispositivi per il fitness e l’attività fisica. L’idea è quella di un braccialetto smart in gomma, chiamato “Labby Light”, che senza l’utilizzo di app o smartphone, ma con un protocollo di comunicazione criptato, dialoga con gli altri dispositivi rilevando la distanza tra

gli stessi senza interferenze esterne. Il funzionamento è molto semplice: quando la distanza di un metro non viene rispettata, il braccialetto inizia a vibrare e a illuminarsi attraverso una luce led incorporata. Un altro dettaglio è il cosiddetto tracciamento sociale anonimo, “Labby Light” infatti non è legato a nessun account ma solo a un codice identificativo ID. In ultimo, se una persona dovesse risultare positiva si potranno ricostruire i contatti di un utente che sono stati memorizzati, nel pieno rispetto della

privacy, bloccando sul nascere possibili focolai. Gli utilizzi nel concreto potranno essere molti, sia come uso personale sia commerciale. Una struttura balneare o strutture ricettive come alberghi, residence, villaggi vacanza ad esempio, potranno fornirlo ai propri clienti all’ingresso e dopo potrà essere restituito proprio come le classiche tessere club associative. Potrà inoltre essere utile per il distanziamento nei luoghi di lavoro con la stessa modalità. Questa nuova idea va di pari passo con un’altra molto criticata, ovvero l’app immuni selezionata dal ministero dell’Innovazione, che utilizza la tecnologia bluetooth del nostro smartphone per lo scambio dei dati e il tracciamento sociale. La soluzione “Labby Light” sembra al momento più pratica sia per il periodo estivo, non essendo legata all’avere il proprio telefono sempre a portata di mano, sia come livello di sicurezza per i nostri dati, essendo un dispositivo anonimo a parte.

IL CONTAPERSONE CONTRO GLI ASSEMBRAMENTI Molte aziende ricorrono a questi apparecchi per regolare il flusso di individui all’interno dei propri negozi o locali

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l Covid-19 ci ha lasciato in dote il divieto di assembramento. Molte attività, da quelle che offrono servizi pubblici a quelle private e commerciali, si sono dovute adeguare a questa regola, conformandosi all’obbligo di garantire un distanziamento sociale tra le persone a cui fornire i propri servigi. Così, per regolamentare il flusso di individui all’interno di ambienti chiusi e aree circoscritte, sta prendendo sempre più piede l’impiego del contapersone. Si tratta di un apparecchio nato originariamente come strumento di antitaccheggio, oggi inve-

ce è disponibile sul mercato sia nella sua versione base manuale che nella variante elettronica, composto dal duplice ausilio tecnologico delle telecamere da una parte e di un dispositivo software computerizzato dall’altra. Serve principalmente per contare gli individui all’interno e all’esterno di un delimitato spazio, regolamentando come un semaforo gli accessi a una data struttura. Ne esistono di diversi tipi: da quelli elettronici bidirezionali, con visualizzazione del conteggio persone a display, a quelli con memory card o con radiomodem per la gestione

Nuove Proposte giugno 2020

dei dati, raccolti attraverso un programma informatico in grado di coordinare statistiche su orari e flussi clienti in negozio. Nelle versioni più avanzate, collegando l’apparecchiatura a una rete ethernet, il contapersone è capace autonomamente di controllare gli

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ingressi dei clienti nei vari negozi direttamente dalla sede principale di un’impresa. Infine, utilizzando telecamere termiche ad infrarossi, questi congegni sono in grado anche di misurare la temperatura corporea delle persone.

Paolo Sabatini


arte spettacolo & cultura

Dalla famosa rappresentazione di Pasquino a quella di Madama Lucrezia: ecco le leggendarie sculture sparse per le vie di Roma

LE STATUE PARLANTI DI ROMA Fotoservizio di Antonino Portaro

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e statue parlanti di Roma sono circa sei raffigurazioni su cui, fin dal XVI secolo, i Romani affiggevano messaggi anonimi, con critiche e componimenti satirici contro i governanti. La più famosa è quella di Pasquino. Fin dal Cinquecento, infatti, i Romani presero l’abitudine di affiggere di notte delle satire a un’antica statua, denominata Pasquino, che rappresentava l’eroe greco Menelao mentre sorregge Patroclo, un guerriero morente. Il nome ebbe origine dalla presenza di un sarto omonimo nelle vicinanze, che era molto critico e linguacciuto. La statua si qualificò come grande divulgatrice della satira politica, soprattutto sotto i pontificati di Leone X e di Adriano VI. Pasquino finì per impersonare la satira anonima romana, dotta e popolaresca, perché in suo nome furono composti libel-

Statue parlanti - Abate Luigi

li (le cosiddette pasquinate) in latino e in romanesco, in versi e in prosa, contro i papi e i loro governi, contro persone e abitudini giudicate degne di biasimo. La statua di Pasquino è collocata in pieno centro, tra piazza Navona e San Lorenzo in Damaso, in un luogo dove si svolgevano spesso delle feste, processioni, cortei e sede anche di botteghe di librai, copisti e tutto ciò consentiva a Pasquino le occasioni migliori per offrire la sua arguta satira. All’angolo tra il palazzetto Venezia e la chiesa di San Marco si trova un grosso marmo che porta il nome di Madama Lucrezia, che fa parte della serie delle statue parlanti. La raffigurazione proviene dall’Iseo Campense e, per il simbolo che ha sul petto, sembra possa essere identificata con la dea Iside. Venne probabilmente trasferita in questo posto

Statue parlanti - Madama Lucrezia

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da Paolo II, committente del palazzo e raccoglitore di antichi marmi. L’enorme, solenne e maestoso busto ha nome Lucrezia per diversi fattori che ne hanno motivato la scelta. Infatti, nei pressi di palazzo Venezia ai tempi della sua costruzione abitò una certa Lucrezia d’Alagno, nota per la sua eleganza e la sua bellezza. All’età di diciotto anni Lucrezia sembra abbia conosciuto Alfonso il Magnanimo, re di Napoli e d’Aragona, divenendo la sua amante, finché convinta dall’amore di Alfonso venne a Roma da papa Callisto III, chiedendo di ottenere il divorzio del suo regale amante dalla legittima consorte. Il divorzio, purtroppo per lei, non fu concesso e Lucrezia tornò nuovamente a Napoli nel 1457, dove l’anno seguente il suo Alfonso morirà. Anche se Madama Lucrezia è inclusa tra le statue parlanti, tuttavia non risultano numerosi i suoi interventi per denunciare il malcontento del popolo. L’unico caso che ci viene tramandato è del periodo della repubblica gallo-romana del 1798-99, quando durante un tumulto Madama Lucrezia venne fatta cadere giù e sulla schiena si poteva leggere: “Non ne posso vedere più”. Tra le statue parlanti fa parte anche una scultura togata, senatoria e mutila de-

Statue parlanti - Pasquino

nominata “Abate Luigi”, un nome bizzarro ispirato dalla stretta somiglianza del sagrestano della vicina chiesa del Sudario. L’Abate Luigi si autodefinisce statua parlante, con la testimonianza incisa sul marmo del basamento che così si esprime: “Fui dell’antica Roma un cittadino / Ora Abate Luigi ognun mi chiama / Conquistai con Marforio e con Pasquino / Nelle satire urbane eterna fama / Ebbi offese, disgrazie e sepoltura / ma qui novella e alfin sicura”. Tra le altre statue parlanti ricordiamo anche: la statua di Marforio sistemata nel cortile antistante l’entrata del palazzo dei Musei Capitolini; la statua del Babuino collocata nell’omonima via di Roma nei pressi di piazza di Spagna; e la statua del facchino in via Lata.

