Nuove Proposte Gennaio 2020

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Anno XXVIII - gennaio 2020 - n. 350 - Euro 1,30

Mensile di Informazione Nazionale con inserto Speciale Internazionale

SocietĂ

Cultura

pp. 9-10

p. 36

Dal mondo della scuola una voce contro la violenza sulle donne

Alla scoperta delle opere di Raffaello Sanzio nella Capitale

ALL'INTERNO Libri, tv, arte, viaggi, sport, concerti e... altro ancora


SI ACCETTANO BUONI PASTO SU INTERA SPESA

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Gennaio 2020

S O M M A R I O

Eventi | NUOVE PROPOSTE direzione editoriale: Edit Italia S.R.L.S. comm@nuove-proposte.com direttore responsabile: Luigino Borgia lborgia@nuove-proposte.com direttore editoriale: Gianna De Santis vicedirettore: Paolo Sabatini psabatini@nuove-proposte.com grafic director: Stefania Ruggeri grafica@nuove-proposte.com segreteria di redazione: redazione@nuove-proposte.com (per comunicazioni, eventi e compleanni) comitato di redazione: Caporedattore Giulio Bussinello, Fabio Bogi responsabili di redazione: Elisabetta Zazza, Cristina Monaco, Francesca Coculo, Sara Candiano, Angela Passariello hanno collaborato a questo numero: Giuliano Alberto Maria Angelini, Anna Crivelli, Arianna Di Biase, Riccardo Borgia, Carlo Franciosa, Iwona Grzesiukiewicz, Franco Lanciani, Michele Marocco, Mattia Martiradonna, Marcello Mastino, Diletta Murgia, Sara Pellegrino, Claudia Pennacchio, Antonino Portaro, Antonella Riccardi, Maria Laura Zazza.

Editoriale e periscopio 4 ● Roma, sempre meno rifiuti differenziati 5 ● Il 2020 sarà una bella avventura Attualità 6 ● Comune, sì al bilancio di previsione 7 ● Colle Capitolino, al via la riqualificazione 8 ● Il cinema Troisi riaprirà a Trastevere Società 9 ● Oxygen Bar: cura indiana all’inquinamento 10 ● Dalla scuola una voce contro la violenza sulle donne: possibilità, libertà, amore 12 ● Un seminario sull’ecosostenibilità 13 ● Svolta verde dell’Unione Europea 14 ● Gli sposi sono sempre più in là con gli anni Salute 16 ● Le ricerche del dottor Giulio De Cinti 17 ● Il freddo aumenta il rischio di infarto 18 ● Una molecola blocca l’Alzheimer 19 ● Troppi morti per resistenza agli antibiotici Sport 20 ● Euro 2020: gli azzurri giocheranno a Roma 21 ● Tennis, si ricominicia dagli Australian Open

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Approfondimento 22 ● I suoni della terra e dell’universo 23 ● Il significato delle colonne 24 ● Ludus magnus: la caserma dei gladiatori 29 ● L’eredità di Federico Fellini 30 ● Il contenitore per uova diventa una pianta

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Focus: Rugby, il mondo a forma ovale 25 ● Sei Nazioni: l’Italia accende l’Olimpico 26 ● Tommaso Allan: il rugby nel Dna 28 ● Ad Artena il museo “Fango e Sudore” Spettacolo & cultura 31 ● La magia di Frozen on ice a Roma 32 ● Molière e Shakespeare all’Eliseo 33 ● Opera, in scena “I Capuleti e i Montecchi” 34 ● Il ritorno del Banco del Mutuo Soccorso 35 ● Coez sul palco del Rock in Roma 36 ● Alla scoperta di Raffaello Sanzio a Roma 37 ● Maxxi, grande retrospettiva su Gio Ponti 38 ● Cartagine, la regina del Mediterraneo in mostra 39 ● Su Netflix arriva “Aj and the Queen” 40 ● Recensiti per voi: proposte di lettura 41 ● In libreria l’ultimo libro di Franco Di Mare 42 ● Nuove proposte... al cinema Moda & tendenze 43 ● Il camel coat è il capotto più amato 44 ● Il rosa in tutte le sue sfumature Assaggi & paesaggi 45 ● A Vitorchiano c’è una scultura Moai 46 ● La Libia tra deserto e archeologia I nostri amici animali 8 ● Divorzio? È il giudice che affida gli animali Liberamente 49 ● L’angolo della poesia - Ricetta Post it 50 ● Auguri

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Nuove Proposte - iscrizione nel registro stampa del tribunale di Roma n. 660/92 del 19/12/1992 stampa | Grafica RIPOLI Srl Finito di stampare: gennaio 2020

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In copertina: Tommaso Allan verso la meta. Foto Daniele Resini/Fotosportit per gentile concessione


editoriale

Rifiuti, sempre meno differenziata mentre cresce l’immondizia prodotta

Direttore Responsabile Luigino Borgia

La situazione dell’ultimo rapporto del 2019 mostra una Capitale poco virtuosa, con il “porta a porta” che diminuisce invece di aumentare

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er la prima volta a Roma diminuisce la percentuale di rac-

renziata” attraverso la strategia dei rifiuti zero», rompe il silenzio Daniele Diaco nella fronda dei pentastellati capitolini, che si oppongono alla realizzazione di un nuovo termovalorizzatore, soluzione proposta dal presidente di Ama Spa, Stefano Zaghis. La “carenza impiantistica” della Capitale è stata messa in rilievo anche dall’Agenzia per il controllo della qualità dei servizi pubblici erogati da Roma Capitale, che nella sua relazione sul 2019, alla voce “igiene urbana”, ha sottolineato come la problematica abbia avuto «gravi ripercussioni anche sul servizio di raccolta in città, spesso in affanno per carenza di sbocchi; questo comporta difficoltà per gli utenti a conferire correttamente, con ricadute

Dott. Luca Piacentini

L'agenzia Luca Piacentini Investigazioni opera nel settore delle indagini confidenziali con estrema serietà e professionalità

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colta differenziata che passa dal 43,2% del 2017 al 42,9% del 2018, e intanto aumenta la produzione totale di rifiuti del 2,8% in un anno, raggiungendo 1.728.428 tonnellate, produzione massima negli ultimi 5 anni. Lo rileva il rapporto “Rifiuti Urbani 2019” pubblicato a dicembre scorso da Ispra. A questi dati si aggiungono quelli di Ama Spa, dai quali emerge anche la riduzione della diffusione delle utenze del “porta a porta” che passa dal 33,5% del 2017 al 30,7% del 2018. Insomma i dati ufficiali, oltre la quotidiana percezione su strada, confermano sulla gestione dell’immondizia a Roma non si riesce a delineare un futuro più virtuoso. «La linea del Movimento 5 Stelle è “no agli inceneritori” e “sì alla diffe-

Società

Cultura

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Dal mondo della scuola una voce contro la violenza sulle donne

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negative sulla qualità e sulla quantità della differenziata». Secondo l’Agenzia guidata da Carlo Sgandurra: «Ama ha dovuto spedire fuori regione complessivamente quasi 500 mila tonnellate fra rifiuti e residui di trattamento, per una distanza media di circa 450 km, con costi non indifferenti e un impatto ambientale significativo».


periscopio

L’anno della dualità e dell’unione: il 2020 sarà una bella avventura

Direttore Editoriale Gianna De Santis

Iniziamo l’anno con il “Sei Nazioni” di rugby, ma ci aspettano anche gli Europei di calcio e le Olimpiadi di Tokyo. Lo sport è una bella metafora della vita

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on ho mai amato i numeri pari, ho sempre avuto una preferenza per quelli dispari, l’uno, il tre, il cinque. Ep-

pure questo 2020 mi piace. Ha un suono ridondante, che lo rende simpatico e di fatto anche carico di aspettative. L’anno nuovo che è appena cominciato racchiude in sé lo stesso numero ripetuto due volte, simbolo di una dualità, che non vuol dire doppio ma unione di due elementi, un po’ come il segno zodiacale dei Gemelli. E sarà un caso ma sono nata il 20 giugno (mese n.6 del calendario e quindi un multiplo del 2, racchiuso a sua volta nel 20) nella terza decade dei “Gemini”. Il 20, associato al numero 2, è simbolo dei rapporti relazionali e associativi, della vita di coppia, e racchiude in sé un’elevata partecipazione e sostegno al prossimo. Ma dal punto di vista esoterico

rappresenta anche l’irrazionalità, lo spirito d’avventura, i lati oscuri dell’essere umano e l’ingegno. Il 2020 è quindi un anno che sento molto affine e mi ispira fiducia, a dispetto di quello che si dice: “anno bisesto, anno funesto”. Mi piace vedere il bicchiere mezzo pieno e vedere il bello di ciò che ci regalerà. Per gli amanti dello sport (che è una bellissima metafora della vita perché fa fare sacrifici, credere in qualcosa e lottare per otte-

nerla) cominciamo l’anno a suon di “rugby” con il Sei Nazioni. Ma questo sarà anche l’anno degli Europei di calcio che toccheranno la città di Roma. Sarà l’anno delle tanto attese Olimpiadi di Tokyo in Giappone e dell’Expo di Dubai, a cui virtualmente ha passato il testimone la città di Milano ormai quasi cinque anni fa. Il 2020 ha la capacità di proiettarci nel futuro, un futuro prossimo e speriamo anche roseo.

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gennaio 2020 Nuove Proposte


attualità

Roma & Co.

IL COMUNE DI ROMA APPROVA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2020-2022 di Paolo Sabatini

Stanziati 1,2 miliardi di euro per investimenti sul territorio, con 310 milioni riservati ai municipi

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oma progetta il suo futuro. Il Comune capitolino ha approvato il Bilancio di previsione per il periodo 2020-2022. Nel documento, che anticipa conti economici e previsioni finanziarie del prossimo triennio, la giunta romana ha stabilito di poter effettuare investimenti sul suolo della città eterna per un ammontare di 1 miliardo e 214 milioni di euro, incrementando di 180 milioni di euro le spese previste per il solo anno 2020. Secondo il rapporto redatto, 690 milioni di euro in tre anni verranno destinati a interventi di mo-

bilità e trasporti, tra i quali i più rilevanti risultano quelli di manutenzione straordinaria delle metro A e B, per un importo da 235 milioni, e la realizzazione di una tratta della metro C, che richiederà una liquidità di 216 milioni, oltre alla costruzione di nuovi impianti semaforici e di piste ciclabili. 120 milioni di euro spetteranno invece alla manutenzione delle strade di grande viabilità, come via Isacco Newton, via Salaria, via di Tor Bella Monaca, via Cristoforo Colombo e via Ostiense. Infine, allo scopo di potenziare le funzioni decentrate

LA RIVOLUZIONE NEL TRATTAMENTO IMPLANTO PROTESICO Scopri

BLACK BOX e la chirurgia guidata

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delle strutture territoriali, il piano prevede di riservare 310 milioni di euro ai municipi, triplicando di fatto l’importo concesso agli stessi enti nel precedente piano di bilancio, al fine di consentire a tali amministrazioni di gestire più agevolmente lavori relativi alla ristrutturazione di scuole, strade, piazze, bi-

blioteche e aree verdi di propria competenza. La sindaca Virginia Raggi ha così commentato il piano approvato: «Questo bilancio ha riportato a Roma la legalità, grazie al rispetto delle scadenze e alla sostenibilità degli investimenti. I romani non sentono più parlare di conti in rosso».

• MINI INVASIVO • PREDICIBILE • ACCESSIBILE

La chirurgia guidata permette, attraverso un sofisticato programma informatico, di integrare i dati del radiologo con quelli raccolti dal team clinico, permettendo di progettare l’intervento con il computer e di effettuarlo senza dolore, spesso senza tagli e punti di sutura, con conseguenze minime.

Buone ragioni per affidarsi alla chirurgia guidata

il Dr. Luciano Veccia ha scelto il sistema

BLACKBOX

per i suoi pazienti

La tipologia di intervento implanto protesico che viene eseguita in questo studio infatti è:

VELOCE

perchè riduce al minimo il numero degli appuntamenti. Ne bastano due per ritrovare il piacere di sorridere. Nel primo si rilevano le impronte dentarie e si esegue l’esame radiologico. Nel secondo si effettua l’intervento mininvasivo e si consegnano le nuove protesi.

EVOLUTA

grazie ad un avanzatissimo scanner che riproduce virtualmente le arcate dentarie: in pochi minuti, senza il sidagio delle solite e fastidiose paste per impronta.

SICURA

perchè la pianificazione computerizzata dell’intervento di inserimento degli impianti e delle protesi garantisce diligenza assoluta ed estetica perfetta.

MININVASIVA perchè attraverso i piccoli forellini

praticati nella mascherina chirurgica gli impianti vengono inseriti con precisione nelle sedi ossee programmate, nella massima parte dei casi senza tagli nè punti di sutura.

PREDICIBILE possibile grazie al motore implanto-

logico TMM2, che permette all’implantologo di determinare anzitempo e con la massima sicurezza la sequenza operativa e l’impianto da inserire. Il tutto con la stabilità ideale per qualsiasi genere di riabilitazione.

ACCESSIBILE

perchè la consistente diminuzione del numero e durata delle sedute incide favorevolmente sui costi a carico dello studio e di quelli applicati al paziente.

Un sistema rivoluzionario che garantisce velocità e affidabilià per un intervento senza dolore!

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Roma & Co. attualità

Colle Capitolino, partitI i lavori per la riqualificazione dell’area di Marcello Mastino

Lo scorso novembre è cominciato il consolidamento e il recupero del lato che affaccia su via di Teatro Marcello

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ono partiti lo scorso mese di novembre i lavori di rifacimento e riqualificazione della parete tufacea che sorregge il belvedere Caffarelli e via di Villa Caffarelli dalla parte del colle Capitolino, sulla via del Teatro Marcello. Un intervento importante e delicato come d’altronde lo è il tratto interessato come l’area verde sottostante, che abbraccia importanti resti storici. Un intervento di vitale importanza per la città

dove viveva il custode della lupa un tempo rinchiusa al Campidoglio), attraverso nuovi percorsi pedonali accessibili anche ai disabili. Un sistema di rampe e vialetti di nuova generazione che metterà in risalto (anche grazie a una nuova illumina-

e chi la vive ogni giorno, turisti e non. Un rifacimento promosso da Roma Capitale con l’assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali che riporterà ai fasti questa area simbolo di romanità (come la “casa del luparo”,

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zione) un’idea già presente nei passati anni ’30. Nuove sedute, slarghi e terrazze panoramiche rivedranno la luce con affaccio verso il Teatro Marcello. Il progetto è redatto dai tecnici della Sovrintendenza Capitolina con il supporto alla progettazione di Zètema Progetto Cultura, anche grazie al parere favorevole della Soprintendenza statale competente sulla tutela, per un costo complessivo di quasi un milione 129mila euro. La conclusione delle opere è prevista per la fine del 2020. Insomma, nuovi rifacimenti e nuova veste per il Campidoglio e per una Roma senza tempo che accoglie le persone tra antichità e sentimento, facendole innamorare.

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attualità

Roma & Co.

Il cinema Troisi riapre a Trastevere Inaugurazione entro l’autunno 2020 di Marcello Mastino

L’associazione Piccolo America gestirà lo spazio culturale con una sala cinematografica e un’aula studio/biblioteca

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l progetto di riapertura del Cinema Troisi di Trastevere è stato definitivamente sbloccato. Da oggi sono nuovamente in corso le attività volte al restauro e al risanamento edilizio della struttura, abbandonata dal 2012 e di proprietà di Roma Capitale. L’apertura al pubblico è prevista per l’autunno 2020». Così l’associazione Piccolo America, assegnataria dello spazio, a nome del presidente Valerio Carocci annuncia la riapertura ufficiale del cinema Troisi. Riprende vita uno dei cinema più importanti e suggestivi della Capitale. Localizzato in zona Trastevere, il cinema eviterà la demolizione (in precedenza autorizzata dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesag-

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gio di Roma, nonché dai competenti uffici comunali), delle sue opere interne, portando a termine un progetto degno di nota. La ristrutturazione porterà il cinema ad avere: una sala con un grande schermo da 13 metri, la tecnologia digitale 4K e 300 poltrone anche grazie al finanziamento principale di Regione Lazio, Siae, Mibact e donazioni dei sostenitori. Il tutto accompagnato dal classico foyer bar e un’aula studio/biblioteca aperta h24, che porterà l’utente a non tralasciare l’attività cinematografica del luogo e a vivere lo spazio con più coinvolgimento, diventando un riferimento per spettatori sempre più giovani in un quartiere storico della città che non smette di sognare ad occhi aperti. Dopo vicissitudini, iter burocratici, sgomberi e percorsi ad ostacoli la riapertura è vicina e anche l’emozione. Si arriverà alla riapertura del cinematografo il prossimo autunno 2020.

