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NOTTI (QUASI) MAGICHE: ITALIA UNDER 20 ARGENTO MONDIALE

Tra maggio e giugno, la giovane Nazionale allenata dal ct Nunziata è giunta a un pass dal titolo iridato battendo corazzate come Brasile e Inghilterra, prima di cedere all’Uruguay

Quant’è verde l’azzurro del calcio. Aspettando, da troppo tempo, notti magiche in un Campionato del Mondo, l’ultima parte della primavera ha fatto “sognare” gli appassionati italiani alle imprese della Nazionale Under 20, assoluta protagonista ai Mondiali in Argentina. Casadei, Baldanzi, Prati, ma anche Pafundi, Desplanches, Giovane: nomi che sono risuonati, prima insoliti poi sempre più familiare, sugli organi d’informazione, man mano che il cammino dell’Italia allenata da Carmine Nunziata assumeva contorni sempre più eroici. Il sogno è sfumato a quattro minuti dalla fine della finale, quando l’Uruguay ha spezzato la resistenza degli azzurrini vincendo, con merito, la coppa. Ma quanto fatto dalla giovine Italia del calcio ha ricordato a tutti che no, nel nostro Paese non c’è lo strapotere economico della Premier League, degli emiri e dei campionati dove vanno a svernare e alimentare il loro conto in banca troppi campioni a corto di motivazioni, ma ci sono ragazzi di valore che chiedono spazio per esprimere il proprio talento.

«Faccio i complimenti ai calciatori, al tecnico, al coordinatore Viscidi e a tutto lo staff – ha dichiarato il presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina - quello che sono riusciti a fare in Argentina, nonostante la sconfitta in finale, è stato uno spot meraviglioso per il calcio italiano. Abbiamo giovani talenti che richiedono di essere impie- gati, senza cercare in maniera spasmodica giocatori dall’estero a mio avviso non sempre di grande qualità. In questi anni è stato fatto un lavoro strategico nel Club Italia con tecnici e staff molto preparati. Noi svolgiamo un ruolo di investimento e di formazione per questi ragazzi che riteniamo insostituibile, devono però crederci anche le società».

Dalla vittoria all’esordio con il Brasile alla finale persa di misura con l’Uruguay passando per i successi contro Repubblica Dominicana, Inghilterra, Colombia e Corea del Sud: per tre settimane la squadra di Carmine Nunziata ha fatto emozionare milioni di italiani. Tra i singoli, il ravennate Cesare Casadei è quello che ha letteralmente rubato la scena: mezzala con fisico e senso dell’inserimento, il ragazzo acquistato dal Chelsea un anno fa è stato premiato come miglior giocatore e capocannoniere del Mondiale, con 7 reti.

Con Casadei, ci sono stati altri tre gioielli di Romagna in bella mostra nel mondiale U23 in Argentina: l’atalantino Samuel Giovane, di Lugo, capitano capace di giocare da terzino sinistro di costruzione ma anche mezzala, come nell’Ascoli; Matteo Prati, una delle poche note liete della triste stazione della Spal in B, a segno contro il Brasile e brillante sia da mezzala sia da vertice basso; Riccardo Turicchia, esterno difensivo della Juventus Nex Gen, bravo sia a difendere sia a spingere: se ne sono accorti Brasile e Corea del Sud.

Dai romagnoli a Tommaso Baldanzi, 20 anni, mancino, 30 partite e 4 gol con l’Empoli nel recente campionato di Serie A. Al Mondiale ha firmato due gol e due assist, mettendo in mostra tecnica, carattere e gambe da trequartista moderno. Prestazioni di spessore anche per Simone Pafundi, il più giovane della nidiata di talentini azzurri, eppure l’unico dell’U20 ad aver toccato con mano i raduni della Nazionale maggiore. Alti e bassi nel suo Mondiale, ma la rete con la Corea del Sud è stata di un bagliore accecante e di un valore incommensurabile.

Che l’Italia avesse i numeri per stupire, l’ha dimostrato al debutto col Brasile: tre gol in 35 minuti (Prati, doppio Casadei) prima dell’incompleta rimonta verdeoro nel finale. Lo 0-2 con la Nigeria ha riportato Faticanti e compagni coi piedi per terra, prima del secco tris alla Repubblica Dominicana siglato da altri due gol di Casadei e dal primo squillo mondiale di Ambrosino.

Agli ottavi gli azzurrini hanno trovato l’Inghilterra, che un anno fa si era imposta contro lo stesso gruppo nella finale dell’Europeo

“Faccio i complimenti ai calciatori, al tecnico, al coordinatore Viscidi e a tutto lo staff – ha dichiarato il presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina - quello che sono riusciti a fare in Argentina, nonostante la sconfitta in finale, è stato uno spot meraviglioso per il calcio italiano”.

U19. Italia avanti con Baldanzi, su assist di Ambrosino, poi il pari immediato di Devine prima del rigore stappa-gioia di Casadei. Belli e concreti, i ragazzi di Nunziata hanno continuato a regalare meraviglie anche nei quarti di finale, stendendo 3-1 la Colombia grazie alle reti di Casadei, Baldanzi ed Esposito di tacco, il tutto nei primi 47 minuti. Ancora Casadei, sempre Casadei (al settimo gol nella competizione) ha punito un balbettante disimpegno difensivo nella semifinale con la Corea del Sud, che però ha pareggiato col capitano Lee. Nel finale, però, dopo alcune provvidenziali parate di Deslplanches, l’ingresso del baby Pafundi dopo due partite viste dalla panchina si è rivelato decisivo: punizione mancina all’incrocio di pali, al minuto 86, e Italia in finale. Lo stesso minuto, però, è stato fatale ai nostri ragazzi contro l’Uruguay, nel match che ha assegnato la coppa. Un’ombra finale che non cancella un torneo meraviglioso. Chissà se servirà a far capire ai club che i talenti, in Italia, ci sono eccome. Basta saperli valorizzare. (A. P.)

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