ConCorso Buenos Aires 03

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CON/CORSO BUENOS AIRES 03


Con/Corso Con/Corso Buenos Aires 03 03 i deazione Giuseppe Villani A cura di Francesca Rizzardi Coordinamento editoriale Pietro Manara Progetto

Adattamento testi Francesca Rizzardi Con/Corso Con/Corso Buenos Aires Produzione e organizzazione

Š All rights reserved 2011 Open Art Milano di Euroweb S.r.l. Corso Buenos Aires 77, 20124 Milano Ăˆ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo. mezzo

Ringraziamenti Fabio Adani, Silvano Agosti, Vera Agosti, Sarah Arensi, Alessandro Azzoni, Carla Battaglia, Luca Beatrice, Valentina Biasetti, Gabriela Bodin, Stefano Bosis, Alessandro Bulgarini, Gaetano Cammarata, Elisa Cantarelli, Carlotta Castelletti, Maria Cecchella, Sonia Ceccotti, Andrea Cipelli, Mattia Cleri Polidori, Flora Contoli, Francesco Corbetta, Elena Del Fabbro, Angela Dibiase, Dorian Rex, Paolo Ferrante, Saba Ferrari, Alessandro Filardo, Luca Fiore, Grethe Frenez, Franco Giordano, Egle Giuliani, Patricia Glauser, Tatiana Gorla, Ida Harm, Silvia Infranco, Lucia Lamberti, Francesca Lauria Pinter, Francesco Liggieri, Michela Lingiardi, Luca Lupi, Cristina Madini, Lorenzo Mango, Gabriele Marazzina, Carlo Maschietto, Lucia Masu, Barbara Meneghel, Constantin Migliorini, Maria Rita Montagnani, Mario Nicosia, Jenna Pallio, Emilia Persenico, Michele Petrelli, Michaela Petroni, Giusto Pilan, Evelina Reolon, Carmela Rizzuti, Martina Roberts, Bruno Rosada, Salvatore Russo, Salvatore Sferrazza, Massimo Sgroi, Charaka Simoncelli, Carmine Siniscalco, Gaetano Sorbetti, Anna Soricaro, Arianna Testino, Sara Zanocchio.


CON/CORSO BUENOS AIRES 03



OPEN ART MILANO CON/CORSO BUENOS AIRES VINCITORE FINALISTI SELEZIONATI



OPEN ART MILANO

Dalla passione per l’Arte dei suoi fondatori nasce, nel 2009, Open Art Milano, galleria che ha tra i propri scopi la promozione d’autori emergenti del panorama nazionale ed internazionale.

Open Art Milano è un nuovo luogo destinato ai linguaggi del contemporaneo, è un’area espositiva innovativa. La sede, dedicata alla ricerca creativa, per noi non si limita allo spazio fisico, ma si estende alle nuove tecnologie, ecco allora che il sito web, in costante aggiornamento, diviene luogo d'esposizione e valorizzazione. Abbiamo scelto, per raccontarci la parola Open. L’apertura a cui facciamo riferimento ha diverse sfumature e significati.

Open è la nostra visione della produzione artistica che ha l'obbligo d’essere aperta a chiunque: esperti, semplici appassionati, curiosi d’ogni tipo.

Open sottende la nostra ricerca nei confronti d’autori contemporanei emergenti e per questa ragione nascono i web contest. Open è l’opportunità d’accesso all’Arte, senza barriere, apprensioni, sospetti e timori. Open è l’approccio all’opera, intesa non come elaborato di una lingua sconosciuta ed incomprensibile, ma come frutto di un linguaggio universale, facile a capirsi, che non ha bisogno di traduttori.

Open Art Milano è vitalità creativa.

CON/CORSO BUENOS AIRES

Il Con/Corso Buenos Aires è una competizione on-line, ideata da Open Art Milano, dedicata ai linguaggi del contemporaneo, in particolare fotografia, pittura e scultura. Un web contest voluto per dare visibilità ai talenti emergenti, alle personali ricerche creative, alle poetiche, un’occasione, un’opportunità. Siamo giunti alla terza edizione e Con/Corso Buenos Aires 03, 03, questo catalogo digitale, è la restituzione di un cammino intrapreso verso la promozione degli autori, una pubblicazione che accompagnerà ogni edizione del concorso.



VINCITORE


LUCA FIORE

Luca Fiore è nato a Minturno. Vive e lavora a Milano. Testo di Luca Fiore A volte è difficile spiegare, alle persone che me lo chiedono, cosa mi spinge a dipingere. Questo non significa che le mie ispirazioni siano di difficile interpretazione, ma trasferire ad altri sensazioni ed esperienze che vivo, camminando ed ascoltando persone che neanche conosco, è compito assai arduo. Mi appoggio alla filosofia dell’espressionismo tedesco re-interpretando, a livello pittorico, l’involuzione della società moderna. I disegni in bianco e nero rendono la tela quasi piatta, ma nascondo intrecci d’elementi che raccontano in modo semplice un vissuto che appartiene a molti. Più attenzione e meno superficialità, corriamo e non badiamo più a niente, pensiamo a noi stessi senza far attenzione a cosa ci gira intorno. Voglio che le persone si fermino a guardare, a trovare ciò che vogliono trovare, a lasciarsi andare in una libera interpretazione e che arrivino a riflettere su quante volte quella situazione sia capitata anche a loro. Il mondo si sta trasformando in parole futili, vuote, insignificanti; la mia arte le raccoglie, le fissa su una tela e le racconta in modo diverso alle stesse persone che ne fanno uso ogni giorno. Non sono un diverso, sono uno come voi!

SOLO 2011 "+Yin-Yang", Accademia di Brera, cortiletto interno, Milano. 2010 "Io me ne fotto ", Pepe Nero, Latina. 2009 "Contemporanea-mente", Formia, Latina; "Art Gallery ", Milano. COLLETTIVE 2010 "Arte accessibile Milano ", Sede del Sole 24 ore, Milano. 2009 "Eros & Thanotos", Taormina Galley, Taormina. 2007 "Urban & Street Art", Chair and the Maiden Gallery, New York, USA. 2006 "Arte sul Naviglio", Milano.




FINALISTI


ALESSANDRO FILARDO

Alessandro Filardo è nato a Como. Vive e lavora a Blevio. Testo di Alessandro Filardo

Gli Sguardi (2004-2006) La ricerca inizia nel 2004, con un quesito: qual è la finestra che più d’ogni altra segna il confine tra l’interiorità dell’uomo e il mondo che lo circonda? La risposta che mi sono dato, inizialmente, è stata “lo sguardo”. Trasmette tutto dell’altro, chi lo conosce lo sa leggere bene, sa cosa sta provando, tristezza o felicità, insoddisfazione o compiacimento; lo sguardo, se interrogato a fondo, non mente. Riducendo il ritratto classico ai minimi termini - una sintesi quindi, volta ad eliminare tutto ciò che ad esso non è indispensabile per trasmettere un pensiero -, ciò che resta è l’espressività dello sguardo, che supera di gran lunga qualsiasi altra caratteristica fisionomica dell’essere umano in grado di trasmettere emozioni, almeno secondo il mio punto di vista.