giugno 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

arte

MUSEI, SITI ARCHEOLOGICI E MOSTRE: LA GRANDE BELLEZZA FRUIBILE DAL VIVO di Valentina Fotia

È ripartita la macchina culturale della capitale, con qualche regola in più per proteggere la salute di tutti

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i torna alla normalità – a piccoli passi e soprattutto con qualche attenzione in più – anche con le riaperture di musei, siti archeologici e biblioteche. Le mostre rimandate o interrotte sono pronte per accogliere i visitatori, ma per accedervi bisognerà seguire le disposizioni necessarie a tutelare la salute di tutti. Il Palazzo delle Esposizioni ha riaperto con la personale del grande artista Jim Dine, prolungandola fino al 2 giugno e per poterla visitare bisognerà – oltre a munirsi di guanti e mascherina – prenotare il proprio biglietto on line. Anche per accedere alla mostra “Canova. Eterna bellezza” – prolungata sino al 21 giugno – a Palazzo Braschi viene richiesto di acquistare il biglietto on

REMBRANDT (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669) Autoritratto come san Paolo, 1661 olio su tela, cm. 91x77 Amsterdam, Rijksmuseum

line, questo per evitare file e quindi pericolosi assembramenti. Lo stesso per “Conversation Peace. Parte IV” della Fondazione Memmo, prorogata fino a martedì 30 giugno. Intanto, il Wegil accoglie i visitatori con la mostra “Elliot Erwitt Icons” fino al 12 luglio; mentre le Gallerie Nazionali di Arte Antica hanno prolungato due importanti mo-

stre: quella su Rembrandt alla Galleria Corsini fino al 30 settembre e quella su Orazio Borgianni a Palazzo Barberini fino al 30 ottobre. Altra bella notizia arriva dalle Scuderie del Quirinale, con la mostra dedicata a Raffaello protratta fino al 30 agosto. Anche i Musei Capitolini riaprono le sale dei propri tesori al pubblico con le medesime modalità degli altri spazi espositivi, ovvero acquistando preventivamente il biglietto e rispettando l’orario d’ingresso assegnato. Si torna a passeggiare finalmente nei Fori Imperiali e all’interno dei Mercati di Traiano. Roma torna ad essere finalmente il museo a cielo aperto che siamo abituati a vivere. Possono esultare anche i “topi di biblioteca”: dodici le biblioteche civiche pronte ad ospitarli, ma solo per il servizio di prestito, le sale studio resteranno chiuse ancora per un po’. Quello che conta davvero è un lento e sicuro ritorno alla vita quotidiana e poter tornare a godere dell’arte che ci regala la nostra città.

Galleria Corsini Mostra Rembrandt

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musica spettacolo & cultura

GIUSEPPE DI STEFANO LA STELLA DELLA LIRICA di Iwona Grzesiukiewicz

Fu uno dei più grandi tenori di tutti i tempi, una voce indimenticabile grazie alle sue grandi qualità declamative e interpretative. Con Maria Callas formò un duo incredibile

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iuseppe Di Stefano è stato un tenore unico per le sue qualità vocali, ma anche perché la bellezza della sua voce era sempre accompagnata da una stupefacente chiarezza declamativa e interpretativa. Ha sempre sostenuto di cantare per il piacere di farlo e non esclusivamente per i soldi. Il carattere passionale ed emotivo lo portava a volte ad avere comportamenti che venivano scambiati per capricci, frutto di superbia. Cercava intorno a se la giusta e rilassante atmosfera per dare il meglio nella sua arte. Era dotato di una voce naturale ed espressiva, degna di un attore di prosa.

Come ogni essere umano ha avuto i suoi alti e bassi e a un certo punto anche delle difficoltà vocali, motivo di attacco da parte dei suoi nemici. Ma Di Stefano era un professionista serio e si interrogò sulle improvvise e incredibili afonie, giungendo a trovarne la causa. Durante un’intervista dichiarò di essere arrivato alla conclusione che le sue difficoltà vocali fossero dovute indirettamente al benessere. Nel 1958 infatti, all’apice della sua sfolgorante carriera, si fece costruire una villa meravigliosa a Milano, nella zona di San Siro, con tutte le comodità, comprese l’aria condizionata e il riscalda-

mento a pannelli con l’acqua calda che scorreva sotto il pavimento. Fu proprio il riscaldamento a pannelli che, rendendo troppo arida l’aria delle stanze, gli seccava le mucose della gola e dei bronchi, irritandogli così le corde vocali e procurandogli l’afonia. Purtroppo quando si rese conto di ciò il danno era ormai fatto e a nulla servì vendere la villa. Nella sua vita artistica ha cantato spesso con Maria Callas, formando un duo irripetibile. Il grande tenore chiuse la sua carriera in Messico alla veneranda età di 75 anni. Si ritirò in Brianza dove viveva d’estate, mentre l’inverno lo passava in Kenya, in una casa sull’Oceano Indiano, vicino a Mombasa, con la sua seconda moglie. A fine novembre del 2004 partì per il Kenya con la moglie e un

amico. Appena giunti a destinazione, furono aggrediti nel giardino della villa da alcuni indigeni che estrassero delle rivoltelle e sotto la minaccia delle armi tolsero a lui, a sua moglie Monica e all’amico italiano tutto ciò che avevano di prezioso. Ma quando un bandito tentò di strappargli un bracciale d’oro, regalo di Toscanini, Di Stefano gridò «no, questo no». Fu colpito violentemente più volte con dei calci. Il bandito poi gli strappò il bracciale di Toscanini e fuggì con i suoi complici. Di Stefano fu ricoverato in coma, operato al cervello, ma non si riprese mai. Da allora, visse immobile, senza memoria e senza poter parlare. Ebbe la compagnia della moglie fino all’ultimo respiro che il grande tenore emise alle 8.30 di lunedì 3 marzo 2008.

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giugno 2020 Nuove Proposte


musica

spettacolo & cultura

Il terzo album della poliedrica artista irlandese, è nata a Galway ma vive a Firenze, è un’ode al cambiamento in tutte le sfaccettature

NATURA E MUSICA SI INCONTRANO NEL NUOVO DISCO DI NAOMI BERRILL di Maria Laura Zazza

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a cantautrice Naomi Berrill ha pubblicato a maggio il suo terzo album “Suite Dreams”, il primo per la Warner Music, nato in collaborazione con Casa Musicale Sonzogno. Un disco in cui il violoncello emerge come protagonista e la migrazione è musicalmente interpretata quale condizione umana e naturale. “Suite Dreams” è composto da una miscela sapientemente costruita da sonorità pre-barocche, elementi cantautoriali e dal ritmo del jazz, per fare largo poi anche a ballate irlandesi come mai era accaduto negli album precedenti. I temi della migrazione, dell’incontro e della trasformazione connotano le tre suite che formano il disco, argomenti cari alla poliedrica artista irlandese (autrice sia dei testi che delle musiche) che dalla terra natale è giunta in Italia assorbendone la cultura, ma senza dimenticare le sue radici. Naomi Berrill con ecletticità si muove fra il violoncello, il pianoforte e la chitarra lasciando spazio alla concertina e alla piccola fisarmonica folk, strumenti tipici dell’Irlanda. La commistione fra elementi culturali differenti è imprescindibile per il componimento dei suoi brani, e come lei stessa dice «la propria identità è la moneta di scambio per accettare la diversità e chi non

