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Anno XXVI - novembre 2018 - n. 337 - Distribuzione gratuita
Mensile di Informazione Nazionale con inserto Speciale Internazionale
Aurora Ruffino l’amore muove il mondo Roma & Co.
SPETTACOLO
p. 6
pp. 25-27
Casape è un paese senza chiesa: la protesta degli abitanti
Adozione: scelta da fare in modo consapevole. Consigli e storie
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Eventi | NUOVE PROPOSTE
Novembre 2018
S O M M A R I O
direzione editoriale: Edit Italia S.R.L.S. editroma@nuove-proposte.com direttore responsabile: Luigino Borgia lborgia@nuove-proposte.com direttore editoriale: Gianna De Santis vicedirettore: Paolo Sabatini psabatini@nuove-proposte.com grafic director: Stefania Ruggeri grafica@nuove-proposte.com segreteria di redazione: Daniele Martiradonna redazione@nuove-proposte.com (per comunicazioni, eventi e compleanni) comitato di redazione: Caporedattore Giulio Bussinello responsabili di redazione: Riccardo Borgia, Cristina Monaco, Francesca Coculo, Sara Candiano hanno collaborato a questo numero: Maria Teresa Alampi, Fabio Bogi, Alessandra Broglia, Marcello Casciotti, Anna Crivelli, Arianna Di Biase, Salvatore Giorgio Dino, Carlo Franciosa, Iwona Grzesiukiewicz, Nadia Ludovici, Marcello Mastino, Diletta Murgia, Sara Pellegrino, Claudia Pennacchio, Antonella Riccardi, Pasquale Tocci, Elisabetta Zazza.
Editoriale e periscopio 4 ● Emergenza rifiuti a Roma 5 ● Un numero intriso d’amore
Attualità 6 ● Casape, un paese senza chiesa 7 ● Stop ai diesel Euro 3, Roma ci crede 8 ● Tmb Salario, la rabbia dei cittadini Società 12 ● I benefici del cioccolato fondente 14 ● Polignano, il magico gioiello della Puglia 15 ● Tredici anni in compagnia di Youtube 16 ● La via della seta 17 ● Nuova tecnologia: ecco la blockchain 18 ● Il restauro della Madonna con il Bambino svela un antico segreto Salute 19 ● Addio zanzare? Un modo ci sarebbe 20 ● Un algoritmo calcolerà i tempi di risveglio dei pazienti dal coma Sport 21 ● Rugby: Italia-All Blacks a Roma 22 ● New York si accende per la Maratona
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Approfondimento 23 ● Gli alfabeti esoterici nascosti 30 ● L’evoluzione della fotografia 31 ● Le migliori app per gestire la casa Focus “Adozione” 25 ● Un lungo percorso di ricostruzione del sé 26 ● Presupposti e procedimento dell’adozione nazionale dei minori 27 ● Storie: mamma di cuore, finalmente papà Speciale 28 ● Intervista a Don Flavio Peloso
Spettacolo&cultura 32 ● I 100 anni del Teatro Eliseo 33 ● Viaggio nei teatri di quartiere 34 ● Le due mogli di Gioacchino Rossini 35 ● Auditorium, gli appuntamenti del mese 36 ● Il ritratto di Marcello Mastroianni 37 ● L’originale mostra di Zerocalcare 38 ● A tu per tu con Aurora Ruffino 40 ● I colori dell’anima di Ruslana Korenovska 41 ● I pani multicolori di Sara Papa 42 ● Nuove proposte... Al cinema
Pubblicità in proprio
Edit Italia S.R.L.S. Tel. 06 43598964 - Cell. 335 6611311 edititalia@nuove-proposte.com
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Si ringraziano gli inserzionisti per il loro contributo che consente la pubblicazione del periodico direzione e amministrazione Via Pio Molajoni, 37 - 00159 Roma Tel./Fax 06 43598964 www.nuove-proposte.com ufficio stampa lettori@nuove-proposte.com
Moda & Tendenze 44 ● La mantella: tocco prezioso per le nozze Assaggi & paesaggi 45 ● Il Castello Orsini di Nerola 46 ● Madagascar, isola paradisiaca I nostri amici animali 48 ● Alla scoperta dei cetacei Liberamente 49 ● Poesia - Eventi & Co. Post it 50 ● Auguri
NUOVE PROPOSTE
annuo ordinario euro 80,00 annuo sostenitore euro 120,00 per abbonamenti: Codice IBAN: IT51 D030 6903 2181 0000 0009 221 BANCA INTESA SAN PAOLO Fil. Roma Tiburtina
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La riproduzione di testi e immagini deve essere autorizzata per iscritto dall’editore. La responsabilità dei contenuti dei testi è esclusivamente degli autori. Salvo accordi scritti o contratti di cessione copyright, la collaborazione è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Nuove Proposte - iscrizione nel registro stampa del tribunale di Roma n. 660/92 del 19/12/1992 stampa | Grafica Ripoli Srl Finito di stampare: novembre 2018
editoriale
EMERGENZA RIFIUTI: ROMA DEVE USCIRE DA QUESTA SITUAZIONE
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a raccolta differenziata a Roma è cresciuta in un anno solo dell’1%: dal 44,3 di dicembre 2017 al 45,3 di settembre 2018. Perché questo flop? Massimo Bagatti, direttore operativo dell’Ama, punta il dito contro la Regione Lazio, colpevole, secondo lui, di non ottemperare ai suoi obblighi di legge. Vale a dire: indicare ad Ama siti nel Lazio dove conferire il rifiuto indifferenzia-
LA RIVOLUZIONE NEL TRATTAMENTO IMPLANTO PROTESICO Scopri
BLACK BOX e la chirurgia guidata
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Anno XXVI - novembre 2018 - n. 337 - Distribuzione gratuita
Direttore Responsabile Luigino Borgia
to a una tariffa regolata dalla Regione stessa. Ama, insomma, impiega enormi risorse che potrebbe risparmiare: se avesse tutti gli impianti in regione a tariffa certa e se disponesse di impianti propri per l’organico. Portare fuori l’umido costa 160 euro a tonnellata, basterebbero 70/ 80 euro se gli stabilimenti fossero della municipalizzata. Non solo non è cresciuta la percentuale di raccolta differenziata, ma è anche aumentata la quantità dei rifiuti prodotti. Non dell’8%, che è stato un picco di 15 giorni in primavera e a Pasqua, ma del 2,7%. In particolare: +2,8% per l’indifferenziato, +2,6 per i rifiuti differenziati. Come se ne esce? Con la nuova raccolta delle utenze non domestiche Bagatti conta di acquisire 10 punti percentuali di differenziata in un anno. I bar, ristoranti e negozi serviti dal porta a porta passeranno infatti da 21mila a 85mila utenze, con un incremento del 315%. Per la prima volta le quattro società
Aurora Ruffino l’amore muove il mondo ROmA & CO.
SPETTACOLO
p. 6
pp. 25-27
Casape è un paese senza chiesa: la protesta degli abitanti
Adozione: scelta da fare in modo consapevole. Consigli e storie
ALL'INTERNO Libri, tv, arte, viaggi, sport, concerti e... altro ancora
vincitrici del bando raccoglieranno tutti i materiali, oltre all’organico, la plastica e il metallo, il vetro, la carta e il cartone, anche i rifiuti indifferenziati, per un periodo che, a seconda dei municipi, va dai 18 ai 36 mesi.
• MINI INVASIVO • PREDICIBILE • ACCESSIBILE
La chirurgia guidata permette, attraverso un sofisticato programma informatico, di integrare i dati del ragiologo con quelli raccolti dal team clinico, permettendo di progettare l’intervento con il computer e di effettuarlo senza dolore, spesso senza tagli e punti di sutura, con conseguenze minime.
Buone ragioni per affidarsi alla chirurgia guidata
il Dr. Luciano Veccia ha scelto il sistema
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per i suoi pazienti
La tipologia di intervento implanto protesico che viene eseguita in questo studio infatti è:
VELOCE
perchè riduce al minimo il numero degli appuntamenti. Ne bastano due per ritrovare il piacere di sorridere. Nel primo si rilevano le impronte dentarie e si esegue l’esame radiologico. Nel secondo si effettua l’intervento mininvasivo e si consegnano le nuove protesi.
EVOLUTA
grazie ad un avanzatissimo scanner che riproduce virtualmente le arcate dentarie: in pochi minuti, senza il sidagio delle solite e fastidiose paste per impronta.
SICURA
perchè la pianificazione computerizzata dell’intervento di inserimento degli impianti e delle protesi garantisce diligenza assoluta ed estetica perfetta.
MININVASIVA perchè attraverso i piccoli forellini
praticati nella mascherina chirurgica gli impianti vengono inseriti con precisione nelle sedi ossee programmate, nella massima parte dei casi senza tagli nè punti di sutura.
PREDICIBILE possibile grazie al motore implanto-
logico TMM2, che permette all’implantologo di determinare anzitempo e con la massima sicurezza la sequenza operativa e l’impianto da inserire. Il tutto con la stabilità ideale per qualsiasi genere di riabilitazione.
ACCESSIBILE
perchè la consistente diminuzione del numero e durata delle sedute incide favorevolmente sui costi a carico dello studio e di quelli applicati al paziente.
Un sistema rivoluzionario che garantisce velocità e affidabilià per un intervento senza dolore!
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periscopio
UN NUMERO INTRISO D’AMORE DALLA PRIMA ALL’ULTIMA PAGINA
Direttore Editoriale Gianna De Santis
“L
’amor che move il sole e l’altre stelle” è il verso che chiude il Paradiso e la Divina Commedia di Dante Alighieri. Non siamo a febbraio e non c’è di mezzo San Valentino, e a Natale mancano ancora diverse settimane, ma questo numero di novembre è intriso di amore dalla prima all’ultima pagina. Un amore intenso, assoluto come quello di Aurora Ruffi-
no e dei personaggi che interpreta. La giovane attrice in copertina sarà Bianca de’ Medici nella seconda stagione della serie internazionale sulla dinastia fiorentina. Bianca si innamora di Guglielmo de’ Pazzi e le due famiglie rivali saranno così costrette a imparentarsi. Una donna forte e temeraria, che per amore ha avuto il coraggio di imporsi al volere del fratello Lorenzo il Magnifico. Un amore forte come quello che sta dietro la scelta di un uomo e una donna di adottare un bambino, di formare una famiglia e di affrontare un percorso lungo e difficile, quello che porta una semplice coppia a diventare genitori. È un desiderio profondo, che trova la luce solo nell’amore donato a un figlio, un amore che non conosce confini. E poi c’è l’amore che trasuda dall’arte: come la Madonna con il Bambino di recente attribuita a Filippo Rusu-
ti, o quella ritratta dal Mantegna in mostra a Roma. O ancora l’amore per la pittura di Ruslana Korenovska o quello che Mastroianni ha raccontato nei film che lo hanno visto protagonista. C’è l’amore per gli animali, quello per le cose buone fatte in casa come il pane di Sara Papa, e per il cioccolato che aumenta i livelli di alcuni neurotrasmettitori, come la feniletilamina, la sostanza chimica che il cervello produce quando ci innamoriamo. L’amore ci nutre e ci appaga, qualunque esso sia!
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novembre 2018 Nuove Proposte
attualità
Roma & Co.
Casape, un paese senza chiesa di Riccardo Borgia
Gli abitanti protestano per la mancanza di un luogo di preghiera e di aggregazione
A
circa un’ora di macchina da Roma, un paese, Casape, è in subbuglio per una situazione che ormai va avanti da diversi mesi. Le due chiese presenti, quella antica nel borgo e quella di nuova costruzione, sono state chiuse per inagibilità strutturale. La prima, non avendo un’ubicazione propria ma all’interno di un palazzo, ha avuto, dopo le ingenti piogge e nevicate dello scorso inverno, un allagamento del terrazzo e quindi perdita d’acqua dal soffitto e successivamente un distaccamento dell’intonaco. Per quanto riguarda invece la seconda, la questione è più complicata e più grave. Durante dei lavori
di ristrutturazione del tetto, dove era prevista la sostituzione delle tegole e della guaina, gli operai hanno scoperto che le condizioni delle travi principali e secondarie non permettevano la messa in sicurezza della struttura. Nel dettaglio, le parti finali delle travi erano ormai marce per decenni di piogge e neve. Di conseguenza hanno richiesto l’intervento totale di riparazione e sostituzione dell’intero tetto, le spese quindi si sono moltiplicate e i tempi burocratici allungati. Aspettando così l’evoluzione delle due strutture, ci sono quindi due problemi principali. Il primo legato all’abitudine che i paesani hanno di scandire la propria gior-
nata attraverso la campana. Il secondo rappresentato dalle celebrazioni ecclesiastiche svolte nella piccola cappella all’interno dell’istituto delle suore, che si trova
in cima a una salita, quindi non di sicuro agevole per tutte quelle persone anziane che frequentano le messe e tutti gli eventi di aggregazione legati alle stesse.
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Roma & Co.
attualità
Stop ai diesel Euro 3, Roma ci crede di Marcello Mastino
L’Amministrazione capitolina fa eco alle iniziative del nord Italia in merito al blocco auto entro il 2019. Necessario un potenziamento del trasporto pubblico Roma come Milano e Torino. Il blocco diesel Euro 3 può diventare realtà anche nella Capitale dentro l’anello ferroviario. È questo quanto dichiarato dall’assessore alla Mobilità Linda Meleo durante la conferenza dell’ampliamento del servizio dello scooter sharing. «Stiamo lavorando a un provvedimento che dia tempo alla città di adeguarsi – le parole dell’assessore Meleo - al divieto che dovremo inserire di qui a breve. Immaginiamo di introdurre questa misura il prossimo anno». A partire dal 2019, quindi, anche la Capitale d’Italia attuerà blocco delle auto diesel inquinanti più datate. Già dallo scorso febbraio, infatti, l’intenzione della giunta Capitolina era chiara: «Roma ha deciso di impegnarsi in prima linea e a Città del Messico, durante il Convegno C40,
ho annunciato che, a partire dal 2024, nel centro della città di Roma sarà vietato l’uso di veicoli privati alimentati a diesel». Scriveva la sindaca Virginia Raggi dal Convegno C40, annunciando il blocco totale delle auto alimentate a diesel a partire già dal 2024, in riferimento anche e soprattutto ai diversi cambiamenti climatici del pianeta. Blocco progressivo che includerà, quindi, il blocco della categoria Euro 4 entro il 1 ottobre 2020 e della categoria Euro 5 entro il 1 ottobre 2025. Roma dà così il suo forte contributo. Ade-
guare la città a una metropoli più confortevole, a misura d’uomo e con un servizio di trasporto pubblico efficace, evitando il collasso della mobilità cittadina. «Ma per dare il via al provvedimento – prosegue l’assessore Meleo - senza paralizzare la
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città sarà necessario il potenziamento del trasporto pubblico». Il tutto una volta definite «le agevolazioni per gli abbonamenti ai mezzi pubblici per chi dismette la propria auto». Agire in fretta senza tralasciare le cause. Queste le parole d’ordine.
novembre 2018 Nuove Proposte
attualità
Roma & Co.
TMB Salario, rabbia dei cittadini contro gli odori nauseanti di Marcello Mastino
Già dal 2011 (anno della sua apertura) gli abitanti di vari quartieri lamentano e protestano contro l’impianto Ama di via Salaria
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ià dallo scorso 2015 la giunta Marino ne aveva promesso la chiusura. La sindaca Raggi, invece, garantisce lo stop delle attività nel 2019 in caso di raggiungimento del 70% di raccolta differenziata. Ad oggi la situazione è la medesima, ogni giorno. L’impianto Tmb Salario di via Salaria (che svolge un trattamento meccanico biologico dei rifiuti) continua ad emettere miasmi, odori sgradevoli. L’impianto di Ama attivo dal 2011 è oggi soggetto a denunce e proteste dei quasi 900 mila cittadini dei quartieri Villa Spada-Fidene,
Serpentara, Trieste-Salario e Parioli. Gli odori nauseanti che ricoprono le case dei cittadini romani sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Roma, che vuole vederci chiaro e che indaga sul possibile reato d’inquinamento. La richiesta di chiusura dell’impianto è stato urlata e denunciata dai cittadini che non sopportano più una vita segnata tutti i giorni da puzza, bruciore a occhi e a gola. È emergenza inquinamento, è emergenza ambientale a detta di chi quell’aria la respira quotidianamente. Esalazioni fastidiose, però, che secondo gli addetti ai lavori non proverrebbero dall’impianto di via Salaria. Lo dicono i responsabili dell’Ama. E lo confermano anche i dirigenti di Acea. Intanto si profila una risoluzione quantomeno leggera da parte della municipalizzata Ama, che cer-
Nuove Proposte novembre 2018
ca di avviare un progetto di monitoraggio che mira alle individuazioni di fonti odorigene nell’area dell’impianto in questione: apparecchi elettronici e campionamento dell’aria in tempo reale. Un esperimento che coinvolgerà istituzioni e cittadini per più di un anno. Ma su questo gli stessi abitanti dei quartieri soggetti a questi fastidi nauseabondi non sono d’accordo e sostengono a gran voce la chiusura dell’impianto. Impossibile
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respirare a pieni polmoni e aprire le finestre per godersi l’aria cittadina come effettivamente dovrebbe essere. Ciò che occorre capire fondamentalmente è se il cattivo odore provenga dall’impianto o meno, o se sia causato da un aumento sensibile della quantità di rifiuti trattati già a partire dallo scorso maggio. Il gioco della patata bollente non finisce qui. E i cittadini continueranno a lamentarsi e denunciare questi fatti.
linea punto verde ASSOCIAZIONEONLUS Linea Punto Verde ONLUS è un’Associazione, senza fini di lucro, che si occupa di interventi sociali socio assistenziale sul territorio nazionale. Persegue obiettivi di solidarietà sociale attraverso la gestione di servizi sociali orientati in via prioritaria, alla risposta ai bisogni delle persone, in particolar modo di quelle con carenze e/o disagi. Oggi, all’interno di una società in continua mutazione etnica, economica e sociale, vogliamo riaffermare le nostre convinzioni e i nostri orientamenti su i valori morali, sociali ed ideali, come l’equo solidarietà, l’eco sostenibilità, l’amore, l’amicizia, come scopo di dare un senso, un valore alla vita, attraverso la “qualità” del nostro lavoro. Crediamo che la prospettiva Evidence Based (basata sulle evidenze) in cui ci muoviamo sia imprescindibile per progettare e costruire grandi cose che sono in sintonia e non in antitesi con i principi civili della natura umana. Il Modello Organizzativo adottato da LINEA PUNTO VERDE conferma e rinforza il “modello di tutela e promozione della salute” che concepisce l’utente come persona in diritto e in grado di vivere i proprio sentimenti, capacità, aspirazioni.