Bohemian Gallery (2007-2011) Questa stravagante galleria di ritratti circoscrive l’appartenenza degli individui dipinti ad una particolare categoria di personaggi: gli artisti, e l’eccentrico mondo che li circonda. Che siano alla disperata ricerca dell’ affermazione o meno, i loro volti incerti sono affiancati sulle tele a quelli di altrettanto giovani scrittori, musicisti, critici o curatori; artisti della vita quotidiana, personaggi in ogni caso bohémien, che conducono un genere di vita solitamente disordinata alla perentoria ricerca della propria strada. Si tratta sostanzialmente di un lavoro intimista, prettamente collegato al vissuto personale: una visione pressoché familiare di alcune delle persone a me più vicine, compagni di un percorso inesplicabile.

The World Outside (2009-2011) La ricerca attuale, ha come base lo studio sul ritratto svolto in precedenza, ma le ultime figure non sono più esclusivamente lo specchio dell’identità del soggetto: il mirino è indietreggiato ancora, ed è puntato adesso al mondo che attornia i protagonisti. Scavando negli anfratti d’immagini particolarmente evocative alla ricerca di quelle misteriose relazioni celate tra il mondo interiore e quello esteriore dell’uomo - tra l’io più profondo e il mondo circostante -, si scopre una suggestiva visione onirica della realtà, e si intuisce il viaggio che conduce ognuno a scoprirla. Gli sguardi, ora, sono rivolti altrove, verso un mondo esteriore, a scrutare l’indefinibile.

SOLO 2006 2006 "Sguardi", Como, Gem’s Cafè. COLLETTIVE 2011 "500Contemporary Art Meeting", Milano, Spazio Concept, a cura di Giuseppe Iavicoli e Arttwee; "Face To Face", Milano, Spazio Combines XL, a cura di Giuseppe Iavicoli. 2010 "Inverart 2010", Inveruno (MI), Padiglione d’Arte Giovane; "Archiviarti", Bollate (MI), Fabbrica Borroni, a cura di Fiordalice Sette; "Mostra Mi", Milano, Palazzo Affari ai Giureconsulti; "Open Box 2010", Venegono Inferiore (Varese), Istituto Grafico Don Milani. 2009 "Partycool Art", Como, Spazio Politeama. 2008 "L’intramontabile Serenissima", Como, A & D Art Gallery, a cura di Jessica Molinari; "Revolver", Como, Centro Diurno del D.S.M. dell’Azienda Ospedaliera S.Anna, a cura di Jessica Anais Savoia. 2006 "Obsession", Como, Centro Diurno del D.S.M., Azienda Ospedaliera S.Anna; “Studenti dell’Accademia Brera”, Senago. 2005 "Brera Gorizia/Art Exhibition", Gorizia, Transmedia s.p.a., a cura di Alfred De Locatelli. 2004 "ExponeBrera ‘04", Milano, Accademia di Belle Arti di Brera.



JENNA PALLIO PALLIO

Jenna Pallio è nata a New York. Vive e lavora a Milano. Testo di Jenna Pallio La percezione del tempo e della memoria sono il filo conduttore del mio lavoro. Negli ultimi anni ho indagato il tema impegnandomi in un immaginario basato sulle fotografie. Il mio metodo di lavoro è significativo rispetto alla cornice concettuale che fa da sfondo alle mie opere. I dipinti e i disegni sono creati attraverso tecniche di rimozione. Un’area è coperta con un certo materiale come tempera, cera o fumo e l’immagine viene poi creata togliendo il materiale dalla superficie. In questo modo tolgo per creare, procedendo a ritroso per catturare qualcosa di concreto e familiare. Il processo rispecchia il funzionamento della memoria nella nostra vita: nel momento in cui alcuni ricordi si disintegrano, rimangono i frammenti. Attualmente sto esplorando un uso più simbolico dei materiali nel processo di costruzione delle immagini. In alcuni lavori, ho creato le immagini, asportando livelli differenti da una superficie ricoperta di cera. Un’idea di scultura è quindi presente nelle mie opere, attraverso lo scavare nei materiali e l’uso dello spazio nelle installazioni. In altri lavori rivelo l’immagine ripulendo la fuliggine con la carta vetrata da una tela, dal legno o da uno specchio in precedenza trattati con fumo. Questo uso dei materiali contribuisce a dare alla mia opera una qualità più effimera ed esoterica e fornisce la base per un’esplorazione più profonda del concetto di memoria tramite il processo fisico. I materiali e le tecniche sono in costante comunicazione fra loro evocando le stratificazioni delle emozioni e sensazioni della memoria.

SOLO 2010 "Jenna Pallio: Selected Works", Consolato Americano, Milano. 2009 "Jenna Pallio: Smoke, Wax and Other Mediums", Noel Fine Arts Gallery, Bronxville. 2008 "Jenna Pallio", NotFair Gallery, Milano. 2000 "Jenna Pallio: New Work Classic", Stage Company, New York. COLLETTIVE SELEZIONE 2010 "Blanco Y Negro", Studio Iroko, Milano; "Holiday Exhibit", Noel Fine Art Gallery, Bronxville, NY. 2009 "Visions NYC: Video Exhibit", Macy Gallery, Columbia University New York; "Places and Faces", Washington Square, East Galleries, New York. 2008 "Works" Fondazione Bevilaqua della Masa, Palazzetto Tito, Venezia. 2007 "Works In Progress", IUAV University of Architecture, Venezia; "Summer Exhibit", Noel Fine Art Gallery, Bronxville. 2006 "New York Art Generation", Paula Cooper Gallery, New York. 2005 "Holiday Show", Noel Fine Art Gallery, Bronxville, NY; "Welcome to the Future", Silver Whale Gallery, New York. 2004 "International Artists", Gallerie Brooklyn, New York; "Holiday Show", Noel Fine Art Gallery, Bronxville; "Printmaking", Noel Fine Art Gallery, Bronxville. 2003 "Holiday Show", Noel Fine Art Gallery, Bronxville. 2002 "See Saw: Jenna Pallio & Amy Bernhardt", Climate 8, New York.



CONSTANTIN MIGLIORINI

Constantin Migliorini è nato a Poggibonsi. Vive e lavora a Varese.

