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ISSN 2384-9029

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set-ott 2016


OFFICINA* Bimestrale on-line di architettura e tecnologia N.14 set-ott 2016 ISSN 2384-9029 Rivista consultabile e scaricabile gratuitamente su : www.officina-artec.com/category/publications/officina-magazine ≥

DIRETTORE EDITORIALE

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

Emilio Antoniol

Ivano Aldreghetti, Fabrizio Antonelli, Andrea Babolin, Caterina Balletti, Malvina Borgherini, Giosuè Boscato, Adriana Casalin, Michele Carradori, Alessandro Cibin, Giorgio Costantini,

COMITATO EDITORIALE

Giuseppe D’Acunto, Alessandra Dal Cin, Doriana Dal Palù, Christian Florian, Umberto Ferro,

Valentina Covre

Francesco Guerra, Silvia Ientile, Lorenzo Massaria, Massimo Mucci, Fabio Peron, Luca Pilot,

Margherita Ferrari

Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Valeria Tatano, Italo Tofani, Claudia Zanella.

Francesca Guidolin Valentina Manfè Daria Petucco Chiara Trojetto

IMPAGINAZIONE GRAFICA Emilio Antoniol

REDAZIONE

TRADUZIONI

Paolo Borin

Anna Peron

Libreria MarcoPolo Carlo Zanchetta PROGETTO GRAFICO Valentina Covre Margherita Ferrari Chiara Trojetto

EDITORE Self-published by Associazione Culturale OFFICINA* info@officina-artec.com

Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale ≥ L’editore si solleva da ogni responsabilità in merito a violazioni da parte degli autori dei diritti di proprietà intelletuale relativi a testi e immagini pubblicati.


L’improbabilità della scoperta

Chiara Trojetto

“Il Motore ad Improbabilità Infinita è un nuovo meraviglioso modo per coprire distanze interstellari in un nientesimo di secondo, senza star lì a gingillarsi nell’iperspazio. Il principio è stato scoperto per un caso fortunato e in seguito trasformato in una forma di propulsione controllabile dal gruppo di ricerca del Governo Galattico di Damogran. Questa, in sintesi, è la storia della sua scoperta. Il principio in base al quale si generano piccole quantità d’improbabilità finita collegando semplicemente i circuiti logici di un Cervello Submesonico 57 di Bambleweeny a un vettore atomico sospeso in un agente produttore di moto browniano (diciamo, per esempio, una bella tazza di tè bollente) era naturalmente compreso a fondo. I generatori basati su questo principio venivano usati spesso per rompere il ghiaccio durante le feste facendo saltare simultaneamente tutte le molecole della biancheria dell’ospite di trenta centimetri sulla sinistra, secondo la Teoria dell’Indeterminazione. Molti fisici autorevoli si dichiararono intolleranti alla cosa, un po’ perché squalificava la scienza, ma soprattutto perché non riuscivano mai a farsi invitare a quel tipo di feste. Un’altra cosa che non potevano tollerare era il continuo insuccesso cui andavano incontro cercando di costruire una macchina che potesse generare il campo d’Improbabilità infinita necessario a spedire un’astronave fino alle stelle più remote; alla fine dichiararono seccati che tale macchina era virtualmente impossibile. Poi, un giorno, uno studente che era stato lasciato a spazzare il laboratorio dopo una festa particolarmente mal riuscita, si mise a ragionare in questo modo. Se, pensò, una simile macchina è un’impossibilità virtuale, allora deve logicamente essere un’Improbabilità finita. Perciò, per poterla costruire, basta calcolare esattamente quanto sia improbabile, fornire i dati al generatore d’Improbabilità finita, dargli una tazza fumante di ottimo tè e… attivarlo! Così fece, e fu abbastanza sorpreso di scoprire d’essere riuscito a creare dal niente quel dorato generatore d’Improbabilità Infinita che tanti avevano inutilmente cercato di fabbricare”. Tratto da Douglas A., Guida Galattica per autostoppisti, Mondadori, Milano, 2015, pp. 94-95. Non è dato sapere quale sia la probabilità che una simile scoperta si avveri ma, ogni giorno, nei laboratori di ricerca di tutto il mondo si scoprono cose di questo tipo.


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N.14 set-ott 2016 in copertina: Surfaces immagine di Giacomo Bagnara*

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ESPLORARE Notte dei Ricercatori 2016 di Emilio Antoniol Elettrodomesticità di Valentina Manfè Taking Care - Progettare per il bene comune. Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016 di Massimo Mucci

LABORATORI introduzione di Emilio Antoniol ArTec: materiali e sistemi costruttivi per l’architettura di Valeria Tatano, Adriana Casalin, Francesca Guidolin Laboratorio di Cartografia e Gis di Caterina Balletti Il laboratorio di fotogrammetria CIRCE di Francesco Guerra e Luca Pilot Vent’anni di sperimentazione termofisica allo Iuav di Fabio Peron Il rapporto architettura-innovazione attraverso la sperimentazione di Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini, Alessandra Dal Cin, Silvia Ientile, Lorenzo Massaria, Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Italo Tofani

*È un illustratore italiano che vive e lavora a Verona, si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano. Collabora da alcuni anni con clienti e testate giornalistiche italiane e internazionali. bagnara.giacomo@gmail.com

2 OFFICINA*

LAMA e LabCoMaC di Fabrizio Antonelli Laboratorio LAR di Giuseppe D’Acunto MeLa Media Lab Iuav di Malvina Borgherini

44 PORTFOLIO

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Scatti d’architettura di Umberto Ferro IN PRODUZIONE Testare i materiali per l’edilizia di Alessandro Cibin


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VOGLIO FARE L’ARCHITETTO 50 provini 10x10x10 di Andrea Babolin e Claudia Zanella IMMERSIONE Che suono fa il vostro prodotto? di Doriana Dal Palù BIM NOTES Curtain Wall & COBie: quale soluzione? di Michele Carradori e Christian Florian

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MICROFONO ACCESO Davide Caffarri a cura di Emilio Antoniol CELLULOSA Una moglie giovane e bella a cura dei Librai della Marcopolo (S)COMPOSIZIONE Fixing a hole di Valentina Covre

N.14 SET-OTT 2016 3


ESPLORARE

Andrea Avezzù

Notte dei Ricercatori 2016

Elettrodomesticità

30 settembre 2016 Tolentini, Università Iuav di Venezia www.venetonight.it ≥

10 settembre 2016 - 22 gennaio 2017 Palazzo Spelladi, Galleria Harry Bertoia, Pordenone www.comune.pordenone.it/it/comune/in-comune/strutture/galleria-harry-bertoia ≥

Anche nel 2016 si ripropone la Notte Euro-

La mostra Elettrodomesticità. Design e innovazione

Prosegue l’apertura della Biennale Architet-

pea dei Ricercatori, un’iniziativa promossa

a Nord Est da Zanussi a Electrolux sarà presente

tura 2016 Reporting from the Front, diretta da

dalla Commissione Europea che da undici

fino al 22 gennaio presso la Galleria Harry

Alejandro Aravena.

anni promuove l’incontro tra i ricercatori e il

Bertoia di Pordenone. La mostra a cura di

Per chi non l’avesse ancora visitata, merita

grande pubblico. Il 30 settembre, in contem-

Angelo Bertani vuole raccontare la centralità

sicuramente dedicare particolare attenzione

poranea in differenti città europee, sarà pos-

del disegno industriale come strumento in-

al Padiglione Italia curato da TAMassociati,

sibile partecipare a presentazioni, workshop,

sostituibile per la realizzazione del prodotto

con la mostra dal titolo Taking Care - Proget-

corsi, simulazioni ed esperimenti di labora-

di massa che prende origine dalle necessità

tare per il bene comune, in cui si trova un origi-

torio ma soprattutto conoscere chi fa ricerca.

dell’uomo. L’esposizione gravita attorno alle

nale e interessante intreccio tra esposizione

Anche in questa edizione OFFICINA*

tematiche della funzionalità, dell’innovazio-

di opere realizzate e proposte operative per

parteciperà all’evento con l’Università Iuav

ne e dell’estetica, espresse dall’industrial design.

il futuro.

di Venezia, Ateneo in cui il progetto è nato.

Il prodotto tecnico porta dentro di sé una

La proposta di TAMassociati per “Una nuo-

Per l’occasione OFFICINA* ha dedicato il

metodica creatività che negli anni è andata

va architettura sociale” non elabora nuove

presente N.14 della rivista al Sistema Labo-

a rispondere alle esigenze dell’uomo. L’elet-

teorie, ma dimostra come l’idea di una “pra-

ratori Iuav, indagando in modo specifico il

trodomestico, come prodotto finito, diventa

tica complessa” possa realizzare un processo

tema della ricerca sperimentale e delle sue

protagonista; sono un allestimento interatti-

di costruzione di senso nella definizione di

interazioni con il mondo esterno all’acca-

vo, schizzi preliminari e progetti che permet-

categorie comuni alle persone, come “appar-

demia. La redazione di OFFICINA* sarà

tono di conoscerlo. In esposizione i progetti

tenenza, identità, condivisione, conoscenza”.

presente tutta la serata per raccontare il

dei prodotti più significativi realizzati dalla

L’architettura è posta al servizio della col-

progetto editoriale e distribuire materiale

Zanussi a partire dal 1916, anno di fonda-

lettività, perché è in grado di “fare la diffe-

informativo, avendo a disposizione anche

zione, fino ai nostri giorni. Saranno inoltre

renza” quando si prende cura di individui,

delle copie cartecee della rivista per chi vo-

presenti i prodotti disegnati da Gino Valle,

comunità, spazi, luoghi, principi, risorse. Il

lesse dare il proprio supporto al progetto

Gastone Zanello, Andries Van Onck, Rober-

campo d’azione privilegiato sono le periferie,

culturale.

to Pezzetta e Luigi Molinis.

nelle quali l’architettura deve assumersi il

di Emilio Antoniol

4 OFFICINA*

di Valentina Manfè

Taking Care - Progettare per il bene comune. Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2016 28 maggio 2016 - 27 novembre 2016 Giardini e Arsenale, Venezia www.labiennale.org/it/architettura/index.html ≥

compito di contrastare quello “spazio men-


tale”, prima che fisico, di “marginalità culturale”. Quella di TAMassociati è un’idea di architettura come atto politico che produce luoghi, in grado di sviluppare la difesa e la pretesa dei diritti, ed è strettamente collegata al dibattito sui beni comuni. L’esposizione è suddivisa in tre sezioni: Pensare raccoglie le riflessioni sul tema del bene comune da parte di studiosi di diversi campi di ricerca; Incontrare espone 20 progetti di architettura costruiti da studi italiani che dimostrano come la forma realizzata possa essere una parte di un processo di valorizzazione di componenti immateriali quali conoscenza, consapevolezza, identità, appartenenza, diritti; Agire è la sezione in cui si invita ad essere operativi sul campo, con la presentazione di 5 progetti per dispositivi mobili sviluppati da progettisti in collaborazione con 5 associazioni che già operano nella lotta contro la marginalità nelle periferie italiane. Tali associazioni hanno personalizzato il modulo base a loro proposto secondo le loro esigenze e, quando sarà costruito grazie ai fondi raccolti tramite sponsorizzazioni private e crowdfunding civico, lo riceveranno in donazione per utilizzarlo nella loro azione di utilità sociale prevista.

di Massimo Mucci

N.13 LUG-AGO 2016 5


In its 14th issue OFFICINA* chose to explore the scientific and labora-

perform scientific and professional activities in several fields including:

tory research topic related to architecture. In particular, the issue speaks

photography, representation, survey topography, cartography, geographic

about the Iuav Laboratories System, a structure that brings together in a

information systems, petrography, analysis of materials for architecture

coordinated way Venice Iuav University’s different laboratories. The tar-

and environment, technolog y, earth science, geotechnics, geophysics, con-

gets that led to the creation of the Iuav Laboratories System are to provide

struction science, structural engineering, technical physics and environ-

scientific and technical support to research and teaching activities but, above

mental control technolog y.

all, also to expand the University’s presence on the local territory collabo-

Published on the occasion of the European Researchers Night, this issue

rating with cultural organizations, both national and international, and

wants to describe one of the most active University structures connected

with local companies. The merging of several laboratories within a single

with the relationship between the University and the outside world with

organization aims to develop interdisciplinary research and disseminating

many commissions, projects and courses to disseminate outside the academic

research results in a more effective way.

know-how, producing culture and innovation. Teaching, research and pro-

At present, the Iuav Laboratories System consists of nine structures: the

duction are woven in the experiences described by the laboratories, that here

Archive of Techniques and materials for architecture and industrial design

present their latest scientific activities.

- ArTec, the Cartography and GIS Laboratory - CIRCE, the Photogrammetry Laboratory - Circe, the Physics environmental Technolog y Laboratory - FisTec, the Building Sciende Laboratory - LabSCo, the Ancient Materials Analysis Laboratory - LAMA, which was recently added to a pilot’s Laboratory section for the Preservation of Building Materials LabCoMaC, the project support Laboratory - LAR, the Media Lab - MeLa and the Earth sciences Laboratory - TerraLab. The last one is the Laboratory of Photography that provides services in photography to support researches and projects. Thanks to advanced equipments and specialized skills, the laboratories

6 OFFICINA*


Giacomo Bagnara

N

ella sua 14a uscita, OFFICINA* sceglie di

riali da Costruzione - LabCoMaC, il Laboratorio di supporto al

affrontare il tema della ricerca scientifica

Progetto - LAR, il Media Lab - MeLa e il Laboratorio di scienze

e di laboratorio legata al mondo dell’ar-

della terra - TerraLab. Completa il quadro il Laboratorio di Fo-

chitettura. In particolare, il numero rac-

tografia che fornisce servizi in ambito fotografico a supporto

conta il Sistema Laboratori Iuav, una

della ricerca e del progetto.

struttura che accorpa in modo coordina-

Grazie alle attrezzature all’avanguardia e alle competenze spe-

to i differenti laboratori afferenti a questo Ateneo.

cialistiche, i laboratori svolgono attività scientifiche e profes-

Le finalità che hanno spinto alla creazione del Sistema Labo-

sionali in svariati campi tra cui: fotografia, rappresentazione,

ratori sono il fornire supporto scientifico e tecnico alla ricerca

rilievo, topografia, cartografia, sistemi informativi geografici,

e alla didattica di Ateneo ma anche, e soprattutto, ampliare la

petrografia, analisi dei materiali per l’architettura e l’ambien-

presenza sul territorio dell’Università attraverso la collabora-

te, tecnologia, scienza della terra, geotecnica, geofisica, scienze

zione con gli enti culturali, sia nazionali che internazionali, e

delle costruzioni, tecnica delle costruzioni, fisica tecnica e tec-

con le imprese. L’accorpamento di più laboratori all’interno di

nica del controllo ambientale.

un unico organismo si prefigge poi l’obiettivo di sviluppare at-

Pubblicato in occasione della Notte Europea dei Ricercatori,

tività di ricerca interdisciplinari divulgando risultati e ricerche

questo numero vuole raccontare una delle realtà più attive sul

in modo congiunto e quindi più efficace.

fronte del rapporto tra Università e mondo esterno con nume-

Attualmente il Sistema Laboratori Iuav è costituito da nove

rosi incarichi, progetti e corsi volti a disseminare all’esterno il

strutture: l’Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architet-

know how accademico producendo cultura e innovazione. Didat-

tura e il disegno industriale - ArTec, il Laboratorio di cartogra-

tica, ricerca e produzione si intrecciano nelle esperienze descrit-

fia e GIS - CIRCE, il Laboratorio di fotogrammetria - CIRCE,

te dai laboratori che, in questa sede, si sono presentati mettendo

il Laboratorio di Fisica Tecnica ambientale - FisTec, il Labora-

in luce le loro più recenti attività scientifiche. ♦

torio di Scienza delle Costruzioni - LabSCo, il Laboratorio di Analisi Materiali Antichi - LAMA, a cui si è di recente aggiunta la sezione del Laboratorio pilota per la Conservazione dei Mate-

di Emilio Antoniol

N.14 SET-OTT 2016 7


ArTec: materiali e sistemi costruttivi per l’architettura di Valeria Tatano, Adriana Casalin, Francesca Guidolin

ArTec - Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale ≥ Università Iuav di Venezia Ex cotonificio Olcese, Dorsoduro 2196, 30123 Venezia e-mail: artec@iuav.it

A

rTec è l’Archivio delle Tecniche e dei materiali per l’architettura e il disegno industriale, struttura per la ricerca e la didattica che fa parte del Sistema Laboratori dell’Università Iuav di Venezia. L’Archivio è principalmente:

-- un luogo nel quale sono raccolti, catalogati e presentati materiali, prodotti e sistemi costruttivi per l’architettura;

ArTec, Archive of Techniques and materials for architecture and industrial design, is a structure for research and teaching. ArTec provides the following services: - information on basic materials and building products: the archive collects and presents the Italian market’s main building materials and products to give students a physical perception about them (shape, dimensions, surface textures, assembly, methods of construction, etc.). - a library of technical information provided by the producing companies: the archive collects, sorts and contains technical documentation (catalogues, brochures, manuals, information materials, CD/DVD or links to websites) on products for construction and design; - a secretariat for the organization of relations between the school and industries, companies building to promote technical information, seminars, training, product demonstrations.

-- una biblioteca, anche multimediale, dell’informazione tecnica sulla produzione edilizia italiana e internazionale. I prodotti e i materiali disponibili in ArTec sono scelti sulla base della loro significatività ai fini dell’apprendimento da parte degli studenti delle tecniche costruttive, della tecnologia e, più in generale, delle regole del corretto costruire. Le aziende e i prodotti esposti sono selezionati sulla base di valutazioni qualitative. Alcuni prodotti e materiali sono presentati “a scaffale aperto”, altri attraverso la documentazione tecnica su carta, CD e video. Ogni prodotto è accompagnato dall’informazione tecnica relativa, dal nome commerciale che lo identifica e dall’indicazione dell’azienda produttrice. Per gli studenti ArTec è un luogo di conoscenza e approfondimento dei temi legati alla costruzione del progetto. La consultazione è aperta e supportata dallo staff. ArTec offre inoltre la possibilità di svolgere tirocini formativi, propone percorsi all’interno del progetto di alternanza scuola-lavoro, ospita progetti di orientamento delle scuole superiori. Presso ArTec si svolgono anche le attività didattiche dei dottorandi di ricerca in Tecnologia dell’architettura della Scuola di Dottorato Iuav. Per le aziende, ArTec mette a disposizione il proprio know-how per consulenze tecniche di studio e sviluppo prodotti. Negli anni abbiamo lavorato con importanti aziende e società del settore edilizio, tra le quali BolognaFiere, con una pluriennale consulenza per il SAIE.

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ArTec è anche una segreteria per l’organizzazione di seminari di informazione tecnica, aperti a studenti e professionisti e un luogo per la ricerca sulla costruzione del progetto di architettura, sui dettagli costruttivi e l’innovazione. La struttura si basa sul lavoro di docenti e ricercatori di Tecnologia dell’architettura dello Iuav che qui svolgono le proprie attività di ricerca attraverso lavori in convenzione, progetti di ricerca nazionali ed europei e un aggiornamento continuo del mercato edilizio internazionale. Il “peso” della materia (di Valeria Tatano)

tutti i materiali atti ad essere usati in edilizia sono importanti, più che mai. Sono tutti significativi: ognuno secondo la propria particolare natura

“Io credo fermamente che l’architettura abbia bisogno del supporto della materia; e che ciò che vien prima sia inseparabile da ciò che vien dopo. L’architettura arriva allorché i nostri pensieri su di essa acquistano quella condizione di realtà che solo i materiali possono conferirle”1. Materie e materiali del progetto costituiscono un elemento essenziale dell’architettura che nella costruzione trova la propria “condizione di realtà”. La costruzione è dunque naturale conseguenza della pre-visione del progettista, che deve conoscere materiali e tecniche per poter scegliere di volta in volta quelli più appropriati a ottenere i risultati

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auspicati in termini tanto di espressività formale che di prestazioni.

diverse. Altre materie invece riescono a trasmettere quasi integral-

Frank Lloyd Wright diceva che “tutti i materiali atti ad essere usati

mente il proprio senso originario. Nel legno, ad esempio, le vena-

in edilizia sono importanti, più che mai. Sono tutti significativi:

ture trapassano con immediatezza dal tronco alla tavola levigata”5.

ognuno secondo la propria particolare natura. Materiali vecchi e

L’organizzazione della materia e dei materiali, grazie a tecniche di

nuovi hanno il proprio contributo vivente da offrire alla forma, al

lavorazione, trasformazione, assemblaggio, montaggio, sono un

carattere e alla qualità di qualsiasi edificio. Ogni materiale può di-

elemento essenziale dell’architettura, imprescindibile.

venire un felice fattore determinante dello stile; usare erroneamen-

ArTec offre questo punto di vista agli studenti dei corsi di lau-

te qualsiasi materia è tradire l’integrità di tutta la composizione” .

rea dello Iuav, raccogliendo e presentando i principali materiali e

La conoscenza è fondamento dell’approccio alla materia, intesa

prodotti industriali che i futuri progettisti possono usare oggi nei

nel suo significato originario di mater, sostanza prima da cui sono

loro progetti didattici e domani nelle realizzazioni concrete. Con

formate le altre . Una materia di cui dobbiamo indagare natura e

l’esperienza diretta si migliorano le conoscenze acquisite durante

identità, elementi utili a descrivere carattere e fisionomia, rispetti-

le lezioni, i laboratori e i workshop, che negli spazi dell’archivio si

vamente di materie e materiali .

arrichiscono di nuovi stimoli.