L’obiettivo generale che viene perseguito è quello di: rispettare i bisogni, le abitudini, le aspettative, i tempi e i modi propri di vita di ciascun presente nella struttura. Interveniamo a livello di prevenzione, cura, riabilitazione e rinserimento sociale. Per realizzare il nostro progetto associativo, la nostra Associazione si avvale del prezioso contributo dei nostri soci, sostenitori, amici e volontari. La nostra missione è portare gioia dove si vive un disagio....
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attualità
formazione
A OSTIA UNA SCUOLA DI DANZA DIRETTA DA ALESSANDRA CELENTANO di Anna Crivelli
L’Istituto Giovanni Paolo II amplia l’offerta formativa, con lezioni pomeridiane e stage nei weekend, per gli studenti del Liceo Coreutico e per i danzatori esterni
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uando su un territorio c’è chi investe sulla formazione scolastica e sportiva, proponendo un’offerta completa ai propri studenti e allievi, si può sicuramente parlare di progetto vincente. È quello che sta portando avanti l’istituto Giovanni Paolo II
di Ostia che ha inaugurato l’anno scolastico del Liceo Coreutico e presentato la nuova Scuola di Danza, entrambi diretti dalla maestra Alessandra Celentano. L’istituto si è dotato anche di nuovi spazi per la disciplina artistica: è stata infatti aperta una sala con pavimenta-
zione Harlequin, dedicata alla grande étoile Elisabetta Terabust, recentemente scomparsa. Il corso di studi del Liceo Coreutico prevede oltre alle normali discipline scolastiche anche materie come storia della danza, storia della musica, tecniche della danza accademica e contemporanea, laboratorio coreutico e coreografico, teoria e pratica musicale della danza, tenute da alcune insegnanti qualificate. Al termine del percorso che dura 5 anni, gli studenti potranno iscriversi all’Accademia Nazionale di Danza o immet-
tersi subito nel mondo del lavoro. La Scuola di Danza prevede - sia per gli studenti del Liceo che per gli studenti esterni - corsi, stage nei weekend e laboratori obbligatori, che saranno gratuiti per gli iscritti al Liceo Coreutico e tenuti da maestri di caratura internazionale. In questo modo la scuola offre ai propri studenti/danzatori l’opportunità di studiare tutto il giorno in un unico luogo, un po’ come un campus americano, e nello stesso tempo di frequentare stage e corsi per ampliare il proprio bagaglio formativo.
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Dental Therapy
esperienza e strumenti tecnologici all’avanguardia Intervista a Luciano Veccia, odontoiatra e dentista con trent’anni di attività alle spalle. «Con la chirurgia guidata abbiamo fatto enormi passi avanti, che danno grandi soddisfazioni a me e al paziente con un preventivo meno esoso» Dottor Veccia si racconti brevemente. É dal 1961 che io, mio padre maresciallo dei carabinieri, mia madre e i miei due fratelli viviamo a Tivoli. Mi sento tiburtino a tutti gli effetti. Laureato nel 1982 alla Sapienza di Roma e specializzato nel 1986 sempre a Roma. Da quanto tempo si occupa di odontoiatria? Sono iscritto all’albo degli odontoiatri dal 1989, ma esercito l’odontoiatria dal 1985. Ho frequentato vari corsi di perfezionamento in tutta Italia: da Roma a Milano, e anche a Bologna. Ho imparato presso gli studi dei vari maestri più qualificati e qualificanti questa professione che mantiene, nonostante la presenza oggi delle cliniche odontoiatriche, la serietà di svolgerla con etica e onestà. Che effetto le fa guardarsi indietro? Sono ormai più di 30 anni che esercito come dentista presso il mio studio. L’odontoiatria degli anni ‘80 e ‘90 ha sempre preteso la precisione, la puntualità e la ricerca minuziosa di diagnosi precise, che non davano adito ad errori: per questo già dal 1989 mi dotavo di attrezzature all’avanguardia, come apparecchi radiografici RVG e ortopan-
tomografi analogici. Bene adesso guardiamo avanti: che cos’è Dental Therapy? Oggi ancora di più la Dental Therapy può offrire l’esperienza del dentista doc trentennale affiancato da strumenti tecnologici all’avanguardia. In studio c’è la radiologia digitale con ortopanoramica e TAC CONE BEAM per lo studio della implantoprotesi. Ormai la vecchia chirurgia implantare a mano libera è stata affiancata dalla CHIRUGIA GUIDATA con l’uso di mascherine che consentono di inserire gli impianti senza usare il bisturi. Con la protesi immediata possiamo caricare subito gli impianti e dare ai nostri pazienti estetica e funzione immediatamente dopo la chirurgia. Sono enormi passi avanti che danno grandi soddisfazioni a me e al paziente con un preventivo peraltro molto meno esoso. La chirurgia “guidata” inoltre, riduce i tempi, la sofferenza e i costi. Niente più gonfiori e dolore. Abbiamo mandato in pensione anche il vecchio modo di prendere le impronte per le protesi fisse e mobili. Ormai è da tempo che alla Dental Therapy c’è l’impronta digitale. Addio ai cucchiai e alle pappette! Molto semplice e ve-
loce, con l’uso di una fotocamera intraorale digitale. Che effetto le fa avere uno studio così familiare e cosa ha portato la loro giovane presenza? É ormai da tempo che sono affiancato in questa missione dai miei due figli Giulia e Giovanni. A loro ho insegnato la serietà, la voglia e il piacere di lavorare nella professione che io ritengo essere la più bella. Ridare un sorriso e una funzione a una bocca trascurata, o peggio curata male, è al centro della nostra missione. Come nasce la scelta di essere aperti anche il sabato e avere dei numeri come servizio urgenze? È un passo avanti davvero importante… Per andare incontro alle aumentate esigenze della nostra clientela, offriamo molti servizi fra cui: visite e prestazioni domiciliari per anziani o invalidi con handicap; apertura anche il sabato mattina; numeri telefonici per urgenze anche domenicali e festive; pagamenti con finanziamenti a tasso zero. Quanto trova importante investire in nuove tecnologie e frequentare corsi di aggiornamento?
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Oggi la sola esperienza non basta. Trentatré anni di professione mi hanno insegnato che l’aggiornamento è fondamentale per offrire ai miei pazienti prestazioni sempre più valide. Mantenendo l’onestà e la serietà morale di quando ho iniziato fino ad oggi. Cerco di lavorare pensando come se sotto le mie mani ci fosse la mia bocca. Propongo cure semplici, conservative e poco costose. Comunico con il paziente in maniera diretta e chiara. Con le immagini della radiografia spiego i perché di certe cure. Prendo le decisioni insieme al paziente. Espongo il preventivo applicando una logica per avere il meglio nelle cure e nei materiali. Cosa pensa in generale dei pazienti e delle abitudini che hanno? Trovo sia fondamentale che i pazienti non trascurino la bocca e facciano prevenzione. Basta una visita e un’ortopanoramica che sono gratuite presso la Dental Therapy. La media Europea è di due visite di controllo ogni anno, purtroppo in Italia se ne fanno 0,5. Troppo poco per un organo così importante e bello, da mantenere sano ed efficiente. Una bocca bella funziona bene. Paolo Paolacci
novembre 2018 Nuove Proposte
società
alimentazione
Dark, salutare e benefico I poteri del cioccolato fondente di Sara Pellegrino
È uno degli alimenti più apprezzati in tutto il mondo. Ne bastano circa 40 grammi al giorno per raggiungere benessere fisico e mentale
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a pianta del cacao si chiama Theobroma Cacao, cioè cibo degli dei. Prima di acquistare il cioccolato è bene consultare con attenzione l’etichetta, poiché il livello di cacao dovrebbe essere superiore al 60% e presentare un ridotto contenuto di zuccheri. Dietro al suo gusto amarognolo, il cioccolato fondente pos-
siede una serie di caratteristiche nutrizionali utili per il benessere del nostro organismo. Ovviamente non va consumato in dosi massicce per avere dei piccoli benefici. Il cioccolato fondente fa bene al cuore, per esempio, e riduce l’insulina grazie all’insulino-resistenza. Uno studio dell’American Heart Association ha evidenziato che il cacao aumenta i livelli di colesterolo “buono” quando si consumano tra i 200 e i 600 milligrammi al giorno. Alcuni scienziati di Londra hanno, invece, dimostrato che il cioccolato fondente protegge dai raggi UV, offre una protezione da-
Nuove Proposte novembre 2018
gli effetti dannosi del sole e aiuta l’epidermide a prevenire il cancro. Il cacao contiene, inoltre, la teobromina, sostanza essenziale per il nervo vago che regola appetito, umore e fasi intestinali. Il cioccolato fondente è fonte di potassio, ferro e fosforo, indispensabili per i neuroni
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corticali. Il cioccolato rende più ‘’intelligenti’’ andando ad aumentare il flusso sanguigno nel cervello. Con la polvere di cacao si possono preparare delle maschere nutrienti che proteggono e nutrono i nostri capelli rendendoli più luminosi.
Il gusto del gelato di una volta
Adriano ha ereditato dal nonno questa passione. La sua “Cremeria” artigianale propone sapori autentici e genuini, dolci e prodotti per tutte le stagioni In via Pio Molajoni 40 sulla Tiburtina, vicino al mercato rionale, c’è una piccola e graziosa gelateria artigianale, La Cremeria di Adriano. In questo angolo del quartiere si può riscoprire con meraviglia il gusto vero del gelato di una volta. Adriano ha imparato da suo nonno, un vero mastro gelatiere che gli ha trasmesso la passione e la fedeltà per i sapori autentici e genuini. Gli ingredienti sono solo ed esclusivamente prodotti naturali: niente conservanti, coloranti, aromi e nessun preparato in polvere, solo prodotti freschi e accuratamente selezionati. Alla Cremeria di Adriano si possono gustare ottimi gelati artigianali, torte gelato, frappè, brioche, granite, e durante l’inverno vanno forte anche le crepes e un’ottima cioccolata calda aromatizzata con vari gusti: cannella, peperoncino, Strega. I gusti di gelato che vanno per la maggiore sono quelli classici: nocciola, cioccolata,
pistacchio sono i più richiesti durante tutto l’anno. Nel periodo estivo la frutta di stagione riesce a soddisfare tutti i palati, mentre nei periodi freddi i gusti più gettonati sono le creme, che ricalcano i sapori invernali. Un gusto particolare, già diventato un “cult” della gelateria, è “Adriano”, un’avvolgente crema al cioccolato fondente, aromatizzata allo zenzero, peperoncino, limone e corretta da una nota piacevole di Bourbon. Davvero speciale e molto apprezzato da tutti i clienti. Infine, con l’avvicinarsi del periodo natalizio, la gelateria farcisce anche ottimi pandori personalizzati. Da Adriano si può trovare gentilezza, qualità e sapori unici. Ce ne sono per tutti i gusti! Elisabetta Zazza
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novembre 2018 Nuove Proposte
società
turismo
Polignano: il magico gioiello della Puglia tra storia e natura di Pasquale Tocci
Agli inizi del III e IV secolo a.C. divenne un punto strategico per Taranto
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ra le destinazioni preferite dai turisti, che ogni anno scelgono di trascorrere le vacanze in Italia, c’è la magica Polignano. La cittadina pugliese ha registrato negli ultimi anni un numero elevato di visitatori. In questa storica città, nel II
millennio a.C., ci fu l’approdo degli Iapigi e gli abitanti dei villaggi si trasferirono nella zona del centro storico. Qui c’erano mercanti attici e corinzi, soprattutto nella famosa età del ferro, un periodo storico in cui la Terra di Bari assunse la denominazione di Peucezia. Agli inizi del III e IV secolo a.C., il territorio di Polignano divenne un grande punto strategico per Taranto, due città collegate per i rappor-
Nuove Proposte novembre 2018
ti commerciali. Polignano è stata sotto la giurisdizione dell’Impero Bizantino, successivamente ci furono i Normanni, gli Angioini e per vent’anni fu sotto le dominazioni veneziane. Tra i luoghi di grande interesse vi sono le cosiddette “Grotte di Polignano”, grotte e luoghi antichi risalenti alla dominazione romana, come il ponte della via Traiana che attraversa la Lama Monachile, una grande insenatura si-
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tuata a nord del centro storico, detta anche Cala Ponte. In piazza Vittorio Emanuele, molto interessante è la chiesa di Santa Maria Assunta vicina al cuore del centro storico, che internamente racchiude opere uniche dello scultore Stefano da Putignano. Molto visitate anche le chiese di Sant’Antonio e di San Cosma e Damiano di stile neoclassico, e l’abbazia di San Vito di fondazione benedettina.
online società
YouTube compie Tredici anni miliardi DI UTENTI OGNI mese di Giulio Bussinello
La piattaforma web è in continua crescita, da servizio di videosharing è oggi sempre più un’emittente televisiva online
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ouTube nasce il 14 febbraio 2005, con il lancio di un servizio di videosharing, ad opera di tre giovani dipendenti di PayPal. È una piattaforma sulla quale caricare filmati personali, il successo è immediato e non passa inosservato. Nell’ottobre del 2006 la startup viene ceduta a Google per la cifra di 1,65 miliardi di dollari in azioni. Si tratta di una delle acquisizioni più costose mai fatte da Google. Nel 2007 inizia il piano di internazionalizzazione della società, lanciando versioni localizzate in diverse lingue differenti dall’inglese. Grazie a una
lunga serie di accordi con alcuni dei maggiori produttori di film e serie tv, YouTube evita l’accusa di violazione del copyright. Nel novembre 2009, la piattaforma web lancia Show, una sezione accessibile agli utenti del Regno Unito contenente oltre 4mila spettacoli prodotti da oltre 60 partner. Pochi mesi dopo è il turno dei contenuti on demand, film e serie tv, accessibili agli utenti statunitensi, canadesi e britannici. Nell 2012 YouTube ospita e trasmette in diretta streaming un dibattito tra i candidati alla carica di presidente degli Usa, mentre il video musicale Gangnam
Style supera il miliardo di visualizzazioni. A inizio 2013 YouTube tocca l’ennesimo record, superando la soglia del miliardo di utenti unici mensili. Ciò permette al servizio di videosharing di mantenere la terza posizione dell’Alexa ranking dal 2010 ad oggi. Nel 2015 la piattaforma di video in streaming,
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nell’ottica di cambiare il proprio business, lancia negli Stati Uniti il servizio YouTube Red che permette di accedere a contenuti in esclusiva e di eliminare la pubblicità dai video, un’opzione a pagamento. Il nuovo servizio consente a YouTube di diventare sempre più un’emittente televisiva online.
novembre 2018 Nuove Proposte
società
business di ieri e di oggi
La via della seta, filo conduttore tra Oriente e Occidente di Salvatore Giorgio Dino
Nell’antichità grazie ai collegamenti terrestri, marittimi e fluvali si era creata un’ampia attività di scambio e commercio tra l’impero cinese e quello romano
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a oltre 2000 anni c’è un filo conduttore tra Oriente ed Occidente: una strada, una via di scambio di merci, ricchezze, idee e persone che hanno influenzato il mondo e la storia fino ai nostri giorni. Migliaia di anni fa nasceva uno dei primi imperi al mondo, quello persiano, che aveva creato un regno che andava dalle pendici dell’Himalaya alla Grecia, basato appunto sul commercio. La Persia era attraversata da canali, strade
e accordi commerciali che rendevano veloci gli scambi. E già nel 200 A.C. l’Impero Cinese aveva capito che mantenere la pace portava a scambi di ricchezze, e iniziarono delle trattative per creare una “unica strada” che collegasse l’Europa all’estremo Oriente. Iniziò così un’era di scambi - senza precedenti - di spezie, dottori, scienziati, idee e merci, prima tra tutte: la preziosa seta. Per
il controllo di questa rete di scambi si sono praticamente svolte le più importanti battaglie della storia. Alessandro Magno fu uno dei primi a capirne l’importanza per lo sviluppo di un nuovo tipo di impero “globalizzato”, e la stessa strada fu utilizzata dai primi cristiani per divulgare una nuova religione. Percorso che venne fatto anche dai mussulmani, cercando di creare un nuovo stato. Le
crociate sono nate, per esempio, come guerre di religione ma allo stesso tempo erano servite per riaffermare il controllo sulle vie commerciali che arricchivano la cultura araba e impoverivano quella europea. I mongoli di Gengis Khan fecero di tutto per controllare la via della seta in un via vai di nuovi equilibri, che si sono succeduti fino ai giorni nostri. Una storia continua di equilibrio e scambio.
