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Anno XXVI - dicembre 2018 - n. 338 - Distribuzione gratuita
Mensile di Informazione Nazionale con inserto Speciale Internazionale
Un Natale di solidarietĂ
Roma & Co.
Stazione Tiburtina, Via Masaniello riapre solo ai bus dopo tre anni p. 6
GIRAMONDO
La Finlandia: la terra del sole di mezzanotte e dell’aurora boreale pp. 46-47
ALL'INTERNO Libri, tv, arte, viaggi, sport, concerti e... altro ancora
Specialità di pesce e carne ASSAPORARE IL MARE A ROMA
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Le fantasie di mare Convivio di antipasti giornalieri 6 portate
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Eventi | NUOVE PROPOSTE
Dicembre 2018
S O M M A R I O
direzione editoriale: Edit Italia S.R.L.S. editroma@nuove-proposte.com direttore responsabile: Luigino Borgia lborgia@nuove-proposte.com direttore editoriale: Gianna De Santis vicedirettore: Paolo Sabatini psabatini@nuove-proposte.com grafic director: Stefania Ruggeri grafica@nuove-proposte.com segreteria di redazione: Daniele Martiradonna redazione@nuove-proposte.com (per comunicazioni, eventi e compleanni) comitato di redazione: Caporedattore Giulio Bussinello responsabili di redazione: Riccardo Borgia, Cristina Monaco, Francesca Coculo, Sara Candiano hanno collaborato a questo numero: Fabio Bogi, Alessandra Broglia, Marcello Casciotti, Anna Crivelli, Arianna Di Biase, Salvatore Giorgio Dino, Carlo Franciosa, Iwona Grzesiukiewicz, Nadia Ludovici, Mattia Martiradonna, Marcello Mastino, Diletta Murgia, Sara Pellegrino, Claudia Pennacchio, Antonella Riccardi, Pasquale Tocci, Elisabetta Zazza.
Editoriale e periscopio 4 ● Befana a piazza Navona, metà dei banchi sono dei Tredicine 5 ● Natale: luci, colori, pace e accoglienza Attualità 6 ● Stazione Tiburtina, riapre via Masaniello 7 ● Roma, l’illuminazione che non c’è 8 ● Tevere, una discarica di rifiuti 10 ● Generazione Diabolika, intervista a Laccetti Società 12 ● Ponte alla Luna, sospesi tra cielo e terra 13 ● Platone tra filosofia e storia 14 ● Pink Tax, essere donna costa di più 15 ● Anci, incontro sulla sicurezza urbana 16 ● Il riscaldamento globale è fuori controllo 17 ● Il cotone è il cibo del futuro 18 ● Il freddo è alle porte: influenza in agguato Salute 19 ● Siamo nati pigri 20 ● Tumore al seno, nuovo farmaco in Italia
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Sport 21 ● Mondiale per club: Real Madrid favorito 22 ● Parigi Dakar: solo il Perù nell’edizione 41 Approfondimento 23 ● Ma qual è la forma dell’Universo? 30 ● Hyperloop, il treno super veloce Focus “L’Italia del Natale” 25 ● Tripudio di mercatini al nord 26 ● Le regioni del centro e i riti benauguranti 27 ● Al sud con piatti tipici e l’arte dei presepi 28 ● Dicembre in musica nella capitale
Pubblicità in proprio
Speciale 29 ● I 50 anni della Comunità di Sant’Egidio
annuo ordinario euro 80,00 annuo sostenitore euro 120,00 per abbonamenti: Codice IBAN: IT51 D030 6903 2181 0000 0009 221 BANCA INTESA SAN PAOLO Fil. Roma Tiburtina
Spettacolo&cultura 32 ● Lo stile unico dell’Ambra Jovinelli 33 ● Teatro Argentina, culla della drammaturgia 34 ● Venditti, 40 anni “Sotto il segno dei pesci” 35 ● A tu per tu col cantautore Vincenzo Incenzo 36 ● Ovidio, una mostra celebra il poeta 37 ● Rassegna di opere etniche e primitive 38 ● L’attore del momento: Lino Guanciale 40 ● Recensiti per voi: proposte di lettura 41 ● Alessia Gazzola: la scrittrice de “L’Allieva” 42 ● Nuove proposte... Al cinema
Edit Italia S.R.L.S. Tel. 06 43598964 - Cell. 335 6611311 edititalia@nuove-proposte.com
Abbonamento (spedizione postale)
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Moda & Tendenze 43 ● Ruggine, il colore delle feste di Natale 44 ● Le creazioni di Elisabetta Franchi Assaggi & paesaggi 45 ● Torre Alfina: fiore all’occhiello della Tuscia 46 ● La Finlandia: il paese di Babbo Natale I nostri amici animali 48 ● Un circo cruelty free Liberamente 49 ● Poesia - Eventi & Co. Post it 50 ● Auguri
NUOVE PROPOSTE
Si ringraziano gli inserzionisti per il loro contributo che consente la pubblicazione del periodico
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La riproduzione di testi e immagini deve essere autorizzata per iscritto dall’editore. La responsabilità dei contenuti dei testi è esclusivamente degli autori. Salvo accordi scritti o contratti di cessione copyright, la collaborazione è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Nuove Proposte - iscrizione nel registro stampa del tribunale di Roma n. 660/92 del 19/12/1992 stampa | Grafica RIPOLI Srl Finito di stampare: dicembre 2018
editoriale
Befana a piazza Navona, metà dei banchi sono dei Tredicine
Direttore Responsabile Luigino Borgia
Da anni sembrano avere il monopolio del commercio su strada nella Capitale
«L
a nuova festa della Befana premierà qualità, sostenibilità e artigianato». Queste furono
LA RIVOLUZIONE NEL TRATTAMENTO IMPLANTO PROTESICO Scopri
BLACK BOX e la chirurgia guidata
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20 su 42. I guai su piazza Navona e la Befana iniziano da lontano, ma gli effetti si sentono ancora: il litigio sulla festa è di fatto costato all’esecutivo grillino un assessore. Indimenticabile è, infatti, il braccio di ferro verbale avviato tra l’ex titolare dell’assessorato a Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro, Adriano Meloni, e il presidente della commissione Commercio, il consigliere 5S Andrea Coia. Nell’ultima versione del regolamento per le Attività commerciali su area pubblica, uno dei primi atti approvati dalla maggioranza grillina, quella della Befana risulta essere formalmente una “festa”. Se fosse stata diversa la forma giuridi-
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Anno XXVI - dicembre 2018 - n. 338 - Distribuzione gratuita
le parole pronunciate, nel settembre scorso, da Andrea Coia, presidente della Commissione capitolina Commercio, il giorno della presentazione del nuovo bando per il tradizionale mercatino natalizio di piazza Navona, a Roma. E invece a vendere dolciumi e giochi natalizi ai bambini saranno ancora una volta i membri della famiglia Tredicine, che da anni sembrano avere il monopolio del commercio su strada nella Capitale. La holding Tredicine era riuscita, lo scorso anno, ad aggiudicarsi 17 banchi sui 30 assegnati, sbaragliando la concorrenza e assicurandoseli per ben nove anni: con le nuove graduatorie il conto sale a
Un Natale di solidarietà
ROMA & CO.
Stazione Tiburtina, Via Masaniello riapre solo ai bus dopo tre anni p. 6
GIRAMONDO
La Finlandia: la terra del sole di mezzanotte e dell’aurora boreale pp. 46-47
ALL'INTERNO Libri, tv, arte, viaggi, sport, concerti e... altro ancora
ca, da “festa” a “fiera”, gli uffici avrebbero potuto scrivere un bando senza considerare il peso dell’anzianità dei partecipanti. Un criterio-grimaldello per i Tredicine, arrivati a Roma vendendo caldarroste e ora padroni (legittimi) di mezza piazza Navona.
• MINI INVASIVO • PREDICIBILE • ACCESSIBILE
La chirurgia guidata permette, attraverso un sofisticato programma informatico, di integrare i dati del ragiologo con quelli raccolti dal team clinico, permettendo di progettare l’intervento con il computer e di effettuarlo senza dolore, spesso senza tagli e punti di sutura, con conseguenze minime.
Buone ragioni per affidarsi alla chirurgia guidata
il Dr. Luciano Veccia ha scelto il sistema
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per i suoi pazienti
La tipologia di intervento implanto protesico che viene eseguita in questo studio infatti è:
VELOCE
perchè riduce al minimo il numero degli appuntamenti. Ne bastano due per ritrovare il piacere di sorridere. Nel primo si rilevano le impronte dentarie e si esegue l’esame radiologico. Nel secondo si effettua l’intervento mininvasivo e si consegnano le nuove protesi.
EVOLUTA
grazie ad un avanzatissimo scanner che riproduce virtualmente le arcate dentarie: in pochi minuti, senza il sidagio delle solite e fastidiose paste per impronta.
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perchè la pianificazione computerizzata dell’intervento di inserimento degli impianti e delle protesi garantisce diligenza assoluta ed estetica perfetta.
MININVASIVA perchè attraverso i piccoli forellini
praticati nella mascherina chirurgica gli impianti vengono inseriti con precisione nelle sedi ossee programmate, nella massima parte dei casi senza tagli nè punti di sutura.
PREDICIBILE possibile grazie al motore implanto-
logico TMM2, che permette all’implantologo di determinare anzitempo e con la massima sicurezza la sequenza operativa e l’impianto da inserire. Il tutto con la stabilità ideale per qualsiasi genere di riabilitazione.
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perchè la consistente diminuzione del numero e durata delle sedute incide favorevolmente sui costi a carico dello studio e di quelli applicati al paziente.
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Nuove Proposte dicembre 2018
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periscopio
Natale, luci e colori negli occhi pace e accoglienza nel cuore
Direttore Editoriale Gianna De Santis
Sarebbe bello se l’atmosfera delle feste, con il calore e l’amore sparsi nell’aria, con la volontà di tendere una mano all’altro, durasse nel tempo e non solo qualche giorno di vacanza
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e mi chiedessero cos’è il Natale, risponderei che è la gioia di un bambino quando scarta i regali e guarda con sospetto il vecchio
babbo con la barba bianca. Che è lo stupore di chi dopo aver realizzato l’albero e il presepe accende le luci con orgoglio e soddisfazione. Che è la voglia di scambiarsi gli auguri e organizzare una cena con gli amici per il solo gusto di stare insieme. Che è l’allegria di sedersi a tavola con la propria famiglia, di mangiare, bere e giocare a tombola e a carte. Che è la serenità di guardare le luci e i colori delle illuminazioni natalizie, sognando qualcosa di bello. Che è la fortuna di vivere in una casa ricca di calore e amore. Che è la sensazione di sentirsi più buoni e pronti a tendere una mano a chi soffre. Che è la volontà di fare qualcosa per gli altri, un gesto, una parola che cambi la rotta dell’indifferenza anche solo per un po’. Ma Natale è anche una mano tesa al freddo che
chiede l’elemosina. È una mamma che non ha il latte da dare al proprio figlio. È un papà che ha perso il lavoro e non sa come andare avanti. È l’immigrato che cerca accoglienza e spera in un futuro migliore. È colui che pur professando un’altra religione sorride e abbraccia chi festeggia il Natale. È il barbone che vive per strada, ma sa farti dono della sua saggezza. Ecco Natale è tutto questo. Ma non sarebbe bello se Natale fosse tutti i giorni, come recitava una canzone di qualche anno fa cantata da Luca Carboni e Lorenzo Jovanotti? Non sarebbe bello se quell’atmosfera e quella bontà sparse nell’aria fossero una sorta di elisir che durasse nel tempo? In fin dei conti “O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”!
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dicembre 2018 Nuove Proposte
attualità
Roma & Co.
TIBURTINA, RIAPRE VIA MASANIELLO di Paolo Sabatini
Chiusa dal 2015 per lavori, la strada è diventata ora corsia preferenziale per i bus
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eglio tardi che mai. A tre anni di distanza dall’avvio del cantiere, che ne determinò la chiusura al traffico locale, riapre finalmente al pubblico via Masaniello, la strada che collega via Tiburtina all’omonima stazione capitolina. Era il 2015 infatti quando - a causa di interventi dedicati al ripristino del marciapiede, del sistema di smaltimento delle acque meteoriche, delle caditoie e delle condotte fognarie - la più importante arteria stradale collegante la stazione Tiburtina al resto dell’Urbe veniva resa inaccessibile a qualsiasi mezzo di trasporto motorizzato. Oggi la strada torna percorribile con fun-
zione esclusiva di corsia preferenziale dedicata a bus e pedoni. Vengono così ripristinate le linee che avevano subito deviazioni nell’ultimo triennio: C2, 111, 111F, 120F, 163, 211, 309, 409, 441, 448, 545, N2, N17, N23, mentre il 71 e il 492 tornano ad avere il proprio capolinea presso il piazzale della stazione. Non sarà più possibile invece circolare lungo la strada con mezzi privati, rischio una multa. Scelta questa spiegata dalla giunta capitolina con lo scopo di riorganizzare la mobilità dell’area a favore di un efficiente servizio di trasporto pubblico e, parallelamente, a supporto del principio di un servizio alla collettività di tipo sostenibi-
Nuove Proposte dicembre 2018
le. Si ridurranno gli ingorghi dunque, come affermato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi: «Tutti i cittadini diretti alla stazione Tiburtina con i mezzi pubblici raggiungeranno più facilmente lo scalo ferroviario, senza
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inutili perdite di tempo. La riorganizzazione della viabilità, con la creazione di questo collegamento preferenziale per il trasporto pubblico, certamente agevolerà la circolazione stradale in tutta l’area».
Roma & Co.
attualità
Roma, l’illuminazione che non c’è UN PROBLEMA DI SICUREZZA in città di Marcello Mastino
Interi quartieri, al centro e in periferia, sono al buio per la rete antiquata, lampadine fulminate e furti di rame
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oma è bella. Di giorno e di notte, in qualsiasi momento capita di girare tra le bellezze della città eterna. Ma ultimamente la Capitale ha un problema notturno: l’illuminazione. Girando per la città ci si imbatte in strade lasciate completamente al buio. Strade intere senza luce che creano non pochi problemi alla sicurezza di
alla periferia, restano al buio per giorni, se non settimane. La leggenda metropolitana di un distaccamento dell’illuminazione propriamente voluto è presto smentito. Lo stesso Alberto Scarlatti parla di un necessario «riammodernamento e manutenzione della rete energetica». A questo si aggiungono i diversi danneggiamenti alle centraline, prontamente denunciati alla magistratura, che gravano sui conti del Comune e i numerosi furti di rame all’ordine del giorno. Sempre l’ingegnere Scarlatti, in un’intervista al Foglio, parla di un piano di intervento della società: «Da
chi cammina con il rischio di inciampare, alla viabilità e all’aumento dei furti. La problematica riscontrata è a monte: solo nel 2017 ci sono state tra le 22mila e 25mila le segnalazioni di guasto, come indicato dall’ingegnere Alberto Scarlatti, di Areti SPA (società di distribuzione del gruppo Acea) in un’intervista a Roma Today. Un problema serio quello dell’illuminazione pubblica, che quindi vede puntare il dito contro Acea, l’azienda partecipata del Comune che gestisce la rete idrica e la luce cittadina e di conseguenza la manutenzione dei lampioni. Interi quartieri, dal centro
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metà 2018 (e fino al 2020) si sta procedendo alla sostituzione di 4.000 centraline e di 180 mila punti luce con lampioni più moderni, dotati di 224 mila nuove lampade con led a basso consumo e telecamere». 170-200 milioni cui fanno parte anche le luci al led “fredde”, soggette a non poche polemiche nel centro storico perché non adatte a una corretta illuminazione delle bellezze cittadine, prontamente sostituite da lampioni “stile Roma”. Anche queste son polemiche che s’aggiungono ormai alle altrettante che il Campidoglio deve affrontare.
dicembre 2018 Nuove Proposte
attualità
Roma & Co.