© Edoardo Delille

si apre a questo confronto perde un’opportunità». Opportunità che lei stessa coglie e sperimenta attraverso le sue canzoni in cui musica e natura si fanno dimensioni rappresentative del cambiamento e dell’adattamento. Tutto è mutamento e sperimentazione nei brani di Naomi Berrill, dove gli strumenti classici si intrecciano con i suoni folk della tradizione irlandese, a simboleggiare un incontro fra culture. Come nell’alternarsi delle stagioni, nel crescere delle piante e nelle migrazioni di uomini e stormi, la natura è in continua ricerca e assestamento, allo stesso modo la musica muove verso territori inesplorati. Ne è un esempio il brano “Prelude” in cui l’artista partendo dalla Bourrée della 3° Suite di Bach ne cambia la metrica e l’armonia. Del mondo naturale evocato in “Suite Dreams”, Naomi Berrill è la ninfa che da eccezionale polistrumentista prende forma tra diversi strumenti, in modo altrettanto rappresentativo della migrazione e metamorfosi umana. Il susseguirsi delle melodie riproduce il movimento e i suoni della natura creando un’identificazione tra elementi sonori e il figurativi: la voce di Naomi accarezza come un alito di vento, si muove fra arpeggi ritmici del violoncello, i pizzicati delicati delle

Nuove Proposte giugno 2020

corde emergono come gocce di pioggia. La leggerezza eterea della sua voce in controcanto si fa eco negli antri più intimi e delicati della natura. La poliedrica artista irlandese vanta collaborazioni prestigiose con artisti classici come Giovanni Sollima e Michael Nyman. Il suo estro ar-

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tistico l’ha portata a suonare con jazzisti del calibro di Simone Graziano e Alessandro Lanzoni e con musicisti contemporanei fra cui Alter Ego e Time Machine Ensemble. Questo lavoro è la giusta consacrazione al rientro da un lungo viaggio in territori nuovi ed inesplorati.

© Edoardo Delille


musica spettacolo & cultura

“DIETRO”: NUOVO SINGOLO DI PELIGRO IL SUO È UN PASSATO SENZA RIMPIANTI di Arianna Gnasso

Il brano del rapper, contenuto nell’album “Respiro”, è una canzone dai risvolti raggaeton e dalla melodia accattivante errori e preparandosi a vivere il futuro con leggerezza. Sicuramente, guardando indietro alla propria carriera musicale, Andrea Mietta, vero nome dell’artista, ha poco da rimpiangere e molto di cui essere fiero: appassionato di musica sin da ragazzo, nel 2011 lancia il suo primo album “Scontento”, prodotto da Hernan Brando. Il suo secondo album “Epcentro” del 2012 è un vero e proprio esperimento di composizione: con la collaborazione di Rike e Seppiah, nomi noti della scena rapper milanese, viene prodotto e registrato in Dietro cover una sola notte. Da quel l passato può inseAndrea Mietta, vero momento, la sua carriegnare. Lo sa bene Peligro, cantante ra sembra inarrestabile: nome dell’artista, rap, che il 12 maggio partecipa alla FluoRoè al suo quinto lavoro. ha rilasciato “Dietro”, om di Milano, al PreQui sperimenta stili quarta traccia del suo mio Lunezia nella sequinto album “Respiro” e richiami musicali diversi zione “nuove proposte” e già anticipato dai due a Roma e a Marina di singoli “Gemelli” e “Quanto ti costa.” Carrara, ponendo le sue composizioni La canzone, dai forti echi raggaeton, è sotto l’occhio attento di critica e spetun invito a lasciare indietro la sofferen- tatori. za e il rancore, apprendendo dai propri Pubblica ben quattro album (sempre

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Peligro photo by Veronica Argentiero per gentile concessione

Peligro - Ryma Graphics, CamOn Photo Studio per gentile concessione

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prodotti da Herman Brando) ricchi di canzoni che mettono a nudo l’animo del cantante e della società, attraverso una scrittura piena di carica emotiva. Con l’album “Respiro”, Peligro sperimenta stili e richiami musicali diversi, imprimendo comunque il suo marchio riconoscibile e si proietta verso un futuro che appare proficuo e ricco di successi perché, come cita nel suo singolo “Dietro” «se non vivi la tua vita, te la vivono gli altri».

giugno 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

musica

Gabriella Martinelli

IL VIAGGIO COME FONTE D ISPIRAZIONE di Gianna De Santis

La cantautrice pugliese sta lavorando al terzo album dopo la partecipazione al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte con il brano “Il gigante d’acciaio”

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n’artista a 360°, che canta, scrive testi e suona diversi strumenti musicali. Ha origini pugliesi, vanta una partecipazione a “The voice of Italy” nel 2013 ed è stata tra le Nuove Proposte dell’ultimo Festival di Sanremo in coppia con Lula, dopo aver vinto Area Sanremo 2019. Gabriella Martinelli è una cantautrice polistrumentista che dalla Puglia è arrivata a Roma tanti anni fa, e proprio in questo periodo sta per spiccare di nuovo il volo in un’altra città italiana per inseguire il suo sogno musicale. Ma lei il viaggio ce l’ha nel sangue: ha girato l’Europa come busker, ha suonato in tantissimi club, festival e teatri. In bacheca ha diversi riconoscimenti tra cui una “Targa Bigi Barbieri 2018”, Premio Botteghe d’Autore 2017 per la miglior interpretazione, Premio Bindi 2015 e Musicultura nel 2014.

Che esperienza è stata quella di Sanremo? «Intensa e veloce, la sensazione è quella di un tornado sulla pelle. Non ho sofferto la gara, mi spiace solo non aver avuto la possibilità di suonare una volta di più su quel palco, perché è qualcosa di notevole. E poi Amadeus è molto attento ai giovani. In generale io credo molto nella gavetta, bisogna suonare tanto se si vuole fare questo come lavoro e non solo come passione. Ogni esperienza che ho fatto non è stato un punto di arrivo ma di passaggio, l’importante è fare tutto con onestà».

ex dipendente dell’Ilva. È un brano sincero, qualcosa che ho sulla pelle perché sono di Montemesola in provincia di Taranto e che avevo voglia di condividere con gli altri. Il brano infatti è interpretato da me e da Lula, che è romana. Ho voluto coinvolgere un’artista non pugliese per cercare di arrivare più lontano, perché la tematica ambientale è molto importante e riguarda tutto il mondo. Io e lei veniamo da generi diversi, ma è stato divertente giocare sulla contaminazione. Tra l’altro anche in Perù (Gabriella Martinelli ha rappresentato la nuova musica d’autore italiana nel paese sudamericano nel 2019, “Il gigante d’acciaio” è un bra- ndr) ho avuto modo di “giocare” in no molto impegnativo che par- senso musicale con artisti del posto, la dell’Ilva di Taranto e che le un’esperienza bellissima, perché la musica deve divertire e far riflettere, appartiene molto… «L’ho scritto di notte durante un ma ha anche la capacità di muovere viaggio di ritorno in pullman proprio le cose». dalla Puglia, e dopo una lunga chiacchierata con mio cugino che è un Da cosa prende spunto per scrivere i suoi testi? «Mi piace raccontare storie, vengono fuori dai momenti della vita e dai miei viaggi. Non esistono regole precise per scrivere i pezzi, nascono da un’esigenza, da una necessità, altre volte li vado a cercare, ma non sempre vanno a buon fine. Scrivo senza un ordine preciso, a volte parto dai testi, altre volte dalla musica».