Il genio della valle: Nolan Bushnell e la storia della Atari
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a Silicon Valley è una zona desertica e suburbana della California, una zona “depressa” per moltissimi anni e che intorno al 1960, per effetto di alcune deregolazioni fiscali, è diventata la patria delle aziende e delle idee che hanno rivoluzionato il futuro. Molto si deve a uno studente che si infilava di notte nei laboratori informatici dell’università per giocare con i computer: Nolan Bushnell, diventato famoso come il fondatore della Atari. In quel periodo i computer si affacciavano nelle scuole, erano ancora enormi macchine e alcune avevano precaricato un gioco chiamato “Space invaders”. Bushnell ne era drogato e passava intere notti a giocarci e, sera dopo sera, si rese conto del potenziale di questa nuova forma di intrattenimento, totalmente diversa,
Nuove Proposte novembre 2018
che i videogiochi potevano offrire. Decise così di fondare un’azienda: la Atari. Il primo gioco creato dalla ditta si chiamava “Pong”, aveva una grafica basica, due barrette che scorrevano e una pallina che richiamavano alla mente una partita di ping pong. Il gioco venne posizionato in un angolo di un bar. Passarono solo pochi giorni e il proprietario del bar disse che la macchina non funzionava. L’ingegnere capì subito il problema: la scatola che raccoglieva i quarti di dollaro in monete, che i clienti mettevano per giocare, era piena. La Atari scoprì così che ogni videogame da sala gli costava 300 dollari per essere prodotto e gli faceva incassare 350 dollari a settimana da chi lo utilizzava. Così la Atari divenne una delle multinazionali più famose al mondo. Da questo
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successo molte altre aziende del neonato settore tecnologico sono state attratte, contribuendo a rendere la Silicon Valley quella che è oggi.
Salvatore Giorgio Dino
economia società
Nuova tecnologia: COME FARE AZIENDA ecco la Blockchain IN UN MODO NUOVO di Salvatore Giorgio Dino
di Salvatore Giorgio Dino
In un convegno si è parlato dell’evoluzione del mercato delle criptomonete
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Le società benefit ridistribuiscono concretamente parte degli utili alla comunità
La blockchain è un’infrastruttura molto complessa basata sulla crittografia, sulla teoria dei giochi, sull’economia, sulla teoria della moneta e sulla teoria delle reti. Una tecnologia straordinaria, perché per la prima volta crea qualcosa nel mondo digitale, tipicamente sovrabbondante e riproducibile, di scarso e non duplicabile». Ha usato queste semplici parole Emanuele Cisbani per spiegare concretamente a chi gli chiedeva cosa fosse e come funzionasse la tecnologia, durante lo scorso evento del Morning Future. E ha continuato: «Rende tracciabile e trasparente qualcosa che nella storia è sempre stato collegato a una garanzia concretissima come quella dell’oro. Ma il mondo di queste tecnologie è appena nato, è effervescente». Questo è stato lo spirito di un convegno che si è occupato principalmente dell’evoluzione del mercato delle criptomonete, che finalmente sembra si stia stabilizzando. La vera sfida sarà quella di usare la tecnologia su nuovi progetti concreti, che vanno per esempio dalle catene manifatturiere alle assicurazioni e che concretamente presto impatteranno le nostre vite di tutti i giorni.
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ino ad oggi le società producono e lavorano avendo come scopo finale la distribuzione degli utili agli azionisti, un’impostazione economica vecchia di oltre cento anni. Nel 2010 in America qualcosa è cominciato a cambiare e sono nate delle società che si sono impegnate, per statuto, a ridistribuire concretamente parte degli utili alla comunità. Questo nuovo tipo di modello è stato importato in Italia, e ancor prima in Europa. Già nel 2016 cinque società italiane hanno cambiato costituzione diventando a tutti gli effetti le prime Società Benefit italiane. È una vera rivoluzione del modo di fare azienda, dove il paradigma stesso della compagnia si apre a investire nella comunità stessa creando un’economia circolare: il cosìddetto beneficio comune, ovvero il perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interessi. E per fare ciò viene nominato un nuovo tipo di manager per permettere alle aziende di conseguire questo ambizioso traguardo in modo responsabile, sostenibile e trasparente.
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società
arte
Madonna con il Bambino: il restauro svela un segreto di Elisabetta Zazza
Il capolavoro medievale di una delle icone più antiche e venerate di Roma è stata attribuita a Filippo Rusuti, grazie a un’iscrizione lungo la cornice
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l 18 ottobre, giorno di San Luca, il Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli ha presentato la mostra “Filippo Rusuti e la Madonna di San Luca in Santa Maria del Popolo. Il restauro e la nuova attribuzione di un capolavoro medievale romano”. Il giorno non è casuale, perché proprio San Luca, patrono degli artisti, è al centro delle dinamiche di questo grandioso restauro, che ha riportato alla luce
un’importante novità. La Madonna con il Bambino, nota anche come Madonna del Popolo o Madonna di San Luca, è una delle icone più antiche e celebri, nonché una delle più venerate della città di Roma. Ad essa è da sempre attribuito un potere miracoloso, in quanto si riteneva che fosse stata dipinta direttamente dalle mani del santo evangelista. Secondo un’antica leggenda, infatti, pare che San Luca avesse
Nuove Proposte novembre 2018
ritratto dal vivo la Vergine Maria. La sua fama di pittore della Madre di Dio si diffuse presto in tutto l’Occidente, specialmente a Roma, dove il culto della Vergine era più sentito e dove numerose erano le icone ad essa dedicate. Alcune di queste furono at-
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tribuite proprio all’evangelista, tra cui la Madonna di Santa Maria del Popolo. Ma questa attribuzione è stata di recente smentita a seguito dell’ultimo restauro, curato da Francesco Prosperetti. Un lavoro di squadra impeccabile tra storici dell’arte e restauratori ha portato alla luce il nome del vero autore dell’opera: Filippo Rusuti, artista che segnò la storia della pittura romana tra Duecento e Trecento. La nuova attribuzione si deve alla scoperta, dopo un’attenta opera di ripulitura, di un’iscrizione che corre lungo il margine superiore della cornice, nella quale si può leggere chiaramente la firma in maiuscola gotica dai contorni bianchi: PHILIPPVS RVSVTI PINXIT. Neanche gli addetti ai lavori si aspettavano una tale sorpresa, dal momento che le icone appartenenti a quel periodo solitamente non erano firmate. Questo restauro restituisce all’opera una visione nuova, alla luce della sua stessa autenticità. L’icona è stata esposta al Museo di Castel Sant’Angelo, dove è possibile vedere la “nuova” Madonna di Santa Maria del Popolo e visitare la mostra fino al 18 novembre.
nuove scoperte salute
la scoperta di uno scienziato italiano per eliminare le zanzare di Cristina Monaco e Andrea Vitale
Ci sarebbe un metodo per sterminare questi fastidiosi insetti, un risultato utile soprattutto per combattere la malaria. Ma quali conseguenze ci saranno in natura?
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inverno sta arrivando e le zanzare iniziano a scomparire, finalmente. Avete mai pensato all’eventualità che non tornino più? Uno scienziato italiano sì, ci ha pensato e ha trovato un modo per sterminare questi fastidiosi insetti. Andrea Crisanti, professore di
parassitologia molecolare dell’Imperial College di Londra, ha attuato un esperimento per bloccare la fertilità della zanzara femmina, in modo da interrompere ogni proliferazione ed estinguerle una volta per tutte. Per portare a termine l’esperimento, il professore ha inventato un metodo per modificare il Dna, detto “doublesex”: il gene viene alterato e fa sì che la zanzara femmina cresca con i geni di entrambi i sessi, rimanendo sterile. Inserendo queste zanzare modificate in una gabbia con degli altri insetti non modificati, si è notato che l’inte-
ra popolazione insettivora si è estinta in poco tempo. Noi siamo già pronti a goderci l’estate senza le moleste punture, ma lo scopo dell’esperimento va al di là di un semplice fastidio stagionale ed è molto più etico. L’obiettivo è quello di sterminare le zanzare portatrici di malaria: «Negli ultimi 20 anni i contagi per malaria sono andati continuamente diminuendo. Nel 2016 inve-
ce sono tornati ad aumentare. Forse abbiamo bisogno di più armi per la battaglia. Il nostro studio dimostra che il DNA modificato può essere una soluzione efficace» ha affermato Crisanti. La malaria in Africa uccide ancora centinaia di persone, ma siamo davvero pronti ad alterare inevitabilmente gli equilibri della natura? E soprattutto, saremo in grado di affrontarne le conseguenze?
LE POSSIBILI CAUSE DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE Dal lievito di birra individuate tre proteine, la cui mancanza o difetto, potrebbe scatenarne l’origine
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l Consiglio Nazionale delle Ricerche ha collaborato a uno studio effettuato su cellule di lievito di birra Saccharomyces cerevisiae (S. cerevisiae). La ricerca, pubblicata su “Scientific Reports”, ha condotto alla scoperta di tre geni che permettono di fabbricare altrettante proteine, la cui mancanza o difetto potrebbe essere la causa di malattie neurodegenerative nell’uomo. All’analisi, che ha utilizzato come strumento d’indagine il Tellurito di potassio, un composto la cui tossicità è collegata a malattie quali l’Alzheimer e il Parkinson, hanno partecipato anche ricercatori dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse
del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbr) e del gruppo di ricerca dell’Università del Salento. «Si è partiti dallo studio della Fratassina, una proteina collocata nei mitocondri, organelli cellulari presenti nell’uomo, piante e funghi, la cui funzione è produrre energia necessaria per la vita della cellula», spiega Luigi Del Giudice del Cnr-Ibbr. «Un difetto o assenza di Fratassina nei mitocondri causa nell’uomo la malattia neurodegenerativa conosciuta come atassia di Friedreich (Frda). Trovata anche nel lievito S. cerevisiae, abbiamo voluto studiarla, utilizzando come strumento di indagine proprio il composto del Tellurito. L’importanza dello studio sta nell’aver individuato un punto intermedio, tre proteine del ribosoma mitocondriale, nel
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percorso che associa i geni danneggiati alla malattia neurodegenerativa nell’uomo. Inoltre, l’identificazione di questi tre geni nucleari, potrebbe legarsi alla possibile produzione di farmaci con potenziale terapeutico per la cura di tali malattie».
Marcello Casciotti
novembre 2018 Nuove Proposte
salute
ricerca
Un algoritmo calcolerà i tempi di risveglio dei pazienti dal coma di Riccardo Borgia
Gli scienziati studiano un metodo per arrivare a un risultato preciso. A breve partirà la sperimentazione
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a tecnologia, soprattutto in campo medico, ha fatto ormai passi da gigante, sia per quanto riguarda le nuove tecniche di intervento sia per la ricerca. Proprio grazie a quest’ultima, un team di ricercatori tra i quali medici e psichiatri esperti, sta cercando di arrivare a un algoritmo in grado di calcolare i tempi in cui un paziente in stato di coma torni alle sue funzioni vitali normali. L’innovazione è rappresentata proprio dalla percentuale di attendibilità ovvero l’88% di successo. Spiegando nel dettaglio di cosa si tratta,
analizziamo le parole di uno dei principali responsabili del progetto ovvero il dottor Song Ming e dei suoi collaboratori più stretti. Grazie a un algoritmo ben definito, si potrà raggiungere il controllo della rete neuronale e soprattutto il monitoraggio dei miliardi di capillari che hanno la funzione principale di distribuire ossigeno alla stessa. Questo metodo, viene realizzato analizzando nel dettaglio il flusso sanguigno che arriva al nostro cervello. Fino ad ora il coma, che ricordiamo essere uno stato di incoscienza profonda dove
un paziente non reagisce a stimoli né interni né esterni, è rimasto sempre una grande incognita per quanto riguarda la situazione stessa e la durata, poiché presenta moltissime varianti come la diversa gravità o le cause da cui è dovuto, come traumi
celebrali o ad esempio abuso di sostanze chimiche. A breve, quindi, partirà la prima sperimentazione vera e propria che saprà dirci se questa nuova teoria rivoluzionerà la medicina moderna nel campo delle neuroscienze.
Un nuovo farmaco contro la sclerosi multipla: la ricerca fa passi in avanti L’ocrelizumab di Roche è stato approvato per il trattamento della malattia
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a sclerosi multipla, malattia neurologica che colpisce il sistema nervoso, è considerata la seconda causa di disabilità nei giova-
ni dopo gli incidenti stradali. Ogni giorno si hanno nuove diagnosi, soprattutto nella fascia di età 20-40 anni e in misura raddoppiata nelle
Nuove Proposte novembre 2018
donne. Fino a poco tempo fa in Italia non erano disponibili farmaci che potessero trattare le forme più aggressive della patologia, ma da qualche settimana è stato approvato il commercio di una nuova molecola, l’ocrelizumab, efficace sia per la sclerosi multipla recidivante che per la forma primariamente aggressiva. L’utilizzo di questa molecola permetterà di affrontare precocemente la malattia, anche nelle sue forme più insidiose. La molecola andrà a colpire in maniera selettiva solo alcune cellule del sistema immunitario, che nelle persone con sclerosi mostra dei difetti di funzionamento andando a colpire la mielina, sostanza
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che avvolge gli assoni che collegano i neuroni tra loro. Gli studi sperimentali hanno dimostrato l’efficacia della molecola nella riduzione delle recidive e nel rallentamento della progressione della malattia. Un altro aspetto innovativo del farmaco è la sua somministrazione ogni sei mesi per mezzo di un’infusione endovenosa, fino a questo momento le iniezioni andavano effettuate mensilmente. Un importante passo avanti per la lotta alla sclerosi multipla, anche se le ricerche dovranno continuare e alle Regioni spetterà il compito di mettere la molecola a disposizione dei neurologi ma soprattutto dei pazienti.
Claudia Pennacchio
rugby
sport
Italia-All Blacks a Roma test match di grande richiamo di Paolo Sabatini
Sfide di lusso per gli azzurri impegnati a novembre contro l’Irlanda a Chicago, con la Georgia a Firenze, con l’Australia a Padova e con la Nuova Zelanda nella cornice dello stadio Olimpico
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l 2019 sarà un anno importante per il rugby italiano. La nazionale guidata dal tecnico Conor O’Shea dovrà sostenere, infatti, tra febbraio e marzo il torneo del Sei Nazioni e tra settembre e novembre prenderà parte alla Coppa del mondo in Giappone. Per arrivare preparati al meglio a questi due importanti eventi, gli azzurri della palla ovale sono pronti a sostenere impegnativi test match in questi ultimi mesi del 2018, contro nazionali di primissima fascia. Il 3 novembre al Soldier Field di Chicago, Sergio Parisse e compagni affronteranno l’Irlanda, vincitrice dell’ultimo Sei Nazioni. Sette giorni più tardi a Firenze, sarà la volta della più abbordabile Georgia, prima del gran finale. Sabato 17 novembre infatti a Padova, presso lo stadio Euganeo, l’Italia dovrà vedersela con l’Australia e il 24 novembre, allo stadio Olimpico di Roma, gli azzurri dovran-
no fronteggiare i campioni del mondo in carica della Nuova Zelanda, in un antipasto di quella che sarà la sfida del prossimo mondiale con le due compagini sorteggiate nel medesimo girone eliminatorio. Tra i convocati del capo allenatore O’Shea sarà sicuramente assente Matteo Minozzi. L’estremo delle Zebre Rugby Club si è procurato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro nel match di esordio stagionale in Pro 14 contro Southern Kings, ed è stato sottoposto a un primo intervento chirurgico di ricostruzione della capsula articolare, cui seguirà un’operazione di ricostruzione capsulo-legamentosa che lo obbligherà a saltare le amichevoli invernali. L’auspicio è che possa essere pronto per la manifestazione giapponese del nuovo anno. Prosegue, intanto, con grande successo la vendita dei biglietti per le partite, ci si avvia verso il sold out. C’è
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Fotosportit per gentile concessione
grande attesa in Italia per i Cattolica Test Match, che come ha dichiarato il presidente della Fir Alfredo Gavazzi «rappresentano un momento di promozione del nostro sport verso il grande pubblico, e gli eventi in programma allo Stadio Olimpico di Roma segnano tradizionalmente il momento più alto, emozionante e coinvolgente della nostra visione del grande rugby internazionale».
novembre 2018 Nuove Proposte
sport
atletica
maratona, New York si accende per l’evento più famoso al mondo di Riccardo Borgia
Il suggestivo ponte di Verrazzano torna come ogni anno protagonista per l’edizione 2018: ecco il tracciato che percorreranno gli atleti
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l 4 novembre 2018, come da tradizione, la Grande Mela ospita una delle maratone più suggestive e famose al mondo. Molti saranno i professionisti pronti al nastro di partenza ma anche atleti amatoriali, vorranno cimentarsi con il duro percorso che li attende. I circa 52 mila partecipanti partiranno dal celebre ponte intitolato al navigatore italiano Giovanni da Verrazzano per terminare la 42 chilometri e tagliare il traguardo a Central Park. Analizziamo però meglio il tracciato. Dopo la prima salita di quasi due chilometri
per superare il ponte, si arriverà nel quartiere di Brooklyn, dove i primi gruppi di pubblico inizieranno a incitare gli atleti. Da qui in poi, per i successivi 20 chilometri circa, si attraverserà la parte più pianeggiante del tracciato, per dare un po’ di respiro alla competizione. Subito dopo, infatti, si passerà a uno dei più suggestivi quartieri di New York ovvero il Queens, dove i corridori, arrivati a metà gara, affronteranno il Pulanski Bridge, determinate per definire i primi favoriti. Si proseguirà poi nel punto più difficile di tutti ovvero il ponte del
Queensborough lungo ben 800 metri, tutti in salita, che si concluderanno sulla 1st Avenue e successivamente nel quartiere del Bronx e ad Harlem. Arriviamo così alla fine, allo splendido e ricchissimo centro di Manhattan, sempre affollato, per poi
terminare la competizione nel cuore verde della città, ovvero Central Park. In ultimo, gli organizzatori, visto l’elevata difficoltà della maratona hanno introdotto un tempo limite di 8 ore, per permettere così a tutti di terminare il tracciato.