Tevere, una discarica di rifiuti Fiumicino fa la conta dei danni di Marcello Mastino
Tonnellate di spazzatura, trasportate dal fiume, si sono posate sul litorale del comune di Fiumicino tra disagi e un elevato impatto ambientale
P
iogge, raffiche di vento e temporali. I disagi che questi eventi creano alla città di Roma sono ormai conclamati. Ma un altro problema non è sicuramente da sottovalutare: detriti e rifiuti nel Tevere. Buste della spazzatura ed elettrodomestici trasportati fino alla foce del fiume e trascinati in mare. Le centinaia di tonnellate riversate sul litorale del comune di Fiumicino stanno creando non po-
chi disagi a livello di impatto ambientale. All’emergenza del maltempo si affianca ora quella dei rifiuti. Tra scogliere trasformate in discarica e tronchi di alberi è arrivata la pronta denuncia del sindaco di Fiumicino Esterino Montino: «Rimane difficile poter far fronte a questa situazione. Non è più possibile tollerare l’inquinamento che arriva dal Tevere, dall’Aniene e dal mare e che si riversa sul nostro territorio, quintali di
Nuove Proposte dicembre 2018
rifiuti dannosi per l’ambiente». Le ripetute mareggiate inoltre non favoriscono sicuramente una diminuzione dell’importanza in negativo di questo problema. Occhi puntati contro la diga sprofondata del porto turistico della Concordia che non ga-
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rantisce una sicura protezione contro il moto del mare che allaga la zona. Interviene in maniera dura anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Fiumicino Roberto Cini: «Serve, per la bonifica, l’intervento della Regione, della Città Metropolitana e degli altri organi interessati. La soluzione, strutturale, può arrivare inoltre dal riprendere in mano il progetto del deviatore di rifiuti da posizionare a Capo due Rami, dove il Tevere si divide nelle due foci». Un problema importante tra la “lista delle cose da fare” cui la Regione non vuole certamente tirarsi indietro. «Valuteremo – sostiene Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti - le modalità per sostenere il Comune di Fiumicino nelle attività di bonifica delle aree danneggiate dalle recenti mareggiate, mentre con i contratti di fiume si potrà favorire una pulizia costante del Tevere e di altri corsi d’acqua». La mancanza di una barriera di contenimento favorisce il perpetuarsi di questa emergenza, che invece ha bisogno di una soluzione definitiva.
linea punto verde ASSOCIAZIONEONLUS Linea Punto Verde ONLUS è un’Associazione, senza fini di lucro, che si occupa di interventi sociali socio assistenziale sul territorio nazionale. Persegue obiettivi di solidarietà sociale attraverso la gestione di servizi sociali orientati in via prioritaria, alla risposta ai bisogni delle persone, in particolar modo di quelle con carenze e/o disagi. Oggi, all’interno di una società in continua mutazione etnica, economica e sociale, vogliamo riaffermare le nostre convinzioni e i nostri orientamenti su i valori morali, sociali ed ideali, come l’equo solidarietà, l’eco sostenibilità, l’amore, l’amicizia, come scopo di dare un senso, un valore alla vita, attraverso la “qualità” del nostro lavoro. Crediamo che la prospettiva Evidence Based (basata sulle evidenze) in cui ci muoviamo sia imprescindibile per progettare e costruire grandi cose che sono in sintonia e non in antitesi con i principi civili della natura umana. Il Modello Organizzativo adottato da LINEA PUNTO VERDE conferma e rinforza il “modello di tutela e promozione della salute” che concepisce l’utente come persona in diritto e in grado di vivere i proprio sentimenti, capacità, aspirazioni.
L’obiettivo generale che viene perseguito è quello di: rispettare i bisogni, le abitudini, le aspettative, i tempi e i modi propri di vita di ciascun presente nella struttura. Interveniamo a livello di prevenzione, cura, riabilitazione e rinserimento sociale. Per realizzare il nostro progetto associativo, la nostra Associazione si avvale del prezioso contributo dei nostri soci, sostenitori, amici e volontari. La nostra missione è portare gioia dove si vive un disagio....
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attualità
documentario
Generazione Diabolika, docu-film del party trasgressivo che ha fatto la storia dell’housE di Marcello Mastino
Quattro chiacchiere col regista Silvio Laccetti che, con un po’ di nostalgia, ci racconta l’adolescenza di un fenomeno di costume che non è certamente passato inosservato
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enerazione Diabolika è la storia di un movimento, la storia di un sogno, di un gruppo di ragazzi romani che in pochi anni sono riusciti a spostare tutta l’attenzione dei giovani della night life su Roma. Attraverso le testimonianze di chi ha vissuto quei momenti, di chi ha reso grande un evento che poi è divenuto un vero e proprio fenomeno di costume, Generazione Diabolika racconta l’unico concept house made in Italy ad essere stato esportato all’estero. Nato da un’idea di Giuseppe Di Renzo e impreziosito dalla regia di Silvio Laccetti, il docu-film ripercorre attraverso le sonorità della tech-house - le immagini inedite delle serate più famose dell’NRG di Ciampino: il risultato è un’attenta analisi di quella che è stata parte della società italiana e di ciò che ha caratterizzato il giovane popolo della notte dei primi anni duemila. Un racconto nostalgico girato volutamente di notte tra immagini trasgressive del party e il suo popolo, di città e provincia. La nostalgia del regista Silvio Laccetti la raccontano i suoi occhi. “C’è scappata la lacrimuccia” come si suol dire. Perché Generazione Diabolika? Generazione Diabolika perché il film cerca di raccontare una generazione durata 15 anni. Una generazione lontanissima, ripercorrendo quella che parte già dalla fine degli anni ’90, dalla Night Life romana del Mucassassina per poi spostarsi su quello che è stato l’ultimo party più importante della tech-house, il Diabolika. Da una parte il racconto della generazione del Diabolika, appunto, e dall’altra la generazione nel senso demoniaco
Nuove Proposte dicembre 2018
del termine, in quanto a livello formale era un party costruito tutto sulla trasgressione. Una generazione finita con la morte di Lou Bellucci. Ma nessuno se n’è accorto come la fine di un’adolescenza. L’adolescente non ha modo di girarsi un attimo che già è adulto. Il Diabolika è finito ma non è mai stato spiegato perché è finito. Entriamo nel mondo di Generazione Diabolika e di questo documentario… Il documentario è tutto girato di notte anche perché i dj vivono di notte. Con la morte di Lou Bellucci (vocalist romano, ndr) muore una generazione, muore un movimento. Un fenomeno di costume. La storia del Diabolika è iniziata nel 2003, ma è nel 2005 che nasce proprio la moda del Diabolika. Tutti vestivano con le magliette del Diabolika. Se andavi alle scuole medie tutti i ragazzetti avevano spille e gadget di questo fenomeno. Il Diabolika nel frattempo andava a Ibiza, girava il mondo (Francia, Inghilterra, Olanda, Germania, Austria Svizzera e anche Colombia). Ma nel momento più bello Emanuele
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Inglese (noto disk jockey romano, ndr) abbandona il Diabolika, e inizia così una discesa, non dal punto di vista commerciale, ma dettata dai tempi. La discoteca, come raccontata dai media, diventa quindi un luogo demoniaco da cui stare lontano anche se in realtà era un luogo dove i ragazzi andavano per divertirsi. Le curiosità? La cosa bella è che noi abbiamo finito di montare a maggio/giugno e ad agosto abbiamo aperto la nostra pagina Facebook. Al momento dell’apertura abbiamo ricevuto una miriade di video, contenuti. Da questi video inviati direttamente dagli utenti abbiamo quindi ritoccato il montaggio. È diventata una cosa interattiva. Ha vissuto personalmente questa Generazione Diabolika? Sono abruzzese, di Vasto. Il Diabolika iniziò a fare i tour in giro per l’Italia, tra cui anche la mia città. Ho detto “Mamma, il Diabolika!”. È grazie ai miei amici che ho scoperto Il Diabolika. E poi alla radio, gli eventi venivano trasmessi rigorosamente live su M2O.
A Roma in via Tiburtina 994, a pochi passi dalla metro Rebibbia, è presente una delle scuole paritarie di maggior rilievo nel panorama capitolino, l’Istituto Aniene, operante nel settore dell’istruzione e del recupero degli anni scolastici
Corso di moda all’Istituto Aniene: primo indirizzo paritario d’Italia
È una novità assoluta questo percorso completo di cinque anni con ottimi sbocchi lavorativi Quest’anno la scuola ha aperto un nuovo settore di studi, l’indirizzo “Sistema moda”, una grande novità per l’istituto e non solo: è infatti il primo indirizzo di moda abilitato in una scuola paritaria, dunque in assoluto il primo in Italia Il corso, intitolato a Micol Fontana, pioniera insieme alle sorelle Zoe e Giovanna del Made in Italy nel mondo, è organizzato da Anna Lorenzi (direttore artistico e referente) e supervisionato da Enrica Gentile, promotrice del nuovo settore. L’indirizzo “Sistema moda” è un percorso completo della durata di cinque anni, ha l’obiettivo di far acquisire allo studente competenze e conoscenze che spaziano in tutti i campi ideativo-creativi riguardanti il mondo della moda. Dalla progettazione alla fabbricazione, dalla produzione al marketing del settore tessile, abbigliamento, calzature, accessori, estetica, con grande attenzione alla gestione e al controllo delle materie prime e del prodotto finale. Tutto ciò che concorre a una formazione di qualità negli ambiti più disparati. La moda è una delle maggiori espressioni della cultura umana. È stile, costume, tradizione e nel panorama globale quella italiana è da sempre una delle più prestigiose in assoluto, capace di muovere un volume d’affari esportato in tutto il mondo. Per questo è stato ideato “Sistema moda”, per supportare le nuove generazioni a una formazione completa, altamente professionale e in grado di guidare all’inserimento lavorativo in un settore assolutamente prolifico e in continua evoluzione ed espansione. Elisabetta Zazza
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dicembre 2018 Nuove Proposte
società
turismo
Sul Ponte alla Luna per camminare sospesi tra il cielo e la terra di Sara Pellegrino
Tra i paesaggi meravigliosi delle terre lucane si estende un ponte tibetano, dove è possibile vivere il brivido di poter passeggiare tra le nuvole
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l Ponte alla Luna si trova a Sasso di Castalda (Pz) ed è stato inaugurato nel 2017. Con un’estensione di circa 300 mt è possibile percorrere questo ponte camminando a circa 100 mt di altezza. Il ponte rappresenta l’attrazione principale di un percorso la cui partenza avviene dal paese per poi passare, attraverso alcuni sentieri, sulle sponde del Fosso Arenazzo. Tutto l’intero percorso può essere attraversato accompagnati da un team di esperti e con le apposite imbracature. Mentre si attraversa il ponte si rimane sospesi tra cielo e terra; la mente viene attraversata
da un mix di adrenalina, libertà e paura mentre la vista cade inevitabilmente sulle
case, i boschi, i ruscelli e la fauna. Un tempo la vallata era sommersa dalle acque e oggi è oggetto di scoperta e di ricerca. La luna è il satellite che ha dato il nome a questa struttura come omaggio a Rocco Petrone, scienziato
e direttore della missione Apollo 11 originario di Sasso di Castalda. Si tratta di un’esperienza unica per tutti gli amanti della natura e per chi vuole trovare la pace dei sensi, sicuramente non è adatta ai deboli di cuore!
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filosofia società
PLATONE TRA FILOSOFIA E STORIA di Pasquale Tocci
Con il suo maestro Socrate e il suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale
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latone, grande filosofo dell’Occidente, è uno dei pensatori e filosofi più influenti per la nostra cultura. Il suo pensiero, infatti, fu interpretato nel mondo greco dai due filosofi, Plotino e Aristotele, che hanno analizzato in chiave
religiosa i dettami della filosofia platonica. Figlio di Aristone del demo di Collito e di Perictione, Platone è vissuto tra il 428 e 348 a.C. Allievo di Socrate e maestro di Aristotele, ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale. Nell’Umanesimo italiano fu esaltata la filosofia aperta e problematica, accanto alla visione metafisica e religiosa. Dopo l’Illuminismo invece il pensiero platonico fu letto in chiave filologica e scientifica, esal-
tando le verità matematiche e i principi morali alla base della realtà. Uno degli elementi più apprezzati nella visione filosofica della realtà è la dialettica, vista come scienza delle idee, e considerando questa operazione mentale come procedimento dualistico, del domandare e del rispondere. La visione più di rilievo, nel pitagorismo, risulta essere però l’interpretazione dell’esistenza, basata sui numeri, che è alla base della scienza moderna.
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dicembre 2018 Nuove Proposte
società
curiosità
Pink Tax, essere donna costa di più di Cristina Monaco
Tutta colpa della tassa rosa: i prodotti destinati a un pubblico femminile hanno un prezzo maggiore
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uadagni meno di un uomo, ma paghi di più per determinati prodotti. Perché? Perché sei una donna. E sei anche tu vittima della “Pink Tax”, la tassa rosa, che vede un prezzo maggiorato su alcuni prodotti per la donna rispetto a quelli per l’uomo.
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Uno studio del 2015 del Departments of consumer affairs di New York ha rivelato che, di media, i prodotti destinati alle donne costano circa il 7% in più rispetto a quelli per l’uomo (divario che aumenta al 13% per i prodotti di bellezza). Stesso materiale, stessi ingredienti, stessa grandezza, prezzo diverso? Ecco qua la Pink Tax. Tutto parte da una scelta di marketing basata su uno stereotipo di genere, secondo la quale è sufficiente posizionare un prodotto sul tar-
get femminile per renderlo subito più costoso rispetto a quello per uomo, anche se perfettamente identico. È vero che i prodotti molto spesso vengono studiati appositamente per le nostre esigenze, ma questo non spiega l’aumento di prezzo dato che anche gli uomini hanno le loro. Senza contare che il gap di prezzo è presente anche in prodotti esattamente identici, con l’unica variante della scritta “man” o “woman” sulla confezione. La Pink
Tax diventa a tutti gli effetti una tassa quando si parla di assorbenti. L’imposta per i beni di consumo è normalmente del 22%, ma per i beni di prima necessità scende al 4%. Per la legge italiana, gli assorbenti non sono beni di prima necessità e vengono perciò tassati al 22%, come se usarli fosse una scelta. Come possiamo difenderci dalla tassa rosa? Comparando i modelli e i prezzi dei prodotti che vogliamo acquistare tra i reparti uomo e donna.
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sicurezza pubblica
società
Sicurezza integrata e urbana al centro dell’incontro dell’Anci di Giulio Bussinello
Linee guida per la promozione delle strategie per potenziare servizi di controllo in città e su tutto il territorio
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Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha indetto, di recente, una riunione sulla sicurezza urbana e sulla sicurezza integrata prevista dalla legge sulla sicurezza nelle città D.L. 14/2017 convertito nella L. 48/2017. Erano presenti numerosi Comuni. In quella sede sono state esaminate, inoltre, le linee guida per la promozione della sicurezza urbana adottate in sede di Conferenza Stato Città ed Autonomie locali e le direttive a firma del ministro dell’Interno. Al fine di poter mettere in campo strategie di sicurezza urbana, è stato richiesto di adottare i decreti attuativi per l’accesso da parte della polizia locale alla banca dati delle forze di polizia di Stato, non limitato ai veicoli e ai documenti smarriti e rubati o ai permessi di soggiorno, ma esteso anche a tutte le altre fattispecie previste dalla legge sulla sicurezza delle città, compresi quindi l’accesso alle informazioni sui singoli soggetti. È stato, inoltre, richiesto di favorire la cooperazione tra
le forze dell’ordine. Si è discusso di programmare sul territorio quanto già previsto dalla norma in ordine all’aggiornamento professionale integrato; e della Direttiva emanata sulle “Scuole Sicure” e quella riguardante le occupazioni abusive di immobili. In quella sede sono state affrontate anche delle criticità stimate come la carenza di personale della polizia locale, per ciò occorre superare il limite del 100 per cento del turn over per avviare nuove assunzioni. Il limite nell’utilizzo dello straordinario per il potenziamento dei servizi che non permette di programmare le attività operative. Riguardo le linee generali per la promozione della sicurezza integrata, la stessa L. 48/2017, definisce la sicurezza integrata quale interventi assicurati dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province autonome e dagli Enti locali, al fine di concorrere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario e integrato
di sicurezza per il benessere delle comunità territoriali. Le linee guida sono rivolte a coordinare l’esercizio del-
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le competenze dei soggetti istituzionali coinvolti, anche con riferimento alla collaborazione tra le forze di polizia.
dicembre 2018 Nuove Proposte
società
ambiente
MONdo in allarme: riscaldamento globale fuori controllo di Salvatore Giorgio Dino
Qualche anno fa a Parigi è stato sottoscritto un accordo per contenere l’aumento delle temperature e provare a invertire la rotta
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morti, i miliardi di danni che ci sono stati nei mesi scorsi causati da fiumi che sono esondati, la pioggia di “alberi” di Roma. E ancora i milioni di arbusti sradicati dal vento in Veneto e le città di mare distrutte. Tutto è stato causato da un cambiamento climatico in atto, e l’allarme è stato lanciato in tutto il mondo mesi fa ma nessuno, ad eccezione di qualche articolo, ne ha parlato in Italia. Il riscaldamento climatico è fuori controllo al
punto che, nel 2015, 200 paesi del mondo hanno sottoscritto l’accordo di Parigi sul clima. Una firma con l’impegno a contenere l’innalzamento del riscaldamento climatico medio di massimo due gradi per poi provare a ridurlo a un grado e mezzo. Gli scenziati dell’Onu hanno avvisato che per provare a contenere l’aumento delle
temperature abbiamo solo dodici anni. Dodici anni per invertire drasticamente la rotta, per evitare un futuro dove le conseguenze saranno catastrofiche, con milioni di morti nel mondo e miliardi di euro buttati. Può sembrare poco ma per capirci: solo in Italia mezzo grado di differenza in più vorrà dire che tra 70 anni Venezia non
esisterà più e centinaia di città costiere saranno inondate, la neve sulle nostre alpi e tutto l’arco alpino sarà sparita e addirittura coltivazioni come quella del vino si ridurranno drasticamente. Danni che distruggeranno vite e che creeranno disastri economici di portata inimmaginabile per la nostra fragile economia.