Tra realtà e inconscio Uomini, donne, ragazze, corpi, nient’altro che corpi, luoghi meravigliosi ed infiniti che sono comuni a tutti: soddisfatti o no, non si può negare di possederne uno che ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni. Libri dalle pagine candide, ampie schiene su cui il mondo, come un artista virtuoso, depone le proprie esperienze come fossero granelli di polvere su di un mobile. Constantin Migliorini ha scelto la pittura come mezzo ed il corpo umano come forma. Constantin Migliorini vive il corpo come un involucro limitante, di cui accentua la fisicità attraverso una pittura spessa, ricca di stratificazioni: olio, acrilico, penna e pennarello su acetato che trasformano il corpo, in una grande pista da ballo per un turbinio di segni. La pelle si trasforma in un diario, le cui pagine necessitano di una nudità su cui sia possibile “scrivere” una storia dove i disegni sostituiscano le parole. Le figure si rivolgono ad una realtà più fisica ma anche ad una dimensione psichica ed inconscia, in cui il dipinto diviene un’ipotesi per capire e spiegare la materia di cui è fatto l’uomo; una sorta di indagine a partire da se stessi, per giungere all’analisi del branco, cioè la società, schiavizzata dalle proprie abitudini. Constantin Migliorini ha dato vita al proprio realismo personale, dopo aver trovato in un cassetto un plico di vecchi disegni da lui realizzati quando era ragazzo: dopo essere state ricalcate su carta trasparente, quelle figurette metamorfiche, mosse quasi da volontà propria, pare abbiano cominciato ad “aggredire” i corpi fluidi dipinti dall’artista, scrivendo sulle carni storie di tempo senza tempo, in una mescola selvaggia ed intuitiva come una danza tribale. Una magnifica esplorazione dell’uomo a partire dal corpo, attraverso un medium antico, la pittura, che non è facile prendere in giro e che in pochi hanno il coraggio di affrontare per non scadere nel banale. Constantin sfida tutti questi aspetti, riuscendo a far si che lo spettatore alla fine del percorso, si riappropri della dignità del proprio essere fisico (limiti e meraviglie compresi) contribuendo in modo sottile ma sferzante a sabotare quell’immagine di corpo per sempre giovane e bello, uno standard di perfezione che dimostra proprio la fragilità dell’uomo e tutto il suo abisso di paure.

SOLO 2011 "Sonia Ceccotti-Constantin Migliorini", Galleria de Bonis, Reggio Emilia. 2010 2010 "Side A-Side B", Visioni diverse di uno stesso mondo, a cura di Viviana Siviero, Spazio Anna Breda, Padova. 2009 "Contorsioni", a cura di DozGallery, Milano; "Corpi" tra l’essere e l’apparire, AL.BO per l’arte, Morbegno. 2008 "Anonimi; il corpo come contenitore del mistero", galleria Spazio10, Ivrea, (To) 2007 "Carni, paghi 2 prendi 3", a cura di Marialivia Brunelli, Prisciani Art Suite, Ferrara. 2005 "Ironia di una cattiva sorte", Galleria d'Arte Contemporanea, ex chiesetta di Sant'Anna, Repubblica di San Marino (catalogo); "AM+AM", galleria L'Albero celeste, San Gimignano, a cura di Gianluca Marziani (catalogo). 2003 "Qualche raro seme dell’umana poesia", a cura di Giovanni Faccenda, Galleria L’Immagine, Arezzo (catalogo). 2001 "Nel solco della Tradizione", Galleria Pananti, Firenze (catalogo). 2000 "Quid", Castello Pasquini, Castiglioncello, Livorno.

COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "StartUp", Castello di Acaya, a cura di SpazioTempo Arte, Lecce; "Seven: Accidia", Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, a cura di Roberto Ronca, con il patrocinio del Parlamento Europeo, Regione Campania, Provincia di Napoli; "Seven: Invidia", Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, a cura di Roberto Ronca, con il patrocinio del Parlamento Europeo, Regione Campania, Provincia di Napoli; Premio Arte in Volo 2010, in collaborazione con Deutsche Bank e il Circolo Filologico Milanese e Casa d’Aste Porro & C.; DIE VERFÜHRKRAFT SCHÖNER KUNST, a cura di Stephanie Lyakine-Schönweitz, galerie Stephan Stumpf, Monaco, Germany.




SELEZIONATI


FABIO ADANI

Fabio Adani è nato a Correggio, dove vive e lavora. Testo di Luca Beatrice Una pittura silenziosa, rarefatta, neometafisica, che evoca brumose atmosfere della bassa padana, riprendendo la sensibilità di Giorgio Morandi, Fabio Adani ricorre ad una texture "bianco su bianco" in cui le ombre, più che le immagini, fanno capolino, quasi impercettibili. Testo di Massimo Sgroi Il lavoro di Fabio Adani non si omologa ai rigidi geometrismi del realismo scientista. Esso si muove, piuttosto, da quel livello della percezione che Platone definisce "I mondi in conoscibili" e che, più di recente, Jung ha definito come inconscio. Il suo punto di vista è sensoriale, trascendente e metafisico e, di per se, sfrutta le contraddizioni stesse o i vuoti che, una simile geometrica struttura, lascia all’osservatore. Colore, sedia (o altro tipo d’oggetto, laddove l’uomo è più oggetto assoluto che non individualità) luce, in questa triade l’artista sviluppa il suo mondo, quasi come fosse un moderno Demiurgo; la sua maieutica prende direttamente le mosse dal livello metafisico del mondo senza, per questo, dimenticare il "luogo" in cui vive. Gli umani o le sedie in attesa di Adani appartengono, allora, al mondo delle idee di Platone, a quegli assoluti che esistono al di là di ogni referenza nel mondo reale. Le sue opere sono di grandissimo impatto emotivo e di forte intensità visuale. Il progetto di questa ricerca si basa sulla compresenza di due differenti visioni della concettualità contemporanea senza, per questo, tralasciare il lato emozionale dell’opera. Lo spettatore ha il modo di penetrare la sua sintesi formale che, sebbene appartenga ad una tecnica millenaria come la pittura, è perfettamente aderente a quella che è la vita dell’uomo post Duemila.

SOLO 2008 "Verso, Sospeso", D Gallery, Torino, a cura di Delia Gianti, testo critico di Massimo Sgroi. 2005 "Intimi Sguardi", Galleria RadiumArtis, Reggio Emilia, a cura di Francesca Baboni. COLLETTIVE 2011 "Canned Oxygen", Icosahedron Gallery, New York, a cura di Robert M. Berry; "Less is More", Galleria Libra, Catania, a cura di Alberto Agazzani. 2010"Mare Nostrum", Palazzo Stella, Genova, a cura di 2010 Satura Associazione Culturale; "Art in Mind", The Brick Lane Gallery, London; "the (un)real life", Spazio Cargo20, Verona, a cura dell’Associazione Culturale A2; "Combat Prize", Bottini dell'Olio, Livorno. 2009 "Altre Contemplazioni", Galleria Libra, Catania, a cura di Alberto Agazzani; "Una finestra sul mondo", Galleria Dietro le Quinte/Museo Diocesano, Catania, a cura di Alberto Agazzani; "Segni 20x20", Spazio dei Battuti Bianchi, Carrù (CN), a cura di Alessandro Abrate e Delia Gianti. 2008 "La luna e il falò", Galleria Radium Artis, Pietrasanta (LU), a cura di Angela Lazzaretti. 2007 "Greatest Hits", Galleria Canalgrande 18, Modena, a cura di Giuliano Garagnani; "Evento Musae 07", Fidenza (PR).



SARAH ARENSI

Sarah Arensi è nata a Milano. Vive e lavora in Toscana. Testo di Sarah Arensi Arensi I miei lavori nascono dall’eterno spazio interiore. In uno stato di presenza e consapevolezza sento ispirazione, bellezza e armonia fluire liberamente. Metto sulla tela la mia visione del flusso della vita, e i suoi aspetti spirituali, con l'intento di espandere la coscienza di chi guarda. Spirali di luce e di energia, vibrazioni di silenzio, beatitudine, eternità, amore, spazio, virtù universali, per andare oltre gli occhi e arrivare direttamente al cuore. Con la pittura manifesto la mia percezione dell'Uno, con l'intenzione di aprire lo spettatore a quella voce. Testo di Cristina Madini Sarah Arensi rappresenta, con tecnica mista su tele quadrate, spirali di luce, per rappresentare l’energia della vita e i suoi aspetti spirituali. Nelle sue opere si materializzano vortici di colori vitali che, generalmente, sovrastano tessiture statiche che si espandono a cercare respiro uscendo da un centro catalizzatore origine e scopo di queste pennellate vorticose.