Materia e materiali hanno un peso, un colore, a volte persino un

L’esperienza diretta fornisce agli studenti gli strumenti critici ne-

odore, ma gli studenti-progettisti quasi mai lo sanno. Impegnati

cessari a comprendere le connessioni che legano il progetto ar-

a disegnare linee che conformano spazi e volumi, racchiudono in

chitettonico alla sua realizzabilità costruttiva, per acquisire con-

pochi centimetri mondi sconosciuti, di cui rincorrono solo la su-

sapevolezza della complessità e dell’articolazione delle opzioni

perficie. Invece gli edifici sono fatti proprio di materia e materiali.

costruttive disponibili.

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3

4

Un’architettura “di marmo” impiega la materia naturale, preventivamente sottoposta a lavorazioni, in forma artigianale o industria-

L’esperienza concreta del materiale e delle tecniche (di

lizzata, che la trasformano in materiale, cioè in prodotto realizzato

Francesca Guidolin)

in marmo come lastre, blocchi o pannelli, che avranno dimensioni,

“Avere un contatto, una percezione che va al di là dell’immagi-

pesi, consistenze e caratteristiche diverse.

ne visiva del foglio”, “toccare con mano l’elemento costruttivo”,

Quali sono i confini e quali i vincoli nella metamorfosi imposta

“capire cosa c’è in 30 cm di muro”: le risposte degli studenti alla

alla materia grezza per renderla utilizzabile e ottenere l’effetto

domanda “che cosa significa studiare tecnologia?”6 rende l’idea di

desiderato? Nel passaggio da materie a materiali alcune caratte-

come l’esperienza tattile e concreta dei materiali e dei sistemi co-

ristiche delle prime vengono mantenute, altre modificate, altre

struttivi rappresenti un bisogno reale e sentito, un atto propedeuti-

ancora sostituite da nuove.

co alla conoscenza della rappresentazione del dettaglio costruttivo

“Tra un profilato di acciaio e il ferro, in natura, non c’è una vera

che permette di contestualizzare segni grafici spesso altrimenti

relazione diretta: non riconosceremo mai il ferro del profilato dal

svuotati di significato, per chi ancora non ha avuto la possibilità

ferro come lo troviamo in natura. Tra un banco di travertino e

di accedere alla realtà del cantiere o della produzione industriale.

una lastra lucidata c’è una notevole differenza, sembrano due cose

In particolare, l’Archivio offre il supporto per la ricerca sui temi

10 OFFICINA*


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dure di realizzazione di un sistema, facendo capo alle schede tecniche dei prodotti di aziende presenti. In un momento in cui il progressivo aumento della complessità tecnologica dell’archi-

l’esperienza diretta fornisce agli studenti gli strumenti critici necessari a comprendere le connessioni che legano il progetto architettonico alla sua realizzabilità costruttiva

tettura deve confrontarsi con la qualità del progetto tecnologico e con il vasto e vario mondo della produzione edilizia, la “didattica sul reale” è un primo spiraglio di apertura sul mondo della costruzione e della produzione edilizia e pertanto riveste un ruolo importante per i curiosi dell’architettura realizzabile che, in attesa di accedere al mondo del cantiere, vogliono conferire al progetto una qualità fattiva. Un database per “sfogliare” ArTec (di Adriana Casalin) Tra gli strumenti che l’Archivio mette a disposizione degli utenti va menzionato il database (materioteca.iuav.it) ≥ che permette di consultare il materiale presente nella sede.

della tecnologia, del disegno industriale, della produzione edili-

Il database di ArTec è stato immaginato e realizzato come strumen-

zia e della costruzione dell’architettura.

to didattico, per consentire agli studenti un primo approccio a un

L’archivio dei materiali e dei prodotti edilizi di ArTec è a scaffale

settore commerciale molto vasto che “in superficie” si propone

aperto e raccoglie materiali e tecniche presenti nel mercato italia-

in modo generico e a volte poco chiaro, più che ai suoi contenu-

no; è costantemente aggiornato, grazie alla collaborazione delle

ti tecnici, che vanno ricercati nei siti aziendali con un maggiore

aziende del settore dei materiali da costruzione.

approfondimento.

Campioni di materiali, modelli in scala o di dimensioni reali e le in-

Per facilitarne la divulgazione e l’utilizzo da parte dell’utenza,

formazioni tecniche presenti in cataloghi e brochure permettono di

l’accesso al database non richiede autenticazione o registrazione.

avere un rapporto concreto e diretto con la costruzione: forme, di-

Quasi tutte le materioteche (non solo italiane ma anche estere)

mensioni reali, finiture superficiali, ma anche sistemi di assemblag-

hanno un indirizzo commerciale e offrono la consultazione degli

gio e di posa in opera, portando quindi alla realizzazione di un pro-

archivi on line a pagamento ma questo non è certo l’obiettivo di

getto architettonico maturo e consapevole, coniugando le istanze

ArTec, che cerca di stimolare la conoscenza dello studente verso i

della corretta composizione con quelle dell’effettiva realizzabilità.

materiali con ogni strumento disponibile.

In ArTec è possibile effettuare visite su appuntamento, in dupli-

Il database consente all’utente di effettuare una ricerca mirata,

ce modalità: in piccoli gruppi o singolarmente, a seconda delle

affinandola in fasi successive, sui prodotti e sui sistemi co-

esigenze di progetto e alle richieste da parte degli studenti. La

struttivi presenti fisicamente negli spazi dell’Archivio presso

visita permette di avere una panoramica sulle principali proce-

la sede dell’ex-cotonificio.

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Le opzioni di ricerca sono due: si può avviare la consultazione sce-

03

gliendo l’elemento tecnico o il materiale desiderato. La suddivisione per elemento tecnico circoscrive il campo d’indagine alle parti costituenti l’edificio (es. chiusure verticali, chiusure orizzontali, partizioni, ecc.), mentre la suddivisione per materiale individua direttamente la materia di cui è costituito il prodotto (es. legno, acciaio, calcestruzzo, ecc.). Incrociando poi le due selezioni si può restringere il campo di ricerca. Individuato il prodotto viene presentata una scheda riassuntiva con alcune caratteristiche tecniche che si ritiene possano interessare maggiormente uno studente, eliminando quelle parti descrittive prevalentemente indirizzate alla vendita (“il migliore”, “il più solido”, “la miglior prestazione”, ecc.). Viene indicato il nome dell’azienda produttrice e proposto il collegamento diretto al relativo sito web, dando la possibilità di approfondire le informazioni direttamente alla fonte. Lo sviluppo dell’applicativo è stato affidato al Laboratorio Informatico Iuav che ha utilizzato prodotti open-source cercando di favorire la massima divulgazione e fruibilità (nessuna limitazione di browser o richiesta di installazioni software)7. Attualmente il database non contiene ancora tutti i riferimenti ai campioni e ai cataloghi presenti in ArTec, ma una selezione degli stessi, che viene ampliata e aggiornata costantemente. ♦

12 OFFICINA*

il database consente all’utente di effettuare una ricerca mirata, affinandola in fasi successive, sui prodotti e sui sistemi costruttivi presenti fisicamente negli spazi dell’archivio presso la sede


NOTE 1 - Moneo R., “La solitudine degli edifici”, prolusione alla Harvard University, Massachusetts, del 9 Marzo 1985, in Casabella n. 666/1999, pp. 30-33. 2 - Lloyd Wright F.L., “Testamento”, Einaudi, Torino, 1963. Tit.orig., A Testament, Horizon Press, New York, 1957. 3 - Espuelas F., “Madre Materia”, Christian Marinotti, Milano, 2012. 4 - Tatano V. (a cura di), “Materiali naturartificiali. Tendenze innovative nel progetto di architettura”, Officina, Roma, 2006. 5 - Purini F., “Dalle materie ai materiali. Natura e artificio in architettura”, Bari, 2007. ≥ 6 - Estratto dal video “Come si studia la Progettazione Tecnologica all’Università Iuav di Venezia” di OFFICINA*. ≥ 7 - L’architettura dell’applicativo è stata realizzata con un prodotto open source, chiamato WAMP, acronimo di Windows, Apache, MySql e Php, che identificano rispettivamente il sistema operativo, il server web, il database e, infine, il linguaggio di programmazione lato server. Altri linguaggi di programmazione utilizzati: HTML, CSS, AJAX. BIBLIOGRAFIA - Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto ArTec 2006. Sassi e terra, nonostante la chimica”, in “Costruire” n. 280, 2006, pp. 8-26. - Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto ArTec 2007. Il nuovo oltre i prodotti” e “Andamento lento”, in “Costruire” n. 292, 2007, pp. 11-14 e 121-124. - Antonini E., Sinopoli N., Tatano V., “Rapporto ArTec 2008. L’evoluzione dei primari”, in “Costruire” n. 304, 2007, pp. 11-16. - Rossetti M., Tatano V., “Transparency”, in “Ponte” n. 4, 2013, pp. 37-48. - Rossetti M., Tatano V., “Green Surfaces”, in “Ponte” n. 3, 2013, pp. 37-49. - Rossetti M., Tatano V., “Smart Materials”, in “Ponte” n. 1, 2013, pp. 45-56. - Rossetti M., Tatano V., “Refurbishment”, in “Ponte” n. 2, 2014, pp. 45-58. - Rossetti M., Barucco MA., Tatano V., “L’innovazione nell’edilizia”, in Barucco MA., a cura di, “Durabilità. Longue durée”, Aracne, Roma, 2014, pp. 112-118. - Tatano V., a cura di, “Materiali naturartificiali. Tendenze innovative nel progetto di architettura”, Officina, Roma, 2006. IMMAGINI Crediti: ArTec. 01 - ArTec: una scatola per gli attrezzi del progetto. 02 - Alcuni materiali presenti in ArTec. Da sinistra: pannello composito in policarbonato e acrilico, pannello alveolare in policarbonato e vetrocamera con isolante traslucido TIM. 03 - Incontro in ArTec con alcuni partecipanti del progetto “Klabs – Creating the Network of Knowledge Labs for Sustainable and Resilient Environments”. 04 - Studenti in visita ad ArTec. STAFF Direttore scientifico: Valeria Tatano. e-mail: valeria.tatano@iuav.it Personale docente: MariaAntonia Barucco. Responsabile tecnico: Adriana Casalin. Collaboratori: Francesca Guidolin, Margherita Ferrari (dottorande).

04


Laboratorio di Cartografia e Gis

CIRCE - Laboratorio di Cartografia e Gis ≥ Università Iuav di Venezia Tolentini, S. Croce 191, 30135 Venezia e-mail: circe@iuav.it

I

di Caterina Balletti l Laboratorio di Cartografia e Gis ha una lunga storia: nasce infatti dall’unione dei Servizi documentali, del Laboratorio di Cartografia e del Laboratorio di Informazione Territoriale che, assieme al Laboratorio di Fotogrammetria, costituivano il

Centro di servizi interdipartimentali di rilievo, cartografia ed elaborazione (CIRCE).

The Cartography and GIS Laboratory, active since three decades within the Iuav University of Venice, has always oriented and developed its research and experimentation to the recovery of data and cartographic heritage useful to the knowledge of territory features and transformations in multidisciplinary aspects. The cartography is investigated and applied especially in its digital form, which allows to store and organize spatial data in order to build the informational basis for the “Geographic Information Systems”, a mature industry from a methodological point of view, but that is still growing.

Istituito nel 1985, in seguito all’unificazione e riorganizzazione dei laboratori cartografici dipartimentali, al Centro di servizio interdipartimentale di cartografia (CICA) viene accorpato nel 1990, dopo una ridefinizione istituzionale, il Laboratorio di Fotogrammetria del Dipartimento di Storia dell’architettura, assumendo così la denominazione di Centro di servizio interdipartimentale di cartografia e fotogrammetria (CICAF). Per ultimo nel 1996, l’aggregazione di parte del Centro di documentazione e calcolo porta alla definizione della nuova struttura tecnica e organizzativa accompagnata dal nuovo nome. Il CIRCE, con i suoi Laboratori, ha da sempre operato nel campo della documentazione, con la finalità di acquisire, conservare, trattare, diffondere le informazioni e mettere a disposizione il patrimonio documentale per scopi esclusivamente di studio e di ricerca. Inoltre, vengono svolte attività di elaborazione e di produzione con l’utilizzo di avanzate e moderne tecnologie, anche per committenti esterni, nel campo della cartografia, della gestione informatica dei dati territoriali e del rilievo. In particolare il Laboratorio di Cartografia e Gis ha da sempre orientato e sviluppato la sua attività di ricerca e sperimentazione al recupero del patrimonio informativo e cartografico utile alla conoscenza dei caratteri e delle trasformazioni del territorio nei suoi aspetti multidisciplinari. La cartografia viene indagata e applicata soprattutto nella sua forma numerica, che permette di memorizzare e strutturare i dati territoriali con lo scopo di costruire le basi informa-

14 OFFICINA*


01

buendo materiali cartografici (attraverso la Cartoteca) e fornendo un supporto informativo specializzato (utilizzando e distribuendo Dati territoriali) capace di rispondere a un ampio spettro di esigen-

la cartografia viene indagata nella sua forma numerica, che permette di strutturare i dati territoriali con lo scopo di costruire le basi informative per Sistemi Informativi Territoriali

ze espresse all’utenza tra le quali ricordiamo: -- consulenza a docenti e studenti su questioni cartografiche soprattutto alle medie e grandi scale; -- organizzazione e svolgimento delle esercitazioni per i corsi riguardanti temi cartografici e di rappresentazione; -- progettazione di banche dati geografiche con accesso ai cataloghi on line del patrimonio cartografico; -- corsi di perfezionamento e di istruzione, seminari, servizio di reference, assistenza alle tesi di laurea (sperimentali) su argomenti di rilievo urbano territoriale. La Cartoteca

tive per “Sistemi Informativi Territoriali”, settore maturo dal punto di

La distribuzione della cartografia avviene attraverso la Cartoteca,

vista metodologico ma in continua evoluzione tecnica.

dove si conservano oltre 100.000 documenti a stampa e in digitale,

Il Laboratorio di Cartografia e Gis fornisce assistenza allo svol-

riferiti soprattutto al territorio nazionale, di diverse epoche e sca-

gimento dell’attività didattica, attraverso la preparazione e la di-

le di rappresentazione: carte geografiche, topografiche, tecniche,

stribuzione del patrimonio documentale, predisponendo i mate-

catastali, tematiche, fotografie aeree, immagini da satellite e rilievi

riali necessari, nonché mettendo a disposizione le competenze del

architettonici. La consultazione e il prestito sono riservati, esclu-

personale attraverso comunicazioni e dimostrazioni che utilizzano

sivamente per motivi di studio e di ricerca, a studenti, ricercatori

strumentazioni hardware e software. Svolge inoltre attività di suppor-

e docenti di qualsiasi ordine e grado. L’acquisizione di gran parte

to alla didattica dei corsi e alla preparazione di tesi di laurea, distri-

del patrimonio, anche in formato digitale, è stata possibile anche

N.14 SET-OTT 2016 15


02

grazie alla collaborazione con enti culturali (musei, archivi e biblio-

fico, aerofotografico, satellitare e di rilievo analogico e digitale di

teche) e agli accordi con gli enti produttori ufficiali.

provenienza diversa; -- gestione di archivi analogici e digitali del materiale documentale;

I Dati territoriali

-- cooperazione con gli enti culturali e produttori ufficiali di docu-

Il Laboratorio di Cartografia e GIS fornisce all’utenza Dati terri-

mentazione per lo scambio di materiale e l’elaborazione di prodotti

toriali vettoriali e raster a copertura dell’ambito territoriale locale

di comune interesse;

e nazionale anche grazie a protocolli di intesa stipulati con gli enti

-- monitoraggio continuo sulla produzione e disponibilità di cartografia

produttori. In particolare i dati a disposizione sono:

digitale nei formati raster e vettoriale a scala urbana e territoriale;

-- DBGT - Database Geotopografico del Comune di Venezia. La

-- scansione, numerizzazione e georeferenziazione della cartografia, fi-

cartografia del Comune di Venezia è disponibile in formato vetto-

nalizzate allo scambio di materiale tra istituzioni ed enti produttori.

riale in scala 1:2.000 per tutto il territorio comunale ad eccezione del centro storico di Venezia che è prodotto alla scala 1:500. È

Le attività svolte sono in particolare:

distribuita direttamente in formato shapefile o CAD;

-- acquisizione, archiviazione, trattamento, diffusione e distribu-

-- CTRN - Carta Tecnica Regionale Numerica, in scala 1:5.000,

zione informatizzata del patrimonio cartografico, fotografico, ae-

disponibile sia in formato vettoriale per essere utilizzata con stru-

rofotografico, satellitare e di rilievo, coordinamento con SBD dei

menti GIS, che in formato raster per costituire la base per la rap-

servizi all’utenza;

presentazione e lo studio del territorio;

-- cooperazione con gli enti culturali e produttori ufficiali di docu-

-- Cisis - Cartografia predisposta nell’ambito dell’accordo Stato-

mentazione per lo scambio di materiale e l’elaborazione di prodotti

Regioni “IntesaGIS”. Gli Strati Prioritari di interesse Nazionale

di comune interesse;

costituiscono il database “DBPrior10k”, prodotto a completa co-

-- produzione di carte speciali, tecniche, tematiche, ortofotocarte,

pertura nazionale in scala 1:10.000 dei seguenti livelli informativi:

fotopiani, trattamento di immagini da satellite e di dati statistici,

viabilità stradale, viabilità ferroviaria, idrografia, ambiti ammini-

costruzione di banche dati geografiche georeferenziate;

strativi, centri abitati;

-- progettazione e sviluppo, anche con tecnologia open source, di si-

-- immagini da satellite, riguardanti l’area del Veneto, con copertu-

stemi weboriented per la pubblicazione, ricerca e download del patri-

re diverse a seconda delle scene.

monio documentale; -- realizzazione di Sistemi Informativi Geografici e WebGis;

Le competenze specifiche sono:

-- realizzazione di App, per Android e IOS, per la fruizione di in-

-- studio delle carte antiche e moderne, sia del supporto fisico sia

formazioni storico-urbane a partire da cartografie storiche.

del contenuto metrico, semantico e simbolico; -- produzione di carte speciali, tecniche, tematiche, ortofotocarte,

Il laboratorio mette inoltre a disposizione alcuni posti per studenti

fotopiani storici e attuali;

che intendono svolgere il loro periodo di tirocinio sui temi legati

-- acquisizione, recupero, archiviazione, trattamento, diffusione e

alla cartografia e allo studio e rappresentazione del territorio attra-

distribuzione informatizzata del patrimonio cartografico, fotogra-

16 OFFICINA*

verso l’utilizzo di tecniche digitali. ♦


la distribuzione della cartografia avviene attraverso la Cartoteca, dove si conservano oltre 100.000 documenti a stampa e in digitale

IMMAGINI Crediti: CIRCE. 01 - L’App mAPPot di itinerari ebraici realizzata in collaborazione con CoopCulture. 02 - Il catalogo on line dei catasti storici. 03- La Cartoteca del laboratorio presso la sede dei Tolentini. STAFF Direttore scientifico: Caterina Balletti. e-mail: balletti@iuav.it Responsabile tecnico: Francesco Contò. Personale tecnico: Mauro Calzavara, Renato Gibin, Massimo Mazzanti, Stefania Meggiato, Francesca Rizzi. Collaboratori: Caterina Gottardi (assegnista).

N.14 SET-OTT 2016 17 03


Il laboratorio di fotogrammetria CIRCE

CIRCE - Laboratorio di Fotogrammetria ≥ Università Iuav di Venezia Tolentini, S. Croce 191, 30135 Venezia e-mail: fotogram@iuav.it

L

di Francesco Guerra e Luca Pilot e discipline del rilevamento hanno affinato nel corso del tempo le tecniche di acquisizione dei dati al passo con lo sviluppo tecnologico. Le attuali tecnologie elettroniche e informatiche, strumenti della moderna Geomatica, permettono di rilevare e rap-

presentare in maniera efficace oggetti tridimensionali a diverse scale, dalle strutture architettoniche alle sculture fino ai reperti

The Laboratory of Photogrammetry has been investigating different disciplinary aspects of terrestrial surveying, following two complementary approaches. On one side, it develops research methods, in order to improve and enhance its own initiatives both from a technical and scientific point of view and as a support for other disciplines. On the other side, it is also engaged in the productive sector, focussing on particular needs of external clients, both private and public, through collaborations, consultations, assignments. Today the focus is mainly based on digital photogrammetry, on the acquisition and processing of point-clouds for the creation of 3D models, on digital representation of architecture and territory and on 3D printing applied to Cultural Heritage for its documentation, conservation and valorisation.

archeologici, rispondendo a tutte le sfumature che il nostro ricco e sfaccettato patrimonio presenta. Proprio in questo contesto opera il laboratorio di fotogrammetria, le cui attività principali sono legate a: -- ricerca: finalizzata alla verifica delle procedure, al controllo delle precisioni e al perfezionamento di programmi di elaborazione nel settore del rilievo e della rappresentazione 3D, fotogrammetria digitale, integrazione delle tecniche di rilevamento per il rilievo architettonico, utilizzo di tecniche fotogrammetriche e cartografiche digitali nell’analisi e nella ricerca storica, rappresentazione informatizzata dell’architettura, valutazione degli strumenti più recenti e innovativi (GPS, laser scanning, ecc.); -- attività di supporto alla didattica: corsi di perfezionamento e di istruzione e aggiornamento, comunicazioni, seminari, dimostrazioni ed esercitazioni con strumentazione topografica e fotogrammetrica, servizio di reference; assistenza a tesi di laurea (sperimentali) su argomenti del rilievo e della rappresentazione, assistenza a docenti e laureandi su problemi di rappresentazione di oggetti rilevati, realizzazione di programmi per la didattica (software RDF); -- attività di rilevamento che abbraccia i campi della topografia, della fotogrammetria e del rilievo diretto (committenza esterna o attività di ricerca): rilievo topografico, monitoraggio di strutture monumentali, rilievo laser scanning, rilievo fotogrammetrico terrestre e da drone, restituzione fotogrammetrica ed editing grafico.

