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LAVORO, SALUTE E FAMIGLIA ECCO LO “STRESSOMETRO” DEGLI ITALIANI

In cima ai motivi di preoccupazione, la quotidianità vince sulle bollette Cresce però la fiducia negli psicologi. Nuova indagine dell’Istituto Piepoli

Lavoro e famiglia stressano più delle bollette. In tempi di inflazione e caro-vita, in cima allo “stressometro” degli italiani ci sono a sorpresa gli impegni della quotidianità, dall’ufficio alla conciliazione con la dimensione domestica. A dirlo è l’Istituto Piepoli nell’indagine realizzata per il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e presentata in occasione degli ‘Stati generali della professione psicologica’, organizzati dal Cnop con il patrocinio del ministero della Salute lo scorso 21 giugno a Roma.

Secondo la ricerca, condotta nella prima metà di giugno attraverso 1007 interviste su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 anni in su, in cima alle preoccupazioni degli italiani c’è la situazione lavorativa, giudicata prima fonte di stress dal 18 per cento degli intervistati, seguita dalla salute fisica, 16 per cento. Sale in terza posizione, con un +5 per cento rispetto al mese di aprile, l’organizzazione famiglia lavoro, causa di stress per il 14 per cento del campione. Nonostante l’inflazione, arrivano solo quarta la condizione economica, 13 per cento, quinto l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e le bollette, giudicati causa di stressa dal 9 per cento degli intervistati.

Aumentano del 2 per cento le condizioni di stress di carattere personale, come la condizione di malessere psicologico, il rapporto con i figli e il rapporto con il partner, rispet - tivamente al 6, 5 e 4 per cento. «Lo stress, in lieve calo rispetto a quello rilevato all’inizio della guerra in Ucraina, è sempre più correlato alla situazione economica e lavorativa e alle difficoltà di conciliare il lavoro con la famiglia, soprattutto nella fascia 35/54 anni, forse colpita dal rientro in ufficio dopo fasi più intense di smart working», ha spiegato il presidente esecutivo dell’Istituto Piepoli, Livio Gigliuto.

Lo stress, però, non fa male solo alla mente. Al contrario, rappresenta un grande rischio per la salute del corpo, come ha ricordato anche il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi David Lazzari commentando proprio i risultati dell’indagine nel corso degli Stati generali della professione. “I maggiori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari sono di natura psicologica, il doppio del colesterolo, il rischio di diabete aumenta del 60 per cento, un disagio psicologico prolungato aumenta il rischio di ammalarsi e accorcia la vita. La prevenzione dovrebbe essere in buona parte una questione di psicologia. Così come la cura e la riabilitazione. Nelle malattie fisiche, i problemi psicologici aumentano i costi in media del 50 per cento. Se invece vengono trattati, non c’è aumento di costi ma un risparmio netto, così come un euro investito per trattare ansia e depressione produce oltre 2,5 euro di risparmi.

«Maggiore qualità della vita, migliore rispondenza alle cure, minori complicazioni e ricadute, maggiore recupero, migliore alleanza terapeutica, migliore gestione dei problemi cronici: la psicologia fa la differenza nella cura dei disturbi e malattie fisiche – ha sottolineato Lazzari -. Ma anche nei disturbi psichici e nelle malattie mentali: la psicoterapia è spesso più efficace dei farmaci, senza effetti collaterali e con risultati più duraturi. Ma ancora nel 2023 gli psicologi sono un lusso negli ospedali, nelle scuole, nelle strutture per anziani, persino nei centri di salute mentale».

Se, secondo gli psicologi, lo Stato non sembra ancora accorgersi a pieno dell’utilità della psicologia come prevenzione, chi invece lo ha senza dubbio colto è la popolazione italiana, che negli ultimi anni ha mutato il proprio atteggiamento riscoprendo la figura dello psicologo. Sempre secondo l’indagine Piepoli-Cnop, rispetto a dieci anni fa, l’immagine di questo professionista nella società è migliorata per il 43 per cento degli intervistati. Tanto che il 23 per cento dichiara di essersi rivolto a uno psicologo o psicoterapeuta, con un + 6

© VGstockstudio/shutterstock.com per cento rispetto ad aprile 2023. Gran parte di coloro che hanno fatto questa scelta sono donne e giovani: il 27 per cento del campione che ha risposto affermativamente è femminile e di età compresa tra 18 e 34 anni. Ancora il 23 per cento degli intervistati dichiara che si rivolgerebbe a un esperto se avesse problemi di tipo psicologico e, anche in questo caso, si registra un +6 per cento rispetto a due mesi fa. Più della metà delle risposte affermative (55 per cento) provengono da over 54. Spicca poi un ruolo determinante per il bonus psicologico, la cui notorietà è cresciuta del 18 per cento in un anno. Più di un italiano su due ritiene che potrebbe spingerlo a rivolgersi a un esperto, qualora ne avesse bisogno. Infine, oltre il 90 per cento degli intervistati dichiara di ritenere utile l’introduzione degli psicologi negli ospedali, nelle scuole e nei servizi sociali. Inoltre, l’80 per cento del campione ritiene che il ricorso allo psicologo sia di aiuto per superare periodi particolari di stress e disagio. (B. L.)

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