ESPOSIZIONI ESPOSIZION 2011 "Art Actually", Galleria Rossocinabro, Roma, curatore Cristina Madini; "Odierna", Epireo Gallery, Roma, curatore Alessia Cervelli e Accademia delle Scienze e delle Arti Alexandros; "Alfabeto Comune", Galleria Rossocinabro, Roma, curatore Cristina Madini; "Rinascimento Contemporaneo", Galleria Rossocinabro, Roma, curatore Cristina Madini; "Fabula in Art", Museo di San Salvatore in Lauro, Roma, curatori Giorgio Bizzarri, Alberto Michelini, Lorenzo Zichichi; "A proposito di... Sarah Arensi, Ivana Bomben, Rossella Capraro, Nicola Giampietro, Piero Romagnoli", Galleria Rossocinabro, Roma, curatore Cristina Madini.



CARLA BATTAGLIA

Carla Battaglia vive a Reggio Emilia. Dal padre ha ereditato l’interesse per il disegno e la pittura. Pur avendo studiato e lavorato in ambiti non artistici, non ha mai smesso di coltivare questa passione E' sempre stata attratta dal colore, in tutte le sue sfumature, per lei fonte di grande emozione. Negli ultimi anni ha sperimentato nuove tecniche presso la Kuntojskholen di Holbaek (DK) dove frequenta i corsi internazionali di pittura.

SOLO 2011 "RACCONTANDO IL COLORE", Galleria WIKIARTE, Bologna; 2009 Galleria Artemetamorfosi, Reggio Emilia; 2006 Galleria Artemetamorfosi, Reggio Emilia; COLLETTIVE 2011 "Suggestioni da un’estetica surrazionale", Palazzo Casotti, Reggio Emilia; 4° classif. Concorso "La magia del piccolo formato 2011", La Pergola Arte, Firenze; "DELL’AMORE E ALTRI DEMONI" Expo internazionale arti visive, Montegrotto Terme, (PD); "EmozionARTI", Galleria Civico69, Firenze. 2010 Spazio Arte presso Calipso Club di Bibbiano (RE); "Snowflakes", CSart, Reggio Emilia.



VALENTINA BIASETTI

Valentina Biasetti è nata a Parma. Vive e lavora nel Mondo. Testo di Valentina Biasetti Da alcuni anni il mio lavoro si concentra sul tema del Vuoto. A volte inteso come una Luce cannibale in grado di mangiarsi cose e persone, altre volte come il ritaglio di una sagoma della quale non resta che l'ombra come unico segnale di vita. "Carne" è un ciclo di lavori che rende tributo a Caravaggio e Bacon, una dichiarazione d’ amore. "La Carne delle nubi" è stato un ciclo di lavori liberamente ispirati al poemetto di Mark Strand "Porto oscuro"; La sagoma del soggetto rappresentato viene decontestualizzata eliminando il paesaggio in cui essa è situata: un vuoto spaesante in un altrove non ben identificato per mettere in bilico tutte le nostre certezze e provare ancora Stupore nel banale quotidiano. L’ultimo ciclo invece, intitolato "Esilio (la mia bandiera)", nasce dalla necessità di regalare una nuova possibilità al soggetto che anche solo per un istante non è più presente. Il vuoto che si crea diventa quindi “peso” e assume il ruolo più importante all’interno del lavoro.

SOLO 2009 "Giochi Rovesciati. Martina Biasetti, Valentina Biasetti", Casa della Musica, Caffè del Prato, Parma. 2007 "Valentina Biasetti, Mirko Saracino. Geografie percettive", Galleria Canalgrande18, Modena. Cura di Luca Panaro; "Project roomxs. Progetto installativo Il Viaggio di Penelope", Arteteca, Modena. 2005 "Valentina Biasetti Monica Leonardo", Galleria Estro, Padova. COLLETTIVE SELEZIONE 2010 "Eate me", Palazzo Pigorini, Parma; "Premio Combat", Bottini dell’Olio, Livorno; "Combattenti, da Livorno a Brescia. Stefano Bolcato, Riccardo Ruberti, Valentina Biasetti, Matteo Tenardi", Galleria Entroterra, Brescia. 2009 "Disarmonie Domestiche. Valentina Biasetti, Daniela Benedetti, Erika Latini, Tamara Ferioli", BLOB ART, Arte contemporanea, Livorno. Cura di Francesca Baboni. 2008 "Punto15. Quindici anni di creatività giovanile in mostra", Palazzo Pigorini, Parma, a cura di Archivio dei Giovani Artisti di Parma; "Atto Secondo", Galleria Guido Iemmi Studio d’Arte, Milano. 2006 "Concorso di Arti Visive", Ass. Inner Wheel e Archivio Giovani Artisti di Parma. Primo Premio, Galleria S.Andrea, Parma; "Freeshout-Expressive Fair Fest", Ex Macelli&Satelliti, Prato.



GABRIELA BODIN

Gabriela Bodin è nata a Focsani (Romania), vive e lavora a Bergamo. Testo di Tatiana Gorla Confesso che avvicinarmi alle opere pittoriche di Gabriela è stato doloroso. L’alone che le avvolge c’immerge nelle profondità di una coscienza dai toni cupi e misteriosi. Cosa prova Gabriela? Il messaggio riguarda se oppure è riferito ad una realtà altra? Ha imitato qualche pittore “decadente” oppure è totalmente personale questo sangue nero sulla tela? La giovane età e la bellezza di Gabriela colpiscono se confrontate con i suoi quadri grigi e solitari. I soggetti sono persone od ambienti. La caratteristica dominante è, appunto, l’ambiente oscuro che accoglie esistenze in pericolo. Gli scenari sono lo specchio di una realtà in totale declino ed abbrutimento. La metropoli e la sala con il tavolo apparecchiato, entrambe nere e solo nere, allucinanti da spaventare lo spettatore. E’ un sogno apocalittico, dove la distruzione si è impadronita del mondo, dove il male ha vinto sul bene dove si coglie il senso dell’abbandono totale e di una solitudine immensa. Disperazione, morte, distruzione che, prima di tutto invade la mente per poi calarsi nell’ambiente che, un tempo, accoglieva vita e che ora non vede altro che la freddezza gelida della morte. Siamo dunque destinati a perire tutti, irrimediabilmente? Quale scappatoia potrà esistere per liberarci dalla ragnatela di un suicidio che pare programmato? Le tele della Bodin rimandano al film “Tempi moderni” di Chaplin, dove l’ingranaggio stritola, almeno virtualmente, l’operaio. Come Chaplin, la Bodin ha dipinto il male di questi nostri tempi moderni. Il male principale consiste nella figura dell’individuo alienato, uscito da se stesso, in transito non solo perché mortale, ma anche perché, in attesa che si effettui il proprio personale olocausto, la fine, l’annullamento, lo sbriciolarsi di un corpo inconsistente, privo della sua linfa vitale. E’ il perpetuarsi del ciclo degli esseri viventi il loro destino di cadere, rialzarsi e poi ricadere nuovamente. La Bodin dipinge il dolore, ma non solo, è anche realistica, perché nella realtà incontriamo il brutto, il malvagio. Dobbiamo ricercare l’appiglio per ricostruire, per guardare al domani con impegno e positività. La Bodin ha lanciato una voce d’avvertimento: guardiamo in che modo abitiamo il mondo noi, esseri meschini, distruttori di noi stessi. E’ da qui che dobbiamo partire per iniziare a vivere sul serio.