18 OFFICINA*


01

Attività di ricerca

raggiunti. A questo scopo, il sistema integrato di GoPro e Parrot/

Il laboratorio grazie al contributo collettivo di docenti, tecnici, dotto-

Phantom è stato utilizzato durante una campagna di rilievo nel sito

randi e assegnisti è impegnato su diversi fronti di ricerca. Negli ultimi

archeologico di Sepino, in Molise. Le nuvole di punti ottenute sono

anni i temi affrontati e sviluppati si sono concentrati sulle possibilità

state confrontate con quelle acquisite da sistemi più tradizionali,

del rilievo digitale da terra e da droni, nell’applicazione della foto-

come il laser scanner, attestando l’affidabilità metrica di elaborati,

grammetria multimmagine applicata a siti archeologici subacquei e

modelli e ortofoto, qualitativamente soddisfacenti.

sull’introduzione della stampa 3D nel settore dei beni cuturali.

Negli ultimi anni, lo sviluppo della fotogrammetria da drone ha apportato un incremento sostanziale delle applicazioni nel dominio del

Fotogrammetria digitale e droni

close range, riuscendo a combinare il rilievo fotogrammetrico aereo a

La ricerca si focalizza sull’analisi delle potenzialità di un sistema

quello terrestre. La crescita di soluzioni software per l’estrazione di

di fotogrammetria aerea del vicino accessibile sia in termini eco-

nuvole di punti da set di immagini non orientate ha ottenuto grande

nomici che in termini di semplicità d’uso. In particolare sono stati

attenzione non solo da parte della comunità scientifica geomatica,

oggetto di indagine la Go Pro Hero3 Black Edition1 e il Parrot

ma anche da utenti esterni al settore, quali gli archeologi. È facile

Ar.Drone 2.0 o Phantom3. Tali vettori aerei, realizzati a scopo lu-

intuire le ragioni del successo di tali sistemi che affiancano a una

dico, risultano economici e semplici da pilotare anche tramite ap-

buona qualità dei risultati, sia dal punto di vista metrico che da quel-

plicazioni installabili su tablet e smartphone. I limiti del sistema sono

lo qualitativo, la semplicità di utilizzo e l’accessibilità. La diffusione

essenzialmente due e sono legati a entrambi gli strumenti utilizzati.

di questi software ha trovato la sua fortuna anche nel costante aumen-

I fotogrammi acquisiti dalla GoPro, infatti, sono soggetti a una

to sul mercato di fotocamere commerciali a basso costo in grado di

forte distorsione e di conseguenza pongono numerosi problemi di

acquisire immagini di ottima qualità e ad alta risoluzione.

calibrazione. Il limite del vettore, invece, consiste nella difficoltà di mantenere una configurazione di volo adeguata agli scopi foto-

Fotogrammetria subacquea

grammetrici in condizioni ambientali sfavorevoli. Obiettivo del-

Per quanto riguarda l’archeologia subacquea, si deve partire da una

la ricerca è analizzare quanto i limiti evidenziati possano influire

considerazione: l’avvento della fotografia digitale ha modificato le

sulla precisione del rilievo e sulla conseguente qualità dei risultati

tecniche di documentazione senza avere incidenza su quelle del ri-

N.14 SET-OTT 2016 19


02

03

lievo metrico. Il rilievo oggi ruota intorno all’acquisizione e al trat-

risultati ottimali proprio grazie al trasferimento tecnologico, dalla

tamento delle nuvole di punti. Come è noto queste sono generabili

computer graphics a quello della documentazione, dall’ingegneria in-

attraverso l’uso di strumenti laser scanner o attraverso applicazioni

dustriale a quello della conservazione e fruizione dei beni cuturali.

di fotogrammetria digitale multimmagine. Non essendo possibile

Da alcuni anni il laboratorio ha posto l’attenzione alle attuali tec-

l’utilizzo del laser scanner in acqua risulta l’unica scelta percorribile il

nologie per la stampa solida (digital fabrication) impiegate per la re-

ricorso alle tecniche fotogrammetriche multimmagine. La ricerca

alizzazione di copie fisiche, quindi “tangibili”, di modelli digitali

si propone di testare le tecniche fotogrammetriche digitali per il

tridimensionali virtuali.

rilievo subacqueo di siti di interesse archeologico. Lo scopo è quel-

Il processo di stampa 3D ha infatti gradualmente raggiunto dei livel-

lo di individuare e verificare le procedure operative e le precisioni

li di accuratezza che oggi possiamo definire soddisfacenti. Questo

ottenibili nella fotogrammetria subacquea di relitti o infrastrutture

è più evidente nel settore industriale (dall’industria manifatturiera

sommerse, per arrivare alla scrittura di una guida operativa al rilie-

a quella del design), ma anche in altri settori quali quello medicale,

vo archeologico subacqueo.

per la realizzazione, ad esempio, di protesi, e dei beni cuturali, qua-

La ricerca si articola in diverse fasi: raccolta bibliografica e raccol-

le elemento centrale per nuove forme di musealizzazione che per

ta di materiali (fotografia e disegni) relative al rilievo archeologico

il restauro e la conservazione del patrimonio culturale. Gli oggetti

subacqueo, con differenti tecniche sia di rilevamento che di rap-

fisici vengono realizzati, in tempi relativamente brevi e con costi spesso

presentazione; individuazione degli strumenti hardware e software per

contenuti, a partire da modelli numerici, con geometrie anche comples-

la fotogrammetria multimmagine subacquea, con la descrizione di

se, convertiti in G-code, ovvero nel linguaggio di programmazione usato

possibilità e difficoltà di ogni scelta; sperimentazione di diversi mo-

dalle macchine a controllo numerico (CNC). Questo linguaggio viene

delli di acquisizione multimmagine in acqua, in relazione alle carat-

utilizzato non solo dalle macchine che costruiscono gli oggetti mediante

teristiche del sito e alle caratteristiche delle fotocamere. Sono poi

fabbricazione sottrattiva (macchine laser, fresa a 3 o 4 assi, ecc.) ma an-

previsti test di diversi sistemi (software) di orientamento fotogramme-

che stampanti 3D che utilizzano la tecnica della fabbricazione additiva

trico e di creazione delle nuvole di punti. In questa fase sarà posta

(layer by layer). In particolare assistiamo alla riduzione delle dimensioni e

particolare attenzione alla definizione del sistema di riferimento, la

dei costi delle stampanti che ha dato un nuovo impulso a questa tecnolo-

cui materializzazione e misurazione risulta molto difficile in acqua e

gia, favorendone la diffusione. Le ultime esperienze di modellazione

di cui non esistono esperienze significative a cui guardare.

e stampa 3D hanno mostrato la necessità di introdurre una nuova professionalità a supporto di archeologi, architetti, ingegneri, re-

Stampa 3D: stato dell’arte e prospettive future

stauratori e conservatori che richiedono l’utilizzo delle tecnologie

Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie 3D applicate nel campo

digitali legate al rilievo strumentale, alla modellazione 3D e alla

dei beni cuturali ha portato a risultati di grande impatto sia dal

stampa solida. Si tratta di una professionalità trasversale ai conso-

punto di vista della conservazione, che della valorizzazione, della

lidati ambiti disciplinari che tradizionalmente si sono occupati di

trasmissione/comunicazione e della fruizione del nostro patrimo-

tali questioni. Bisognerà in conclusione ripensare e riconfigurare

nio. In particolare abbiamo assistito a molteplici esperienze dove,

queste attività che hanno come riferimento l’universo digitale nel

grazie all’integrazione tra campi di ricerca diversi, si sono ottenuti

20 OFFICINA*

quale quotidianamente ci muoviamo. ♦


le esperienze di modellazione e stampa 3D hanno mostrato la necessità di introdurre una nuova professionalità a supporto dei professionisti per l’utilizzo delle tecnologie digitali legate al rilievo strumentale

NOTE 1 - La Go Pro Hero3 Black Edition è una action camera che può acquisire fotogrammi a 12 MP. IMMAGINI Crediti: CIRCE. 01 - Acquisizione delle immagini da drone sul sito di Sepino (Campobasso). 02 - Modello texturizzato dei blocchi di marmo rilevati a Granitola (Trapani). 03- Fase del rilievo subacqueo dei blocchi di marmo a Marzamemi (Siracusa). 04 - Alcuni degli strumenti del laboratorio di fotogrammetria. STAFF Direttore scientifico: Fracesco Guerra. e-mail: guerra2@iuav.it Responsabile tecnico: Luca Pilot. Personale tecnico: Paolo Vernier. Collaboratori: Martina Ballarin (assegnista), Linda Condotta, Elisa Costa, Valeria Scocca (dottorande).

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Vent’anni di sperimentazione termofisica allo Iuav Qualità dell’ambiente costruito ed efficienza energetica

FisTec - Laboratorio Fisica Tecnica Ambientale ≥ Università Iuav di Venezia via Torino 153/A, 30172 Venezia Mestre e-mail: infofistec@iuav.it

L

di Fabio Peron a protezione del clima, l’efficienza energetica risparmiando l’uso delle risorse e le crescenti esigenze d’isolamento acustico e termico presentano sempre nuove sfide per la progettazione dell’ambiente costruito. Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale è

stato fondato nel 1998 a partire dalla lunga esperienza sviluppata all’interno di Università Iuav dai docenti nel campo della Fisica dell’edificio

The Laboratory of Environmental Physics is the place where students, researchers and professionals in design, construction and conservation can find appropriate responses to the growing demand for climate protection, energ y efficiency and reduction in resources consumption. The lab’s objective is to contribute to the realization of energ y-saving buildings using it in an efficient way to offer inhabitants high quality living and working conditions. The main areas of action are energetics, thermo-physical, acoustics, lighting, analysis of the materials life cycle, environmental analysis and environmental control for the preservation of the artistic and architectural heritage.

e dei materiali. Qui studenti, ricercatori e professionisti del progettare, costruire e conservare possono incontrarsi per trovare risposte adeguate alla crescente complessità dell’architettura sostenibile. Infatti, da una parte il Laboratorio costituisce uno strumento di supporto alle attività didattiche dei diversi corsi di laurea triennale e laurea magistrale dell’Università Iuav di Venezia e fornisce gli strumenti per sviluppare tesi di laurea e di dottorato di impronta sperimentale. Dall’altra, il Laboratorio è uno spazio per la ricerca, la sperimentazione e lo studio di tecniche, componenti e materiali per il mondo delle costruzioni e dell’ambiente costruito. Due parti che si coniugano nel sostegno che il Laboratorio dà al master BEAM Processi Costruttivi Sostenibili dello Iuav, fucina di specialisti formati negli ambiti strategici dell’efficienza energetica, della modellazione BIM (Building Information Modeling) e delle valutazioni ambientali e prestazionali fortemente integrate all’interno del processo edilizio. Obiettivo del Laboratorio è contribuire alla realizzazione di edifici che conservino e usino in maniera efficiente l’energia offrendo agli abitanti condizioni di vita e lavoro di elevata qualità. Gli ambiti di azione sono quelli dell’energetica, della termofisica, dell’acustica, dell’illuminotecnica, dell’analisi del ciclo di vita dei materiali, delle analisi ambientali e del controllo ambientale per la conservazione dei beni artistici e architettonici. Le sue principali linee di azione sono le seguenti: -- supporto alle aziende nelle attività di ricerca e sviluppo offrendo la possibilità di caratterizzare e testare prodotti e materiali, verificandone le prestazioni;

22 OFFICINA*


01

-- assistenza tecnico-scientifica a enti pubblici e privati nell’ambito della progettazione e della realizzazione di interventi ad alto grado di complessità sia sul nuovo che sul costruito; -- formazione: organizzazione di corsi e seminari; predisposizione di materiale didattico. Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale è iscritto all’albo dei Laboratori di Ricerca del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - MIUR e collabora con diversi istituti di ricerca e laboratori di prova pubblici e privati tra i quali: LabAcus di Università di Padova, Stazione Sperimentale del Vetro di Murano, t 2i

l’esperienza pluriennale nel settore e le attrezzature disponibili permettono la caratterizzazione secondo le normative vigenti di materiali e componenti da un punto di vista termico, igrometrico e acustico

trasferimento tecnologico e innovazione (TV), CNR - Istituto di Tecnica delle Costruzioni sede di Padova, Ricert di Malo (VI). Esso promuove inoltre il trasferimento della ricerca applicata al mondo della produzione e al mercato attraverso convenzioni e agreement di ricerca e sviluppo in cui i partner sono imprese, studi di progettazione ed enti pubblici. Vengono svolte attività di supporto concernenti studi a carattere specialistico, formulazione di pareri tecnici e scientifici, pareri su attività progettuali, studi di fattibilità, assistenza tecnica e scientifica, nonché attività di coordinamento o supervisione. L’esperienza pluriennale nel settore e le attrezzature disponibili permettono la caratterizzazione secondo le normative vigenti di materiali e componenti da un punto di vista termico, igrometrico e acustico. È possibile inoltre la messa a punto di in-

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dagini specifiche e set up sperimentali ad hoc secondo le esigenze.

ato di Iuav che ha svolto la tesi presso il Laboratorio. Sempre con

Tra le molte ricerche, in corso o concluse, a dimostrazione del

questa impresa di costruzione il Laboratorio ha siglato una con-

successo della sinergia fra imprese e Laboratorio, si colloca quella

venzione per monitorare le performance di una casa di cura da loro

svolta con “Il Quadrifoglio”, una piccola impresa della provincia di

realizzata, analizzando il modo reale di funzionare degli impianti

Treviso, produttrice di serramenti e sistemi di isolamento esterno.

per intervenire sui punti critici. Per definire un edificio “intelli-

L’azienda ha richiesto uno studio del sistema di montaggio dei ser-

gente” infatti, non basta controllare tutti gli impianti e accumulare

ramenti per determinare le soluzioni di miglior rendimento ener-

enormi quantità di dati ma bisogna sapere come interpretare le in-

getico che il Laboratorio ha realizzato attraverso prove in labora-

formazioni raccolte e integrarle tra loro.

torio e misure termografiche su loro installazioni. Con la stessa

Tra il 2011 e il 2014 nell’ambito del progetto Iuav_Lab1 l’Università

azienda e su un altro tema, il Laboratorio ha valutato la possibilità

Iuav ha potuto ampliare le dotazioni dei suoi laboratori pensando

di abbinare alla perlinatura in legno, richiesta per sistemi a cappot-

all’interazione con le imprese locali. Si sono acquisiti strumenti per

to da realizzare su edifici in montagna, un polimero che consen-

la caratterizzazione acustica e termica dei materiali, per la qualifi-

tisse maggiore durabilità e protezione dai ponti termici. La ricerca,

cazione meccanica e antisismica di strutture e per l’analisi di mate-

che ha dato esito positivo, ha stimolato così l’azienda a introdurre

riali antichi per la conservazione.

questa modifica tecnologica.

Dal 2010 al 2013 si è avuta una collaborazione proficua e ope-

Altro esempio, ora in corso, è la collaborazione con Cazzaro Co-

rativa con Confindustria Belluno Dolomiti e con Green Building

struzioni nata dalla partecipazione come relatore di Mauro Caz-

Council Italia che ha portato alla realizzazione per 3 edizioni di un

zaro a un master sulla progettazione sostenibile. Da quell’evento è

master di secondo livello in Processi Costruttivi Sostenibili.

nata un progetto finalizzato all’introduzione del BIM in azienda,

Aziende, professionisti e società di ingegneria hanno potuto parte-

con sperimentazione su un progetto e cantiere pilota. La partnership

cipare alle attività didattiche presentando le loro pratiche operative

è stata coinvolta in una serie di attività di formazione in azienda

e ospitando gli studenti per tirocini formativi.

sulla metodologia BIM e sulle opportunità correlate al settore delle

Il Laboratorio di Fisica Tecnica Ambientale dunque, può contribu-

costruzioni; in seguito è stata sviluppata la progettazione esecutiva

ire concretamente al miglioramento della prassi del progetto, della

di un edificio residenziale multipiano interamente con la tecnolo-

costruzione e della gestione degli edifici. Per questo mette a dispo-

gia BIM, quale supporto principale durante tutte le fasi di cantiere

sizione del territorio, delle imprese e dei professionisti la propria

e la contabilizzazione delle forniture.

esperienza e la propria strumentazione ed è pronto a sviluppare

Ulteriore ricaduta positiva frutto di questa cooperazione: per svol-

nuovi progetti e iniziative nel campo dell’energetica, della sosteni-

gere e sviluppare quest’attività Cazzaro S.r.l. ha assunto un laure-

bilità, della qualità dell’ambiente.

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NOTE 1- Piano strategico regionale per la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione. IMMAGINI Crediti: FisTec. 01 - Doppia piastra (Hot Plate). È uno strumento di misura con il quale è possibile determinare la conduttività termica e la resistenza alla trasmissione del calore. Può essere utilizzato per materiali da costruzione, isolamento, sistemi vetrati. 02 - Doppia camera con anello di guardia. È un apparato di misura della trasmittanza termica in regime stazionario con il quale è possibile determinare le proprietà termiche di interi sistemi (come ad esempio pareti) o elementi singoli (serramenti e infissi). 03 - Hot Disk. È uno strumento utilizzato per analizzare le proprietà di trasporto termico su campioni solidi, liquidi, polveri, paste e schiume di piccole dimensioni, determinando contemporaneamente conduttività termica, diffusività termica e calore specifico del materiale. 04 - Mini turbina eolica ad asse verticale in dotazione al Laboratorio. STAFF Direttore scientifico: Fabio Peron. e-mail: fperon@iuav.it Personale docente: Francesca Cappelletti, Antonio Carbonari, Piercarlo Romagnoni, Massimiliano Scarpa. Personale tecnico: Mario Celebrin, Massimiliano De Bei, Michela De Maria. Collaboratori: Tiziano Dalla Mora, Alessandro Righi, Paolo Ruggeri.