L’economia circolare per ridurre al minimo lo spreco di risorse
Si punta a processi produttivi con la massima efficienza e la minor immissione di scarti e agenti inquinanti nell’ambiente
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n un periodo di forti tensioni economiche e dove la nostra Terra è di fronte a un tracollo ecologico, molte sono le soluzioni che vengono proposte per cercare di invertire la rotta. Nell’ultimo periodo si parla molto di “economia circolare”. Questo paradigma economico mira a creare processi produttivi che abbiano come scopo la massima efficienza, un equilibrio tra lo spreco ridotto al minimo di risorse, la minima immissione di scarti e agenti inquinanti nella natura. Nell’agricoltura oggi questo concetto è di tremenda attualità ed è l’unica risposta alla domanda di cambio di rotta che la natura ci impone. Oggi per avere un frutto in tavola, per esempio, usiamo e sprechiamo acqua
Nuove Proposte dicembre 2018
potabile, una risorsa sempre più preziosa e carente, soprattutto a causa dell’aumento delle popolazioni e della sempre maggiore desertificazione. Per concimare la pianta immettiamo nitrati e gas serra, che portano all’aumento delle temperature e alla distruzione dell’ecosistema, molto di più della CO2 prodotta dalle macchine per fertilizzare terre. Terre che sono sempre più sterili a causa di uno sfruttamento intensivo e dell’uso delle monoculture, e che sono molto fragili, perché basta un’ondata di freddo inaspettato per distruggere il raccolto di un’intera stagione. Cercare di equilibrare tutto questo è molto difficile ma ancora possibile, tanto che sempre più aziende stanno cercando
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di diversificare i prodotti che coltivano, usando al minimo l’acqua potabile, cercando di riciclarla usando gli scarti prodotti dagli animali, sia per concimare la terra sia per produrre energia come il biogas, provando a ridurre al minimo l’immissione di gas serra nell’ambiente.
Salvatore Giorgio Dino
curiosità
società
Il cotone è il cibo del futuro: sarà la salvezza dell’uomo di Salvatore Giorgio Dino
La scoperta degli studiosi ha portato a ridurre la velenosità dei semi della pianta da cui si ricava il tessuto, rendendoli mangiabili
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na nuova ricerca appena pubblicata ha trovato il modo di rendere il cotone mangiabile dall’uomo. La pianta del cotone da migliaia di anni è una delle piante che più ha contributo allo sviluppo della nostra società odierna e, grazie al suo sfruttamento, è ancora fondamento di molte delle principali economie mondiali. L’uso del cotone va dalla produzione di stoffe fino alla produzione di oli e fino ad ora, l’unico impiego che non aveva era quello di essere mangiato, questo perché i suoi semi sono molto velenosi. Ma una nuova scoperta, pubblicata sull’ultimo numero di Fortun, di un team di biologi dell’università del Texas - guidati da Keerti Rathore - illustra di come sono riusciti a ridurre drasti-
camente, attraverso la manipolazione genetica, il gossipolo, così si chiama la molecola velenosa. In questo modo si rende di fatto il cotone mangiabile per noi e gli animali, ma non per gli insetti. Rathore spiega, a chi gli chiede che sapore abbia questo cibo, che è molto buono e che il suo sapore ricorda l’hummus. La scoperta è davvero epocale e potrebbe essere finalmente una soluzione concreta alla fame nel mondo, in quanto il cotone cresce ed è prodotto dovunque, specialmente nei paesi
in via di sviluppo. È economico e può sfamare sia persone che animali rendendo, allo stesso tempo, l’economia più sostenibile e autoctona. Basti pensare che mezzo chilogrammo di fibre di cotone equivale a 1,5 kg di semi di altre piante e per tanto anche lo sfruttamento delle risorse per produrlo sarebbe meno impattante per la nostra terra. La notizia più bella è che il cibo del futuro, forse la soluzione di uno dei principali problemi della nostra storia, è già tra noi.
Ibn Battuta, l’esploratore d’Oriente: in viaggio per TRENT’ANNI Il viaggiatore e giurista lasciò la famiglia benestante a soli 21 anni per intraprendere il suo lungo cammino
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bn Battuta, viaggiatore e giurista quasi contemporaneo di Marco Polo, nasce a Tangeri nel 1304 e proviene da una famiglia molto importante. Decide di intraprendere nel 1325, all’età di 21 anni, il viaggio che ogni mussulmano deve fare almeno una volta nella vita: visitare la Mecca. La traversata è di oltre 5000 km e lui decide di farla da solo aggregandosi a una carovana per ridurre i rischi; saluta i genitori sapendo che forse non li rivedrà al suo ritorno e inizia il pellegrinaggio. Il viaggio è per lui molto intenso, è il periodo in cui “l’impero Mussulmano” è al suo massimo splendore e la sua
figura di giurista gli spalanca le porte di città in città, facendogli trovare lavoro
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presso le corti dove si ferma assunto da Visir o Sultani. Arrivato a Costantinopoli, intraprende la Via della Seta, passando per Delhi e per le Maldive, arrivando fino in Cina dove scopre l’uso della banconota che da noi era ancora sconosciuto. Arrivato a Pechino, decide di tornare a casa a Tangeri dove ci rimane per soli 10 giorni, per poi ripartire alla volta dell’Andalusia. Non fa in tempo a tornare che al suo ritorno organizza immediatamente una spedizione alla scoperta dell’Africa subsahariana che percorre interamente. Viaggia in totale 30 anni interrottamente e all’età di 50 torna a casa per riprendere a lavorare come giurista e a scrivere il suo libro di memorie che chiamerà “Un dono di gran pregio per chi vuol gettar lo sguardo su città inconsuete e peripli d’incanto”.
Salvatore Giorgio Dino
dicembre 2018 Nuove Proposte
società
benessere
Il freddo è ormai alle porte: virus e raffreddori in agguato! di Sara Pellegrino
Inverno è sinonimo di freddo e non solo, anche di influenze e malanni di stagione. Con buon senso e piccoli accorgimenti possiamo preservare la nostra salute
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er combattere le problematiche come influenza e raffreddore ci sono alcuni comportamenti e rimedi naturali che si possono adottare, anche appena si presentano i primi sintomi. Con il cambio di temperatura le difese immunitarie si abbassano e possiamo essere soggetti agli stati febbrili. La febbre è uno stato in cui il nostro sistema immunitario viene allertato di un pericolo che può dipendere da un virus, un batterio, ma anche da alcuni fattori climatici, ambientali o anche emotivi. Cosa fare in caso di febbre alta? Bisogna ascoltare i segna-
li che manda il proprio corpo! Riposo, digiuno e idratazione sono essenziali per restituire le energie necessarie al nostro organismo. Evitare latticini e
derivati, ma anche gli zuccheri inclusa la frutta che, all’interno del nostro corpo, produce dei muchi che aumentano la proliferazione dei batteri. Dare la precedenza a verdura, soprattutto la cicoria e ai carboidrati complessi come riso e carne bianca. Da evitare anche gli agrumi che provocano acidità, tranne il limone che produce invece un effetto basico una volta ingerito. Ecco alcuni cibi e piccoli accorgimenti che possono aiutare quando arrivano i primi sintomi di influenza: il miele è ottimo per lenire la gola e calmare la tosse; fanno bene anche i fermenti lattici vivi; si può consumare frutta secca; sì allo zenzero, le tisane sono utili per liberare le cavità nasali; fa bene anche l’aglio, disinfettante per la gola e le ciglia polmonari; ottima la vitamina C, contenuta negli agrumi, nei kiwi e nei broccoli; semaforo verde per eucalipto e alloro, le tisane di queste piante sono considerate gli elisir numero uno contro l’influenza.
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ricerca
salute
Siamo nati per essere pigri e non disperdere le energie di Cristina Monaco
L’attività fisica costa uno sforzo cognitivo che il nostro cervello vuole proprio evitare. Lo dice uno studio dell’Università della British Columbia
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uante volte i nostri buoni propositi di fare sport (soprattutto in vista delle feste natalizie!) sono finiti nel dimenticatoio? Quante volte abbiamo preferito il binomio “copertina&Netflix” di fronte a una corsetta? Siamo perfettamente consapevoli dei benefici di una vita attiva e sportiva, ma qualcosa ci fa restare incollati al divano. Uno studio dell’Università della British Columbia ha voluto dare una spiegazione scientifica alla pigrizia che inesorabilmente ci assale nel
momento in cui decidiamo di dedicarci all’attività fisica. Da oggi in poi possiamo sentirci un po’ meno in colpa: la risposta risiede nel fatto che il nostro cervello è un pigrone di natura. È programmato per scegliere l’alternativa più facile che non faccia dispendere energie e vede l’attività fisica come uno sforzo aggiuntivo che, se può, evita. «La conservazione dell’energia è stata essenziale per la sopravvivenza degli esseri umani, poiché ci ha permesso di essere più efficienti nella ricerca di cibo,
di competere per i partner sessuali e di evitare i predatori» ha spiegato Matthieu Boisgontier, uno degli autori dello studio. Di conseguenza, questo potrebbe spiegare il paradosso dell’esercizio, ossia il fatto che nonostante la società incoraggi verso uno stile di vita più attivo e sano, la popolazione stia di-
ventando sempre più pigra e sedentaria. È comprovato, d’altro canto, che l’attività fisica è essenziale per il nostro benessere psico-fisico. Basta avere un po’ di buona volontà per immolarci per un bene più grande. Ma almeno abbiamo una scusa se nelle giornate buie e tempestose proprio non ci va di uscire!
Telethon, torna la raccolta fondi per la ricerca sulle malattie rare Sulle reti Rai la campagna di sensibilizzazione dal 16 al 23 dicembre. Il 20% delle patologie colpisce pazienti in età pediatrica
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ome ogni anno a dicembre le reti Rai partecipano alla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie rare promossa dalla Fondazione Telethon. Dal 16 al 23 dicembre ci sarà la ventottesima edizione della maratona televisiva, con lo scopo di sostenere e finanziare la ricerca sulle malattie genetiche rare. Il 16 dicembre si parte su Rai1 con lo show “Il mondo a colori: una serata per Telethon”, evento condotto da Antonella Clerici in cui si alterneranno momenti di spettacolo e perfor-
mance artistiche, proiezioni di cortometraggi e interventi di alcuni pazienti. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, intesa come il numero di casi presenti su una data popolazione, non supera una soglia stabilita. Al giorno d’oggi il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oscilla tra le 7 e le 8mila, anche se si tratta di una cifra in costante crescita. Sulla base dei dati presenti sul registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità emerge che nel nostro Paese ogni anno sono circa 19mila i nuovi casi segnalati dalle strutture sani-
tarie diffuse sul territorio. Il 20% delle patologie colpisce pazienti in età pediatrica, tra i quali le malattie rare che si manifestano con maggiore frequenza sono le malformazioni congenite, le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del meta-
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bolismo e i disturbi immunitari. Per quanto riguarda gli adulti, invece, le malattie più diffuse sono quelle che intaccano il sistema nervoso e gli organi di senso, le malattie del sangue e degli organi ematopoietici.
Claudia Pennacchio
dicembre 2018 Nuove Proposte
salute
ricerca
Tumore al seno, un nuovo farmaco è disponibile in Italia di Anna Crivelli
Presenta una minore tossicità e rallenterebbe la progressione della malattia
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l tumore mammario ormone-sensibile, una tipologia di cancro al seno trattato senza chemioterapia, ha oggi un nuovo farmaco disponibile in Italia. Il principio attivo si fonda su Ribociclib, che agisce inibendo la Cdk 4/6, proteinachinasi, responsabile della diffusione della malattia fuori dalla mammella. Questa terapia sembra essere rivolta per lo più alle donne in post-menopausa e con tumore al seno in fase avanzata
(tipo Hr/Her2), con risultati di miglioramento già con la sola terapia ormonale, con la conseguente possibilità di rallentare la progressione del tumore. I dati incoraggianti della sperimentazione hanno permesso di inserire questo farmaco tra i mutuabili del Sistema Sanitario Nazionale, permettendo così a un buon numero di pazienti di prolungarne la sopravvivenza. Va evidenziato che questa tipologia di farmaco, in alcune regioni disponibile
anche in compresse, si decide di prescriverlo in primo luogo quando la terapia di base non ha fornito miglioramenti. Il Ribociclib per-
mette di poter effettuare un trattamento personalizzato, con il vantaggio primario di minore tossicità e continuare a vivere una vita quasi normale, pur continuando a curarsi. Un vantaggio è inoltre la sua rimborsabilità. Non va dimenticato che una donna su otto si ammala di tumore nel corso della vita, senza contare il numero dei casi destinati a progredire o lo sviluppo di forme avanzate della malattia. Questo farmaco è incoraggiante ma la prevenzione, tra ecografia mammaria e mammografia, resta ancora l’arma più efficace.
Sigaretta elettronica: la comunità scientifica si interroga Alcune organizzazioni sanitarie hanno evidenziato un rischio maggiore per la salute di coloro che fumano sia e-cig che tabacco
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deate per la prima volta in Cina, le e-cig hanno conquistato in poco tempo il mercato occidentale. Nonostante la nascita del dispositivo sia ancora prematura, la comunità scientifica si è posta già delle domande, sia sull’efficacia della sigaretta come strumento per diminuire la dipendenza da nicotina, sia sul rischio per la salute dell’individuo. Per rispondere al primo quesito bisogna innanzitutto distinguere che oltre alla categoria dei fumatori abituali, la diffusione della sigaretta elettronica
Nuove Proposte dicembre 2018
ha fatto emergere altre due tipologie di individui, i non fumatori e i fumatori cosiddetti “duali”. I dati statistici, in particolare quelli recentemente pubblicati dall’Airc, dimostrano che l’uso delle ecig con nicotina permette ai fumatori di evitare le sostanze catramose e i gas tossici contenuti nella sigaretta classica. Le sigarette elettroniche senza nicotina, invece, contengono il glicole propilenico e la formaldeide, sostanze chimiche dannose per il sistema respiratorio. Tuttavia, secondo i primi studi, il livello di pericolosità di questi elementi potenzialmente cancerogeni appare per ora modesto. Tenendo in considerazione questi dati precedentemente elencati, molte organizzazioni scienti-
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fiche e sanitarie hanno evidenziato un rischio maggiore per la salute di coloro che fumano contemporaneamente le sigarette elettroniche e quelle con tabacco, soprattutto i giovani che iniziano a fumare, spinti dalla mania di stare sempre al passo con i nuovi trend.