SOLO 2010 "Ricordi d'infanzia", Galleria Magazzini dell'Arte, Crema; Libreria Franco Angeli, Milano; "In transito", exChiesa dell'Angelo, Lodi. 2009 Pro Loco di Crema; Galleria Oldrado da Ponte, Lodi. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 finalisti MAG PRIZE nella galleria SpaziArti Ungallery, Milano; "Artisti Europei a Cremona", Centro Culturale Città di Cremona; "Fondazione Giacinto Facchetti" "Artisti per la ricerca" raccolta fondi attraverso l’arte, ex-Chiesa dell'Angelo, Lodi; "Passion", Galleria D’Art Visual, Menaggio, Como; "Rassegna d’arte", via Oldrado da Ponte, Lodi; "Respect", Galleria D’Art Visual a Menaggio, Como; "SEVEN (Invidia)", Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli. A cura di Roberto Ronca; "Palazzo dei Muratori", Romano di Lombardia; "Seduction", Galleria D'Art Visual a Menaggio, Como; "Rocca San Giorgio", Orzinuovi; 2010 "THE OTHER SIDE", Galleria D’Art Visual, Menaggio, Como; "30x30", Galleria Oldrado da Ponte, Lodi; "SEVEN (GOLA)", Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, Napoli. A cura di Roberto Ronca; Libreria Franco Angeli, Milano; Galleria Oldrado da Ponte, Lodi; Galleria Magazzini dell’arte, Crema;



STEFANO BOSIS

Stefano Bosis vive e lavora a Vanzago. Testo di Gabriele Marazzina La pittura di Stefano vuole comunicare le emozioni e i sentimenti che si agitano nell'animo umano attraverso i contrasti tonali. Soggetti principali della sua pittura sono gli stati dell’anima che traspaiono dai suoi personaggi. Le pennellate sono veloci e rapide e vogliono dipingere i soggetti in modo essenziale e indefinito.

SOLO 2010 "CRUDACARNE" a cura di Mirko Paternò e Gabriele Mazzarina, Vicolungo (NO). COLLETTIVE "INVERART 2010", Inveruno (Mi), Padiglione d’Arte Giovane; "Impercettibili Forme Celesti", a cura di Arte, Galleria O.A.D. Roma, 2010; "OPEN BOX 2010", Venegono Inferiore (VA), Istituto Grafico Don Milani.



ALESSANDRO BULGARINI

Alessandro Bulgarini è nato a Brescia dove vive e lavora. Testo di Carmine Siniscalco Non più il consueto e non più l'atteso. Fuori dagli schemi, di ciò che convenzionalmente ci guida per condurci su quanto viene classificato come bello, per tutti o utile per tutti. È il "per tutti" che a Bulgarini non piace. Raccontare o riprodurre una storia non piacevole può essere difficile, ma se il contenuto risponde a verità l'attenzione ne guadagna, ed infine si comprendono meglio gli aspetti della vita che ci circonda, che ad esempio il dolore non è uguale per tutti, e così il piacere. Entrare nelle cose significa comprenderle nelle loro sfaccettature e differenze, e ci si può allora rendere conto che si può anche amare quel vecchio orsacchiotto che in un altro momento si è distrutto e spazzato via. L'elemento concettuale dell'opera di Bulgarini è dominante al punto da distrarre l'attenzione dall'importanza e dal valore della sua tecnica, indubbiamente oggi spesso non curata dalle giovani generazioni, e che invece qui ritroviamo in una perfetta simbiosi di forma e di contenuto. Concettuale, e non solo. Iperrealista, e non solo. Testo di Anna Soricaro Alessandro Bulgarini sfrutta toni intensi per descrivere personaggi e oggetti con un’intensità lirica imparagonabile. Con energia pregnante identifica immagini ambigue e perturbanti, incisive, attraverso il blu/neri intensi e i contrasti di luce del fondo e dei contorni. Scardinando le regole consuete della rappresentazione, sforma i volti dei suoi personaggi urlando all’inconsueto, evolvendoli tra fumi e corrosioni di veemenza profondamente intima. Una pittura viscerale attraverso una figurazione esplosiva, di forte, violenta tensione drammatica. Ma anche una pittura impetuosa che si discosta dai precetti accademici e convenzionali dell’arte conosciuta ai più, che si allontana da qualsiasi corrente di pensiero preesistente e si pone come forma d’arte originale ed immediata. Una pittura talmente che è invito a una riflessione sulla spiritualità dell’uomo, molte volte dimenticata in un mondo globalizzato, facendo emergere l’alienazione di chi non si sente più adeguato e vuole comunicare che la società e l’ambiente necessitano di un mutamento di consuetudini e usanze.

SOLO 2011 "Pictor Maleficus", a cura di Pietro di Lecce e Alessandro Bulgarini, Spazio Orlandi, Milano; "IMITATIO CHRISTI"/Adam kadmon, Fiere di Carrara, Carrara Giorni d’Arte; "CRUDELIS FABULA", Fiere di Parma, ArtistInMostra, finalista premio Gallerie. 2010 "AENIGMA PICTURAE", Trenzano, Cappella Gentilizia Ducco, a cura di Giovanni Quaresmini e Alessandro Bulgarini, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comune di Trenzano, catalogo; "Attraverso l'immagine, al di là dell'immagine", Rovigo, Studio Arte Mosè, a cura di Vincenzo Baratella; "Serafino Zanella, Alessandro Bulgarini, doppia personale", Buffalora, Sala Don Recaldini. 2009 "Attraverso l'immagine, Al di là dell'immagine", Parma, Circolo Culturale La Città Si nota, catalogo; "THE CHILD WITHOUT A FACE", Brescia, Pride Bar; "Alessandro Bulgarini, Opere recenti", Trenzano, Cappella Gentilizia Ducco; "Serafino Zanella + Alessandro Bulgarini", Buffalora, Sala Don Recaldini. 2008 "Sometimes after the ninth hour: no escaping from the final judgement", Sirmione, Galleria Magnolia; "Alessandro Bulgarini, Trenzano, Cappella Gentilizia Ducco; "Thoughts / Pensieri", Brescia, Batik Art Club.



