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BREVI
LA BIOLOGIA IN BREVE
Novità e anticipazioni dal mondo scientifico
a cura di Rino Dazzo
BIODIVERSITÀ Un pool di esperti fissa le linee guida
Una rete di sicurezza al servizio della biodiversità. La comunità scientifica internazionale ha chiesto a sessanta ricercatori provenienti da 27 paesi di fissare le linee guida in vista della Convenzione sulla Diversità Biologica dell'Onu di maggio 2021, in cui si delineerà l'Agenda per il 2030 e il 2050. Della commissione scientifica, che ha pubblicato le sue riflessioni su Science in un lavoro intitolato “Set ambitious goals for biodiversity and sustainability”, fa parte l'italiano Carlo Rondinini del Dipartimento Biologia e biotecnologie Charles Darwin della Sapienza. Per i prossimi anni, alla luce del mancato conseguimento degli obiettivi fissati per il 2020, è diventato fondamentale ridisegnare sfere e ambiti d'azione, individuando gli scenari più appropriati entro i quali muoversi per provare a invertire la rotta e difendere nel modo più opportuno la biodiversità in tutto il pianeta.
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ONCOLOGIA Microscopio a luce laser scova cellule tumorali
La luce laser diffusa da un particolare microscopio ottico, basato sulla spettroscopia Raman coerente, si è dimostrata in grado di riconoscere le cellule di un tumore identificando la particolare impronta digitale che esse diffondono. Si chiama Vibra, acronimo che sta per Very fast Imaging by Broadband coherent Raman, il progetto condotto dal Politecnico di Milano e finanziato dall'Unione Europea che ha certificato l'efficacia e l'utilità di uno strumento capace di identificare con certezza la presenza di cellule tumorali in un tessuto, riconoscendo il suono emesso dalle molecole quando vibrano. Un percorso di studio durato cinque anni, che ha consentito di elaborare uno strumento in grado di guidare il lavoro di patologi e chirurghi nell'individuazione e nella rimozione di tessuti malati, attraverso la creazione di dettagliatissime mappe tridimensionali a elevata specificità bio-chimica.
INNOVAZIONE Cardiomiopatie, un progetto per testare i modelli in vitro
Uno studio condotto tra i laboratori di Trieste e Milano e finanziato con 450mila euro dal Ministero della Salute testerà l'affidabilità dei modelli in vitro di Cardiomiopatia Dilatativa generati attraverso le iPSC, le cellule staminali pluripotenti indotte, in vista di un loro potenziale utilizzo in vari ambiti applicativi. Si chiama «Panther» il progetto, di durata triennale, incaricato di valutare la ricaduta clinica dei modelli realizzati con questa sofisticata tecnologia, attorno alla quale mancano studi e lavori qualificati. In particolare, non sono mai state condotte analisi sul valore predittivo nei confronti dell'evoluzione della malattia stessa, un gap che potrebbe essere colmato associando i dati funzionali e biologi dei modelli in vitro con quelli dei pazienti contenuti nel Registro delle Cardiomiopatie di Trieste, che include quasi 1500 pazienti ed è attivo da oltre 40 anni.
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ALIMENTAZIONE Il grande boom della pasta 100% italiana: dati record
Tra i pochi settori a non risentire della crisi legata al Covid, ma che fa registrare significativi incrementi nei dati d'acquisto, c'è quello della pasta italiana. Come sottolinea Coldiretti, gli acquisti di pasta Made in Italy, che utilizza cioè soltanto grano nazionale, sono cresciuti del 29% nel 2020 rispetto all'anno precedente. I consumatori cercano prodotti locali per sostenere l'economia del territorio e la pasta fa da capofila in questa tendenza, che ha portato alla riscoperta di grani antichi come il Senatore Cappelli, il Saragolla o la Timilia. Oggi, secondo Coldiretti, un pacco di pasta su cinque tra quelli venduti nei supermercati è fatto al 100% con grano duro coltivato in Italia. Come riconoscerlo? Leggendo le indicazioni sulla confezione sul paese di coltivazione e di molitura. In entrambi i casi, ovviamente, deve essere riportata la scritta «Italia».
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GENETICA SLA e demenza frontotemporale, verso la diagnosi precoce
L'obiettivo è mettere a punto un test capace di diagnosticare precocemente SLA e demenza frontotemporale e i primi passi in tal senso sono davvero incoraggianti. Alcuni ricercatori della SISSA, in collaborazione con vari istituti italiani, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Brain Communications che illustra i risultati delle loro analisi su una particolare proteina, la TDP-43, che si accumula nelle cellule cerebrali nel 97% dei casi di SLA e nel 45% dei casi di demenza frontotemporale. Nel lavoro è illustrata la particolare tecnica sviluppata che consente di rilevare la proteina anche quando è presente in piccole quantità, nelle fasi iniziali e asintomatiche delle malattie, e che è stata adottata con successo su 36 pazienti coinvolti nei primi test. Il prossimo passo sarà lo sviluppo delle metodiche e la definizione di un protocollo per i successivi trials clinici.
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