SURICIORBU
N° ZERO MARZO 2008
VOCE DIALETTALE CHE DESIGNA LA TALPA COMUNE
FOGLIO DELL’ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE SOCI@L
E se ci provassimo? Questa potrebbe essere la frase giusta se non l’unica, a spiegare che cosa ha spinto un gruppo di persone a costituire l’associazione SOCI@L, decisi a non arrendersi al solito “tanto non cambia nulla!” cercando di dare voce a coloro che sono portatori di cambiamento sociale, economico, politico e culturale. Basta con la rassegnazione di dover vivere in una realtà che non offre nulla, in una comunità che è fatta oggetto di vaghe promesse, condannata all’immobilismo e al coprifuoco forzato. Noi sappiamo che esistono intelligenze in donne e uomini che non vengono valorizzate, persone che possono offrire tanto. Basta con le crisi di astinenza da cultura e socialità. Il dialogo il confronto e anche la polemica(nel rispetto della convivenza civile) sono il sale della vita. Molti si nascondono dietro al silenzio e alla rassegnazione. Vorremmo proporre un modello di condivisione sociale e di progetti di qualità della vita nel rispetto del nostro ecosistema. Sappiamo che quando si cerca di cambiare un “sistema” non mancheranno gli ostacoli e i mugugni sottaciuti posizione comoda a molti che sguazzano in questa condizione di sfiducia e senza identità. Cercheremo di proporre un modo di fare politica autonomo e senza vivere all’ombra di nessuno o strumentalizzati. Il nostro entusiasmo lo manifesteremo con la nostra attenzione per i valori di lealtà, amicizia e benessere per tutti i nostri concittadini. Meglio un rimpianto di un rimorso. Essendo la nostra una “società aperta “siete invitati a iscrivervi, libertà è partecipazione!
ELEZIONI
SOMMARIO
Per tastare gli umori profondi dei calabresi non esiste tempo migliore che durante le elezioni, meglio se locali, nelle amministrative, con compito p r e c i p u o d i e l e gg e r e i rappresentati in seno a una comunità. Nei piccoli e medi comuni non c‟è soltanto l‟enorme d i s p i e go d i c a r t e l l o n i , m a nifesti,”santini” con l ‟ e f f i ge d e l c a n d i d a t o e altro materiale iconografico ma anche il profluvio di apparizioni video (di pessima fattura per la verità) e audio (con i marcati accenti sulle “t”, “r” e l‟intercalare “cioè”) Esiste un livello più semplice, quello del vis a vis, epidermico, della ricerca del consenso. La vera batt a g l i a s i s v o l ge a n u m e r i di caffè offerti, strette di mano, „paccatine‟ sulle spalle, repentini passaggi
da discorsi calcistici e quelli “politici”, cene e cenette con simpatizz a n t i p ro te m p o re e t e n tativi maldestri di scambiare qualche considerazione di carattere generale con un sicuro v o t a n t e d e l l ‟ a l t r a p a r te p o l i t i c a . In d i v i d u i s c h i fati dalla politica almeno cosi sostenevano fin poco tempo prima!- si mettono in prima linea per applaudir e o f a r p r o p a ga n d a e l e t t o r a l e a l c a n d i d a to più forte. Questo avviene su un piano pubblico; nel privato le promesse elettorali sono le vere monete di scambio con i cittadini elettori. Prom e s s e d i o gn i o r d i n e e grandezza. Sui quotidiani d‟informazione locale avviene una rin-
c o r s a a f fa n n o s a p e r i l titolo che sappia cogliere l‟umore della m is e e n s ce n e : e c c o a l l o r a t i to l i d e l ge n e r e “guerra fra i candidati”, “corsa al centro”, “accuse di voto di s c a m b i o ” , “ i n c o gn i ta i n d i p e n d e n ti ” o i s e m preverdi “una persona attiva nel sociale” “Rinnovamento” “ c a m b i a m e n to ” , “ S v o l ta ” o “ u n a g i o v a n e c l a s s e d i r i ge n t e ” . Fra le centinaia di casi significativi si veda C a ta n z a r o . P e r l e e l e zioni del 2006 si pres e n ta r o n o 8 9 0 c a n d i d a ti per il consiglio comunale, la stessa cifra d i u n a q u a l s i a s i m e tr o p o l i e u r o p e a ( P a r i gi o Berlino per intenderci)
→ a pag 3