GAETANO CAMMARATA

Gaetano Cammarata è nato San Cataldo. Vive e lavora a Milano. Testo di Gaetano Cammarata La mia pittura è caratterizzata da un segno sfuggente e polimaterico; lineare nella forma e dal colore che dà la percezione della fugacità delle immagini che ritraggono visi sconosciuti e protagonisti di storie ignote. L’effetto d’indeterminatezza e di materializzazione dell’immagine ricorda l’iconografia di molta arte antica e sacra e di un certo "Memento memori" cristiano. Una sorta di "arte del ricordo" tanto vicina alle Wunderkammer quanto alle

Camere delle reliquie. Testo di Vera Agosti Gaetano Cammarata presenta un racconto nero, che si dipana tra quadri polimaterici, d’intenso lirismo. Immagini sfuggenti, sfumate nel ricordo, volti sconosciuti e storie misteriose, che sembrano riaffiorare da un recente e indeterminato passato. E’ un noir d’autore, elegante e raffinato, prezioso come un gioiello racchiuso in uno scrigno, che è appena stato ritrovato dopo una lunga ricerca e innumerevoli sforzi. Illustre l’influenza delle antiche Wunderkammer e delle Camere delle Reliquie, che appaiono evocate nei suoi lavori attraverso una sensibilità contemporanea, così come le tecniche utilizzate: non solo l’olio, armonioso e delicato, ma anche inserti di radiografie, foto, candele, plexiglas, legno, ritagli di carta… testimonianze del tempo trascorso e custodi delle esperienze vissute. "Il mio percorso prende spunto dal senso di Immortalità", dice lo stesso Cammarata, descrivendo la serie "Disiecta Membra", basata sull’attenzione al particolare, il frammento di un tutto che appare evidente proprio attraverso l’insistere sul dettaglio, divenuto reliquia nell’esaltazione del ricordo di ciò che è stato e "non è più". Anche il segno si adegua a questo sentire, facendosi lineare e minimalista. La figura quasi ieratica, sembra immersa in un pensiero dominante, carica di visibile, ma trattenuta, emozione.

SOLO "Disiecta Membra", Museo Cappella Portnari, Milano. "Tele e gioielli", Wannabee Gallery, Milano. "Enterprise Hotel", Milano. "Artificiosa Pluma", Atelier d’Arte Fuoriclasse, Milano. "Salon I", Museo Della Permanente, Milano. "Disiecta Membra", Atelier d’Arte Fuoriclasse, Milano. "Il divenire dell’arte plastica", Palazzo Municipale. COLLETTIVE "MostraMi", Palazzo Giureconsulti, Milano. "Ultima Estate", Galleria Taccori, Milano. "Planete Amourose", Galleria Oxygen, Milano.



ELISA CANTARELLI

Elisa Cantarelli è nata a Fidenza (Parma). Vive e lavora a Londra. Testo di Alessandro Azzoni Le sue opere, su base fotografica, si focalizzano sui dettagli della realtà: l'artista cerca l'immagine su cui elaborare una riflessione di pensiero e poi il gesto, con il tocco della pittura. Centrale il tema del corpo, indagato nel rapporto reale e nella sua fisicità e bellezza mentre, nell'ultima produzione, lo sguardo si sposta sull'oggetto: concreto, o effimero come il fumo di sigaretta. Dipinti in cui, il colore è scomposto in miriadi di dots tattili, dalle infinitesimali gradazioni di colore, a fuoco una sola tinta, sgargiante, da far spiccare sui toni generali del bianco/nero. Lo spettatore è magnetizzato dai punti di colore, disposti in onde o simili ad un mosaico d’inedita concezione, ed avvicinandosi passa ad una fruizione tattile, che va al di là della lettura visiva. Testo di Gaetano Sorbetti Il feticcio della forma. Diamo per scontato che hai una gran sensibilità, una notevole delicatezza e che sei intelligente, che i tuoi lavori sono coerenti, determinati, convinti e convincenti, si capisce che ogni dot ha un senso, quello lì, quello giusto, quello che deve avere, che non potrebbe essere altrimenti, che i soggetti che scegli sono accattivanti. Dopo anni d’indemoniate letture tra biologia design etologia e altro, sono arrivato ad una conclusione molto personale e assai poco scientifica. Questa idea, o convinzione personale, è spalmabile in ogni direzione: GEOMETRIA. Le tue gocce hanno la forza della natura, i tuoi quadri sono sì, colore e forma, ma anche qualcosa di più, qualcosa che risveglia le basi ancestrali dell'esistenza più intima. Io vedo un piano che taglia delle sfere, a migliaia, non sono gocce, sono sezioni di sfera che giacciono su di un unico piano e questo, credo, ci ecciti molto, chiaramente l'"eccitazione" cresce con il crescere della profondità della sensibilità di chi guarda. La sensualità che sprigionano sta lì, la gestalt ci dice qualcosa in proposito, ma la gestalt è un livello di pensiero che sta più in superficie, non starò a spiegarti i miei deliri, ma quello che penso è questo: non è la natura a definire la geometria, è la geometria che ha definito la natura ed i fenomeni così come li conosciamo. Tutto ciò che ci circonda accade in virtù delle sue geometrie più profonde… e i tuoi quadri sono un occhio poggiato su un microscopio.

SOLO 2011 "Elisa Cantarelli", Dots, The Framers Gallery, a cura di Laura Petrillo, Londra. 2010 "Oggetti di desiderio", Galleria Laboratorio delle Arti, Piacenza. 2007 "Scarpette", Galleria La Pillola, a cura di Gaetano Sorbetti, Bologna. 2005 Banca Nazionale del Lavoro, Fiorenzuola (Piacenza). COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Big Deal n°3", The Collective, a cura di Vanya Balogh, Croft & Balogh, Londra; "No Fictional Additives", Moving Gallery, a cura di Sofia Mattioli e Anna Šlocarová, Newcastle Upon Tyne (UK); "Big Deal - Sexy 100", a cura di Vanya Balogh, Croft & Balogh, Londra. 2010 "Oltre all'Arte", Galleria Spazio Rosso Tiziano, Piacenza. 2009 "Tempo, temp(i)o, t riempio, i Manovali dell'Arte", Galleria Laboratorio delle Arti, Piacenza; "BoulevART", Elisa Cantarelli per Domusnova Design, Parma. 2008 "Girando-le, La città si nota", Parma; "Lettura fresca", C30 Contemporary Art Gallery e Museo Medievale, a cura di Christian Vasciarelli, Bologna. 2007 "A.R.G.A.M. Primaverile Romana", Galleria Fidia Arte Moderna, Roma; "In Movimento", Showroom Fratelli Broche, Bologna.