Arianna Di Biase
sport
MONDIALE PER CLUB 2018, REAL MADRID GRANDE FAVORITO di Paolo Sabatini
La competizione si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 12 al 22 dicembre fra le formazioni vincitrici dei tornei continentali
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na dieci giorni di grande football concluderà l’anno calcistico solare. Dal 12 al 22 dicembre si terrà, infatti, negli Emirati Arabi Uniti la sedicesima edizione del mondiale per club, competizione globale riservata alle squadre vincitrici dei tornei continentali organizzati dalle sei confederazioni appartenenti alla Fifa. La rappresentante europea, in qualità di detentrice della Uefa Champions League, sarà il Real Madrid. I galacticos si presenteranno all’appuntamento da cam-
pioni del mondo in carica e inseguiranno la terza affermazione consecutiva nel torneo. Sebbene grandi favoriti della manifestazione, complice un organico di primissimo livello, gli spagnoli dovranno superare le difficoltà d’inizio stagione
che, tra roboanti sconfitte in campionato e un andamento meno brillante del solito in coppa campioni, ha comportato l’esonero prematuro del tecnico Lopetegui, in carica sulla panchina dei blancos per appena quattro mesi. I principali rivali degli ibe-
Foto Paolo Pizzi per gentile concessione
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rici proverranno dal sud America, sezione Conmebol, con la vincitrice della Copa Libertadores ancora da definire nel confronto che metterà di fronte il River Plate al Boca Juniors, in una sfida tutta argentina. Mine vaganti saranno invece i messicani del Guadalajara e i giapponesi del Kashima Antlers, rispettivamente vincitori della Concacaf Champions e dell’Asian Champions League. Vittime designate o quantomeno nei pronostici relegati al ruolo di comparsa figurano i tunisini dell’Espérance Sportive, trionfanti nella Caf Champions League, i neozelandesi del Team Wellington, detentori della competizione principe dell’Oceania Football Confederation, e i padroni di casa dell’Al-Ain, inclusa nella manifestazione in qualità di squadra campione nazionale del Paese ospitante.
dicembre 2018 Nuove Proposte
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calcio
sport
motori
Parigi Dakar, IL 6 GENNAIO AL VIA IN Perù l’edizione numero 41 di Riccardo Borgia
Il Sud America si apre alla competizione più impegnativa del panorama motoristico
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a Parigi Dakar 2019 si sposta tra meno di un mese in Sud America e lo fa nello specifico in Perù. Si parte il 6 gennaio, per concludersi nella capitale Lima il 17. Dopo lo scorso anno, dove tutti gli equipaggi si erano dovuti confrontare con fango, altitudini molto impegnative e deserto, anche in questa edizione il tracciato non sarà da meno. L’edizione numero 41, subirà però dei cambiamenti sostanziali visto l’unico paese ospitante. Le difficoltà organizzative dovute anche alla rinuncia all’ultimo momento di alcuni paesi hanno costretto l’organizzazione ad
optare per questa soluzione. Parlando nel dettaglio del tracciato, in primis le tappe saranno 10 e non più 14 e sarà un’andata e ritorno tra le maggiori località peruviane. Si partirà da Lima per poi scendere nel sud del paese verso Pisco e San Juan de Marcona, sicuramente la tappa più dura visto il fondo in sabbia particolarmente impervio. Si arriverà, quindi, ad Arequipa, Moquegua e Tacna. Da questo punto in poi, ci sarà l’inversione di marcia con la giornata di riposo del 12, per arrivare così al traguardo di nuovo nella capitale. Si parla di 5000 chilometri contro gli 8.800
del 2018. Questa riduzione ha fatto storcere il naso a molti tifosi e piloti, ma come spiega il direttore generale Etienne Lavigne sarà compensata dall’alto tasso di difficoltà con un progressivo aumento delle insidie. La nota positiva della competizione sarà rappresentata
da “GoodProject 2018”, che porterà anche nell’edizione 2019 piloti amatoriali selezionati a partecipare alla corsa e a cui saranno fornite attrezzature, supporto logistico e finanziario, così da realizzare il sogno di alcuni appassionati di fuoristrada non professionisti.
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scienza
approfondimento
MA QUAL È LA FORMA DELL’UNIVERSO? di Fabio Bogi
Una delle ipotesi più accreditate suggerisce quella toroidale
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e ci immergiamo in quella che è una delle meravigliose branche della scienza, cioè la geometria, il lemma “toro” o “toroide” (dal latino torus) rappresenta una superficie a forma di ciambella che, in termini scientifici, viene definita come la superficie di un anello a sezione circolare in direzione radiale, ottenuta facendo ruotare una circonferenza, detta generatrice, intorno a un asse di rotazione appartenente allo stesso piano ma da essa disgiunto.
Questa forma, a parte nelle “ciambelle” commestibili (e buonissime!) e nei comuni salvagente di sicurezza in dotazione ai natanti di ogni genere e dimensione, si trova anche, per esempio, in alcuni nuclei di trasformatori, in alcuni
tipi di anelli di catene e così via. Nella fucina della natura rappresenta agglomerati di stelle e di galassie, rappresenta il campo magnetico che avvolge la nostra Terra come altri corpi celesti, rappresenta la forma di un’arancia o di una mela, la natura dinamica di un tornado; nelle costruzioni umane, ad esempio, è la forma più adatta e funzionale per la struttura degli acceleratori di particelle… e l’elenco potrebbe durare all’infinito. Non è peregrina l’ipotesi, tutt’altro che fantascientifica, che un “buco nero” possa risucchiare materia ed energia da una parte e, dopo aver passato la singolarità spazio-temporale, emettere il tutto dall’altra, trasformandosi specularmente in un “buco bianco”. Ciò consentirebbe a un vortice energetico di entrare dalla superficie interna del toro e di riuscire dalla superficie esterna, e così via, in un eterno alternarsi, allo scopo di raggiungere un perfetto equilibrio energetico, obiettivo primario dell’Universo. In matematica l’area della superficie di un toro è data da: S = 4 π2Rr, mentre il suo volume è espresso da: V = 2π²Rr². Se invece cerchiamo una rappresentazione parametrica
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del toro (si definisce parametrica un’equazione matematica nella quale le variabili sono espresse a loro volta in funzione di uno o più parametri), nel nostro normale spazio euclideo tridimensionale, essa è data dalle seguenti equazioni: x (p,t) = (R+r cos p) cos t y (p,t) = (R+r cos p) sin t z (p,t) = r sin p dove t, p variano tra 0 e 2π, R > 0 è la distanza dal centro del ”tubo” che costituisce il toro e r > 0 è il raggio del “tubo” stesso.
Chi l’avrebbe mai detto che quei dolcetti tanto buoni (e che fanno venire l’acquolina in bocca a grandi e bambini) potessero rappresentare la forma del più grande mistero di tutti i tempi.
dicembre 2018 Nuove Proposte
approfondimento
scienza
NUOVE FRONTIERE NEL VISIBILE di Fabio Bogi
Come gli scienziati riusciranno a superare ciò che per secoli è stato definito l’insuperabile
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in dalla scoperta delle proprietà rifrattive delle lenti (i primi esempi risalgono alle civiltà mesopotamiche), che ci permettono di accedere ai più segreti particolari sia del micromondo sia del macromondo con microscopi e
telescopi (tutti e due intuiti e perfezionati da Galileo Galilei), gli scienziati si sono trovati di fronte a un ostacolo insuperabile: la duplice natura ondulatoria e corpuscolare della luce. Una lente, focalizzando un’immagine, si comporta come un foro circolare su uno schermo opaco, producendo figure di diffrazione come se fosse una fenditura, e genera un’immagine consistente in un disco centrale, il “disco di Airy”, e alcuni anelli chiari e scuri concentrici ad esso. Questo pone un ostacolo alle capacità risolutive degli strumenti ottici, limitando la possibilità di distinguere due sorgenti luminose puntiformi con intensità simili e una piccola distanza ango-
Nuove Proposte dicembre 2018
lare (d.a.). Infatti il criterio di Rayleigh afferma che due sorgenti puntiformi sono distinguibili solo se la loro d.a. è maggiore o uguale al raggio del disco di Airy il quale è pari a: θR =1,22(λ/d) con λ = lunghezza d’onda della luce osservata e d = diametro del foro di osservazione. Quindi per distinguere oggetti con piccola d.a. o si aumenta il diametro della lente o si diminuisce la lunghezza d’onda della luce aumentandone la frequenza. Questo criterio è stato
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oggi superato. Grazie ai raggi laser, infatti, si è aggiunta alle altre la proprietà detta di modi di cavità. E grazie a particolari lenti dalla struttura come scala a chiocciola si ottengono raggi luminosi come bucatini a forma di fusillo. Questo, grazie alla meccanica quantistica, ci permette di avere informazioni più precise anche di 50 volte sia dalle stelle sia in campo microscopico.
l'Italia del Natale
focus
Specialità e Tradizioni
Dalla Val D’Aosta al Friuli Venezia Giulia è un tripudio di mercatini di Francesca Coculo
Luci e colori invadono le piazze e le vie delle città e dei paesi del nord: tra l’incanto delle bancarelle e le suggestive rievocazioni storiche
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rriva il Natale e l’Italia si divide tra cenone della vigilia e pranzo del 25 dicembre, presepe e albero, panettone o pandoro. Neanche in cucina ci si mette d’accordo - fortunatamente - e le tavole si riempiono delle leccornie più varie. In Lombardia non può mancare il panettone - il primo nel duecento - e il famoso torrone di Cremona. Per ovviare ai canditi, a Verona, si mangia il pandoro ricetta originale di Domenico Melegatti, mentre la forma inconfondibile viene attribuita al pittore impressionista Angelo Dall’Oca Bianca. Immancabile il profumo dello zenzero dei biscotti trentini zelten e della cannella nel goloso strüdel o del pandolce genovese. Ma una cosa accomuna tutte le regioni del nord: il pranzo di Natale, molto più importante del cenone della vigilia. Anche in quest’occasione ogni regione cucina i suoi piatti forti, come polenta e baccalà e ravioli in brodo di cappone in Veneto; canederli seguiti dal capriolo in Trentino; carbonade - carne di manzo stufata nel vino rosso - in Val D’Aosta; e non può mancare la bagna cauda piemontese. Piatti di lunga tradizione. Tradizione che porta ogni regione a festeggiare questo periodo dell’anno in modi diversi. In Piemonte, usanza molto sentita è quella della sacra rappresentazione e
la più importante è quella dei Pastour (pastori), che ogni Natale rievoca l’adorazione del bambino Gesù. È l’avvento invece ad avere una tradizione radicata in Trentino, dove si realizzano bellissime corone di Natale, in legno e nastri di seta, con quattro candele su di esse che la famiglia accende nelle domeniche precedenti al Natale. A Genova, il sabato precedente al Natale, si consuma il rito del “confuego” o ceppo di Natale; tradizione di origine medioevale che vedeva donare al Doge un ceppo che inondava con vino e confetti, per poi dargli fuoco. Un rito propiziatorio per i genovesi che si scambiano gli auguri. Tradizione veronese vuole invece che a consegnare i doni ai bimbi non sia il panciuto babbo, ma Santa Lucia che nel 1200 salvò i bambini da un’epi-
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demia. E se si parla di Natale al nord è impossibile concepire una città o paese senza il suo mercatino. Tra i più famosi c’è sicuramente quello di Bolzano, che si contraddistingue anche per la sua anima green; Rovereto è la meta di chi ama l’artigianato, con il Natale dei popoli, nato per festeggiare la tregua del 1914. Anche a Bressanone, il piccolo mercato in piazza Duomo ha il fascino dell’incanto con il suo enorme albero a dominare sulle bancarelle. Alla fine, possono cambiare le ricette, gli eventi e aggiungere qualche rievocazione storica, ma il Natale resta per tutti una festa che va spesa con i propri cari provando a renderci, vicendevolmente, felici.
dicembre 2018 Nuove Proposte
focus
Il Natale nell’Italia del Centro
La magia del Natale: regione che vai, usanza che trovi di Elisabetta Zazza
Dall’Emilia Romagna all’Abruzzo, passando per tutto il centro Italia con tavole imbandite di prodotti e dolci locali. E poi antiche usanze e riti benauguranti
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e usanze natalizie del centro Italia sono assai numerose, colorate e affascinanti. Percorrono riti e folclore fra storia e leggenda, e raccontano il prezioso bagaglio di tradizioni e sapori tramandati nel tempo. L’Emilia Romagna è capostipite della tradizione culinaria natalizia: i piatti più caratteristici sono i tortelloni di zucca e i cappelletti “di magro” ripieni di ricotta e bazzotto. Famoso è il “panone”, un dolce molto semplice, fatto con ingredienti umili e facili da trovare. In Toscana il Natale è legato all’elemento del fuoco, che porta
IN VATICANO IL 26° CONCERTO DI NATALE di Gianna De Santis
luce, calore e prosperità. A Gorfigliano il 24 dicembre si svolge il rito dei “Natalecci”, grandi torri vegetali che allo scoccare dell’Ave Maria, alle 18 in punto, si trasformano in torri di fuoco alte fino a 30 metri. A Lucignano c’è la Fiera del ceppo, o Fiera del cappone, un ricco e colorato mercato che ricorda l’antica tradizione del ceppo e del piatto per eccellenza della cittadina aretina. Nel Lazio la presenza del Pontefice scandisce le festività. A Roma, l’8 dicembre il Papa si reca in piazza Mignanelli per portare dei fiori alla statua della Vergine Maria, in occa-
sione dell’Immacolata Concezione. La capitale si anima poi di mercatini, concerti, mostre e musei che restano aperti durante tutte le feste. Molto suggestiva è Viterbo, la “città dei Papi”, con i suoi borghi medievali e le splendide piazze del centro storico, tra luci, colori e fantasti-
che decorazioni. L’Abruzzo è una regione ricca di folclore. A Lanciano le feste si aprono con il suono della “Squilla”, un particolare rintocco della campana che richiama tutta la città. A Santo Stefano, alla Vigilia di Natale, si portano delle grandi fiaccole chiamate ’ntosse, mentre sul monte arde una grande capanna fatta di fascine, che porta buoni auspici per l’anno nuovo. L’Umbria è regione di spiritualità: è la terra in cui nacque San Francesco, che fu anche l’inventore del presepio. Gubbio è la città che accoglie l’albero di Natale più grande del mondo: lungo il monte Ingino, circa 260 luci verdi disegnano la sagoma di un gigantesco albero natalizio che si eleva per oltre 650 metri, creando un effetto sorprendente. Le Marche vantano una pluralità di sapori e specialità dove ogni territorio ha una propria ricetta. Un florilegio di piatti
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randi nomi per il 26° concerto di Natale in Vaticano che si terrà a Roma nell’aula Paolo VI il 15 dicembre. Un nutrito cast di artisti allieterà la serata, regalando note ed emozioni che il grande pubblico potrà rivedere in tv la sera della vigilia di Natale, quando il concerto sarà mandato in onda su Canale 5. Tra gli artisti internazionali che si esibiranno sul palco ci sono Alvaro Soler, Dee Dee Bridgewater, Anastacia, José Feliciano, Edoardo Bennato, Elisa, Ermal Metal, Ales-
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tipici in cui dominano i vincisgrassi (timballo di manzo macinato, salsiccia, pollo tritato e prosciutto crudo). Sulle tavole natalizie non mancano i cappelletti in brodo, il cappone arrosto tartufato e lo stoccafisso all’anconetana. Ma non è Natale senza il “fristingo”, il dolce natalizio più diffuso della regione. In Sardegna il Natale ha invece il sapore della famiglia, dell’unione, della condivisione, come raccontano le novelle di Grazia Deledda. In passato, durante le festività, i pastori tornavano a casa dalle montagne per riunirsi finalmente alla propria famiglia intorno al focolare. A Gergei, nella “notte santa”, si svolge la rappresentazione del presepe vivente itinerante, e il 30 dicembre c’è la Sagra de Sa Pertusitta, Sa Zuada e Su Cabude, dove si benedicono dei pani caratteristici che rappresentano il mondo pastorale.