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ambiente società

Oxygen Bar: la cura indiana all’emergenza inquinamento di Arianna Di Biase

L’idea di due giovani che hanno creato dei locali in cui si vendono “boccate di ossigeno puro”. Una soluzione contro l’aria irrespirabile a causa dello smog

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uova Delhi ha raggiunto nell’ultimo anno picchi elevatissimi di alterazione del livello atmosferico di CO2 presente nell’aria. Il governo, infatti, ha proclamato un vero e proprio stato di allerta, dal momento che le polveri sottili hanno superato di 60 volte il limite di sicurezza. Nonostante le numerose precauzioni prese dal dipartimento di Salute, tra i quali la chiusura delle scuole e il blocco delle industrie petrolifere, non esiste per ora un piano ambientale alternativo. Ci hanno

pensato due giovani, Aryavir Kumar di 26 anni e Margarita Kuritsyna di 25, creando dei bar che offrono ossigeno puro. Al posto di cocktail e stuzzichini, il cliente che cerca una boccata d’aria troverà il rimedio per i suoi polmoni affaticati. Come funziona il processo di inalazione? È semplice. L’ossigeno viene inalato tramite una cannula per circa 15 minuti. Il tempo della seduta non è variabile dal momento che, anche l’inalazione di troppo ossigeno, può essere lesiva. Inoltre, un po’ come accade per le sigarette elettroniche,

si possono inalare anche tipologie di aria arricchite di varie fragranze quali ad esempio cannella, eucalipto e molte altre ancora. Nonostante il prezzo del servizio

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offerto dagli Oxygen Bar sia comunque molto contenuto, da momento che oscilla dai 4 ai 7 euro, questa nuova idea non ha riscosso per ora un notevole successo.

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società

istruzione

DAL MONDO DELLA SCUOLA SI ALZA UNA VOCE PER SCUOTERE LE COSCIENZE di Mattia Martiradonna

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ra tutte le violenze che l’essere umano è capace di originare, quella sulle donne è obbiettivamente la più obbrobriosa. Termini come “femminicidio”, pur se creati sull’onda emotiva degli eventi, non rappresentano qualcosa di diverso da uno stesso crimine compiuto ai danni di un essere di sesso maschile (un omicidio è abominevole qualunque sia il sesso della vittima), certo è che il problema ha assunto, specialmente negli ultimi tempi, un livello di preoccupazione assai elevato. Noi di Nuove-Proposte, grazie all’idea del nostro direttore Luigino Borgia e alla collaborazione di Dina Mastronardi, membro del Consiglio dell’istituto tecnico Frammartino, sede di Fonte Nuova, a pochi chilometri dall’Urbe, abbiamo cercato di veicolare all’interno della scuola un messaggio tendente a creare nelle giovani generazioni una coscienza, promuovendo un concorso a cui partecipare svolgendo un tema dal titolo “Contro la violenza sulle donne: possibilità, libertà, amore”. Al concorso, che si è concluso il 29 novembre con la premiazione dei vincitori, hanno presentato il proprio elaborato venticinque studenti di vari livelli curricolari. La giuria, composta da giornalisti (fra i quali il nostro direttore Luigino Borgia, promotore appunto dell’iniziativa e il caporedattore Fabio Bogi) ha premiato, nella cerimonia svoltasi in loco, presentata e organizzata dalla professoressa Camilla Mattucci con la collaborazione di due giovani allievi, i quattro elaborati risultati ai primi posti della graduatoria. Al primo posto si è piazzata con ampio merito Giada Delle Fave, della classe 3ª AFM: in assoluto lo scritto che più tocca l’anima delle persone. Un racconto forte, vero, che dalla narrazione in terza persona passa ad un io consapevole. Una piccola grande donna in grado di cambiare la sua realtà e quella delle persone che ama e capace di regalare un futuro di speranza a tutte le donne. Al secondo posto Ludmila Gojan, 2° BT, che ha raccontato il tema in modo originale, con un componimento quasi poetico nel quale la studentessa conclude con una frase che lascia aperta una riflessione più profonda. Al terzo posto (a pari merito): Damiano Puliano e Gabriele Coria, 3° AFM, che hanno elaborato uno scritto pulito, con un’analisi non solo sulla questione della violenza, ma anche dei diritti, dell’uguaglianza e dei valori basilari. Tanti altri studenti sono andati L’Istituto tecnico Frammartino anche oltre il semplice svolgimento del tema, cercando di Fonte Nuova ha partecipato di trasmettere speranza e voglia di vivere, e soprattutto a un concorso con temi elaborati di vedere e di costruire una società migliore e diversa da dagli studenti sui femminicidi quella attuale. nel nostro Paese

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istruzione società

Contro la violenza sulle donne: possibilità, libertà, amore

Il tema vincitore del primo premio del concorso è uno scritto che tocca l’anima. Un racconto vero e coraggioso che trasmette forza per cambiare la realtà ed è in grado di donare un futuro di speranza

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el corso della vita ho avuto a che fare con una bambina. Aveva i capelli lunghi e le punte leggermente boccolate, gli occhi a mandorla e profondamente marroni. Era una bambina molto dolce e sensibile, nata in una semplice famiglia, ed era figlia unica. Viveva una situazione familiare instabile e passava da momenti di estrema felicità e serenità con i suoi genitori, a momenti in cui le urla, il rumore degli schiaffi e dei mobili che si rompevano la facevano tremare per la paura, attimi in cui gli occhi si gelavano di terrore, il cuore si fermava per lo spavento e la ragione, ancora infantile e ingenua, cercava di capire cosa stesse accadendo. Lei trascorreva una semplice giornata, come tutti gli altri bambini, andava a scuola e tornava, faceva i compiti e stava con la sua adorata mamma, ma la sera qualcosa cominciava a cambiare, la serenità cominciava a tramutarsi in ansia, perché si avvicinava l’ora del rientro di suo padre dal lavoro, ed il suo ritorno era sempre un grande punto interrogativo. Sarebbe potuto tornare felice ma molto spesso rincasava ubriaco, drogato, e ciò lo rendeva antipatico, pauroso, a tratti cattivo. La mamma di questa tenera bambina era abituata al ripetersi di questi episodi ed aveva ormai capito come doversi comportare: testa bassa, non una parola che potesse infastidirlo, non un gesto che potesse contraddirlo, altrimenti sarebbero stati schiaffi, oggetti lanciati o vetri distrutti. Quella bambina, come tutte le altre, giocava, dava sfogo alla sua innocente fantasia, inventando storie con i suoi pupazzetti preferiti e la sua adorabile casetta di Hamtaro e Pikachu, ma l’attimo dopo le urla sovrastavano il gioco, diventavano così forti che le vicine di casa correvano a prenderla per tranquillizzarla e per offrire un posto più silenzioso per poter passare la notte. Questo perché suo padre

diventava aggressivo, violento, e sua madre per paura, per amore di suo marito e di sua figlia, rimaneva lì, inerme, a costo di ricevere parolacce, insulti, pugni o schiaffi, dimenticando di amare se stessa. Aveva tentato alcune volte di fuggire, ogni volta, però, la paura più grande ed il suo coraggio, la sua forza, la sua voglia di sorridere e vivere erano stati oppressi dalle violenze subite, da quel legame che era solo una dipendenza tossica. Allo stesso tempo, invece, la bambina cresceva tra un episodio e l’altro e per quanto potesse voler bene a suo padre, cominciava a sentire un forte bisogno di ribellarsi, di reagire e di dover cambiare la sua situazione, anche perché nel frattempo era nato suo fratello e lei sentiva il dovere incondizionato di doverlo proteggere da ciò che lei stessa viveva fin dai primi anni di vita. Un giorno si verificò un’altra lite, una delle tante. Quel giorno però, la bambina ormai adolescente era stanca, esausta… Il salone di casa si era trasformato per l’ennesima volta in un campo di battaglia, ed in camera c’era suo fratello, che ormai aveva circa tre anni e con le sue piccole e soffici manine cercava di coprirsi gli occhi e le orecchie. La ragazza quel giorno preparò in fretta e furia tutte le valigie, aspettò il termine della discussione e disse a sua madre: “Basta, ora ce ne andiamo”. Quella casa natale avrebbe dovuto rappresentare il suo nido sicuro ed invece è stato il luogo che le ha insegnato a resistere, sopravvivere. Nel corso della sua adolescenza la ragazza non ha avuto momenti semplici, nata e cresciuta nel caos era l’unica cosa che conosceva e che sapeva ricreare e vivere alla perfezione; finché un giorno lei ha deciso di guardarsi allo specchio… È stato il primo momento in cui ho accettato che tutto ciò fosse successo

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proprio a me, che la realtà non era poi così lontana, anzi, era più vicina di quanto pensassi, perché era proprio la mia! Avevo sedici anni, una gamba proporzionata alla mia età e l’altra gamba cresciuta troppo in fretta e questo non mi ha concesso di percorrere un cammino deciso e continuativo, ma piuttosto traballante e insicuro e per questo molte volte sono caduta. Quando sono riuscita a rendermi conto delle difficoltà causate dalla mia situazione familiare, ho affrontato il problema trasformando la mia esperienza negativa in un punto di forza. Ho sviluppato una forte consapevolezza di me stessa. La violenza contro le donne è un argomento di cui si parla ovunque, nei programmi televisivi, sui social network, nelle scuole. Viene visto come un fenomeno gravissimo ma allo stesso tempo lontano, quando invece non ci rendiamo conto che la violenza contro le donne è dietro l’angolo, nel vicinato o addirittura nella propria casa. I miei occhi stanchi e il mio grido disperato hanno dato la forza a mia madre di scappare dalle violenze subite, la forza di rinascere come donna, anche se non è stato semplice, ci sono voluti anni, psicofarmaci, antidepressivi ed un percorso psicologico, ma soprattutto tanto, tantissimo coraggio. Rispetto a tante altre storie, la mia non ha avuto un finale tragico, nessuno ha pagato con la propria vita e racconto la mia storia con la speranza che possa essere d’aiuto per chi sta vivendo o ha vissuto una situazione simile, e per dimostrare ancora una volta a me stessa di aver accettato il mio passato avendolo messo nero su bianco. Voglio concludere il mio racconto citando una frase della poetessa Alda Merini: “Da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”. Giada Delle Fave, 3AFM – ITE Frammartino, sede di Fonte Nuova

gennaio 2020 Nuove Proposte


società

ambiente

Le imprese del Lazio al seminario su ecosostenibilità e progettualità di Giulio Bussinello

L’International Organization for Migration all’incontro sul fotovoltaico e le energie rinnovabili per un mondo più green

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dicembre si è tenuto un seminario tecnico sul fotovoltaico, termodinamico ed energia, con l’ing. Mauro Cecconi esperto della New World in Green, aperto al tessuto imprenditoriale del Lazio, nella cornice dell’agriturismo “La Sonnina” nel comune di Genazzano, che ospita frequentemente iniziative a favore dell’ambiente. Ha partecipato all’evento la dott.ssa Brunilda Mocka in quota all’organizzazione

internazionale per le migrazioni, rapporti ItaliaAlbania, che ha spiegato come tali tecnologie, se sviluppate concretamente e al servizio degli imprenditori e delle imprese 4.0, potrebbero portare a numerosi incrementi economici per le aziende che le applicano. Progettazioni specifiche attagliate a territori e paesi di-

versi potrebbero dare i loro frutti. Attualmente l’Albania si presterebbe bene quale territorio idoneo ad ospitare progettazioni in questi campi, vista anche l’orografia del territorio soprattutto costiero. Potrebbe essere interessante sviluppare una partnership tra imprese italiane ed albanesi interessate a implementare energie

rinnovabili. Il relatore della New World in Green ha sottolineato che resta di fondamentale importanza diffondere tecnologie a basso impatto ambientale e comportamenti ecosostenibili, promuovendone l’utilizzo alle famiglie e alle piccole e medie imprese. Al seminario hanno partecipato numerose imprese del Lazio.

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Foto di Paolo Pizzi - per gentile concessione S

Cornetteria Pasticceria - Bar

Laboratorio artigianale - Produzione propria

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economia società

Svolta verde dell’Unione Europea: sì al bilancio “green” per il 2020 di Angela Passariello

I paesi europei volgono lo sguardo alle nuove politiche a favore del clima, della crescita sostenibile e delle infrastrutture di rete

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i fa strada anche presso il Parlamento europeo la svolta “verde” a favore di politiche nuove e costruttive a sostegno del clima, del lavoro e dei giovani. Nel bilancio 2020, approvato a Bruxelles a fine 2019, è stato varato lo stanziamento di ulteriori 850 milioni circa per l’innovazione, la competitività e il clima. Gli europarlamentari, a maggioranza molto ampia, hanno votato per incrementare la spesa a favore di settori delicati e strategici come quelli riferiti al futuro delle nuove generazioni e di tutti i cittadini. L’intento principale dichiarato è quello di confermare anche per gli anni successivi, dal 2021 al 2027, la stessa disponibilità finanziaria se non addirittura maggiore. È la prima volta

che un intero continente, quello europeo, si trova ad adottare, in piena sintonia, nuove strategie di tipo “green”. Di questo incremento, infatti, circa 500 milioni sono destinati alle spese legate alla tutela del clima, altri 302 milioni andrebbero ai progetti di ricerca, 50 milioni sosterranno il programma Erasmus+ e 28,3 milioni di euro saranno destinati all’occupazione giovanile. Non è stato lasciato indietro un altro progetto altrettanto importante: quello degli

investimenti nelle infrastrutture di rete. Parliamo del cosiddetto Cef (Connecting europe facility), meccanismo per collegare l’Europa in una rete unica di trasporti che interesserà le infrastrutture, le energie e il digitale con l’intenzione di favorire il mercato unico di merci e passeggeri. A questo progetto sono stati destinati ulteriori 133 milioni di euro. Il Parlamento ha approvato il bilancio, la legge è stata, poi, firmata dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

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gennaio 2020 Nuove Proposte


società

rapporto

Aumentano le nozze, ma gli sposi sono sempre più in là con gli anni di Claudia Pennacchio

Nel 2018 è salito il numero dei matrimoni, ma la lancetta dell’orologio biologico è spostata molto più avanti. Crescono anche le unioni civili etero e omosessuali e i bambini nati da genitori conviventi

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elle scorse settimane è stato reso noto il report Istat riguardante la tendenza della popolazione italiana in riferimento alla celebrazione delle nozze. I dati forniti mostrano che nel corso del 2018 sono stati celebrati 195.778 matrimoni, circa 4500 in più rispetto all’anno precedente. Di questi più della metà si è svolta con rito civile, soprattutto nel Settentrione. Nel sud Italia, al contrario, la tradizione del matrimonio in chiesa è ancora forte, difatti 2 ce-

lebrazioni su 3 avvengono seguendo il sacro rito. È riscontrabile un’ulteriore differenza dovuta all’età degli sposi in quanto, contrariamente a quanto potrebbe far pensare il senso comune, preferiscono il rito in chiesa i più giovani e quello civile gli sposi in età più matura. In aumento i matrimoni misti, in cui uno dei partner è straniero. In questo caso si parla del 17% del totale, con una prevalenza nel nord e centro Italia. Cresce anche il numero delle unioni civili, in combinazione con una mag-

giore diffusione di bambini nati fuori dal matrimonio. Un dato è particolarmente evidente, l’età degli sposi aumenta con il passare degli anni, tra le cause vi sono sicuramente la maggiore permanenza dei ragazzi presso le famiglie d’origine, a causa di precariato, disoccupazio-

ne, assenza di una stabilità economica e familiare. Per concludere, per quanto riguarda le unioni civili omosessuali è presente una maggioranza di coniugi di sesso maschile (64% del totale), con un’incidenza maggiore nelle grandi aree urbane come Roma e Milano.

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salute

benessere

LE RICERCHE IN AMBITO PSICOLOGICO DEL DOTTOR GIULIO DE CINTI di Luigino Borgia

Quando la professione di psicoterapeuta diventa esplorazione di nuove strade

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l dott. Giulio De Cinti è uno psicoterapeuta, ma anche un professionista che si dedica alla ricerca. Ha formulato una nuova concezione della persona e una metodica innovativa nel fare ipnosi. Di recente è stato a Krasnojarsk in Siberia dove ha tenuto due conferenze. Di quali sviluppi ci può parlare rispetto alla nostra intervista del 2012 in occasione della pubblicazione del suo primo libro “Tipi umani modalità stili”? Ho pubblicato nel 2016 “Modi sani e non sani di essere” e nel 2017 “Risanare con l’ipnosi interattiva”. Inoltre ho dato vita all’associazione Psicologia Multifattoriale per formare professionisti di queste mie teorie. Ci parli allora dell’ipnosi interattiva, visto che l’ipnosi ultimamente è molto “trendy”. Il termine ipnosi interattiva è scaturito dalla constatazione che l’inconscio non è chiuso in se stesso. L’ipnosi interattiva non si avvale delle suggestioni, e le sue procedure prevedono che mentre la persona è vigile gli si richiede di bloccare intenzionalmente la risposta volontaria, restando in attesa che

alle domande rivolte al suo inconscio risponda quest’ultimo, che è chiamato a farlo in modo non verbale. Per una panoramica è possibile visitare il mio profilo youtube raggiungibile digitando “Giulio De Cinti”. Che differenza c’è tra il libro “Modi sani e non sani di essere” e “Tipi umani modalità stili” di cui abbiamo parlato nella precedente intervista? “Modi sani e non sani di essere” rappresenta un ampliamento e un approfondimento di “Tipi umani modalità stili”. Presenta una serie di profili di personalità denominati “modi di essere” che sono distinti in “sani” e “non sani”. Ogni persona dispone di due tra i “modi di essere”, uno “sano” e uno “non sano”. A volte viene utilizzato il “modo sano di essere”, altre volte il “modo non sano di essere”. I due modi di essere sono alternativi, per cui quando uno è attivato l’altro è bloccato. Fare terapia consiste nel far preva-

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lere in modo costante e certo il “modo sano di essere” di una persona. I diversi “Modi di essere”, se ricordiamo bene, necessitano di più componenti. Ogni “modo di essere” è una costruzione di tre variabili, un “tipo umano”, una “modalità” e uno “stile”. Ho individuato una “modalità sana” e quattro “non sane”. Le modalità trattano di come la persona percepisce se stessa, rappresentano i vissuti intrapsichici sani e non sani riferiti al senso di accettazione. Gli “stili” scoperti sono uno sano e otto non sani.