CARLOTTA CASTELLETTI

Carlotta Castelletti è nata a Torino. Vive e lavora a Vicenza. Testo di Carlo Maschietto I dipinti su stoffa damascata di Carlotta Castelletti non sono solo le sue "prime opere finalmente belle", come ebbi a dirle, ma sono anche le prime realizzazioni di un'idea che ha notevoli ed estese possibilità di sviluppo. Il procedimento, che è dada e surrealista insieme, è reso personale da Carlotta che v’innesta il suo evidente amore per la Secessione viennese. La cosa, a mio avviso più importante, e che spiega la notevole vitalità che promana da queste opere, è il fatto che lei può contare, nel costruire figure e spaziature, sulla formidabile griglia del ricamo: vera e propria struttura modulare, già potenzialmente espressiva, che potrà suggerire all'artista la più ricca varietà di immagini e combinazioni. Quando non è velata o coperta di pigmento spesso, la superficie dei quadri risulta, ovviamente, come tatuata: è questa sorta di tatuaggio che ha prodotto per automatismo, la forma. Per Castelletti la forma è attualmente la figura umana e il suo movente è, evidentemente, Eros. Testo di Salvatore Russo Al centro dell'indagine pittorica di Carlotta Castelletti c'è la Donna che racconta se stessa. Un Universo femminile dove a parlare sono figure che trovano nella rappresentazione del non detto la loro Essenza. Donne dai lineamenti ben definiti e "tempestate" di segni che invadono il loro corpo. A livello cromatico l'artista predilige colori tra loro antinomici che tendono a mettere in risalto l'essenzialità del tratto pittorico. Carlotta Castelletti va oltre la pura figurazione accademica, per ritrovare nei sentimenti dell'anima i valori espressi attraverso le sue pennellate. I suoi soggetti femminili, dal volto angelico, appaiono in ogni sua rappresentazione allo stesso tempo femme fatale e portatrici di dubbi e misteri amletici. Un universo, quello femminile, che è difficilmente interpretabile. Le sue Donne, così sicure e provocanti, sono portatrici di grandi segreti. I temi trattati fanno dell'artista una profonda conoscitrice della Donna Metropolitana, della Donna che vive in questa società e cerca di alienarsi da essa. Una pittura che si fa carico dei sentimenti più profondi che, con una naturale eleganza, vengono riportati in scena.

EVENTI EVENTI SELEZIONE 2011 "Micro2", Collettiva Internazionale, Ass. Culturale Circuiti Dinamici, Milano; "Micro2", Collettiva Internazionale, Galleria L'Acanto, Milano; "Micro2", Collettiva Internazionale, Galleria Zamenhof, Milano; "Micro2", Collettiva Internazionale, Sassetti cultura L'isola d'Arte, Milano; "Il bello delle donne", Collettiva Internazionale, Galleria Spazio San Giorgio, Bologna; "Entrata d'Emergenza2", Collettiva Nazionale, Bar Sartea, Vicenza; "People-Magma MedMuseum", Collettiva Internazionale, Associazione Culturale Area 51, Palermo; "Athens Art 2011-International Arts Festival 2011", Esposizine Travelgallery, Vienna, Austria; "Onde D'urto", Collettiva Internazionale, Museo d'Arte Contemporanea MAGMA MED, Roccamonfina, Caserta. 2010 "Nel cuore di Venezia", Collettiva, Chiesetta di Maria Ausiliatrice, Venezia; "Collettiva Internaz.", Ass. Culturale Azimut IoEspongo, Pastis Torino; "Fiera Padova", Galleria Art Giò Art, Lucca; "Collettiva Internaz.", Galleria Il Tempio, Palermo; "Humans Right", Collettiva Internazionale, Fondazione Campana ai caduti, Rovereto, Trento; "AthensArt 2010", International Art Exibition-Centre of arts 4 Seasons, Atene; "Global Garden", Evento collaterale, 12A Biennale di Architettura, Venezia.



MARIA CECCHELLA

Maria Cecchella è nata a Conegliano. Vive e lavora a Mirano. Testo di Maria Cecchella Traballanti seggioline emergono nella nebbia. Imperfette e differenti, sono protagoniste indiscusse di un silente dialogo. Il rosso del morbido cuscino o di qualche dettaglio spicca nel contesto quasi monocromatico. Lo spazio sfuocato e desolato allude ad infinite realtà in cui le sedie diventano le sole protagoniste di uno scenario immaginario e surreale, a tratti inquietante. Visioni sfuocate in cui La nebbia pare inghiottire tutto trasfigurando irrimediabilmente paesaggi e dettagli. L'intuito è chiamato in causa a ricostruire il possibile contesto. Interni vuoti e silenti nei quali s’insinua sottilmente un senso di assenza e di attesa.

ESPOSIZIONI 2011 Personale, Villa Belvedere, Mirano. 2002 "Alimentarte", Collettiva, Villa Widman Foscari, Mira, Venezia. 2001 "Le stanze di Ettore", Collettiva borsisti Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; "Hic et Nunc", Collettiva, S.Vito al Tagliamento; "Fuori Campo", Collettiva, Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia; "Inalgò", Pordenone. 2000 "Ricerche in Campo", collettiva, Accademia di Belle Arti, Venezia; "84ma Mostra Collettiva Bevilacqua La Masa", prima classificata, Venezia. 1999 "83ma Mostra Collettiva Bevilacqua La Masa", Ex Macello, Padova.



SONIA CECCOTTI

Sonia Ceccotti è nata a Vicopisano. Vive e lavora a Varese.

Per un’estetica del riciclo Testo di Barbara Meneghel Per Sonia Ceccotti riciclare significa, immediatamente e semplicemente, fare riferimento a qualcosa di già utilizzato: i soggetti scelti per la sua ritrattistica intensa e minimale sono infatti già stati inseriti in precedenti lavori pittorici. A comparire sulle tele erano allora l’artista stessa, gli affetti familiari, ma anche immagini femminili tratte da internet in base a scelte meramente estetiche. E ancora questi sono i protagonisti del disegno a carboncino, la nuova scelta tecnica dell’artista per la sua produzione. I supporti, di varie dimensioni, sono interpretati da volti intensi e sguardi espressivi, da sorrisi e malinconie, da un’umanità spesso più personale che intima colta in vari momenti della propria espressività. Ora è l’artista stessa letta con un miscuglio di sincerità estetica e distanza analitica da sé, ora è la malizia di una sconosciuta, ora una risata infantile, ora il volto noto che rassicura chi guarda. Il concetto del riciclaggio non riguarda soltanto il riutilizzo dei protagonisti figurativi, retaggio dei propri paralleli percorsi pittorici, ma rimanda anche alla scelta di inserire nel disegno stralci d’elementi “poveri”. Si tratta di materie tratte direttamente dalla vita quotidiana, in particolare dal materiale da imballaggio. Il recupero della materia dialoga con la vita stessa, muovendosi in una precisa direzione: quella della riabilitazione del “basso” in senso nietzschiano, di qualcosa che altrimenti verrebbe fisicamente scartato e svalutato. Non necessariamente e non solo si fa arte con le materie dell’arte, ma anche con quelle del vissuto terreno dell’uomo. Il più “sporco” e il più “basso”, se necessario. L’artista ama giocare sull’ambiguità di una casualità pilotata nell’inserire la materia, tale per cui alcune parti anatomiche vengono letteralmente mangiate, portate via da quel “disturbo” in arrivo. Si crea quindi anche un dialogo tra presenza e assenza, tra celare e nascondere all’interno dell’opera stessa che chiama in causa, non solo l’aspetto artigianale del “fare”, ma anche un certo bisogno intimo dell’autrice di mettere in campo la propria esperienza, il proprio vissuto.

