Università Iuav di Venezia Dipartimento di Culture del Progetto Quaderni della ricerca
Durabilità Longue durée
Università Iuav di Venezia - dipartimento di Culture del Progetto Quaderni della ricerca Copyright ©MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A-B 00173 Roma [06]93781065 ISBN 978-88-548-6871-7 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: febbraio 2014
Durabilità Longue durée a cura di MariaAntonia Barucco
Settore scientifico-disciplinare ICAR/12 Tecnologia dell’Architettura ICAR/14 Composizione Architettonica Unità di ricerca Città, Sostenibilità e Tecnologia
Indice 11 Introduzione 12 La lunga durata del progetto e la sostenibilità Benno Albrecht 32 La città africana del futuro Patrizia Montini Zimolo 48 L’Ecofondaco Roberta Albiero 60 Architettura usa e getta Valeria Tatano 76 Innovazione semantica MariaAntonia Barucco 96 L’ultimo edificio sulla terra Massimo Rossetti 116 L’innovazione nell’edilizia MariaAntonia Barucco, Massimo Rossetti, Valeria Tatano 126 Profilo degli Autori
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L’INNOVAZIONE NELL’EDILIZIA MariaAntonia Barucco, Massimo Rossetti, Valeria Tatano
L’innovazione come scoperta di qualcosa di nuovo nella convinzione che possa essere migliore della precedente è una spinta a progredire che l’uomo ha endemica entro di sé. In realtà utilizziamo il termine innovazione in senso lato, anche quando non si fa riferimento a vere e proprie scoperte scientifiche o a invenzioni, che si presentano come eccezioni di uno sviluppo scientifico e tecnologico che per lo più riguarda nuovo e novità. In edilizia l’innovazione è prevalentemente orientata al miglioramento dei prodotti e dei sistemi costruttivi esistenti, in risposta a bisogni o necessità esplicitati o meno, e si manifesta sotto forma di innovazione di tipo adattivo o funzionale. Assorbiamo e trasformiamo innovazioni che arrivano da altri settori, più avanzati ed economicamente più solidi, interessati da investimenti di cui si prevede il ritorno, attraverso il meccanismo del trasferimento tecnologico, che nel settore edilizio ha consentito, ad esempio, l’inserimento delle nanotecnologie e degli smart materials. Ma più in generale “la tecnologia progredisce accumulando le esperienze di molti, non per atti isolati di singoli eroi; e i suoi usi vengono quasi sempre alla luce in un secondo tempo, perché quasi mai un oggetto si inventa pensando di soddisfare specifici bisogni.”1 Si tratta dunque di percorsi lenti che subiscono accelerazioni e rallentamenti, in cui le figure coinvolte sono diverse e, al di là delle grandi invenzioni che hanno cambiato la storia, è difficile riconoscere un singolo artefice nella novità introdotta nel settore. Ci sono molti modi per tentare di lanciare uno sguardo sul futuro e formulare previsioni che possano servire da traccia dello sviluppo del mondo delle costruzioni. I futurologi, ad esempio, lungi dall’essere novelle sibille, si propongono come studiosi dei fenomeni economici e sociali in grado di descrivere con buona approssimazione lo sfondo di riferimento delle trasformazioni dei prossimi anni. Alvin Toffler e Ray Kurzweil2 hanno fornito molte letture interessanti sui cambiamenti tecnologici, sociali ed economici che hanno avuto e continuano ad avere influenze dirette sul settore costruttivo. I cacciatori di innovazioni, che lavorano per i centri di ricerca di grande aziende o per le materioteche ormai diffuse in tutto il mondo, sono esperti nell’individuare le novità prodotte dal mercato, nel rintracciarle nelle fiere e nell’attivare meccanismi di trasferimento tecnologico da un settore all’altro. E poi ci sono le ricerche, le indagini, i dati statistici, ma anche i film e i romanzi di fantascienza, capaci di prefigurare un mondo possibile con letture tutt’altro che visionarie (Blade Runner, i libri dello scrittore inglese James G. Balard, ...).