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Essi concernono il modo, sano o non sano, di agire, di vivere la relazionalità. I “tipi umani” descrivono i modelli di sei tipi di temperamenti, non si distinguono in sani e non sani perché sono ereditari e sono sei tipi di inclinazioni e sei di predisposizioni. Per saperne di più, oltre al libro, c’è la possibilità di visitare il mio sito web www.psicologiamultifattoriale.it. Altri progetti per il futuro? Avendo constatato l’efficacia di queste teorie, l’obiettivo futuro sarà quello di trovare tutti i modi possibili per farle conoscere.


la ricerca salute

LO STUDIO: il freddo aumenta il rischio di attacchi cardiaci di Giuliano Alberto Maria Angelini

Lo dice uno studio dell’Università di Lund in Svezia. Tra le motivazioni il restringimento delle arterie e una vita più sedentaria

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e basse temperature, specialmente quando il termometro va sotto lo zero, potrebbero far aumentare anche il rischio di malattie come l’infarto. Un nuovo studio dell’Università di Lund in Svezia, pubblicato su Jama Cardiology, ha scoperto una forte associazione tra un clima freddo e ventoso e una più alta probabilità di avere attacchi cardiaci. Dalle analisi è emerso che l’incidenza degli attacchi di cuore era più alta nei giorni in cui le temperature erano sotto lo zero, e via via sempre più bassa man mano che le temperature salivano intorno

ai 3-4 gradi. Sebbene il motivo di questa associazione non sia ancora stato chiarito, gli scienziati hanno ipotizzato che il freddo possa causare una vasocostrizione, ovvero il restringimento delle arterie, che eserciterebbe un’ulteriore pressione sul cuore tale da provocare l’infarto. Secondo quanto ipotizzato dai ricercatori, ci sarebbero tuttavia altre spiegazioni del legame tra infarto e temperature fredde. Tra queste, spiegano, ci potrebbero essere nel periodo invernale cambiamenti nello stile di vita, come per esempio modifiche nella dieta o nell’attività

fisica, oppure l’aumento di infezioni respiratorie, come il raffreddore, che sono state già precedentemente associate a un maggior rischio di attacco cardiaco. Tuttavia,

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precisano i ricercatori, non è ancora noto se diminuire l’esposizione al freddo, restando in casa e indossando abiti caldi, possa ridurre il rischio di infarto.

gennaio 2020 Nuove Proposte


salute

la scoperta

Una molecola ringiovanisce il cervello e blocca l’avanzare dell’Alzheimer di Giuliano Alberto Maria Angelini

La scoperta di alcuni ricercatori italiani. L’anticorpo A13, testato sui topi, contrasterebbe la malattia nelle prime fasi

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coperta dai ricercatori della Fondazione Ebri “Rita Levi-Montalcini” una molecola che “ringiovanisce” il cervello bloccando l’Alzheimer nella prima fase: è l’anticorpo A13, che ringiovanisce appunto il cervello favorendo la nascita di nuovi neuroni e contrastando i difetti che accompagnano le fasi precoci della malattia. Lo studio è stato effettuato su topi che, così trattati, hanno ripreso a produrre neuroni a un livello quasi normale. Una strategia, secondo i ricercatori, che apre nuove possibilità di diagnosi e cura. Fermo restando che per i test sull’uomo ci vorrà ancora qualche anno e bisognerà prima valutare gli esiti delle fasi pre-cliniche di sperimentazione. Lo studio, interamente italiano, è stato pubblicato sulla rivista “Cell Death and Differentiation”, ed è stato coordinato

Nuove Proposte gennaio 2020

da Antonino Cattaneo, Giovanni Meli e Raffaella Scardigli, presso la Fondazione Ebri (European Brain Research Institute) Rita Levi-Montalcini, in collaborazione con il Cnr, la Scuola Normale superiore e il dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tre. In pratica, i ricercatori hanno scoperto che la nascita di nuovi neuroni nel cervello adulto (neurogenesi) si riduce in una fase molto precoce dell’Alzheimer. Tale alterazione è causata dall’accumulo nelle cellule staminali del cervello di sostanze tossiche chiamate A-beta oligomeri. Il passo avanti sta nel fatto che il team è riuscito a neutralizzare gli A-beta oligomeri nel cervello di topi malati di Alzheimer, introducendo appunto l’anticorpo A13 all’interno delle cellule staminali del cervello e riattivando così la nascita di nuovi neuroni,

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ringiovanendo il cervello stesso. Dunque, i topi così trattati hanno ripreso a produrre neuroni a un livello quasi normale.


i dati salute

Morti per resistenza agli antibiotici: l’Italia è al primo posto in Europa di Claudia Pennacchio

Secondo l’Istituto superiore di Sanità rischiano di distruggere l’umanità se usati in modo approssimativo, perché favoriscono la proliferazione di batteri resistenti ai farmaci

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li antibiotici sono sostanze prodotte da microrganismi in grado di ucciderne altri. Sono stati essenzialmente tre i premi Nobel che hanno contribuito ai progressi in medicina per la scoperta dei battericidi, stiamo parlando di Alexander Fleming, Ernst Chain e Howard Walter Florey. È innegabile che la scoperta degli antibiotici abbia

permesso di salvare molte vite, nonostante questo, il loro futuro dipende dall’uso più o meno consapevole che sapranno farne gli esseri umani negli anni a venire. Il loro abuso, infatti, dal 1945 ad oggi ha mostrato l’altra faccia della medaglia. In tal senso l’Istituto superiore di Sanità ha evidenziato un quadro allarmante. Stando ai dati forniti in tale occasione, l’Italia si è classificata al

primo posto in Europa per il numero di morti dovuto alla resistenza agli antibiotici. Nel 2018, nonostante un calo rispetto agli anni precedenti, le infezioni nel sangue causate da batteri produttori di carbapenemasi (enzimi che distruggono i carbapenemi, una classe di antibiotici ad ampio spettro) sono state più di 2000. Ad essere più colpito da questo fenomeno è il Lazio (per il

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centro Italia), poi la Puglia (sud) e l’Emilia-Romagna (nord). Coinvolti in maggior misura i maschi tra i 60 e 79 anni, soprattutto quelli ricoverati in ospedale, e in particolar modo nei reparti di terapia intensiva. L’agente patogeno più diffuso è klebsiella pneumoniae, anche se lo scorso anno sono aumentati altri enzimi, come il batterio new delhi. Ogni anno sono circa 700mila le persone che muoiono per infezioni resistenti agli antibiotici, e stando agli avvertimenti forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, se non saranno presi seri provvedimenti il numero è destinato ad aumentare, tanto da rischiare di superare i 10 milioni di casi nell’anno 2050.

gennaio 2020 Nuove Proposte


sport

calcio

EURO 2020 ALLO STADIO OLIMPICO DI ROMA LE GARE DEL GIRONE DELL’ITALIA di Gianna De Santis

Gli azzurri giocheranno il match inaugurale della competizione contro la Turchia il 12 giugno, poi affronteranno Svizzera e Galles. Nella capitale si disputerà anche una partita dei quarti

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arà la partita TurchiaItalia alle ore 21 di venerdì 12 giugno allo stadio Olimpico di Roma a dare il via agli Europei 2020, il primo torneo di calcio itinerante. Nell’impianto capitolino (che ha ospitato in passato quattro finali di Coppa dei Campioni, le Olimpiadi del 1960, le finali di Euro ’68, quella della Coppa del Mondo del 1990 e tante partite della Nazionale) si giocheranno anche altri match della competizione europea, che vedrà finalmente l’Italia tra le nazioni favorite dopo

un girone di qualificazione con risultati impressionanti. Gli azzurri, reduci dalla delusione e dall’esclusione all’ultimo Mondiale, grazie alla guida di Roberto Mancini hanno cambiato nettamente spirito e marcia, superando diversi ostacoli e arrivando a chiudere il girone con un percorso netto. Nel sorteggio dei gironi europei, poi, l’Italia ha pescato la Turchia, la Svizzera e il Galles. «Le partite vanno sempre giocate, non esistono sorteggi facili» ha detto il tecnico azzurro, che non vuole si abbassi la

guardia con l’Europeo ancora tutto da giocare. «Disputare le gare a Roma per noi sarà molto importante – ha aggiunto Mancini –, ci saranno meno spostamenti e soprattutto avremo il sostegno e il calore dei tifosi». L’Italia giocherà a Roma anche le altre due partite del girone A di qualificazione: il secondo appuntamento sarà per mercoledì 17 giugno alle ore 21 contro la Svizzera; il

La formazione azzurra (Foto Paolo Pizzi per gentile concessione)

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terzo per domenica 21 giugno alle ore 18 con il Galles. Gli altri match degli Europei 2020 si disputeranno invece a Copenhagen, Baku, San Pietroburgo, Londra (stadio di Wembley), Amsterdam, Bucarest, Glasgow, Bilbao, Dublino, Budapest e Monaco. Passeranno agli ottavi le prime due qualificate di ogni girone e le quattro migliori terze; le otto formazioni vincenti accederanno ai quarti e sarà la città di Roma ad ospitare una delle sfide più attese di questo turno sabato 4 luglio alle ore 21. La fase finale, con le due semifinali del 7 e 8 luglio e la finalissima di domenica 12 luglio, si disputeranno invece a Londra. La Nazionale di Roberto Mancini giocherà nei prossimi mesi delle amichevoli in preparazione all’Europeo: il 27 marzo a Londra gli azzurri affronteranno l’Inghilterra; il 31 marzo a Norimberga se la vedranno con la Germania; il 29 maggio contro San Marino a Cagliari; il 4 giugno in Italia (sede da definire) la sfida con la Repubblica Ceca.


tennis sport

LA STAGIONE TENNISTICA RICOMINCIA DAGLI AUSTRALIAN OPEN di Paolo Sabatini

A Melbourne, dal 20 gennaio al 2 febbraio prossimi, si terrà il primo slam stagionale

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uovo anno, nuova stagione. Con l’inizio del 2020 termina il periodo di riposo per i tennisti e tornano in calendario i grandi appuntamenti sportivi. Il primo, in ordine cronologico è il torneo dell’Australian Open, evento appartenente ai quattro che compongono il Grande Slam (gli altri sono Roland Garros, Wimbledon e gli U.S. Open), che si disputerà a Melbourne dal 20 gennaio al 2 febbraio. Nella divisione maschile, il serbo Novak Djokovic proverà a difendere il titolo di campione in carica dagli assalti del numero uno nella classifica Atp, lo spagnolo Rafael Nadal, e dal sempre verde Roger Federer, giunto al ventiduesimo anno di carriera nel mondo professionistico. Occhio però anche alla stella greca

emergente Stefanos Tsitsipas, al russo Daniil Medvedev e al sempre più solido Dominic Thiem. Proveranno a tenere in alto i colori italiani invece il solito Fabio Fognini e il romano Matteo Berrettini, quest’ultimo capace di chiudere all’ottavo posto il ranking Atp del 2019 e in grado di centrare la prima vittoria azzurra in un match delle Finals tenutesi lo scorso anno. La possibile sorpresa azzurra però potrebbe essere il diciottenne Jannik Sinner, che da trionfatore del torneo Next Gen proverà a raggiungere le semifinali della manifestazione australiana, emulando quanto fatto nelle due stagioni precedenti dai suoi predecessori, ovvero Tsitsipas nel 2019 (campione Next Gen nel 2018) e il sudcoreano Chung Hyeon nel 2018 (vincitore del trofeo per tennisti under 21 nel 2017). Tra le donne, invece, la detentrice Naomi Osaka dovrà guardarsi innanzitutto dalla beniamina di casa Ashleigh Barty, attuale numero uno al mondo. Poi punteranno a più di un ruolo da

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semplici comparse la ceca Karolína Plíšková e la rumena Simona Halep, nonché l’americana Serena Williams, che a seguito di un’annata complicata è però scivolata al decimo posto nel ranking. Non ci sarà invece la tennista belga Kim Clijster, che dopo aver annunciato il suo clamoroso rientro dopo sette anni di inattività, si ritroverà costretta a saltare l’appuntamento in Oceania per un infortunio al ginocchio. C’è poi una curiosità legata al manto di gioco. La federazione Tennis Australia ha, infatti, annunciato una partnership commerciale con la Greenset Worldwide, azienda spagnola che realizza superfici acriliche che sostituiranno i manti veloci di Plexicushion, forniti per undici anni dalla ditta americana California Sports Surfaces. Il cambio di superficie completa il restyling tecnico dell’Australian Open iniziato nel 2019, con il cambio di fornitore di palline, passato da Wilson a Dunlop.

gennaio 2020 Nuove Proposte


approfondimento

scienza

I SUONI DELLA TERRA E DELL’UNIVERSO di Fabio Bogi

Gli esseri umani si affidano ai propri sensi per percepire la realtà. Ma cosa c’è oltre?

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e ci limitassimo a considerare realtà solo quella che vediamo e percepiamo con i nostri limitati cinque sensi, rileveremmo sì una magnificenza, ma sarebbe comunque assai piccola cosa rispetto al tutto. Lo spazio potrebbe apparirci un posto muto e scuro, senza nulla, ma in realtà le sue molteplici “voci” e immagini possono creare meravigliose sinfonie. Certo, noi non siamo in grado né di vederle né di sentirle, ma cionondimeno esistono. Il nostro apparato uditivo, quando è in buone condizioni, arriva a rilevare suoni di frequenze comprese fra i 20 e i 20mila Hz, suoni che trasmettono le vibrazioni suddette attraverso un mezzo di comunicazione: aria, acqua o qualsiasi altro corpo più o meno solido in grado di stimolare il nostro timpano nella gamma delle frequenze prima dette. Ma, grazie ad antenne posizionate su satelliti artificiali, possiamo convertire, registrare e rilevare onde elettromagnetiche

comprese appunto tra i 20 e i 20mila Hz emesse da corpi celesti come, per esempio, Terra, Luna, Saturno, Giove, Nettuno e dai satelliti Io (di Giove) e Miranda (di Urano) e, quando la tecnologia sarà ancora più sviluppata, le registrazioni e rilevazioni avranno un raggio d’azione sempre maggiore nell’Universo. Ma per rimanere un po’ più vicini a noi, limitiamoci al suono prodotto dai raggi cosmici al loro impatto con l’atmosfera terrestre. I raggi cosmici sono particelle e nuclei atomici di alta energia che, muovendosi quasi alla velocità della luce, colpiscono la Terra da ogni direzione; provengono dal cosmo, cioè dallo spazio che ci circonda, e la loro origine è sia galattica sia extragalattica. Da misure fatte tramite palloni aerostatici a grande altitudine o per mezzo di satelliti, sappiamo che la grandissima maggioranza dei raggi cosmici è costituita da protoni, ma abbiamo anche minime quantità di nuclei atomici di svariati elementi. Sia i protoni sia i nuclei sono carichi positivamente, quindi la quasi totalità dei raggi cosmici ha carica positiva. Essi contengono, però, anche una piccola percentuale di elettroni, positroni, fotoni

Nuove Proposte gennaio 2020

e altre particelle subatomiche. Poiché i raggi cosmici sono dotati di carica elettrica, essi vengono deviati dai campi magnetici galattici ed extragalattici e dal campo magnetico terreste. Quando arrivano in prossimità della Terra si “scontrano” con le fasce di Van Allen; l’impatto tra le nubi di plasma solare e il campo magnetico terrestre sottrae energia ad alcune particelle e ne conferisce ad altre, accelerandole e dando origine alle stupende e pittoresche aurore polari. Questi movimenti, in forma di onde elettromagnetiche, sono costantemente monitorati da due sonde incaricate di captare le onde radio che circondano la Terra: in pratica è come se mettessimo un microfono acceso nello spazio. Ma le nostre orecchie rispondono solo alle onde sonore, per questo

