op.cit. rivista quadrimestrale di selezione della critica d'arte contemporanea Direttore: Renato De Fusco Redattori: Roberta Amirante, Alessandro Castagnaro, Alessandra de Martini,
Emma Labruna, Livio Sacchi Segretaria di redazione: Rosa Losito Redazione: 80123 Napoli, Via Vincenzo Padula, 2 - Tel. 081/7690783 Amministrazione: 80123 Napoli, Via Capurro, I - Tel. 081/5756654 Un fascicolo separato€ 6.00 (compresa IVA) - Estero€ 7.00
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Electa Napoli
tane: i luoghi dello scambio sociale e culturale nell'acce zione piu ampia possibile. Proveremo a penetrare all'in temo di tale complessa materia utilizzando una limitata se rie di parole-chiave, molte delle quali collegate fra loro, provvisoriamente proposte in ordine alfabetico: fram menti, forse in grado di condurre alla strutturazione di un ragionamento critico unitario.
1. Architettura
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L'architettura della citta appare oggi segnata da un ap pariscente pluralismo linguistico, che, nelle mani degli ar chitetti piu famosi, si configura come vera e propria ri cerca del valore iconico all'interno di processi di forma lizzazione fondati sostanzialmente sull'arbitrio. Collegato a tale processo e il ruolo mediatico dei progettisti piu in vista sul piano internazionale: un gruppo relativamente ri stretto che, personalizzando il proprio repertorio formale, sempre autoreferenziale e spesso indifferente ai contesti in cui si colloca, sembra monopolizzare gli incarichi di mag gior prestigio, oltre che l 'interesse del pubblico e della cri tica, delle scuole, delle riviste e delle grandi esposizioni. La "rivoluzione" progettuale innescata e favorita, sin dagli anni Ottanta del secolo scorso, dall'introduzione delle tecnologie informatiche all'interno degli studi di pro gettazione, assieme alle possibilita offerte dalle nuove tee niche costruttive, ha prodotto edifici che si connotano, piu che dal punto di vista dell'appropriatezza, della rispon denza ai dettami funzionali, del rapporto con ii contesto o della sostenibilita, soprattutto per l'innovazione morfolo gica, in aperta sfida alla tradizione, ai fondamenti euclidei della geometria, al concetto classico di ordine, alla stessa forza di gravita. Le innegabili valenze spettacolari di tali fabbriche hanno profondamente rinnovato il panorama ur bano piu recente ma anche prodotto alcune conseguenze secondarie. Fra quelle positive sono la crescita d'interesse per l'architettura da parte del pubblico non specializzato e
a essere viste come un indebito surrogato di un pensiero consapevole; e la nozione di sostenibilita e sempre piu percepita come una logica da integrare, come preziosa op portunita aggiuntiva, all'interno del processo progettuale. Un discorso analogo e evidentemente valido anche per la questione dell'accessibilita e per la rimozione delle bar riere architettoniche.
12. Sicurezza
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Intesa rispetto alle cause di ordine naturale (terremoti, incendi) o accidentale (incidenti domestici ecc.), come ri spetto a quelle di ordine sociale (criminalita, terrorismo ecc.), la sicurezza ha l'obiettivo di evitare che i requisiti che la garantiscono condizionino negativamente la sfera urbana, sia dal punto di vista dell' immagine che da quello psicologico. Se per le cause di ordine naturale e acciden tale e auspicabile che essa riguardi tutti gli edifici, per quelle di ordine sociale e necessario distinguere i problemi posti dalla criminalita generica da quelli posti dal terrori smo. Per questi ultimi, i risvolti piu evidenti sono identi ficabili all'intemo di tipologie quali, per esempio, i ter minal aeroportuali, ma anche gli edifici governativi, le am basciate ecc. Altrettanto interessanti, ma meno evidenti, sono i risvolti che si determinano per difendersi dalla cri minalita. Oltre che all'aumento dei dispositivi di controllo, si assiste infatti alla crescente privatizzazione dello spazio pubblico: e cio che avviene, per esempio, all'interno dei grandi shopping mall, dei campus universitari, delle pla zas o delle lobbies coperte dei maggiori edifici contem poranei, aperti a tutti ma in realta sottoposti a un discreto quanto rigoroso controllo sociale. Cio vale anche per le sempre piu diffuse gated communities, quartieri residen ziali recintati in cui non sono private soltanto le case, ma anche le strade e le piazze, i centri commerciali, le aree di parcheggio, le zone verdi e quelle destinate al gioco e allo sport. Diffuse da un capo all'altro del mondo, tali co-
munita hanno avuto successo dovunque si verifichino fri zioni sociali fra classi economicamente ed etnicamente di verse4 . In citta a forte sviluppo verticale, ii concetto di ga ted community va peraltro esteso alle torri residenziali, condomini dotati di servizi comuni, spesso sottoposti a re golamenti di ammissione fortemente discriminanti.