01. J. Diamond, Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Einaudi, Torino, 1998, p. 193. 02. Di Alvin Toffler si ricordano: La terza ondata, Sperling & Kupfer, Milano, 1987, Lo choc del futuro, Sperling & Kupfer, Milano, 1988 e, con Heidi Toffler, il recente Revolutionary Wealth, Knopf, 2006. Di R. Kurzweil, La singolarità è vicina, Apogeo, Milano, 2005.
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Senza nessuna volontà di competizione con strutture ed enti di ricerca che da decenni si occupano di sviluppare innovazione e di diffonderla, ArTec, l’Archivio delle tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale, fin dalla sua istituzione è impegnato nell’individuazione e nello studio dell’innovazione dei prodotti e dei sistemi costruttivi. ArTec In una pubblicazione dedicata alla condivisione dei contenuti delle ricerche trovano spazio le voci di chi fa ricerca. Il presente testo costituisce un’anomalia: non è la voce di un ricercatore ma è la descrizione di un luogo (visibile e invisibile) che ha la funzione di catalizzare le idee e i temi di ricerca mettendo in contatto tra loro studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca e personale strutturato. ArTec è un laboratorio dello IUAV e in esso operano, un po’ per causalità, un po’ per scelta, docenti che afferiscono al medesimo Dipartimento e alla stessa Unità di ricerca. Per questi motivi e per la connessione tra ricerche e la condivisione di intenti con il dipartimento, nel primo quaderno dell’unità di ricerca “Città, sostenibilità e tecnologia” trova spazio anche la descrizione delle attività di ricerca di ArTec. L’Archivio, che fa parte del Sistema Laboratori dello IUAV, occupa una superficie di circa 250 metri quadrati nel cuore degli spazi destinati alla didattica dell’ex Cotonificio di Santa Marta, in cui sono raccolti e aggiornati per studenti e docenti una selezione rappresentativa dei materiali, prodotti e sistemi di costruire il progetto. La struttura è anche uno spazio operativo che negli anni è divenuto il luogo di confronto dei dottorandi di Tecnologia dell’architettura della Scuola di Dottorato Iuav, degli assegnisti che fanno riferimento ai docenti che operano nella struttura e dei vari collaboratori alle attività in convenzione condotte. La definizione di ArTec come “luogo (materiale e immateriale)” parafrasa la descrizione della Tecnologia dell’Architettura fatta dal prof. Sinopoli3, ideatore della struttura e guida di molti di noi. Una disciplina a cavallo tra il cantiere e l’astrazione teorica, così come ArTec raccoglie in una materioteca i prodotti da costruzione e accoglie chi fa ricerca. La tecnologia in ArTec si fa carico del ruolo pratico di intermediazione tra ricerca e industria e si occupa anche del processo di traduzione, interpretazione e coordinamento del pensiero della disciplina.