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non possiamo “ascoltare” direttamente la voce delle fasce di Van Allen: nello spazio, senza un mezzo a supportarlo, il suono non si propaga. Tuttavia queste onde, ovviamente di natura elettromagnetica, si trovano nello stesso range di frequenze dello spettro sonoro udibile dall’uomo, quindi è stato sufficiente tradurre le onde radio in mp3. Quando le onde elettromagnetiche si propagano nella plasmasfera, l’involucro di plasma relativamente poco energetico che circonda la Terra appena sotto l’atmosfera, si genera un suono, ribattezzato “sibilo plasmasferico”; chissà se per puro caso o meno, assomiglia in modo impressionante ai suoni galattici dei film di fantascienza. Ma ora, e solo per ora, possiamo dire: mistero.


esoterismo

approfondimento

IL SIGNIFICATO DELLE COLONNE di Fabio Bogi

Possono rappresentare tanti aspetti differenti, hanno grandi e ataviche tradizioni che affondano le radici nella storia più antica

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quanto ci è dato sapere, due colonne hanno sempre caratterizzato sia l’ingresso nei luoghi consacrati sia l’eventuale portale verso l’ignoto, verso l’ultraterreno. I due pilastri, che si ergono alle porte dei luoghi sacri, vengono da alcuni fatti risalire fino alla misteriosa ed enigmatica Atlantide, fonte perduta di conoscenza ermetica. Come non ricordare, per esempio, le due colonne che il semidio Ercole aveva posto, secondo la tradizione originata dai due dialoghi di Platone Timeo (17-27) e Crizia del IV secolo a.C., ai lati dello stretto di Gibilterra. Sempre la tradizione ci dice che su di esse era scolpito l’avvertimento “Non plus ultra” (non oltre, ndr), monito per naviganti e marinai a non oltrepassare il punto della sicurezza, della conoscenza. Simbolicamente superarle aveva il significato di lasciare il mondo materiale per immergersi in un mondo superiore e sconosciuto. Un’altra rappresentazione si fa ricondurre al tempio di Salomone, re che, secondo gli antichi rabbini, era un iniziato

ai misteri, tanto è vero che il suo tempio rispecchiava gli insegnamenti delle scuole ermetiche ed esoteriche: infatti tutta la struttura si dice che rispecchiasse l’architettura e il simbolismo dei santuari egiziani e atlantidei. Nel tempio di Salomone le due colonne bronzee, di dimensioni ben precise e provviste di capitelli, assumevano i nomi di Boaz (in ebraico: ‫עֹב‬ ּ ‫ ַז‬,‎ bellezza, la cui lettera iniziale ‫ֹב‬,ּ Beth assume il significato di casa, caverna e rappresenta l’energia femminile, lunare) e Jachin, (in ebraico: ‫ןיכי‬, stabilità, la cui lettera iniziale ‫י‬, rappresenta l’energia maschile, solare). E tali sono anche all’ingresso dei templi massonici. In questo caso possono assumere molteplici significati, a seconda del livello di conoscenza delle persone pur delimitando sempre l’ingresso in uno spazio sacro. In primis essi rappresentano l’equilibrio fra due opposti, quella di destra è simbolo dell’uomo divino e della spiritualità, mentre quella di sinistra è simbolo dell’uomo terreno e della materialità. Simboleggiano anche le espressioni attive e passive dell’energia divina, il sole e la luna, lo zolfo e il sale, il bene e il male, la nascita e la morte, i due solstizi, i due segni zodiacali opposti che li rappresentano, il cancro (solstizio d’estate) e il capricorno (solstizio d’inverno), l’uomo e

la donna, la luce e l’oscurità. Sembrano due entità completamente opposte ma in realtà sono complementari. Quando nasce l’armonia fra essi c’è allora la loro unione simbolica in un terzo, ideale pilastro simboleggiante esotericamente l’umanità nella forma dell’adamo kadmon, l’androgino. Per la filosofia orientale questo significa che le due forze, Ida e Pingala, si uniscono nel Sushumna e permettono di liberare il sacro fuoco kundalini contenuto nel primo chakra, che irradierà di luce divina tutto l’essere umano dando vita ed energia agli altri sei chakra. Secondo gli

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insegnamenti cabalistici le due colonne rappresentano i due rami laterali dell’albero delle Sephiroth, uno quello della Misericordia (Boaz, sephira Binah) e uno quello della Giustizia (Jachin, sephira Hokmach). Quando la Misericordia e la Giustizia si equilibreranno, daranno origine al terzo pilastro, l’uomo, composto così della sua parte divina e della sua parte materiale facendo comunicare Kether (la corona, la prima sephira oltre la quale c’è solo l’Ein Sof, l’infinito) con Malkut (la decima sephira, il regno materiale), aprendo così le porte di tutte le sephirot, le dieci porte di luce.

gennaio 2020 Nuove Proposte


approfondimento

archeologia

LUDUS MAGNUS LA CASERMA DOVE I GLADIATORI SI PREPARAVANO AI COMBATTIMENTI Fotoservizio di Antonino Portaro

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l Ludus Magnus o Caserma dei Gladiatori era un grande edificio quadrangolare, al cui centro era ricavata una piccola arena per gli allenamenti dei gladiatori. Questo edificio era uno dei quattro costruiti da Domiziano, oltre alla Caserma dei Marinai della flotta del Miseno per la manovra del velario, al magazzino delle attrezzature e all’infermeria. I resti del Ludus Magnus si trovano davanti al Colosseo e attestano un ampio rifacimento all’epoca di Traiano. Sono emersi durante i lavori di sterro del 1937 e sistemati nel 1960 a cura di Antonio Colini. L’edificio è ora visibile in parte affacciandosi da via Labicana, per il resto è noto grazie a un frammento della pianta marmorea di Roma d’età severiana. L’edificio, costruito in laterizio, era a tre piani con al centro un grande cortile porticato su cui si affacciavano piccoli ambienti: le celle dei gladiatori. Ai quattro angoli del cortile vi erano della fontane triangolari (ne rimane una nell’angolo nordovest). Questo spazio esterno era internamente occupato

Situato vicino al Colosseo, oggi dell’edificio resta visibile solo una piccola parte affacciandosi da via Labicana

da un piccolo anfiteatro destinato alle esercitazione dei gladiatori, si possono riconoscere i resti dei muri radiali che sostenevano la cavea. Qui i gladiatori venivano preparati ai combattimenti del grande anfiteatro vicino, con una faticosa preparazione fisica e psicologica. Un corridoio sotterraneo collegava direttamente il Ludus con il Colosseo. La sorte del Ludus seguì quella dell’anfiteatro. L’uno e l’altro rimasero in attività fino all’epoca di Totila, re Goto, che abolì anche la caccia alle belve (536 d.C.).

Nuove Proposte gennaio 2020

Dopo si ebbe l’abbandono del monumento e la graduale distruzione. I giochi gladiatori, di origine etrusca di carattere sacro-funerario, venne-

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ro introdotti a Roma nel 264 a.C. e andarono accrescendo la loro popolarità in concorrenza con gli altri spettacoli, in particolare quelli teatrali, con maggiore sviluppo in epoca imperiale. Nei giochi si alternavano i combattimenti con le belve e quelli cruenti fra condannati comuni e prigionieri di guerra, appositamente addestrati nei “ludi”. In queste caserme dominava una ferrea disciplina, una vera anticamera dello scontro mortale che aspettava i gladiatori. In epoca cristiana, gli editti imperiali tentarono di porre fine a questo tipo di spettacolo, ma ci riuscirono solo con molta fatica.


Rugby, il mondo a forma ovale

focus

SEI NAZIONI, L’ITALIA ACCENDE LO STADIO OLIMPICO DI ROMA di Riccardo Borgia

Guinness Sei Nazioni 2019, Round 3, Roma, Stadio Olimpico 24/02/2019, Italia V Irlanda Foto Sportit per gentile concessione

Match d’apertura per gli azzurri contro il Galles a Cardiff, nella capitale si giocherà il 22 febbraio contro la Scozia e il 14 marzo con l’Inghilterra

L

o stadio Olimpico torna ad ospitare una delle manifestazioni più importanti al mondo nel panorama rugbistico. Si parte il 1 febbraio con la 21ª edizione del “Sei Nazioni”, che vedrà di fronte Italia, Inghilterra, Francia, Irlanda, Scozia e Galles, per celebrare poi il vincitore della competizione il 14 marzo. Gli azzurri saranno impegnati nel match inaugurale fuori casa, affronteranno i campioni in carica del Galles a Cardiff, in una gara davvero molto difficile sulla carta. Nel secondo incontro in programma, l’Italia se la vedrà con i cugini francesi nella partita che assegna come sempre il “Trofeo Garibaldi”. Per il debutto in casa allo stadio Olimpico di Roma bisognerà attendere sabato 22 febbraio, giorno in cui il XV italiano affronterà la Scozia. A seguire la trasferta a Dublino per la sfida con l’Irlanda e la chiusura del Sei Nazioni per gli azzurri a Roma nel quinto match contro l’Inghilterra in programma sabato 14 marzo. L’Italia proverà a rialzarsi dopo un

Mondiale in Giappone che ha lasciato un bel po’ di amaro in bocca. Risolto in anticipo il rapporto contrattuale con il tecnico Conor O’Shea, la Federazione italiana rugby ha annunciato un nuovo staff tecnico proprio in vista degli impegni della Nazionale al Sei Nazioni. Per queste sfide internazionali gli azzurri avranno come capo allenatore Franco Smith, affiancato da Giampiero De Carli (avanti) e Marius Goosen (difesa), a coordinare la preparazione fisica ci saranno Pete Atkinson e Giovanni Sanguin. La Federazione sta lavorando per definire lo staff dell’Italia per il prossimo quadriennio (2020-2023) e in vista del tour estivo in America che partirà il prossimo 1° luglio. Sarà un 2020 tutto nuovo anche per gli azzurri, che ora proveranno a riscaldare quest’inverno dando il massimo nel Sei Nazioni e regalandosi l’abbraccio dei tifosi in uno stadio Olimpico che come sempre saprà sostenere l’Italia e accendersi per ogni azione di Allan e compagni.

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Le partite dell’edizione 2020: Prima giornata

Sabato 1 febbraio Galles v Italia ore 15.15 Irlanda v Scozia ore 17.45 Domenica 2 febbraio Francia v Inghilterra ore 16.00 seconda giornata

Sabato 8 febbraio Irlanda v Galles ore 15.15 Scozia v Inghilterra ore 17.45 Domenica 9 febbraio Francia v Italia ore 16.00 Terza giornata

Sabato 22 febbraio Italia v Scozia ore 15.15 Galles v Francia ore 17.45 Domenica 23 febbraio Inghilterra v Irlanda ore 16.00 Quarta giornata

Sabato 7 marzo Irlanda v Italia ore 15.15 Inghilterra v Galles ore 17.45 Domenica 8 marzo Scozia v Francia ore 16.00 QUINTA giornata

Sabato 14 marzo Galles v Scozia ore 15.15 Italia v Inghilterra ore 17.45 Francia v Irlanda ore 21.00

gennaio 2020 Nuove Proposte


focus

Rugby, il mondo a forma ovale

Madre, padre e zio ex giocatori di palla ovale, per il mediano d’apertura della Nazionale italiana non poteva esserci un futuro diverso Guinness Sei Nazioni 2019, Round 3, Roma, Stadio Olimpico, Italia V Irlanda - Foto Sportit per gentile concessione

Tommaso Allan: il rugby nel Dna

Un destino segnato ancora prima di nascere di Gianna De Santis

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ermo sul campo, davanti ai pali che nel rugby formano una “acca” cerca la concentrazione per calciare, per mandare il pallone ovale esattamente al centro di quei pali. Ventisette anni da compiere il prossimo 26 aprile, vicentino di nascita ma cittadino del mondo. Oltre un metro e ottanta di altezza, capelli scuri e la faccia da bravo ragazzo, che però si trasforma in guerriero quando c’è da difendere la maglia della Nazionale italiana. Tommaso Allan è il mediano d’apertura dell’Italrugby e della Benetton Treviso, terzo miglior realizzatore degli azzurri dopo Diego Dominguez e Stefano Bettarello. È cresciuto a pane e rugby, in una famiglia in cui la palla ovale l’ha toccata fin da neonato, visto che i suoi genitori sono stati entrambi giocatori (suo padre è William Allan e sua madre Paola Berlato, giocatrice della formazione femminile del Petrarca Padova) così come suo zio, il famoso John Allan.

Nuove Proposte gennaio 2020

Aveva il destino segnato ancor prima di nascere? Probabilmente sì, la mia professione era scritta ancora prima di nascere. Sono nato in una famiglia di rugbisti, non potevo fare altro. E ho tanti ricordi legati alla mia infanzia e al rugby, ci sono tante foto del Petrarca che lo testimoniano. Avevo 5 o 6 anni e già correvo sul campo e giocavano con il pallone ovale. Poi mi sono traferito a vivere e a giocare in Inghilterra e poi ancora in Francia, fino al rientro in Italia a Treviso. Una formazione internazionale è un valore aggiunto? Non è facile spostarsi e cambiare continuamente, ma si cresce molto sia come persona che come modo di giocare e anche culturalmente. I paesi in cui sono stato, Inghilterra, Francia e Sudafrica, vi-

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Rugby, il mondo a forma ovale

focus

Tommaso Allan festeggiato per l’assist decisivo che ha portato alla meta di Edoardo Padovani. Foto Roberto Bregani/Fotosportit per gentile concessione

È il terzo miglior realizzatore degli azzurri dopo Diego Dominguez e Stefano Bettarello

Tommaso Allan verso la meta. Foto Daniele Resini Fotosportit per gentile concessione

vono il rugby con grande entusiasmo ed enfasi. Ha sempre giocato come mediano di apertura? No, ho giocato anche nel ruolo di centro e di estremo, ma non in mischia. Però amo essere un mediano di apertura.

Il Sei Nazioni è alle porte, cosa dobbiamo aspettarci dall’Italia? Per la nostra Nazionale è un periodo di grandi cambiamenti, dobbiamo ritrovarci come squadra perché siamo usciti dal Mondiale in Giappone un po’ delusi per come è finito, volevamo essere competitivi e giocarcela fino alla fine, e invece quell’ultima partita non l’abbiamo potuta disputare. Siamo un bel gruppo e abbiamo voglia di arrivare a livelli sempre più alti. Ci stiamo impegnando per questo. Il Sei Nazioni sarà un torneo difficile, ma noi siamo una squadra giovane che ha voglia di imporsi. Dobbiamo cercare di essere più consistenti e di avere maggiore continuità. Quello che forse ci manca è la costanza. Conosciamo i nostri difetti, ma anche i nostri pregi. Siamo una squadra dalle grandi potenzialità, e uniti possiamo andare lontano. Per noi sarà importante pensare partita per partita, cercare di essere competitivi in ogni sfida, avere l’opportunità di giocarcela e lottare per il risultato fino all’ultimo.