Costruzioni Impiantistica Disconnettersi dalle distrazioni, Opere di pittura la tecnologia come una droga Ristrutturazioni
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esoterismo
approfondimento
Gli alfabeti esoterici “nascosti” di Fabio Bogi
Breve excursus sui simboli che costituivano i messaggi dei templari e della massoneria
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i è tanto parlato di come alcune società “segrete” potessero comunicare fra loro senza che i cosiddetti “profani”, che si trovassero di fronte a tali documenti, avessero cognizione alcuna del significato reale degli stessi. Ovviamente questa non è un’esplicitazione che permetta la completa comprensione di qualsiasi messaggio perché non è sufficiente leggere cosa c’è scritto nel documento. È necessario e indispensabile soprattutto comprenderne il significato nascosto, quello esoterico, ma per quello non sarebbe sufficiente neppure un’intera enciclopedia perché l’esoterismo non si studia sui libri, si pratica e si vive sulla propria pelle giorno dopo giorno. È però possibile chiarire ai non iniziati alcuni aspetti che permetteranno loro di togliersi qualche curiosità e decifrare, pur senza capirne il profondo e recondito
significato, la maggior parte delle iscrizioni presenti su edifici e documenti relativi alle cosiddette “società segrete”. Poi, chi sarà “in grado di intendere” avrà un prospetto da usare per la propria conoscenza. È noto che i Templari facessero uso, in alcuni dei loro documenti più delicati, di un alfabeto segreto di 25 lettere (ponendo I = J), ottenute dalla scomposizione, con l’aggiunta di alcuni punti, degli elementi della croce detta “Croce delle otto beatitudini”, così chiamata perché presenta otto punte, o cuspidi; dipinta di solito in colore rosso sugli edifici sacri, era comune anche all’Ordine di San Lazzaro e a quello degli Ospitalieri, divenuti poi Cavalieri di Cipro e infine Cavalieri di Malta.
Essa deriva direttamente dall’Ottagono e si ottiene tracciando i suoi raggi e alcune diagonali; eredita pertanto tutta la simbologia associata all’Ottonario, ossia alla simbologia rappresentata dal numero 8.
Figura.1
Ecco quindi uno schema completo dei simboli relativi alle singole lettere, simboli che riuniti generano nuovamente la croce delle otto beatitudini. (vedi Figura 1) Una sua principale caratteristica è che essa si duplica in una croce interna più piccola, formata da quattro identici triangoli isosceli opposti al vertice. Vediamo quindi dettagliatamente come si ottengono le varie lettere partendo dalla croce delle otto beatitudini. Un primo schema ci dà subito l’idea:
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L’ottagono e le otto punte della “croce delle Beatitudini”, evocano l’ottonario, cioè il doppio quaternario (attivo e passivo), che riassume l’equilibrio costruttivo delle energie cosmiche. Esso unito alla “N” centrale rappresenta l’Enneade, il numero nove che - secondo l’esoterismo - simboleggia l’armonia e l’unione della vita animale, spirituale ed emotiva. Altrettanto singolare risulta essere l’alfabeto massonico
novembre 2018 Nuove Proposte
approfondimento
esoterismo casella centrale. Anche qui ricorre la simbologia e il significato del numero nove. Queste caselle determinano le lettere dell’alfabeto, con la seguente particolarità: per la prima lettera si segna solo il profilo della casella, mentre per la seconda si aggiunge un punto nella stessa.
che trae origine non da un simbolo religioso, ma dalla cosiddetta tavola tripartita che si ottiene tracciando una coppia di rette parallele e tagliandole con un’altra coppia di rette parallele tra loro e perpendicolari alla prima coppia, in modo da ottenere una suddivisione in nove parti disposte in tre linee e in tre colonne. Si ottengono
così nove caselle di forma quadrata il cui contorno è tracciato solo parzialmente ed è completo per la sola
Nuove Proposte novembre 2018
Inoltre, visto che non è possibile classificare tutte le lettere, oltre allo schema di nove caselle che ovviamente servirebbe solo per diciotto lettere, ne viene usato un secondo composto da due segmenti obliqui che si incrociano perpendicolarmente.
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Ecco quindi i due schemi:
Ed ecco la codifica degli stessi (vedi figura in basso): Tutto questo servirà solo per leggere tante iscrizioni sibilline ai più, anche se non sarà, giustamente, in grado di svelare il significato arcano di quanto gli iniziati e adepti a queste società hanno inteso comunicare. Ma per ora fermiamoci qui.
adozione
focus
Adozione: un lungo cammino di ricostruzione del sé di Elisabetta Zazza
La dottoressa Ilaria Martelli Venturi ci spiega cosa significa adottare un bambino e come affrontare in maniera consapevole una scelta tanto bella quanto coraggiosa
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n Italia sono ancora molte le coppie che, non riuscendo ad avere figli in modo naturale o avendo un desiderio profondo di allargare la famiglia, ricorrono all’adozione. Una scelta di grande generosità e impegno che negli ultimi anni e per diversi fattori è scesa drasticamente, ma tuttavia resiste. Il mondo è pieno di bambini che hanno bisogno di amore, di cure, di una famiglia, per questo l’adozione non è soltanto una scelta individualista che riguarda il desiderio di una coppia di diventare genitori, ma è anche e soprattutto una scelta coraggiosa. Ma cosa comporta per una coppia, dal punto di vista psicologico ed emotivo, una scelta del genere? A quali problematiche si va incontro e come prepararsi in maniera consapevole? A queste domande ci risponde la dottoressa Ilaria Martelli Venturi, Dirigente Psicologa Asl Roma 1 e Responsabile Adozioni internazionali sede di Roma Nadia Onlus. «Adottare un bambino è davvero una scelta coraggiosa – spiega la dottoressa Martelli Venturi –. Non a
caso, durante la valutazione sull’idoneità genitoriale, i professionisti del settore tendono un po’ a scoraggiare le coppie, sia per sondarne la motivazione, sia per capire le risorse che hanno i due coniugi per far fronte a un percorso così bello quanto impegnativo. Lo dico come psicologa, ma anche come mamma adottiva». Ma genitori si nasce o si diventa? «Non è un luogo comune quando si dice che “fare il genitore è il mestiere più difficile” – aggiunge –, perché non esiste un manuale di istruzioni e non esiste il genitore perfetto: bisogna lavorare su se stessi per essere capaci di dare stabilità e sicurezza al proprio figlio, per aiutarlo a sviluppare una personalità sana ed equilibrata. Se essere un genitore è difficile, lo è ancora di più essere un genitore adottivo, perché richiede delle competenze in più, una sensibilità e una capacità di comprensione degli stati emotivi del bambino superiori a quelli di un genitore biologico, perché i bambini adottati hanno spesso subito esperienze di abusi, maltrat-
tamenti, trascuratezza, abbandono, elementi con cui un genitore adottivo dovrà fare i conti per tutta la vita, senza mai dimenticarsene». Quanto è complesso un percorso di adozione? «Adottare significa mettersi in gioco profondamente per essere in grado di costruire un rapporto d’amore con un figlio nato da altre persone e che ha bisogno di risanare una grave ferita per ricostruire la propria identità. Le prime fasi dell’adozione sono, infatti, le più cruciali: soprattutto nei primi due anni, periodo nel quale il bambino deve riorganizzarsi per costruire un legame con i nuovi genitori e imparare a fidarsi di loro, si possono presentare alcune situazioni tipiche che è necessario saper affrontare con consapevolezza. Il bambino potrebbe assumere atteggiamenti allarmanti, come estrema autosufficienza o insicurezza, mancanza di autostima, distanza, rabbia o diffidenza: bisogna lasciare che il piccolo si esprima e si adatti alla nuova situazione rispettando i suoi tempi affinché l’adattamento avvenga in modo graduale. Costruire l’idea di famiglia è il primo passo per realizzarla concretamente». Un cammino lungo sì, ma
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fatto insieme giorno dopo giorno. «Il bambino deve avere la sicurezza di essere amato sempre e comunque – conclude Ilaria Martelli Venturi –, anche quando sbaglia: un buon genitore deve imparare a comunicare con lui bilanciando i comportamenti amorevoli con quelli autorevoli, dargli sostegno, fiducia e un affetto e una presenza costanti. Un giorno, quando sarà grande, farà domande sulla sua origine e i genitori dovranno rispondere con molta serenità, dandogli tutte le spiegazioni di cui avrà bisogno: aiutarlo nel processo di riparazione prevede anche il recupero della sua storia, della sua identità. Adottare significa, in sostanza, ridonare al bambino una visione del sé e del mondo che sia finalmente equilibrata, positiva e serena».
novembre 2018 Nuove Proposte
focus
adozione
L’adozione nazionale dei minori di età: presupposti e procedimento Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nella famiglia di origine, se questa non è in grado di provvedere al bambino trovano allora applicazione gli istituti dell’adozione e dell’affido
L’
adozione di minori di età è un istituto disciplinato dalla L. 4.5.83, n. 184, come modificata dalla successiva L. 28.3.01, n. 149. Per il legislatore il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia di origine e le condizioni di indigenza dei genitori o di quello, tra questi, esercente la responsabilità genitoriale, non possono essere di ostacolo a ciò. Spetta allo Stato, alle Regioni e agli enti locali sostenere, con idonei interventi, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire le situazioni di abbandono del minore. Soltanto quando la famiglia di origine non sia in grado di provvedere alla crescita e all’educazione del minore, trovano applicazione gli istituti dell’adozione e anche dell’affidamento temporaneo (a una famiglia, preferibilmente con figli minori, o anche a una persona singola). Con particolare riguardo all’adozione nazionale di un minore, affinché possa esse-
re disposta, devono ricorrere alcuni presupposti. Con riferimento agli adottanti: - devono essere coniugati da almeno 3 anni; - tra di loro non deve esistere, e non deve avere avuto luogo negli ultimi 3 anni, separazione personale, neanche di fatto; - legittimati sono anche coloro che hanno convissuto in modo stabile e continuativo prima del matrimonio per un periodo di 3 anni, nel caso in cui il Tribunale per i minorenni (TM) accerti la continuità e la stabilità della convivenza; - devono essere affettivamente idonei e capaci di educare, istruire e mantenere i minori che intendano adottare; - la loro età deve superare di almeno 18 anni e non più di 45 l’età dell’adottando; - i limiti di età possono essere derogati se il TM accerta che dalla mancata adozione possa derivare un danno grave e non evi-
Nuove Proposte novembre 2018
tabile per il minore; - non è preclusa l’adozione quando il limite massimo di età degli adottanti sia superato da uno solo di essi in misura non superiore a 10 anni, o quando essi siano genitori di figli anche adottivi dei quali almeno uno sia minorenne, o quando l’adozione riguardi un fratello o una sorella del minore già dagli stessi adottato. Con riguardo al minore da adottare: - deve trovarsi in una situazione di abbandono, in quanto privo di assistenza morale e materiale – non dovuta a causa di forza maggiore di carattere transitorio - da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi; - deve essere dichiarato in stato di adottabilità dal TM del distretto nel quale si trova. Riguardo al procedimento, coloro che intendono adottare devono presentare domanda al TM che - in base a indagini effettuate riguardanti, in particolare, la capacità di educare il minore, la situazione personale ed economica, la salute, l’ambiente familiare dei richiedenti, i motivi per i quali essi desi-
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derano adottare - sceglierà la coppia maggiormente in grado di corrispondere alle esigenze del minore. Prima di decidere se disporre o meno l’adozione è previsto un periodo di affidamento preadottivo del minore alla coppia, della durata di un anno (prorogabile di un altro anno), volto a verificare sia se il minore riesca a integrarsi nella nuova famiglia, sia se gli adottanti abbiano adeguate capacità genitoriali. Decorso questo tempo, il TM decide, con sentenza, se dar luogo o meno all’adozione. Con l’adozione cessano i rapporti dell’adottato verso la famiglia d’origine (salvi i divieti matrimoniali) e il minore acquista lo stato di figlio nato nel matrimonio degli adottanti, dei quali assume e trasmette il cognome. Avv. Katia Mascia
adozione focus Il percorso dell’adozione non è mai semplice. È una strada in salita, che comincia spesso da un grande dolore o da un grande desiderio, che attraversa tempi di lunga attesa, snervanti colloqui e a volte viaggi dall’altra parte del mondo. Tutto, però, poi sfocia in una gioia immensa, quella di essere genitore, di sentirsi chiamare mamma o papà, al di là di un parto o di un concepimento. Perché un figlio è l’essenza pura della vita.
Lettera di una “mamma di cuore”
Dopo l’attesa finalmente sono papà
di Maria Teresa Alampi
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hi intraprende un’adozione non sa di avventurarsi in un mondo delicato e straordinario. È un’esperienza tutta in salita, essenza di ogni tipo di genitorialità. Due dolori che si incontrano: la sterilità e l’abbandono, la sofferenza di patire una condizione non “biologica” e la consapevolezza di essere stati rifiutati sin da piccoli. Sono una mamma adottiva. I primi tempi in cui ho preso questa decisione mi sono sentita fragile e inadeguata; poi improvvisamente una forza inaspettata mi ha dato il coraggio di affrontare tutti gli ostacoli che avrei incontrato sul mio cammino (e ce ne sono stati molti!). La mia riservatezza caratteriale ha affrontato l’imbarazzo dei colloqui e l’ansia dell’attesa. Finalmente una sera la telefonata che mi comunicava la partenza. Il mio bambino è in mezzo a tanti altri disorientati e dallo sguardo triste; li avrei voluti coccolare tutti e mi sentivo in profondo imbarazzo sapendo di poterne portare via soltanto uno. Viktor mi viene incontro sorridente con le braccine tese e mi chiama subito “mamma”. Ho vissuto la gioia del nostro primo incontro come se lo avessi davvero partorito! Mi sono sentita svuotata, ma anche investita di una nuova responsabilità. Non avevo allora la netta percezione di quello che significa essere mamma. Sono sempre stata convinta del fatto che l’amo-
di Maria Teresa Alampi
re risolva ogni cosa, anche perché non c’è un manuale che ti insegni a fare il genitore. Ero consapevole che quel figlio non era cresciuto dentro di me, ma avevo voglia di legittimarlo comunque, ai miei occhi e a quelli della società che, curiosa, continua nel tempo a fare domande. Non volevo sentirmi dire che avevo fatto una buona cosa, né tanto meno che mi fossi appropriata di un dono che non mi apparteneva. Il mio bambino non sapeva baciare: quando le sue manine paffute mi hanno preso il viso e costretto a guardarlo negli occhi ho capito che l’amore per un figlio non ha dimensione e quel momento sarebbe rimasto indelebile nella mia mente e nel mio cuore.