OMERO e la nostra terra Scriviamo sul grande poeta-mito della letteratura greca (quindi mondiale) perche molte cose sono state scritte (e si scrivono) sull‟interpretazione dei seguenti versi del poema dell‟Odissea: << Diciassette erano i giorni che andava sul mare Ulisse; nel decimo ottavo apparvero i monti bruni della terra feacia: molto era vicina; un grande scudo pareva il mare offuscato >> (V, 280-85). Insomma anche se non siamo filologi classici ci piace immaginare che il Naufrago si trovò a costeggiare la Calabria, ‟immaginata come un‟isola (Scheria), la terra feacia, e che Poseidone qui affondò la nave del
più astuto tra i greci. Il re di Itaca appena rinvenuto e malconcio gridò: << Ahimè! Quale terra ho raggiunto quale mai gente ancora ? Violenta, ingiusta, selvaggia o forse ospitale che adora sincera gli dei >> (VI 118-122). Feroce o ospitale ecco il dilemma di questa terra, La risposta, nel poema, arriverà poco dopo: incontrando la bellissima Nausicaa, figlia del re del luogo Alcinoo, Ulisse troverà ospitalità è iniziò a raccontare il suo periplo. Nella terra del Vanax (così erano chiamati i sovrani in età micenea) era sacra l‟ospitalità: così lo sposo di Penelope fu accolto nel Megaron della regina col caratteristico focolare
a quattro colonne. La madre di Nausicaa era “poggiata ad un alta colonna e il padre sovrano col suo bicchiere di vino e sembra un nume tutelare”. Ma è un'altra immagine che colpisce noi calabresi ed è racchiusa in questi versi: << E come i feaci son abili più di ogni gente al governo delle navi veloci così sul telaio perfette sono le donne nell‟arte del tessere, a tutte la dea concesse nobili sensi e l‟arte sapiente >>. E‟ una visione familiare di donna e di madre che è rimasta identica per millenni. Quante altre suggestioni vengono dal primo poema occidentale dove la nostra terra era già allora luogo-Mito originario ?
IL PRIMO PENTITO
2
Avviso al premier
2
Barack OBAMA
3
Elezioni (continuazione) 3 “u zampareddu …”
4
Alfabeto Calabrese: “S” 4 Variae
4
Pagina 2
SURICIORBU SOCI@L LINK
IL PRIMO PENTITO DELLA N’DRINA DELLA SIBARITIDE Il più importante pentito della ‟ndrangheta della fascia jonica cosentina è stato Giuseppe Cirillo, che con Franco Muto e Francesco Perna furono i capi riconosciuti delle n‟drine, le famiglie mafiose, più attive del cosentino. Don Peppe Cirillo negli anni „80 faceva da trait d’union con la allora vincente Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. La collaborazione con la giustizia da parte di Cirillo inizia nel 1995. Prima di pentirsi era diventato l‟indiscusso capo della ndrina della Sibaritide e in senso lato la fascia che da Amendolara arriva fino a Cariati. Franco Muto, invece, regnava su Cetraro e Perna a Paola. Nato e vissuto fino agli anni ‟60 in Campania, il commerciante in pollame e carni Cirillo si era trasferito negli anni 70 a Sibari per “affari”, forte dell‟appoggio incondizionato della camorra e con la compiacenza dell‟allora capo dei capi ovvero “u reggitanu Paolo De Stefano. Con l‟apporto determinante del cognato Mario Mirabile iniziò una guerra di clan, su modello camorristico, contro il capo della “locale di Sibari” Francesco detto “Ciccio” Spina. L‟esecuzione di Spina avvenne a Taranto nell‟ottobre del 1980, e ciò nonostante il
nuovo boss era in carcere per alcune irregolarità. Il gruppo di fuoco agì indisturbato eliminando quasi tutti gli avversari. Decine e decine di esecuzioni furono il lascito del dominio di Cirillo. L‟eliminazione di Mirabile a Corigliano nel 1990 da parte di un killer, Cicciù, di Cariati e per i contrasti interni del clan e per le rivalse della “locale di Cetraro” la situazione precipitò. Fu proprio Cirillo a far arrestare il boss Muto, che in questi ultimi anni era diventato anche il capo della Sibaritide dopo l‟uscita di scena di don Peppe. Con l‟inchiesta “Garden” (116 imputati, 1997) e con l‟operazione Azimuth emerse un quadro complessivo dei nuovi poteri e delle forze messe in campo dal clan cetrarese. Leggiamo nel documento dei giudici la storia << dell‟ insediamento e ascesa della famiglia Muto sul territorio nel corso degli anni dove a fronte dell‟improvviso sviluppo industriale e commerciale che ha interessato positivamente il territorio si sono registrati gravissimi fatti criminosi indicativi della formazione ed operosità di un aggregato delinquenziale a base prevalentemente