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Come sarà tornare a giocare allo stadio Olimpico davanti ai propri tifosi? È sempre molto bello. Il tifo aiuta tantissimo, vedere lo stadio pieno e tutte quelle persone che ti sostengono è fantastico. Ci dà molta carica. Vuole mandare un messaggio ai tifosi? Venite allo stadio vi aspettiamo, più siamo e meglio è. Sarà una grande festa di sport, il rugby trasmette tanti valori importanti che poi sono quelli della vita. Ai genitori dico di portare i loro figli a giocare a rugby, è davvero una grande scuola, non vi dovete spaventare del contatto, il rugby è un gioco di squadra fatto di regole e divertimento, dove i bambini crescono forti e sani. Qui si comprende il suo amore per l’insegnamento ai piccoli… Io a Treviso mi trovo benissimo, gioco a rugby, insegno ai bambini perché la società me lo permette e io ne sono contento. La nostra squadra sta affrontando una stagione difficile, ma siamo una bella squadra e possiamo toglierci qualche soddisfazione. Quali sono i suoi sogni e obiettivi per il futuro? Nell’immediato aiutare Treviso e l’Italia a segnare e a fare più punti possibili, dare consistenza al gioco. Non importa se segno io, deve farlo chiunque dei miei compagni, l’importante è che giochiamo ad alti livelli. Il futuro? Vedremo per ora gioco, ma chissà fra qualche anno magari potrei fare l’allenatore.

gennaio 2020 Nuove Proposte


focus

Rugby, il mondo a forma ovale

“Il Museo del rugby: Fango e Sudore” l’esposizione permanente dedicata a uno degli sport più spettacolari di Francesca Coculo

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giocati da Mauro Bergamasco (e non solo, ndr) donateci da lui stesso. E ancora l’unica maglia che in tutta la sua carriera François Pienaar ha indossato con il numero 8.

d Artena, borgo della provincia di Roma, la passione e la tenacia di Corrado Mattoccia hanno piano piano costruito un museo tutto dedicato allo sport per gentiluomini: il rugby. Il “Museo del rugby: Fango e sudore” trova casa nel 2017 e da allora è record di visite. Entriamo nel museo con Corrado Mattoccia, presidente della Fondazione che lo gestisce, per una visita virtuale! Come è nato il museo? Il museo è nato da un bando del Comune di Artena, che metteva a disposizione uno spazio inutilizzato del paese. Abbiamo semplicemente presentato il nostro progetto che il Comune ha ritenuto essere il più valido e ha quindi concesso lo spazio, in cui abbiamo creato il museo. Quanti pezzi sono presenti? Parlando di numeri abbiamo 2mila maglie dei più grandi giocatori di rugby, sia vecchi che nuovi, italiani e stranieri; abbiamo 5mila cravatte, gli scarpini indossati da questi atleti e i famosi cappellini. Sono veramente tanti i pezzi unici che custodiamo qui. C’è da dire che quello che i visitatori possono vedere è solo un terzo di tutti i cimeli raccolti, perché anche se lo spazio è grande gli oggetti sono molto più numerosi.

leti. Nel rugby si fa lo scambio della maglia e i professionisti le donano al museo, che per loro è un po’ come una casa. Altri cimeli invece li acquistiamo nelle aste a cui partecipiamo grazie alle numerose donazioni. Ad esempio abbiamo la maglia da rugby più vecchia che risale al 1894 ed è inglese. Oppure abbiamo tutte le maglie dei 5 mondiali

Qual è il pezzo più importante o quello a cui è più legato? Quello che ancora non abbiamo! Perché ogni pezzo presente è importante, unico e con la sua storia. Come ha raccolto tutti questi cimeli? Il 99% sono donazioni degli stessi at-

Nuove Proposte gennaio 2020

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Chi visita il museo del rugby? Molte persone appassionate di questo sport, atleti ma anche semplici curiosi. Calcoli che il museo viene visitato annualmente da 10mila persone. Inoltre, il nostro museo è anche itinerante e abbiamo portato un po’ della collezione ai recenti Mondiali in Giappone. Addirittura ci sono squadre di rugby che da tutta Italia e Europa organizzano il loro viaggio per venire a visitare l’esposizione. Per chi ancora non ha avuto modo di vederlo, cosa possiamo dire per invogliarlo? Quello che dico nelle scuole perché ci vengano a trovare: questo non è solo un museo sul rugby. Ma c’è anche storia, geografia e scienze, perché attraverso le maglie provenienti da ogni angolo del mondo si conoscono tanti paesi di cui si sente parlare poco; perché attraverso le maglie oltre ai paesi si conosce anche la loro cultura e di conseguenza la loro storia! Pensiamo a François Pienaar, capitano della nazionale del Sudafrica nella Coppa del Mondo nel 1995, il Sudafrica di Nelson Mandela dove ancora si parlava di apartheid. Oppure le maglie della nazionale irlandese di quando Belfast e Dublino, nemiche politicamente, giocavano con un’unica maglia. Infine, sono sicuro che anche chi non è appassionato di questo sport, visitando il museo, troverà qualcosa per cui commuoversi e si appassionerà.


storia

approfondimento

Federico Fellini l’eredità di un genio immortale di Elisabetta Zazza

Federico Fellini

A cento anni dalla nascita, il ricordo del grande regista che con i suoi film e personaggi ha fatto la storia del cinema italiano

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vevo sempre sognato, da grande, di fare l’aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con “felliniano” posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro». Con queste parole Federico Fellini, in un’intervista a Claudio Castellacci sul “Corriere della Sera”, commentava l’invenzione dell’aggettivo “felliniano” per definire personaggi, situazioni e atmosfere dei suoi film. E in effetti pochi personaggi nel mondo della settima arte possono vantare l’onore di “fare l’aggettivo”, come diceva scherzosamente il regista riminese. Quest’anno ricorre il centenario della nascita, avvenuta il 20 gennaio 1920 a Rimini, città dove trascorse i suoi primi vent’anni per poi trasferirsi a Roma, nello Studio 5 di Cinecittà, che lui chiamava “la fabbri-

Portone storico esterno©AndreaMartella foto per gentile concessione

ca dei sogni”. Fellini ha rivoluzionato la storia del cinema lasciandoci opere e personaggi indimenticabili. Film che raccontano, con i toni della commedia mista a satira e malinconia, la vita, le vittorie, le sconfitte e le illusioni di un paese intero di fronte a una realtà imprevedibile. Sognatore e osservatore, il mondo delle immagini era ciò che più lo affascinava e quasi ossessionava. Prima di diventare il regista che tutti conosciamo fu vignettista, autore radiofonico e sceneggiatore per alcuni film di Aldo Fabrizi. Negli anni della guerra collaborò a “Roma città aperta” e “Paisà” di Rossellini, film che segnarono la stagione del Neorealismo italia-

Una scena del film “Lo sceicco bianco”

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no. L’esordio alla regia arrivò nel 1950 con il film “Luci del varietà”, ma il primo vero successo giunse due anni dopo con “Lo sceicco bianco”, interpretato da Alberto Sordi. Da questo momento si impose la sua poetica, quella che farà nascere l’aggettivo “felliniano”, con personaggi e situazioni che raccontavano la realtà di provincia in uno stile inconfondibile: umoristico, a tratti grottesco, surreale, autobiografico e onirico. Nascevano allora “I vitelloni” (1953), “Le notti di Cabiria” (1957), “La dolce vita” (1960), uno dei suoi capolavori indiscussi. Indimenticabile la scena della fontana di Trevi, con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg. Fellini guardava all’universo femminile con venerazione e desiderio, come Marcello Snàporaz, protagonista del film “La città delle donne” (1980) e suo alter ego: un uomo che sogna di mettere insieme tutte le donne della sua vita, metafora di un percorso esistenziale e artistico che lo porterà al Nastro d’Argento come miglior regista. Cinque volte premio Oscar, Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1960, Leone d’oro nel 1985 e tanti altri riconoscimenti. Il suo ultimo premio è stato l’Oscar alla carriera del 1993, conferitogli poco prima di morire. Ha lasciato al mondo intero l’eredità di un genio immortale.

gennaio 2020 Nuove Proposte


approfondimento

tecnologia

Biopack, l’innovativo contenitore per le uova diventa una piantina di Riccardo Borgia

L’ultima frontiera del riciclo viene dalla Grecia: una tipologia di confezione biodegradabile al 100%

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ell’ultimo periodo l’attenzione per l’ambiente sta creando sempre più prodotti orientati al green. Una delle ultime trovate è trasformare l’involucro delle uova, che ognuno di noi getta, in una piantina di legumi così da ridargli una nuova vita. L’idea innovativa viene dalla Grecia e nel dettaglio da un designer, George Bosnas, che ha reso questa tipologia di packaging al 100% biodegradabile. Nel dettaglio, può contenere fino a 4 uova ed è abbastanza rigido e compatto, come quelli più classici,

ma la particolarità sta nella composizione. La confezione, infatti, è composta da una polpa di carta, farina, amido e semi biologici di legumi, che permette così, una volta terminato il prodotto all’interno, di piantarlo direttamente nel terreno con l’aggiunta di sola acqua. Da qui, per veder nascere delle piccole piante, basteranno circa 30 giorni, creando nuova vita e rendendo anche il terreno più fertile grazie alle proprietà dei legumi stessi. Questo “Biopack” promette di eliminare tutto il processo di smaltimento del classico

contenitore usa e getta, riciclabile o meno e nel prossimo futuro, rendendo più semplici le operazioni di recupero di ogni contenitore, visto che il processo viene effettuato direttamente dal consumatore stesso. «Il riciclaggio è una forma di gestione dei rifiuti che comporta la conver-

sione degli stessi in prodotti riutilizzabili – ha dichiarato l’ideatore Bosnas –. Ma ne vale la pena? Questo processo coinvolge il trasporto, lo smistamento, la lavorazione e la produzione di materiali in nuovi beni. È difficile valutare il suo consumo energetico complessivo».

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teatro spettacolo & cultura

La magia di Disney on ice a Roma con “Frozen - Il regno di ghiaccio” di Anna Crivelli

Dal 16 al 19 gennaio il Palazzo dello Sport all’Eur si trasforma in una pista di pattinaggio per ospitare lo spettacolare mondo di Arendelle con tutti i suoi protagonisti

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a magia della Disney torna a danzare sul ghiaccio. E stavolta, sarà il pluripremiato Frozen a volteggiare sulle lame in otto imperdibili appuntamenti, sulla pista del Palazzo dello Sport, dal 16 al 19 gennaio. Ci saranno tutti: Elsa, la dolce Anna, il buffo Olaz e i temerari Kristoff e Sven. Ma soprattutto, ci saranno le canzoni dell’amatissima colonna sonora del cartoon disneiano. E insieme ai protagonisti del cartoon, non mancheranno tutti i personaggi del mondo di Walt Disney: i padroni di casa saranno, infatti, Minnie e To-

polino che accompagneranno gli spettatori nel mondo di Arendelle. Ospiti davvero speciali saranno le bellissime principesse, i protagonisti di “Toy Story”, “Alla ricerca di Nemo” e “Il Re Leone”. Insomma, un grande show sul ghiaccio per festeggiare i più grandi successi della casa di produzione californiana. Uno spettacolo che vuole portare in scena, non solo i suoi grandi successi cinematografici, ma anche regalare a grandi e piccini un’emozione unica. Un team eccezionale ha lavorato all’evento: a partire dalle meravigliose scenografie ideate

Teatro Vascello Pinocchio foto Stefano Manocchio per gentile concessione

da Steve Bass e dai costumi di Gregory A. Poplyk. Le coreografie sono curate da Cindy Stuart, e due sono gli sceneggiatori d’eccezione: Adam Wilson e Melanie Wilson LaBracio. La regia è affidata a Patty Vincent che per la Disney ha lavorato a

molti spettacoli, tutti accolti con successo. Ma con la Disney il successo è ormai una garanzia e con “Frozen: Il regno di ghiaccio” – già film d’animazione pluripremiato – non ci sono dubbi che sarà uno degli eventi più attesi di questo 2020.

Brancaccio, comicità e sfumature profonde: Geppi Cucciari sarà una donna “Perfetta” A gennaio in scena anche Neri Marcorè e Ugo Dighero Dighero e Rosanna Naddeo in “Tango del calcio di rigore”, un affresco sul mondo protagonisti dal 14 al 19 gennaio, sempre al teatro Brandel pallone unito a commedia, ballo e tragedia

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uando sul palco sale Geppi Cucciari le risate sono sempre assicurate, e se poi porta in scena un monologo come “Perfetta” (al teatro Brancaccio dal 9 al 12 gennaio) scritto da Mattia Torre, uno dei migliori drammaturghi di teatro e tv recentemente scomparso, si ha una ricetta vincente. Il testo, infatti, racconta un mese della vita di una donna scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile, dove le battute si intrecciano a frasi con sfumature profonde, a tratti malinconiche. L’attrice

e conduttrice veste i panni di una venditrice d’automobili, di una moglie e madre, con la sua vita quotidiana fatta di lavoro, famiglia, impegni e responsabilità. E si raccontano quattro martedì di settimane differenti, dove i ritmi sono sempre gli stessi, ma non le percezioni con cui una donna vive i singoli momenti a seconda della fase del ciclo mestruale. Perché? Semplicemente perché cambiano gli stati d’animo, le reazioni e le emozioni. Geppi Cucciari passerà poi il testimone a Neri Marcorè, Ugo

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caccio, di “Tango del calcio di rigore” per la regia di Giorgio Gallione. In scena anche i giovani attori Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto. Quello che viene rappresentato sul palco è un affresco che parte dalla finale dei Mondiali di calcio del 1978, anno in cui in Argentina si registrano morti, torture, desaparecidos e corruzione. Geppi Cucciari 112 © Daniela Zedda E così si passa dai miti del foto per gentile concessione calcio, tra magia e realtà, come Alvaro Ortega, Francisco Valdes e Gato Diaz alle cio sfocia in tanghedia, un inchieste. mix di commedia, tango e Un racconto su un binario tragedia. Gianna De Santis doppio, dove il ritmo del cal-

gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

teatro

Eliseo, in scena tradimenti e sentimenti con le opere di Molière e ShakEspeare di Sara Pellegrino

Nel mese di gennaio il teatro romano propone due grandi classici “La scuola delle mogli” e “Re Lear”

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l Teatro Eliseo di Roma, uno dei più importanti nella scena teatrale nazionale, nelle prime settimane del nuovo anno accoglierà due grandi opere di illustri autori del 1600. I due spettacoli sono diversi nel loro genere, ma accomunati da uno stesso filo conduttore: il tradimento, un sentimento che non lascia via di scampo e porta solo al fallimento dell’essere umano. Stiamo parlando di “La scuola delle mogli” di Molière e “Re Lear” di Shakespeare. La commedia dell’astista francese sarà riproposta dal regista

LA SCUOLA DELLE MOGLI foto Luca Del Pia per gentile concessione

Arturo Cirillo e in scena al teatro dal 7 al 19 gennaio. L’opera mescola lo stile drammatico e quello comico con un finale inaspettato. La scena si sviluppa in una piazza di Parigi del XVI secolo. Il protagonista, il borghese Arnolfo, incarna la figura dell’uomo maritopadrone, ossessionato da un possibile tradimento e succube della sua gelosia. Agnese cadrà innamorata nelle braccia di un altro uomo. L’amore che non è possessione ma semplicemente sentimento libero e irrazionale. La tragedia scritta da Shakespeare e

diretta da Andrea Baracco andrà in scena dal 21 gennaio al 2 febbraio. L’opera si ispira alla leggenda britannica di Re Lear di Britannia. Lear, anziano, decide di abdicare e spartire il regno tra le sue tre figlie a una condizione: dimostrare il loro amore al padre. Ne verrà fuori una guerra dal finale tragico e inaspettato, dove l’invidia diventa ira che uccide e porta solo dolore. Un racconto composto da eventi che si intrecciano in uno schema complesso il cui risultato sono la fine di un’epoca e la morte dell’umanità.

Sistina, due graditi ritorni: Arturo Brachetti e le quattro protagoniste di “Belle ripiene” One man show del grande maestro di quick-change e una divertente commedia con Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo

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l Sistina comincia il 2020 con due graditi ritorni, dopo il grande successo del musical “Mary Poppins”. Il 10 gennaio ad aprire le danze sarà Arturo Brachetti con “SOLO. The Legend of quick-change”, uno spettacolo che ha conquistato l’Italia, la Svizzera e anche la Francia. Arturo Brachetti incanta con la sua arte e in questo one man show ci apre le porte di casa sua, dove affiorano ricordi e fantasie. Non è una casa qualunque, ma una dimora in cui ogni stanza racconta qualcosa di personale e profondo, dove gli oggetti si animano e tutto prende vita sul palcoscenico. Con il grande maestro di quick-change

Nuove Proposte gennaio 2020

Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo - foto Marco Rossi

i confini tra reale e surreale, finzione e verità, magia e realtà si confondono, e a fare da padrone è il trasformismo di Brachetti, con le sue discipline che catturano l’attenzione come le ombre cinesi, il mimo, la chapeaugraphie, la poetica sand painting e il raggio laser. Il palco del Sistina passerà poi nelle mani di quattro donne straordinarie: Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi e Samuela Sardo saranno le protagoniste di “Belle ripiene” (dal 21 al 26 gennaio). Giulia Ricciardi e Mas-

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Arturo Brachetti

simo Romeo Piparo hanno scritto una “gustosa commedia dimagrante” ambientata in una cucina, dove tra ricette e cibi appetitosi si snodano le chiacchiere su amori e uomini. Uno spaccato di vita femminile condito dalle prelibatezze della cucina italiana con alcuni prodotti tipici del nostro paese. Quattro amiche che decidono di aprire un ristorante per avere un riscatto personale, non senza imprevisti.