Il 15 dicembre nell’aula Paolo VI si terrà l’evento musicale più atteso di dicembre, che verrà trasmesso in tv il giorno della Vigilia sandra Amoroso, Raphael Gualazzi, Andrea Griminelli, Giovanni Caccamo, Gheorghe Zamfir, Mihail, il New Direction Tennes-
Specialità e Tradizioni
Il Natale nell’Italia del Sud
focus
Dalla Campania alla Sicilia: i piatti tipici e l’arte dei presepi di Claudia Pennacchio
Nel sud della nostra penisola le famiglie si ritrovano unite per il cenone della vigilia, tra portate ricche, eventi religiosi e musica popolare
gnello con le patate. Nelle famiglie calabresi il 24 dicembre non devono mancare le 13 pietanze, probabilmente come il numero dei 12 apostoli insieme a Gesù. La tradizione dolciaria è ric-
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el sud Italia il periodo natalizio è vissuto in maniera intensa. Le regioni del meridione sono caratterizzate da tradizioni antiche, eventi religiosi e degustazioni di piatti tipi-
ci. Alcune tradizioni sono condivise nei diversi luoghi, altre invece rappresentano il modo peculiare di vivere le festività. Un elemento comune è il cenone natalizio, trascorso con i parenti consumando portate a base di pesce, come spaghetti con le vongole e baccalà fritto. Il pranzo del 25 dicembre invece è a base di carne e comprende la lasagna e l’a-
ca e differenziata: in Sicilia è possibile mangiare il Buccellato e la Cuccìa, disponibile al cioccolato o alla ricotta; in Campania mustaccioli, roccocò, zeppole e struffoli; in Calabria la tradizione prevede la preparazione casalinga del pane natalisi, su cui viene posta una croce di pasta, inoltre è diffuso un pane a forma di bambino in fasce, chiamato Natalicchiu. In questa regione dopo il classico cenone la tavola si lascia apparecchiata in attesa che “u bomminiallu” (il Bambino Gesù) venga a mangiare. Una tradizione condivisa nei diversi luoghi è l’arte del presepe vivente. In Sicilia sono noti il presepe di Forza D’agro, Caltagirone
e Palazzolo Acreide. In Calabria è conosciuto quello di Panettieri, un piccolo centro di poche centinaia di abitanti in provincia di Cosenza. In Puglia i più celebri sono quello di Alberobello, Bari, Leverano e Canosa. A Lecce è presente una tradizione millenaria di presepi in carta pesta, mentre a Tricase è custodito il presepe più antico della regione. Senza dubbio merita di essere menzionato il presepe vivente nei Sassi di Matera, anche se suggestivi presepi viventi si posso trovare anche a Sant’Angelo le Fratte, Muro Lucano e Filiano. A Castronuovo di Sant’Andrea, denominato il paese dei presepi, le grotte del centro storico diventano la scenografia suggestiva di installazioni ad opera di artisti nazionali e internazionali. Durante le festività la Basilicata è ricca di mercatini natalizi, mentre a Napoli
see State Gospel Choir, l’Art Voice Academy,il Piccolo Coro le Dolci Note, tutti accompagnati dall’Orchestra Universale Sinfonica Italiana diretta dal Maestro Renato Serio, con la collaborazione del Maestro Stefano Zavattoni. Cantati italiani e stranieri che regaleranno anche entusiasmanti e commoventi duetti, proponendo sul palco non solo la tradizionale musica di Natale con brani del repertorio classico e popo-
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la storica via San Gregorio Armeno espone quotidianemente l’arte presepiale classica. A Salerno ogni anno si rinnova l’appuntamento con le Luci d’artista installate nelle piazze, nei parchi e nelle strade della città (quest’anno il tema è il mare). In Sicilia la Novena di Natale viene allietata dai ciaramiddari (suonatori di cennamella, una specie di oboe), mentre in Molise la zampogna rappresenta l’emblema della cultura locale. Al giorno d’oggi si trova solo in pochi paesi, di cui il più rappresentativo è Scapoli, in provincia di Isernia, dove sopravvivono gli ultimi artigiani. Un’altra tradizione particolare del Molise è la ‘Ndocciata, una fiaccolata che si tiene la sera della Vigilia nel paese di Agnone. A Lecce, invece, è possibile assistere alla suggestiva messa serale in latino presso il Duomo della città.
lare, ma anche canzoni che vanno dal rock al pop, dal jazz al gospel, dal soul alla lirica. L’evento è promosso dalle Missioni Don Bosco, dalla Fondazione Scholas Occurrentes e dalla Congregazione per la Dottrina Cattolica. Il Concerto di Natale è prodotto dalla Prime Time Promotions e ha due finalità sociali: sostenere due campi profughi in Iraq e Uganda per dare un aiuto concreto a coloro che fuggono da guerre, povertà e catastrofi naturali.
dicembre 2018 Nuove Proposte
focus
Concerti natalizi
DICEMBRE IN MUSICA NELLA CAPITALE di Iwona Grzesiukiewicz
I concerti a Roma del periodo delle feste, un programma vario e di alto livello
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a magia del Natale si fa musica in una delle cornici più romantiche ed emozionanti di sempre, ricca di storia e di fascino, quella Roma, la “Città Eterna” (Urbs Æterna, come la definì in un libro delle sue elegie Albio Tibullo) per antonomasia, quella Roma che Marco Anneo Lucano in una frase del Pharsalia chiamò “Caput mundi” (“Capitale del mondo”, vista la crescente vastità dell’Impero Romano che fece di Roma una delle città più influenti nella storia). E proprio nel cuore della cristianità, nell’Aula Paolo VI in vaticano, il 16 dicembre avrà di nuovo inizio la serie di appuntamenti musicali, serie nata 24 anni fa nella splendida cornice dell’Aula Nervi. Tanti artisti di varie nazioni si esibiranno dal vivo con
l’Orchestra Sinfonica Universale Italiana diretta dal M° Concertatore e Direttore Renato Serio. Gli altri appuntamenti: musica sacra nel cuore di Roma in uno dei luoghi più sorprendenti dell’Urbe, la cripta dei Cappuccini in via Veneto. Qui, dal 20 dicembre,
sarà possibile intraprendere un itinerario musicale ed artistico che esprime la superiorità dell’anima sul corpo. Musiche tratte dal repertorio della Cappella Sistina, la più importante raccolta di musica sacra del cattolicesimo, alternate a pezzi gregoriani e polifonici ese-
guito dalla Schola Romana Ensamble. Un programma veramente vario e di alto livello che sicuramente soddisferà ed attrarrà il pubblico che ama la musica e che in essa trova quella serenità che i tempi moderni elargiscono con molta, troppa parsimonia.
Ecco i maggiori appuntamenti in ordine cronologico • 15/12 h. 20,30 (replica 30/12 e 2/1/2019), San Paolo entro le mura “I virtuosi dell’Opera di Roma – La Traviata”; • 18/12 h. 20,00 Teatro dell’Opera “Rigoletto”; • 20/12 h.19,30 Auditorium Parco della Musica “Manfred Honeck – Un palco all’Opera” (con replica il 21 e 22/12); • 20/12 h. 20,30 Chiesa Evangelica Valdese “Le più belle arie d’Opera” (con cena); Ben cinque eventi per il 21/12: • h. 17,30 Cripta dei Cappuccini “Concerto Barocco di Natale” (Replica il 28/12); • h. 18,30 Chiesa di S. Agnese Concerto Barocco di Natale”; • h. 20,00 Palazzo Dorjia-Pamphilij “Opera” (con cena) (con replica il 28/12); • h. 20,30 Chiesa di S. Paolo entro le mura “Tre tenori – Napul’è opera”. Eventi del 22/12; • h. 15,00 Palazzo Dorjia-Pamphilij “Opera” (con replica il 29/12); • h. 17,00 Piazza Navona “Viva Vivaldi – Le quattro stagioni” (con replica il 29/12). • 23/12 h. 18,30 Chiesa di S. Paolo entro le mura “Brani della tradizione natalizia”. • 25/12 Teatro di Marcello h. 16,30 visita e h. 17,15 “Concerto di Natale: Tchaikovsky”. • 26/12 Teatro di Marcello h. 16,30 visita e h. 17,15 “Concerto di Santo Stefano”. • 28/12 h. 17,30 Cripta dei Cappuccini “Concerto Barocco di Natale”. • 29/12 h. 20,30 Teatro di Marcello “Concerto per il nuovo anno” (con replica il 30/12 h. 17,15). Il nuovo anno 1/1/2019 si aprirà al Teatro di Marcello h. 17,15 con il “Concerto di Capodanno”.
CONCERTI NATALIZI ALL’ORATORIO DEL GONFALONE
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n occasione delle festività di dicembre, l’Oratorio del Gonfalone ospita alcuni concerti natalizi. Tra gli appuntamenti da non perdere domenica 16 alle ore 11 il pluripremiato Coro Eos (vincitore dei concorsi di Vittorio Veneto, Cantonigròs (Spagna) e Neuchatel (Francia), diretto dal M° Fabrizio Barchi, che eseguirà le più belle melodie di Natale di tutte le epoche, sarà compreso un aperitivo. Seguirà il 20 dicembre alle ore 20:30 l’en-
semble “I Musici di San Giuliano”, che presenteranno composizioni di J. S. Bach, G. F. Händel, rispettivamente l’Oratorio di Natale e il celeberrimo Messiah. La musica diventa, quindi, protagonista assoluta in un luogo suggestivo con un’acustica di tutto rispetto. L’Oratorio del Gonfalone è conosciuto anche come importante complesso architettonico e pittorico della seconda metà del Cinquecento, una scenografia di tutto rispetto che vanta
Nuove Proposte dicembre 2018
cicli di affreschi realizzati ad opera di artisti come Lucio Agresti, Federico Zuccari, Cesare Nebbia, Marcantonio
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dal Forno e Marco Pino; uno stemma sul soffitto ligneo di Ambrogio Bonazzini. Alessandra Broglia
anniversario
speciale
Comunità di Sant’Egidio, 50 anni di solidarietà e aiuto concreto di Elisabetta Zazza
Una grande opera umanitaria, da mezzo secolo baluardo dei poveri di tutto il mondo. A dicembre l’atteso “pranzo di Natale”, affinché nessuno resti solo
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essuno è così povero da non poter aiutare un altro”. È questo lo spirito che muove la Comunità di Sant’Egidio, movimento laico di ispirazione cattolica che da 50 anni accoglie storie di miseria e difficoltà che abitano le strade del mondo. La Comunità nasce il 7 febbraio 1968, quando un giovane studente di Roma, Andrea Riccardi, insieme a un gruppo di amici si mise in testa di cambiare il mondo: unica arma, il Vangelo. Cominciarono con i bambini immigrati nelle baracche della periferia romana con un doposcuola pomeridiano, la “Scuola popolare”, per poi estendere l’aiuto a tutti gli indigenti, gli ultimi, gli scartati della società. Ben presto quel gruppetto si ingrandì e nacquero le prime comunità di adulti. Il nome si deve alla chiesa di Sant’Egidio in Trastevere a Roma, il primo luogo di preghiera dove si riunì tutta la Comunità a partire dal 1973. Preghiera, poveri e pace: sono questi i tre pilastri che sorreggono questa grande opera umanitaria. La Comunità di Sant’Egidio è oggi una realtà collettiva che abbraccia più di 70 paesi in tutto il mondo, una rete di
solidarietà che vede persone di tutte le età e condizioni rimboccarsi le maniche per offrire un aiuto concreto a chi vive dimenticato e abbandonato da tutti. In 50 anni di operato, la comunità fa fronte a innumerevoli situazioni di difficoltà e di-
sagio nelle periferie umane ed esistenziali di tutti i continenti: dagli anziani soli ai barboni, ai bambini che vivono per strada, ai carcerati, ai prigionieri, ai bisognosi di ogni condizione economica, fisica e morale. La Comunità offre mense,
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scuole di lingua per stranieri, centri per anziani, per portatori di handicap, per persone con disagi psichici, case famiglia, ambulatori medici, case alloggio per malati cronici e molti altri servizi. E innumerevoli e nobili iniziative, come “Dream”, un progetto nato nel 2002 per sostenere in Africa la cura e la prevenzione dell’Aids o il programma “Bravo!”, per la registrazione anagrafica dei bambini. Ogni giorno le tante comunità di Sant’Egidio offrono, attraverso il volontariato, aiuto e supporto materiale, ma soprattutto calore e speranza per queste persone che non hanno niente, ma che nei loro occhi sono piene di consolazione e di riconoscenza. E guardarli ripaga di ogni fatica. Un momento molto atteso è il famoso “pranzo di Natale”, una tradizione nata a Roma quando, nel 1982, un piccolo gruppo di persone povere fu accolto dalla Comunità attorno alla tavola allestita nella Basilica di Santa Maria in Trastevere e che oggi coinvolge oltre 200mila persone in tutto il mondo. Il Natale è la festa della famiglia e la Comunità, proprio come una famiglia, accoglie tutti. Perché nessuno resti solo.
dicembre 2018 Nuove Proposte
approfondimento
tecnologia
Hyperloop, il treno super veloce di Mattia Martiradonna
Il progetto futuristico di Elon Musk rivoluzionerà il settore trasporti su rotaia e collegherà grandi metropoli in poco tempo
bra un progetto perfetto ma si evidenziano già dei problemi, in primis i costi. Elon Musk nel lontano 2013 aveva ipotizzato un costo finale di sei miliardi di dollari per il primo tratto tra Los Angeles e San Francisco, ma
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rmai ci siamo, Elon Musk, presenterà l’11 dicembre un suo nuovo progetto rivoluzionario per il trasporto su rotaia. Si chiamerà Hyperloop, treno che secondo le previsioni riuscirà a raggiungere una velocità massima folle di 1200 km/h. Già nel 2013 l’imprenditore presentò all’interno del suo sito per viaggi spaziali (Space x) una prima bozza e ora è pronto a svelarla a Los Angeles. L’dea di base è collegare grandi metropoli in pochissimo tempo. Già numerose aziende come Hyperloop One in Medio Oriente e Hyperloop
Transportation Technologies in Europa si sono già rese partecipi per collegare Dubai a Doha o intervenire in Slovacchia e Repubblica Ceca. Spiegando il funzionamento, i “super treni”, alimentati da pannelli fotovoltaici, viaggeranno all’interno di tunnel in cui è stata rimossa quasi totalmente l’aria, quindi in assenza di attrito o quasi. I vagoni, saranno “sospesi” per sfrutta-
re poi dei potenti magneti per arrestare o accelerare la corsa. Le capsule, conterranno un massimo di trenta passeggeri e volendo anche diverse auto. I convogli, infine, saranno posti a circa 50 metri dal suolo per rendere gli stessi antisismici. Sem-
negli anni è lievitato fino ad arrivare a circa 68 miliardi. Ora dopo tutte queste previsioni, bisognerà attendere l’11 dicembre per avere informazioni più concrete e verificare se la data del 2020 come partenza ufficiale sarà rispettata.
LA VERSIONE RELIGIOSA DI POKEMON GO: SI CATTURANO SANTI E BEATI Approvata direttamente dal Vaticano, la nuova applicazione si chiamerà Follow JC Go
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n’app per smartphone ci avvicinerà al paradiso. Sta per arrivare in Italia la versione
religiosa di Pokemon Go, celebre applicazione sviluppata da Niantic che consente di catturare le creature immaginarie del cartone giapponese. Nella nuova versione però, ribattezzata Follow JC Go (ovvero segui Gesù Cristo), i personaggi
Nuove Proposte dicembre 2018
da ricercare saranno santi e beati, e potranno essere collezionati rispondendo correttamente ad alcune domande che riguarderanno le figure religiose che si incontreranno lungo il cammino. Dando le giuste risposte si amplierà la propria squadra di evangelizzazione, la cosiddetta e-team. Inoltre l’utente dovrà preoccuparsi di curare la salute del proprio avatar, ponendo attenzioni sui parametri dell’alimentazione, dell’idratazione e della preghiera. Quest’ultima farà riferimento alla componente spirituale del protagonista del gioco. Infine nel videogame è prevista la raccolta di una valuta,
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i denarios, che si potranno conseguire o mediante donazione reale di capitale, convertita poi in valuta virtuale, o guardando la pubblicità o infine ricercando questi elementi sulla mappa. Al momento l’applicazione è disponibile solo in lingua spagnola, sviluppata da un progetto di Fondaciòn Ramon Pané per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù. L’app però ha trovato l’approvazione anche del Vaticano, con la benedizione concessa agli sviluppatori del gioco da Papa Francesco, e a breve verrà realizzata anche in altre lingue, tra le quali l’italiano.
Anna Crivelli
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spettacolo & cultura
teatro
Lo stile unico dell’Ambra Jovinelli di Anna Crivelli
La nuova stagione regala un cartellone ricco di rivisitazioni di grandi classici con protagonisti di spessore
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l teatro Ambra Jovinelli nasce nei primi anni del 1900 per volontà dell’impresario Giuseppe Jovinelli. A Roma è famoso per essere l’unico teatro costruito interamente in stile liberty. L’offerta teatrale è principalmente incentrata su spettacoli di tipo comico, a volte intervallati da opere drammatiche e, più raramente, musicali. La stagione 2018-2019 vede come protagonisti attori e opere di alto spessore tra cui Maria Amelia Monti in “Miss Marple, giochi di prestigio” (12-23 dicembre) della Compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo diretta da Roberto Andò; Angela Finocchiaro in “Ho perso il
filo” (26 dicembre 2018-07 gennaio 2019) di Agidi. Entrambi gli spettacoli raccontano in chiave ironica avventure straordinarie: il primo si snoda attorno alla storia della famosa detective Miss Marple creata da Agatha Christie, mentre il secondo parla di un’eroina anticonvenzionale che parte per un viaggio e affronta uno spaventoso minotauro. Dal 9 al 27 gennaio Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti e David Sebasti saranno sul palco con “Bella figura”, della Compagnia Gli Ipocriti Melina Balsamo diretta da Roberto Andò. Il regista inglese Matthew Warchus definisce l’opera come una “tragedia
divertente” dove le psicosi e le nevrosi dei protagonisti vengono portate all’estremo, provocando disagio e divertimento al tempo stesso. “Tempi nuovi” della Compagnia Enfi Teatro - Produzione di Michele Gentile e
Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale con Ennio Fantastichini e Iaia Forte, dal 27 febbraio al 10 marzo. La tecnologia stravolge completamente la vita di una famiglia “vecchio stile” portandola alla deriva.