Gabriella Martinelli - @LorenzoMazzoni foto per gentile concessione

Nuove Proposte giugno 2020

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Dopo l’album d’esordio “Ricordati di essere felice” (2015), c’è “La pancia è un cervello col buco” (2018). Cosa c’è dietro questi due lavori? «Il primo lavoro è legato a Roma, a una ragazza arrivata nella capitale con tanti sogni nelle tasche. Devo molto a questa città che sto per lasciare, ma qui ho tanti ricordi amo-


musica spettacolo & cultura

Gabriella Martinelli e Lula @AccursioGraffeo foto per gentile concessione

ri e amicizie importanti, e poi la cucina. “La pancia è un cervello col buco”, invece, è un disco che è nato da appunti su una serie di storie dell’universo femminile. Il titolo è un invito a seguire il proprio istinto, puro e sincero, a non accontentarsi, a non avere paura di credere nelle proprie possibilità, a uscire dalla razionalità che non è sempre d’aiuto. È un disco storto, disordinato come i miei capelli, un lavoro minimale, registrato in presa diretta senza post produzione. Avevo questo desiderio di fare un disco come una volta. Ci sono storie di donne, anche della mia terra di origine, che si sono ritrovate vicine per caso. Ci sono mia nonna Ninetta che cucina le orecchiette nel sugo di polpette, e Casimira che è la regina della cucina. E poi c’è anche Jeanne Baré, la prima donna a circumnavigare il globo, una rivoluzionaria emersa dalle mie letture». Ora sta lavorando al terzo album che verrà prodotto dalla Warner Music Italia. Che altro c’è tra i suoi progetti futuri? «Sì sto lavorando al mio terzo disco, ma alcuni progetti tra cui l’uscita del singolo e i live sono stati rinviati a causa della pandemia. Questo è stato comunque un tempo prezioso per scrivere, per tirare fuori nuovi brani, che però sono anche molto diversi da quelli scritti in passato, sono sicura che verrà fuori un’altra Gabriella. Ho alternato, credo un po’ come tutti, momenti di grande creatività a momenti di buio. E poi ho letto molto e ascoltato musica. Tra i miei artisti preferiti ci sono De André, Fossati, Diodato e Ghemon, ma ascolto anche musica classica e poi in assoluto adoro il “Boss” Bruce Springsteen. Ora andrò in una città nuova, e il fascino del viaggio è proprio la continua ricerca e scoperta, è cercare qualcosa di nuovo. Lasciare le comodità non può che essere costruttivo».

Gabriella Martinelli - Lapancia1@Lilith foto per gentile concessione

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giugno 2020 Nuove Proposte


serie tv

spettacolo & cultura

SKAM ITALIA, LA QUARTA STAGIONE AFFRONTA TEMATICHE MOLTO ATTUALI di Arianna Gnasso

Ritorna la serie tv dedicata ai giovani con dieci nuovi episodi, in cui si cercano di abbattere gli stereotipi sulla religione e sulla cultura musulmana attraverso il personaggio di Sana

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ono disponibili su Netflix i dieci nuovi episodi della quarta stagione di “Skam Italia”, remake dell’omonima serie tv norvegese, che si è configurata come un vero e proprio caso mediatico. Attraverso una scrittura emozionante ed efficace, la serie ha portato alla luce i piccoli e grandi temi dell’adolescenza: l’amicizia, i conflitti, le relazioni, la scoperta di se stessi e del proprio posto nel mondo. Ogni stagione è affidata a un personaggio diverso, e la protagonista di questa sta-

gione è Sana, ragazza italotunisina di fede musulmana. Si tratta di un personaggio complesso e sfaccettato: Sana è coraggiosa, determinata e indossa lo hijab (velo islamico), ma si scontra con una società che la giudica per come si veste e per le scelte che fa in nome della sua religione. Divisa tra la propria fede, nella quale crede ciecamente, e quelle amiche che – pur amandola molto – non sempre riescono a capirla, Sana affronta un viaggio pieno di ostacoli e di errori, nel tenta-

Nuove Proposte giugno 2020

tivo di rispondere a quella fatidica domanda: “Chi sono?”. Avvalendosi anche della consulenza della scrittrice musulmana Sumaya Abdel Qader per la sceneggiatura, “Skam Italia” si pone l’obiettivo di rispondere alle domande e di abbattere gli stereotipi sulla religione e

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sulla cultura musulmana. La quarta stagione non solo si conferma un prodotto televisivo di alta qualità, ma raggiunge un vero e proprio traguardo: donare la voce alle minoranze, liberare dall’ignoranza e dal pregiudizio perché ciò che più si teme è ciò che non si conosce.


serie tv spettacolo & cultura

NEVER HAVE I EVER, COME AFFRONTARE COL SORRISO I DRAMMI ADOLESCENZIALI di Arianna Di Biase

Netflix propone un teen drama tradizionale con spunti originali, poco ambizioso ma ideale per staccare la spina

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e avete voglia di uno show leggero e ironico “Never have I ever” è la serie giusta per voi, che trovate sulla piattaforma Netflix. Lo show, creato da Mindy Kaling e Lang Fisher, propone al pubblico, con il commento fuori campo dell’ex tennista John McEnroe, la storia di Devi Vishwakumar, una teenager indiana, prima della classe ma invisibile agli occhi di tutti. Devi cerca di affrontare gli eventi traumatici, come la morte del padre e la perdita temporanea della motricità, focalizzandosi sul ragazzo

più carino e più ambito della scuola, Paxton. Per questo motivo, le amiche di Devi, Eleanor e Fabiola, l’una con una passione estrema per il teatro e la seconda invece alla scoperta della propria sessualità, si allontaneranno progressivamente da lei a causa del suo desiderio di scalare la gerarchia della popolarità. Nonostante la serie affronti temi tipici del teen drama, come il “potere” liceale o i primi amori, riesce anche, sempre con un tocco di ironia, a fornire elementi originali. In tutta la serie tv infat-

Una scena di “Never have I ever” - Foto Netflix per gentile concessione)

ti c’è una sorta di tensione tra la madre di Devi, molto legata alla religione e alla figlia, teenager americana di seconda generazione, ormai integrata appieno nel mondo occidentale. Inoltre,

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molti dialoghi affrontano il tema religioso, delle differenze interraziali e multiculturali con una velata ironia. Insomma, una serie fresca, giovane, divertente e senza troppe pretese.

giugno 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

libri

Isìra storia di una donna che fiorisce

Diana 1999

Il romanzo di formazione di Claudio Proietti è il racconto di una trasformazione e di una rinascita

La graphic novel di Simonetta Caminiti e Letizia Cadonici parla di perdita e di perdono

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Le cose di prima

Eduardo Savarese racconta una storia di disabilità capace di superare la logica e i confini