N.14 SET-OTT 2016 25 04


Il rapporto architetturainnovazione attraverso la sperimentazione Il processo deduttivo e induttivo per il design by testing in architettura di Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini, Alessandra Dal Cin, Silvia Ientile, Lorenzo Massaria, Salvatore Russo, Vincenzo Scafuri, Italo Tofani

LabSCo - Laboratorio di Scienza delle Costruzioni ≥ Università Iuav di Venezia via Torino 153/A, 30172 Venezia Mestre e-mail: labsco@iuav.it

L

a conoscenza in campo strutturale ha un ruolo primario che assume aspetti diversi a seconda della sua applicazione: dalla salvaguardia del patrimonio architettonico alla progettazione di nuovi materiali e al loro utilizzo nel progetto strutturale e/o

nel recupero dell’esistente. L’intervento strutturale su un edificio esistente, qualunque sia il

The innovation in architecture is a delicate and very often dangerous aspect if not handled with consciousness and knowledge. The level of knowledge is closely tied to the deductive and inductive process that goes into a multifaceted way through experimentation on materials, on structural elements and complex systems. The lab carries out researches and outside projects on issues regarding Law 1086/71 and tests leading to new patents. It is actively involved in quality control at companies manufacturing concrete and steel for reinforced concrete and pre-stressed concrete in Italy and abroad. LabSCo is currently a European leader in studies on full-scale structures. LabSCo is one of the main references, at a national and international level, for testing on innovative materials, high performance concrete, composites and pultruded GFRP profiles.

suo valore architettonico e/o storico, dipende dal grado di conoscenza della fabbrica, dalla sua evoluzione dall’origine allo stato odierno, dai materiali e tecniche costruttive e dalla gerarchia delle sue parti. In funzione del livello di conoscenza, opportuni livelli di valutazione sono utilizzati per definire gli interventi di riparazione e/o di miglioramento locale e globale. Oltre alla ricerca per via documentale, sono indispensabili indagini sperimentali in laboratorio o in situ eseguite nel rispetto della fabbrica stessa. Esempi recenti, condotti presso l’Università Iuav di Venezia, di queste procedure integrate nel segno dell’architettura-innovazione, al servizio della conoscenza delle fabbriche storico-monumentali, sono le campagne diagnostico-conoscitive condotte a Venezia a Palazzo Ducale, nel Ponte di Rialto e nella Biblioteca Marciana, nonché per il teatro di Adria. Dalla multiforme esigenza di sostenibilità, che ricomprende anche la salvaguardia e il recupero del territorio e del patrimonio edilizio diffuso, nasce la ricerca di nuovi materiali strutturali per la costruzione; tali materiali innovativi (ceramici, metallici, compositi polimerici), spesso provenienti da ambiti diversi da quello architettonico, si sviluppano grazie a processi chimici e tecnologici avanzati e possono rispondere alle attuali esigenze della progettazione sostenibile. Rispetto ai materiali tradizionali dell’edilizia, essi forniscono alte prestazioni in termini di resistenza, durabilità e leggerezza. Ad oggi, l’approccio conoscitivo ai materiali di nuova generazione è supportato prevalentemente dalle validazioni ricavate dalle esperienze

26 OFFICINA*


01

di ricerca e dalle opere realizzate; ciò produce specifici strumenti progettuali utili ai presenti e futuri professionisti dell’architettura. La sperimentazione: dal materiale alla struttura I materiali e le tecniche innovative contribuiscono al concetto di sostenibilità della costruzione secondo i seguenti aspetti: -- miglioramento delle prestazioni meccaniche; -- ottimizzazione strutturale; -- durabilità con abbattimento degli interventi di manutenzione;

la conoscenza dei materiali di nuova generazione e delle tecniche innovative contribuisce alla sostenibilità della costruzione

-- riduzione dei tempi di produzione, di realizzazione/assemblaggio e di trasporto; -- possibile autoriparazione che riduce la manutenzione ordinaria. sario approfondire la conoscenza delle prestazioni ai diversi stati limite. Tra i materiali strutturali innovativi, i compositi polimerici hanno tro-

Attraverso la sperimentazione è possibile definire le prestazioni mecca-

vato largo utilizzo nel campo delle nuove costruzioni e nel recupero

niche e tarare i coefficienti di sicurezza da adottare nella progettazione

strutturale. Il termine “composito” indica il materiale progettato e

strutturale. La sperimentazione viene condotta a varie scale, dal mate-

costituito da materiali con caratteristiche fisiche e meccaniche diverse

riale all’elemento fino ai sistemi strutturali. Nel percorso della cono-

e complementari, che permettono di soddisfare determinati requisiti

scenza, la sperimentazione deve essere condotta in parallelo all’approc-

definendo specifici campi di utilizzo. Oltre al singolo materiale, sempre

cio analitico e numerico. La correlazione di questi metodi permette la

più diffuso è l’utilizzo di tecnologie miste, che si fondano sulla colla-

simulazione del sistema reale per analizzare la risposta strutturale al

borazione di diversi materiali. I materiali innovativi generano nuovi

variare delle condizioni al contorno. Un recente e importante esempio

settori nell’architettura attraverso nuove concezioni strutturali, sia in-

è la progettazione, realizzazione e controllo della struttura temporanea

dipendenti sia in combinazione con i sistemi costruttivi convenzionali.

in profili di materiale composito fibro-rinforzato (FRP) per la chiesa di

Per capitalizzare al meglio le proprietà dei materiali innovativi è neces-

S. Maria Paganica a L’Aquila, colpita dal terremoto del 2009.

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02

03

Materiali e tecnologie per la sicurezza strutturale L’esperienza dei recenti terremoti catastrofici ha richiamato l’attenzione sulla sicurezza strutturale sia per la progettazione sismica delle nuove costruzioni sia per la riduzione del rischio sismico di strutture storiche. L’impiego in zona sismica è inoltre un punto di vista essenziale nell’espressione delle potenzialità di materiali strutturali innovativi o di tecnologie ibride composte da materiali tradizionali e innovativi. Nella complessità di questi temi, fra i quali sono possibili nuove interazioni, le discipline strutturali affrontano i punti chiave. Recenti esempi significativi di valutazione della sicurezza sismica di strutture monumentali - individuazione dell’azione sismica del sito di riferimento, scelta del livello di protezione sismica desiderato, conoscenza del manufatto, adozione di un modello meccanico e compatibilità di questo rispetto ai danni rilevati, valutazione ai fini progettuali del rapporto fra accelerazione di collasso e accelerazione stimata e attesa nel sito - sono individuabili nelle ricerche Iuav condotte per il MiBACT sul Teatro di Adria e sui Musei Statali di Castel Sant’Elmo e della Certosa di Padula. Inoltre, si segnala la sperimentazione dedicata alla dinamica delle strutture in materiali innovativi - ambito ancora non esaustivamente indagato - nella quale Iuav-LabSCo è uno dei centri all’avanguardia grazie a una più che decennale esperienza di campagne sperimentali su elementi, giunti e sistemi strutturali in composito polimerico. ♦

28 OFFICINA*

la valutazione della sicurezza strutturale attraverso la sperimentazione costituisce un requisito imprescindibile sia per la progettazione sismica delle nuove costruzioni sia per la riduzione del rischio sismico di strutture storiche


BIBLIOGRAFIA - AA.VV., “ND tests for a first assessment of mechanical behaviour of the stone-covered façades of Palazzo Ducale in Venice”, in “Proceedings of 12th International Conference on Structural Repairs and Maintenance of Heritage Architecture – STREMAH”, Chianciano Terme, 5-7 Settembre, 2011. - AA.VV., “Approach and methodology in understanding the structural behaviour of historic arch bridges through dynamic monitoring: the case of Rialto bridge in Venice”, in “Proceedings of 34th IABSE Symposium on Large Structures and Infrastructures for Environmentally Constrained And Urbanised Areas”, Venice, 22-24 Settembre, 2010. - Iuav-CaRiPaRo, contratto di ricerca, “Miglioramento sismico del Teatro di Adria, monitoraggio esteso e analisi sul tema della sicurezza sismica di strutture monumentali, service di monitoraggio di edifici storici”, 2013. - Iuav-MiBACT, contratto di ricerca, “Verifica della sicurezza sismica dei Musei Statali. Applicazione ordinanza PCM 3274/2003 s.m.i. e della Direttiva PCM 12.10.2007”, 2014. - Russo S., “Experimental and finite element analysis of a very large pultruded FRP structure subjected to free vibration”, in “Composite structures”, n. 94 (3), 2012. IMMAGINI Crediti: LabSCo. 01 - Prove sperimentali su materiali ed elementi strutturali innovativi condotte in laboratorio. 02, 03 - Monitoraggio a lungo termine del Palazzo Ducale, Venezia. 04 - Monitoraggio a lungo termine della Chiesa di Santa Maria del Suffragio a L’Aquila colpita dal terremoto del 2009. STAFF Direttore scientifico: Salvatore Russo. e-mail: russo@iuav.it Personale docente: Emilio Meroi (Vice Direttore), Antonella Cecchi, Olimpia Mazzarella, Gianna Riva, J.Toby Mottram (University of Warwick, UK). Responsabile tecnico: Lorenzo Massaria. Personale tecnico: Ivano Aldreghetti, Giosuè Boscato, Giorgio Costantini, Vincenzo Scafuri, Italo Tofani. Collaboratori: Alessandra Dal Cin (Ph.D.), Silvia Ientile (dottoranda).

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LAMA e LabCoMaC Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi e Laboratorio per la Conservazione dei Materiali da Costruzione

LAMA - Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi ≥ LabCoMaC - Laboratorio per la Conservazione dei Materiali da Costruzione ≥ Università Iuav di Venezia Palazzo Badoer, San Polo 2468/B, 30125 Venezia e-mail: lama@iuav.it

C

di Fabrizio Antonelli reato nel 1994 su proposta di Lorenzo Lazzarini (ex docente Iuav), il LAMA - Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi - svolge attività di ricerca, di supporto alla didattica universitaria e di servizio per conto di enti terzi, pubblici e privati. Il diretto-

re scientifico del laboratorio è Fabrizio Antonelli, docente di Petrografia Applicata e Georisorse minerarie e applicazioni minero-petrografiche

Established in 1994, LAMA - Laboratory for Analysis of the Ancient Materials provides teaching and research facilities within Iuav and also carries out projects commissioned from outside the institute. The main areas of research concern: the petrographic and chemical-physical characterization of stones and lithoid materials (brick, mortar, plaster) used in buildings of historical and artistic interest; the study of the above-mentioned materials deterioration and alteration phenomena; the archaeometric studies designed to identify the provenance and production/processing technologies of stone, ceramic and glass materials; the study of support and preparatory layers, the identification of pigments and the stratigraphic study of paint in wall paintings. In September 2015 the LAMA activated a new scientific section called Laboratory for Conservation for Construction Materials LabCoMaC. Its main purpose is to conduct research and testing in the field of conservation and restoration of building materials used in historical structures.

per l’ambiente e i beni culturali, rispettivamente presso i corsi di laurea magistrale e triennale del Dipartimento di Architettura, Costruzione, Conservazione dell’Università Iuav di Venezia. I principali settori di ricerca del laboratorio riguardano: la caratterizzazione chimico-fisica dei materiali lapidei (pietre e marmi), litoidi (laterizi/terrecotte, malte, intonaci) e vitrei utilizzati in edifici di interesse storico-artistico, nonché la determinazione dei fenomeni di degrado, alterazione e biodeterioramento cui gli stessi sono soggetti; gli studi archeometrici finalizzati alla definizione della provenienza e della tecnologia di produzione e/o lavorazione di manufatti lapidei, litoidi, ceramici e vitrei provenienti da scavi archeologici o da collezioni museali; lo studio dei supporti e degli strati preparatori, l’identificazione dei pigmenti e lo studio stratigrafico del colore dei dipinti murali. Grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e al Programma Operativo Regionale (POR)1, nel settembre 2015 il LAMA ha potuto attivare una nuova sezione scientifica denominata LabCoMaC - Laboratorio per la Conservazione dei Materiali da Costruzione, che svolge attività di ricerca, sperimentazione e di servizio per conto di terzi nel campo della conservazione e del restauro dei materiali da costruzione in uso in edifici e manufatti architettonici e archeologici d’interesse storico-artistico. In particolare, i principali settori di ricerca della sezione scientifica LabCoMaC riguardano: caratterizzazione, sperimentazione, messa a punto e controllo (in laboratorio e in situ) di prodotti e metodi

30 OFFICINA*


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per la conservazione di superfici dipinte e decorate e di superfici

quantità e la qualità del lavoro svolto dal laboratorio hanno riscon-

architettoniche realizzate con materiali lapidei, litoidi e vitrei; la

tro nelle numerose pubblicazioni scientifiche licenziate, a firma del

valutazione, mediante test di laboratorio e prove d’invecchiamen-

personale LAMA, da prestigiose riviste nazionali e internazionali.

to accelerato, dell’efficacia e durabilità dei trattamenti di pulitura,

Il lavoro e i temi di ricerca proposti e condotti dal LAMA sono

consolidamento e protezione dei materiali da costruzione, con par-

stati negli anni premiati con finanziamenti da parte del Consiglio

ticolare interesse nei riguardi dell’impiego e della formulazione di

Nazionale delle Ricerche, nel quadro del Progetto Beni culturali. In

nano-materiali; la valutazione e il controllo degli effetti indotti da

questo contesto, il Laboratorio ha condotto prima uno studio si-

materiali e tecniche di pulitura meccanica, fisica, chimica e biolo-

stematico dei più importanti marmi antichi (bianchi e colorati)

gica sui materiali lapidei e litoidi.

utilizzati nell’architettura e scultura di età classica, medievale e

Fin dalla sua creazione, il LAMA è impegnato in collaborazioni

rinascimentale del Mediterraneo e, successivamente, una ricerca

scientifiche permanenti con studiosi provenienti da enti di ricerca

volta a caratterizzare il mattone storico veneziano usato, nel corso

italiani e internazionali. Ad oggi esso riamane l’unico esempio di

dei secoli, nell’Arsenale e in altre fabbriche architettoniche della

laboratorio scientifico esistente in Italia in una scuola di architettu-

città lagunare.

ra che tratti di tutti gli aspetti connessi ai materiali lapidei e litoidi,

Il LAMA ha altresì partecipato a vari progetti internazionali, tra

sia da costruzione che decorativi, usati in antico.

cui: Let’s Care Method (Landscape Environment Assessment and Cultural

I progetti di ricerca già completati e in corso e, più in generale, la

Heritage Restoration) dedicato allo studio di una sezione del lithostro-

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le principali aree di ricerca verso terzi del laboratorio LAMA riguardano la caratterizzazione mineralogicopetrografica e chimico-fisica di pietre da costruzione e decorazione, nonchĂŠ di materiali litoidi utilizzati in edifici di interesse storico-artistico

02

32 OFFICINA*


03

ton della Basilica di S. Maria Assunta in Torcello; MEDISTONE

storisches Museum di Vienna - collezione dell’arciduca Ferdinando II

project: preservation of ancient MEDIterranean sites in terms of their or-

(committente: Kunsthistorisches Museum Vienna); Basilica di S. Pietro

namental and building STONE: from determining stone provenance to pro-

- Città del Vaticano (Impresa privata); Area archeologica di Persepoli,

posing conservation/restoration techniques (Volubilis, Morocco; Djemi-

Iran (committente: Dr. Maria Laurenzi Tabasso); Tempietto Longobar-

la, Algeria, Alexandria, Egypt) - Sesto Programma Quadro della

do di Cividale del Friuli (committente: Comune di Cividale del Friuli);

Commissione Europea 2; QuarryScapes Project: conservation of ancient

Statuaria greca e romana del Museo Archeologico Nazionale di Venezia

stone quarry landscapes in the Eastern Mediterranean - Sesto Programma

(committente: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed

Quadro della Commissione Europea 3.

Etnoantropologico della città di Venezia); Palazzo Soranzo Van Axel,

Dal 1994 ad oggi il LAMA è stato responsabile dell’organizzazio-

Palazzo Donà della Madoneta, Palazzo Contarini del Bovolo, Chiesa dei

ne di numerosi convegni nazionali e internazionali4 su temi quali:

Frari, Chiesa di San Nicolo’ da Tolentino, Palazzo Foscari (isola della

l’identificazione e la caratterizzazione delle pietre da costruzione e

Giudecca) in Venezia, (committente: Soprintendenza per i beni architet-

decorazione utilizzate nell’antichità; l’esportazione e l’uso di cera-

tonici e paesaggistici di Venezia e laguna); Chiesa di S. Michele, cimitero

mica e vetro in arte e architettura; verifiche di autenticità di manu-

di Venezia (committente: Comune di Venezia); Fondazione Cini presso

fatti in pietra antica e ceramica; deterioramento e conservazione di

Isola di S. Giorgio Maggiore in Venezia (committente: Fond. G. Cini);

manufatti lapidei. Il Laboratorio è stato inoltre l’ente responsabile

Palazzo Santo Stefano in Padova (committente: Provincia di Padova).

dell’organizzazione e dello svolgimento di quattro edizioni del master International Course on the Technolog y of Stones Conservation (con il so-

Le dotazioni dei laboratori

stegno di UNESCO e ICCROM) e di due edizioni del Congresso

L’equipaggiamento del LAMA-LabCoMaC comprende, tra gli al-

Nazionale del Forum Italiano Calce (Venezia 2013; Pompei, 2015).

tri, i seguenti strumenti:

Per quanto riguarda l’attività di servizio verso terzi, il Laboratorio

-- microscopi polarizzatori dotati di fotocamera e luce ultravioletta

continua a porre la propria competenza scientifica e la sua stru-

per lo studio petrografico delle sezioni sottili;

mentazione di analisi a disposizione di istituti, enti e tecnici del

-- stereomicroscopi

settore (Soprintendenze, amministrazioni comunali, musei, impre-

ingrandimento;

se e professionisti operanti nel settore del restauro), fornendo il

-- un microscopio elettronico a scansione (SEM) per lo studio mor-

supporto scientifico necessario per la soluzione di vari problemi le-

fologico ad alto ingrandimento e risoluzione delle microstrutture

gati alla conservazione di materiali lapidei, litoidi, vitrei e pittorici.

di pietre, materiali litoidi, vetro e metalli. Il microscopio è dotato

Tra i lavori commissionati al LAMA nell’ultimo triennio si segna-

di una microsonda a dispersione di energia (EDS) che permette

lano, tra gli altri, quelli relativi ai materiali provenienti da: Palazzo

l’analisi chimica quali-quantitativa dei materiali inorganici;

Imperiale di Ostia (Soprintendenza speciale per i beni archeologici di

-- un micro-diffrattometro a raggi X per l’identificazione di

Roma); Statuaria greca e romana dello Art Institute of Chicago (com-

composti cristallini;

mittente: Art Institute of Chicago Greek and Roman galleries); Sculture

-- un porosimetro a intrusione di mercurio per la valutazione della

marmoree dello Skulpturen Sammlung Dresden (committente: Skulp-

porosità integrale aperta dei materiali e la distribuzione dei pori;

turen Sammlung Dresden); Gioielli in vetro del XVI secolo del Kunsthi-

-- un cromatografo ionico in fase liquida per l’analisi chimica qua-

per

lo

studio

morfologico

a

basso

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04

litativa e quantitativa dei sali solubili; -- uno spettrometro a infrarossi utilizzato per individuare eventuali sostanze organiche (ad es. contenute nei supporti pittorici e nei trattamenti protettivi o consolidanti, antichi e moderni); -- un Drilling Resistance Measurement System (DRMS), per la verifica della profondità di penetrazione nel materiale lapideo-litoide di un consolidante e la misura del comportamento fisico dopo il trattamento; -- una camera climatica (Solar box/QUV Weatherometer Testing) per test d’invecchiamento accelerato atti a simulare l’esposizione dei materiali (inorganici e organici, naturali e sintetici) a diversi tipi di agenti degradanti, quali temperatura, umidità e irraggiamento UV;

il LAMA possiede un archivio unico di oltre 1.800 sezioni sottili di campioni di cava di marmi e pietre utilizzate nell’antichità, provenienti dall’Asia Minore, Egitto, Grecia, Italia

-- uno spettrofotometro UV-VIS/Colorimetro, per la valutazione del colore di superfici mediante misurazioni colorimetriche; -- un misuratore portatile della velocità di propagazione degli ultrasuoni, per la valutazione dello stato di conservazione di manufatti

miche quantitative puntuali mediante fluorescenza dei raggi-X su

lapideo-litoidi e per la verifica del miglioramento di questa proprie-

materiali lapidei, prodotti ceramici, pigmenti, ecc.

tà fisica in seguito a trattamento consolidante; -- un laser impulsato con trasporto del fascio tramite fibra ottica e ma-

Il LAMA possiede anche un archivio unico di oltre 1.800 sezioni

nipolo a focale variabile, per interventi e/o test di pulitura controllata

sottili di campioni di cava di marmi e pietre utilizzate nell’anti-

di superfici lavorate e complesse quali sculture, manufatti lapidei di

chità, provenienti dall’Asia Minore, Egitto, Grecia, Italia, ecc. Gli

prestigio, affreschi, superfici pittoriche policrome e dorate, materiali

archivi contengono anche un simile numero di sezioni sottili di

metallici e legno. Lo strumento è disponibile per il noleggio;

ceramica antica e intonaci provenienti da scavi archeologici e mo-

-- uno spettrometro portatile XRF, per l’esecuzione di analisi chi-

34 OFFICINA*

numenti importanti. ♦


NOTE 1 - Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione/Asse 3/Linea di intervento 3.2/ Azione 3.2.1 “Interventi a favore dell’innovazione e dell’economia della conoscenza nel settore della cultura”. 2 - Research area: INCO-2003-B2.1 Materials, artifacts, monuments and sites: new technologies and characterization. 3 - Research area: INCO-CT-2005-015416. 4 - Tra questi si segnalano: il 75th Congress of the Italian Society for the Mineralogy and Petrography (SIMP); la VI Conference of the Italian Association for the Study and Conservation of the Mosaic (AISCOM); il VI International Conference of the Association for the Study of Marble and Other Stones in Antiquity (ASMOSIA). IMMAGINI Crediti: Fabrizio Antonelli. 01 - Determinazione dell'origine del marmo bianco impiegato nella scultura di epoca romana. A sinistra: (a) gruppo scultoreo di “Pan e Capra” dalla Villa dei Papiri, Ercolano; (b) "Afrodite che si slaccia un sandalo" (anche detta "Venere in Bikini"), dalla Casa della Venere in Pompei. A destra: micrografie al microscopio polarizzatore in luce trasmessa e riflessa dei marmi dei due gruppi scultorei di cui sopra. Lato lungo delle immagini pari a 2.45 mm. (A), ”Pan e Capra”, mosaico omeoblastico di cristalli di calcite tipico del marmo di Luni/ Carrara; (B) “Venere in bikini”, mosaico eteroblastico di cristalli di calcite a contorni prevalentemente curvi – marmo Pario lychnites, dalle cave di Stephani (Isola di Paros, Cicladi); (B1) tracce di sandyx (pigmento a base di ossido di piombo e ocra rossa) sulla superficie della “Venere in bikini”. 02 - (A) Metaponto (MT): studio archeometrico delle pietre dell’Heraion (“Tavole Palatine”) e mappatura delle loro morfologie di degrado. (B) La pietra di Piazza Armerina (EN): origine, caratteristiche fisicomeccaniche e degrado, con un esempio di studio. (C) Progetto Shayzar: Studio di un sito fortificato nel Bilad al-Sham (Siria): caratterizzazione petrografica delle malte e dei laterizi delle varie fasi edilizie. 03 - Campionamento della lunetta della “Cappella Corner”, Basilica dei Frari, Venezia, per verifica trattamenti conservativi del passato (A). Campionamento vetrata e paramento lapideo della Sainte-Chapelle, Parigi (B). Teatro Olimpico di Vicenza, studio dei pigmenti della scena lignea (C). 04 - Marettimo (Egadi), Castello di Punta Troia: distribuzione e mappatura delle differenti tipologie di materiali da costruzione (a–d). 05 - Marettimo (Egadi), Castello di Punta Troia: mappatura delle morfologie del degrado manifestate dai materiali da costruzione in opera (e–h). STAFF Direttore scientifico: Fabrizio Antonelli. e-mail: fabrizio.antonelli@iuav.it Responsabile tecnico: Stefano Cancelliere. Personale tecnico: Alberto Conventi, Floriana Majerle, Graziella Lentini. Collaboratori: Elena Tesser (assegnista), Lorenzo Lazzarini, Marco Verità (esperti altamente qualificati).