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teatro
spettacolo & cultura
Argentina, culla della drammaturgia di Sara Candiano
Da dicembre in programmazione grandi classici e rielaborazioni delle opere originali di Shakespeare
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l Teatro Argentina è uno dei teatri più antichi della capitale. Inaugurato nel 1732, fin dai primi del ‘900 diventa culla della drammaturgia teatrale, ospitando grandi protagonisti dello spettacolo e dando valore ad artisti emergenti. Tra i vari spettacoli della stagione 2018-2019 segnaliamo
il pluripremiato “Copenaghen” di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice (4-16 dicembre). Si tratta di un thriller politico incentrato sull’incontro fra due fisici e una donna nella Danimarca del 1941 occupata dalle truppe naziste. “Questi fantasmi!” di Eduardo de Fi-
lippo (18 dicembre 2019 - 19 gennaio 2019) è una delle commedie più celebri e importanti di Eduardo, che ha avuto anche molta risonanza all’estero. L’equilibrio tra comico e tragico rende l’opera coinvolgente e sempre attuale. Segnaliamo anche due altri grandi classici, il “Don Giovanni” di Molière (8-20 gennaio 2019) e “l’Enrico IV” di Pirandello (12-24 febbraio 2019). Dal 20 mar-
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zo al 28 aprile 2019 “Un nemico del popolo”, di Henrik Ibsen, nuova sfida di Massimo Popolizio – che sarà anche in scena – con un focus sul potere, la corruzione e l’ambiente. Concludiamo con “Giulio Cesare”. “Uccidere il tiranno” e “Tito” due riscritture originali da Shakespeare, rispettivamente di Fabrizio Sinisi e Michele Santeramo (7-12 maggio 2019).
dicembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
musica
Foto di Gianluca Simoni - Chiaroscuro Creative per gentile concessione
del disco, con l’aggiunta dell’inedito “Sfiga” e la versione in lingua francese delle canzoni più famose. Un album che emoziona ancora lo stesso autore e riproporrà dal vivo per intero, proprio come 40 anni fa, accompagnato dagli stessi musicisti. “Sotto il segno dei pesci” non è solo un disco, ma un pezzo di storia d’Italia: edito durante gli anni di piombo (cantati in “Bomba o non bomba”, “Sotto il segno dei Pesci” e “Il Telegionale”), è stato infatti pubblicato otto giorni prima del rapimento di Moro. Un disco che canta l’amicizia e la disillusione dell’epoca (in “Scusa Fran-
Auguri Antonello Venditti: 40 anni di “Sotto il segno dei pesci” di Marcello Casciotti
Riedizione deluxe dello storico album e un tour con tre date romane al Palalottomatica
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8 marzo del 1978 viene pubblicato l’album oggi considerato, dal noto periodico musicale Rolling Stone, tra i primi 100 dischi italiani più belli: è “Sotto il
segno dei pesci” di Antonello Venditti che compie 40 anni. Il cantautore ha deciso quindi di festeggiare l’anniversario nel modo migliore: con un lungo tour nei palazzetti, ma sarà Roma - la sua amata città - ad ospitare due date il 21 e il 22 dicembre al PalaLottomatica. Un bellissimo regalo che Venditti fa a tutti i suoi fan. Un tour preceduto dalla riedizione
cesco”, dove Francesco è De Gregori suo grande amico) e l’amore in “Sara” e “Giulia”. Un disco che lo stesso Venditti definisce come il più importante della sua carriera. Un tour già sold out - tra cui le due date romane - che porterà il cantautore in viaggio più del previsto, per tornare l’8 marzo, giorno del suo compleanno, nella capitale per festeggiare insieme ai suoi fan.
Max Gazzè festeggia i 20 anni di “Favola di Adamo ed Eva” Il cantautore in giro per l’Europa. Tre i concerti all’Audiotorium Parco della Musica di Roma
«C
ara Valentina, il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose...», recita così proprio una sua canzone, ma non è il caso di Max Gazzè che festeggia 20 anni dalla pubblicazione di “Favola di Adamo ed Eva”, album che lo ha consacrato al pubblico e che contiene proprio questo pezzo, diventato poi uno dei singoli più amati. E lo festeggia con un tour europeo, che vede a Roma la festa più grande con tre date: il 28, 29 e 30 dicembre all’Auditorium Parco della Musica. Per l’occasione, il cantautore torna sul palco con la sua storica band, riproponendo la scaletta originale del disco, ma sopratutto torna ad imbracciare il suo strumento: il basso. È il 1998,
Nuove Proposte dicembre 2018
quando sulla scena musicale italiana, fa irruzione questo “strano” musicista, un po’ poeta, un po’ cantastorie. “Favola di Adamo ed Eva” e “Valentina” sono i primi due brani ad uscire e avere successo. Lo stesso anno arriva anche sul palco di Sanremo, qui Max Gazzè presenta “Una musica può fare” nella sezione giovani, guadagnando l’ottavo posto al Festival e scalando le classifiche. Un album fortunato, molti i singoli estratti che tutt’oggi continuiamo a cantare, come ad esempio “Vento d’Estate”, nata dalla fortunata collaborazione con Niccolò Fabi. Gazzè torna più volte al Festival di Sanremo e sempre con pezzi che saranno amati dal pubblico, come l’ultimo “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. Tre le uniche date italiane per festeggiare e ripercorrere la carriera del cantautore romano che ha saputo raccon-
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tare l’amore, le persone e il sentire dei tempi, con uno stile inconfondibile: poetico e onirico.
Francesca Coculo
musica
spettacolo & cultura
Vincenzo Incenzo: Credo è la parola chiave di tutto il mio percorso di Elisabetta Zazza
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opo aver collaborato per anni con i più grandi artisti della musica italiana come Zarrillo, Dalla, Endrigo, Venditti, Califano, la PFM e tanti altri, Vincenzo Incenzo è uscito allo scoperto lo scorso ottobre con il suo primo album di inediti, “Credo”, prodotto da Renato Zero. L’autore romano ci parla del suo disco e di come è giunto al suo esordio da cantautore. Come vive questo esordio? «Sono contento perché è arrivato al momento giusto. Dopo una lunga carriera dietro le quinte sono giunto all’esordio con umiltà e consapevolezza, e questo primo album da cantautore è il concentrato e il culmine di tutti questi anni». Come nasce “Credo”? «Quando da una vita componi per altri hai una sorta di pudore a far sentire i tuoi pezzi, anche se ho sempre sperato di fare il cantautore. Questi testi sono rimasti a lungo chiusi in un cassetto,
poi un giorno, per caso, Renato (Zero, ndr) ha ascoltato un mio brano ed è rimasto colpito. Mi ha detto che dovevo fare un disco e che me lo avrebbe prodotto lui. All’inizio non ci credevo, ma lui era davvero convinto, aveva fiducia in me, e allora ho iniziato a crederci anch’io». Il suo album è molto bello, orecchiabile, accosta contenuti e generi diversi con grande elasticità. A cosa si è ispirato? «Ciò che mi ha ispirato maggiormente è stata la tranquillità che mi ha permesso di scrivere questi pezzi. Oltre
agli inediti ho inserito come pillole delle canzoni che hanno segnato la mia collaborazione con Zarrillo tanti anni fa. Le ho interpretate in punta di piedi, perché rispetto chi le ha cantate per anni e le ha in qualche modo legittimate. Devo dire che anche la lezione di tanti artisti con cui ho collaborato mi è servita molto, perché ho potuto sperimentare la scrittura dei testi su tante combinazioni musicali differenti e tanti modi di cantarle». Quanto ha influito Renato Zero nella realizzazione del suo disco?
Foto di Roberto Rocco per gentile concessione
L’autore di “Cinque Giorni”, “L’elefante e la farfalla”, “Strade di Roma”, “Gli angeli” e molti altri successi esordisce come cantautore
Foto di Roberto Rocco per gentile concessione
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«La grandezza di Renato è stata la sua umiltà, perché non ha voluto mettere mano alle canzoni, e io mi sono sentito totalmente libero e sincero in me stesso. Però mi ha dato tantissimi consigli, come si può immaginare: alcune cose le ho digerite in maniera strana all’inizio, ma poi mi sono lasciato guidare, perché lui si era fidato di me e quindi anche io mi dovevo fidare di lui. Apprezzo tutto quello che ha fatto per promuovere questo disco, perché ci ha creduto veramente». Allora “Credo” è riferito un po’ anche a Renato Zero... «Esatto. Tra l’altro ho voluto che fosse lui a dare il titolo all’album, perché lo reputo un po’ il padre di questo progetto. Quando ha detto “Credo” mi è sembrato che fosse la parola chiave di tutto il mio percorso». E lei in cosa crede? «Io credo che la canzone d’autore possa ancora avere un ruolo di grande comunicazione, parlare della realtà, sollevare domande, proporre grandi temi. Anche se attualmente fa fatica ad arrivare, perché offuscata dalla smania delle visualizzazioni, dei “like”, del successo immediato. Credo che nella musica, come nella vita, bisogna avere grandi sogni per fare cose belle, che durino nel tempo».
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spettacolo & cultura
mostre
Amori e miti: I VERSI DI OVIDIO ISPIRAZIONE per TANTI ARTISTI di Alessandra Broglia
Alle Scuderie del Quirinale un’esposizione celebra il grande poeta, con un ricco percorso di opere
ovidiani, con un itinerario che si snoda tra affreschi, provenienti da Pompei, circa trenta antichi testi e capolavori, come la “Venere pudica” di Botticelli o la “Venere callipigia”, emblema della mostra, appartenente al Museo Archeologico di Napoli. Si procede “passeggiando” tra i vari periodi storici, tra il Quattrocento e Settecento con Benvenuto Cellini, Tintoretto, Ribera, Poussin e Batoni in foto. Un nucleo importante ruota intorno alle Metamorfosi, tra varie raffigurazioni attraverso stucchi, affreschi, gemme e rilievi funerari. Storie di fanciulle celeberrime come Arianna e Proserpina, giovani dai tragici destini tra cui Meleagro e Icaro o la trasformazione dell’Ermafrodito e il Narciso, più volte raffigurato. Opere di grande forza espressiva che i versi del poeta hanno impresso nel tempo, fino ai nostri giorni, fonte di ispirazione per così tanti artisti, capaci di suscitare nel visitatore il desiderio di approfondire la lettura di questo grande poeta.
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n occasione delle celebrazioni per il bimillenario della sua morte, è stata inaugurata a Roma l’imperdibile esposizione “Ovidio. Amori, miti e altre storie”, curata da Francesca Ghedini, e visitabile fino al 20 gennaio alle Scuderie del Quirinale. Un nutrito percorso di 250 opere, in prestito da circa 80 musei: il Museo di Palazzo Massimo, il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, gli Uffizi di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli nonché preziose rarità provenienti dalla Biblioteca di Gotha in Germania, dalla Royal Danish Library di Copenaghen e dal Museo Archeologico di Eretria (Grecia). Il visitatore viene accolto dalle installazioni al neon di Joseph Kosuth, ispirate ai testi
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mostre
spettacolo & cultura
Primitivismo e arte contemporanea alle Terme di Diocleziano di Arianna Di Biase
“Je suis l’autre” è la prestigiosa rassegna di opere di provenienza etnica e di sculture di chiara influenza africana
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e Terme di Diocleziano accoglieranno fino al 20 gennaio 2019 la prestigiosa mostra intitolata “Je suis l’autre” (Io sono l’altro), promossa dal Museo Nazionale Romano, diretto da Daniela Porro, e dal Museo delle Culture di Lugano con Electa. Le ottanta opere esposte mirano a delineare un percorso che comprende capolavori di provenienza etnica e sculture primitive, partendo da grandi maestri del Novecento quali Picasso
e Mirò fino ad arrivare ad artisti italiani quali Giacometti e Marini. L’allestimento è stato ideato per trasportare lo spettatore nel clima di rottura che il panorama artistico europeo stava vivendo in quegli anni grazie all’avvento di opere non occidentali. Il titolo della mostra, infatti, sottolinea la volontà dell’artista di spogliarsi delle proprie vesti per accogliere linguaggi non mediati dalla cultura, artisticamente ingenui e in diretto contatto con la natura e i suoi elementi. L’arte africana emerge prepotentemente da questi artisti, intrecciando le statue in avorio e le maschere votive, tipiche del continente africano, a modelli della tradizione. Protagonista delle opere è l’indivi-
duo, il cui corpo scomposto, riassemblato e deformato diviene metafora della convergenza di due mondi nella storia dell’arte. Emblema di questo individuo diviso tra due culture è Pablo Picasso. Percorrendo le sale delle Terme è difficile non restare
meravigliati dalle sue opere, dalla sua incredibile capacità di passare dall’elemento scomposto in sezioni geometriche e volumetriche fino ad arrivare a forme figurate e perfettamente delineate, senza mai essere legato a un solo registro pittorico.
Capolavori in stoffa: gli esercizi di bellezza di Piero Tosi Fino al 20 gennaio al Palazzo delle Esposizioni una mostra dedicata al grande costumista italiano
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a lingerie di una sensuale Sophia Loren in “Matrimonio all’italiana”, il celeberrimo abito da ballo di Claudia Cardinale ne “Il Gattopardo”, il vestito logoro di Marcello Mastroianni ne “I compagni”: tutti capolavori in stoffa e merletti che godono di un’unica grande firma da Oscar, quella di Piero Tosi. Vero e proprio artigiano dell’ago e filo, Tosi è senza alcun dubbio il più grande costumista nella storia del cinema italiano e, in quanto tale, il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha deciso di
rendergli omaggio con una rassegna che occuperà le sue sale fino al 20 gennaio 2019. Curata da Stefano Iachetti con Giovanna Arena, Virginia Gentili e Carlo Rescigno, la mostra “Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli
anni del CSC 1988-2016” è stata organizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca nazionale e documenta il lavoro svolto dal maestro nella scuola di cinema di via Tuscolana, istituto presso il quale Tosi
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è stato docente per quasi trent’anni. L’esposizione, infatti, presenta come obiettivo quello di documentare gli anni d’insegnamento del costumista, mettendo in mostra diversi abiti che non hanno mai abbandonato prima d’ora le mura della scuola. Ad essi si aggiungono poi quattro costumi realizzati dagli allievi diplomati al CSC con Tosi che oggi proseguono una tradizione di eccellenza. Durante la mostra, inoltre, la sala cinematografica del Palazzo delle Esposizioni ospiterà “Il senso del cinema”, una rassegna di celebri film arricchiti dal talento di Piero Tosi (proiezioni a ingresso gratuito fino a esaurimento posti).