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ubblicare un libro in primavera, in un periodo di pandemia in cui tutti sono a casa e intitolato “Isìra storia di una donna che fiorisce”, è davvero il momento migliore, perché sa di rinascita e la copertina così allegra e colorata porta il buonumore solo a guardarla. L’ultima opera dello scrittore, autore teatrale e regista di cortometraggi, Claudio Proietti, è un romanzo di formazione ma è anche il racconto di un amore protettivo e incondizionato. Leggendo la storia di Isìra (il libro è autoprodotto e si può ordinare in libreria o acquistare online) si fa un viaggio di accettazione e di perdono di se stessi, di conoscenza e scoperta. Quello della protagonista è infatti un percorso di crescita, che inevitabilmente passa per emozioni, passioni e dolori che la porteranno a una trasformazione. Isìra vive una crisi personale che la porterà a scoprire il suo talento. Sono proprio i momenti bui, come questo che viviamo, che ci permettono di trasformarci da bruchi in farfalle e spiccare il volo.

i può sfuggire alla tempesta della vita? È questa la domanda principale che si pone la protagonista della graphic novel di Caminiti e Cadonici, “Diana 1999” (La Ruota Edizioni). Nella Roma alla soglia dei 2000, le sorelle Diana e Khady guardano alla loro vita in maniera completamente diversa. Diana è reticente, timida, chiusa in se stessa; Khady, la sorella adottata, è invece spontanea, estroversa, impulsiva e, soprattutto, amata da tutti. A un certo punto della loro esistenza è come se tuttavia l’una si specchiasse nell’altra, due paia di occhi cerulei incontrano occhi color ebano, mentre oscuri segreti vengono a galla, ricongiungendo i loro destini. Nonostante il tema dell’amore sia centrale, le figure maschili si muovono ai margini, lasciando il palcoscenico all’amore cieco tra le due sorelle. Un racconto di formazione femminile dai colori pastello, in cui si è attratti come in un vortice all’interno della storia, coinvolgente e profonda.

hi l’ha detto che il mio tempo è inutile? Ora voglio vivere. Anche se sono stanco, certi giorni. Ma anche voi, no? Mi stanca, più di tutto, quando gli occhi degli altri passano oltre e dicono: “Povero ragazzo malato”». Simeone, protagonista del libro (ed. minimum fax, 2018) è un ragazzo di vent’anni, che vive su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare. La sua esistenza sembra condannata a una continua lotta per arginare il dilagare della malattia e gli sguardi pietosi di chi lo crede perduto nella sua condizione di disabile. Ma Simeone è un ragazzo troppo intelligente, appassionato e sensibile per arrendersi, ma anche per lasciare che la distanza fisica da suo padre sia più forte delle barriere e della sua voglia di stargli accanto. Eduardo Savarese costruisce una storia in cui la disabilità - descritta senza fare sconti - rivela una forza prorompente e misteriosa, capace di superare la logica, i confini e le aspettative, conservando la speranza fino all’ultimo fremito di vita.

Gianna De Santis

Arianna Di Biase

Elisabetta Zazza

Nuove Proposte giugno 2020

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libri spettacolo & cultura

UN MONDO SENZA PREGIUDIZI: GIULIA MANZI RACCONTA LA SUA “SIRIA E…” di Elisabetta Zazza

Filastrocche per bambini (e non solo): la figlia del maestro d’Italia spiega l’intento della sua raccolta che, attraverso le rime, traduce un messaggio di uguaglianza e libertà Da dove nasce l’idea di scrivere filastrocche per bambini? «In realtà io sono cresciuta con le poesie di Rodari, quindi fare rime mi è sempre venuto naturale. La prima filastrocca è nata un anno fa, in una notte un po’ insonne, ma quando mi sono svegliata avevo la filastrocca in testa. L’ho appuntata subito sul cellulare e da lì è nata l’idea di scrivere una raccolta di poesie per bambini».

mostrare il mondo con gli occhi di una bambina, quindi libera da sovrastrutture e pregiudizi, e ho voluto farlo con le filastrocche perché le rime restano impresse anche a distanza di anni. I destinatari sono quindi i bambini che sanno leggere, ma anche i bambini in età prescolare, e di conseguenza i loro genitori, che leggono per loro queste poesie».

Le sue filastrocche sono divertenti, ma hanno anche un certo spessore e un carattere moderno. Quali sono le tematiche che affronta? «La particolarità di Siria è proprio questa. Sono filastrocche che trattano, con la giocosità delle rime, temi importanti come i diritti, il rispetto verso il prossimo, l’amore per l’ambiente, l’uguaglianza, la fratellanza, l’universalità del gioco e dei colori. Sono tematiche per me importanti».

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iria è una bambina di circa 6 anni: vispa, intelligente, curiosa ed entusiasta di tutto ciò che la circonda. Nonostante sia piccola, ha già le idee chiare: le piace stare con tutti i bambini, non importa la razza o il colore. E le piace fare qualsiasi gioco, che sia pettinare le bambole o tirare calci a un pallone, perché il divertimento non conosce confini. È la piccola grande protagonista del libro “Siria e…” (Casta editore, 2019), la raccolta di filastrocche di Giulia Manzi. Il cognome è già noto: è la figlia di Alberto Manzi, il maestro d’Italia che tutti conosciamo, conduttore dello storico programma Rai “Non è mai troppo tardi”. Ma Giulia non è solo “la figlia di Manzi”. È scrittrice e lettrice appassionata, amante delle parole e della scrittura, collaboratrice giornalistica, correttrice di bozze e writer coach.

Foto di © Casta editore, illustrazione di Anna Ricucci in arte Spizzina (per gentile concessione)

Ma Siria somiglia un po’ a lei? C’è qualcosa di autobiografico in questa raccolta? «In realtà quando penso a Siria non penso a me, ma a una mia eventuale figlia e al modo in cui mi rapporterei a lei. Queste filastrocche sono le cose che io le vorrei insegnare: l’idea di una visione aperta del mondo, senza pregiudizi, perché solo così si può crescere davvero liberi e felici». Le sue filastrocche traducono un pensiero forte e non convenzio“Siria e…” è una raccolta audace: nale: se potesse riassumere l’inchi sono allora i destinatari delle tera raccolta in un unico messagpoesie? «Io ritengo che i bambini ab- gio quale sarebbe? biano una percezione di ciò che è giusto «Non lasciate che qualcuno vi faccia e ciò che è sbagliato molto più ampia sentire sbagliati per quello che siete, della nostra. È la società che corrom- ma siate sempre liberi di essere, sognape la loro purezza. Con Siria ho voluto re e amare». Foto di © Casta editore, illustrazione di Anna Ricucci in arte Spizzina (per gentile concessione)

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novità

spettacolo & cultura

IL CINEMA AI TEMPI DEL COVID-19: TORNANO DI MODA I DRIVE-IN a cura di Sara Candiano

Le “sale cinematografiche” si potrebbero spostare all’aperto, garantendo così il distanziamento sociale necessario per evitare i contagi da Coronavirus