1 Cfr. R. FLORIDA, L'ascesa della nuova c/asse creativa. Stile di vita, va/ori e professioni, Mondadori, Milano 2003. 2 F. BURKHARDT, La mutazione del/a cittii contemporanea, in
"Rassegna, nuovi orientamenti dell'architettura", n. 82, marzo 2006. 3 H.G. GADAMER, Veritii e metodo, Bompiani, Milano 1983, pp. 356-7. 4 Cfr. J. RYKWERT, The Seduction of place, The History and Fu ture of the City, Vintage, New York 2002, p. 241.
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ciale, da qui l'assimilazione della mente ad una grande mente sociale. La conseguenza piu immediata, per gli studiosi, e quella di un allargamento della prospettiva dell 'analisi da interpsicologica e micro-sociologica ad una che, conside rando la mente nella societa, porta ad assimilare una qual siasi istituzione umana come un sistema di attivita co struito collettivamente; ii contesto non e un contenitore ri gido, o uno spazio esperienziale creato ad hoc per quella situazione, ma entrambi vanno considerati come parte di un sistema di attivita unico che integra soggetto, oggetto e strumenti dell'attivita. La teoria dell'attivita si fonda, quindi, sull'analisi delle attivita umane distinguendosi in vari livelli di esecuzione. Emerge un livello di relazioni complesse, secondo cui le azioni sono le piu piccole unita di analisi di studio della teoria dell'attivita; queste possono diventare, nella pratica quotidiana ripetuta, delle automazioni o espandendosi ac quistare importanza fino a diventare nuove attivita collet tive.
Riflessioni sul valore economico dei beni
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Gilmore e Pine 10 associano il cambiamento del valore dei beni agli stadi evolutivi della domanda del mercato: la progressione e ii termine che caratterizza il passaggio dalle commodity, ai prodotti, ai servizi e infine all'esperienza che rappresenta la quarta offerta economica. L'evoluzione della domanda e reciproca al sostanziale cambiamento del1 'offerta che, passando da una concezione dell'economia classica di produzioni in ambiti macroeconomici caratte rizzati da scarsita di risorse, si e ritrovata (nella nuova eco nomia) in situazioni di sovrabbondanza di risorse com plessive, con conseguenti produzioni eccedentarie che hanno fatto riflettere i produttori sul ruolo giocato dal con sumatore all'intemo della catena del valore. La maggiore conseguenza sull'offerta che ci interessa
far emigrare il tesoro Berardo verso pill appetibili siti al1 'estero. II tanto sospirato traguardo, infine, e stato rag giunto e la Collezione Berardo resta nel cuore di Lisbona. Nel quadro della politica culturale e del patrimonio arti stico portoghese, infatti, grave anzi gravissima sarebbe stata la perdita di una tale risorsa che minacciava di poler prendere ii volo oltre i confini nazionali, con destinazione Francia, Inghilterra o la stessa Italia, come si palesava alla vigilia dello stemperarsi delle polemiche. Tralasciando gli aspetti burocratici e politici della pur troppo inevitabile negoziazione tra istituzioni e collezio nista, quello che appare oggi agli occhi dell'incredulo spettatore che si accosta a questa serie di capolavori e una sensazione di opulente, straordinaria, immensa ricchezza, per quantita e qualita, per la presenza di alcune delle pill importanti opere contemporanee al mondo. Per lo storico e specialmente lo storico d'arte