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on ama volare M.B. Eppure il giorno del suo 43° compleanno si ritrova, agitato ma contento, seduto su un aereo diretto in Ucraina. Lui che aveva perso il suo adorato papà, nonostante la paura, è soddisfatto perché ora sta per adottare un bambino. Una nuova avventura e un bagaglio di emozioni. È un uomo tranquillo e di poche parole e si è sottoposto ai giudizi più disparati di psicologhe e assistenti sociali. Quando varca la porta dell’istituto, che ospita il “suo bambino” e lo vede per la prima volta, ha un’irrefrenabile voglia di stringerlo tra le braccia in un gesto che lascia dietro di sé lunghi anni di attesa. Il sogno è diventato realtà e non riesce a proferire
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parola nemmeno quando, in un giugno caldissimo, estrae dal taschino della sua camicia una gustosa merendina che il bimbo accoglie sapientemente tra le sue manine. Adesso pensa di aver finalmente gettato le fondamenta per un rapporto che, anche attraverso momenti difficili, sarà il futuro di entrambi. Centinaia di foto li ritraggono insieme orgogliosi di apparire così diversi l’uno dall’altro. Si scambiano teneri sguardi: il blu profondo degli occhioni del piccolo si mescola al nero carbone dei suoi. Il bambino cresce sereno e il suo papà fa di tutto per coprire le marachelle infantili prima e gli scontrosi atteggiamenti adolescenziali dopo. Lo segue nello sport, lo incoraggia sempre, lo consola nei momenti bui, risponde ai suoi mille “perché”. Oggi suo figlio ha vent’anni. Alla domanda «Lo rifaresti?» M.B. non esita un solo istante: la commozione gli impedisce di rispondere, ma la lacrima che si intravede attraverso le lenti conferma la gioia che riempie la sua vita sin dal primo giorno in cui lo ha incontrato.
novembre 2018 Nuove Proposte
speciale
intervista
Mail: flavio@pcn.net Facebook della Parrocchia: www.facebook.com/santamaria.materdei Sito della Parrocchia: www.parrocchiamaterdei.it Storia, cultura e attualità orionina: www.messaggidonorione.it
«Alla costruzione del mondo collaborano Dio e l’uomo» di Paolo Paolacci
Intervista a Don Flavio Peloso, sacerdote della Congregazione di Don Orione, parroco a Santa Maria Mater Dei di Roma
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hi è don Flavio Peloso oggi… È un sacerdote della Congregazione di Don Orione, parroco a Roma, nella Parrocchia Santa Maria Mater Dei. Giunto ai 66 anni, mi pare di essere ancora uno con il gusto di conoscere, di incontrare, di fare del bene. Chi è stato fino a qualche anno fa? Fino a due anni fa sono stato superiore generale dell’Opera Don Orione. Che significa essere orionino? Uomo, cristiano, orionino sono un tutt’uno per me. Sono cresciuto nella famiglia orionina e il carisma di Don Orione è nella filigrana del mio tessuto di vita come fiducia nella Divina Provvidenza, come attenzione verso chi è povero di beni e di Dio, come amore al Papa e alla Chiesa luogo di fraternità universale. Che cos’è la religione cattolica rispetto alle altre? È la risposta umana a Dio che ha voluto dare notizie di sé per salvarci dalla miseria di non sapere bene chi siamo, dove andiamo, cosa è bene o male per noi. È il legame (religione significa legame, unione) che si crea tra Dio, che si è rivelato creatore e padre, e l’uomo, che si riconosce creatura e figlio. Perché contendersi quasi un dio e non percepire la Grande Armonia? Non c’è da contendere Dio, piuttosto bisogna tendere a Dio. Se l’uomo crea dio, allora ci sono tanti dei. Ma se Dio ha creato l’uomo, ed è all’origine
della vita, allora c’è un solo Dio che mette in armonia tutto e tutti. L’uomo da sempre ha creduto: in che cosa? La storia e la fenomenologia delle religioni documentano che l’uomo, in tutte le epoche e in tutte le culture, ha colto la sua finitezza, e questo è il primo atto di ragione e di fede insieme. Poi, guidato dal senso della finitezza è andato “come a tentoni” cercando l’infinito, Dio, con il quale entrare in contatto, fidandosi di indizi, di intuizioni dell’anima, di insegnamenti di saggi, e qualche volta anche di imbroglioni. Sono nate tante espressioni religiose, religioni. E i cristiani in che cosa credono? La storia ebraico-cristiana non racconta dell’uomo che cerca Dio, ma di Dio che cerca l’uomo ed entra in relazione con lui. Il massimo di questa relazione si ebbe quando Dio “venne ad abitare in mezzo a noi” con il figlio suo Gesù, vero uomo e vero Dio. Ma il bello è che questa presenza continua non più storicamente (Gesù è vissuto tra noi per poco più di 30 anni) ma sacramentalmente, cioè con dei segni (sacramenti) che trasmettono lo Spirito, cioè la presenza di Dio. La storia della relazione continua. Che differenza c’è tra la ricchezza e la povertà dei rappresentanti della Chiesa? Intanto bisogna dire che ogni cristiano è rappresentante della Chiesa. Se per rappresentanti si intendono persone che hanno un’autorità o un ruolo speciale nella Chiesa, allora il discorso si fa più semplice. Chi vive con cuore e con stile umile e povero rappresenta bene la Chiesa, mentre
Nuove Proposte novembre 2018
chi vive con cuore e con stile orgoglioso e ricco la rappresenta male. Questo ha mostrato e insegnato Gesù, questo ha documentato la storia. Quanto tempo abbiamo per far crescere un mondo migliore? Non abbiamo molto tempo. Abbiamo il nostro oggi. Non c’è da perdere tempo. Io, conoscendo che Dio è presente nel mondo, so che alla costruzione del mondo collaborano la mano della Divina Provvidenza e la mano dell’uomo. Quanto più agiscono in sintonia e in collaborazione tanto più il mondo migliora. Diversamente, accade che una mano fa e una disfa. Ho letto il suo articolo sulla rivista “Don Orione oggi” di maggio 2018, dove parla dell’abilità di San Luigi Orione come talent scout? Lanciò in un futuro brillante molti giovani… Don Orione fu un eccellente talent scout per capacità innata, per amore del bene, per l’interesse del futuro dei giovani. Quando vedeva buoni talenti di studio o di arte nei giovani, Don Orione li incoraggiava e li sosteneva nello studio sino al loro decollo. Fu così con Ignazio Silone (19001978) letterato, Ezio Carabella (1891-1964) musico, Gaspare Goggi e Cesare Pisano (19001964) due santi discepoli, solo per citarne alcuni. Ma con tutti era così. Chi sa vedere e sa far vedere il futuro ai giovani è un educatore talent scout. Don Orione aveva chiaroveggenza e fiducia nella Divina Provvidenza. Sapeva tradurre gli ideali in realtà e sapeva elevare la realtà agli ideali. Un buon educatore deve avere la concretezza dell’uomo pratico e la consuetudine nel discernere le ispirazioni dello Spi-
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rito per mettersi al riparo sia dai rischi del sognatore e sia dalla miopia del pragmatico. Ci sono uomini sospesi e uomini affogati, altri che respirano e altri che sognano: di cosa ha bisogno l’umanità? L’umanità ha bisogno di tutti: chi è sospeso spesso impara la concretezza e trasmette la voglia di vivere; chi è affogato spesso diventa salvatore di altri in condizione disperata; chi respira la normalità e la bellezza feriale della vita può diventare riferimento per chi attraversa affanni e turbolenze; chi sogna può dare orizzonte a chi vive un’esistenza piatta e cinica. L’umanità ha proprio bisogno di tutti, non c’è nessuno da scartare. Ma l’umanità ha bisogno soprattutto di “fratelli” che vivano coinvolgimento, solidarietà, cura, gratitudine, fiducia nel futuro. Purtroppo il terzo cardine dell’umanesimo laico – liberté, egalité, fraternité – senza il Padre non regge. Il pacifismo di Gesù e la totale inflessibilità delle sue certezze: è questo che non abbiamo capito? E perché? Grazie. Chi conosce la verità non è inflessibile ma fermo, proprio perché sa. E Gesù sapeva una cosa fondamentale: che Dio è Padre, che noi siamo figli suoi e fratelli tra di noi. Sapendo questo, si piegava con compassione e dolcezza a tutti, a storpi, ciechi, lebbrosi, a eretici, prostitute, oppressori e nemici. Tutti fratelli. Il pacifismo spesso indica solo degli obiettivi e compie gesti simbolici, ma non ha la passione e forza per raggiungerli. Solo la fraternità dà l’intelligenza e l’energia per tendere alla pace. Don Orione diceva che “solo la carità salverà il mondo”.
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l sogno è una delle attività del corpo umano più misteriose e gli scienziati nonostante i balzi tecnologici non hanno ancora trovato una teoria univoca per spiegarne il fenomeno con certezza. Il sogno è uno stato della mente e fin dagli albori l’uomo ha cercato di raggiungerlo attraverso, ad esempio, gli sciamani o bevendo “pozioni” o attraverso la preghiera. Essere coscienti nei propri sogni è la missione di intere religioni che igile è quello degli occhi che con i suoi movimenti “inseguono i sognirio ato e se non si ricorda, sempre ad occhi chiusi, bisogna richiamare un sogno qualsiasi immaginando di esserci dentro. Ripetere questa procedura per una settimana e le probabilità di essere coscien-
mentre si dorme semGAMMAteplicemente PER VETTURE raddoppiano. BENZINA/DIESEL EURO 6 te raddoppiano.po umano più misteriose e gli scienziati nonostante i balzi tecnologici non hanno ancora trovato una teoria univoca per spiegarne il fenomeno con certezza. Il sogno è uno stato della mente e fin dagli albori l’uomo ha cercato di raggiungerlo attraverso, ad esempio, gli sciamani o bevendo “pozioni” o attraverso la preghiera. Essere coscienti nei propri sogni è la missione di intere religioni che igile è quello degli occhi che con i suoi movimenti “inseguono i sognirio ato e se non si ricorda, sempre ad occhi chiusi, bisogna richiamare un sogno qualsiasi immaginando di esserci dentro. Ripetere questa procedura per una settimana e le probabili-
GAMMA PER VETTURE IBRIDE tà di essere cosciente mentre si a cercato di raggiungerlo attraverso, ad esempio, gli sciamani o bevendo “pozioni” o attraverso lun sogno qualsiasi immaginando di esserci dentro. Ripetere questa procedura per una settimana e le probabilità di essere cosciente mentre si dorme semplicemente raddoppiano.te r
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la tecnologia come una droga
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e stai leggendo questo articolo e hai meno di 35 anni passi su internet, secondo gli studi, circa 60 ore al mese, se sei più grande poco di meno, se sei più piccolo le medie aumentano. Questi sono i risultati delle ultime ricerche che parlano di interazione tra uomo e computer. Più di 2 ore al giorno tutti i giorni, ed essendo l’utilizzo frammentato e distribuito nella giornata dei nativi digitali, cioè tutta quella generazione nata da 20 anni a questa parte, stanno nascendo nuovi fenomeni di vera dipendenza dalla tecnologia. Sempre più ricerche stanno studiando il fenomeno di come la parte virtuale della nostra vita si stia unendo a quella reale, creando fenomeni paragonabili alle più classiche droghe. È stato studiato come spesso il bru-
sco distacco da un oggetto di uso quotidiano, come il nostro cellulare, porti le persone a un senso di frustrazione, rabbia, ossessione: tutti gli stessi effetti che si hanno con l’utilizzo delle sostanze stupefacenti. Addirittura, gli scienziati hanno verificato, nel campione di persone analizzato, fenomeni di allucinazione, arrivando a sentire il telefono vibrare o squillare anche se questo realmente non accade. Sono sicuro che a tutti noi è successo almeno una volta tutto ciò e secondo gli psicologi proprio
questo fenomeno dovrebbe farci preoccupare. Ma perché succede? Il motivo principale, a quanto pare, è che l’uomo prova un’attrazione e un legame molto intimo con una macchina intelligente.
Salvatore Giorgio Dino
approfondimento
storia
L’evoluzione della fotografia di Pasquale Tocci
L’immagine è stata da sempre considerata in campo artistico l’espressione della verità e della realtà
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el XIX secolo nacque la fotografia. Il termine deriva dal greco phòs (luce) e graphìa (scrittura), e significa letteralmente scrittura con la luce. Un’arte che ha attratto tantissime persone, sia per pura e semplice passione e sia perché è uno strumento indispensabile in attività commerciali, artistiche, pubblicitarie, giornalistiche e scientifiche. In campo artistico, infatti, rappresenta la verità e la realtà, perché molti pittori come Manet, Degas, e Toulouse Lautrec consideravano l’immagine fotografica l’espressione finale delle ope-
re pittoriche, permettendo l’esaltazione del chiaroscuro e dei particolari e le qualità dei soggetti. Nel 1859 la fotografia fu presentata a Parigi all’Esposizione di Belle Arti, dove il legame tra arte e realtà divenne fortissimo, ma si completò solo con l’affermarsi dell’impressionismo, che esaltava la luce, la natura, la vita quotidiana e le particolarità. Una delle prime esposizioni del movimento si tenne nell’atelier del fotografo e pittore francese Nadar. Gli artisti osservavano tutti i particolari delle foto, cercando di captare il movimento della figura in ogni
Nuove Proposte novembre 2018
istante. Edgar Degas, infatti, studiò attentamente le fotografie delle nature morte, per capire l’asimmetria, i colori esaltati dalla luce e gli elementi casuali delle immagini. Queste ricerche lo portarono ad analizzare anche le fotografie in sequenza. Dopo l’impressionismo, spinti dalle nuove esigenze espressive,
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tutti i professionisti dell’arte utilizzarono le loro opere per estrinsecare la condizione interiore. Oggi la fotografia è una forma d’arte concreta, particolare e d’impatto, che riscuote fortissimo successo nella nostra società anche attraverso i social network e le piattaforme tecnologiche mondiali.
tecnica approfondimento
Le migliori app per gestire la casa
di Cristina Monaco
Organizzare il frigo, ordinare il guardaroba o fare il bucato: c’è un’applicazione per tutto
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onostante i nostri nonni continuino a ripeterci che “si stava meglio quando si stava peggio”, c’è da dire che la tecnologia ci ha aiutato non poco. Risparmiandoci lavori faticosi e macchinosi, la tecnologia e Internet ci hanno davvero reso la vita più semplice. Non solo comunicazioni e ricerca di informazioni: l’aiuto adesso arriva
anche dentro casa nostra, con applicazioni per telefono sempre più utili e funzionali. WashApp, ad esempio, è l’app gratuita per il bucato! Non farà la lavatrice al posto nostro, ma ci aiuterà di certo a decifrare le etichette sui vestiti, spiegherà come eliminare le macchie da un particolare tessuto e come lavare al meglio il nostro capo preferito.
Se il problema è invece l’indecisione davanti al frigorifero, esiste un’app anche per questo. Svuotafrigo ci aiuterà a decidere cosa cucinare a partire da quello che c’è nel frigo, o nella dispensa. Basta inserire gli ingredienti a disposizione e l’app troverà tutte le ricette abbinate. FrigOK invece servirà dopo gli acquisti: basterà fotografare i prodotti e la loro data di scadenza, e l’app ci avvertirà di consumarli prima che scadano. Se il vostro portafoglio è un caos di tessere fedeltà,
avete bisogno di Stocard: l’app che registra le tessere tramite codice a barre e le racchiude nello smartphone, per averle sempre a portata di mano. Smart Closet sarà il vostro salvavita se la mattina perdete almeno mezz’ora davanti all’armadio. L’app ci aiuterà ad organizzare e pianificare i nostri look: basterà fotografare i capi nell’armadio e scegliere gli abbinamenti preferiti. Insomma, cari nonni, non avreste voluto anche voi queste fantastiche app?
Auricolari addio, voce e suoni riprodotti dagli innovativi e utili cerotti smart Dalla Corea del Sud arrivano dispositivi hi-tech su pelle che trasmettono onde sonore
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innovazione tecnologica muta il modo di usufruire servizi e benefici da parte degli utenti. Ne è una chiara dimostrazione il cerotto smart, l’ultima ideazione proveniente dalla Corea del Sud, che consentirà di propagare suoni e voci alla pelle mediante nanomembrane applicate sulla cute, mandando così in pensione l’odierna tecnica della trasmissione auricolare. Nei laboratori del National Institute of Science and Technology di Ulsan, infatti,
sono stati realizzati dei minuscoli reticoli di fili d’argento, rivestiti da strati polimeri, in grado di emanare segnali acustici entrando in contatto con gli strati cutanei. Nel caso vengano impiegati come altoparlanti, i reticoli metallici presenti nei cerotti smart si surriscalderanno fino a 33 gradi quando riceveranno un segnale audio (proveniente ad esempio da un dispositivo che trasmetta musica), generando delle variazioni nella pressione dell’aria che verranno percepite dalle orecchie come onde sonore. Viceversa, se impiegati come microfoni, i reticoli convertiranno le onde sonore prodotte dalla voce in
segnali elettrici e tali impulsi potranno poi essere inviati a un dispositivo esterno, come un computer ad esempio, per essere riprodotti. Le principali applicazioni di questo dispositivo hi-tech riguarderanno, almeno nel breve periodo, il settore del campo medicale. Posizionati sulla
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gola, i cerotti saranno in grado di dare una voce a chi l’ha perduta, riconoscendo le parole da pronunciare dal movimento delle corde vocali percepito attraverso la pelle. Collocati sul resto del corpo, invece, potranno fungere da apparecchi acustici.