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tiamo affrontando un momento difficile. La diffusione del Coronavirus ha fatto vacillare le certezze delle famiglie, dei singoli individui e delle aziende. Tutto ciò a cui eravamo avvezzi sta subendo una trasformazione radicale e, con molta probabilità, definitiva. Le aziende sono state costrette a prendere alcune accortezze per garantire la fruizione dei servizi in tutta sicurezza, modificando le proprie attività lavorative. È evidente che molti settori stiano subendo una crisi importante e il cinema, purtroppo, fa parte delle categorie più colpite dagli effetti della pandemia globale. E così, all’alba dell’87esimo anniversario dell’apertura del primo cinema drive-in negli Stati Uniti, i cinema all’aperto potrebbero tornare in voga e trasformarsi nell’ancora di salvezza del settore cinematografico. Il drive-in consentirebbe, infatti, agli spettatori di godersi i film in luoghi spaziosi e aperti comodamente seduti nella propria auto, in pieno rispetto del distanziamento

sociale. I cinema all’aperto nascono nel lontano 6 giugno del 1933 a Pennsauken, nello stato del New Jersey negli Usa. Circa dieci anni dopo nel paese se ne contavano circa un centinaio. Il drive-in in Italia venne inaugurato nel 1957 a Roma e il primo film ad essere proiettato fu “La nonna Sabella”

nacque per far sì che una donna in sovrappeso riuscisse a godersi un film in compagnia della propria famiglia. Miss. Hollingshead – questo il nome della donna – non riusciva a sedersi sulle poltrone dei cinema d’epoca, i cosiddetti “palace”; il figlio decise così di far accomodare la madre su un

però, il drive-in subì un forte declino, probabilmente legato a fattori culturali; vedere un film attraverso un parabrezza sporco non era più così divertente; inoltre c’erano degli investimenti troppo bassi per portare avanti un’attività del genere (i cinema all’aperto infatti erano costruiti nella maggior parte

di Dino Risi. Ma com’è nato il drive-in? La storia è molto curiosa: secondo le fonti ufficiali, il cinema all’aperto

lenzuolo legato tra due alberi del suo giardino e proiettare un film. L’idea piacque a tutti, vicini compresi, e si diffuse in poco tempo, finché la famiglia Hollingshead decise di creare da questa idea un vero e proprio business. In poco tempo il cinema all’aperto si dimostrò una formula vincente: era economico sia per gli spettatori che per gli imprenditori, e assicurava momenti di svago a tutte le famiglie. Dopo un paio di decenni,

dei casi in zone periferiche e spesso pericolose). Nonostante la poca diffusione del drive-in fuori dagli Stati Uniti, l’emergenza Covid potrebbe riportare in auge questa vecchia pratica con qualche miglioria moderna, facendo nascere un nuovo concetto di cinema. E, chissà, in attesa di poter tornare a riaprire le sale, quella del drive-in potrebbe essere una soluzione vincente anche per spettacoli teatrali, musicali e circensi.

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accessori moda & tendenze

LE BALLERINE NON HANNO ETÀ: AL PASSO CON TUTTE LE GENERAZIONI di Maria Laura Zazza

Questo modello di scarpa ha una storia che comincia nei primi anni del Settecento. Ma ha trasformato l’idea della femminilità e dello stile con Audrey Hepburn

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ei primi anni del Settecento la ballerina francese Marie Camargo compì un’azione senza precedenti: eliminò il tacco dalle scarpe da ballo per consentire una maggiore libertà al piede. Le ballerine, le famose scarpe praticamente piatte, nascono proprio così: da un atto rivoluzionario! Agli inizi degli anni Trenta furono modificate e introdotte sul mercato dal calzolaio russo Jacob Bloch, per essere poi ripensate nello stile e nella portabilità quotidiana dalla fondatrice dell’azienda Repetto. Fu proprio lei, Rose Repetto, a lanciare nel 1956 la “Cendrillon” come scarpa da tutti i giorni, realizzando il primo modello che Brigitte Bardot indossò nel film “E Dio creò la donna”. A portarle alla conclamata notorietà è stata però Audrey Hepburn, l’inconfondibile dea del cinema e dello stile. Fu lei a imprimere per sempre alle ballerine quell’idea di raffinatezza che, con femminilità non ostentata, mostra la linea del piede. Negli anni Sessanta le ballerine divennero di moda e furono le cal-

zature più diffuse e amate dalle giovani del tempo. La celebrità di questa scarpa non rimase, però, un fenomeno di tendenza legato a quegli anni. Le ballerine continuano ancora oggi ad essere indossate da donne di tutte le età ed estrazione sociale. L’influencer Chiara Ferragni, ad esempio, ama sfoggiarle con outfit casual e super griffati. Ma con cosa si abbinano le ballerine? Queste comodissime scarpe dalla linea delicata si possono mettere proprio

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con tutto, complici i materiali in tela, in pelle o in vernice che ben si adattano ad ogni occasione. Se ci si veste con un abbigliamento confortevole, ma si ama la ricercatezza, si possono accostare a una gonna o ai jeans con il risvolto, lasciando intravedere così la caviglia. Se, invece, si vogliono indossare per un’occasione più formale vanno alla grande con un pantalone skinny e una maxi giacca liscia. Per chi adora il vintage sono l’ideale da abbinare a una gonna lunga a ruota con semplice T-shirt. Con il pantalone a culotte o gli short si prestano invece alle giornate più calde e dinamiche, un outfit che dona un’eleganza sbarazzina che solo queste scarpe sanno donare. Le ballerine c’è chi le ama e chi le odia, ma una cosa è sicura: sono calzature che fanno sempre parlare di sé, suscitando ancora qualche polemica sulla loro dubbia sensualità. Sono scarpe che vanno portate con fierezza, un pizzico di sicurezza e indipendenza. Rappresentano per eccellenza la scarpa comoda e di stile, che sfida l’immaginario comune per il quale la femminilità sia solamente quella in bilico sul tacco 12.

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moda & tendenze

shopping

BOOM DI ACQUISTI ONLINE DURANTE IL LOCKDOWN di Cristina Monaco

Come la pandemia da Coronavirus ha influito sulle nostre spese. I prodotti più richiesti rispecchiano le nuove abitudini degli italiani relegati in casa

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te, ma anche il vino per ritagliarsi quel momento di piacere nell’arco della giornata. Molto gettonati anche i prodotti a chilometro zero. Il settore moda è stato uno dei più sostenuti grazie alle vendite via web: gli ordini di vestiario da casa, pigiami e tute sono schizzati alle stelle (+40%). Basta guardare le influencer, che si sono mostrate sui social in completi comodi e sportivi, adatti alla vita casalinga. Tra queste Chiara Ferragni, che proprio in piena quarantena ha lanciato la sua linea sportiva in collaborazione con la Champions. Più tempo libero significa più tempo per se stessi. Questo ha portato a un balzo delle vendite di cosmetici e prodotti per il beauty care. La prova? L’Estetista Cinica, alias Cristina Fogazzi, che tramite e-commerce e consulenze online ha fatto la sua fortuna, fatturando il doppio rispetto all’anno precedente. Infine, con la vita sedentaria e l’estate alle porte, si è cercato di mantenersi in forma in qualche modo: l’acquisto di attrezzature sportive ha registrato un forte incremento, in particolare tappetini fitness. Perché ammettiamolo, anche il più pigro di noi ha provato almeno una volta una lezione di yoga online.

n tempi di pandemia, gli italiani si sono ritrovati a cambiare radicalmente le proprie abitudini: relegati in casa, con più tempo libero e con la necessità di rimodulare le proprie attività. E tra queste lo shopping! La quarantena forzata ha aperto la strada agli acquisti online che hanno registrato un vero e proprio boom (+80%). Dal punto di vista delle aziende, l’e-commerce è stata una vera e propria manna dal cielo per poter continuare a vendere anche durante il lockdown: perciò chi si è trovato impreparato, come piccole attività locali, ha dovuto correre subito ai ripari affidandosi a corrieri e rider per le consegne. Dai dati sui settori che hanno guadagnato in questi mesi possiamo delineare un quadro ben preciso e che rispecchia le nuove abitudini degli italiani in quarantena. Una prima impennata si è registrata in campo alimentare: la spesa, il bene primario per eccellenza, non si fa più al supermercato ma sul web. La grande distribuzione si è vista sommersa di ordini. Tra queste Esselunga, con una crescita del 20% solo nel mese di marzo. I prodotti più cercati? Sicuramente lievito e farina, risultati introvabili per molto tempo, per pizze, pani e dolci fai da