familistica che attraverso tali fatti ha acquisito stabilmente il controllo del territorio costiero che va da Guardia Piemontese a Scalea con influenza anche nell‟entroterra e riconosciuta dai più alti livelli della 'ndrangheta calabrese>>. Nella sibaritide il potere passò a Sante Carella di Corigliano che da ex luogotenente di Cirillo scatenò la guerra di mafia che portò a decine di omicidi negli anni 90.Infine fra il marzo 2002 e il 2005 furono uccisi lungo la direzione della SS 106 e nell‟entroterra 2 componenti del clan Coriglianese, un imprenditore, Guzzo, a Lauropoli, altri due affiliati della n‟drina coriglianese; a Cassano fu freddato un giovane legato al gruppo di Muto e a Cariati fu ucciso Cannas un referente delle cosche avversarie ai Castrovillaresi. Con l‟operazione “Galassia” avviata dopo l‟arresto di Cirillo (pistola in tasca e una quantità enorme di tritolo nascosta in casa) furono ridimensionate le principali famiglie del cosentino che così perdettero l‟autonomia e il territorio fu preda delle n‟drine cirotana e crotonese , dedite al traffico di droga (cocaina in primis), di armi e all‟estorsione. E questa è la nostra realtà, orribile , del 2008.
AVVISO AL CANDIDATO PREMIER Caro candidato alla Presidenza del Consiglio, noi associati in un gruppo denominato Social AVEVAMO apprezzato i toni i e le idee per cambiare la politica italiana. Chiedevamo che alle parole seguono i fatti e non le già note promesse. Un segnale chiaro di mutamento per i luoghi ove noi viviamo. Sentivamo che almeno per una parte di questa società civile, per sensibilità e vicinanza a modelli di progresso e libertà più consono alla realtà europea, ci fosse spazio e rappresentanza. Se proprio impossibilitato a scegliere tra questi ti invitavamo a ricercare tra tanti volti nuovi i portatori di idee e progetti, donne e uomini
che possono contribuire alla crescita civile e materiale del nostro territorio che è in balia ai soliti speculatori dei bisogni e ai ben noti bisognosi di speculazioni. Siamo stanchi delle solite facce o dei loro galoppini e siamo stanchi nel ripetere che siamo stanchi. Insomma, ora i giochi sono fatti e l‟aspettativa e la nostra richiesta è stata disattesa per tutto questo e altro la nostra risposta sarà
l‟a s t e n s i o n e dall‟intervento in favore di un qualsivoglia partito politico
Giuramento ‘ndranghetista
Pagina 3
N° ZERO
ELEZIONI
“Libertà vai sognando, e servo a un tempo vuoi di novo il pensiero, sol per cui risorgemmo dalla barbarie in parte, e per cui solo si cresce in civiltà ,che sola in meglio guida i pubblici fati”. Nascita del Partito del Popolo della libertà commentato da Giacomo Leopardi
Le liste civiche non presentavano particolari programmi politici (forse non ne avevano affatto!) e avevano delle denominazioni non originali : al nome della città veniva associata la parola “cuore” o “vive”, quasi a ribadire un atavico bisogno di amare o vivere in quella città (ed essere ricambiati? A vedere i risultati elettorali non direi). Quello che è strano far capire è come mai politici discreditati, considerati paramafiosi, inquisiti o semplicemente “trombati” possono ripre-
sentarsi, tirati a lucido, e generare le stesse vecchie/ nuove illusioni, le stesse aspettative: Disperazione o oblio? In ogni paese dalle sperdute contrade ai moderni villaggi tre sono le parole incanto che come il flauto magico e i topini vengono profferite da ogni sorta di candidato: infrastrutture, turismo e sicurezza. I comizi oramai semivuoti ruotano su questi perni con una variante aggiunta che dipende dal proprio contesto. Tutto il resto è scontato cioè eluso.