Paolo Sabatini
novembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
teatro
I cento anni del Teatro Eliseo di Sara Candiano
Una produzione eccezionale in occasione del centenario del luogo simbolo della cultura nazionale
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n un’epoca in cui la cultura – nella sua più ampia accezione – viene trascurata, passando spesso in secondo o in terzo piano, il teatro Eliseo, simbolo culturale italiano per eccellenza, si trasforma in una vera e propria culla di valori. In occasione del suo centenario l’Eliseo si pone l’obiettivo
di rinnovarsi, rielaborando il passato in un’ottica non troppo nostalgica. È un po’ questo lo spirito che pervade la stagione teatrale 2018-2019 dagli spettacoli teatrali a quelli musicali. Accanto agli spettacoli più classici - tra i quali segnaliamo “Le Rane” di Aristofane con Ficarra e Picone (27 novembre - 9 dicembre), “Salomè” di Oscar Wilde (11 – 23 dicembre) e “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta (27 dicembre – 20 gennaio 2019) -, dal 30 ottobre al 25 novembre è possibile assistere a una produzione teatrale dedicata al centenario. Si tratta di Cyrano De Bergerac di Edmond Rostand, viaggio interiore dei prota-
gonisti, interpretati da Luca Barbareschi nei panni di Cyrano e Maurizio Lastrico in quelli di Cristiano, rivali in amore che scoprono di essere fratelli. In scena trenta
attori tra cui Linda Gennari (Rossana), Massimo De Lorenzo e gli allievi del corso di Recitazione della Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté.
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teatro
spettacolo & cultura
Signore e signori si va in scena di Anna Crivelli
L’arte nei quartiere di Roma: spettacoli all’Arcobaleno nei pressi di Villa Torlonia e al CineTeatro l’Aura a Marconi
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l Teatro Arcobaleno nasce negli anni ’30 nei pressi di Villa Torlonia. Nel corso degli anni il teatro subisce diverse trasformazioni: prima teatro di varietà, poi sede del laboratorio di arti sceniche di Gigi Proietti, infine cinema d’essai. Dopo
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un’importante ristrutturazione nel 2001, l’Arcobaleno viene inaugurato come Centro Stabile del Classico e diventa culla delle grandi opere classiche del passato. Nella stagione 2018-2019 segnaliamo “L’isola degli schiavi” (23 novembre - 2 dicembre)
di Pierre De Marivaux con l’adattamento e la regia di Francesco Polizzi; “Il mercante di Venezia” (5-14 aprile 2019) di Shakespeare con l’adattamento e la regia di Ilaria Testoni e “Minnazza – Miti e pagine di Sicilia” (25 - 28 aprile 2019) di Fabio Grossi con Leo Gullotta. Molto più giovane il CineTeatro L’Aura, nato nel 2014 in zona Marconi. Anche se aperto da pochi anni, il teatro vanta un’of-
ferta di spettacoli abbastanza ampia. Tra quelli in programma in questa stagione vi segnaliamo: “Due non è pari” (8 – 12 novembre) di Elio Urbani con la regia di Massimo Milazzo; “Scusi, per la rivoluzione… da quale parte?” (1316 dicembre) con il testo e la regia di Giacomo Chiaro. Il CineTeatro organizza anche delle proiezioni cinematografiche per bambini e per un pubblico più adulto.
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novembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
musica
Isabella Colbran e Olympe Pélissier le due mogli di Gioacchino Rossini di Iwona Grzesiukiewicz
Il grande compositore spregiudicato e anaffettivo con le donne
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a spregiudicatezza e l’anaffettività hanno caratterizzato i rapporti di Gioacchino Rossini con il gentil sesso; egli era tremendo con le donne. Sergio Ragni, collezionista e uno dei massimi conoscitori della vita dell’artista, ha scritto fra l’altro una monumentale biografia di Rossini e della sua prima moglie Isabella Colbran nata a Madrid nel 1784. Isabella era di 8 anni più grande di Rossini e di lui perdutamente innamorata; ricchissima ma incapace di gestire un patrimonio, specialmente di quella entità, portò in dote tutti i propri averi al momento della celebrazione del matrimonio con Rossini, avvenuto in gran segreto il 16 marzo 1822 nel santuario della Vergine del Pilar. Il sodalizio fu saldo finché la Colbran proseguì nella carriera artistica: infatti la sua espressività
vocale era ideale per dare il massimo risalto alla meravigliosa musica del compositore pesarese. Fra le conoscenze dell’artista si annoverava anche Standhal che così descriveva Isabella nell’ambito della sua attività artistica: «Il controllo assoluto dell’esteriorità del gesto nella “Elisabetta regina d’Inghilterra”, l’imperiosità dell’attrice, la capacità virtuosistica della cantante, gli austeri lineamenti: un innegabile istinto per la tragedia». Alcuni biografi additano Isabella come causa dei mali di Rossini, ma dalle documentazioni ritrovate da Ragni questo non risulta completamente vero. Vero è che Gioacchino essendo piuttosto “parco” nello spendere, mal sopportava la generosità di lei che vedeva come un inutile spreco di denaro. Nel 1823, durante una sontuosa cena nella Ville Lumière, Rossini incontrò la cortigiana francese Olympe Pélissier. Questo contribuì nel tempo all’allontanamento dei due coniugi che giunsero,
Nuove Proposte novembre 2018
Foto Collezione privata Sergio Ragni - per gentile concessione
nel 1837, a una consensuale separazione che di fatto esisteva da sette anni. Olympe aveva un carattere che ben si collimava con quello di Gioacchino: tutti e due molto accorti nelle spese e nelle decisioni da prendere. In altre parole due persone abbastanza opportuniste. Olympe, nata da una famiglia molto povera, era passata da un’alcova all’altra e alla fine aveva trovato in Rossini il punto fermo dei suoi innumerevoli amori. Intanto la situazione politica italiana stava prendendo una piega che consigliò a Rossini di stabilirsi in Fran-
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cia. Gli ultimi anni di vita di Isabella Colbran furono tristissimi pur con i grandi trionfi artistici. Morì dopo una breve malattia nel 1846 all’età di sessanta anni, in solitudine nella sua villa di Castenaso, che il marito le aveva lasciato in usufrutto dopo la separazione. L’anno successivo alla sua morte Gioacchino Rossini poté finalmente sposare Olympe Pélissier, l’ex cortigiana francese, sua compagna dal 1830, che lo assisterà fino alla morte avvenuta a Passy il 13 novembre 1868. Olympe morirà nel 1878, dieci anni dopo Gioacchino.
musica spettacolo & cultura
Auditorium, la musica non si ferma Un mese di grandi appuntamenti di Francesca Coculo
Dal jazz alla classica passando per il folk: in programma i concerti di Malika Ayane, Neri Marcorè e GnuQuartet, Bollani, Enrico Rava e Joe Lovano
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a musica non si ferma neanche con il freddo, sopratutto quando è l’Auditorium ad ospitarla. Dopo la Festa del Cinema, gli artisti internazionali e nostrani saranno protagonisti di grandi concerti. Per tutto il mese il Parco della musica ospiterà l’VIII edizione di “Errare Humanum est Festival”, che vedrà protagonisti: Mimmo Epifani il 12 novembre, Bandadriatica
16 novembre, Pippo Pollina il 19 e Nando Citarella e Trio Kanzonette a chiudere la manifestazione il 28. Non solo il folk, anche il pop sarà protagonista grazie alla bellissima voce di Malika Ayane il 18 novembre e al ritorno dei brasiliani Tribalistas l’11. Tra i più attesi ci sono sicuramente l’australiano, genio-compositore, Ben Frost - per una delle sue uniche due date italiane - il 15 novembre e Robben Ford la sera successiva. Atteso sul palco sarà anche il poliedrico Neri Marcorè che insieme al GnuQuartet, omaggeranno Fabrizio de Andrè in Come una specie di sorriso il 17 novembre. Anche l’indie suona all’Auditorium con Le Luci della Centrale elettrica il 23 no-
vembre e Motta, il giovane livornese si esibirà il 27 novembre, insieme a Les Filles des Illighadad, gruppo nigeriano tutto al femminile. E si continua con il jazz di Bollani, Enrico Rava e Joe Lovano e con la musica classica dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano e il giovanissimo Daniil Trifonov al pianoforte. Un grande palco per artisti straordinari.
Ghali, Benji e Fede: a novembre spazio ai concerti degli idoli dei giovanissimi Le nuove stelle del pop italiano in due eventi imperdibili al Palalottomatica di Roma
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novembre la scena musicale romana si accende per i teen idol. I giovanissimi Benji e Fede e l’ormai fenomeno mediatico Ghali, che dopo aver scalato le vette delle classifiche Spotify in meno di due anni e raggiunto milioni di visualizzazioni Youtube, conquisteranno il palco del Palalottomatica rispettivamente il 25 e il 13 novembre. I due ragazzi modenesi, dopo aver acquistato il consenso delle giovanissime con “Tutta d’un fiato” nel 2014 e con il singolo “Tutto per una ragione” in collaborazione con Annalisa, hanno cavalcato l’onda delle hit
estive. Nel 2018, infatti, è uscito l’album “Siamo solo noise”. Il titolo ironico, vessillo di guerra contro gli haters, sottolinea come il duo non sia solo un rumore di sottofondo alla radio né una meteora destinata a scomparire, bensì stella futura del pop italiano. Il milanese di origine tunisina, che tutti conoscono come Ghali, dopo un esordio fallimentare con un gruppo underground nel 2015, ha deciso di proseguire il percorso in solitaria, creando così un un’etichetta discografica indipendente, la “Sto Records”. Il successo è arrivato all’improvviso nel 2017 con “Ninna Nanna”, il singolo
di apertura del disco “Album”. Nel testo di questa canzone Ghali si mostra allo specchio senza filtri né trucchi e racconta, con una dolcezza commovente, le cicatrici lasciate da una vita difficile. Il giovane tunisino, come
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molte volte ha ribadito, non vuole etichette e dimostra con brani come “Habibi” o “Happy Days” che, oltre ad arrivare al cuore della gente, sa scaldare l’atmosfera con tratti dance e groovy.
Arianna Di Biase
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spettacolo & cultura
mostre
FOTO E CURIOSITÀ: IL RITRATTO DI MARCELLO MASTROIANNI di Diletta Murgia
All’Ara Pacis fino al 6 gennaio una retrospettiva celebra il grande attore italiano
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’è ancora molto da scoprire di Marcello» e a confidarlo è Gian Luca Farinelli, curatore della retrospettiva recentemente approdata al Museo dell’Ara Pacis e dedicata all’amatissimo divo del cinema italiano: Marcello Mastroianni. Fino al 6 gennaio 2018, infatti, il polo museale romano si farà testimone di “Ritratto di Marcello Mastroianni”, una mostra che con cimeli, fotografie e tracce dei suoi film desidera onorare la raggiante carriera di uno dei volti più conosciuti e apprezzati del nostro grande schermo. Promossa da Musei di Roma,
Cineteca di Bologna, Istituto Luce Cinecittà e l’agenzia di comunicazione Equa di Camilla Morabito, l’esposizione sovrappone immagini e racconti che proiettano lo spettatore all’interno tanto della carriera quanto della vita di Mastroianni, quest’ultima definita da lui stesso «una vita tra parentesi fra un set e l’altro». Roma, quella Città Eterna che svariate volte ha fatto da silente scenografia a film che hanno contribuito ad elevare Mastroianni a grande attore, celebra dunque la poliedricità e il fascino irresistibile di un divo. E lo fa raccontandolo attraverso curiosità che consentono
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ai visitatori di scoprire lati poco conosciuti di quel divo dall’aria sorniona che è riuscito a stregare tutti, anche l’oltreoceano. È il 1962, infatti, quando la rivista Time definisce Mastroianni come
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“il divo straniero più popolare negli Stati Uniti”. Così amato anche in America tanto che nel 2017 a New York gli è stata dedicata una retrospettiva dal titolo “Bello Marcello”.
mostre spettacolo & cultura
Quando il fumetto è arte: prima e originale mostra di Zerocalcare di Francesca Coculo
“Scavare fossati Nutrire coccodrilli” sarà dal 10 novembre al Maxxi di Roma
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li anni ‘90, Roma e il quartiere di Rebibbia sono solo tre dei punti cardine del lavoro di Zerocalcare, il fumettista capitolino protagonista dal 10 novembre al 10 marzo al Maxxi di “Scavare fossati - Nutrire coccodrilli”. Questo il titolo della prima mostra interamente dedicata alla sua opera. Classe 1983, Michele Rech inizia la sua carriera con un blog che, in poco tempo, diventa punto di riferimento di una generazione. La Profezia dell’armadillo - dal quale è stato tratto
l’omonimo film presentato a Venezia - sarà la sua prima fortunata pubblicazione (Edizioni Graficart), alla quale seguiranno tante altre, tutte per la Bao Publishing. Tra queste il non-reportage
“Kobane Calling”, il viaggio di Zerocalcare a Mehser, villaggio turco a tre chilometri da Kobane, alle prese con la resistenza contro l’Isis. E il museo Maxxi, sempre attento alle novità in campo ZEROCALCARE Courtesy l’artista
dell’arte, in collaborazione con Minimondi Eventi, sarà il primo ad ospitare questa mostra, divisa per blocchi tematici: Pop e Tribù, Resistenza e Politica, Non-Reportage. Un modo per ripercorrere le opere e il lavoro del fumettista romano. Un modo per analizzare il mondo di Michele Rech e del suo protagonista-alterego Zerocalcare e dei suoi originali compagni d’avventure come: Secco, il Cinghiale, l’Armadillo, Sarah e tanti altri. Un viaggio tra poster, tavole originali, illustrazioni varie e copertine. Ma anche loghi e magliette, insieme a un’istallazione originale realizzata appositamente dall’autore per l’occasione.
I capolavori di Mantegna e il Gotico americano a Palazzo Barberini Le opere esposte arrivano dal Museo Jacquemart-André di Parigi e dal Museum of Fine Arts di Houston
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resso Palazzo Barberini a Roma, fino al 27 gennaio, sarà possibile ammirare le opere esposte in occasione della mostra “La stanza di Mantegna. Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi”. La mostra, curata da Michele Di Monte, è incentrata su un modesto numero di opere provenienti dal Museo Jacquemart-André di Parigi, tra le quali sono presenti anche due capolavori di Mantegna. L’artista soggiornò a Roma dal 1488 al 1490 invitato da papa Innocenzo VIII a de-
corare la cappella del nuovo edificio del Belvedere, ma del periodo in città non sono rimaste opere in quanto le raffigurazioni delle Storie di Giovanni Battista e dell’Infanzia di Cristo sono andate perse nel ‘700. Le sei opere in esposizione appartenevano al noto collezionista francese Edouard André e alla moglie, che le hanno donate in eredità allo Stato. Il protagonista della mostra è sicuramente il capolavoro di Mantegna, “Ecce homo”, che raffigura il momento in cui Gesù, prima della crocefissione, viene mostrato al popolo dopo aver subito le umiliazioni e la flagellazione. Nell’occasione sarà possibile ammirare un altro quadro del pittore, la “Madonna con
Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431 – Mantova 1506) Ecce Homo, 1500 ca tempera su tela montata su tavola 54,7 x 43,5 cm
Andrea Mantegna - Madonna col Bambino e i santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa, 1455 ca tempera su tavola, 69,4 x 44,4 cm
il Bambino tra i santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa”. Le altre opere in esposizione sono: “Ritratto d’uomo”, “Madonna col Bambino”, “Mosè” e “Ercole e Anteo” della Scuola mantegnesca. Nelle stesse date e nella stessa
struttura c’è anche la mostra “Gotico americano. I maestri della Madonna di Straus”. I dipinti provengono dal Museum of Fine Arts di Houston e raffigurano la “Madonna con il bambino”.
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Claudia Pennacchio
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spettacolo & cultura
intervista
Aurora Ruffino Vivo l’amore in modo assoluto
come la mia Bianca dei Medici
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urora Ruffino, nota al grande pubblico per aver interpretato Cris nella fortunata serie televisiva di Rai1 “Braccialetti rossi”, l’abbiamo appena vista nella fiction “Non dirlo al mio capo 2” interpretare un avvocato in carriera. è attualmente in onda, sempre sulla prima rete Rai, con la serie angoloitaliana “I Medici 2”. Al rientro da un periodo denso di attività, la giovane attrice ci racconta i suoi sogni e delle ultime esperienze sul piccolo e grande schermo. E ci svela che proprio in questi giorni è sul set della terza stagione de “I Medici”.
Com’è questa nuova esperienza con una serie internazionale?
Nuove Proposte novembre 2018
È diverso rispetto all’anno scorso, sono cambiati tanti attori e personaggi e la storia si evolve. Però è sempre bello. Il regista di quest’anno è Christian Duguay, un registra franco-canadese che mi piace moltissimo. Lavorare con lui è un piacere. Fa sentire un attore al sicuro.
E sul set di “Non dirlo al mio capo 2” come si è trovata? Sono stati tutti molto carini da subito. Non mi sono sentita un’estranea e questo è stato bello. C’è un regista con cui le piacerebbe lavorare? Oltre Gabriele Mainetti, che secondo me diventerà uno dei più grandi registi
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italiani in assoluto, mi piace moltissimo Garrone, è il mio regista italiano preferito insieme a Gabriele. A livello internazionale sono una grandissima fan di Steve Rodney McQueen (suo il film premio Oscar “12 anni schiavo”, ndr) e sarebbe un sogno lavorare con lui.