03. N. Sinopoli, La tecnologia invisibile: il processo di produzione dell’architettura e le sue regie, Franco Angeli, Milano, 1997
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Con questa finalità i dottorandi di ricerca ICAR 12 hanno recentemente dato vita a OFFICINA*4, un progetto, frutto dell’attività di collaborazione tra università, enti e aziende, volto alla costruzione di un contenitore per le esperienze di studio, ricerca e formazione maturato durante il periodo di dottorato. Nel proliferare delle produzioni (spesso solo invenzioni e non innovazioni) e nella crisi del settore edile italiano, ma anche dell’università e della ricerca, ArTec propone una “disciplina del lavoro”5 basata sulla condivisione e il confronto delle ricerche: “tutto sta nel come elementi diversi diventano parte integrante di un processo che elabora i fattori che lo costituiscono, trasformandoli in nuove esigenze”6. Ecco perché ArTec è un luogo materiale ed immateriale: è effettivamente uno spazio dedicato alla matericità del costruire ed è un incubatore di studi che fa del coinvolgimento uno strumento per l’innovazione perché “i giovani rifiutano le mete. Vogliono dei ruoli […] ossia la partecipazione totale”7. L’attività di ArTec negli anni si è mossa lungo i percorsi di studio dell’innovazione in edilizia, con particolare riferimento al processo di monitoraggio e osservatorio tecnologico, condotto nello specifico attraverso una lunga serie di convenzioni di ricerca con BolognaFiere e SAIE8. Dal 2004 al 2011, infatti, ArTec ha collaborato alla realizzazione del “Catalogo Novità”, strumento tecnico cartaceo e digitale di raccolta, classificazione e valutazione dei prodotti innovativi presentati nel corso della manifestazione fieristica bolognese. Nel 2010, inoltre, è stato pubblicato con la casa editrice BE-MA un dvd contenente i contributi dei partecipanti alla rassegna di seminari sull’innovazione tecnologica dal titolo Innovazione: SAIE e dintorni, tenutisi nel corso del Salone9. Nel 2012 la collaborazione con SAIE, senza venire meno alla connotazione originaria di osservatorio tecnologico, si è focalizzata sulla ricerca di soluzioni per l’edilizia particolarmente innovative, a livello nazionale e internazionale, allo scopo di fotografare il settore in un momento non facile per l’economia mondiale. Il lavoro, dal titolo Innovazione nel mondo delle costruzioni: People meet innovation, si è articolato nella raccolta, studio e analisi di 04. OFFICINA* è il nome scelto dai dottorandi ICAR 12 per contraddistinguere una serie di attività di ricerca e didattica da loro promosse e realizzate. OFFICINA* (a cura di E. Antoniol, V. Covre, D. Petucco) è anche un sito web (www.officina-artec. com) che dà conto delle iniziative avviate con aziende, enti e produttori. 05. T. Herzog, Proluzione per il conferimento del titolo di socio onorario SITdA durante il convegno nazionale SITdA, Innovare per abitare, Roma, 2010. 06. E. Vittoria, Tecnologia, progettazione, architettura in Casabella n.375, 1973. 07. M. McLuhan, Q. Fiore, Il medium è il messaggio, Feltrinelli, Milano, 1964. 08. Saie – acronimo di Salone Internazionale dell’Industrializzazione edilizia, dal 2013 Salone dell’Innovazione Edilizia – è dal 1965 la principale fiera sul mondo delle costruzioni in Italia. 09. M. Rossetti, V. Tatano, “Innovazione: Saie e dintorni”, in Integrare per costruire: innovazione, progetto, produzione, gestione edilizia e urbana, DVD edito da Be-Ma, Milano, 2010.