“ Si dovrebbero valorizzare di più i nostri giovani calciatori, rendere più accessibile lo sport professionistico e per far ciò non mancano né i talenti né i dirigenti e allenatori capaci di investire sulle nostre recenti generazioni”
che possono far crescere il nostro
LE FOTO CHE SONO PRESENTI SU QUESTA RIVISTA SONO PER GENTILE CONCESSIONE DEL SIGN. GIULIO CESARE VANINI DI TAURISANO (LE)
BARACK OBAMA: un’altra Ame- creatore di slogan e un suscita- un‟equivalenza fra governo e rica è possibile? tore di entusiasmi e speranze popolo, facendo così inorridire
Che Barack Obama possa diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti d‟ America è una possibilità che sembra crescere giorno per giorno nella opinione pubblica mondiale. Anche se non conosciamo con precisione il programma politico non possiamo non accorgerci della portata storica di un evento del genere nel “secondo secolo americano”. Alla vaghezza del suo background politico-culturale fra da contraltare un abile comunicatore di massa, un efficiente
nel variegato popolo statunitense. Con le sue movenze dinoccolate, la sua voce con un tono da navigato rapper e specialmente con la sua giovane età Obama ha incarnato ancora una volta il mito americano del “self made man”, riversando sulle giovani generazioni un effetto paragonato non ha torto!- alla nuova frontiera kennedyana. Forse molti antiamericani diverranno filoamericani e viceversa: coloro che hanno fatto sempre
Tocqueville, accusano volentieri di antiamericanismo i critici di governi guerrafondai. Ma noi che amiamo il rock dei Dire Straits, il mondo fantastico di Tim Burton, l‟umorismo di Jack Black, la bellezza incarnata di Angelie Jolie e Brad Pitt, il rap di Eminem e Busta Rhymes, i film di Spike Lee e Denzel Washington e i fumetti di Art Spiegelmann e la poesia di Allen Ginsberg non possiamo che essere sempre solidali con gli americani multicolori e non con i cespugli (bush in inglese).
Pagina 4
►u zampareddu ► SI DICE CHE LE COMUNITA’ ABBIANO IL GOVERNO CHE MERITANO. DIMOSTRIAMO CHE MERITIAMO DI MEGLIO!
REDAZIONE ALVARO-AIELLO-AVOLIO-CETERA-MARINO-REDATALIANO. FOGLIO IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE AI SENSI DELLE NORME VIGENTI
Per info social2008@libero.it
... Che tempo orribile è quello in cui degli idioti dirigono dei ciechi (Shakespeare)
Siamo i marciapiedi più affollati/siamo i treni più lunghi./ Siamo le braccia le unghie d’Europa/il sudore diesel/ siamo il disonore la vergogna del governo… Versi di Franco Costabile, poeta calabrese suicidatosi a Roma nel 1965-
Giovani, ragazze con qualche attinenza al superamento dell’isolamento e alla creazione chiamateci… info line 3394864226 (Giuseppe)
ALFABETO CALABRESE: LETTERA , “S”: STATO A Platì (Reggio Calabria), noto per i numerosi fatti di cronaca violenta e di lupara, il comune è stato sciolto numerose volte per infiltrazioni mafiose. Il vescovo (ora ex) di Locri Monsignor Bregantini fece compilare, nel corso di una delle tante “giornate della legalità”, un semplice questionario ai giovani di una scuola media del suddetto comune, redatto in una forma anonima per garantire una risposta senza immediate conseguenze. Era un modo per sondare gli umori più profondi in quel difficile contesto sociale. Ebbene, per la totalità delle risposte anonime alla domanda su cosa fa e cosa
dovrebbe fare lo Stato nel piccolo paese reggino si trovarono risponde del genere che il problema era la presenza della Caserma dei Carabinieri, << che lo Stato dovrebbe togliere >>; e che lo Stato (spesso identificati genericamente con i politici) tenta di “infiltrarsi” nella gestione della Cosa Pubblica”. Che insomma c‟era un eccessiva ingerenza dello Stato che impedisce una vita “normale” per la piccola comunità In un altro paese questa volta della provincia di Cosenza sono state fatte delle indagini di carattere sociopolitico, sempre sulle questioni della legalità e della funzione dello stato, in istituti frequentati da ragazzi
fra i 15 e 18 anni ed è risultato che il 90% degli intervistati sosteneva che “ soltanto la presenza massiccia di Forze dell‟ordine o dell‟esercito e la creazione di un sistema di controllo capillare di Caserme e questure possa incidere nella lotta alla criminalità organizzato o non. Insomma lo stato non è molto presente! E‟ questa opposta veduta su uno stesso problema che dovrebbe far riflettere. Siamo di fronte a una doppia distorsione: un retaggio di Stato padrone non annulla la voglia di soluzioni manu militari. , di richieste di soluzioni autoritarie. Non siamo ancora usciti dalla minor età.
<< Il popolo in Inghilterra si considera libero, ma questo è un errore grossolano: è libero solo durante le elezioni dei membri del parlamento. Non appena vengono eletti la schiavitù lo riprende e la libertà inesistente >> Jean Jacques Rousseau