05


Laboratorio LAR Un Laboratorio di supporto al Progetto

LAR - Laboratorio di supporto al Progetto ≥ Università Iuav di Venezia Magazzino 7, Dorsoduro 1827, 30123 Venezia e-mail: lar@iuav.it

I

di Giuseppe D’Acunto l Laboratorio LAR, sorto nel 1992 e guidato prima da Vittorio Spigai, poi da Franca Pittaluga e attualmente da Giuseppe D’Acunto accettava, all’atto della sua fondazione, la sfida lanciata dall’emersione delle tecnologie di rappresentazione digitale (allora ai suoi albo-

ri) nell’ambito del linguaggio architettonico, mostrando come fosse necessario, per un Ateneo di punta come lo Iuav, dotarsi di un luogo

The LAR Laboratory was founded in 1992 under the leadership of Vittorio Spigai first, then Franca Pittaluga and at present Giuseppe D’Acunto. Over the time besides its original function, specialized in the representation and multimedia communication, they added also the one dedicated to the execution of physical models. LAR develops academic research and external orders concerning the architectural and urban scale, organizes exhibitions and supports events. Actually it is divided into three operational sections (CAD, Multimedia, Models) that allow to support the project in every phase. A specific section of the LAR Laboratory, called Landscape Information, is responsible for matters concerning the representation and documentation of landscape while another research area is related to the “Interactive and Digital Systems for the Restitution and Protection of Cultural Heritage” this is also the title of a second level Iuav master of which LAR is the headquarters.

in cui potesse esercitarsi con libertà la sperimentazione sul futuro dei nuovi linguaggi espressivi in ambito progettuale (e non solo). Alla sua originaria cellula specializzata nella sezione di rappresentazione e comunicazione multimediale si è aggiunta nel tempo quella dedicata all’esecuzione dei modelli fisici. In questi anni il LAR ha rappresentato un interessante e riuscito esperimento laboratoriale in cui si sono fuse le istanze e le spinte culturali provenienti dalle ricerche condotte dai docenti interni all’Ateneo tutto e quelle ivi convergenti da realtà scientifiche e imprenditoriali presenti nel territorio veneto, creando utili sinergie fra pubblico e privato e sortendo prodotti di alto profilo scientifico, oltre che estetico. Il LAR elabora ricerche accademiche e commesse esterne concernenti la progettazione di scala architettonica e urbana, allestisce esposizioni e supporta eventi. È articolato in tre sezioni operative (CAD, Multimediale, Modelli) che permettono di assistere il progetto a scala architettonica e urbana, lungo tutto l’arco di attività e le differenti esigenze di gestione degli esiti: dal disegno concettuale alla rappresentazione realistica, dalla restituzione virtuale a quella fisica, dall’animazione al filmato, dalla circolazione in web all’archiviazione complessa. Supporta le iniziative culturali Iuav con la preparazione di materiali fisici o informatici per convegni e mostre: tavole, video, slides, presentazioni, ipertesti, plastici, funzionali alle esposizioni tradizionali o alle più complesse presentazioni multimediali.

36 OFFICINA*


In particolare, la sezione multimediale si occupa di:

01

-- rappresentazioni dinamiche dell’architettura e della città e del progetto attraverso la produzione di film, video d’animazione, presentazioni multimediali, authoring di video su DVD/ CD e Web, creazione di archivi interattivi, video, ipertesti, pagine web; -- produzione di materiale multimediali per la didattica dell’architettura; -- riprese e postproduzione audio/video digitale di eventi, seminari, convegni, lezioni. La sezione modelli è invece specializzata nell’elaborazione di pla-

il LAR elabora ricerche accademiche e commesse esterne concernenti la progettazione di scala architettonica e urbana, allestisce esposizioni, supporta eventi

stici architettonici o territoriali in scala, realizzazione di modelli in legno, metallo, resine e materiali plastici. I modelli sono tutti realizzati fondendo il metodo tradizionale con quello informatizzato attraverso software specialistici di tipo CAD/CAM ottimali alla restituzione di dettagli seriali o di minima dimensione. Inoltre il LAR è impegnato in attività didattiche e formative collaterali: workshop e fablab di modellazione digitale e stampa 3D, mettendo a disposizione di studenti, dottorandi e ricercatori una serie di strumentazioni per la realizzazione di modelli fisici e per le attività di digitalizzazione attraverso servizi di prototipazione, taglio automatizzato e ingegneria inversa.

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02

Ma gli ambiti speculativi verso cui rivolgere l’attenzione del LAR sono, naturalmente, plurimi: una sezione specifica del Laboratorio LAR, denominata Landscape Information, si occupa delle questioni relative alla rappresentazione e documentazione (virtuale e anche multimediale) del paesaggio inteso come parte di territorio antropizzato, sia esso urbano che territoriale. Questo particolare filone di ricerche è mirato alla sperimentazione di nuovi sistemi e forme di rappresentazione che, avvalendosi delle moderne tecnologie, producono modelli capaci di esprimere, in modo dinamico e completo, anche un particolare sistema paesaggistico dal carattere

la sezione Landscape Information si occupa delle questioni relative alla rappresentazione e documentazione del paesaggio

estremamente complesso. I modelli digitali LDM (Landskape Digital Model ), critici e interpretativi del brano di paesaggio analizzato, possono intendersi come dei sistemi informatici flessibili e dinamici, implementabili e modificabili all’infinito e quindi adeguabili a qualunque alterazione

Le fasi operative sviluppate all’interno del laboratorio sono:

del dato analizzato nel tempo. I Landskape Digital Model prodotti

-- il rilievo digitale del manufatto;

all’interno del Laboratorio LAR si costituiscono come uno stru-

-- la sua archiviazione tramite un modello tridimensionale opportu-

mento di analisi e lettura del paesaggio estremamente utile sia agli

namente elaborato secondo i protocolli più diffusi per le ICT;

studenti e ricercatori Iuav ma anche, e soprattutto, agli operatori

-- la realizzazione delle eventuali integrazioni delle sue parti man-

del settore della pianificazione e nell’attuazione di specifiche poli-

canti sia digitalmente che mediante tecnologie CAD-CAM;

tiche di tutela e salvaguardia del territorio.

-- la sua valorizzazione critica tramite tecnologie immersive

Un altro ambito di ricerca e di didattica sul quale il LAR sta investen-

(3Dmapping, micromapping, realtà virtuale, realtà aumentata, olo-

do notevoli energie è relativo ai Sistemi Interattivi e Digitali per la Resti-

grammi, riprese 360).

tuzione e Tutela del Patrimonio Culturale, titolo anche di un omonimo master di secondo livello Iuav di cui il LAR costituisce la sede opera-

Nell’ambito dei beni culturali, il LAR ha tessuto nell’ultimo anno

tiva. Gli obbiettivi di questo filone di ricerca sono quelli di impiegare

interessanti partnership con importanti aziende che operano nel

in modo critico le più avanzate tecnologie finalizzate alla lettura, al

campo del restauro e con le maggiori istituzioni culturali della

rilievo, alla digitalizzazione, alla tutela e alla valorizzazione degli ap-

città di Venezia che, inevitabilmente, si costituisce come un ecce-

parati architettonici e figurativi di elevato interesse storico-artistico.

zionale laboratorio urbano in cui sperimentare i temi della tutela,

Il progetto è strutturato a partire dalla consapevolezza che è ormai

della registrazione dati e della restituzione digitale, dei monu-

sempre più necessario tenere insieme competenze un tempo consi-

menti storici che sono il tesoro del nostro patrimonio e meritano

derate lontane fra loro, coniugando saperi, metodologie e capacità

di essere al centro di cure, attenzioni per la sua conservazione,

operative nel settore delle tecnologie digitali.

38 OFFICINA*

utilizzo e valorizzazione. ♦


03

IMMAGINI Crediti: LAR. 01 - Progetto nuova sede Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 e museo multimediale - Longarone (BL) 2009. Ideazione Fondazione Vajont Progettista architetto Giorgio Pradella. Modello in scala 1:100 realizzato in legno massello scolpito di tiglio, acero e resina. Convenzione con Fondazione Vajont. Esecuzione modello: Michele Ridolfi. 02 - Lanscape Digital Model della città di Genova: analisi idrologica. 03 - Lanscape Digital Model della città di Genova: analisi idrogeologica. 04- Basilica di San Pietro - Loggia dell’emiciclo sud, lavoro di ricerca per conto del prof. Vitale Zanchettin, modello in scala 1:15 realizzato in legno massello di tiglio assemblato unicamente con magneti. Esecuzione modello: Michele Ridolfi per il LAR – Laboratorio di supporto al progetto. STAFF Direttore scientifico: Giuseppe D’Acunto. e-mail: dacunto@iuav.it Personale tecnico: Carlo Ferro, Michele Ridolfi.

N.14 SET-OTT 2016 39 04


MeLa Media Lab Iuav

MeLa - Media Lab ≥ Università Iuav di Venezia Palazzo Badoer, S. Polo 2468, 30125 Venezia e-mail: mela@iuav.it

I

di Malvina Borgherini l MeLa Media Lab è una struttura che si occupa di ricerca, sperimentazione e sviluppo nel campo dell’interazione multisensoriale e delle nuove interfacce applicate alla rappresentazione e alla comunicazione dell’architettura e del design, dei prodotti cultu-

rali e delle arti visive e performative. Più precisamente, alcuni dei temi di ricerca e degli ambiti di lavoro

The MeLa Media Lab deals with research, testing and development in the field of multisensory interaction and new interfaces applied to the representation of architecture, design, cultural and visual arts products. Some of the MeLa research topics are: the relationship between arts, translatability by a language code to another; migration and permanence of traces and their revision in design thinking; the use of new technologies in dissemination of artistic and cultural heritage. MeLa, born in 2008, has always sought to develop strong synergies with research institutions, government and local administration, productive activities, convinced that only the sharing of knowledge can lead to an improvement of the community in which we live. Currently the laboratory is divided into three sections: MeLa.research, MeLa.learning and MeLa.factory.

su cui si è cimentato in questi ultimi anni il laboratorio sono: la questione del rapporto tra le arti, la traducibilità da una scrittura a un’altra, da forme e sostanze dell’espressione in altre materie; la migrazione, la permanenza di tracce e la loro rivisitazione nel pensiero progettuale; l’uso delle nuove tecnologie nella diffusione del patrimonio artistico, scientifico e culturale o nella riorganizzazione dei sistemi produttivi. Il MeLa, nato nel 2008 in concomitanza con la creazione allo Iuav del Dipartimento della Ricerca, ha sempre considerato l’ambito di ricerca attorno cui si è costituito – quel mondo della figurazione riferito in particolare all’architettura, al paesaggio, al design, caratterizzato da una secolare contrapposizione tra sapere tecnico-scientifico e pensiero umanistico – un terreno di incontro più che di scontro; e allo stesso modo ha cercato di sviluppare solide sinergie con enti di ricerca, organi di governo e di amministrazione del territorio, attività produttive pubbliche e private, nella convinzione che solo la condivisione delle esperienze, dei saperi e delle criticità possa portare a un miglioramento della comunità in cui viviamo. Attualmente il laboratorio è suddiviso in tre sezioni – MeLa.research, MeLa.learning, MeLa.factory – per permettere una più efficace organizzazione del lavoro e per dare all’esterno un quadro il più possibile esaustivo della diverse attività in corso. Tra i recenti progetti della sezione research ci sono due progetti europei: Theatrum Mundi. A journey through European performing arts, un Creative Europe Culture attualmente in corso che vede coinvolti un

40 OFFICINA*


01

team di collettivi artistici (Maison d’Europe et d’Orient F, The-

Sempre nell’ambito della sezione resaerch, il MeLa ha negli ultimi

atro Tsi Zakynthos EL, DW-RS producties NL, International

anni organizzato alcuni seminari internazionali di studio tra cui:

Theatre Institute F) e uno di laboratori universitari (MeLa Me-

Photopaysage. Ce que la photographie fait au paysage. Rôle de la photographie

dia Lab Iuav e Art and Speech Laboratory, University of Athens

dans l’invention, la création et la transformation des paysages (2016), in col-

EL); e MIC. My Ideal City, un Seventh Framework Programme ultimato

laborazione con l’Institut des Texte et Manuscrits Modernes Paris,

nel 2011 cui hanno partecipato, oltre al MeLa Media Lab Iuav,

con l’École Nationale d’Architecture Paris-Belleville, con l’École

quattro musei della scienza (MUSE di Trento, Cienca Viva di

Nationale Supérieure de Paysage Versailles e con il Dipartimento

Lisbona, Experimentarium di Copenhagen e Bloomfield Scien-

Culture del Progetto); Immagini liminari. Corpi, stanze, paesaggi (2014);

ce Museum di Gerusalemme). Per Theatrum Mundi sarà realizzata

Il disegno del disegno. Una rete di laboratori dell’immagine (2011); Materia e

un’innovativa piattaforma multimediale, mentre per MIC è stato

corpo dell’immagine o della necessaria eteronomia della copia (2010). I temi

effettuato il coordinamento artistico dell’intero progetto – che

trattati nell’ambito di queste giornate di studio hanno contribuito

sperimentava l’uso di ambienti virtuali condivisi nell’ambito di

alla crescita di un proficuo dibattito interno al laboratorio, conflu-

un confronto pubblico sui temi della costruzione della città del

ito poi in una nuova collana editoriale (Corpi) nata dalla collabora-

prossimo futuro – nonché la realizzazione degli ambienti virtuali

zione con la casa editrice Quodlibet.

delle città di Trento e di Lisbona.

Tra le recenti attività della sezione learning, oltre al progetto eu-

Inoltre il MeLa sta partecipando alla valutazione di due PRIN

ropeo Tempus, INFOBC L’innovation dans la formation pour les bien

(L’immaginario urbano nel cinema, nella fotografia e nelle pratiche audiovisive

culturels: un nouveau curriculum euro-méditerranéen pour la préservation

in Italia dagli anni Sessanta ad oggi, responsabile nazionale: Rober-

des biens culturels – un progetto che si propone di mettere a punto

to De Gaetano, Università della Calabria - Dipartimento di Studi

e rendere attuativo un corso di studi riconosciuto dal Ministero

Umanistici, responsabile locale: Carmelo Marabello, Università

e dalle istituzioni internazionali competenti per la formazione

Iuav di Venezia - Dipartimento di Culture del Progetto; Topografia

delle figure professionali del restauratore e del soprintendente ai

dei Palazzi Vaticani nel Cinquecento: costruzione, funzione, decorazione, re-

beni culturali in Tunisia, cui partecipano, oltre all’équipe dell’U-

sponsabile nazionale e locale: Vitale Zanchettin, Università Iuav di

niversità di Urbino e del MeLa Media Lab dello Iuav, l’Ecole Na-

Venezia - Dipartimento di Costruzione dell’Architettura) .

tionale Supérieure d’Arts et Métiers Paris Tech, France; l’Univer-

1

N.14 SET-OTT 2016 41


02

sitat de Barcelona, Facultat de Bellas Artes, Espagne; UNIMED Union des Universités de la Mediterranée, Italia; l’Institut des Métiers du Patrimoine, Université de Tunis, Tunisie; l’Université de la Manouba, Faculté des Arts et des Humanités, Tunisie; l’Université de Sousse, Institut Supérieur des Beaux-Arts, Tunisie; l’Université de Gabés, Tunisie; l’Université de Sfax, Faculté des Lettres et Sciences Humaines, Tunisie; l’Université Ezzitouna, Tunisie; il Ministry of Higher Education and Scientific Research, Tunisie – il MeLa propone anche la formazione specialistica con il master Interactive Media for Interior Design, giunto nel 2016 alla sua quarta edizione. Il network di imprese ed enti interessati alle linee di ricerca espresse a partire dal 2008 all’interno del laboratorio, si è sviluppato negli anni e ha dato vita a una serie di collaborazioni che hanno permesso la fondazione della sezione factory del MeLa. Si ricordano qui i progetti più recenti, tra cui: E-Biz: sviluppo di

il MeLa Media Lab è una struttura che si occupa di ricerca, sperimentazione e sviluppo nel campo dell’interazione multisensoriale e delle nuove interfacce applicate alla rappresentazione e alla comunicazione

applicazioni interattive per la comunicazione e la vendita di prodotti d’arredo e capi d’abbigliamento (2015-16) con Prismatech, Nuovi linguaggi per la conoscenza e la diffusione del patrimonio culturale della villa veneta (2014-15) con Istituto Regionale Ville Venete; Laboratorio Villari:

to dell’archivio digitale di Carlo Scarpa: messa in rete dei rilievi realizzati

nuovi strumenti e tecniche per la produzione di porcellane artistiche (2014)

in occasione dei restauri di alcune opere veneziane (2011-13) con il museo

con Villari; Memoria di un’architettura scomparsa: villa Soranza a Ca-

di Castelvecchio di Verona; H VEN LC3 un percorso dentro i disegni

stelfranco Veneto (2014) con il Museo di Castelvecchio di Verona in

di Le Corbusier per il nuovo ospedale di Venezia e FM VEN un percorso

occasione della mostra Paolo Veronese; L’illusione della realtà; Ap-

per la fondazione Masieri di Venezia (2011-12) con Archivi Generali;

plicazioni interattive per la comunicazione di prodotti d’arredo (2013-14)

Palladio library: mediateca e sistema comunicativo-informativo su Andrea

con Alf + Da Frè; Applicazioni di modellazione e prototipazione digitale

Palladio (2011-12) con il Centro Internazionale Studi di Architet-

per la produzione di porcellane artistiche (2013) con Villari; Ampliamen-

42 OFFICINA*

tura Andrea Palladio di Vicenza. ♦


NOTE 1 – Si segnala inoltre la partecipazione ai seguenti PRIN: Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio (2014-16) e Geometria descrittiva e rappresentazione digitale: interfacce naturali per la genesi e lo sviluppo della forma nel progetto degli artefatti (201012), responsabile nazionale: Riccardo Migliari, Sapienza Università di Roma - Facoltà di Architettura - Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura; responsabile locale: Agostino De Rosa, Università Iuav di Venezia, Dipartimento Culture del Progetto. IMMAGINI Crediti: MeLa. 01 - Progetto H VEN LC3, un percorso dentro i disegni di Le Corbusier per il nuovo ospedale di Venezia. 02 - Screenshot del video Leonardo, l’uomo vitruviano: il Documento. ≥ 03 - Il Museo Analogo: il Modello Esplorabile di Castelvecchio. ≥ STAFF Direttore scientifico: Malvina Borgherini. e-mail: borgheri@iuav.it Personale docente: Luciano Comacchio, Emanuele Garbin, Enrico Pitozzi, Stefano Benfatto, Matteo Morassut. Personale tecnico: Marco Gnesutta. Collaboratori: Gianluca Asmundo, Rita El Asmar, Alessandro Forlin.

N.14 SET-OTT 2016 43 03


PORTFOLIO

Scatti d’architettura Il Laboratorio Fotografico Iuav

Lab-Fot - Laboratorio Fotografico ≥ Università Iuav di Venezia Magazzino 7, Dorsoduro 1827, 30123 Venezia e-mail: lab-fot@iuav.it Umberto Ferro è il responsabile tecnico del Laboratorio Fotografico Iuav. e-mail: umberto.ferro@iuav.it

I

di Umberto Ferro l Laboratorio Fotografico è una realtà che esiste all’Università Iuav di Venezia dal 1980. Nasce presso la sede storica dei Tolentini all’interno dell’ITTPE, Istituto di Teoria e Tecnica della Progettazione Edilizia, per iniziativa del direttore prof. Lu-

ciano Semerani. Viene pensato come Laboratorio di supporto alla didattica, alla ricerca e alle altre strutture dello Iuav.

Photo Lab exists at Iuav University of Venice since 1980. In 2009 the Photo Lab joins the Iuav Laboratory System, a structure that since 2008 joins in a coordinated way the different Iuav laboratories, bringing together existing tools, technologies and skills. Since 2003, the laboratory organizes photographic technique and visual culture courses for the spaces representation at different scales, having the intent of providing students with relevant knowledge in design, implementation and use of photographs. The courses are part of the training activities financed by the European Social Fund with professionalizing intent.

Nel 1996, con la fine dei restauri dell’ex cotonificio veneziano, il laboratorio si sposta assieme al Dipartimento di Progettazione Architettonica (naturale evoluzione del vecchio ITTPE) presso il campus di S. Marta, andando a occupare uno spazio più adatto per caratteristiche e dimensioni e più vicino ai nuovi luoghi della didattica. Nello stesso anno si introducono le prime tecnologie digitali andando così a integrare quel processo appena iniziato che porterà la fotografia analogica (quella chimica, per intendersi) quasi a scomparire a beneficio della “fotografia digitale”. Il laboratorio oggi utilizza attrezzature all’avanguardia e dispone al suo interno di competenze con alto grado di specializzazione. Nel 2009, con la chiusura del Dipartimento di Progettazione Architettonica, il Laboratorio Fotografico entra a far parte del Sistema Laboratori Iuav, una struttura nata nel 2008 che accorpa in modo coordinato i diversi laboratori già esistenti mettendo così insieme strumenti, tecnologie e competenze. Dal 2003 al 2008, tra le altre cose e in collaborazione con professionisti esterni, si organizzano corsi di tecniche fotografiche e di cultura visiva per la rappresentazione di spazi alle diverse scale, con l’intento di fornire agli allievi le conoscenze utili alla progettazione, realizzazione e utilizzo di riprese fotografiche volte alla rappresentazione dell’architettura, del paesaggio contemporaneo e dell’ambiente urbano. I corsi fanno parte delle attività formative finanziate dal Fondo Sociale Europeo con intenti professionalizzanti.