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recenti progetti di architettura, realizzati in Italia e all’estero, che presentassero particolari caratteristiche di innovazione tecnologica. Il gruppo ha svolto un’attività di scouting finalizzata all’individuazione di progetti di ricerca e di architettura nei quali fossero stati utilizzati prodotti e materiali innovativi, o prodotti e materiali tradizionali declinati in modo innovativo. L’incarico ha previsto inoltre l’individuazione delle aziende fornitrici di tali prodotti e materiali, finalizzata al coinvolgimento di tali aziende nell’ambito dell’esposizione People Meet Innovation che ha presentato i risultati della ricerca all’interno del Salone. Una sintesi del risultato del lavoro, esposto in occasione del SAIE di ottobre 2012 a Bologna, è contenuta in un flip magazine consultabile nel sito di ArTec (www.iuav.it/artec). Inoltre, l’attività di ricerca sulle dinamiche dell’innovazione tecnologica ha indagato anche il campo della sostenibilità in edilizia, in particolare in occasione della convezione di ricerca 2008 con SAIEnergia, Salone delle energie rinnovabili e tecnologie a basso consumo per il costruire sostenibile, sempre facente parte di SAIE. Il tema di ricerca, Studio di stratigrafie costruttive, è consistito nello studio di alcune soluzioni “tipo” in grado di connotare sul
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piano energetico e costruttivo le specificità di pareti e coperture da realizzarsi in zone geografiche diverse (una settentrionale e una meridionale), secondo quanto previsto dal Decreto 311 del 2006 e fornire esempi di best practices costruttive. L’attività di ricerca ha anche compreso la progettazione ed esposizione di modelli al vero riproducenti stratigrafie di facciate e di coperture opache realizzate dalle aziende (Andil, Assobeton, Anit, Costruttori CasaClima Südtirol) per tutta la durata del Salone. Infine, lo studio e analisi di materiali innovativi per il settore delle costruzioni ha portato ad alcune pubblicazioni di monografie e di articoli su riviste scientifiche10. Nel primo caso, l’attività di ricerca è sfociata nella pubblicazione del volume Schermature solari. Evoluzione, progettazione e soluzioni tecniche, che ha raccolto uno studio sull’evoluzione storica di tali sistemi, vista attraverso il loro rapporto col progetto di architettura, uno stato dell’arte delle schermature solari in edilizia, con particolare riferimento ai sistemi più innovativi e integrati, e una rassegna di casi studio di recente realizzazione che illustrano in maniera particolarmente esaustiva il livello di integrazione con l’edificio11.
10. In particolare: M. Rossetti, V. Tatano, “ Mostrare e dimostrare. L’Innovation Park BRE a Londra.Show and tell. BRE Innovation Park, London”, in Ponte n. 8/9 2012, pp. 49-57. 11. M. Rossetti, Schermature solari. Evoluzione, progettazione e soluzioni tecniche, Maggioli, Rimini, 2012.
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Nel secondo caso, l’attività di ricerca ha portato alla collaborazione con la rivista “Ponte”, edita da DEI Tipografia del Genio Civile, per la redazione di tre speciali sul tema “Smart materials”, materiali per l’edilizia che presentano un comportamento “intelligente” (n. 1, 2013), “Green surfaces”, superfici verdi per il costruito (n. 3, 2013) e “Transparency”, materiali trasparenti innovativi (n. 4, 2013)12. Tra i molti sfondi di riferimento dell’innovazione il settore dell’involucro edilizio si pone come uno degli ambiti privilegiati per la sperimentazione, anche di frontiera, dato il ruolo che i sistemi di chiusura verticale rivestono nella definizione sia formale che tecnica degli edifici. Come esemplificazione dell’approccio che viene adottato negli studi che conduciamo ne proponiamo un breve inquadramento.
12. M. Rossetti, V. Tatano, “Artec per Ponte: Smart materials”, in Ponte n. 1/2013, pp. 45-56, schede dei materiali a cura di E. Antoniol, V. Covre, D. Petucco. M. Rossetti, V. Tatano, “ArTec per Ponte: Green Surfaces”, in Ponte n. 3/2013, pp. 37-49, schede dei materiali a cura di E. Antoniol, V. Covre, D. Petucco. M. Rossetti, V. Tatano, “Artec per Ponte: Transparency”, in Ponte n. 4/2013, pp. 37-48, schede dei materiali a cura di E. Antoniol, V. Covre, D. Petucco.