Diletta Murgia
dicembre 2018 Nuove Proposte
intervista
Foto di Manuel Scrima per gentile concessione
spettacolo & cultura
rossa” nella prima stagione? «È stata una sorpresa enorme questa fiction sia per noi attori che l’abbiamo fatta che per la Rai che l’ha messa in onda. Nella seconda stagione si è osato ancora di più, si è intervenuti molto sulla scrittura e sulla messa in scena. Con il regista Carmine Elia c’è un bel sodalizio. Sono davvero molto contento che “La porta rossa” sia andata bene, mi dà la possibilità di giocare da un lato con la serialità tradizionale e dall’altro con una serialità più sperimentale, costruita con i crismi del mercato internazionale. Per un attore sono stimoli importanti». Due fiction “Non dirlo al mio capo 2” e “L’Allieva 2” con lei protagonista praticamente mandate in onda una dopo l’altra… «Spero che il pubblico non si rompa le scatole a vedermi continuamente sul piccolo schermo. Ma in queste due fiction abbiamo messo tanto materiale che non credo ci sia da annoiarsi». Qualcosa di divertente successo sul set di “Non
Lino Guanciale si divide tra teatro e tv, ma ha un sogno nel cassetto per l’Abruzzo di Gianna De Santis
L’attore sarà protagonista nel 2019 della seconda stagione de “La porta rossa”, ma intanto si gode i successi delle due fiction andate in onda su Rai Uno “Non dirlo al mio capo 2” e “L’allieva 2”
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a appena finito di dominare la prima serata di Rai Uno in questo autunno di fiction con “Non dirlo al mio capo 2” e “L’allieva 2”, facendo il pieno di ascolti. Ma le fan di Lino Guanciale non vedono
l’ora di poterlo ammirare di nuovo nei panni di Cagliostro nella seconda stagione de “La porta rossa”, altra fortunata fiction, questa volta in onda su Rai Due. Le nuove puntate dovrebbero andare in onda entro la primavera del 2019, visto che
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sono terminate da poco le ultime registrazioni. Vi aspettavate un successo così per “La porta
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dirlo al mio capo 2”? «L’ingresso di Gina, il cane di Vanessa Incontrata, sarà stata una coincidenza ma
arrivava sempre mentre giravamo le scene più drammatiche, nei momenti topici. Ma anche questo aiuta a sdrammatizzare, è stata una presenza lieta. E poi è stato divertente avere Perla in ufficio, nella passata stagione i nostri personaggi si interfacciavano poco, in questa stagione invece molto di più, perché lavorava nel mio ufficio. Chiara Francini è un attrice con cui ci si diverte sempre molto. È stato tutto ben gestito dal regista Riccardo Donna, una guida determinante e molto abile nel tenere coesa una materia che si è arricchita tanto nella seconda stagione». Solo tv in questa stagione o anche teatro? «Moltissimo teatro nei prossimi mesi. Mi prendo una piccola pausa dalla tv, nel senso che non girerò altre fiction per ora. Con Gabriella Pession toccherò tanti teatri in Italia con un nuovo spettacolo che si chiama “La signoria Julie” di
Strindberg, un adattamento di Patrick Marber, autore di Closer. E poi gireranno molto anche altri due spettacoli “Ragazzi di vita” e “La classe operaia va in paradiso”. Ho amato molto quest’ultimo progetto perché è partito da una mia idea». Come vive il suo lavoro di attore? «Il mestiere che faccio rappresenta la possibilità di guadagnarmi da vivere facendo una cosa che mi piace, per molti aspetti non è un lavoro perché è una passione. Le due cose non sono scisse. Lavoro e vita personale vanno di pari passo, ed è tutto funzionale. Quando quello che fai ti piace è molto bello, hai una sensazione di integrità». Lei è abruzzese, è nato ad Avezzano. Che rapporto ha con la sua città? Ci torna spesso? «Moltissimo, sono il direttore artistico del teatro della mia città, e come posso cerco di tornare per fare delle
cose lì. È una regione tanto ricca di potenzialità, quanto povera - nelle ultime decadi - di occasione di crescita culturale. È anche una regione molto ferita, ma è talmente bella che se hai la fortuna di avere successo devi fare il possibile per tentare di tirar fuori il suo potenziale. L’Abruzzo ha una grande varietà paesaggistica, sia urbana che naturale, dovrebbe diventare la mecca delle produzione nostrane e non solo. Si potrebbe cominciare dal creare una Film Commission (commissione cinematografica predisposta per attrarre produzioni in alcuni territori, ndr)».
spettacolo & cultura Si comincia dal gettare una pietra, e poi chissà che non venga costruita tutta la casa!
Foto di Manuel Scrima per gentile concessione
intervista
Élite, la serie sui giovani benestanti che ha diviso il popolo di Netflix Sulla nota piattaforma è andata in onda una produzione spagnola che è stata criticata per i temi trattati, molto delicati e non adatti ai sedicenni
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d ottobre è uscita la seconda serie spagnola originale Netflix, diretta da Ramón Salazar e Dani de la Orden. Nel cast ritroviamo alcune star della serie di successo “La casa di carta” accanto a nuovi volti. La trama è apparentemente semplice: il consiglio locale paga il silenzio di tre ragazzi della classe operaia, a seguito del crollo della loro scuola, attraverso una borsa di studio nella prestigiosa scuola di Las Enci-
nas. élite ruota attorno alla vita di ragazzi benestanti, tra intrighi amorosi, tradimenti e gelosie. Tuttavia, questi ingredienti che vanno a comporre la ricetta perfetta del genere “teenager”, sul modello di Skins o Gossip Girl, non aggiungono nessun elemento di novità. Qual è allora il fattore che ha portato élite alla notorietà? Innanzitutto i temi trattati quali l’omosessualità, l’integrazione, la sieropositività e la lotta gerarchica tra le classi sociali, il tutto condito da un omicidio. Tuttavia, proprio questi elementi sono stati l’arma a doppio taglio di questa serie. Infatti, se una parte di pubblico è rimasto affascinato dall’introduzione di argomen-
ti di attualità, altri invece hanno trovato tali tematiche non adatte a dei giovani 16enni. Inoltre, nella traduzione del doppiaggio italiano il termine Hiv è stato tradotto con Aids, un errore gravissimo per una piattaforma che si propone aperta alle politiche Lgbt.
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Nonostante le critiche, i registi sono riusciti a eliminare gli stereotipi e a insinuare nello spettatore un dubbio sull’identità dell’assassino, che si rivelerà soltanto nell’ultimo episodio attraverso un colpo di scena sconvolgente.
Arianna Di Biase
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spettacolo & cultura
libri
A bocce ferme
I fiori e il sangue
Un giallo coinvolgente e dai toni umoristici nelle pagine di Marco Malvaldi
Il romanzo di Maurizio Di Mario narra di una storia ambientata a Ninfa nell’Agro Pontino
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alvaldi ci propone un giallo “atipico”, che unisce a una trama classica un clima comico e spiritoso, creato grazie alle continue battute in dialetto toscano tra il sarcastico e brillante Massimo, proprietario del bar, e gli allegri vecchietti del Barlume, divenuti noti grazie alla serie tv iniziata nel 2007. Alberto Corradi, imprenditore di un’importante azienda farmaceutica, dichiara nel suo testamento di avere ucciso il padre adottivo Camillo Luraschi, la cui morte per mano di Carmine Bonci, attivista politico, non era mai stata dimostrata. Tra colpi di scena e depistaggi, l’autore ci trasporta nel ’68, un periodo difficile che i quattro protagonisti sono costretti a rievocare con nostalgia e dolore. Nell’ultimo capitolo invece troviamo una maggiore caratterizzazione dei personaggi, in particolare di Massimo, che grazie al vicequestore Alice Martelli, nonché sua fidanzata, riesce ad affrontare le sue paure, abbandonando, forse definitivamente, la sua visione cinica del mondo. Arianna Di Biase
Nuove Proposte dicembre 2018
Il borghese La vita e gli incontri da cronista spettinato di Vittorio Feltri, cinquanta anni di storia italiana
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l libro si snoda su diversi piani: quello onirico e quello reale in primis, che poi si intrecciano a un racconto storico del passato. Il lettore può sentirsi spiazzato inizialmente per questi continui viaggi nel tempo, ma nella seconda parte del libro tutto sarà molto più chiaro e limpido proprio come le acque del giardino di Ninfa. È questo meraviglioso spazio naturale al centro dell’opera di Maurizio Di Mario, un’atmosfera magica quella che avvolge i giardini e che l’autore prova a raccontare nelle pagine di “I fiori e il sangue”. I fiori di un posto spettacolare, il sangue che è stato versato nelle terre pontine nei secoli passati. Ci sono tratti di pura poesia all’interno di questo libro, ma anche battaglie cruente, assaggi di sogni e figure che sembrano uscite dalla fantasia. Ma tutto ciò che appare è sempre frutto di un cambiamento, di una evoluzione, e quello che ci appare oggi rigoglioso, verde, un luogo magico una volta era teatro di dolorose vicende. Ma è sempre la speranza in qualcosa di nuovo a tenerci in vita. Gianna De Santis
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l direttore di Libero ha pubblicato un nuovo libro con Mondadori. In cento pagine de “Il borghese” Vittorio Feltri condensa la sua vita, aprendosi a un racconto vivo, ricco di aneddoti e di grandi personaggi. Il giornalista “irriverente” si è trasformato negli anni da adolescente taciturno a firma prestigiosa del giornalismo, coltivando il sogno di narrare i fatti da un punto di vista privilegiato, quello del cronista. Feltri attraversa 50 anni di storia italiana e lo fa raccontando la sua infanzia, la sua adolescenza e aprendosi ai lettori con racconti familiari e intimi. Le pagine però memorabili sono quelle in cui descrive i grandi personaggi, i rapporti a volte burrascosi, a volte di immensa stima e di profondo affetto. Aneddoti divertenti e reali che raccontano di Oriana Fallaci, Enzo Biagi, Indro Montanelli, ma non mancano nemmeno i politici come Andreotti, De Mita e Craxi. Feltri scrive che lui è uno “che si è mosso dal basso per salire e progredire (…), il successo è una strada in salita (…) e chi vuole partire dal traguardo resta fermo”. Gianna De Santis
libri
spettacolo & cultura
Alessia Gazzola, la sua “Allieva” è un successo in libreria e in tv di Gianna De Santis
L’autrice della fortunata serie di romanzi, che vede protagonista Alice Allevi, sta lavorando a un nuovo progetto editoriale, romanzi sempre con un punto di vista femminile
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nata a Messina, è una giovane moglie e madre, è diventata un medico legale ma è soprattutto una scrittrice di talento. Alessia Gazzola è la mente creativa da cui è nata Alice Allevi, la protagonista della romanzi e della fiction tv “L’allieva”. Alessia Gazzola ha sempre avuto due passioni, quella per la scrittura e quella per la medicina. Mette da parte la prima e si dedica allo studio, specializzandosi in medicina legale. Poi nel 2011 il fortunato esordio nella narrativa con “L’Allieva” (Longanesi). La scrittura così da passatempo comincia a riempire la sua vita: un successo dietro l’altro, i suoi romanzi diventano best seller e vengono tradotti in diverse lingue. La Rai decide poi di farne una serie per la tv. Il successo anche qui è assicurato e le storie di Alice Allevi coinvolgono milioni di spettatori,
tanto che è da poco andata in onda la seconda serie e ce ne potrebbe essere una terza. Alice è una specializzanda in medicina legale, un po’ pasticciona, ma ha un grande intuito. È lei la protagonista di “Un segreto non è per sempre”, “Sindrome da cuore in sospeso”, “Le ossa della principessa”, “Una lunga estate crudele”, “Un po’ di follia in primavera”, “Arabesque” e “Il ladro gentiluomo”. Questo è l’ultimo libro della serie, come ha spiegato la stessa Alessia Gazzola, perché «ora con Alice mi fermo per un po’. Sto lavorando a una nuova serie di racconti, ho voglia di creare nuovi personaggi. Magari fra qualche anno tornerò a scrivere di Alice, ma ora voglio dedicarmi a qualcosa in cui io abbia la piena sovranità creativa». Ha già scritto per la Feltrinelli nel 2016 “Non è la fine del mondo”, la storia di una stagista che lavora per
una società di produzione cinematografica di Roma. I romanzi di Alessia Gazzola prendono il lettore per mano, lo portano in un mondo fatto di una scrittura semplice e leggera, che finisce per coinvolgere e creare un’empatia tra personaggio e lettore, tanto da non volersi staccare da quelle pagine per sapere cosa succede. I libri della Gazzola li divori in pochi giorni. «È emozionante pensare che da quella che è stata una mia idea è nato un universo condiviso – spiega la scrittrice - prima con i lettori, poi con gli sceneggiatori, con i registi e infine con gli attori. Una gioia incredibile. All’inizio erano i miei personaggi, poi nel corso degli anni è cambiato tutto. Non mi riconosco più la maternità assoluta, ma trovo i miei personaggi cresciuti e arricchiti. L’allieva può proseguire per ora anche solo da un punto di vista televisivo». Come immaginava i suoi personaggi? «Non avrei potuto sperare di meglio. Io nella mia mente non ho mai dovuto descrivere Alice, lei
In foto Alessia Gazzola con i protagonisti della fiction tv L’allieva
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nei libri parla in prima persona, non avevo quindi in testa un suo ritratto. Il suo viso era qualcosa di vago, ma l’ho riconosciuto nello sguardo pulito e volitivo di Alessandra Mastronardi. Ora quando scrivo Alice ha il volto di Alessandra». Ma che tipo è Alice? «È una che vede il mondo attraverso i suoi occhi che non sono quelli del comune medico legale. Non riesce ad essere distaccata, cerca di rintracciare la vita prima della morte. Ha una curiosità verso gli altri e cerca di restituire qualcosa che è andato perso. Ha un modo particolare di vedere le cose». Pur essendo la storia della fiction diversa dai libri in diversi passi, la serie tv mantiene la stessa identità e atmosfera. «In un libro io ho tante armi per descrivere qualcosa – conclude Alessia Gazzola -, la tv ha le immagini e il coinvolgimento, le modifiche erano necessarie. Medico legale o scrittrice? Io mi sento più scrittrice ora, è la mia attività preponderante, non si può fare tutto e bene, bisogna scegliere una cosa e farla al meglio e non tenere il piede in tante scarpe».
dicembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
cinema
NUOVE PROPOSTE... AL CINEMA
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a cura di Sara Candiano
Il ritorno di Mary Poppins, la baby-sitter più amata da grandi e piccini
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lpha un’amicizia forte come la vita, di Albert Hughes, dal 6 dicembre al cinema. Durante l’ultima era glaciale, un uomo tenta di superare infiniti ostacoli per tornare a casa dopo un’inconcludente battuta di caccia. Ad aiutarlo sarà un lupo che si rivelerà un fidato ed essenziale compagno di viaggio. Stessa data per La casa delle bambole – Ghostland, di Pascal Laugier. Il maestro dell’horror francese, già noto per i capolavori “Martyrs” e “I bambini di Cold Rock”, torna nelle sale con una storia carica di intrighi e misteri. Pauline e le sue due figlie adolescenti ricevono in eredità una villa piena di bambole e oggetti antichi. In una notte come tante, le donne vengono aggredite da due estranei. Pauline riesce a proteggere le figlie e cacciare gli assalitori, ma una delle due ragazze rimane traumatizzata da quell’attacco violento e inaspettato. Dopo tanti anni, le due sorelle si trovano nuovamente nella casa perché attratte da misteri inspiegabili. Ed è lì che ripiombano in un incubo senza fine. Nello stesso giorno esce anche Colette di Wash Westmoreland. Colette sposa Willy e si trasferisce nella Parigi libertina della Bella Époque. Gli intrighi in cui viene coinvolta la ispirano a scrivere una serie di racconti autobiografici che avranno subito un enorme successo. Ma i meriti verranno attribuiti a suo marito, celebre imprenditore letterario. Colette riuscirà ad ottenere il giusto riconoscimento solo dopo la rinuncia del marito ai diritti sulle opere. Amici come prima, di Christian De Sica, dal 13 dicembre nelle sale. La coppia Boldi-De Sica torna sugli schermi con un nuovo cinepanettone all’insegna dell’umorismo e del divertimento. Stessa data anche per Macchine mortali, di Christian Rivers. Un cataclisma distrugge il pianeta. Alcuni sopravvissuti riescono a portare avanti la razza umana adattandosi
Nuove Proposte dicembre 2018
a uno stile di vita completamente diverso rispetto a quello di prima. Città gigantesche vagano per la Terra scontrandosi con città minori. Ed è in questo contesto che Tom, il protagonista, dovrà combattere per la sopravvivenza. Dal 20 dicembre, Il ritorno di Mary Poppins, di Rob Marshall. Il sequel di Mary Poppins del 1964 si basa sulla storia della famiglia Banks in una Londra nell’era della depressione del 1929. Mary Poppins torna nelle vite dei Banks, portando allegria e gioia a una famiglia sull’orlo della disperazione. Nello stesso giorno Bumblebee, di Travis Knight. Il film si snoda interamente attorno alla figura di Bumblebee, uno dei personaggi più amati della serie “Transformers”. Remi, di Antoine Blossier, al cinema dal 20 dicembre. Il giovane Remi vive in campagna con la madre, mentre il padre lavora a distanza come tagliapietre. Quando il padre rimane ferito in un incidente di lavoro, la madre è costretta a vendere la mucca Rosetta, migliore amica di Remi e fonte preziosa di sostentamento per l’intera famiglia. È in questa occasione che Remi scopre di essere adottato. Non avendo più introiti di nessun tipo, il padre dovrà riportarlo all’orfanotrofio dove era stato abbandonato. Spider Man, un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman dal 25 dicembre al cinema. In un nuovo universo chiunque è in grado di indossare la maschera del famigerato Uomo Ragno. Dal 27 dicembre La Befana vien di notte di Michele Soavi. Paola è una maestra che di notte si trasforma nella Befana. Poco prima dell’Epifania viene rapita da un costruttore di giocattoli che vuole vendicarsi della streghetta artefice, secondo lui, della rovina della sua infanzia. Alcuni studenti di Paola assistono al rapimento e, dopo aver scoperto la sua doppia identità, decidono di partire all’avventura per salvare lei e la festa tanto amata dai bambini di tutto il mondo.
