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BOOM DI PRESENZE: AGLI ITALIANI PIACCIONO MUSEI E TEATRI HI-TECH

Visite in aumento costante, anche grazie agli investimenti sulle nuove tecnologie. Audioguide, droni e soluzioni eco-friendly: ma l’accessibilità è sempre un problema

Risboccia l’amore per musei e teatri e aumenta la vocazione degli stessi a sfruttare più compiutamente le eccezionali potenzialità offerte dalle nuove tecnologie. Nel 2022 i dati relativi agli accessi in presenza ai poli museali, ma anche ai monumenti e alle aree archeologiche italiane, così come agli spettacoli teatrali, si sono avvicinati sensibilmente ai livelli precedenti alla pandemia. Appena il 7% dei visitatori e il 4% delle entrate in meno rispetto a tre anni prima per i musei, mentre per i teatri i ricavi sono stati inferiori soltanto del 6% rispetto al 2019. Lo certificano le indagini dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano, diretto da Eleonora Lorenzini.

«Il clima positivo generato dal ritorno dei flussi, insieme alle misure per la ripartenza, si riflettono sulla capacità di innovazione delle istituzioni, che ruota attorno a tre tematiche principali: trasformazione digitale, accessibilità e sostenibilità. Questi temi sono al centro anche dei progetti presentati a valere sui fondi del PNRR», le parole della direttrice. «Il 30% dei teatri e il 38% dei musei, monumenti e delle aree archeologiche che hanno partecipato alle nostre indagini, infatti, hanno presentato almeno un progetto in questo senso su fondi PNRR e circa la metà di questi ha ottenuto finanziamenti che ricadono principalmente proprio sui temi della rimozione delle barriere fisiche e cognitive e dell’efficienza energetica».

I poli museali, e i siti archeologici spesso attigui, negli ultimi anni hanno arricchito l’esperienza di visita con l’implementazione di strumenti tecnologici quali QR-code, beacon, audioguide e touch screen. La prossima sfida è rappresentata dalla catalogazione e della digitalizzazione delle collezioni, oltre che dall’ulteriore potenziamento delle biglietterie online, attualmente presenti solo nel 46% delle strutture. In aumento anche i progetti relativi all’utilizzo di droni, particolarmente utili nella scansione dei siti archeologici o per lo sviluppo di contenuti tridimensionali. Per i teatri, invece, i maggiori investimenti hanno riguardato marketing, comunicazione e attenzione per i clienti.

Come sottolinea Michela Arnaboldi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali, «anche l’intelligenza artificiale inizia a essere utilizzata dai musei. I player del settore non possono trascurare questa tecnologia. Un ulteriore trend di innovazione che il comparto culturale, al pari di altre filiere, punta a integrare nel suo proces- so di digitalizzazione. Le possibili applicazioni sono vastissime: dalla generazione di contenuti testuali per le attività di comunicazione al supporto nella gestione delle recensioni, anche in lingua straniera, e nella gestione complessiva della relazione con i visitatori, fino alla creazione di veri e propri prodotti potenzialmente commercializzabili».

Altra strada battuta fortemente da musei e teatri riguarda la sostenibilità ambientale. L’83% dei primi e l’84% dei secondi ha intrapreso almeno un’iniziativa in tal senso, a cominciare dall’efficientamento energetico degli impianti (effettuato da più della metà delle strutture), per passare poi al riciclo dei materiali e a campagne di sensibilizzazione del personale su comportamenti sostenibili. Progressi non ancora significativi, invece, sul fronte dell’accessibilità. Il 38% dei musei presenta barriere architettoniche che limitano l’accesso e la mobilità negli edifici. Più di un museo su due non offre alcun tipo di servizio per superare le barriere cognitive e senso-percettive di non vedenti e non udenti. Migliore è la situazione dei teatri, ma solo sul fronte delle barriere architettoniche (solo il 13% non è attrezzato): per quel che concerne le barriere cognitive e sensoriali, le strutture adeguate sono appena il 28% del totale.

Quanto alla possibilità di effettuare visite guidate, di partecipare a laboratori, workshop oppure sviluppare altri contenuti on line, sei musei su dieci si sono organizzati in tal senso. L’offerta è piuttosto diversificata da struttura a struttura: nella maggior parte dei casi le possibilità di accesso sono gratuite, ma esiste anche una percentuale minore in cui sono fornite a pagamento. Solo il 24% dei teatri, invece, propone spettacoli sul web. Offerte fiorite soprattutto nei periodi più bui della pandemia, quelli segnati dal maggior numero di restrizioni, per consentire al pubblico di continuare ad assistere a esposizioni o spettacoli, ma che oggi – a dispetto delle dichiarazioni soddisfatte delle varie realtà impegnate – incontrano un favore decisamente meno marcato da parte del pubblico, maggiormente orientato al definitivo ritorno delle attività in presenza. Insomma, se molto è stato fatto – soprattutto negli ultimi tempi – in favore della digitalizzazione e della vocazione hi-tech di musei e teatri, sono ancora tante le cose da fare. E i fondi del PNRR possono offrire un’eccezionale opportunità in tal senso.

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