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L’innovazione nell’involucro edilizio - Emilio Antoniol Secondo uno studio intitolato It’s ALIVE13, pubblicato nel gennaio 2013 da ARUP Foresight, i cambiamenti demografici, climatici e culturali che hanno caratterizzato gli ultimi decenni saranno, in futuro, motivo di una profonda evoluzione dell’attuale concetto di edificio che sempre più si dovrà presentare come un “organismo vivo” in grado di autogestirsi e autoregolarsi, diventando energeticamente autosufficiente e interfacciandosi con l’ambiente esterno al fine soddisfare esigenze sempre più specifiche14. Ed è proprio all’involucro che si richiede di accogliere molte di queste nuove funzioni, adattandosi a diversi contesti ambientali o climatici, modificandosi nel corso del giorno e delle stagioni e contribuendo, in modo sempre più sostanziale, al bilancio energetico dell’edificio. Se sistemi di integrazione fotovoltaica in facciata sono ormai noti da alcuni decenni è più recente la possibilità di combinare sistemi di schermatura e di produzione dell’energia, ma ancora più innovativi sono i sistemi che permetto di controllare e gestire tali soluzioni in modo automatico in funzione del momento del giorno e della posizione del sole. È il caso, per esempio, della
13. 09. Josef Hargrave, ARUP Foresight and Innovation, Can you imagine the urban building of the future?, Gennaio 2013, www. driveofchange. com. 14. Questo scritto riprende, ampliandone la trattazione, i temi di un articolo di E. Antoniol dal titolo “L’involucro del futuro. Come saranno gli edifici nel 2050”, in pubblicato in Nuova Finestra 395, ottobre, 2013.
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Soft House di Kennedy&Violich Architecture realizzata per l’IBA15 di Amburgo nel 2013; l’abitazione è dotata di un sistema di facciata-schermatura denominato “Smart Curtains” costituito da tende esterne semitrasparenti, disposte in fasce verticali, accoppiate ad una guaina fotovoltaica. Ogni fascia misura 50 cm di larghezza e può ruotare attorno al proprio asse in modo automatico in funzione della posizione del sole al fine di ottimizzare la schermatura solare estiva, i guadagni passivi nel periodo invernale e la produzione di energia elettrica. Tale sistema adattivo, interamente gestito da un software, permette di contenere i consumi e garantisce un elevato comfort interno esplicitando al massimo il concetto di schermatura solare dinamica. Nell’ambito della facciate attive si può poi riportare l’esperienza della BIQ House, un progetto di SPLITTERWERK in collaborazione con Arup e Colt International realizzato ad Amburgo nel 2013 e dotato di una facciata a doppia pelle, costituita da moduli in vetro di 250x70 cm. Ciascuno di essi è orientabile in modo automatizzato per ottimizzare la schermatura solare o l’afflusso di luce naturale all’interno degli ambienti ed è costituito da vetri stratificati di sicurezza che definiscono un’intercapedine di 18 mm con all’interno 24 litri di una soluzione composta da acqua, CO2, sostanze nutrienti e microalghe unicellulari. Durante il giorno la soluzione interna, colpita dai raggi solari, si surriscalda e le microalghe avviano processi di fotosintesi consumando CO2, producendo ossigeno e moltiplicandosi. Al raggiungimento di una densità stabilita, un sistema di controllo computerizzato gestisce l’estrazione della miscela di alghe e acqua calda convogliando il fluido ad alcuni scambiatori dove viene recuperata l’energia termica della miscela. Parte delle alghe viene estratta e inviata ad un impianto di biomassa, dove sono ricavati circa 23-27 kJ di energia per ogni grammo di sostanza secca. Le restanti alghe vengono reintrodotte nei moduli di facciata per riprende un nuovo ciclo. L’involucro consente quindi lo sfruttamento sia dell’energia solare termica per la produzione di acqua calda sia dell’energia della biomassa trasformata in biogas con una efficienza complessiva finale è pari al 10% per la conversione di luce in biomassa e del 38% per la conversione termica. Cambiamenti di densità, o più precisamente di fase, sono il meccanismo con cui funzionano anche le facciate con integrati materiali PCM (Phase Change Materials)16 in cui l’esposizione solare provoca un cambiamento nello stato del materiale a cui si associa un accumulo o una cessione di energia termica. Nei climi freddi, o temperati, ciò consente di sfruttare la radiazione solare durante il giorno accumulando calore da riemettere all’interno degli ambienti durante la notte. L’uso di materiali PCM in combinazione al vetro consente inoltre
15. International Building Exhibition 2013 16. Tra questi troviamo paraffine o alcuni sali idrati che a specifiche temperature di fusione passano dallo stato liquido a quello solido e viceversa.