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novità
moda e tendenze
Vestiti di ruggine, ecco il colore per brillare durante le feste di Cristina Monaco
Direttamente dagli anni ’70 la tonalità calda che ha conquistato il mondo della moda. Ideale anche per arredare e illuminare la casa
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e normalmente il bronzo è da terzo posto, per quest’anno il color ruggine (che molto gli si avvicina) è da primo gradino del podio! Una nuance calda, che abbraccia i toni dell’arancione e del marrone, con qualche punta di rosso, è tornata in pole position avvolgendo non solo abiti, ma anche gioielli e oggetti di design. È vera e propria “Rust mania”: su Instagram già sono oltre 3 milioni i post dedicati alla nuance, che piace così tanto per la sua finitura ossidata e dal sapore industriale. Il color ruggine ha spopolato nelle ultime passerelle perché ha saputo interpretare gli influssi degli anni ’70 che dominano la stagio-
ne, oltre al fatto che si sposa bene con tutto! Tonalità chiare e tonalità scure, capelli biondi, mori o rossi: il Rust non fa capricci. Per ottenere un abbinamento semplice e chic, l’accoppiata nero e ruggine la fa da padrona. Ma si abbina molto bene anche con blu, petrolio e senape. I tessuti che più lo valorizzano sono la seta e il velluto, in pieno stile Seventies. Seguendo la tendenza metallica della stagione, il ruggine compare anche qui ed è ideale per il look sfavillante delle feste natalizie. E non solo sugli abiti: il metallic rust è perfetto per gli accessori (scarpe, borse o gioielli faranno brillare anche l’outfit più noioso) ma anche per la manicure. Fuori dall’armadio, il color ruggine ha conquistato proprio tutti. Nel design e nell’arredamento troviamo questa tonalità che illumina e scalda gli ambienti della casa, creando
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originali accostamenti e giochi di luce, data la sua grande versatilità ad adattarsi a materiali e spazi più vari.
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moda e tendenze
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Le creazioni di Elisabetta Franchi: colori accattivanti, eleganza e sensualità di Pasquale Tocci
La stilista originaria di Bologna conquista le celebrità con i suoi capi che esaltano la femminilità La collezione primavera-estate 2019 è un trionfo di paillettes, denim e tagli asimmetrici
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olori, ruches arcobaleno, paillettes e denim. Sono questi i protagonisti della collezione primavera-estate 2019 firmata dalla talentuosa stilista Elisabetta Franchi e dal suo head fashion designer Filippo Zagagnoni. Gli abiti sono eleganti e molto apprezzati, soprattutto quelli ricoperti di paillettes multicolor, con tagli asimmetrici e classici. I colori più accattivanti, unici e nuovi visti in passerella sono il giallo e il verde petrolio, tonalità predominanti di questa collezione, scelti per trasmettere leggerezza ed allegria, accompagnati ai toni nude. I top, le gonne corte e i pantaloni a palazzo sono tra i must have della primaveraestate 2019, indossati in modo innovativo ed estremamente raffinato. Tra tulle, trasparenze, paillettes e tacchi super alti, la donna di Elisabetta Franchi è forte ma al contempo romantica, raffinata
e sexy. Un ideale di donna che Elisabetta Franchi rappresenta al 100%, grazie alle sue creazioni inconfondibili e di successo, frutto di impegno, tenacia e forza. Requisiti tipici delle grandi donne in carriera. Originaria di Bologna, la stilista è riuscita negli anni a creare un suo brand tra i più apprezzati dalle celebrità, come Angelina Jolie, Kate Hudson, Jessica Alba, Emily Blunt, Jennifer Lopez, Lady Gaga, Kendall Jenner, Dita Von Teese e Kourtney Kardashian. Le sue creazioni esaltano la femminilità e sono “animal free”, per realizzare i suoi capi non utilizza pellicce animali, piume d’oca e lana d’angora. Anzi, il suo impegno nei confronti degli animali si concretizza con un programma dog hospitality per i suoi dipendenti: la sua azienda spalanca le porte agli amici a quattro zampe, per creare sul lavoro un ambiente familiare e positivo.
fuoriporta
assaggi & paesaggi
Torre Alfina e il bosco del Sasseto: fiore all’occhiello della Tuscia di Diletta Murgia
È inserito nella lista dei borghi più belli dell’Italia ed è compreso nella riserva naturale Monte Rufeno. Qui si trovano varie specie di orchidee e il Narciso dei poeti
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ccarezzata dal confine che dolcemente divide il Lazio dall’Umbria e dalla Toscana, la piccola città di Torre Alfina sorge nella provincia di Viterbo a un altezza di 600 mt s.l.m. Frazione di Acquapendente, Torre Alfina è il classico esempio di borgo della bassa Tuscia che fa delle sue bellezze un vanto assoluto, che le sono valse l’inserimento nel 2007 all’interno della lista dei borghi più belli d’Italia. Seppur di esigue dimensioni, Torre Alfina offre numerosi luoghi
d’interesse che richiamano ogni anno visitatori da tutta Italia come il bosco del Sasseto, un polmone verde ricco di latifoglie secolari alte oltre 25 metri prediletto da sportivi e amatori per sessioni di trekking nella natura: grazie all’incanto quasi surreale dei suoi spazi, il bosco è stato definito dal National Geographic come il “Bosco delle Fiabe” o “Bosco di Biancaneve”. Torre Alfina è inoltre compresa nella riserva naturale Monte Rufeno, un’area protetta di circa 2900 ettari all’estremo nord
della provincia di Viterbo, la cui fauna spontanea annovera numerose specie di orchidee e il cosiddetto Narciso dei poeti. Queste incredibili presenze floreali hanno consentito la nascita del Museo del Fiore, situato proprio nel centro della cittadina. A tali attrazioni naturalistiche si
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affiancano quelle architettoniche e, in particolar modo, il Castello di Torre Alfina che domina il borgo fin dal 1200. Frutto di numerose evoluzioni, dovute al susseguirsi dei secoli e degli stili architettonici, il maniero è oggi un meraviglioso esempio di dimora nobiliare.
dicembre 2018 Nuove Proposte
assaggi & paesaggi
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a Finlandia è una nazione giovane e moderna, situata nel punto più settentrionale dell’Europa, tra Svezia e Russia. Si presenta ai visitatori come un Paese pieno di contrasti. Nella parte meridionale si possono trovare molte città moderne, con una fiorente agricoltura e con l’arcipelago più bello del mondo. La zona centrale e orientale è ricca di spazi verdi e colline. Nella parte settentrionale, oltre il Circolo Polare Artico, nella Lapponia finlandese, il visitatore si trova nel Paese del sole di mezzanotte e di Babbo
Nuove Proposte dicembre 2018
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Natale. Il generoso “nonno” con la barba lunga e bianca vive fra le colline del Korvatunturi, dove si trova il suo laboratorio e qui, insieme ai suoi collaboratori, costruisce i giocattoli durante tutto l’anno. Ma Babbo Natale, visto che non permette a nessuno di visitare la sua casa e il suo laboratorio a Korvatunturi, dà la possibilità a tutti i bambini e ai genitori di incontrarlo nel suo ufficio di Rovaniemi. Dopo la conquista dell’indipendenza nel 1917, la Finlandia è passata da una società basata sull’agricoltura a una fondata sulla tecnologia, molto avanzata, creando uno degli standard di vita più alti del mondo. Varie personalità, in molteplici settori, dall’arte alla musica,
giramondo
L’affascinante terra del sole di mezzanotte regala aurore boreali, meravigliosi laghi ghiacciati e straordinarie notti polari
di Carlo Franciosa
il paese di Babbo Natale dove il sole non tramonta sono riuscite a far conoscere e ad apprezzare l’immagine della Finlandia nel mondo intero. In questo Paese vengono prodotti e commercializzati vari articoli, conosciuti in tutto il mondo: prodotti in vetro, ceramica e tessuto. La Finlandia è facilmente raggiungibile con comodi voli diretti, ma è abbastanza lontana se si vuole conoscere il mondo che la circonda. Possiamo vedere tutto: le aurore boreali, migliaia di laghi ghiacciati e le notti polari estive o invernali che siano. Qui il relax è garantito. Helsinki, l’ammaliante capitale della Finlandia, è l’ideale per cominciare la vacanza. La città è una metropoli attiva, dove il vecchio e il nuovo si mescolano in maniera af-
fascinante. C’è di tutto: eventi culturali per tutti i gusti, prelibatezze gastronomiche, una scintillante vita notturna, shopping favoloso, un’ampia gamma di attività sportive all’aria aperta - come la pesca sul ghiaccio, lo sci di fondo - alle quali si può partecipare o solo assistere. Da visitare è la Lapponia del nord, un’area ricca e versatile per escursioni a contatto con la natura. Ad esempio, i safari con gli husky sono pensati come un nuovo tipo di vacanza sportiva, con quel tocco di avventura che non guasta. Guidare una slitta trainati da cani sul ghiaccio del lago o trascorrere la notte in una baita di legno sono esperienze da provare per godere al meglio del sapore
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assaggi & paesaggi
della Lapponia. La rinvigorante aria invernale, gli husky veloci, la pesca sul ghiaccio, l’incantevole panorama rendono i giorni indimenticabili. Spariscono lo stress, le ansie e le preoccupazioni: la Lapponia rilassa e fa sentire rinnovati. Dal 1°gennaio 1995 fa parte dell’Unione Europea. Helsinki venne fondata nel 1950 allo sbocco del fiume Vantaa dal re Gustavo I Vasa, ma la posizione poco felice, portò la regina Cristina ad ordinare, nel 1640, lo spostamento sulla penisola di Vironniemi. Gli incendi, la peste e l’invasione russa (1713-23) rallentarono lo sviluppo di questa nuova città, che divenne capitale della Finlandia solo nel 1812. Cose da vedere: la piazza del Senato, dominata dalla cattedrale e la torre dello Stadio Olimpico; da non perdere la galleria d’arte Athenaeum e il palazzo del Parlamento. Avvenimenti culturali per tutti i gusti, cultura gastronomica, una scintillante vita notturna nei ristoranti dalla cucina internazionale, ravvivata da alcune specialità locali, sopratutto a base di salmone, che abbonda nei 62mila laghi del paese. Il piatto, forse più tipico, è il “kalakukko”, timballo di farina di segale, farcita con pesce e maiale. Ottimi anche i “karjalanpiirakat”, barchette di farina di segale riempita di riso o purea di patate sulla quale si spalma burro o uova. Di solito, ai pasti si beve latte o birra. Ottimo il liquore di lamponi “Lakka”. In tutti i ristoranti si cena ascoltando musica.
dicembre 2018 Nuove Proposte
i nostri amici animali
curiosità
Un circo cruelty free: animali ricreati con moderni ologrammi di Diletta Murgia
È tedesco il primo show circense al mondo che con l’ausilio di strumenti di ultima generazione proietta immagini spettacolari sostituendo l’impiego di elefanti, tigri e leoni
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n circo senza animali? Da oggi è realtà: in seguito a battaglie combattute a colpi di petizioni e proteste, finalmente qualcosa si è mosso e una ventata di umanità sembra aver spirato anche in un mondo contestato come quello del circo. A dare il lodevole esempio è stato il Circo Roncalli, storica realtà tedesca targata 1976, che nei suoi spettacoli ha completamente sostituito la presenza di animali con modernissimi ologrammi. Realizzate con strumenti di ultima generazioni, le proiezioni a grandezza naturale
riproducono un effetto del tutto veritiero che sostituisce l’animale fisico senza però rinunciare in alcun modo alla spettacolarità. Sinonimo di ricerca del moderno e di un’evoluta mentalità che, pur mantenendo alto lo stendardo di una cultura circense, ha desiderio di tenersi al passo con i tempi, la strada crudelty free intrapresa dal Roncalli è frutto di una crescita culturale che ha finalmente deciso di non tollerare il maltrattamento e la segregazione di qualsiasi animale. «Anche il circo è mosso dalle tendenze socio-culturali - ha commentato Bernhard Paul,
fondatore del Roncalli - ed è ora il momento anche per il Circo Roncalli di seguirle. (…) Niente più animali in un complesso che vuole essere innovativo, ma vuole mantenere l’etichetta di circo tradizionale con un fascino dei tempi che furono». Auspichiamo che la linea
intrapresa dal Circo Roncalli venga presa come esempio virtuoso da tutte le altre realtà similari, poiché solo evolvendo potranno pensare di sopravvivere in un mondo che, seppur a passo estremamente lento, sta procedendo verso un’embrionale forma di umanità.
Cat Island, alla scoperta delle isole feline Dal Giappone alla Grecia, ma anche in Sardegna: ci sono diversi luoghi meravigliosi al mondo abitati dai gatti. Cittadini e associazioni si prendono cura dei piccoli amici a quattro zampe
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gatti sono sempre stati considerati animali affascinanti e di ottima compagnia. Difficilmente questi pelosetti a quattro zampe
vanno d’accordo con l’acqua, ma esistono nel mondo alcuni luoghi che sfatano questo mito. In Giappone è presente l’isola di Aoshima, la più famosa popolata dai gatti. Nella piccola isola, di circa 1,6 km di estensione, sono presenti circa 120 felini e solamente 20 abitanti tra pescatori e pensionati che se ne prendono cura. La Grecia e le isole Cicladi sono particolarmente note, non solo per le attrazioni turistiche ed archeologiche, ma anche per la presenza di numerosi gatti e in particola-
Nuove Proposte dicembre 2018
re di una razza felina, il gatto Egeo. Questi animali si trovano ovunque: a Mykonos, ad Atene, sull’Isola di Syros, su quella di Samos, a Creta e a Rodi. Si tratta di gatti randagi di cui se ne prendono cura gli abitanti, i turisti e alcune associazioni che si occupano anche di adozioni internazionali.
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In Italia è presente l’Oasi di Su Pallosu, una spiaggia a San Vero Milis, in Sardegna. È la prima residenza felina in cui tutti i gatti presenti sono microchippati. A prendersi cura di questi animali è l’associazione culturale senza scopo di lucro ‘’Amici di Su Pallosu’’.
Sara Pellegrino
la poesia
liberamente
Natale
La Ricetta del Mese
POESIA DI
Antonella Riccardi
N
Struffoli a stella a cura della Redazione
Ingredienti per 1 vassoio • • • • • • • • • •
150 gr di farina 00 1 uovo 25 gr di zucchero 25 gr di burro buccia di limone grattugiata 1 cucchiaio di limoncello olio di semi 100 gr di miele confettini stelline di zucchero
on c’è niente che voglio, niente ch’io domando, se non l’impressione
d’un sentimento antico di fanciullezza che m’arriva dentro, la smania di occhi dai chiari intenti innanzi l’universo vuoto e buio. Niente, se non un pianto di gioia, di lietezza da suggere nell’irrazionale,
Procedimento:
Mettete la farina a fontana ed al centro aggiungete zucchero, burro, buccia di limone, limoncello e uovo. Impastate con la punta delle dita gli ingredienti e man mano incorporate la farina. Ottenete così un panetto liscio ed omogeneo Stendete l’impasto su una spianatoia infarinata ed utilizzate un piccolissimo tagliapasta a stella per ricavare le stelline.
nella luce d’oro di una stella ch’ognuno serba in cuore contro la stanchezza della terra. E lì, nella luce, rimane.
l’Angolo
a cura di Nadia Ludovici
Vignetta
della
Quando l’olio sarà bollente friggete un po’ di struffoli alla volta e teneteli da parte. Ricopriteli ora con il miele e rigirateli delicatamente. Portate in tavola i vostri struffoli a stella aggiungendogli confettini e stelline di zucchero.
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dicembre 2018 Nuove Proposte
post-it
auguri
Nuove Proposte dicembre 2018
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