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fuoriporta assaggi & paesaggi

PIAZZA MATTEI TRA LEGGENDA E INCANTO di Diletta Murgia

Una passeggiata alla scoperta di uno degli slarghi più belli di Roma, incastonato tra palazzi nobiliari e con la suggestiva fontana delle Tartarughe

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hi silenziosamente si trova a passeggiare tra i vicoli poco battuti della Città Eterna avrà forse il privilegio di imbattersi in una piazzetta dove, se avrà pazienza di fermarsi a osservare, potrà riempirsi gli occhi di uno dei gioielli della Roma rinascimentale: piazza Mattei. Situato all’interno del quartiere ebraico di Roma, questo piccolo slargo fa tesoro dell’abbraccio di diversi edifici nobiliari e prende il nome proprio dal palazzo di Giacomo Mattei, risalente alla fine del ‘400 e caratterizzato da un bel portale in marmo bianco con lo stemma della famiglia. In origine ricca di affreschi di Taddeo Zuccari rappresentanti “Storie di Furio Camillo”, la sua facciata appare oggi completamente spoglia, ma agli occhi dei più attenti osservatori non potrà sfuggire un curioso elemento: una finestra, murata ormai da quasi 600 anni, alla quale è legata un’affascinante leggenda. Si narra, infatti, che uno dei duchi Mattei, giocatore incallito, perse in una sola notte un’ingente somma al gioco. Venuto a conoscenza del misfatto, il futuro suocero gli rifiutò la mano della figlia: il duca, desideroso di riscattare l’insulto e la sua promessa sposa, invitò nel suo palazzo il suocero e or-

ganizzò un ricevimento fino all’alba. Durante la notte fece realizzare davanti al palazzo una splendida fontana e il mattino seguente invitò il futuro suocero ad affacciarsi dalla finestra, dicendo: «Ecco cosa è capace di fare in poche

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ore uno squattrinato Mattei!». Fu così che riebbe la mano della ragazza e in memoria dell’accaduto fece murare la finestra. Chi quella notte ha avuto il privilegio di affacciarsi da quella finestra, oggi cieca, davanti ai suoi occhi avrà visto delinearsi una meravigliosa espressione dell’arte: una bellissima fontana, conosciuta come Fontana delle Tartarughe, che tutt’oggi adorna la piazza. Costruita tra il 1581 ed il 1584 da Taddeo Landini su disegno di Giacomo Della Porta, essa prevedeva nel progetto originario che i quattro efebi marmorei (realizzati poi in bronzo dal Landini) svettassero da quattro conchiglie di marmo africano, poggiando il piede su altrettanti delfini di bronzo. Le bronzee tartarughe sospinte verso il bordo del catino vennero aggiunte solamente nel 1658 da Gian Lorenzo Bernini, durante i lavori di restauro voluti da papa Alessandro VII. Nel corso dei secoli le tartarughe hanno dovuto affrontare diverse peripezie: esse difatti furono rubate diverse volte (nel 1906, nel 1944 e in ultimo nel 1981) ma vennero sempre ritrovate. Quelle che vediamo oggi sono soltanto copie, le originali infatti sono custodite nei Musei Capitolini.

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assaggi & paesaggi

giramondo

AVIGNONE,

LA CITTÀ DORATA TRA SFARZO E RELIGIOSITÀ UN “SALTO” IN PROVENZA ALLA SCOPERTA DI QUELLA CHE NEL TRECENTO FU SEDE PONTIFICIA CON IL MERAVIGLIOSO PALAZZO PAPALE, IL PONTE SUL RODANO E LA GIOSTRA ANTICA NELLA PIAZZA PRINCIPALE di Carlo Franciosa

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lacidamente adagiata su un’altura che domina un’ansa del Rodano e circondata da lussureggianti vigneti che producono alcuni tra i più nobili vini di Francia, Avignone ha un profilo inconfondibile, dominato dalla grandiosa mole del palazzo papale. Quest’ultimo è l’eloquente testimonianza di 70 anni straordinari, compresi tra il 1309 e il 1378, in cui alla sonnacchiosa cittadina provenzale toccò in sorte di sostituire Roma come sede ufficiale del papato e capitale della cristianità. Proiettata inaspettatamente sulla scena mondiale in questo nuovo e impegnativo ruolo, Avignone si trovò a sperimentare di punto in bianco una formidabile trasformazione: vide crescere, in meno di vent’anni, un palazzo pontificio, imponente come una città turistica e magnifica come una residenza principesca;

Nuove Proposte giugno 2020

vide sorgere entro le sue mura e sull’altra sponda del Rodano, nel verde dei villaggi di Villeneuve, dimore fastose e ville di campagna, alte guglie di certose e torri merlate. In breve tempo Avignone divenne un animatissimo e cosmopolita crocevia, un melting pot in cui confluirono banchieri e dotti umanisti, poeti come Francesco Petrarca, rozzi procacciatori d’affari e sofisticatissime “teste d’uovo”. In città scorreva un fiume d’oro: i primi papi avignonesi avevano infatti avuto l’idea geniale di centralizzare la raccolta dei benefici e il gettito delle imposte. Se il primo papa francese, Clemente V, dovette accontentarsi del convento dei Domenicani, i suoi successori non persero tempo e si dedicarono con inaudita profusione di idee e di denaro a realizzare un palazzo, o piuttosto una città nella città, più consono alle nuove

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esigenze della corte. Iniziò Benedetto XII, monaco cistercense, papa austero e nemico di ogni forma di lusso, e terminò Clemente VI, amante delle arti e mecenate, assai più incline del predecessore allo sfarzo e alla magnificenza. Dalla commistione dei progetti di due personalità così diverse è scaturito un curioso insieme di edifici contrastanti: il “Palazzo vecchio”, a metà fra una cittadella fortificata e un monastero, e il “Palazzo nuovo”, lussuoso come deve essere la residenza di un principe. Un tempo ricco di arredi, sontuosamente decorato, ma oggi vuoto e spoglio, il complesso ci appare ancora più imponente e massiccio, con i suoi 15mila mq, le sue torri svettanti fino a 50 metri d’altezza, la cappella palatina, vasta come una cattedrale, i suoi saloni immensi, dominati da giganteschi camini dalla cappa


giramondo

incrostata di nero. Della decorazione originaria, svanita col tempo, quando non distrutta dalla furia della rivoluzione giacobina, ci restano alcuni gioielli opere di maestri italiani come Simone Martini e soprattutto Matteo Giovanetti. Curiosamente contrastanti i soggetti religiosi raffigurati sulle pareti della cappella e delle sale di rappresentanza con il tema scelto per la decorazione della stanza da letto del papa e per il suo studiolo privato. In camera, sull’azzurro delle pareti si intrecciano tralci di vite con uccelli svolazzanti e rami in quercia su cui si arrampicano gli scoiattoli, mentre ai lati delle finestre altri uccelli gorgheggiano dalle gabbie appese al muro. Lo stesso gaio clima primaverile si respira nello studiolo attiguo, sulle cui pareti sono raffigurate animate scene di caccia al cervo, al falco e ad

altri uccelli, scene di pesca al luccio e giochi di bambini; sullo sfondo di una lussureggiante campagna alberata, con piante dai tronchi slanciati e rami carichi di fiori e frutta. Avignone è una cittadina molto carina della Provenza, un viaggio in questa regione francese è da mettere in calendario appena possibile. È una zona molto bella sia per la natura (flora e fauna) che per l’arte, la storia e la cultura. Da vedere anche quello che rimane del famoso ponte Bénézet sul Rodano, lungo oltre 900 metri con 22