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di sfruttare la semitrasparenza di questi sistemi per ottenere un’illuminazione diffusa e ridurre l’abbagliamento solare. L’accoppiamento del vetro con prodotti isolanti trasparenti, TIM’s (Trasparent Insulation Material), quali l’areogel, policarbonato o polimetilmetacrilato permette poi di realizzare involucri dalla caratteristiche tecniche avanzate, con valori di trasmittanza che possono raggiungere gli 0.8 W/m2K e trasmissioni luminose variabili dal 45% al 60% andando a definire un’ampia gamma di soluzioni tecniche integrate per l’isolamento termico, la diffusione luminosa e la schermatura solare. La facciata e l’involucro possono infine diventare una barriera contro l’aggressività di ambienti esterni poco favorevoli come nel caso dell’Unilever di Amburgo dove una “pelle” di ETFE trasparente protegge gli uffici dal rumore e riduce l’ingresso di sostanze inquinanti causate dal traffico marittimo del porto su cui l’edificio si affaccia. L’innovazione tecnica più recente è giunta inoltre a definire soluzioni attive contro l’inquinamento atmosferico con sistemi di facciata che, in presenza di radiazioni UV e umidità, sono in grado di catalizzare reazioni fotocatalitiche e di neutralizzare sostanze inquinanti come gli ossidi di azoto NOx o le particelle volatili sottili VOCs. Tali soluzioni sono già ampiamente impiegate all’interno di prodotti a base cementizia, quali intonaci o calcestruzzi, ma le recenti innovazioni nel campo delle nanotecnologie permettono ora la loro applicazione su una ben più ampia gamma di prodotti e materiali. Nel caso della riqualificazione dell’ospedale Manuel Gea Gonzales di Città del Messico, completato nel 2013, viene impiegato un sistema di moduli plastici in ABS su cui è stato steso un strato nano-molecolare di biossido di titanio (TiO2) con azione fotocatalitica. Lo studio del prodotto ha portato alla definizione di moduli prefabbricati dalla forma tridimensionale in grado di massimizzare la superficie attiva esposta pur mantenendo un’elevata leggerezza e versatilità del sistema che presenta, una volta assemblato, con una superficie libera di quasi il 50%. La doppia pelle funge in questo caso anche da strumento di controllo solare contribuendo in questo modo al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio e a quelle ambientali del sito in cui esso è collocato. Nel tentativo di rispondere a esigenze sempre più specifiche e complesse l’innovazione tecnologica nel settore dell’involucro sembra quindi spingersi sempre di più, come dimostrano questi esempi, verso soluzioni integrate e dinamiche in cui materiali e componenti della facciata siano in grado di adattarsi ai mutamenti del contesto, trasformarsi in base alle richieste dell’utenza o agire attivamente sull’ambiente contribuendo in tal modo al miglioramento della qualità dell’abitare.
Le immagini che illustrano il testo si riferiscono a prodotti archiviati presso ArTec.