01

Le attività istituzionali svolte del laboratorio sono di: -- collaborazione alla didattica con lezioni frontali e con la produzione di immagini per lezioni, pubblicazioni, seminari, workshop, esposizioni; -- supporto fotografico alle diverse unità di ricerca dell’Ateneo e alle attività svolte da altre strutture Iuav come l’Archivio Progetti e l’Ufficio Comunicazione; -- realizzazione in esterni di immagini che descrivano il manufatto dal punto di vista del rapporto con l’esistente e il suo linguaggio architettonico, di campagne fotografiche documentative e di foto di eventi organizzati dallo Iuav sul territorio; -- realizzazione in interni di foto dove il modello tridimensionale diventa il soggetto da rappresentare attraverso un’adeguata scelta di punto di vista e di illuminazione, riproduzione di opere d’arte e di materiale cartaceo utilizzando le tecniche più adeguate all’uso richiesto. Tutte le attività descritte vengono svolte in completa autonomia e condivise con la comunità Iuav in uno spirito di reciproca collaborazione e le immagini realizzate, opportunamente elaborate in digitale, vengono rese disponibili alla comunità scientifica. ♦

02


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04

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dal 2003 al 2008 sono stati organizzati corsi di tecniche fotografiche e di cultura visiva per la rappresentazione di spazi alle diverse scale, con l’intento di fornire agli allievi le conoscenze utili alla progettazione

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07

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il laboratorio oggi utilizza attrezzature all’avanguardia e dispone al suo interno di competenze con alto grado di specializzazione

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09

IMMAGINI 01 - Scatto dell’interno del Laboratorio Fotografico al Magazzino 7. 02 - La presentazione degli W.A.Ve. 2016 dedicati a Porto Marghera, con la visita del sindaco di Venezia Brugnaro. 03/06 - Lavoro inedito del 2006 sulla tomba Brion di Carlo Scarpa, in parte su pellicola colore 6x9 e in parte in digitale. 07/11 - La Ex Sava di Fusina, “la fabbrica che oggi non c’è più”, oggi, dopo anni di abbandono è stata definitivamente demolita. Scatti digitali del 2006 mai pubblicati.

11


IN PRODUZIONE

Testare i materiali per l’edilizia La ricerca di laboratorio tra trasferimento tecnologico e innovazione

Alessandro Cibin è architetto e direttore tecnico del laboratorio prove fisiche e meccaniche di t 2i. e-mail: alessandro.cibin@t2i.it

D

di Alessandro Cibin al 2014 è attivo a

perience e offre servizi per lo sviluppo nuovi

livello

regionale

prodotti secondo criteri di User Centered

il centro di ricer-

Design. Tra i principali campi di consulenza

ca t 2 i, frutto del-

rientrano quelli della web&interface usabili-

la

ty ossia del monitoraggio di ogni aspetto

collaborazione

delle

Camere

di

della interazione uomo-interfaccia, della

Commercio di Treviso, Belluno, Verona e

display&wayfinding, ossia il monitoraggio

Venezia-Rovigo e Delta Lagunare.

della percezione e dell’esplorazione di un

La missione di t i è rivolta al trasferimen-

ambiente e del advertising&packaging, ossia

to tecnologico e all’innovazione, affian-

del monitoraggio e analisi dell’impatto visi-

cando le aziende in processi di formazio-

vo di un prodotto o di un messaggio attra-

ne e crescita volti ad aumentarne la loro

verso gli occhi del consumatore.

2

The t2i research centre, a collaboration of the Chambers of Commerce of Treviso, Belluno, Verona and Venice-Rovigo and Delta Lagoon, is active since 2014. The t2i mission aims to the technological transfer and innovation, supporting companies in training and growth processes to enhance their competitiveness. Currently the laboratories belonging to t2i are five. These include the physical and mechanical testing laboratory that is one of the few Italian centres authorized to carry out laboratory tests valid for the CE marking of construction products. It performs testing both on site and in laboratory, treating different types of material or components like doors and windows, curtain wall, interior wall systems, cladding systems, flooring, furniture, etc.

competitività. Nello specifico, i servizi offerti riguar-

Laboratorio Design e Prototipazione

dano: la consulenza nel settore della pro-

Il laboratorio ha lo scopo di aiutare le

prietà intellettuale con marchi, brevetti e

imprese a sviluppare prodotti innovativi

normative tecniche, servizi di supporto

riducendo costi e tempi di sviluppo gra-

per la ricerca, percorsi di formazione e or-

zie a metodologie e strumentazioni in-

ganizzazione aziendale, servizi per avvio

novative per la prototipazione, la realtà

di start up innovative e di incubatore, e in-

aumenta e le simulazioni sia fisiche che

fine, l’offerta tecnica di un vasto apparato

meccaniche.

di laboratori all’avanguardia per sostenere la qualificazione e il riconoscimento dei

Laboratorio Chimico

prodotti nei mercati e per testare nuovi

Il laboratorio chimico, accreditato ACCRE-

prodotti in fase di realizzazione.

DIA LAB n.170, si occupa di analisi nel set-

Attualmente le strutture laboratoriali affe-

tore agroalimentare, enologico e cerealicolo.

renti a t 2 i sono cinque, suddivise per com-

In particolare il laboratorio è attivo nella cer-

pentenze e atività prevalenti.

tificazione DOC/DOCG, per l’intero territorio nazionale, e rilascia i relativi certificati

50 OFFICINA*

Laboratorio Ergonomia e User Experience

di analisi per l’esportazione, grazie all’auto-

Il laboratorio ha competenze chiave in abi-

rizzazione da parte del Ministero delle Poli-

to di ergonomia fisica, ergonomia cogniti-

tiche Agricole Alimentari e Forestali, che ne

va, metodologie di analisi usabilità e user ex-

attesta un servizio qualificato e riconosciuto.


LABORATORIO PROVE FISICHE E MECCANICHE

LABORATORIO CHIMICO

LABORATORIO DESIGN E PROTOTIPAZIONE

LABORATORIO ERGONOMIA E USER ESPERIENCE

Marchi, Brevetti e Normativa Tecnicca

LABORATORIO METROLOGICO

Laboratori di prova

Innovazione e ricerca

Formazione e organizzazione

Avvio StartUp e incubatore 01

Laboratorio Metrologico Il laboratorio metrologico è dotato di moderni sistemi di misura ed emette rapporti di taratura per molteplici tipologie di strumenti. È una delle poche realtà presenti nel territorio regionale a supporto delle imprese nell’affrontare le difficoltà e risolvere le problematiche legate al monitoraggio e alla misurazione del prodotto: dalla gestione

il laboratorio vanta numerose collaborazioni con enti esterni quali Università e centri di ricerca

del parco strumenti, alle conferme metrologiche, al calcolo dell’incertezza di misura. Laboratorio Prove Fisiche e Meccaniche Il laboratorio prove fisiche e meccaniche è uno dei pochi centri italiani abilitati a eseguire test di laboratorio validi ai fini della marcatura CE nei prodotti da costruzione (CPR – Regolamento UE 305/2011). Esegue test sia in cantiere che in laboratorio, trattando diverse tipologie di materiale o componente: serramenti, moduli di facciata continua, sistemi di divisori interni, sistemi di rivestimento, pavimenti, arredi, ecc. Tra gli ambiti di maggiore interesse si segnalano i test sui sistemi di fissaggi performanti per l’involucro edilizio - in particolare relativi alla posa in opera di serramenti e chiusure finalizzate alla perfetta adesione con le parti

02

N.14 SET-OTT 2016 51


03

la missione di t2i è rivolta al trasferimento tecnologico e all’innovazione, affiancando le aziende in processi di formazione e crescita volti ad aumentarne la loro competitività

04

murarie - e l’ambito delle prove di reazione al

nali dei prodotti per l’edilizia e al contempo

del Parco Scientifico Galileo di Padova

fuoco su materiali edili e per l’arredamento.

l’introduzione di materiali nuovi e innova-

(SIL) e la Stazione sperimentale del Vetro.

Per tali test il laboratorio è autorizzato

tivi richiede, infatti, un continuo aggiorna-

Si segnala inoltre la partecipazione a nu-

dal Ministero dell’Interno all’esecuzione

mento dei test definiti per sistemi e prodot-

merose attività di ricerca svolte in colla-

delle prove ai fini di omologazione secon-

ti “tradizionali”. Tale lavoro, innovativo

borazione con l’Università Iuav di Ve-

do il D.M. 26 marzo 1985, per verifica-

e sperimentale, consente di avvicinare le

nezia e con il Sistema Laboratori Iuav a

re le classi di reazione al fuoco di pare-

aziende al mondo dei test sui prodotti,

dimostrazione di come la ricerca teorica e

ti e pavimenti esistenti in edifici, ai fini

migliorando la qualità e le prestazioni dei

quella applicata possano trovare una con-

dell’ottenimento del CPI (Certificazione

prodotti stessi, ma anche di individuare

nessione proprio nelle sperimentazioni di

Prevenzione Incendi).

dettagli normativi poco efficaci portando

laboratorio che si pongono quali strumen-

Negli ultimi anni il laboratorio prove fisi-

poi le esperienze maturate sui tavoli di re-

ti essenziali per lo sviluppo di ricerche e

che e meccaniche si è poi concentrato sulla

visione della normativa.

progettazione esecutiva di nuovi test per

Il laboratorio vanta numerose collabora-

sistemi di involucro edilizio (in particolare

zioni con enti esterni quali Università e

serramenti, facciate e partizioni interne). Il

centri di ricerca quali il Fraunhofer Insti-

continuo aumento delle richieste prestazio-

tute, la Rete dei Laboratori Universitari

52 OFFICINA*

prodotti innovativi. ♦


IMMAGINI Crediti: Laboratorio CERT. 01 - Attività e organizzazione dei laboratori di t2i. 02- Prove di resistenza meccanica su serramenti. 03 - Prove sui materiali tessili. 04 - Prove di reazione al fuoco SBI - Single Burning Item. 05 - Strumentazioni del laboratorio di metrologia. AZIENDA

t2i - trasferimento tecnologico e innovazione Via Roma 4 31020, Lancenigo di Villorba (Treviso) info@t2i.it www.t2i.it ≥ Laboratorio prove fisiche e meccaniche - CERT Via Pezza Alta 34 31046, Rustignè di Oderzo (Treviso) prodotti@t2i.it

05


VOGLIO FARE L’ARCHITETTO

50 provini 10x10x10 Bologna centro storico

Andrea Babolin è dottore in Scienze dell’architettura dell’Università Iuav di Venezia, con la tesi di laurea sul recupero del Castello del Catajo nei Colli Euganei. e-mail: babolin.andrea @gmail.com Claudia Zanella è dottoressa in Scienze dell’architettura dell’Università Iuav di Venezia, frequenta l’École Polytechnique Fédérale de Losanna EPFL, Svizzera. e-mail: zanella.claudia1@gmail.com

The atelier of Sustainability treated the theme of historical Italian centre. Bologna was the place of our reflections. The project refers to the rivers which still exist in the city but nowadays are all covered and no longer visible. The water and rivers space has become the surface for car parks between the roads. The aim of the project was just an action: bring to light a segment of the Canale di Reno to create new quality for the space along the river. To emphasize the water’s presence, we construct a new structure along the same containing new facilities, for example markets with biological products km 0. This building is made with recycled concrete, composed by inert coming from waste materials. So, the project has become a study of the concrete composition. Fifty tests were made in order to find the correct concrete for our construction. After that, we were able to verify and compare ideas with executions.

54 OFFICINA*

L

di Andrea Babolin e Claudia Zanella a proposta di ripen-

splorazione di quali possibilità possono

sare i centri storici

aprirsi immaginando di riscoprire il Canale

italiani, di renderli

di Reno in quella zona di Bologna.

nuovamente fulcri

Lungo via Riva di Reno, infatti, si trova il

di attrazione delle

Canale interrato che al di sopra ospita un

attività commercia-

grande parcheggio, rendendo la sezione

li, ma anche della vita sociale delle persone

della strada sovrastante piuttosto ampia:

è stato il tema di partenza del laboratorio1.

circa 30 metri.

Il progetto si colloca nel centro storico di

Il Canale ha definito la forma della strada,

Bologna, una città che si mantiene ancora

tanto che le pieghe del tracciato del Canale

attrattiva per i suoi abitanti e per le persone

corrispondono oggi a incroci di più diret-

che la vivono. Per questo le nostre riflessio-

trici stradali sovrastanti facendo allargare

ni si sono concentrate in una zona margi-

notevolmente lo spazio quasi a definire

nale del centro, poco curata, ad ovest, vi-

delle piazze.

cino al limite disegnato dalle mura di cinta

Nella proposta progettuale sono proprio

medievali. È un’area ricostruita in tempi

questi i fulcri principali, dove sono stati

recenti, in cui la gran parte degli edifici si

immaginati tre luoghi di mercato volti a

discosta dalla tradizione storica e costrut-

valorizzare la presenza dell’acqua riportata

tiva bolognese.

alla luce, ma anche a ripensare agli spazi

Dal disegno del netto storico2 è emerso lo

pubblici di via Riva di Reno.

sviluppo del centro nelle epoche e nei di-

I prodotti alimentari che caratterizzano

versi anni fino ad oggi, dove coesistono

questi mercati saranno propri della cam-

parti più conservate ma anche quartieri

pagna bolognese per incentivare le aziende

“sventrati”, oggi ricostruiti. Tale operazio-

locali, proponendo punti vendita in cui le

ne ci ha consentito soprattutto di guardare

persone possono trovare prodotti di qualità

la trasformazione degli spazi aperti, di ri-

a km0, diversi da quelli presenti nei super-

conoscere e osservare l’articolato sistema di

mercati o nei negozi più comuni. I tre mer-

corsi d’acqua presenti a Bologna, un tempo

cati sono inoltre parte di un’unica struttura

luoghi centrali della vita collettiva, oggi in-

longitudinale capace di tenerli insieme a

vece del tutto invisibili perché quasi com-

costituire un intervento univoco.

pletamente interrati.

Il progetto architettonico è stato concepi-

Proprio da questo studio prende forma il

to ed esplorato di pari passo con lo studio

progetto. La proposta diviene dunque un’e-

del materiale della struttura e della pavi-


01

mentazione dei percorsi. Sin dall’inizio,

una lunga sequenza di prove di tonalità,

l’idea di progetto voleva essere chiaramente

granulometria degli inerti, percentuali dei

espressione di un unico gesto e intento; per

diversi componenti.

questo, anche il materiale doveva essere il

È dunque stato necessario confrontare le

medesimo nelle diverse parti del progetto.

idee teoriche con la messa in opera del ma-

Il calcestruzzo riciclato si è rivelato il mate-

teriale e con tutte le possibili varianti per

riale più adatto per questo tipo di interven-

arrivare a definire al meglio la miscela di

to: riciclato poiché costituito oltre che da

calcestruzzo riciclato. Per questo sono stati

acqua, cemento, sabbia e ghiaia, anche da

eseguiti 50 diversi provini di calcestruzzo

inerti derivanti da materiali di scarto (late-

delle dimensioni di 10x10x10 cm a fine di

rizio e pietra) recuperati in alcuni centri di

sondare tutte le possibilità cromatiche e

raccolta della provincia di Bologna.

granulometriche attuabili.

La pratica progettuale si è così concentrata sul progetto del materiale, riservando

Metodologia di realizzazione dei provini

un’attenzione particolare alla composizio-

Preparazione dell’impasto: utilizzando un

ne del calcestruzzo riciclato, definita dopo

secchio come recipiente sono stati versati

la proposta diviene dunque un’esplorazione di quali possibilità possono aprirsi immaginando di riscoprire il Canale di Reno

02

N.14 SET-OTT 2016 55


03

è divenuto un progetto sul materiale, in cui è stata riservata un’attenzione particolare alla composizione del calcestruzzo riciclato

07

56 OFFICINA*

04

i singoli componenti; sono stati miscelati

Miscelati assieme i vari componenti, il cal-

a secco tra di loro utilizzando un trapano

cestruzzo è stato posato su una superficie

con apposita frusta ed è stata aggiunta metà

rigida, compattato con una cazzuola; la

dell’acqua prestabilita. È stata poi effet-

superficie è stata poi bagnata con una spu-

tuata un’ultima miscelatura. In alcuni casi

gna inzuppata d’acqua e infine asciugata.

la quantità d’acqua prestabilita non è stata

Questa operazione, ripetuta più volte, ha

sufficiente a causa del forte assorbimen-

fatto emergere i diversi inerti aggiunti

to da parte degli inerti in laterizio; è stata

alla soluzione di acqua, cemento e ossido

quindi aggiunta un’ulteriore dose d’acqua.

di ferro preparata in precedenza. Ciò ha

Prove di tonalità: sono state effettuate una

permesso una prima scelta degli inerti da

serie di prove, con base cemento bianco

utilizzare per la realizzazione della serie di

o grigio 325 e aggiunta di ossidi di ferro

provini 10x10x12 cm.

di colore giallo, rosso o marrone. Una

Getto nei casseri: sono stati costruiti dei

volta miscelati i componenti, una picco-

casseri in polistirolo della dimensione di

la quantità è stata posata su un mattone

12x12x12 cm e spessore 2,5 cm per conte-

di laterizio per valutarne la cromia dopo

nere un provino di calcestruzzo 10x10x12

l’asciugatura.

cm. Le singole pareti dei casseri sono state

Prove con inerti e ossidi: individuate le

fissate tra di loro utilizzando viti filettate

tonalità del calcestruzzo che si voleva ot-

ed elastici per impedire lo “spanciamento”

tenere con gli ossidi, sono stati aggiunti

delle pareti durante l’inserimento del ma-

alcuni inerti di diversa granulometria

teriale liquido. Una volta gettato il compo-

per trovare la proporzione migliore

sto all’interno del cassero, con un chiodo è

tra matrice cemetizia e inerte. Gli

stata fatta aderire la miscela alle pareti per

inerti utilizzati sono stati i se-

eliminare l’aria in eccesso, minimizzando

guenti: polvere di pietra di Vero-

così la formazione di bolle d’aria all’inter-

na, polvere di pietra di Asiago, graniglia

no del getto che avrebbero comportato

di varia granulometria, laterizio di recu-

una riduzione delle caratteristiche mecca-

pero frantumato.

niche del calcestruzzo.


05

Taglio dei provini: dopo 24 ore dal getto del calcestruzzo il provino è stato levato dal cassero e fatto asciugare per qualche giorno per poi essere tagliato sul lato superiore di 2 cm. Questa operazione è servita per far emergere la composizione del cemento, gli inerti grossi e quelli più fini. Infine, tutte le superfici sono state rifinite con delle carte abrasive fini per esaltare la composizione del calcestruzzo. Queste sperimentazioni, compiute in parallelo allo sviluppo del progetto architettonico, hanno consentito di verificare continuamente le idee teoriche con la materia concreta, contribuendo ad affinare le scelte di progetto. La struttura architettonica assume imponenza e uniformità grazie al calcestruzzo, rifinito in maniera diversa nelle strutture e nelle pavimentazioni dei percorsi. La possibilità di provare più volte a realizzare e catalogare dei provini in calcestruzzo, come accade in cantiere, ha consentito di apprezzare da vicino il materiale, esplorandone i comportamenti, gli effetti e le differenze cromatiche e di composizione, prefigurando così l’esito finale immaginato per il progetto architettonico.

06

N.14 SET-OTT 2016 57


Elenco dei materiali utilizzati

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

08

Cemento: utilizzato come legante idraulico di due colori, grigio e bianco, e di tre tipi, cemento 325 (normale), 425, 525 (alta resistenza). Sabbia a base silicea di varia granulometria: sabbia fine 1/4 - 1/8 mm, sabbia grossolana 1 - 1/2 mm. Ghiaia di due tipi: tonda e spigolosa, di diversa granulometria: ghiaia fine 4 - 8 mm, ghiaia media 8 - 16 mm. CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

impiegati per perfezionare la tonalità del colore del calcestruzzo nelle prove. In genere tutti gli ossidi non garantiscono la durata del colore nel tempo. Per questo motivo si è preferito utilizzarli in modesta quantità.

