Direzione e cura Mauro Marzo Comitato scientifico Bruno Messina Luca Ortelli Antonio Tejedor Cabrera
04. Collana Figure Brevi saggi di carattere monografico su architetti e artisti del passato e del presente. Gli autori sono architetti impegnati nel progetto e nell’insegnamento del progetto. I saggi intrecciano corrispondenze tra architetti e artisti lontani nello spazio e nel tempo, narrano quelle “affinità di spirito in relazione alle forme” su cui Henri Focillon ha scritto pagine memorabili.
Questo libro è stampato su carta ecologica certificata
ISBN 978-88-6242-188-1 Prima edizione italiana Aprile 2016 © LetteraVentidue Edizioni © Giulio Barazzetta Per le illustrazioni © Les Pierres Sauvages de Belcastel: pp. 12, 24, 26, 32, 33, 36-37, 52, 60 © Giulio Barazzetta: pp. 18, 28, 42, 44, 46, 64, 66, 70 © Daniela Nacci: p. 54 Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L’autore e l’editore si augurano che avendo contenuto il costo del volume al minimo i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per fare delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyrights delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato Impaginazione: Giuseppe Scirè Banchitta Finito di stampare nel mese di Aprile 2016 presso lo Stabilimento Tipolitografico Priulla S.r.l. (Palermo) LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa, Italia Web: www.letteraventidue.com Facebook: LetteraVentidue Edizioni Twitter: @letteraventidue Instagram: letteraventidue_edizioni
Giulio Barazzetta
Indice ***
6
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Una ricapitolazione personale 15
Marsiglia 31
Algeri 41
Parigi 51
Algeria 63
Francia 73
Cosa ho imparato 77
Bibliografia essenziale 77
Biografia
Una ricapitolazione personale ***
8
F
ernand Pouillon occupa un posto singolare nell’architettura del nostro tempo. Diversamente da quanto si può cogliere dal luogo comune basato sull’uso di materiali tradizionali e data l’esclusione della sua figura da parte della critica del suo tempo, Pouillon non è un nostalgico oppure un isolato alla ricerca di un’architettura lontana dai problemi dell’edificazione della città contemporanea. Al contrario Pouillon è immerso a tal punto nell’architettura come idea di costruzione della città da raccogliere sino all’ultimo grado le sfide della ricostruzione, con un’autonomia di giudizio che gli consente di gettare uno sguardo disincantato sulle pratiche del movimento moderno e dell’industrializzazione edilizia del suo tempo. Proprio per questo considera inseparabili la riuscita dell’architettura dal raggiungimento di risultati urbanistici e sociali. Realizzate sempre con buona tecnica di progetto ed economie di processo, le sue opere assicurano la tenuta materiale della costruzione e un appropriato inserimento nell’ambiente. La garanzia di un’architettura destinata alla “buona vita” che vi si deve svolgere. Questo piccolo libro è un tentativo di ricapitolazione personale della sua opera. Un lavoro portato avanti non da solo, ma in compagnia degli amici che mi hanno messo su questa strada, di tutte le persone che coordinano le ricerche e gli studi intorno alla sua opera, sempre disponibili a condividere o a discutere punti di vista, interrogativi e avanzamenti, mettendo a disposizione il proprio sapere e i propri dubbi. Considero in questo quadro vitalizzante l’opera di Catherine Sayen e 9
Xilografia del frontespizio di Antiquarie Prospetiche Romane, dall’originale conservato alla Biblioteca Casanatense a Roma, edito da Jardin de Flore, Paris,1979.
dell’associazione “Les Pierres Sauvages de Belcastel”1, un motore indispensabile per la promozione degli archivi e degli studi, per mettere per così dire in tensione questo patrimonio con i problemi attuali. Si tratta dunque di punti di riflessione elaborati a partire da un osservatorio assolutamente interno, che provano a riassumere il destino dell’opera di Pouillon dal 1986 a oggi e il suo ruolo nell’architettura contemporanea, più che di una critica. Come capita ai progettisti, e non agli storici, sono considerazioni che cercano un dialogo sul proprio mestiere attraverso le opere, che si chiedono in realtà cos’è cambiato da allora, come agire in un orizzonte tanto mutato e infine cosa resta da fare nelle città costruite in quest’intervallo di tempo. Mi scuso con i cultori della materia per le ripetizioni e le cose conosciute che sono inserite nell’esposizione di quello che è stato per me scoprire le opere di Pouillon, intrattenere con esse un lungo dialogo e interpretare la mia esperienza di architetto. È curioso che nel procedere di questa esperienza si siano create coincidenze che facilmente risiedono in una cultura comune e forse ne sono gli indizi. È il caso di Antiquarie Prospetiche Romane2 ristampato da Jardin de Flore donatomi recentemente. Un incunabolo con 1. www.fernandpouillon.com 2. Antiquarie Prospetiche Romane, d’apres l’exemplaire l’original conservèe à la Bibliotèque Casanatense Rome, Jardin de Flore, Paris, 1979; cfr. per la critica del testo, la cronologia, il commento e l’iconografia, l’edizione di Antiquarie Prospetiche Romane a cura di Giovanni Agosti e Dante Isella, Fondazione Pietro Bembo, Parma 2008.
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Marsiglia, ricostruzione del Vieux Port, veduta dall’attico in costruzione, 1952.
una bella xilografia e una descrizione in sette fogli delle antichità di Roma di un non identificato “Prospectivo Milanese Depictore”. La pubblicazione, databile intorno al 1499, è stata diversamente attribuita a Leonardo, Bramante, Bramantino o ad altri. L’autore non ha importanza in una storia come questa di libri, idee e architetture. Importa che l’opera sia una traccia di quanto è passato alla cultura dell’antiquaria umanistica italiana in un momento di radicale cambiamento del mondo alla soglia del XVI secolo. Questo mio libro è costruito in sette parti. Un incipit, cinque capitoli e una conclusione provvisoria. Le opere sono scelte come particolarmente esemplari del modo di fare di Pouillon. Costruzioni in connessione attiva con i luoghi. Architetture in cui risuonano le città e le culture che le ospitano. Il titolo di questo libro vuole esprimere il compito dell’architettura come abri souverain, protezione e riparo dell’abitare umano e al tempo stesso consapevolezza del proprio essere nel mondo. L’ombra protettiva evoca anche quello che per noi sono i maestri. Quelli che ci scegliamo come esempi da seguire, o quelli che incontriamo e che aiutano la nostra formazione con la fiducia accordata alle nostre appena intraviste e immature capacità.
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Algeri, Diar el Mahรงoul, simple confort et confort normal, veduta generale, Dar es Saada nel mezzo sullo sfondo, 1954.