italiano, non pochi sono i dialoghi silenziosi che con la nostra patria la collezione Berardo intrattiene. Non fosse altro che per i grandissimi capolavori di Max Ernst, la cui presenza riecheggia forte mente nella Collezione Gugghenheim di Venezia, ma an che per l'innegabile parallelo con la Galleria Nazionale di Arte Modema a Roma, in cui si registra una simultanea compresenza di artisti italiani, a Roma come a Lisbona, alcuni dei quali, come De Chirico, Fontana, Arnaldo Po modoro, Hartung, Calder, Twombly, Pollock, Tapies, Fau trier, siglarono una svolta nell'approdo ad un linguaggio avanguardistico sempre pill segnato dalla rarefazione e as sottigliamento dei mezzi espressivi, dal post-astrattismo all'informale, dalla metafisica allo spazialismo, dall'arte povera all' action painting. In questo gioco di rimandi e legami tra Italia e Porto gallo si fanno strada alcune vie da percorrere, all'intemo della raccolta Berardo, in vista di un viaggio virtuale nel paese dei limoni, senza spostarsi dalla capitale lusitana, in una sorta di inseguimento delle tracce di una corrente me diterranea nelle fredde profondita oceaniche. Un gioco, 32 questo, che coinvolgerebbe, una volta terminata l'installa-
zione della collezione nella sua nuova sede, interessanti percorsi tematici. Tanti gli incastri e le congiunture possi bili che farebbero isolare un idioma tutto italiano all'in terno della molteplice e multiforme babele berardiana. Ca ratterizzata da una ricchezza e vastita incommensurabili, infatti, la collezione Berardo necessitera di non poca cura e guida, se si vuole evitare che il visitatore si perda in un vortice indistinto e frastornante di forme e colori, di cor renti e artisti, di linguaggi e significati. 11 problema si pro porra ancora piu insistentemente e urgentemente quando si trattera di far percepire, conoscere e assorbire le opere ad un pubblico estremamente eterogeneo come quello del Centro Culturale di Belem, che va dall'esperto all'ama tore, dal curioso all 'addetto ai lavori, dallo studente uni versitario alla madre di famiglia. Una collezione per tutti, dunque, che parla linguaggi estremamente diversificati e lontani tra loro, da tradurre per un pubblico altrettanto multiforme e variegato. La necessita di fili conduttori, a mio avviso, e fonda mentale, al fine di non disperdersi e non disperdere que sta possibilita unica e rara per chi si accosta all'arte con temporanea, in un paese culturalmente ancora in crescita e in via di affermazione. II vantaggio portoghese, una nazione per certi aspetti piu giovane rispetto alla vecchia Europa, risvegliatasi solo da trentun anni da una delle piu lunghe dittature del mondo, e proprio la sua inestinguibile sete di cultura e la sua ferrea volonta di confrontarsi con il nuovo. E non po tevano, questa sete e cultura, trovare migliore spazio che tra le pietre rosate e giallogrige del Centro Culturale di Belem, frutto della collaborazione tra due architetti, non a caso un italiano e un portoghese, Vittorio Gregotti e Ma nuel Salgado, che lo disegnarono e costruirono tra ii 1988 e il 1993. Nato con il proposito di rimarcare la presenza portoghese all'interno dell'Unione Europea, l'edificio pos siede, a mio avviso, la forma musicale della sonata con variazioni. Con una struttura modulare, che si srotola oriz zontalmente, risponde agli stessi criteri simmetrici e ar- 33