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assaggi & paesaggi

arcate, che collegava Avignone a Villeneuve. Deve il suo nome a un pastore e a una famosa leggenda. È ritenuto un vero capolavoro dell’ingegneria, distrutto quasi totalmente da due piene a metà del 1600. Restano in piedi solo 4 arcate, ma conserva tuttora il fascino di ponte sospeso sul fiume. Oltre al “Museo del Piccolo Palazzo” che conserva tra gli altri anche il capolavoro di Botticelli (Madonna con Bambino) e al “Museo Angladon” con l’unica opera di Van Gogh in Provenza (Vagoni di treno), da non perdere la Cattedrale di NotreDame-Des-Doms del XII secolo, che ha sulla sommità la statua della Madonna che benedice e protegge la città. Infine tappa immancabile per i turisti è Place de l’Horloge, dove c’è il Municipio e una meravigliosa giostra vintage con i cavalli.

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i nostri amici animali

curiosità

RANA DI BERGER: L’ANFIBIO CHE VIVE NEI FIUMI E NEGLI STAGNI ITALIANI di Sara Pellegrino

È una specie molto diffusa e per fortuna non rischia l’estinzione. Simboleggia il cambiamento, proprio per la sua capacità di trasformarsi e adattarsi

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a rana di Berger è un anfibio anuro la cui lunghezza varia dai 40 ai 60 mm. Si tratta di una specie molto numerosa e per questo non rischia per fortuna l’estinzione. È una creatura molto interessante che vive nelle zone paludose, negli stagni e nei laghi della nostra Penisola a partire dal Po fino alla Sicilia, ma si trova anche in Sardegna e in Corsica. Se volessimo attribuire alla rana un significato esoterico potremmo affermare che simboleggia il cambiamento. Infatti, una volta nate sotto sembianze di girini, mutano completamente il

loro corpo. In soli tre mesi riescono a sostituire le branchie con i polmoni, potendo così vivere in un ambiente acquatico ma anche sulla terraferma. Il colore della pelle (leggermente rugosa) della rana di Berger varia dal verde all’ocra, a volte anche con sfumature marroni e con delle macchie più scure, mentre la parte inferiore è biancastra e sottile e da qui è possibile intravedere alcuni organi. I denti vomerini e la lingua lunga e biforcuta aiutano l’animale a nutrirsi di piccoli invertebrati acquatici e terrestri, come molluschi, crostacei, aracnidi, insetti e

Rana di Berger

lombrichi. I maschi si differenziano dalle femmine per la presenza di due sacche vocali esterne e per i tubercoli nunziali sulle zampette posteriori. L’accoppiamento avviene da marzo a giugno e, dopo l’amplesso che è ascellare, la femmina depone dal-

le 1000 alle 4000 uova che si schiuderanno dopo un mese. Secondo la lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura, la rana di Berger possiede il “Least concern” per cui non è da considerarsi una specie a rischio.

ANIMALI DOMESTICI, COME PREVENIRE L’OBESITÀ ATTENZIONE A RAZZA, CALORIE E ATTIVITÀ FISICA Il sovrappeso è un problema che riguarda anche i nostri amici a quattro zampe: ecco come prenderci cura di cani e gatti

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egli ultimi tempi l’obesità ha preso piede tanto nel mondo umano quanto in quello animale, specialmente se parliamo di amici a quattro zampe domestici. È forse una convinzione comune quella che più sono in carne più stanno in salute, ma non è assolutamente così. Cani e gatti obesi corrono diversi rischi, proprio come gli esseri umani: in Italia quasi 5 milioni di cani hanno problemi di obesità più o meno gravi, con conseguenze sulla salute e sul carattere. Mentre per la popolazione si cercano soluzioni a questo problema, per gli animali dome-

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stici i rischi sono ancora sottovalutati. Ma quali sono gli accorgimenti forniti dai veterinari per prevenire questa patologia nell’animale domestico? Il primo consiglio è quello di mantenere una corretta alimentazione, perché mangiare in modo errato è la base del problema di peso di cani e gatti. Spesso e volentieri tra le mura domestiche più di

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una persona si occupa della nutrizione dell’animale, contribuendo alla sua sovralimentazione. Indipendentemente da quale alimento si sceglie, il rispetto delle calorie è fondamentale: bisogna prestare attenzione e calcolare bene l’apporto calorico da fornire al nostro amico peloso in base alla razza e all’attività fisica che l’animale svolge. Importante, per prevenire l’obesità, anche l’impegno nel mantenerli attivi: che si tratti di cani o gatti, essi necessitano di svago e attenzioni che possano distrarli dal focalizzare la loro unica attenzione verso il cibo. In ultimo, il check-up tradizionale funzionale per l’obesità, ma che può individuare anche altre problematiche, è buona norma eseguirlo almeno un paio di volte durante l’anno.

Diletta Murgia


l’angolo della poesia liberamente

Stuzzicherò

UN ALTRO TEMPO C’È

il vostro palato ogni giorno!

POESIA DI

ANTONELLA RICCARDI

T

rafitta appena è la luce, il giorno pitturato sul bianco dei denti. Un altro tempo c’è forse sul mio viso, sugli occhi sospesi nel folto d’una nostalgia.

la ricetta speciale

È alba, è crepuscolo, è buona parte di me che s’allontana nell’aria.

ATUTTAPASTA di Catia Feroce

Un altro tempo c’è, trattengo il respiro su trame d’ignoto.

La crema di caffè proprio come al bar Ingredienti per 4 persone

Chissà cosa nasconde il silenzio sullo sfondo del cielo. Mi provo a dare un’ altra sorte, un altro giro intorno al sole.

• 2 tazzine di caffè • 250 ml di panna espresso o moka; fresca; • 2 cucchiai di • cacao amaro in zucchero a velo; polvere.

Procedimento: 1. Prepariamo il caffè e aggiungiamo lo zucchero mescolando bene per farlo sciogliere;

ROMA DE SERA

2. Lasciamo raffreddare il caffè in frigo; 3. Montiamo la panna fresca usando un robot da cucina o le classiche fruste elettriche;

POESIA DI

FRANCO LANCIANI

4. Appena la panna comincerà ad avere una consistenza cremosa, aggiungiamo il caffè freddo a filo continuando a montare fino ad ottenere un composto ben fermo;

Q

uanno a Roma, s’approssima er tramonto e su ogni colle già soffia er ponentino, ‘na foja cade, facenno er girotondo, poi struscia piano, bacianno ‘n’ sampietrino;

5. Mettiamo la crema a raffreddare in frigo fino al momento di servire;

E mentre già la luce dei lampioni, brilla sorniona sopra le coppiette, er vento ce riporta quelle frasi, che puro addosso all’arberi so‘ scritte;

6. Serviamola in coppette con una spolverata di cacao amaro.

Ce porta puro ‘nsono dé campane, che come sinfonia dé ‘n’ orchestra, insieme ar gorgoglio delle fontane, ce fa pensà “Puro stasera a Roma pare festa”.

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post-it

auguri

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