Gianna De Santis e Giuliano Alberto Maria Angelini


opera

spettacolo & cultura

“I CAPULETI E I MONTECCHI” A TEATRO IL CAPOLAVORO DI BELLINI di Iwona Grzesiukiewicz

Il teatro Costanzi di Roma apre il nuovo anno con una tragedia che fu rappresentata la prima volta a Venezia nel 1830

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Daniele Gatti Direttor - foto Marco Borggreve per gentile concessione

l teatro Costanzi inizia il nuovo anno con l’opera “I Capuleti e i Montecchi”, dopo aver inaugurato la stagione 2019-2020 con “Les vêpres siciliennes” di Giuseppe Verdi, una versione originale e integrale che ha riscosso grande successo. Va in scena, dal 23 gennaio al 6 febbraio 2020, “I Capuleti e i Montecchi”, una tragedia lirica in due atti con musica di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, rappresentata con successo in prima assoluta al teatro “La Fenice” di Venezia l’11 maggio 1830. Il libretto costituisce un adattamento di un precedente melodramma di Romani, già messo in musica da Nicola Vaccaj. Si basa su un’ampia tradizione letteraria italiana (tra cui la novella del 1554 di Matteo Bandello de-

Teatro dell’Opera di Roma© Silvia Lelli foto per gentile concessione

dicata alla celebre coppia di innamorati veronesi e non sulla tragedia “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, all’epoca praticamente sconosciuta in Italia). L’opera fu composta in poco più di un mese, fra la fine di gennaio e i primi di marzo, tanto che Bellini dovette attingere a piene mani ai motivi della “Zaira”, l’opera composta l’anno precedente e andata incontro a un irrimediabile insuccesso. La romanza di Giulietta “Oh quante volte, oh quante”, il brano più famoso dell’opera, fu invece ricavato dall’opera d’esordio “Adelson e Salvini”. La tragedia “I Capuleti e i Montecchi” rientra nel novero delle più rappresentate nel corso dell’800 nei teatri italiani ed europei. All’opera belliniana legarono il proprio nome tutti i principali cantanti operistici dell’epoca, tra i quali Maria Malibran, Giuditta Pasta, Fanny Tacchinardi Persiani, Giovanni Battista Rubini e Domenico Donzelli (Romeo sui palcoscenici tedeschi negli anni ’30). Nel XX secolo la parte di Romeo venne a lungo affidata alla voce di tenore, come nell’incisione diretta da Claudio Abbado nel 1966, quando il celebre direttore d’orchestra alterò anche la strumentazione e l’armonia. Questo capolavoro manca dal Costanzi dal 2004, quando venne diretto da Nello Santi. I ruoli dei due protagonisti sa-

ranno interpretati da Anna Goryachova e Vasilisa Berzhanskaya (Romeo), Mariangela Sicilia e Benedetta Torre (Giulietta), mentre Tebaldo avrà come interpreti Iván Ayón Rivas e Giulio Pelligra, Lorenzo Nicola Ulivieri e Capellio Alessio Cacciamani. Orchestra e coro

Denis Krief - Regista - ph C. M. Falsini per gentile concessione

del teatro dell’Opera di Roma diretti, come il titolo d’apertura, dal maestro Daniele Gatti. «Una presenza costante non solo per le quattro esecuzioni previste – ha precisato il sovrintendente del teatro Carlo Fuertes -, e un momento importante anche per il coro con il suo maestro Roberto Gabbiani». Scene costumi luci e regia di Denis Krief.

© Silvia Lelli foto per gentile concessione

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gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

musica

Il Banco del Mutuo Soccorso riparte dopo 25 anni con “Transiberiana” di Francesca Coculo

La storica band, dopo una lunga attesa, è tornata sulla scena con un lavoro inedito e un nuovo tour che toccherà diverse città d’Italia

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essuno poteva immaginare che dopo venticinque anni, il Banco del Mutuo Soccorso pubblicasse un nuovo album in studio. Nessuno se lo aspettava dopo i due lutti che hanno colpito la band – Francesco Di Giacomo scomparso nel 2014 e Rodolfo Maltese nel 2015 – eppure

“Transiberiana” ha visto la luce il 10 maggio 2019, per la Out Music. Album subito accolto dal giubilo della critica e dalla felicità dei loro numerosi fan. Il nuovo lavoro ha rispettato tutte le aspettative: il progressive italiano è ancora vivo e per questo va ringraziato l’instancabile lavoro del Banco. Grazie an-

che a Vittorio Nocenzi - voce e anima del gruppo - che ha avuto il coraggio, la voglia e anche l’esigenza di riportare il Banco in giro per l’Italia. Perché, come di consueto, l’uscita di un nuovo album vuol dire anche nuovo tour. Un tour che è partito il 1° novembre dalla città di Velletri e che sta attraversando tutto il Paese. A Roma arriveranno il 31 gennaio e si esibiranno sul palco dell’Auditorium con le nuove composizioni di “Transiberiana”, canzoni

come “Stelle sulla terra”, “La discesa dal treno”, “Eterna Transiberiana”, “I ruderi del gulag” fanno pensare a tutto il tempo passato, ma senza rinnegare l’essenza, la filosofia e la scrittura della band. Perché i tempi cambiano, ma ci sono fortunatamente anche cose che non sono cambiate: come il sorprendente lavoro e l’instancabile voglia di raccontare del Banco del Mutuo Soccorso, anche dopo cinquant’anni di musica.

“Momentum”, il nuovo album dei Calibro 35 Un sound particolare che parla di futuro Il gruppo milanese si è preso due anni di pausa per dedicarsi ad altri progetti. Tra i brani anche un singolo in collaborazione con il rapper Illa J

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l 24 gennaio per la Record Kicks uscirà il settimo lavoro in studio dei Calibro 35 “Momentum”. Il gruppo milanese è sicuramente una delle formazioni più riuscite e originali del nostro panorama musicale. Hanno esordito nel 2008 e da allora hanno riscosso un meritato successo, soprattutto internazionale che li ha impegnati anche oltreoceano. Sono arrivati al grande pubblico con la co-

ver di uno dei brani più belli di Ornella Vanoni, “L’appuntamento”, con alla voce Roberto Dellera, bassista degli Afterhours. Il loro è stato da subito un sound particolare, che ha visto l’uso di bassi ipnotici, organi distorti e chitarre fuzz, con i quali richiamano le colonne sonore dei polizieschi italiani anni ‘70. Ed è riarrangiando quelle colonne sonore che nasce la loro musica: un misto di funk,

Nuove Proposte gennaio 2020

Calibro by Chiara Mirelli - foto per gentile concessione

jazz e soul. “Momentum” è un album che, con le sue sonorità di un recente passato, vuole parlare di futuro. E non è un caso che il singolo di lancio sia una traccia come “Stan Lee”, che vede la collaborazione del talentuoso rapper Illa J. Una strana fusione quella tra il rap e la musica

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dei Calibro 35, ma non così particolare per loro, che hanno già avuto modo di collaborare con altri famosissimi rapper come Dr. Dre e JayZ. “Momentum” è il lavoro che molti fan aspettavano da tempo ed è già un altro successo dei Calibro 35.

Francesca Coculo


musica spettacolo & cultura

Coez sul palco del Rock in Roma: annunciata la data del concerto di Sara Pellegrino

L’artista si esibirà all’Ippodromo delle Capannelle l’11 luglio. L’album “È sempre bello” è stato eletto disco di platino

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Coez - Foto di Tommaso Biagetti per gentile concessione

l cantautore Coez, all’anagrafe Silvano Albanese, ha annunciato il suo ritorno nella Capitale in occasione dell’evento Rock in Roma previsto per il nuovo anno. Il tour invernale è stato un grande successo per l’artista: le 11 date italiane che lo hanno visto approdare a Verona, Milano, Livorno, Firenze, Torino, Ancona, Bologna e Bari e che hanno registrato quasi tutte il sold out. Per il momento il rapper ha annunciato questa unica data estiva e si esibirà all’Ippodromo delle Capannelle l’11 luglio 2020 al Rock in Roma. L’album “È sempre bello”, il quinto di Coez, uscito il 29 marzo 2019 è stato eletto disco di platino. Il brano che dà il titolo all’album ha scala-

to le classifiche della musica italiana, ed è stato il più ascoltato dell’anno su Spotify superando i 65 milioni di ascolti. La canzone “È sempre bello” racconta della fragilità dell’essere umano, spesso timoroso del futuro e del cambiamento. Il segreto per vivere senza ansie e paure è accettare le nostre debolezze e andare avanti senza farci troppi problemi. Ed è proprio la voce interiore dell’essere umano, spesso inascoltata, il tema fondamentale dei testi del cantautore. Le tonalità hip-hop e pop e il timbro inconfondibile di Coez raccontano di quel mondo astratto, fatto di delusioni e amore, ma che mette sempre in primo piano l’essenza delle cose e non l’apparenza.

Modena City Ramblers e Niccolò Fabi in concerto all’Auditorium capitolino

La band emiliana combat folk e il cantautore romano saranno in tutti i maggiori teatri italiani

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arte questo mese la tournée dei Modena City Ramblers con “Riaccolti in teatro”. La band emiliana con il suo combat folk torna a far cantare e gridare i suoi fan in tutti i maggiori teatri d’Italia. Dallo Storichi di Modena, la prima tappa, al Dal Verme di Milano che chiuderà il tour a febbraio. Saranno anche a Roma all’Auditorium Parco della Musica il 30 gennaio. “Riaccolti tour” nasce come rievocazione dell’omonimo album acustico del 1998: i Modena City Ramblers hanno voluto riabbracciare quel suono originale ma riproponendo in versione acustica i loro cavalli di battaglia, scelti da un repertorio di quasi trent’anni di carriera. Ne viene fuori una speciale versione teatrale, più

Modena City Rambles

Niccolò Fabi

suggestiva e intima, per far emozionare e commuovere tutti i loro affezionatissimi fan. Niccolò Fabi – dopo un’attesa di circa tre anni – è finalmente tornato sui palchi. Con il suo “Tradizione e tradimento tour”, porterà il nuovo album in giro per i maggiori teatri e palazzetti d’Italia e d’Europa. “Tradizione e tradimento” è un lavoro di inediti ricco di sperimentazione ed emozioni: nuove sonorità acustiche si fondono a parole cariche di umanità e

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fragilità, in cui tutti possono riconoscersi. Con alle spalle una carriera di quasi venticinque anni, Fabi riesce ancora una volta a colpire nel segno, entrando dritto al cuore. Nella scaletta sono previsti oltre venti brani, di cui molti estratti dal nuovo album, come “A prescindere da me”, “Amori con le ali”, “Io sono l’altro” o “I giorni dello smarrimento” e altri successi del passato come “Vento d’estate” e “Lasciarsi un giorno a Roma”. Sarà a Roma all’Auditorium Parco della Musica in due tappe, il 19 e il 20 gennaio.

Giuliano Alberto Maria Angelini

gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

mostre

Alla scoperta di Raffaello Sanzio a Roma di Diletta Murgia

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Un viaggio tra le opere del maestro in occasione dei 500 anni dalla sua morte

e il 2019 è stato l’anno di Leonardo da Vinci, al 2020 è affidata la celebrazione di un altro genio del Rinascimento italiano: il grande Raffaello Sanzio del quale cadono 500 anni dalla sua morte. Originario di Urbino ma protagonista di città come Perugia, Siena e la fervida Firenze, è con Roma che Sanzio instaura un legame che lo consacra tra l’Olimpo dei giganti. Pur disseminate tra i più rinomati musei del mondo, sono molte le opere dell’artista che da cinque secoli adornano la Capitale che le custodisce gelosamente. È passeggiando tra vicoli, chiese barocche e nobiliari ville della corte papale, che Roma fa mostra delle gemme che portano la firma di Raffaello Sanzio. Camminando lungo la trasteverina via della Lungara, lo sguardo si poggia su Villa Farnesina, una delle più armoniose realizzazioni del Rinascimento italiano voluta dal banchiere senese Agostino Chigi. Accedendo al suo interno si assiste a un vero trionfo della bellezza. La mano di Sanzio ben si evidenzia nell’affresco del “Trionfo di Galatea” dell’omonima loggia che Raffaello decorò con la ninfa tra gli abitatori del mare, mentre si allontana su un fantastico cocchio. Ma è nell’ambiente successivo, la loggia di Amore e Psiche, che la scuola di Raffaello e il suo genio

Nuove Proposte gennaio 2020

si esprimono al massimo e prendono vita tra le decorazioni raffiguranti scene dell’Asino d’oro di Ovidio: prolungamento ideale del giardino antistante, Raffaello trasformò la volta della loggia in una pergola, inserendo al centro due finti arazzi rappresentanti il sontuoso Convito degli Dei e le nozze di Amore e Psiche. Lasciando alle spalle la villa e proseguendo sulla Lungara, sono pochi i passi che dividono dal Vaticano, altro superbo scrigno dell’arte di Raffaello.

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È tra le sale della Pinacoteca Vaticana che trovano posto “La trasfigurazione di Cristo”, “La Madonna di Foligno” e “L’incoronazione della Vergine” (conosciuta come Pala Oddi), lasciando però alle stanze che prendono il nome dell’artista il suo vero trionfo. Commissionategli da Giulio II della Rovere, si articolano in quattro ambienti di cui Raffaello curò la decorazione: la stanza dell’Incendio, la stanza di Eliodoro, la Sala di Costantino e la stanza della Segnatura. Ed è proprio in quest’ultima, tra i personaggi della Scuola di Atene, che Raffaello inserisce un suo autoritratto con lo sguardo curiosamente rivolto a chi con ammirazione guarda. Anche tra le chiese del centro di Roma è possibile trovare opere del maestro urbinate: a Santa Maria del Popolo, ad esempio, l’artista realizza la magnifica Cappella Chigi; a Santa Maria della Pace l’affresco raffigurante le Sibille. C’è però un unico luogo che, pur non custodendo opere del maestro, serba al suo interno qualcosa di molto più prezioso. Al Pantheon, al di sotto del busto che raffigura l’artista, si trova la tomba di Raffaello Sanzio con un epitaffio che può essere considerato a buona ragione uno dei più belli mai scritti: «Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire».


mostre

spettacolo & cultura

Una grande retrospettiva al MaxxI per celebrare l’architetto Gio Ponti di Elisabetta Zazza

La mostra si snoda in otto sezioni che evocano i concetti chiave espressi dal maestro. Sarà aperta fino al 13 aprile 2020

MAXXI - GioPonti Foto Ettore Ferrari CourtesyANSA - per gentile concessione

MAXXI - GioPonti - ModelloPirellone Foto - EttoreFerrari CourtesyANSA - per gentile concessione

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quarant’anni dalla sua scomparsa, il Maxxi Museo nazionale delle arti del XXI secolo dedica a Gio Ponti una grande retrospettiva, che ripercorre la figura di un grande artista che fu architetto e designer, ma anche scrittore, poeta, critico. Un artista a 360 gradi, che ha attraversato, con la sua poliedrica attività, quasi integralmente il XXI secolo. La mostra, il cui titolo “Gio Ponti. Amare l’architettura” echeggia quello del suo libro più noto, è stata allestita nella scenografica Galleria 5 e sarà aperta fino al 13 apri-

le 2020. Curata da Maristella Casciato (dell’Architectural Collections al Getty Research Institute di Los Angeles) e Fulvio Irace (critico e storico dell’architettura) in collaborazione con il Centro studi dell’Università di Parma, che conserva l’archivio professionale di Gio Ponti. Giovanna Melandri, presidente Fondazione Maxxi, afferma che «celebrare la grandezza di Gio Ponti significa immergersi in un’eredità che non ha eguali in versatilità, estro, applicazione. Edifici privati e committenza pubblica, aziende e luoghi di studio, oggetti di uso quotidiano e arredamento di uffici e di navi, cattedrali e musei, si alternano in una ricerca, mai dogmatica o ideologica, in cui dialogano classicità e modernità, paesaggio naturale e orizzonte urbano, vocazione sociale dello spazio e salvaguardia della bellezza». La mostra espone materiali archivistici, modelli originali, fotografie, libri, riviste, classici del design strettamente collegati

ai progetti architettonici del maestro e organizzati in otto sezioni che evocano i concetti chiave espressi da Ponti. L’allestimento è immersivo e scenografico e suggerisce l’idea dello spazio come da lui concepito: fluido, dinamico, colorato. Sin dall’ingresso nella mostra il visitatore viene accolto da una potente installazione di grandi stendardi in Alcantara, che riproducono facciate stilizzate di grattacieli ed evocano lo skyline di un’insolita città “pontiana”. Alla Galleria 5 si snodano le varie sezioni, tra cui “Verso la casa esatta”, che ripercorre il tema dell’abitazione, centrale nella ricerca di Ponti, e “L’architettura è un cristallo”, con alcune grandi opere come il Denver Art Museum (1971) e la chiesa di San Carlo Borromeo a Milano, ma anche progetti su piccola scala, che testimoniano la disinvoltura tutta pontiana nel passare dalla dimensione urbana a quella del design all’interno di un’unica, coerente concezione del progetto.

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gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

mostre

Cartagine: la regina del Mediterraneo tra gloria, fascino e romanizzazione di Maria Laura Zazza

La mostra è dedicata a una delle più grandi potenze commerciali dell’antichità: sono circa quattrocento i reperti archeologici esposti

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partire da una considerevole ampiezza cronologica e documentaria viene riportata alla luce la storia di una civiltà che si rivela ancora oggi un mito tutto da scoprire. Fino al 29 marzo 2020 tra il Colosseo, il tempio di Romolo e la rampa imperiale, è allestita la mostra “Carthago, il mito immortale” dedicata a quella che fu una delle più grandi potenze commerciali dell’antichità. Curato da Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa, l’excursus prevede una rassegna di circa quattrocento reperti

archeologici provenienti da tutto il mondo. L’esposizione guida lungo le origini dell’antica colonia fenicia, la sua supremazia sul Mediterraneo e il confronto con l’espansionismo dell’allora Repubblica romana. Il visitatore approfondisce gli avvenimenti della città tra vita e arte, nonché il suo inesorabile scontro con Roma, in un percorso che ricostruisce i primordi, lo sviluppo e il processo di romanizzazione, ma anche il ricordo immortale, di Cartagine. Ed è proprio dal terreno di sconfitta della prima guerra punica che giungono dei reperti mai esposti pri-

Pendenti a testa, pasta vitrea, Museo Nazionale di Cartagine, Tunisia

ma: le isole Egadi. Si tratta di un luogo significativo, quello in cui nel 241 a.C. l’ammiraglio punico Amilcare non poté nulla contro la flotta romana, alla quale dovette cedere lo strategico stretto di Messina e il dominio sul Mare Nostrum. Nella mostra, per maggiore completezza espositiva,

sono presenti numerose installazioni multimediali e ricostruzioni inedite. Si possono ammirare anche ritrovamenti che testimoniano di quel fenomeno che scombussolò presto le vicende di entrambe le civilità: il Cristianesimo, con cui le due città nemiche si posero subito a confronto.

