Op. cit., 78, maggio 1990

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Op.cii. rivista quadrimestrale di selezione della critica d'arte contemporanea Direttore: Renato De Fusco Redattori: Roberta Amirante, Livio Sacchi, Sergio Villari Segretaria di redai.ione: Roberta Amirante Redazione: 80123 Napoli, Via Vincenzo Padula, 2 - Tel. 7690783 Amministrazione: 80122 Napoli, Via Francesco Giordani, 32 - Tel. 7612002

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Edizioni e Il centro • di Arturo Carola


G. CARNEVALE

E.

MANZINI

G. CONTESSI

L'architettura s'impara, ma non s'insegna Design come arte delle cose amabili

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Formazione e • Belle Arti"

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Libri, riviste e mostre

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Alla redazione di questo numero hanno collaborato: Maria Virginia Cardi, Francesco Collotti, Giovanni Corbellini, Renato De Fusco, Gianni Laroni, Fabio Mangone, Marina Montuori, Livio Sacchi.


La rivista si avvale del contributo economico dei seguenti Istituti ed Aziende: Alessi Alias Banco di Napoli Boffa arredamenti Bulthaup Camera di Commercio di Napoli Cassina Driade Falconio IC soft Promemoria Sabattini Studio Morra Zen Italiana













Placido sulla critica letteraria americana, apparso in « La Repubbh• ca•, 27.8.1980. Per sé rivendicava le armi dell'ironia e del paradosso. 7 Sull'intuizione, ricordo le- ultime pagine del saggio già citato di C. Ginzburg, dalle quali traggo la seguente citazione: Nessuno impara il mestiere del conoscitore o del diagnostico llmltandos'l a mettere In pratica regole preesistenti. In questo tipo di conoscenza entrano in gioco (si dice di solito) elementi Imponderabili: fiuto, colpo d'occhio, Intuizione. [ ...] Questa « lntuWone bassa• è radicata nel sensi (pur scavalcandoli) - e In quanto tale non ha nulla a che vedere con l'ln• tulilone sovrasensibile del vari irrazionalismi otto e novecenteschi. [ ... ] - e quindi è lontanissima da ogni forma di conoscenza superiore, privilegio di pochi eletti. a Le ricerche, attinenti al nostro ambito disciplinare, su questi temi, sono rarissime, e siamo sovente portati a praticare sconfina­ menti, a volte avventurosi, in altri territori. Mi sembra però di poter citare gli studi di G. Bachelard, in La poetica dello spazio, di A. Mit­ scherlich in Il ricordo, Milano, 1980. Ancora su questo affascinante tema mi pare non trascurabile L'arte della memoria, di F. A. Yates, Torino, 1972. 9 In A. Rossi, Scritti scelti sull'architettura e la città, Milano, 1982. 10 Proprio alla luce di queste considerazioni, mi sono andato con­ vincendo che sia possibile formulare un assioma un po' amaro: che la Progettazione Architettonica sia una disciplina che possa essere appresa si, ma insegnata no. Sono più propenso, in altri termini, a riconoscere al docente un ruolo di pedagogo maieuta, che non quello di enunciatore di regole e principi.

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tili. Secondo Dorfles, infatti, « accade spesso che un'arte ab­ bia delle capacità precorritrici che altre non hanno nell'indi­ viduare alcune 'costanti formative' epocali che poi si esten­ deranno ad altri linguaggi artistici». Queste capacità antici­ patrici possono dunque essere sfruttate molto bene da quel linguaggio artistico che fosse rimasto «arretrato» rispetto agli altri o che non avesse subito, per ragioni diverse, le sol­ lecitazioni (di carattere sociale, politico, economico) che altri hanno subito. Forse è giunto il momento di ripensare la Modernità per esperirne le esperienze non esperite, per tentare di rico­ struire quell'orizzonte totalizzante della cultura che troppi hanno dato per definitivamente perduto.

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