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Ossidi di ferro: giallo, rosso e marrone,

Laterizio: derivante da scarti di costruzione e demolizione, recuperato in eco-centri limitrofi alla zona di progetto. Pietra rossa: recuperata dagli scarti delle lavorazioni in cava, setacciata per ottenere varie granulometrie. Ha caratteristiche meccaniche simili alla ghiaia e per questo motivo è stata sostituita a una parte di essa. ♦

09

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

58 OFFICINA*


NOTE 1 - Questo lavoro si è svolto durante l’atelier di sostenibilità ambientale della Magistrale Iuav nell’Anno Accademico 2015-2016 portato avanti dai prof. Benno Albrecht, Composizione architettonica e urbana, Massimo Rossetti, Tecnologia dell’architettura, e Massimiliano Scarpa, Fisica tecnica ambientale. 2 - Il netto storico è l’operazione con cui si mettono a confronto mappe storiche con carte geografiche attuali dei centri cittadini per riconoscere le parti storiche rimaste integre rispetto a quelle costruite in tempi più recenti. IMMAGINI Crediti: Andrea Babolin e Claudia Zanella. 01 - Disegno della zona di progetto con i principali luoghi di aggregazione. 02, 05 - Sezioni trasversali di progetto lungo via Riva di Reno. 03/04 - Fasi preparatorie per la realizzazione dei provini: scelta dei materiali (cemento, ossidi, inerti); miscela degli inerti con il cemento e l’ossido; realizzazione dei provini 10x10x10 cm con le varie miscele. 06 - Sezione di alcuni dei provini realizzati. 07 - Verifica del colore posando una piccola quantità dell’impasto su un blocco di laterizio. 08 - Vista del progetto verso la facciata est della chiesa di Santa Maria Della Visitazione al ponte delle Lame. 09 - Dettaglio costruttivo. 1- Calcestruzzo strutturale 25cm; 2- Isolamento 120 mm, EPS; 3- Rivestimento interno in fibrocemento sp.25 mm; 4- Massetto con rete metallica 60 mm; 5- Pavimento in gres 20 mm; 6- Giunto elastico sp. 10 mm; 7- Tubi in pvc per impianti; 8- Lastra in acciaio sp. 10 mm; 9- Isolante ad alta densità, EPS; 10Rompi goccia; 11- Copertura in lamiera 1 mm; 12- Barriera al vapore; 13- Massetto di pendenza 2% in calcestruzzo armato sp. 8 cm; 14- Scossalina in rame; 15- Canale di gronda; 16- Strato di malta 20 mm; 17Guaina impermeabile sp. 2 mm; 18- Telaio in acciaio per il rivestimento interno; 19Vetro esterno sp. 10 mm; 20- Vetro interno sp.10 mm; 21- Vetrocamera sp. 16 mm; 22Profilo di battuta dell’anta; 23- Sigillatura con silicone; 24- Infisso in alluminio; 25Illuminazione a led. 10 - Vista del progetto dai portici di Bologna. BIBLIOGRAFIA - Albrecht B., Magrin A., “Esportare il centro storico”, Guaraldi, Rimini, 2015. - Andriani C., “Le forme del cemento - sostenibilità”, Gangemi Editore, Roma, 2012. - Kind-Barkauskas F., “Concrete Construction Manual”, Birkhäuser Edition Detail, Basilea, 2002. - Faresin A. (a cura di), “Architettura in calcestruzzo. Soluzioni innovative e sostenibilità”, Utet, Torino, 2012. - Gaventa S. (a cura di), “Concrete design”, Mitchell Beazley, Londra, 2001. - Grim F., Richarz C. (a cura di), “Atlante del Fribrocemento”, Utet, Torino, 2008.

10


IMMERSIONE

Che suono fa il vostro prodotto? Dalle composizioni sperimentali di John Cage alla ricerca della sonorità ideale: i materiali al servizio del sound design

di Doriana Dal Palù Doriana Dal Palù è Ph.D. in Innovazione Tecnologica per l’Ambiente Costruito, borsista di ricerca e collaboratore alla didattica presso il DAD – Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino. e-mail: doriana.dalpalu@polito.it

This contribution deals with the theme of sound design, as well as the support provided by material libraries such as MATto, the material library of Politecnico di Torino, to designers and firms in this context. A first overview on the theoretical research on soundscape by John Cage will introduce the main topic of everyday sounds design. The research opportunity offered by MATto will be disclosed as well as the SounBe tool and method developed and adopted by Politecnico di Torino design researchers in order to “sound” and verbally categorize different material samples and foods. The main key points of the SounBe database will be outlined, such as the presence of materials indexed by sound descriptors, and several applications of sound design in the industrial field will be sketched. Finally, the topic of the responsibility for the soundscape generation will be discussed and the role of the designers in this context will be pointed out.

60 OFFICINA*

agosto 1952: in una

che si ha del prodotto stesso o ne anticipa le

sala da concerti di

aspettative. Quante volte capita di ascoltare

Woodstock,

New

un suono ed essere immediatamente cata-

pianista

pultati in un mondo di sensazioni familiari,

David Tudor si esi-

più o meno positive? Il trapano del vicino

bisce in 4’33’’, forse

ci riporta all’ultima dolorosa seduta di cure

la più nota composizione sperimentale del

dal dentista, lo spettatore seduto dietro di

teorico musicale John Cage. Nei 273 se-

noi al cinema apre un pacchetto di patatine

condi della performance non viene prodotta

e in noi cresce l’appetito. Solo negli ultimi

una sola nota musicale, si genera invece

anni i designer e le realtà produttive hanno

in modo completamente spontaneo una

iniziato a prendere in considerazione il va-

composizione apparentemente muta ma in

lore di questa componente invisibile, sco-

realtà incredibilmente rumorosa di suoni

prendo che, in effetti, può essere trattata

ambientali dati dalla presenza del musici-

esattamente come una dimensione di pro-

sta, del pubblico, dei tecnici, degli oggetti

getto, come un requisito di prodotto, solo

in sala. Opera di denuncia? Certamente, ma

con le dovute attenzioni.

anche un coraggioso invito ad “ascoltare il

Al Politecnico di Torino l’approccio multi-

mondo che ci circonda”. Le nostre attivi-

sensoriale al progetto è un tema di parti-

tà quotidiane sono infatti costantemente

colare interesse per ricercatori e designer.

accompagnate da suoni, tanto da poter

A supporto della progettazione di questi

affermare di vivere immersi nel soundscape,

aspetti, la materioteca del Dipartimento di

un paesaggio sonoro eterogeneo fatto di

Architettura e Design MATto ≥ si occupa

allarmi, beep, ma anche e soprattutto di suo-

da anni di raccolta, catalogazione e studio

ni meccanici generati dall’interazione fra i

dei materiali più innovativi sul mercato,

materiali, le forme degli oggetti e le azio-

approfondendo dalle caratteristiche tradi-

ni che mettono in moto il sistema sonoro.

zionalmente prese in considerazione nel

Raramente però questi suoni sono frutto di

progetto come i processi di lavorazione

un processo progettuale consapevole, con

del materiale, il peso, le proprietà mecca-

il conseguente risultato di vivere in un pasti-

niche, alle caratteristiche sensoriali oggi di

che di stimoli acustici oggi sempre crescen-

grande interesse nella ricerca della qualità

te. Occorre inoltre considerare che il suono

globale percepita. I campioni dei materiali

di un prodotto veicola un messaggio, susci-

raccolti vengono quindi studiati dal punto

ta delle emozioni, completa la percezione

di vista visivo, olfattivo, tattile ma anche

York,

il


01

sonoro, un criterio di archiviazione piut-

pione, ovvero con determinate caratteristiche

tosto raro nelle materioteche del mondo.

geometrico-dimensionali, e viene sollecitato

Per fare ciò, i ricercatori di MATto hanno

secondo delle gestualità normalizzate e ripe-

sviluppato SounBe , uno strumento e una

tibili. Il risultato finale di questo lavoro spe-

metodologia di analisi e classificazione bre-

rimentale è la creazione di una banca dati in

vettati che consentono di sollecitare ad hoc

costante crescita grazie alla quale il designer

i campioni di materiali al fine di produrre

può esplorare l’universo sonoro ascoltando

il suono e, successivamente, descrivere gli

suoni generati da diversi campioni di materiali

stimoli così ottenuti adottando le tecniche

suddivisi in forme di presentazione (pannel-

dell’analisi sensoriale. Un gruppo di “degu-

li, pellicole e fogli, schiume e espansi, tessu-

statori”, ovvero dei giudici guidati nell’utilizzo

ti, griglie e reti, granulati e polveri, gel, ecc.),

delle tecniche sensoriali descrittive, attribuirà

confrontandoli, leggendo fra le righe come

una piccola serie di descrittori scelti a ciascun

questi materiali siano stati percepiti dai giu-

suono, in modo tale da poter classificare og-

dici sensoriali, quali aggettivi abbiano meglio

gettivamente le qualità percepite del suono di

descritto le loro qualità sonore, ma anche ef-

un materiale, che si presenta in forma di cam-

fettuando delle ricerche per descrittore chiave.

1

la sperimentazione è stata estesa al mondo del cibo, considerato concettualmente al pari di un materiale di progetto

N.14 SET-OTT 2016 61


02

Volendo quindi addentrarsi nella ricerca del suono “perfetto” oggi non è più necessario vagare per le città a caccia di ispirazioni come avrebbe fatto Jean-Baptiste Grenouille de Il profumo per il senso dell’olfatto, o Palmiro Péaquin, naso valdostano specializzato nella ricerca del profumo dei tessuti ≥: i ricercatori hanno già operato in questa direzione catalogando materiali e suoni in chiave qualitativa, fornendo cioè delle

03

risposte a misura del design. Esplorando

nel database di MATto si potranno trovare

ielliera torinese Mattioli, una serie di colla-

questo archivio scopriremo quindi che la-

suoni generati da biscotti, tavolette di cioc-

ne con pendagli sagomati come gocce d’ar-

stre più o meno sottili dello stesso materiale

colato e alghe giapponesi in un vortice di

gento che tintinnano a ogni movimento, in

producono sonorità differenti, troveremo

consistenze, forme e gestualità di volta in

linea con l’identità sonora generata dall’an-

materiali polimerici che, se sollecitati, tin-

volta differenti e applicabili al progetto.

tica tradizione italiana dei sonagli che le ba-

tinnano come un metallo, vetri trasparen-

L’attenzione verso il suono da parte dei de-

lie indossavano per intrattenere i neonati.

ti come un quarzo puro e sonori come un

signer e dei ricercatori anticipa il crescente

Ma l’aspetto sonoro ha, in alcuni casi, in-

cristallo pur non contenendo piombo, film

desiderio delle aziende di cavalcare questo

ciso invece negativamente sul gradimento

in biopolimero fruscianti come la seta, ma

aspetto del design a favore del marketing

dei prodotti da parte del consumatore. Ne

non solo. La sperimentazione è stata estesa

sensoriale, e il progetto esperienziale ne è

è un esempio il caso delle confezioni degli

al mondo del cibo, considerato concettual-

un’immediata risposta. Sono sempre più

snack “Sun Chips” di Frito Lay: l’azienda

mente al pari di un materiale di progetto e,

frequenti quindi i progetti di prodotti, co-

ha dovuto rapidamente ritirare dal mercato

per il quale, gli aspetti sensoriali e in parti-

municazione e servizi che sfruttano la so-

un packaging in materiale biodegradabile re-

colar modo quello sonoro giocano un ruolo

norità del prodotto o del materiale stesso

centemente introdotto in quanto giudicato

fondamentale. E se ad Oxford si è studiato

come elemento identitario ≥. Ne sono un

troppo sonoro dai propri consumatori e,

il suono perfetto per patatine e non solo ≥,

esempio “Le Chiacchiere” dell’azienda gio-

per questo, fastidioso.

62 OFFICINA*


04

le nostre attivitĂ quotidiane sono costantemente accompagnate da suoni, tanto da poter affermare di vivere immersi nel soundscape, un paesaggio sonoro eterogeneo fatto di allarmi, beep, ma anche e soprattutto di suoni meccanici

N.14 SET-OTT 2016 63


05

il suono di un prodotto veicola un messaggio, suscita delle emozioni, completa la percezione che si ha del prodotto stesso

Appare quindi chiaro come il suono del prodotto concorra a rendere la percezione del prodotto stesso più appagante ed esclusiva in alcuni casi, e altrettanto critica e discutibile in altri. Se è vero che queste opportunità possono offrire dei vantaggi in termini di marketing e di identità del prodotto e dell’azienda, è altrettanto vero che la stessa modulabilità del progetto sonoro concorre ad arricchire la già complessa giungla di suoni nella quale viviamo. Chiudiamo quindi con un interrogativo provocatorio preso in prestito da uno degli scritti di Murray Schafer, teorico canadese autore delle più note ricerche sul paesaggio sonoro: “il soundscape del mondo nel quale viviamo è una composizione deliberata di suoni sulla quale non abbiamo nessun controllo, oppure noi ne siamo gli autori e gli esecutori e, pertanto, i responsabili di attribuirgli una configurazione ed un’estetica?”2. Noi designer siamo pronti a riconoscere questa responsabilità, accettiamo la sfida. ♦

64 OFFICINA*

IMMAGINI 01 - Un’applicazione del vetro Sonoro Superiore SON.hyx®, sviluppato dall’Accademia Luigi Bormioli. Questo vetro hightech, senza piombo né altri metalli pesanti, presenta elevate prestazioni chimiche, meccaniche e ottiche, oltre che sonorità qualitativamente comparabili a quelle di un cristallo grazie alla struttura che amplifica il suono. Essendo perfettamente trasparente, l’utilizzo di questo vetro nei calici da degustazione garantisce una resa del colore del vino al 99,99%. Proprio l’accentuata sonorità potrebbe offrire uno spunto progettuale di interesse per bicchieri nuovi in grado di intonare un brindisi quasi musicale. Crediti: Bormioli Luigi S.p.A. 02 - Alcuni dei materiali appartenenti a famiglie materiche e forme di presentazione differenti, catalogati in MATto, la Materioteca del Politecnico di Torino. Crediti: Paulo Miranda. 03 - Esempio di ricerca per confrontare il comportamento sonoro di due materiali differenti, sottoposti alla stessa sollecitazione. Il tipo di indicazioni fornite in merito al suono del campione potrebbero ad esempio supportare la scelta di un materiale particolarmente appropriato per la creazione di stoviglie per locali pubblici. 04 - Dopo alcune prove mirate a ricreare la sonorità perfetta per questi gioielli con

materiali differenti, l’azienda Mattioli ha scelto l’argento per realizzare i sonagli della serie “Le Chiacchiere”, gioielli ispirati alla tradizione italiana dei pendagli sonori che le balie utilizzavano per intrattenere i neonati. Crediti: Mattioli S.p.A. 05 - Campagna pubblicitaria “Every image has a sound” realizzata con poster sonori interattivi in materiali differenti (lamiera, carta da lucido, pluriball) progettati dall’agenzia pubblicitaria brasiliana DM9DDB per Saxsofunny, un’azienda di sound design che si occupa da oltre vent’anni di progettazione dell’accompagnamento sonoro di spot pubblicitari, jingle, colonne sonore di film e cortometraggi. Crediti: Ddb Brasil for Saxsofunny, 2009. 06 - Panoramica di alcune delle possibili occasioni di progettazione di un suono: dalle interazioni dirette con l’uomo, come nel caso di oggetti sollecitati direttamente dalle nostre mani o dal nostro corpo (un mouse che scorre su una superficie di una scrivania, un bicchiere accartocciato, un cucchiaino in una tazzina, un packaging, un vestito) alle interazioni naturali ma pur sempre sonore (un tessuto che sventola, una goccia d’acqua su un tetto). Crediti: Doriana Dal Palù.


NOTE 1 - De Giorgi C., Astolfi A., Buiatti E., Lerma B., Arato F., Dal Palù D., “SounBe: metodo e strumento per l’analisi sensoriale acustica dei materiali”, IT TO20110089, Politecnico di Torino, Torino, 2011. 2 - Schafer R. M., “The soundscape: our sonic environment and the tuning of the world”, Destiny Books, Rochester, Vermont, 1977. BIBLIOGRAFIA - Bandini Buti L., Bisson M., Boeri C., Gellini G., Zingale S., “Progetto&Multisensorialità. Come gli oggetti sono e come ci appaiono”, FrancoAngeli, Milano, 2010. - Bonami F. (a cura di), “Silence. Listen to the Show”, Mondadori Electa, Milano, 2007. - Bull M., Back L. (a cura di), “Paesaggi sonori. Musica, voci, rumori: l’universo dell’ascolto”, il Saggiatore, Milano, 2008. - Ferreri M., Scarzella P., “Oggetti sonori. La dimensione invisibile del design”, Electa, Milano, 2009. - Hekkert P., Schifferstein H. N. J. (a cura di), “Product Experience”, Elsevier Science, Amsterdam, 2007. - Laughlin Z., Howes P., “The Sound and Taste of Materials”, in E. Karana, O. Pedgley, V. Rognoli (a cura di), “Materials experience: fundamentals of materials and design”, Butterworth-Heinemann, Oxford, 2013, pp. 39-49. - Lerma B., Dal Palù D., “Materials (and products) sensoriality: can perceptive evaluations strengthen the meta-design phase?”, in “ELISAVA TdD”, n. 32, 2016, pp. 48-61. - Lerma B., De Giorgi C., Allione C., “Design e materiali. Sensorialità_sostenibilità_progetto”, FrancoAngeli, Milano, 2011. - Lyon R. H., “Designing for product sound quality”, Marcel Dekker, New York, 2000. - Norman D., “Emotional design: why we love (or hate) everyday things”, Basic Books, New York, 2004. - Norman D., “Usare i suoni come significanti”, in D. Norman, “La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani”, Giunti Editore, Firenze, 2015, pp. 178-183. - Schafer R. M., “The soundscape: our sonic environment and the tuning of the world”, Destiny Books, Rochester, Vermont, 1977. LINK UTILI - MATto, la Materioteca del Politecnico di Torino ≥ - Palmiro Péaquin, il naso dei tessuti ≥ - Il suono progettato nel mondo del cibo ≥ - Esempi di suono identitario di prodotto ≥

06


BIM NOTES

Curtain Wall & COBie: quale soluzione? Applicabilità dello standard inglese BS1192-4 ai sistemi di facciata continua

Michele Carradori ha svolto attività di ricerca presso Permasteelisa Spa & Università degli Studi di Padova. e-mail: michele.carradori@bis-lab.eu BIS-lab, Gruppo Contec Christian Florian è BIM Manager presso Permasteelisa S.p.a. e-mail: c.florian@permasteelisagroup.com

Since the publication of the Government Construction Strateg y in May 2011, the United Kingdom has started a BIM implementation process which aimed to achieve a “fully collaborative 3D BIM” on all central procurement projects by 2016. In particular, one of the expected requirements is COBie, a standard for the transmission of information useful for facility management. This article focuses on the implementation of COBie for curtain walls, which is required in UK even if it is not expected by the original American specification of the standard. The issues that arise when considering the contents – i.e. the specific pieces of information that should be transmitted - and the data structure, lead to the conclusion that COBie is not a good solution in order to properly exchange information needed to manage and maintain curtain walls. The research work that generated this result led also to the development of a contribution presented at the European Conference on Product and Process Modelling (ECPPM 2016), held in Cyprus on Sep, 7-9 2016.

66 OFFICINA*

L

di Michele Carradori e Christian Florian a pubblicazione del-

Al pari di muri, pilastri ed altri elementi, i

la Government Con-

sistemi di facciata continua non sono inclusi

struction Strateg y nel

nella lista di prodotti le cui informazioni pos-

maggio 2011 segna,

sono o devono essere trasmesse attraverso

nel Regno Unito, un

COBie. Il curtain wall, infatti, è escluso dalla

punto di svolta per

versione originale americana dello standard2.

l’industria delle costruzioni. L’obbligo di

Data però la presenza di un British Stan-

raggiungere entro il 2016 il cosiddetto “fully

dard che richiede COBie in generale e la

collaborative 3D BIM (Building Information Mo-

richiesta da parte della committenza di

deling)” per tutti i progetti pubblici, richiede

COBie per i sistemi di facciata continua,

agli attori del processo edilizio di adottare

la ricerca ha inteso indagare e verificare

un nuovo processo e nuovi strumenti.

comunque una possibile via per applicare

Parte integrante dei requisiti imposti dal

COBie al mondo del curtain wall.

Governo britannico è l’utilizzo dello standard COBie (Construction Operations Building

Premesse alla ricerca: cos’è COBie?

information exchange) per lo scambio delle

COBie è uno standard americano e, come

informazioni .

l’acronimo suggerisce, si occupa di trasferire

A partire da questo requisito, nel 2015 Perma-

in maniera standardizzata ed esaustiva l’in-

steelisa ha intrapreso un percorso di ricerca

formazione tra le fasi di Design, Construction

che ha avuto come tema COBie applicato ai

e Operation, cioè da chi progetta e costruisce

sistemi di facciata continua. Anche attraverso

un’opera a chi si occupa della sua gestione.

la collaborazione con l’Università di Pado-

Esso pertanto viene principalmente utilizza-

va, in particolare nell’ambito del progetto di

to nell’ambito del Facility Management 3.

tesi di Michele Carradori e Michele Scotton,

Considerando il formato interoperabile

è maturata una più profonda conoscenza di

IFC (Industry Foundation Classes), COBie si

COBie e dello standard BS 1192-4:2014. Inol-

configura come una sua Model View Defini-

tre, è stato possibile analizzare diverse moda-

tion (MVD), ovvero quel sottoinsieme del

lità con cui le informazioni possono essere

patrimonio informativo di IFC volto a con-

strutturate in un modello BIM ed estratte da

sentire un efficiente gestione dell’edificio4.

esso secondo COBie. In seguito, attraverso

Analizzando il suo formato .xml, COBie

un tirocinio in azienda, la ricerca ha trovato

organizza l’informazione estratta dal mo-

applicazione nel tentativo di generare un

dello attraverso diversi fogli di lavoro: per il

output COBie in un caso studio reale.

singolo edificio (foglio Facility) viene espli-

1


COBie: uno standard per la trasmissione delle informazioni utili in ottica di Facility Management East W., Using COBie in P. Teicholz (a cura di), BIM for Facility Managers, John Wiley & Sons Inc., Hoboken, New Jersey, 2013, pp. 107-143.

citata la suddivisione in livelli (Floor), spazi

rispetto allo specifico prodotto analizzato;

delle informazioni attese nel foglio Compo-

(Space) e zone funzionali (Zone); vengono

-- come strutturare l’informazione? Per un

nent è abbastanza semplice. Si tratta infatti di

riportati i tipi di prodotto (Type) e le istanze

sub-contractor come Permasteelisa, questo si

trasmettere dei codici identificativi propri di

di questi tipi (Component) che sono installate

traduce in cosa debba essere considerato

ogni cellula6, associare lo spazio dell’edificio

nei diversi spazi dell’edificio e che possono

Type (modello di prodotto) e cosa Component

in cui essa è localizzata7 e comunicarne le date

costituire sistemi funzionali (System); infi-

(istanza) e come gli elementi vadano model-

di installazione e inizio della garanzia.

ne, vengono definite informazioni proprie

lati per permettere un’esportazione corretta.