CONVERSATION PIECE: GLI OGGETTI VISTI COME POSSIBILI AGENTI DI CAMBIAMENTO Le opere di Corinna Gosmaro, Philippe Rahm e Rolf Sach in una suggestiva esposizione alla Fondazione Memmo di Roma

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a Fondazione Memmo presenta “Conversation Piece – Part VI”, una serie di esposizioni di artisti nazionali e internazionali contemporanei. Il sottotitolo dell’evento richiama una frase dello scrittore Philip. K. Dick: “La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci’’. La citazione è contenuta nel libro di fantascienza dello stesso Dick intitolato “Come costruire un universo che non cada a pezzi in due giorni”. Il racconto si basa su una visione concreta e positiva della realtà che è possibile capire tramite l’osserva-

zione diretta degli oggetti. Il messaggio è condiviso da Maurizio Ferraris che parlerà del suo “Manifesto del nuovo Realismo”. Secondo Ferraris la realtà non è manipolabile e, come Dick, condivide l’oggettività del presente come mezzo per comprendere quello che verrà. Philippe Rahm, architetto svizzero e borsista presso l’Accademia di Francia, presenterà Climatic Apparel, una sfilata di moda in cui i modelli indosseranno dei capi di abbigliamento unisex in grado di assumere caratteristiche tecniche differenti

Nuove Proposte gennaio 2020

in base alle condizioni climatiche. Corinna Gosmaro, Crt Italian Fellowship in Visual Arts presso l’American Academy di Roma, proporrà il progetto “Aria calda”. In uno spazio delimitato da un tappeto rosso, l’artista esporrà i suoi dipinti realizzati su filtri d’aria e sculture realizzate con corrimano in ottone. Rolf Sachs, designer svizzero,

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realizzerà opere con oggetti di uso quotidiano e elementi naturali e l’intento sarà quello della sperimentazione diretta su certi tipi di materiali. Verrà inoltre allestito uno spazio in cui l’artista realizzerà i ritratti dei visitatori. La mostra sarà aperta al pubblico dal 15 gennaio al 22 marzo 2020.

Sara Pellegrino


serie tv spettacolo & cultura

“Aj and the Queen”: un’amicizia improbabile e un viaggio catartico di Arianna Di Biase

Netflix propone un telefilm che parla di amore e auto accettazione. Online sulla piattaforma dal 10 gennaio

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etflix apre gennaio con “Aj and The Queen”, un telefilm originale che vede come protagonista della storia Rudy Red, interpretata della drag Ru Paul. Ru Paul, che si può considerare la drag più famosa del mondo, aveva già debuttato sulla piattaforma con il suo show “Drag race”, nel quale vari artisti gareggiavano a colpi di tacchi e lustrini. Questa volta, però, la star iconica della comunità Lgbt decide di mettersi in gioco con una serie che ha personalmente realizzato e ideato,

e che ruota attorno all’amicizia tra una drag e un’adolescente. Ruby e la giovane Aj attraversano gli Stati Uniti su un furgone in stile anni ‘90, tentando di recuperare alcuni soldi che le erano stati sottratti. Nonostante le differenze di età, le due intraprendono un viaggio interiore, alla scoperta della propria identità, andando a scavare in un passato doloroso. Inoltre, Ru Paul alias Ruby Red, durante l’itinerario tra i vari locali del continente, si esibirà in spettacoli musicali mozzafiato, donando alla serie tv un tocco

Foto di Saeed Adyani (Netflix) per gentile concessione

divertente. Se Ruby rappresenta la donna di spettacolo esuberante, alla costante ricerca di avventure, la sua compagna di viaggio invece è il suo opposto. Aj è una giovane rimasta orfana, che nasconde la sua insicurezza

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sotto un volto sfacciato e arrogante. Nonostante questo, le due protagoniste riusciranno a diventare inseparabili, diffondendo attraverso la loro storia un messaggio d’amore universale molto potente.

gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

libri

Generazione fuori luogo

Jane

Quella metà di noi

Un romanzo sulla generazione dei giovani d’oggi segna l’esordio narrativo di Giulio Ronzoni

Il celebre romanzo di Charlotte Bronte, Jane Eyre, tradotto in una brillante graphic novel

Paola Cereda scava nell’intimità del conflitto tra desiderio e rinuncia

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on fatevi ingannare dal linguaggio a volte anche molto forte e veloce delle prime pagine, perché è come la corazza che molti giovani dei giorni nostri si costruiscono per nascondere un animo tenero e sensibile. Una volta che si entra nel romanzo si scopre un mondo diverso, ragazzi appassionati, che soffrono per amore e che vivono la vita in bilico su un burrone. Il protagonista è Lorenzo, un 29enne con un senso di inadeguatezza e amicizie meno vere di quel che crede. Quando perde anche Margherita, la sua ragazza, Lorenzo viene convinto dall’amico Franz a partire per un viaggio alla ricerca di se stesso. Quello di Lorenzo sarà un cammino catartico dopo aver toccato il fondo, un percorso di scoperta anche grazie a Maurizio e Viola. Il giovane capirà così il valore vero dell’amicizia e dell’amore e la potenza salvifica di questi grandi affetti, capaci insieme di curare delusioni e amarezze, e di donare nuova linfa vitale. Gianna De Santis

Nuove Proposte gennaio 2020

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ane” (BAO Publishing) nasce dall’idea di due fumettisti molto talentuosi di trasferire un grande classico della letteratura nella New York dei nostri giorni. La trama ricalca apparentemente la narrazione di “Jane Eyre” di Charlotte Bronte: Jane si trasferisce nella grande mela e diventa la babysitter di una ricca bambina, Adele, orfana di madre. Da subito nascerà un feeling particolare tra Jane e lo sfuggente padre di Adele. Nonostante gli autori rispettino la trama principale, dalle tavole solide e ricche di chiaro scuri cromatici, la figura del padre emerge in modo differente. Il signor Rochester non è più il bello e dannato uomo ottocentesco dal fascino tenebroso, ma un uomo in carriera sfuggente e con un lato romantico. “Jane” quindi non può essere considerata una trasposizione fedele del romanzo ma, grazie all’ambientazione moderna, acquista un fascino magnetico, irresistibile per qualunque lettore. Arianna Di Biase

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osa siamo disposti a perdere per inseguire i sogni, i sentimenti, le speranze – o le illusioni – che ci fanno sentire vivi? Se lo chiede Matilde Mezzalama, la protagonista del libro di Paola Cereda “Quella metà di noi” (Perrone editore), che vive una vita a metà tra il senso del dovere e i desideri del cuore, i bilanci della vita e i nuovi progetti, che aspettano il proprio turno attaccati al frigo con una calamita. L’autrice, con una scrittura lucida e minuziosa, scava in profondità e dipinge un affresco di vite, sentimenti e situazioni che raccontano una società frammentata e sospesa tra essere e dover essere, appartenenza e apparenza, desiderio e rinuncia. Proprio come Matilde, una maestra in pensione costretta a lavorare come badante, che vive in bilico tra ciò che vorrebbe essere e ciò che gli altri si aspettano da lei. Un romanzo spiazzante e profondo che ci guida in un panorama di sentimenti e conflitti interiori, dove ognuno può riconoscersi. Elisabetta Zazza


libri spettacolo & cultura

“Sarò Franco”: da rubrica a libro Di Mare invita a una riflessione di Gianna De Santis

Il giornalista della Rai pubblica gli “editoriali” raccontati in tv in cinque anni di “Uno Mattina”

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l giornalista Rai Franco Di Mare ha presentato alla fiera “Più libri più liberi” di Roma il suo ultimo libro “Sarò Franco” (ed. Rai Libri), una raccolta dei suoi editoriali raccontati e a volte forse anche gridati durante i cinque anni di “Uno Mattina”. Una rubrica che ha sempre avuto un grande successo e un ottimo riscontro da parte del pubblico, come ha spiegato lo stesso autore: «Se avevo colto nel segno la gente mi scriveva sui social raccontandomi che ne aveva discusso in pausa caffè con i colleghi, a scuola o in famiglia. Riuscivo ad avere un feedback immediato e a capire quale discussione aveva

generato una maggiore riflessione». E lo scopo della rubrica e ora del libro è proprio quello: indurre la persone a riflettere, a pensare, a comprendere a fondo ciò che ci circonda. Ma come è avvenuta la scelta degli argomenti? «Non è stata una scelta facile selezionare le rubriche da inserire nel libro. Le ho divise prima per macroaree – racconta Franco Di Mare -, mi sono occupato di così tante cose che comunque una scelta andava fatta. Non ho preso in considerazione le rubriche nate da fatti di cronaca minori o che nel tempo avevano una scadenza, ma ho scelto quegli argomenti che ancora

adesso sono attuali, senza tempo, che consentono dei ragionamenti sempre verdi». “Sarò Franco” è quindi uno spazio autoriale vero e proprio, che lascia traccia scritta di una serie di riflessioni di qualità nate in tv. È un insieme di pillole di educazione civica, o come viene indicato sulla copertina è un “manuale di sopravvivenza civile tra disincanto e speranza”. Ci sono argomenti di cronaca, costume, economia, politica estera, cultura e società. «Ogni giorno veniamo sommersi da tantissime notizie – aggiunge il giornalista della Rai e conduttore ora del programma “Frontiere” –, in questo modo spero di essere riuscito a dare una chiave di lettura e di interpretazione di alcuni fatti. Non ci sono mai soluzioni facili, ma spero che narrando piccoli gesti di coraggio, storie di eroi quotidiani si possa infondere nelle persone un meccanismo di coesione per ritrovare collettività e solidarietà». Franco Di Mare è favorevole al reinserimento a scuola dell’educazione civica: «Sarebbe ora, c’è una ignoranza diffusa soprattutto sulle

istituzioni del nostro Paese. La gente non comprende a fondo e spesso vengono fuori degli strafalcioni pazzeschi. E invece tutto passa attraverso la conoscenza». Il giornalista e conduttore tv ci svela di non avere una rubrica che gli è rimasta nel cuore più di un’altra: «“Sarò Franco” mi ha dato un’emozione grandissima – conclude –, e se sono riuscito a lanciare un sassolino nello stagno ne sono contento. Ci ho messo sempre tanta passione, tanto amore. Ognuno dei racconti è particolare, ha delle sue caratteristiche, e io mi sento come un padre per tutti questi racconti, e li amo uno ad uno indistintamente».

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gennaio 2020 Nuove Proposte


spettacolo & cultura

cinema

NUOVE PROPOSTE... AL CINEMA

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a cura di Sara Candiano

Gennaio all’insegna della comicità con il grandissimo ritorno di Checco Zalone e del trio Aldo, Giovanni e Giacomo

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hecco Zalone inaugura il 2020 con il suo nuovo film Tolo Tolo in uscita il 1° gennaio. Nel suo esordio da regista, Checco interpreta il ruolo di un comico napoletano minacciato da un boss della mafia. Per sfuggire dalle grinfie del malavitoso, decide di volare fino in Kenya affiancato da un carabiniere, suo amico e compagno di avventure. Piccole donne di Greta Gerwig dal 9 gennaio al cinema. L’adattamento cinematografico del romanzo di Louisa May Alcott racconta la storia di una donna costretta a portare avanti da sola la sua famiglia durante la guerra di secessione americana. Stessa data per Sulle ali dell’avventura di Nicolas Vanier. Si tratta della vera storia di Christian Moullec, noto a tutti come “birdman” (l’uomo uccello) per aver dedicato la sua vita a salvare oche selvatiche a rischio di estinzione con l’ausilio di un aeromobile. Dal 16 gennaio Jojo rabbit di Taika Waititi. Jojo è un ragazzino di dieci anni cresciuto nella cultura nazista e integrato nella gioventù hitleriana. Un giorno scopre che la madre, perfetta mogliettina di casa ed esempio per tutte le sue coetanee, nasconde Elsa, una bambina ebrea. Nonostante gli inevitabili dissapori iniziali, tra i due ragazzi nasce una splendida amicizia che spezzerà le barriere dell’odio razziale. Nello stesso giorno anche The lodge di Severin Fiala e Veronika Franz. Dopo il recente suicidio di sua moglie, Richard decide di trascorrere le vacanze natalizie con i figli e la nuova compagna nel suo chalet di montagna. Sembrerebbe l’occasione perfetta per far avvicinare i bambini alla fidanzata, più giovane di lui e con un passato traumatico alle spalle. Ma, poco prima di Natale, Richard è costretto a tornare in città per lavoro, lasciando la compagna e i figli da soli. I tre dovranno trascorrere le feste insieme in uno chalet che nasconde dei misteri inquietanti. Me contro te – la vendetta del

Nuove Proposte gennaio 2020

signor S di Gianluca Leuzzi dal 17 gennaio nelle sale. Il film vede come protagonisti i due youtuber siciliani di successo Sofia Scalia e Luigi Calagna in un nuovo confronto con il temibile signor S, loro acerrimo rivale. Verrà finalmente svelata l’identità del nemico della coppietta più amata dai bambini su YouTube? Dal 23 gennaio 1917 di Sam Mendes. Schofield e Blake, due soldati britannici, ricevono una missione impossibile durante la prima guerra mondiale: attraversare il territorio nemico per consegnare un messaggio che potrà porre fine a un attacco mortale. Stessa data per Bad boys for life di Adil El Arbi e Bilall Fallah. Ben 15 anni dopo essere sopravvissuti a un narcotrafficante di Miami, Will Smith e Martin Lawrence tornano nelle strade della città a caccia di criminali. Ancora il 23 Un figlio di nome Erasmus di Alberto Ferrari. Quattro quarantenni – Pietro, Enrico, Ascanio e Jacopo – si ritrovano a Lisbona per il funerale di Amalia, la donna di cui tutti loro si erano innamorati durante l’Erasmus in Portogallo ben 20 anni prima. Una volta giunti a destinazione, i quattro amici scoprono che Amalia ha lasciato in eredità un figlio. Ma chi sarà il padre? Aspettando il test del Dna, decidono di andare alla ricerca di questo ragazzo, rivivendo nuovamente una fantastica avventura nelle terre portoghesi. Si chiude il mese con Odio l’estate di Massimo Venier. Aldo, Giovanni e Giacomo partono per le vacanze estive e, per una serie di inspiegabili equivoci, si ritrovano a convivere nella stessa casa insieme alle loro stravaganti famiglie. Peccato che non si conoscano e che abbiano caratteri completamente diversi: c’è il puntiglioso, il medico di successo e l’ipocondriaco nullafacente. Riusciranno a vivere sotto lo stesso tetto evitando di rovinarsi le vacanze?

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fashion style moda & tendenze

Il camel coat s’impone come capo più amato e indossato d’inverno di Maria Laura Zazza

Questo cappotto occupa un posto di primo piano tra gli indumenti intramontabili. Conquista sia le donne che gli uomini

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’inconfondibile forma geometrica del camel coat nasce nel 1981 da un’idea della francese Anne Marie Beretta. La stilista ripropose per Max Mara un prodotto già esistente, ma in uno stile del tutto rinnovato. Nel giro di poco tempo il soprabito oversize color cammello diventò di tendenza e fu indossato da tutti, anche dalle stelle del cinema. Ma nonostante la moda passi in fretta, tuttavia, il cappotto color cammello resta ancora oggi tra i must have più amati per la stagione autunno-inverno. Data la sua versatilità, infatti, ben si adatta tanto alle donne

quanto agli uomini. Il camel coat, quindi, è un indumento che proprio non può mancare nell’armadio. Dal taglio lungo con lo scollo a V, o in variante doppiopetto per gli uomini, è idoneo per qualsiasi genere di outfit, sia elegante che casual o sportivo. Pur essendo diventato un colore senza tempo, il beigecammello può essere alternato a modelli in nuance differenti: dal nero al bianco, al blu, al rosso o al rosa antico. Infine, il tessuto in lana e cachemire lo rende un capo caldo e morbido da indossare. Il camel coat è un soprabito eterno che ben si presta

a ogni occasione quotidiana, ed è particolarmente indicato per essere abbinato a un foulard o a una maxi sciarpa

colorata. Dona un indiscusso tocco di classe a chi lo veste. Insomma il camel coat è stiloso e di tendenza.

