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DEGLI
ESPERTI: CASI IN AUMENTO ANCHE PRIMA DEI 50 ANNI
Il fenomeno preoccupa gli oncologi: fattori di rischio, caratteristiche e possibili contromisure “Se si nota qualcosa di strano, bisogna parlarne subito con un medico”
Non sono dati incoraggianti quelli che arrivano dal congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology, celebrato lo scorso 2 giugno in quel di Chicago. In quello che rappresenta senza dubbio l’appuntamento più importante per gli oncologi di ogni angolo del pianeta, gli esperti hanno lanciato l’allarme: non solo il numero dei nuovi casi di cancro è in crescita, ad aumentare in maniera costante è anche la quota di chi si ammala prima dei 50 anni, senza peraltro che se ne conoscano pienamente le ragioni. La buona notizia è che almeno il 40% dei casi potrebbe essere prevenuto in modo abbastanza semplice, soltanto seguendo stili di vita corretti; quella negativa è che purtroppo le cattive abitudini sono sempre più radicate.
Le stime più recenti sostengono che un italiano su tre finirà per ammalarsi nel corso della sua vita. Nel 2022 si sono registrati quasi 400mila casi: la crescita, poiché le patologie sono più frequenti dopo i 65 anni, sembra collegata all’invecchiamento generale della popolazione. All’avanzare dell’età corrisponde infatti una minore capacità dell’organismo di riparare le mutazioni del Dna che favoriscono la formazione della neoplasia, oltre ad un accumulo degli effetti dei vari fattori cancerogeni. Ma se più del 90% dei nuovi casi di cancro registrati annualmente, in Italia come nel resto del mondo, interessa cittadini over 50, studi recenti hanno sottolineato un progressivo aumento dei tumori anche prima di quest’età. Le ragioni sono ancora da indagare, ma è chiaro che fattori di rischio legati agli stili di vita, dall’obesità a una dieta scorretta, dal fumo all’abuso di alcol, sono tra le cause principali del fenomeno. Eppure ci sono altri fattori esterni su cui è necessario porre l’attenzione. Si pensi per esempio all’inquinamento ambientale (in particolare quello atmosferico), che comprende varie sostanze cancerogene provenienti da attività umane (traffico dei veicoli, industrie, riscaldamento domestico) o da sorgenti naturali (radiazioni ionizzanti, raggi ultravioletti), ed è responsabile mediamente del 5% di casi di cancro, ma la percentuale si raddoppia nelle aree più inquinate.
Ad oggi negli uomini italiani under 50 i tumori più diffusi sono quelli del testicolo, il melanoma cutaneo, i linfomi non-Hodgkin, il tumore della tiroide e quello del colon-retto; nelle donne invece sono diffusi il cancro al seno, utero-cervice, tiroide, melanoma e colon-retto. Ma una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Nature Reviews Clinical Oncology” dai ricercatori della Harvard Medical School, analizzando i registri dei tumori di 44 Paesi, ha rilevato un’impennata nei casi di ben 14 tipi di cancro nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 49 anni. L’incremento ha riguardato in particolare i tumori di seno, colon-retto, endometrio, esofago, dotto biliare extraepatico, cistifellea, testa e collo, reni, fegato, midollo spinale, pancreas, prostata, stomaco e tiroide.
L’UE ha raccomandato di anticipare gli screening all’età di 45 anni. Eppure in Italia ancora troppe persone rifiutano l’invito a fare mammografia, Pap o Hpv test, esame per la ricerca del sangue occulto nelle feci. A questo riguardo il consiglio del professor Lambertini è il seguente: «Non si può fare un elenco completo» dei sintomi da tenere sotto controllo, ma in generale «la regola è una: se si nota qualcosa di strano, senza andare nel panico, bisogna parlarne con un medico, senza perdere tempo che potrebbe essere molto prezioso in caso di una diagnosi di cancro». Sì, la prevenzione resta l’arma migliore per contrastare le malattie.
Matteo Lambertini, professore associato di Oncologia medica all’Università di Genova, ha spiegato che «il rischio di svilupparli è cresciuto generazione dopo generazione, in particolare dagli anni Novanta, e l’incidenza maggiore è stata registrata tra il 2000 e il 2012. È il cosiddetto “effetto coorte”: significa che i nati negli anni Novanta hanno un rischio maggiore di sviluppare un cancro a esordio precoce nella loro vita rispetto ai nati negli anni Ottanta, e così via a ritroso». La previsione degli autori dello studio è che il livello di rischio continuerà a crescere anche nelle generazioni successive. Per difendersi è necessario porre attenzione alle abitudini (soprattutto alimentari) fin dall’infanzia: bisogna infatti osservare come ben otto dei 14 tumori ad esordio precoce ravvisati dagli scienziati di Harvard interessino proprio l’apparato digerente. Un motivo in più per indagare la relazione fra tumori e microbiota intestinale. A preoccupare gli esperti, infine, anche il fatto che i tumori nelle persone under 50 risultino spesso più aggressivi che negli anziani. Questo succede perché spesso i giovani arrivano tardi alla diagnosi, con neoplasie in stadio avanzato. I campanelli d’allarme possono essere moltissimi: sangue nelle urine o nelle feci, masse palpabili in qualunque punto del corpo, linfonodi ingrossati, febbre o dolori che non passano: tutto, ovviamente, dipende dalla sede del tumore. A questo riguardo il consiglio del professor Lambertini è il seguente: «Non si può fare un elenco completo» dei sintomi da tenere sotto controllo, ma in generale «la regola è una: se si nota qualcosa di strano, senza andare nel panico, bisogna parlarne con un medico, senza perdere tempo che potrebbe essere molto prezioso in caso di una diagnosi di cancro». Sì, la prevenzione resta l’arma migliore per contrastare le malattie. (D. E.).