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Profilo degli Autori
Benno Albrecht È architetto e professore di Composizione architettonica e urbana all’Università Iuav di Venezia. È referente dell’unità di ricerca “Città, Sostenibilità e Tecnologia”. Si occupa di progetti e ricerche sul disegno urbano sostenibile. I suoi progetti sono illustrati in riviste italiane ed internazionali. Tra le sue pubblicazioni: I confini del paesaggio umano (con L. Benevolo, Laterza, Roma-Bari 1994); La città delle piazze. La sistemazione complessiva di Roma dal 1676 al 1748 (in Metamorfosi delle città, Scheiwiller, Milano 1995); Le origini dell’architettura (con L. Benevolo, Laterza, Roma-Bari 2002); Conservare il futuro. Il pensiero della sostenibilità in architettura (il Poligrafo, Padova 2012). Patrizia Montini Zimolo È architetto e professore associato di Composizione architettonica e urbana all’Università Iuav di Venezia, membro del collegio docente del Dottorato in Composizione Architettonica dal 2002. Nell’ambito del disegno urbano sostenibile, tra le più recenti attività di progetto e ricerca: GAUDI,Netwwork 12- Leading European Universities on Sustainable Architecture, Biennale Architettura, Venezia, 2007; “ Habiter la Méditerranée”, Biennale de l’Habitat Durable, Grenoble, 2008, “Sensi di viaggio nell’antico regno del Dahomey”, mostra Premio Architettura città di Oderzo, 2012, workshop Architetti Senza Frontiere Veneto Progetto Hwange, Zimbabwe, 2012. E’ membro del collegio scientifico del I Congreso Internacional de Vivienda Colectiva Sostenibile, Barcelona, 2012 e ha sviluppato negli ultimi anni esperienze di tirocinio in Benin. Roberta Albiero Architetto, dottore di ricerca in Progettazione architettonica e professore associato in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. È autrice di studi su Adalberto Libera (Unicopli, Milano 2002), di un volume sull’opera dell’architetto portoghese João Luìs Carrilho da Graça (con R. Simone, Electa, Milano 2006) e del libro “Abitare il recinto : introversione dell’abitare contemporaneo” (con L. Coccia, Gangemi, Roma, 2008). Tra i progetti recenti si ricordano il concorso MOdAM (Museo e scuola della Moda) a Milano, con P. Eisenman e G. Degli Esposti, classificatosi quarto (2006); i concorsi per la riqualificazione del lungomare di Mondello (2007) e per la riqualificazione urbana paesaggistica e architettonica di Pizzo Sella (2008), entrambi classificati al secondo posto. Si occupa di progetti e ricerche sul tema dell’architettura mediterranea sostenibile.
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Valeria Tatano È architetto e professore associato di Tecnologia dell’architettura all’Università Iuav di Venezia. Si occupa di sicurezza in uso e al fuoco, di design for all, e di tecnologie innovative nel rapporto tra architettura e tecnica, in particolare per quanto riguarda i temi del progetto consapevole, svolgendo ricerche inerenti le facciate vegetali e i tetti giardino. È responsabile scientifico di ArTec, l’Archivio delle tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale del Sistema Laboratori dello Iuav.
MariaAntonia Barucco È architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’Architettura, ricercatore all’Università Iuav di Venezia e membro del collegio docente del dottorato Nuove Tecnologie. Svolge attività di ricerca in merito ai metodi di valutazione della sostenibilità in edilizia e delle certificazioni di prodotto, applicati sia al livello della produzione industriale che nei percorsi di audit tra la pubblica amministrazione e gli utenti di social housing. Si occupa dello studio dei processi di innovazione e di diffusione dell’innovazione nel settore edile, curando in particolare il rapporto tra università e imprese. Collabora alle ricerche del Laboratorio ArTec.
Massimo Rossetti Architetto, Dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura, è ricercatore in Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento Culture del progetto dell’Università Iuav di Venezia. Svolge attività di ricerca nei settori dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità. Dal 2005 svolge attività didattica presso l’Università Iuav di Venezia e ha partecipato a programmi di ricerca PRIN, PON, POR e FSE. È membro del Laboratorio Iuav ArTec, Archivio delle Tecniche e dei Materiali per l’Architettura e il Disegno Industriale e di SITdA, Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura. È autore di circa centoventi pubblicazioni tra articoli, saggi e monografie sui temi della tecnologia dell’architettura.
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Finito di stampare nel mese di febbraio del 2014 dalla « ERMES. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. » 00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15 per conto della « Aracne editrice S.r.l. » di Roma