Pantofole: accessorio immancabile della stagione più fredda dell’anno Come si può essere alla moda anche dentro casa? In tuta o in pigiama ma con quei particolari che regaleranno stile e un pizzico di stravaganza al nostro look

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hi l’ha detto che per essere trendy bisogna indossare il tacco? Per non rinunciare a un tocco di stile e stravaganza nel proprio abbigliamento casalingo, la moda del momento propone delle ciabatte davvero particolari. Dalle fantasie natalizie alle forme più insolite: nessuno ormai sembra voler fare a meno di un elemento originale da abbinare al pigiama

o alla tuta. Tra le pantofole più in voga, quest’anno sono gettonatissime quelle dalla forma più classica rivestite all’esterno con lana o velluto e all’interno con il soffice pelo bianco, per dare l’idea della morbidezza della neve. Per chi vuole osare di più, le

nuove tendenze propongono delle ciabatte multicolor o sagomate: dai toni caldi o fluo, con i personaggi Disney, oppure con unicorni e fenicotteri rosa. Ma la moda di quest’anno accontenta anche chi preferisce uno stile più sobrio con modelli tipo

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ballerina o bootie. Questi ultimi in particolare hanno una forma a stivaletto, sono imbottiti con la pelliccia e vengono spesso arricchiti con fiocchi e pompon. Si tratta di una tipologia molto ricercata, poiché avvolge il piede e la caviglia in un soffice abbraccio. La moda di quest’anno per le ciabatte invernali regala un tocco di estrosità e comodità a chi ama rimanere a casa, magari davanti a un bel film e a una tazza di cioccolata calda. Una cosa è certa: qualunque modello abbiate al piede, le pantofole della stagione invernale 2020 non vi faranno certo passare inosservati.

Maria Laura Zazza

gennaio 2020 Nuove Proposte


moda & tendenze

curiosità

Asessuato per secoli, è diventato stereotipo di genere solo in tempi recenti. Nei secoli passati infatti gli uomini indossavano ricami floreali e abiti in tonalità pastello

Il colore più antico al mondo è il rosa con tutte le sue sfumature di Cristina Monaco

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l rosa è il colore più antico del mondo. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori australiani: pigmenti colorati sono stati scovati in rocce antiche almeno 1 miliardo di anni. Il colore rosa quindi è stato sempre presente, ma nel corso della storia ha cambiato i connotati: non è sempre stato uno stereotipo di genere femminile. Nel Diciottesimo secolo era, infatti, consueto vedere uomini indossare abiti rosa con ricami floreali. Successivamente vengono introdotti i colori pastello anche per i

bambini, ma senza particolari differenze di genere. Era diffuso l’uso del blu per le bambine, perché più delicato e grazioso, e il più acceso rosa per i maschi. Ma questo era solo un vezzo estetico e in realtà i colori furono intercambiabili per molto tempo. Negli anni ‘30 e ‘40 gli uomini iniziarono a vestire con colori più scuri, associati al mondo degli affari, ma è negli anni ‘50 che avviene una precisa assegnazione dei colori: il rosa finì per essere identificato con le donne e divenne onnipresente, grazie anche alla

consolidazione della tonalità portata dalla Barbie. Nonostante le critiche dei movimenti femministi negli anni ’60 - ‘70 contro i ruoli tradizionali di genere, intorno al 1980 viene decretata l’ascesa delle distinzioni di genere: addio ai vestiti unisex, il blu ai maschietti insieme a soldatini e costruzioni, bambole e pentoline rigorosamente rosa per le bambine. A quel punto le strategie di marketing fecero il resto: così il colore rosa prese la sua legittimazione su ogni abbigliamento o bene di consumo femminile.

Negozi low cost: ecco tutti i trucchi di marketing per farci spendere di più Entriamo per dare un’occhiata eppure usciamo carichi di buste. Si tratta di strategie per indurre le persone a fare shopping e a non restare a mani vuote

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e catene di negozi low cost hanno molte qualità: quantità e ricambio di merce elevati, e con poco budget si può rivoluzionare il proprio guardaroba. Quante volte entriamo per fare un giro e usciamo con almeno due buste piene? Pensi sia una casualità dettata dalle esigenze del tuo guardaroba? Il più delle volte: no. Si tratta di strategie di marketing messe in atto per indurci a non uscire a mani vuote. Il primo trucco riguarda l’elevato ricambio di merce. Le collezioni vengono cambiate in media una volta a settimana, e l’allestimento all’interno dei vari reparti cambia ancora più di frequente. Un abito che abbiamo puntato potrebbe sparire in pochi

Nuove Proposte gennaio 2020

giorni: ciò spinge il cliente a comprare subito, senza ripensamenti. Anche la posizione dei prodotti all’interno del negozio è studiata a tavolino. Il reparto donna si trova all’ingresso, in quanto le donne sono più inclini ad essere attratte dalle vetrine. Così i vestiti più belli e originali vengono posizionati all’ingresso, mentre quelli più basic e neutri vengono messi alla parte opposta, negli scaffali meno in vista. Passiamo poi ai camerini: luci soffuse per nascondere eventuali difetti e specchi leggermente inclinati per farci apparire più snelle. Il risultato? Gli abiti ci calzano a pennello. Infine la musica, che ci accompagna nell’esperienza di shopping e contribui-

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sce a creare l’atmosfera emotiva giusta per comprare. Come fare uno shopping più consapevole? Ricordarsi di questi trucchi di marketing e comprare solo se effettivamente necessario, senza privarsi di qualche sfizio.

Cristina Monaco


fuoriporta

A Vitorchiano l’unica scultura Moai realizzata fuori dall’Isola di Pasqua

assaggi & paesaggi

di Diletta Murgia

Nel piccolo borgo della meravigliosa Tuscia sono state girate alcune scene del film “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli

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ra antichi castelli e verdeggianti colline, la Tuscia viterbese è innegabilmente una delle zone più belle e fascinose del Lazio. Sono diversi i piccoli borghi disseminati sul territorio: uno dei più suggestivi da visitare è sicuramente Vitorchiano. A pochi chilometri da Viterbo, Vitorchiano svetta su di un banco di peperino con pendii a strapiombo su due fossi, che confluiscono a formare il Rio Acqua Fredda. Il bellissimo centro storico è caratterizzato da vicoli, profferli (tipiche scale esterne che conducono a una sorta di balcone da cui si accede all’abitazione) e piazzette dal fascino innegabile, che non sono passati inosservati agli occhi di importanti registi. Mario Monicelli, per

citarne uno, decise infatti di girare a Vitorchiano alcune scene de “L’armata Brancaleone”, una delle commedie italiane più originali di sempre. Nella prima parte del film, Brancaleone da Norcia (alias Vittorio Gassman) e la sua banda incappano in una città deserta e decidono di saccheggiarla, scoprendo poi che lo stato di abbandono è dovuto dal morbo della peste che ha sterminato quasi tutti gli abitanti: questa sequenza è stata girata interamente nel centro di Vitorchiano. Oltre alle bellezze dell’età di mezzo, la cittadina della Tuscia ha in serbo per chi la visita un’attrazione inaspettata. Uscendo dalle mura e procedendo lungo la via Teverina, si giunge al Moai: una gigantesca statua alta sei metri che

riproduce i monoliti antropomorfi dell’Isola di Pasqua. L’opera, unica scultura Moai al mondo presente al di fuori dell’Isola di Pasqua, venne realizzata nel 1990 da undici maori della famiglia Atan, giunti in Italia per promuovere il restauro delle loro statue.

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assaggi & paesaggi

giramondo

Libia

il fascino del deserto

e delle aree archeologiche di Carlo Franciosa

Città che incantano con i loro edifici storici ed eleganti, da Tripoli denominata la “bianca sposa del Mediterraneo” alla suggestiva Bengasi

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ripoli, oltre ad essere la capitale politico-amministrativa e il maggior centro commerciale e culturale del paese, vanta anche l’indiscusso primato di unica città della Libia a non avere mai conosciuto periodi di oblio e di abbandono in tutto il corso della sua storia. Fondata intorno al 500 a.C. durante la colonizzazione fenicia del nord Africa, ebbe come primo nome quello di Oea e passò, dopo la caduta di Cartagine, sotto il controllo romano dove conobbe un periodo di grande prosperità. Il declino dell’impero segnò anche quello di Tripoli, che risorse a nuova vita a partire dalle invasioni arabe. Fu sotto la dinastia dei Karamanli (XVIII e XIX secolo) che la città vecchia assunse la sua attuale fisionomia e tale restò fino alla dominazione italiana, quando furono costruiti nuovi quartieri. Già chiamata la “bianca sposa del Mediterraneo”, Tripoli ha mantenuto buona parte del suo antico fascino. Cuore della città è la Medina, che conserva un’atmosfera particolarmente autentica. Ricca di moschee, di hammam (celebri bagni turchi) e di edifici di grande interesse storico e artistico, la Medina di Tripoli è anche una delle più grandi del nord Africa. Fra gli edifici

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più significativi: l’Arco di Marco Aurelio, le moschee di Dargut, Gurgi ed enNāga, la più antica della città. As-saraya al-Hamra, il castello di Tripoli, risale al periodo romano, ma nei secoli ha subito ampliamenti e trasformazioni. La sua forma attuale - un labirinto di cortili, vicoli e case - risale ai secoli XVII e XVIII. Da ricordare anche la leggendaria piazza Verde denominata sulle carte ufficiali asSāhahal-Hadrā e considerata dal 1998 la piazza dei Martiri. Durante la notte, potenti riflettori la illuminano a giorno: le luci artificiali rimbalzano sulle mura della Medina, sui bastioni del castello, sulle palme del lungomare creando un effetto davvero suggestivo. La piazza Verde è un crocevia: c’è l’ingresso al museo di Tripoli, l’arco dell’accesso principale alla Medina e da qui partono le belle strade che attraversano la città coloniale. La città moderna offre inoltre interessanti monumenti del periodo coloniale, come la fontana della Gazzella, che risale agli anni ’20, e l’antica cattedrale costruita dagli italiani nel 1928 e ora trasformata in moschea. Fra tutte le città libiche del periodo romano, Sabratha è una delle meglio conservate. Se si dovesse visitare una sola

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località della Libia, il consiglio di ogni appassionato di archeologia e di antichità sarebbe sempre lo stesso: Leptis Magna, il più affascinante sito romano del Mediterraneo. Nata come insediamento fenicio, divenne, sotto il dominio cartaginese e poi romano, un centro commerciale di importanza eccezionale. Il suo momento di massimo splendore fu sotto la dinastia dei Severi. Settimo Severo, nato proprio a Leptis, riempì la città di splendidi monumenti costruiti con materiali pregiati. La fine della dinastia dei Severi coincise con il suo declino. Durante la seconda guerra mondiale non ci fu forse città nordafricana più ambita di Bengasi. Seconda città della Libia per numero di abitanti, fu fondata dai greci che si spostavano verso occidente e fu originariamente chiamata Hesperides, dal mitico giardino delle Esperidi che conteneva le mele d’oro. Passata dalla dinastia dei Tolomei ai Romani cadde in rovina con la fine dell’impero e subì nei secoli ogni genere di invasioni e devastazioni. A partire dal XV secolo divenne un importante centro commerciale e tale restò, con alterne fortune, fino alla colonizzazione italiana, che lasciò un’impronta architettonica ancora oggi molto


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evidente. Gli antichi abitanti di Santorini che fuggivano dalla loro isola in preda alla siccità e alla carestia, avevano ricevuto un preciso mandato dall’oracolo di Apollo a Delfi: la loro nuova terra avrebbe dovuto essere la Libia. A capo della spedizione ci fu Batto che divenne anche il primo re di Cirene, chiamata così in onore dell’omonima ninfa. Fra storia e leggenda, sappiamo con una certa sicurezza che la città venne fondata intorno al 631 a.C. e che nei secoli successivi conobbe una fase di sviluppo fino a divenire una concorrente di Atene per ricchezza, arte e cultura. Nata per consentite a Cirene uno sbocco diretto sul mare, è stata infatti nei secoli parzialmente ricoperta dalle acque e molte delle sue rovine si trovano proprio sul fondo. Il sito archeologico di Apollonia è ricco di vestigia e di monumenti di un certo interesse, come le sue mura imponenti in buono stato di conservazione, il teatro scavato in una parete rocciosa, e le terme con il loro ampio cortile di colonne corinzie. Nel grazioso villaggio di Susah, sulla strada di Cirene e Apollonia, un piccolo museo custodisce interessanti reperti funerari greci. Continua sul prossimo numero…

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i nostri amici animali

proposta di legge

Divorzio? Decide il giudice a chi affidare gli animali domestici di Diletta Murgia

Presentato un disegno di legge che tutela gli “amici pelosi” in quanto esseri senzienti

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ell’ambito di diritto degli animali, un nuovo barlume di progresso ha irradiato il nostro Paese: difatti, alla commissione Giustizia della Camera dei deputati è stato di recente presentato un disegno di legge che definisce gli animali domestici come esseri senzienti e, in quanto tali, non possono essere allontanati in maniera coatta dalla propria famiglia. L’obiettivo è quello di riconoscere e tutelare il diritto alla vita e alla salute degli animali, aiutandoli a condurre una esistenza dignitosa e compatibile con le loro caratte-

ristiche etologiche. La legge entra poi ulteriormente nel dettaglio: nei casi di separazione o divorzio, il tribunale affiderà l’animale domestico «in via esclusiva al coniuge che ne garantisce il migliore benessere psico-fisico ed etologico», fermo restando che è comunque previsto un «affidamento condiviso». In caso di morte del defunto, inoltre, l’erede ha l’onere di allevare l’animale oppure il tribunale può decidere di affidarlo in via definitiva anche ad altre persone o ad associazioni animaliste che ne possano garantire il benessere. La legge stabili-

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sce, inoltre, che l’accesso ai luoghi e mezzi pubblici per gli animali domestici debba essere sempre consentito al seguito purché accompagnato dal proprietario – o detentore – e si estende agli uffici pubblici, alle strutture

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residenziali e luoghi di culto. In ultimo, la proposta di legge assicura una vera e propria pensione di anzianità per i cani in dotazione alla polizia che spetta loro quando non potranno più essere impiegati nel servizio.


l’angolo della poesia liberamente

NEI GIORNI D’ORTICHE E RUGIADA

er 31 de dicembre POESIA DI

POESIA DI

Franco Lanciani

Antonella Riccardi

M

E

i coglie improvviso il sole sbieco sul filo dell’orizzonte, il mareggiare del mattino tra gli alberi di agrumi spolverati dall’aria leggera.

r 31 de Dicembre sarvo ‘gnuno, tra tanti auguri de fine e de principio li botti s’accavalleno coi fochi d’artificio;

Così calmo m’è il giorno dove il cammino fiorisce in un colore d’ambra, di silenzio a sfiorarmi questa pace richiusa tra pietra e pietra,

chi spara er mortaretto, chi va ‘nfinestra urlanno, tiranno er bengala ar tetto dice:“p’ammazzà l’anno”;

questa felicità di sopra la terra tiepida con le ginocchia al mento, gli occhi chiusi nel vento lasciati a coprirsi di polvere come il rosmarino fermo contro il muro.

ma se ‘gnuno rifrettesse, dar monte fino a valle, è ‘n anno in più che passa e grava sulle spalle. Allora a che ce serve enfatizzà ‘sta festa; se sa, più er tempo passa e meno ce ne resta.

Fra fiocchi di nubi qua e là, semplicemente anch’io vagando che tanto è il cielo, smisurato, quasi d’azzurro ristagna come un tenero abisso in un lembo d’aurora.

Diciamo: “si!” ar cenone, ch’è tradizione e vanto, ma usamo la ragione e... onoramo er santo.

M’assale il giorno d’ortiche e rugiada sfilando veloce tra i limoni e le case. Senza rumore, con l’ala qui di fianco mi porto addosso la vita.

Stuzzicherò il vostro palato ogni giorno! Polenta con formaggio e salsiccia Ingredienti:

la ricetta calda per il pranzo della domenica Atuttapasta di Catia Feroce

• 500 gr. di farina di polenta; • 4 salsicce di maiale; • 1 bicchiere di vino rosso secco; • 5 foglie di basilico; • 400 gr. di passata di pomodoro; • sale q.b.; • olio evo q.b.; • 2 litri di acqua per la cottura della polenta; • 300 gr. di formaggio fontina; • grana macinato a piacere.

Procedimento: 1. Prepariamo il ragù di salsiccia sbriciolandola nella pentola insieme all’olio extravergine di oliva q.b. 2. Lasciamo soffriggere lentamente la salsiccia, sfumiamo con un bicchiere

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di vino rosso e poi uniamo la passata di pomodoro, il sale e qualche foglia di basilico. 3. Facciamo cuocere il ragù per 30 minuti aggiungendo un bicchiere di acqua. 4. Mettete l’acqua in una pentola capiente con una manciata di sale grosso e un cucchiaino di olio evo. 5. Dal bollore unite a pioggia la farina di polenta e iniziate a girare energicamente per evitare la formazione di grumi. 6. Trascorsi 40 minuti unite alla farina, il formaggio fontina a cubetti e ultimate la cottura per altri 10 minuti. 7. Versate la polenta sugli appositi vassoi di legno (shift) o semplici piatti. 8. Servitela condita con il ragù di salsiccia sopra, spolverizzando con del grana macinato.

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