«Sogno di lavorare con Gabriele Mainetti e Steve Rodney McQueen, e tornerei a fare volentieri un film con Saverio Costanzo»
Recitare è stato da sempre il suo sogno sin da bambina? In realtà in ambito artistico il mio primo amore è sempre stato la danza. La recitazione l’ho scoperta dopo. Facendo le superiori volevo andare a studiare medicina, diventare una dietologa o comunque una professoressa e lavorare a scuola, avevo totalmente un’altra idea. Sono capitata nel posto giusto al
intervista spettacolo & cultura
Dopo “Braccialetti Rossi” e “Non dirlo al mio capo 2”, l’attrice di nuovo su Rai1 nel cast della seconda stagione della serie anglo-italiana momento giusto, sono stata fortunata. Da lì ho avuto modo di fare il mio primo film, “La solitudine dei numeri primi” con Saverio Costanzo, con cui spero di rilavorare un giorno. Il mio primo film l’ho fatto con lui a 19 anni. È stato lui che mi ha spronata a trasferirmi a Roma, ad andare al Centro Sperimentale, ha creduto tantissimo in me da subito e io lo ringrazio molto per questo. Qual è stato il ruolo più difficile che ha interpretato? Sicuramente il ruolo che ho trovato più difficile fin ora è stato quello di Cris, è stato un ruolo molto intenso, molto complicato. Era una storia fortissima, con tematiche complicate di mezzo,
Foto di Angelo Turetta per gentile concessione
li porto tutti nel cuore, fanno tutti parte di me e ogni personaggio è legato a un ricordo dell’esperienza che ho vissuto in quel momento, fa parte della mia storia.
non solo l’anoressia e i disturbi alimentari. In più far parte di un gruppo di amici in cui tutti soffrono di una malattia grave, tra cui anche il fidanzato Leo (interpretato nella fiction da Carmine Bruschini, ndr). Quello di Cris è stato un personaggio complesso, difficilissimo da interpretare, molto intenso ma allo stesso tempo bellissimo. Ha un personaggio preferito? No, anche se a Cris sono legata. Quel lavoro è stato talmente intenso che ce l’ho proprio nel cuore, fa parte di me. Sono attaccata in modo viscerale a Cris e al progetto di “Braccialetti rossi”. Non riesco a sceglierne uno. Anche Bianca dei “Medici” è un personaggio molto bello. Me
Il personaggio in cui si rivede di più? Non c’è proprio un personaggio simile a me. In ognuno ho trovato delle similitudini. Magari in Benedetta la voglia di ribellione, che ha sempre fatto parte di me. In Cris il modo in cui vive l’amore, l’amore diventa la cosa più importante per lei e anche per Bianca dei “Medici”. Questo è un modo di vivere l’amore che ho anche io, quando mi innamoro lo vivo come una cosa assoluta, totale. In questo posso essere simile a loro. Il coraggio e la voglia di lottare di Bianca, la determinazione e l’essere testarda fa parte di me. In ognuno c’è qualcosa che mi appartiene, però non ho mai interpretato un personaggio totalmente simile a me come persona, fortunatamente. La cosa bella di questo mestiere è interpretare personaggi il più diversi possibile, per avere il gusto di essere pesone diverse da te, vivere storie ed emozioni diverse. A proposito di amore, è innamorata in questo momento? Sì, sì. L’anno prossimo saranno 4 anni che sto con questo ragazzo. Si chiama Maxime, è un ingegnere francese che ho conosciuto a Londra mentre ero lì per studiare inglese. Anche lui stava studiando inglese e per caso siamo finiti ad essere coinquilini. Vive a Roma da diversi anni ormai, com’è stato trasferirsi? Ormai sono 8-9 anni che sono qui. All’inizio è stato uno shock. Vengo da un paesino veramente piccolo vici-
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no Torino. Ricordo lo shock della prima volta che sono venuta a Roma e mi sono persa, c’erano tutti questi palazzoni enormi, io ero abituata alle pecore e alle mucche nei pascoli, mi sono ritrovata in mezzo a questi
«Sono innamorata di Maxime, stiamo insieme da 4 anni. Lui è un ingegnere francese che ho conosciuto a Londra mentre ero lì per studiare inglese» palazzi enormi, l’Altare della Patria e gli altri monumenti. È stato spaesante all’inizio, poi piano piano ho iniziato ad ambientarmi e ad apprezzare le cose belle della città, ormai non potrei mai pensare di tornare a vivere nel mio paesino. C’è un posto speciale in cui va? Io amo Villa Borghese, passerei le mie giornate lì. Ci sono andata tantissime volte ma non mi stanca mai. In privamera, estate, mi piace andare lì e leggere un libro. C’è un chioschetto in cui fanno il migliore caffè che io abbia mai bevuto. È un posto che mi fa sentire bene. Ha un sogno che vorrebbe realizzare prima dei 30 anni? Ne ho uno grande che per scaramanzia preferisco non dire... Però un altro sogno che ho è lavorare di nuovo con Saverio Costanzo. Ho un ricordo bellissimo di lui, del set, dei consigli che mi dava. Mi piacerebbe avere la possibilità di ritrovarlo sul set. Questo è un altro sogno che ho nel cassetto. Inoltre non vedo l’ora di vedere “L’amica geniale”. Sono sicura che capiterà di nuovo l’occasione di lavorare insieme.
novembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
pittura
Luce e colori vivaci danno forma all’anima di Ruslana Korenovska di Elisabetta Zazza
La pittrice ucraina emigrata in Italia racconta la sua passione per l’arte e per il nostro paese
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uslana Korenovska è una pittrice di origine ucraina, nata nel 1958. Artista di grande versatilità: pittrice e poetessa, musicista e cantante, innamorata dell’arte in tutte le sue forme. Ruslana è stata da sempre una maestra: laureata in Psicologia e in Pedagogia, per molti anni ha lavorato in Ucraina presso asili e scuole elementari come insegnante d’arte e psicologa. La passione per la pittura sboccia da bambina, quando osserva dipingere il suo vicino di casa, «un
pittore che faceva quadri bellissimi e pieni di colori». Disegnare la divertente e la rilassa molto, è come una terapia per la sua anima. Finché non decide un giorno di fare sul serio e studiare Arte al collegio internazionale di Kiev, dove apprende le tecniche dei ritratti, della pittura decorativa e la creazione con materiali modellabili. Negli anni ’90 è chiamata a dirigere uno studio d’arte. Insegnante e artista, Ruslana è anche una mamma: quando le sue due figlie di-
ventano grandi, decide nel 2002 di emigrare in Italia per pagare loro gli studi universitari. Una scelta drastica ma felice, vissuta sin dall’inizio con grande entusiasmo. Si trasferisce prima a Piacenza poi a Bologna, dove lavora come assistente ospedaliera a domicilio. È innamorata dell’Italia e degli italiani, che definisce «un popolo aperto, espansivo e solare». Qui Ruslana dà seguito alla sua grande passione per la pittura e dal 2009 comincia a partecipare a varie mostre d’arte. «Tutto è iniziato tramite Facebook – racconta – dove condividevo sulla mia pagina tutti i miei lavori. Hanno cominciato a contattarmi le gallerie d’arte e all’improvviso i miei quadri hanno
iniziato a viaggiare in tutta Italia: Piacenza, Cremona, Bologna, Milano, Teramo, Napoli, Roma, Barletta, To-
Nuove Proposte novembre 2018
rino, Cantalice, Rieti». Una soddisfazione che la rende molto orgogliosa, la fa sentire realizzata e la sprona a continuare. Le sue opere sono caratterizzate da una grande vivacità, fatta di luce e di colori pastello dai toni sgargianti. Una pittura naïf, dove primeggia la grande protagonista delle sue opere: la donna, leggera, armoniosa e naturale. «La mia arte è decorativa, figurativa, simbolica – spiega – e la donna per me è come una dea della natura, capace di comunicare senza parole, con colori vivaci che rappresentano i sogni, i pensieri, i desideri della sua vita».
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È come un omaggio costante alla superiorità del principio femminile di cui Ruslana si fa interprete. Attualmente si sta specializzando come decoratrice d’interni, soprattutto di stanze per bambini: «Potrebbe essere il culmine della mia storia chiudere il cerchio del mio percorso umano e artistico iniziato proprio con i bambini. Non so come andrà, ma so che l’arte sarà sempre al mio fianco, perché con essa riesco a esprimere i colori della mia anima». Le opere di Ruslana Korenovska sono visitabili sul sito www.ioarte.it e sulla sua pagina Facebook (Ruslana Marych).
libri spettacolo & cultura
I pani multicolori di Sara Papa: sapori veri e profumi autentici di Alessandra Broglia
L’alimento principe e i suoi pregi, per deliziare anche i palati più esigenti
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ara Papa, grande esperta di cucina, è spesso ospite in tanti programmi Rai da “La Prova del Cuoco”, “Geo&Geo” e Rai International. Tutt’ora conduttrice di un suo programma pomeridiano su Alice del digitale terrestre, ci presenta il suo sesto libro “Tutti i colori del pane: fragranze, sapori e profumi appena sfornati”. Curato da Claudia Romero ed edito da Gribaudo, Sara Papa ci guida “nell’universo” del cibo base per antonomasia, passo a passo con il lievito madre e la sua realizzazione, perché “il buon pane”, come dice nella prefazione Massimo Cerofolini «è come un bambino buono e ascolta il cuore degli uomini pazienti». Un “viaggio”
dove la fantasia padroneggia tra forme, farine pensate anche per i più esigenti, come i celiaci, con grani macinati a pietra e combinati con pigmenti naturali e benefici, come la spirulina, alga che fu innovata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche tra i nuovi cibi all’Expo di Milano. Un successo crescente per l’autrice, cui si deve la nascita di un fan club. Il pane oggi è un’autentica riscoperta, ma una volta si faceva in casa… Non solo, anche nei panifici comunitari o di paese, dove si portava a cuocere, oggi se ne sta riscoprendo il valore di una volta, come delle farine, negli anni troppo raffinate e non a caso ho rilanciato anche quella integrale. Quanto hanno influito i suoi ricordi di
bambina? Sono stati determinanti, perché da tempo ripeto che si ritrova da grandi ciò che assorbiamo da piccoli, come la nostra educazione. Ha un pane in particolare che l’ha colpita per le sue proprietà organolettiche? Il pane siciliano, prodotto grazie a un grano duro autoctono, detto Tuminia, dall’aroma emblematico e straordinario, reso tale da vaniglia, arancia e cannella, capace di confondere anche mio figlio, che non ama quest’ultima. Viene creato non con grani antichi ma originari, perché se quest’anno semino il grano non posso chiamarlo antico, esso si semina, si riproduce, per poi seminarsi l’anno successivo. Ha creato contatti tra appassionati di tutta Italia, hanno influito anche i social network?
una talentuosa ballerina costretta su una sedia a rotelle a causa di un brutto incidente. Insieme decideranno di mettere in scena uno spettacolo teatrale ridando
un nuovo senso alle loro vite. In fondo entrambi avevano solo bisogno di credere di nuovo in loro stessi, nei loro sogni, nella loro identità, e improvvisamente tutto diventa più semplice, nitido e vero. Una storia coinvolgente che si legge tutta d’un fiato, “La Gabbia” di Armando Di Lillo - giovane attore, scrittore e regista al suo terzo romanzo - è su Bookabook.it, una delle migliori piattaforme italiane che sostiene aspiranti scrittori con il sistema del crowdfunding. Acquistabile in formato cartaceo o in versione e-book. Prossimamente in libreria. Elisabetta Zazza
La Gabbia
di Armando Di Lillo Un thriller psicologico, tra fantasmi interiori e voglia di ricominciare
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ierpaolo è un giovane regista affermato, che da tempo non riesce più a trovare la sua ispirazione. Nei sentieri più profondi della memoria e dell’incubo vive il tormento di un’infanzia dolorosa, in cui fu abusato sessualmente dal secondo marito di sua madre. Un giorno incontra Silvia,
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Non credo, il messaggio che si manda arriva con la tv, un indiscutibile e potente mezzo di divulgazione, dallo schermo si recepisce e poi chi è sui social ti segue. Io mando messaggi di salute, benessere, semplicità e passione, ma essi arrivano forti dalle apparizioni televisive e dai miei libri, perché la rete può essere utile ma va ben utilizzata e può essere una grande opportunità di lavoro. Non a caso il mio primo libro nacque con un contatto attraverso la rete.
novembre 2018 Nuove Proposte
spettacolo & cultura
cinema
NUOVE PROPOSTE... AL CINEMA
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a cura di Sara Candiano
Il magico mondo di Harry Potter torna a regalare grandi emozioni con il secondo capitolo della saga “Animali fantastici”
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ndrea Camilleri. Conversazione su Tiresia, di Roberto Rondò, il 5, il 6 e il 7 novembre eccezionalmente al cinema. La storia mitica scritta e narrata da uno degli scrittori italiani più amati è stata messa in scena per la prima volta l’11 giugno 2018 al Teatro Greco di Siracusa. Il film si sviluppa interamente attorno alla registrazione video dello spettacolo teatrale. Dall’8 novembre Tutti lo sanno di Asghar Farhadi. Laura, interpretata da Penelope Cruz, torna nel suo paese d’origine per festeggiare il matrimonio della sorella. Felicemente sposata, madre di due figli, Laura è pronta a rientrare a casa per celebrare il lieto evento ma il rapimento improvviso della figlia distruggerà l’equilibrio di una famiglia forse non del tutto “sincera”. Stessa data per Senza lasciare traccia, di Debra Granik. Will e sua figlia Tom hanno vissuto per anni in una riserva naturale nell’Oregon. Dopo essere stati scovati dalle autorità, vengono costretti a cambiare stile di vita e ad allontanarsi dal loro angolo di paradiso. Non riuscendo ad adattarsi al nuovo ambiente, decidono di intraprendere un pericoloso viaggio per tornare a immergersi nella natura selvaggia. Durante il viaggio, però, l’equilibrio tra padre e figlia si romperà a causa dei loro desideri discordanti. Ancora stessa data per Hunter killer – Caccia negli abissi di Donovan Marsh. Nell’adattamento cinematografico del romanzo di Don Keith e George Wallace “Firing Point”, il comandante di un sottomarino americano viene inviato nelle acque russe per salvare il presidente da un golpe. Red Zone, 22 miglia di fuoco di Peter Berg dal 15 novembre nelle sale. Il film vuole approfondire il rapporto tra un agente della CIA e un agente di polizia indonesiano che si ritrovano a lavorare insieme per gestire un caso di corruzione politica. Nello stesso giorno l’attesissimo secon-
Nuove Proposte novembre 2018
do capitolo della saga Animali fantastici – I crimini di Grindelwald di David Yates. Sullo sfondo del mondo magico di Harry Potter creato dalla Rowling, il film racconta la storia di Newton, studioso di creature magiche e animali fantastici e autore fittizio di un testo scolastico utilizzato nella scuola di magia di Hogwarts. Stessa data per Widows – Eredità criminale di Steve McQueen. Dopo avere perso i mariti in una rapina, le vedove si riuniscono per portare a termine la missione criminale ideata dagli ex coniugi. Il film prende spunto dall’omonima serie televisiva britannica in onda negli anni Ottanta. Robin Hood, di Otto Bathurst, dal 22 novembre al cinema. Nuovo adattamento cinematografico della storia dell’eroe della foresta di Sherwood che rubava ai ricchi per sfamare i poveri. Sempre dal 22 novembre A private war di Matthew Heineman. Sulla base dell’articolo di Marie Brenner pubblicato su Vanity Fair, il film si snoda attorno alla storia della giornalista Marie Colvin e del suo impegno nelle zone distrutte dalla guerra (Iraq, Libia e Afghanistan in particolare). La storia culmina con la morte violenta della reporter, uccisa insieme al fotografo Rémi Ochlik durante l’attacco di un esercito locale. Dal 29 novembre Se son rose di Leonardo Pieraccioni. “Sono cambiato. Riproviamoci!”. Questo l’SMS che cambierà la vita del giornalista Leonardo Giustini. Stanca dell’incurabile pigrizia del padre, la giovane figlia di Giustini decide di inviare un messaggio provocatorio a tutte le vecchie fiamme di papà Leonardo. Quello che nasce come un gioco si trasforma ben presto in un emozionante e coinvolgente viaggio nel passato che risveglierà l’entusiasmo del giornalista. Nello stesso giorno Il Grinch di Peter Candeland, Yarrow Cheney, Matthew O’Callaghan, Raymond S. Persi. Il mostriciattolo verde, ormai noto per il suo odio verso il Natale, si lascerà stavolta influenzare dallo spirito gioioso di una ragazza. Ma la giovane sarà davvero in grado di convincere il Grinch a non distruggere la festa come ogni anno?