Il discorso si complica considerevolmente

del Facility Management, come operazioni di

quando, come nel caso studio affrontato, le

manutenzione ( Job), risorse necessarie per

La comunicazione con il consulente BIM

medesime informazioni sono richieste per i

eseguirle (Resource), parti di ricambio (Spare)

del cliente per il progetto analizzato, ha po-

singoli componenti che costituiscono una

e documenti associati (Document).

tuto fornire un feedback importante rispetto

cellula pre-fabbricata (complessivamente

Va specificato che l’estrazione delle infor-

alle problematiche insorte nell’applicazione

fino a un centinaio) e per i materiali spediti

mazioni secondo la COBie MVD andreb-

dello standard. La ricerca è stata portata

e assemblati in cantiere (site-materials).

be eseguita a partire dal modello federato

avanti con riferimento ai sistemi “Unitized”

Riguardo alla compilazione del foglio Type,

che sintetizza i contributi di tutti gli attori

di facciata continua, ovvero quei sistemi di

invece, ci si scontra con la generalità delle

del processo, al fine di ottenere un archi-

facciata a cellule, prodotte e preassemblate

informazioni richieste. Alcune di queste non

vio informativo omnicomprensivo. Tutta-

in stabilimento e poi installate in cantiere.

possono essere univocamente definite per

via, affrontando il problema dal punto di

tipo di cellula: colore, materiale, finitura, ad

vista del singolo sub-contractor, una delle at-

Quali informazioni trasmettere?

esempio, sono proprietà descrivibili solo in

tività svolte è stata generare dei file COBie

Considerando il formato .xml di COBie, li-

riferimento ai componenti che costituiscono

a partire da un modello parziale, in modo

mitatamente ai fogli Type e Component, esiste

la cellula (vetro, profili, ecc.); altre invece non

da verificare, in ottica COBie, la presenza

un template standard5 nel quale ogni colonna

sono disponibili per il prodotto in questione

di informazioni debitamente strutturate

descrive l’informazione richiesta. Il foglio

(costo di sostituzione, vita prevista, numero

nel modello.

Type è finalizzato alla definizione delle ca-

di modello); infine il significato di alcuni at-

ratteristiche di ogni tipo di prodotto (co-

tributi richiesti non è sufficientemente chiaro

COBie in pratica

muni a tutte le istanze di quel tipo), mentre

(parliamo ad esempio di accessibility performan-

Innestandosi in un progetto reale in cui veni-

il foglio Component fornisce le informazioni

ce, code performance e sustainability performance).

va richiesta la trasmissione delle informazio-

peculiari di ogni singola istanza. Ad ogni

L’adozione di COBie rischia pertanto di

ni in formato COBie, la ricerca ha cercato di

tipo di prodotto e ad ogni singola istanza

forzare l’utente a incasellare in spazi pre-

dare una risposta a due questioni principali:

installata nell’edificio corrisponde una riga

definiti (le colonne del template di COBie)

-- quali informazioni trasmettere? Al di là

nel rispettivo foglio di lavoro. Intendendo la

informazioni sicuramente utili, ma che

del template di COBie, c’è la necessità di sta-

cellula di facciata come il prodotto da consi-

non si adattano alla struttura proposta

bilire in che maniera rispondere ai requisiti

derare in prospettiva COBie, la definizione

dallo standard.

N.14 SET-OTT 2016 67


01

Come strutturare l’informazione?

cellula come il “prodotto” da gestire attra-

Conclusioni

I principali problemi sono sorti nella defi-

verso COBie, questo si tradurrebbe in centi-

Il tentativo di strutturare modelli informa-

nizione della struttura da dare alle infor-

naia di Type e migliaia di Component.

tivi al fine di estrarre output COBie per i

mazioni affinchè queste siano allineate con

Naturalmente, in virtù degli obiettivi che

sistemi di facciata continua ci ha portati a

quella proposta da COBie. Tralasciando i

COBie si pone e delle tipologie di prodotti

concludere che COBie può essere applicato

ragionamenti su come gli elementi vadano

a cui si rivolge, non è questo il dettaglio che

ai sistemi di facciata solo attraverso compro-

modellati a seconda del software utilizzato8,

è utile avere nella definizione dei tipi di cel-

messi e generando inefficienze nel processo

è necessario ragionare sul significato di Type

lula. Questa considerazione però impone di

di modellazione BIM.

e Component per i sistemi di facciata.

adottare una definizione semplificata di Type,

Ad oggi - e fino a quando non sarà svilup-

La definizione di questi due concetti è piut-

che può essere determinata solo in funzione

pata una MVD specificamente rivolta all’in-

tosto chiara per un “prodotto” nella consue-

delle proprietà di tipo richieste dal cliente.

volucro architettonico - si considera più

ta accezione del termine: un certo modello

Se, per esempio, il cliente è interessato alle

efficace ed efficiente, in un’ottica di Facility

di pompa, di tavolino o di lavagna luminosa,

proprietà termiche del vetro di ciascuna cel-

Management, concordare con la committenza

costituiranno un singolo Type, mentre le di-

lula, è chiaro che due cellule che presentano

una lista specifica di proprietà/metadati da

verse istanze con le quali ciascun modello è

vetri di caratteristiche diverse dovranno ap-

associare agli elementi del modello informa-

installato nell’edificio costituiranno, ciascu-

partenere a Type diversi. Si torna dunque alla

tivo, in modo che possano tornare utili nella

na, un Component. Per prodotti del genere,

necessità di stabilire, con chi dovrà riceverle,

una volta definiti i tipi ricorrenti, le varie

quali siano le informazioni che si vogliono

istanze di prodotto si presenteranno uguali

trasmettere attraverso COBie.

le une alle altre in vari punti dell’edificio.

Si pensi poi a come la complessità della

I sistemi Unitized di facciata continua inve-

questione aumenti qualora venga richiesta

ce, possono prevedere in progetti comples-

un’esportazione “individuale” di tutte, o

si anche alcune centinaia di tipi di cellule

delle più sensibili, componenti che costi-

diverse, per un totale di diverse migliaia di

tuiscono la cellula, o dei site-materials. Tale

cellule installate. Per un produttore, infatti,

situazione richiederebbe una modellazione

due cellule di facciata apparentemente iden-

dedicata di tutti questi elementi e la necessi-

tiche che differiscono però anche solo per

tà di rendere ciascuno di essi univocamente

la lunghezza di un profilo in alluminio sono

identificabile attraverso gli attributi richie-

due prodotti distinti. Assumendo dunque la

sti nel foglio Component 9.

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fase di gestione dell’edificio. ♦

IMMAGINI 01 - Lo schema sintetizza come viene organizzato il contenuto informativo di COBie. Crediti Michele Carradori. 02 - Nell’immagine, ricavata dal sistema BIM proprietario Permasteelisa Moving Forward (PMF), due cellule sono dello stesso colore solo quando sono identiche in tutti i sub-elementi che le compongono; in tal caso le cellule sono identificate da uno stesso codice di produzione, detto material master. Crediti Permasteelisa.


NOTE 1 - Il riferimento è il BS 1192-4:2014 dal titolo “Collaborative production of information - Part 4: Fulfilling employer’s information exchange requirements using COBie – Code of practice” elaborato dal British Standard Institute. 2 - National BIM Standard US (NBIMS) v.3, capitolo 2.4., pp. 219-220. 3 - Bill East, il principale sviluppatore dello standard, rispetto al contenuto di COBie afferma: “COBie should include ‘Managed’ assets. Managed assets are those assets which requires management, requires (considerable) ongoing maintenance, has consumable parts and requires regular periodic inspections”. 4 - .IFC è uno dei formati in cui l’output COBie può essere generato, assieme al formato .IFCxml e .xml; quest’ultimo è il formato richiesto per COBie dal BS 1192-4 e consente di visualizzare l’informazione sotto forma di foglio di calcolo (e.g. con Excel). 5 - www.projects.buildingsmartalliance.org ≥ 6 - Informazioni già presenti nel processo standard Permasteelisa come, ad esempio, codici di produzione, numeri seriali o l’indirizzo (chiave) che permette di individuare ciascuna cellula all’interno dell’intero progetto. 7 - Se il modello BIM su cui il modello delle facciate andrà ad innestarsi presenterà un’adeguata definizione degli spazi, definendo opportunamente dei punti di controllo per le famiglie di cellula, il software BIM sarà in grado di collegare ciascuna cellula al locale corrispondente. 8 - Va considerato comunque che tali valutazioni possono fortemente modificare la pratica corrente e renderla meno efficiente. 9 - Nel processo standard interno di Permasteelisa (PMF), lo sviluppo di un progetto prevede la modellazione di tutte le cellule e dei loro componenti ad un livello di dettaglio geometrico e informativo necessario per la produzione, quindi molto più elevato rispetto a quello richiesto per gli scambi informativi nei processi BIM. BIBLIOGRAFIA - BSI, “BS1192-4:2014 – Collaborative production of information – Part 4: Fulfilling employer’s information exchange requirements using COBie – Code of practice”, British Standard Institution, London, 2014. - East W., “Performance Specification for Building Information Exchange”, in “Journal of Building Information Modeling”, Fall 2009, buildingSMART alliance, 2009, pp. 18-20. - East W., Liebich T., Nisbet N., “Facility Management Handover Model View”, in “Journal of Computing in Civil Engineering”, 27 - Issue 1, American Society of Civil Engineers, 2013, pp. 61-67. - NBIMS-US, “Construction Operation Building information exchange (COBie) – Version 2.4”, in “National BIM Standard - United States Version 3”, National Institute of Building Science, Washington, DC, 2015. - Karlshøj J., Borin P., Carradori M., Scotton M., Zanchetta C., “Delivering COBie data – focus on curtain walls and building envelopes”, in “eWork and eBusiness in Architecture, Engineering and Construction: ECPPM 2016”, CRC Press, September 2016.

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MICROFONO ACCESO Fare ricerca al CERN di Ginevra

Davide Caffarri a cura di Emilio Antoniol Emilio Antoniol è architetto Ph.D. in tecnologia dell’architettura. e-mail: antoniolemilio@gmail.com

Volevamo capire come fosse fare ricerca in un laboratorio internazionale. Lo abbiamo chiesto a Davide Caffarri, un giovane ricercatore del CERN di Ginevra, che dal 2009 lavora nel progetto ALICE, uno dei quattro maggiori esperimenti attualmente in corso sull’acceleratore del CERN. I tuoi studi partono da Padova: ci potresti raccontare qualcosa sul tuo profilo di ricercatore? Quale è stato il percorso che ti ha fatto arrivare al CERN? Io ho studiato a Bologna, sia per la laurea triennale in Fisica che per la specialistica, nel

What does it mean to do scientific research in an international laboratory? We asked Davide Caffarri, a young researcher at CERN laboratory in Geneva, who since 2009, is working in the ALICE project, one of the four major experiments currently in progress on the CERN accelerator. After a degree in Physics at the Bologna’s University, Davide won a Ph.D. scholarship in Physics in Padua. His collaboration with CERN starts already during the three-year degree and continued during the advanced degree and PhD scholarship with some operational partnerships in the ALICE project.

curriculum di Interazioni Fondamentali, poi ho vinto una borsa di dottorato in Fisica a Padova. La mia collaborazione con CERN comincia, in realtà, già durante la laurea triennale, dove ho seguito alcune attività di simulazione con una docente che lavorava al CERN. Durante la specialistica ho invece iniziato le prime collaborazioni operative in alcune fasi del progetto ALICE, e queste sono poi proseguite con il dottorato. Come è strutturata la ricerca in un laboratorio internazionale come il CERN? Il CERN è una realtà molto grande, è un villaggio più che un semplice laboratorio. Attualmente lavorano nei progetti del CERN circa 2.500 persone. A queste si aggiungono circa 13.000 users, ossia persone che non sono strutturati del CERN ma che collaborano, con modi o tempi diversi, a vari progetti di ricerca. L’altro aspetto è quello che già citi nella domanda: il CERN è un laboratorio internazionale in cui partecipano 22 Stati membri oltre a numerosi Stati associati che collaborano per alcune ricerche o attività. È quindi una realtà scientifica e culturale ricchissima, dove puoi conoscere gente da tutto il mondo. Si ha davvero modo di lavorare in un contesto internazionale e multietnico. Cosa si fa attualmente al CERN? Dal tuo profilo abbiamo visto che fai parte di un progetto chiamato ALICE. Di cosa si tratta e che ruolo hai all’interno di questo progetto? Il CERN ospita LCH (Large Hadron Collider) che è il più grande acceleratore di particelle al mondo, con i suoi 27 km di circonferenza. Su questo sono attivi quattro esperimenti principali: i due più famosi sono quelli che hanno scoperto il Bosone di Higgs e sono ATLAS e CMS, con circa 3.500 fisici coinvolti in ogni progetto; poi c’è LHCb che indaga perché nell’universo c’è più materia che antimateria e infine c’è ALICE, acronimo di A Large Ion

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Collider Experiment, che si concentra sulla fisica subnucleare, quindi sulle interazioni tra i componenti fondamentali all’interno di protoni e neutroni, ossia i quark. L’acceleratore è in funzione da marzo a novembre, mentre viene spento per le attività di manutenzione da dicembre a marzo. Nei primi mesi vengono condotti esperimenti sulle collisioni tra protone e protone mentre il mio lavoro di ricerca si basa sulle collisioni tra ioni di piombo che si eseguono nelle ultime tre settimane di novembre. Con chi lavori nel progetto ALICE? Come sono composti i team di ricerca: sono tutti fisici o ci sono anche altre professionalità coinvolte nella ricerca? Il team dipende molto dalla natura del progetto. Inizialmente, nei primi progetti i fisici si occupavano di tutto. Con l’allargamento delle attività ricerca è stato necessario introdurre nuove professionalità in particolare ingegneri che ora seguono gran parte delle attività di mappatura, collaudo e di gestione delle macchine. A partire dalla fine degli anni ‘90 è poi stata introdotta una nuova figura che è quella dell’informatico: vista la grande mole di dati che produciamo è sempre più necessario avere persone esperte nella loro gestione e nel loro trattamento. Cosa vuol dire lavorare a un progetto come ALICE, quali sono le difficoltà e quali i lati positivi di lavorare in un laboratorio come il CERN? Come già detto, gli aspetti positivi riguardano il lavorare in un ambiente multietnico e fortemente stimolante sul piano culturale. La difficoltà principale riguarda invece la grande competitività che caratterizza questo lavoro. La ricerca è precaria in molte parti del mondo, quindi c’è molta competizione: bisogna sempre dare il massimo per mantenere la propria posizione.

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Come avviene la divulgazione dei risultati di ricerca?

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Lo strumento fondamentale per la divulgazione della ricerca sono le pubblicazioni e gli articoli scientifici in cui rendicontiamo il nostro lavoro. Nel caso di grandi scoperte, come è stato per il Bosone di Higgs, vengono poi organizzate campagne di divulgazione più ampie per la stampa. Tuttavia, negli ultimi anni il CERN ha spinto molto in direzione di una maggiore visibilità dei progetti di ricerca. Per esempio oggi si può visitare il CERN, prenotando una visita e venendo a vedere direttamente le strutture dove si svolgono queste ricerche. È un modo per coinvolgere le persone in progetti di ricerca pura che spesso sono difficili da spiegare in altro modo. L’ultima domanda risente di una certa deformazione professionale. Ricercate particelle piccolissime ma lo fate in strutture gigantesche ed estremamente complesse. Ci potresti descrivere la struttura del laboratorio? Quali sono gli edifici che lo compongono, dove si svolgono gli impatti tra particelle? Dove fate, invece, la pausa pranzo? Il laboratorio è stato fondato nel 1956 e fino agli anni ’70 c’è stato un continuo aumento delle esigenze in termini di spazio. Sono stati così costruiti molti edifici per la ricerca investendo però budget molto contenuti, privilegiando gli aspetti di ricerca a quelli di sviluppo architettonico. Nella maggior parte dei casi si tratta di edilizia prefabbricata. Negli ultimi anni le attività principali in ambito edilizio hanno riguardano quasi esclusivamente il consolidamento e la messa in sicurezza dei locali. Si privilegiano quindi interventi di ripristino o manutenzione mentre sono più limitati quelli di nuova costruzione. La mensa, ad esempio si trova in uno degli edifici più recenti, dove è situata anche la sala del consiglio del CERN, quindi presenta anche delle caratteristiche architettoniche più piacevoli e moderne, con grandi vetrate, spazi ampi e una maggior attenzione agli aspetti ambientali. C’è poi un aspetto molto curioso nella cosa se si pensa che in questi edifici “vecchi”, che hanno ormai più di quarant’anni, si trovano alcune delle tecnologie più avanzate e innovative a livello mondiale: è una dicotomia che fa sorridere. Per concludere ti chiedo tre aggettivi che descrivano il tuo lavoro in un laboratorio di ricerca internazionale.

Stimolante, sia come ambiente che come lavoro, competitivo e innovativo. ♦

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il CERN è il più grande acceleratore di particelle al mondo con i suoi 27 km di circonferenza, attualmente lavorano nei progetti del CERN circa 2.500 persone a cui si aggiungono circa 13.000 users


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IMMAGINI 01 - Veduta invernale del Globo della Scienza e dell’Innovazione. © 2005-2016 CERN. Crediti: Patrice Loiez. 02 - Davide Caffarri. 03 - All’interno del progetto ALICE. © 2007-2016 CERN. Crediti: Maximilien Brice. 04 - Chiusura della prima porta del magnete L3 dell’esperimento ALICE. © 20082016 CERN. Crediti: Mona Schweizer. 05 - La caverna dell’esperimento ALICE. © 2003-2016 CERN. Crediti: Maximilien Brice. LINK UTILI CERN, www.home.cern ≥ ALICE, www.alice-collaboration.web.cern.ch ≥

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CELLULOSA

a cura di

Una moglie giovane e bella

www.libreriamarcopolo.com ≥

Una moglie giovane e bella Tommy Wieringa Iperborea 2016 (copertina di xxystudio)

Keri Smith Come diventare un esploratore del mondo Corraini Edizioni 2011

“È un passatempo usato da uomini e donne per divertirsi quando sono a cena, tra coppie che ancora non si conoscono bene. La domanda: Come vi siete conosciuti? Uno scambio di sguardi. Tu sai raccontarlo meglio di me, dice lei. E lui: Tanto tempo fa, in un paese lontano...” Edward è un quarantenne di successo, affermato virologo e “collezionista di prime volte” che passa da una donna all’altra come un eterno ragazzino. L’incontro con Ruth è una folgorazione: bella, vitale e appassionata come solo a vent’anni si può essere, con lei crede di aver vinto la sua battaglia contro il declino. Edward e Ruth sono i materiali di questo esperimento: si incontrano, si piacciono, stanno insieme, hanno un figlio. E visioni opposte del mondo. Edward è un ricercatore di successo, sperimentazione animale, multinazionali farmaceutiche, pandemie da debellare; Ruth si sta laureando, è vegana e no global, idealista che non accetta i suoi test sugli animali e il suo rifiuto di capire la sofferenza. Quando il figlio, che solo Ruth desidera, trasforma la passione in

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una routine da espletare nei giorni utili, quando l’insicurezza diventa “tollerabile solo prendendo un’amante ancora più giovane”, il castello comincia a sgretolarsi e le paure sfuggono al controllo. Gli altri materiali da analizzare sono il tempo e la frattura (probabilmente) insanabile sulla soglia di due mondi, il mondo com’era e com’è in parte ancora, e il mondo che sta andando in un’altra direzione e non vuole più essere quello che era. Due persone che sono persone, con le loro vite e le loro insicurezze, e due persone che sono anche una parte per il tutto. “Nel frattempo è successo qualcosa... Qualcosa di irreparabile […]”. Ci può essere dialogo e sperimentazione tra questi due mondi, oltre a uno (scontro) fisico? Cos’è il dolore? Possiamo davvero capirlo, senza prima averlo provato sulla nostra pelle?

a cura dei Librai della MarcoPolo

Yona Friedman Utopie realizzabili Quodlibet 2003 (copertina di dg)

Hella Jongerius I don’t have a favourite colour Creating the Vitra Colour & material library gestalten 2016


(S)COMPOSIZIONE

I’m fixing a hole where the rain gets in and stops my mind from wandering where it will go

The Beatles, Fixing a hole ≥ Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, 1967.

Immagine di Valentina Covre



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