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Novembre
curiosità moda e tendenze
Perché le Louboutin H&M E MOSCHINO, hanno le suole rosse? COLLABORAZIONE DOC di Cristina Monaco
Lo stilista lavorava a un paio di scarpe ispirate a Warhol quando ebbe un colpo di genio
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emminilità, eleganza e sensualità sono aggettivi che subito associamo alla scarpa più voluta nel guardaroba femminile: la Louboutin, icona di stile con l’inconfondibile suola rossa. Vi siete mai chiesti come sono nate le suole rosse tipiche del design di queste scarpe? Altro non sono che una geniale scelta di marketing. Tutto iniziò nel 1993 quando Christian Louboutin stava lavorando a un paio di scarpe ispirate ad Andy Warhol, in particolare all’opera Flowers. Quando arrivò il prototipo, con fiori rosa e suola nera, lo stilista fu inizialmente felice perché molto simile al disegno originale. Ma ben presto capì che mancava un particolare: qualcosa che le avrebbe rese subito riconoscibili. Proprio in quel momento una ragazza dello staff si stava mettendo lo smalto rosso, e da qui il colpo di genio. Christian afferrò lo smalto e dipinse di rosso la suola delle scarpe. L’idea piacque così tanto che da allora la suola rossa divenne identificativa di tutte le scarpe Louboutin. Che dire, Christian: un grande stilista e un grande marketer!
di Cristina Monaco
Stile pop e fuori le righe per gli abiti streetwear, anche per i nostri amici a quattro zampe
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i avvicina il grande giorno: l’8 novembre i nostri sogni diverranno realtà. Sarà disponibile nei negozi la collezione frutto della collaborazione tra Moschino ed H&M, diretta da Jeremy Scott, il direttore creativo più in voga del momento. Gigi Hadid sarà il volto della campagna, che vedrà lo stile fuori le righe di Moschino arrivare a un pubblico ancora più vasto, come quello del colosso svedese di fast fashion. Sfavillanti e sgargianti: così saranno i protagonisti della nuova linea, tra pantaloni metallici, giubbotti e abiti in pelle, paillettes, adornati di catene dorate. Secondo Jeremy Scott «i pezzi in denim saranno trasformati in qualcos’altro e le giacche saranno o accorciate o lunghe il doppio». Ma non finisce qui. La collaborazione prevede anche una mini collezione per i nostri amici a quattro zampe! Una dog collection di tutto rispetto con impermeabili, cappottini e felpe con cappuccio, che ben ricalcano lo stile streetwear dei padroncini. Pronti a scoprirne di più? Tutte le novità vi aspettano online e nei negozi H&M dall’8 novembre.
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novembre 2018 Nuove Proposte
moda e tendenze
novità L’edizione autunnale di RomaSposa ha acceso i riflettori su tutte le nuove tendenze per il grande giorno. Il matrimonio non è mai stato così chic
La mantella, quel tocco prezioso per le nozze
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na sposa “leggera” e uno sposo raffinato. All’edizione autunnale di RomaSposa sono state presentate le ultime tendenze in fatto di matrimonio: abiti in primis, ma anche idee per location, bomboniere e viaggi di nozze. Le coppie che si apprestano ad organizzare il proprio matrimonio hanno potuto trovare tanti consigli e suggerimenti, oltre alle consulenze di makeup stylist, hair stylist e wedding planner. Il matrimonio del 2019 sarà all’insegna della favola, tessuti delicati e vaporosi per lei, colori sobri per lui (grigio e blu su tutti). L’abito della sposa si presenta ricco di dettagli con richiami vintage come frange, piume e paillettes. Lo stile è un po’ quello degli anni ’20 con abiti fluidi e profondi scolli a V. Ma la vera chicca sono sicuramente gli elementi rimovibili come maniche, spalline sopra gonne, che da un lato personalizzano l’abito e dall’altro stupiscono gli ospiti. Ma per una sposa che vuole essere alla moda non potrà mancare la mantella, in tulle o in pizzo sarà il tocco prezioso e spettacolare per il 2019. Resta un must have - anche in questa stagione - il pizzo, che crea quell’effetto tattoo e un gioco di vedo-non-vedo che piace sempre molto alle spose. Le trasparenze, soprattutto sulla schiena, e gli abiti a sirena mettono in mostra tutta la sensualità della donna. Sposa e invitate possono osare e dare il via libera ai colori: vanno di moda per il prossimo anno gli abiti in nuance pastello, rosa confetto o azzurro serenity ma anche rosso carminio, specialmente per chi è alle seconde nozze. Tagli moderni e colori vivaci anche per le testimoni e le invitate che vogliono apparire giovani e originali. Per lo sposo le linee dell’abito sono essenziali, slim e bastano pochi dettagli per impreziosire l’outfit, come bottoni gioiello e cravattoni. La parola d’ordine per l’uomo è eleganza. Il nero non passa mai di moda, ma per la prossima stagione, cari sposi, sono da preferire le tonalità del grigio e del blu. Anna Crivelli
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Il Castello Orsini di Nerola con vista sulla campagna romana di Diletta Murgia
Tra le bellezze che arricchiscono la cittadina c’è il maniero in stile romanico-medievale
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dagiata sulle propaggini settentrionali dei Monti Lucretini, la città di Nerola sorge a un’altezza di circa 450 metri s.l.m. lungo la statale Salaria, su di un alto contrafforte al confine tra le province di Roma e Rieti. Situata in posizione pittoresca, la cittadina deve il proprio toponimo probabilmente al sabino “nero” o “nerio”, ovvero “forte” e “valoroso”: difatti l’iscrizione sulla fontana della piazza del Municipio riporta la scritta “A Nerone
tuum Nerola nomen habet”, la quale fa risalire l’origine del nome all’imperatore romano Nerone che apparteneva alla gens Claudia, di lontane origini sabine. Oltre alle sue origini databili in epoca romana, Nerola ha visto generare la sua storia intorno alla costruzione del maniero che tutt’oggi è l’attrazione principale della cittadina: il Castello Orsini. Pur mancando dati certi riguardo la sua datazione, il castello vede la sua costruzione nel X-XI secolo, diventa successivamente proprietà degli Orsini, famiglia che ne levò le torri angolari e lo circoscrisse con mura di cinta. Realizzata in pieno stile romanico-medievale, la costruzione s’impreziosisce
di saloni arredati con arazzi e mobili d’epoca, facendo dei suoi giardini maestosi la cornice all’incredibile vista sulla campagna romana di cui il maniero gode. Oltre al castello, Nerola ha coltivato nel tempo diver-
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si appuntamenti che ogni anno fungono da richiamo tra i suoi vicoli per curiosi e affezionati: tra di essi, sicuramente degna di nota la Sagra della Polenta che quest’anno si terrà il 18 novembre 2018.
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giramondo
Madagascar l’isola paradisiaca dove Africa e Asia si fondono di Carlo Franciosa
È quanto rimane dello scomparso continente Gondwana, una vera miniera di ricchezze naturali tra coste frastagliate, barriere coralline e uno dei mari più belli del mondo.
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isola rossa dell’Oceano Indiano, o la terra delle farfalle più grandi del mondo, o ancora il paese con le foreste che risplendono di miriadi di piante e foglie. ll Madagascar è veramente “l’ultimo paradiso” in cui andare alla ricerca della natura più prorompente e selvaggia e ritrovare se stessi. È Africa, con i suoi odori e la sua atmosfera, il suo saper vivere e i suoi tramonti. Ma è anche di più, per quel pizzico di Oriente che è giunto in tempi lontani fino a qui, ad addolcire certe asprezze. Un viaggio
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in Madagascar è dunque solo per quelli che amano l’Africa e sono disponibili a scoprire un amore ancora più grande. Con il sufficiente spirito di adattamento, di fronte alle strade piene di buche o gli alberghi, eccetto pochissimi, un po’ spartani, o alla mancanza di mondanità. Qui è la natura a farla da padrona: una natura straordinaria, legata alla storia tutta particolare di questo mondo unico. La grande isola, la quarta della terra per superficie, è infatti quanto rimane dello scomparso continente Gondwana, “trait d’union” fra Africa e Asia: porta parallela alle coste del Mozambico, nell’Oceano Indiano, è una vera miniera di ricchezze naturali. Con i suoi 5mila chilometri di coste frastagliate, di isole e isolotti, di barriere coralline, possiede uno dei mari più belli del mondo. E conserva una fauna e una flora senza eguali, dai dolcissimi lemuri, proscimmie che vivono solo qui e si possono ammirare da vicino in alcuni parchi protetti, a piante
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carnivore dalle forme affascinanti. E poi la gente: i malgasci sono un popolo gentile, aperto, ospitale, in cui tratti africani e asiatici si sono fusi creando una razza “solare”. Quest’isola posta al fianco del continente africano racchiude in sé infiniti tesori di diversità biologica. Grande due volte l’Italia, questo paese ha tutto, però concentrato in piccole dosi, con una varietà e una ricchezza di ambienti diversi non riscontrabile in nessuna parte del mondo. Volete la savana arida? In Madagascar c’è. Volete la giungla equatoriale? In Madagascar c’è. Vi piacciono le spiagge candide con palme di cocco e barriere coralline? Anche in questo il Madagascar ha ciò che fa per voi. Ma non basta. Accanto a questi meravigliosi ambienti, ve ne sono altri che in nessuna parte dell’Asia e dell’Africa troverete. Si potrebbe quindi dire ai naturalisti che «solo nel Madagascar essi
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possono trovare la loro terra promessa». È qui che la natura sembra si sia rifugiata come in un santuario particolare per lavorare su altri modelli, diversi da quelli di cui si è avvalsa finora.Paradiso dei naturalisti, questo piccolo continente di 589.000 km², situato tra l’Africa e l’Asia, lo è certamente per la specificità e la ricchezza della sua flora (1.200 specie) dove crescono piante grasse e le varietà più rare di orchidee; per l’originalità e l’endemicità della sua fauna; per la ricchezza e la varietà della sua fauna marina. I collezionisti di conchiglie possono osservare specie molto rare come il «Conus milneedwardsi», e gli amatori di pesca subacquea possono trovare, oltre a cernie centenarie, dei dugonghi e il favoloso celacanto. Terra d’elezione dei mineralogisti, il Madagascar racchiude, nei suoi terreni sedimentari e nel suo massiccio cristallino, numerosi minerali e pietre semipreziose, fra cui la celestite che non si trova in alcun luogo, la apatite, il berillo e una cinquantina di altre varietà. La stagione migliore per visitare il Madagascar è quella che va da aprile a
dicembre. Il clima tropicale dell’isola garantisce una temperatura gradevole nella stagione secca, mentre le zone della costa orientale sono più umide per le frequenti precipitazioni. Per i turisti in arrivo dall’Europa non sono richieste vaccinazioni particolari, tuttavia si consiglia la profilassi antimalarica. La lingua ufficiale è il malgascio, ma ovunque si parla il francese. Un po’ di inglese viene parlato nella capitale e nelle zone con maggiore affluenza di turisti. La moneta è il Franco Malgascio Ariary. E parlando di cucina: i piatti malgasci sono spesso accompagnati da un’abbondante porzione di riso. Carne, pollo e pesce cucinati con salse particolari e a volte serviti con una tazza di brodo sono i piatti più comuni. Per combattere la sete si consiglia la ranovola, un’acqua di riso dal leggero sapore di bruciato. Da non perdere il romazava, un piatto di carni in umido con verdura servito con brèdes, una varietà di erbette piccanti. Anche il ravitoto, foglia di tapioca con maiale fritto, è assai gustoso. Il Madagascar è il paradiso della frutta: cedri, banane, ananas, fragole, agrumi e nespole. Ovunque si vendono fette di noce
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di cocco, il cui latte è un drink molto popolare. E infine lo shopping. L’artigianato malgascio comprende una vasta gamma di prodotti. I più tipici sono gli intagli nel legno, i lavori all’uncinetto, le pietre semipreziose, le corna di zebù intarsiate, la carta Antaimoro, farfalle incorniciate e bellissime conchiglie. Vi potrete anche sbizzarrire in quanto ad originalità: anche un semplice bastoncello di vaniglia, o del pepe e dello zafferano, e perché no, anche del miele potrebbero essere acquisti simpatici da portare a casa. Un consiglio: non comprate nulla che sia confezionato con animali in via di estinzione perché è proibito. Antananarivo, la capitale del Madagascar, sorge a 1400 metri di altezza e custodisce le testimonianze di una storia divenuta leggenda nei racconti e nei canti delle popolazioni dell’Imerina, giunta in epoche lontane dall’Indonesia e stabilitasi nella regione degli altopiani centrali del Madagascar. La città sorge su dodici colline sacre e domina una vasta pianura; sulla cima più alta il «Rova» con le vestigia dei palazzi del re e delle regine del Madagascar veglia sulla «città dei mille guerrieri».
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i nostri amici animali
curiosità
La Jonian Dolphin Conservation va alla scoperta dei cetacei di Sara Pellegrino
Nel Golfo di Taranto esiste un luogo magico e tutto da scoprire per gli amanti dell’habitat marino
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a “Jonian Dolphin Conservation” è un’associazione di ricerca scientifica nel Golfo di Taranto, sul Mar Ionio, e ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente marino e dei Cetacei. L’associazione ha realizzato una serie di documentari per sensibilizzare l’opinione pubblica verso il
rispetto dei mari e degli animali che popolano questo ambiente. Ogni anno vengo-
no organizzati studi di bioacustica e Whale Watchers con scuole superiori e univer-
sità di tutto il mondo. Oltre ad attività di studio e ricerca, ci sono anche escursioni rivolte ai visitatori. Infatti, l’associazione mette a disposizione una barca, il catamarano Taras, con cui grandi e piccini possono vivere un’esperienza unica: avvistare i delfini, interagire con loro e tuffarsi nelle acque profonde del Golfo di Taranto. L’associazione ‘’Jonian Dolphin Conservation’’ e Taras sono stati scelti per rappresentare la Puglia all’Expo 2015.
A New York apre un museo per cani Nella “Grande Mela” un polo museale per intrattenere le persone e i loro amici a quattro zampe
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n progetto innovativo pensato per trascorrere qualche ora in compagnia del proprio cane: si chiama “Human’s Best Friend” ed è il nuovissimo museo temporaneo dedicato tanto agli uomini quanto ai loro migliori amici a quattro zampe. Situata sulla 7th Avenue, la struttura è stata ideata da Brian Tovar e Ja-
son Sherwood che hanno pensato a otto ambienti in technicolor che traggono spunto dalla vita quotidiana dei cani. Tra questi la Dog House ovvero la casa da sogno di ogni cane, la stanza-ciotola con una vasca di grandi dimensioni colma di palline da tennis blu e, dulcis in fundo, il Bar Osso dove i padroni potranno acquistare snack per loro e per i propri cani. Un’idea divertente e creativa che, pur nascendo con lo scopo di far divertire animali e umani, si ripropone anche obiettivi nobili: il
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museo, infatti, vuole sostenere le organizzazioni che si dedicano alla protezione dei cani donando loro il 10% degli utili provenienti dalle visite. Inoltre, il Human’s Best
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Friend fornisce la possibilità di giocare con cani in adozione e di portarne a casa uno per donargli tutto l’amore di cui ha bisogno.
Diletta Murgia
la poesia liberamente
Vento d’autunno
La Ricetta del Mese
POESIA DI
Antonella Riccardi
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inanzi l’ora crepuscolare, non servono parole e parole a rammentarmi la felicità, rime e rime verso sera a rinverdire centinaia d’estatici ricordi.
FLAN DI ZUCCA a cura di
Ora che il vento d’autunno entra dalle finestre e, con un lungo sospiro, ammaina le tende di seta alla luce della luna, mi basta racchiuderti tra le ciglia, sentirti dentro gli occhi, come un fremito a tingere d’azzurro gli spazi d’orizzonte.
Ingredienti per 4 persone: • • • • • • • • •
Zucca 600 g Parmigiano reggiano 100 g Latte intero 1 cucchiaio Olio extravergine d’oliva q.b. Pepe nero q.b. Sale fino q.b. Rosmarino q.b. Noce moscata q.b. Uova medie 4
Un sussulto nell’aria lustra d’ottobre per portarmi fino al tuo mare dove la spuma tremula e sensuale s’ impone allo sguardo mio, dove, tra creste d’ onde voci di gabbiano corrono, e la marea nel pieno rigonfia intonando melodie d’amore.
Procedimento:
Affettare la zucca, eliminate la buccia con un coltello affilato e i semini interni. Disponete le fette su una teglia foderata con carta da forno, condire con un filo d’olio, sale, pepe e rosmarino a piacere. Coprite la teglia con carta alluminio e infornate a 200° per circa 15 minuti. Una volta cotta, sfornate e fate intiepidire leggermente la zucca; poi versatela in un mixer e aggiungete le uova con il Parmigiano grattugiato. Grattate la noce moscata salate a piacere e versate anche il latte. Frullate fino ad ottenere una crema omogenea. A questo punto imburrate gli stampini e versate il composto ricoprendo i 2/3 dello stampino aiutandovi con un mestolo. Ponete i flan ravvicinati in una teglia dai bordi alti e aggiungete acqua calda per la cottura a bagno maria; l’acqua dovrà arrivare ai 2/3 degli stampini. Cuocete i flan di zucca in forno statico preriscaldato a 180° per circa 45 minuti (a 160° per circa 35-40 minuti se forno ventilato). Una volta cotti, sfornateli e fateli raffreddare completamente.
E per mille autunni, seguendo la brezza tu sarai lì ed io sarò lì. Sottile cade la bruma, a velare una traccia di sorriso.
l’Angolo
a cura di Nadia Ludovici
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Vignetta
della
novembre 2018 Nuove Proposte
post-it
auguri
once both asadas breaking and racing, this and reinvigorate� and reinvigorate�
Gli italiani lavorano Gli italiani lavorano di Fxxxx Cxxxxx
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ROMA, 13-17 GIUGNO TORNE O
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