SOLO 2011 "Solo show", Galleria De’ Bonis, Reggio Emilia; "Anime Fragili", Paolo Cappelletti Gallery, Milano; "Side A-Side B", a cura di Viviana Siviero, Spazio Anna Breda, Padova. 2009 "Magicabula", a cura di E. Canegrati, Galleria Arte in Movimento, Forte dei Marmi (LU); "Facce Riciclate", a cura di Barbara Meneghel, Galleria GiaMaArt Studio, Vitulano (BN). 2006 "Sò", a cura di Luca Beatrice, Galleria Angel Art Gallery, Milano. 2005 "Intimità", a cura di Roberto Borghi, ex palazzo della Filanda ,Cornaredo, Angel Art Gallery, Milano. 1999 "Argomenti", Palazzo Comunale, San Vincenzo, Livorno. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Il Bosco d’Amore", omaggio a Renato Guttuso, Palazzo Valle, Fondazione Puglisi Cosentino, Catania; "ArtBrescia| biennale internazionale dell’arte contemporanea", Musei Mazzucchelli, Brescia; "stARTup, Coltiviamo Creatività", a cura di Roberto Ronca, Castello di Acaya, (LE); "Seven - Accidia", a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, (NA); "Seven- Invidia", a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano (NA).



ANDREA CIPELLI

Andrea Cipelli è nato a Bergamo, dove vive e lavora.

Ghost Testo di Andrea Cipelli Il termine ghost, sta ad indicare il ricordo, quello che, per un essere umano durante la sua esistenza, viene identificato con memoria. Sono immagini da paesaggistiche a figurative, che appaiono all'occhio dello spettatore, come un vedo non vedo, in cui voglio volutamente far emergere il concetto di spirito di un ricordo, quindi una sorta di dolce fantasma. A livello tecnico appaiono come delle macchie d’olio su carta, dando un’elementare percezione materica e visiva che fa emergere un ricordo dell'immagine, lo spirito dell'immagine.

ESPOSIZIONI 2009 Esposizione personale, vecchio mulino, Bormio 2008 Performance artistica e esposizione presso salone haus porche, Milano; 2005 Sotheby's Milano, asta di beneficenza, Sabera Foundation.



MATTIA CLERI POLIDORI

Mattia Cleri Polidori è nato a Roma, dove vive e lavora. Testo di Mattia Cleri Polidori L'estetica è per la società umana e l'individuo funzione motrice dell'evoluzione del pensiero, e della percezione della realtà. La realtà, che è l'oggetto d’ogni opera, è il divenire di fenomeni in costante evoluzione in cui il pensiero e la tecnica individuano un sistema, un organismo di simboli che diventa, in ultima analisi, allegoria del processo in divenire del reale. La metamorfosi del significato nella forma del significante, quell'accostamento metafisico che ha raccontato Ducasse, e che Banchot ha identificato nell'ironia, è la dimostrazione delle contraddizioni che il pensiero rileva dallo studio dell'esistente. Sulla tela devo vedere quel conflitto che è alla base della costante lotta evolutiva, una tragedia in cui ottica, geometria, matematica sono gli attori. La superficie della tela è l'epidermide del pensiero. L'indulgenza al classicismo, le velature, le matematiche auree della composizione sono strumenti della figurazione irrinunciabili, come lo sono la costante sperimentazione di supporto e imprimiture, e dell'uso della grafica, nel disegno e nella stampa su tela. Anche la tecnica “diviene”, muta ed evolve in un’eterna perfettibilità. La Drammaticità dell'esistenza è nella percezione fondamentalmente ironica della sua casualità e della sua mutevolezza, e l'arte è forse l'unico strumento del pensiero capace di arginare l'esondazione del terrore che questa consapevolezza comporta.

ESPOSIZIONI "I demoni", mostra personale, Intrinsics Gallery, Castel Sant'Elia, VT. “Premio Nazionale delle Arti”, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Collettive e performances, Accademia di Belle Arti di Roma, Università La Sapienza di Roma, Associazione culturale "Momer", "100 artisti per Kimbau", "Marte Live”.



FLORA CONTOLI

Flora Contoli è nata a Roma dove vive e lavora. Testo di Mario Nicosia Flora Contoli, abile fotografa, padrona della tecnica, elabora attraverso l'immaginazione scatti di ottima fattura nei quali accosta, con perfetta sincronia, effetti policromi e giochi di luci ed ombre. Il tema preferito della Contoli è cogliere la quotidianità, con le sue angosce, paure, incertezze, ma anche speranze. Le sue fotografie invitano a contemplare le bellezze della natura, a riflettere sulle chiusure nelle quali l'animo umano è costretto a vivere nell'arco della propria esistenza. Le sbarre ne sono un esempio, ma al di là di esse l'artista, con creatività e slanci di ottimismo, trasmette al fruitore la voglia di migrare verso orizzonti liberi, di dialogare, di conoscere, di andare oltre la consuetudine ed il prevedibile. Contoli, attraverso la macchina fotografica, fissa con scatti decisi e cromatici la propria crescita spirituale, l'originalità, la ricerca continua, che la portano ad essere collocata nel meraviglioso ed eclettico Parnaso dell'Arte. Testo di Silvano Agosti Sono fotografie pittoriche che sembrano inoltrarsi in zone sconosciute della realtà, alle quali si può applicare la bella definizione di Dante della pittura concepita come "visibile parlare". Paesaggi, creature, volti, autoritratti, come il viso spalancato dell'autoritratto "Dentro", in cui l'autrice offre se stessa nelle due componenti espressive: quella di una poetica visiva delle immagini e quella del mistero che si cela nell'aggregarsi poetico delle parole. Nelle parole traspare, infatti, il suggerimento di affidarsi alle immagini, appena accennate nella loro identità, con sguardo innocente, tinto d’infanzia. Nelle immagini, la necessità di "dipingere" la realtà usando la realtà stessa è la chiave preziosa per interpretare sia i componimenti poetici, sia le illustrazioni, così perfettamente adatte alla semplicità. Una semplicità che ricorda l'ineffabile poetica di Nazim Hikmet.

SOLO 2010 "Nylon", curatore Mario Nicosia, Saxophone, Roma. 2008 "Natura Urbana", curatore Mario Nicosia, Libreria Fuorilemura, Roma. 2007 "Fotograph for people", Terra Futura, Firenze; "Foto alla luna", Notte bianca della Solidarietà, Roma; "Ab Imis-parole e immagini per raccontare il manicomio, Santa Maria della Pietà, Roma. 2006 "Roma in bianco e nero", centro sociale Strike, Roma. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Taxilady", mostra fotografica in un taxi, Esc atelier, Roma; "Presenze" mostra fotografica in un taxi, Forte Prenestino, Roma; "Occhirossi", Festival indipendente di fotografia, III edizione, Forte Prenestino, Roma. 2010 "Occhirossi", Festival indipendente di fotografia, II edizione, Forte Prenestino, Roma; "Atlanta 7", mostra fotografica in un taxi, San Lorenzo in piazza, Roma; "Random", mostra fotografica, Gin@tonic, Roma. 2008 "Technè III", a cura del comitato artistico S. Maria della Pietà, Santa Maria della pietà, Roma; "Artedonna", a cura direzione artistica Pentart, galleria Pentart, Roma; "Commercial-art", a cura direzione artistica Pentart, galleria Pentart, Roma; "Lunge-art", a cura direzione artistica Pentart, Sheraton, Roma. 2007 "Technè II", a cura del comitato artistico S. Maria della Pietà, Santa Maria della Pietà, Roma;



FRANCESCO CORBETTA

Francesco Corbetta è nato a Como dove vive e lavora.

FRANCESCO CORBETTA-LE LEZIONI AMERICANE Testo di Vera Agosti Le principali fonti d'ispirazione di Francesco Corbetta? Pittura, cinema, pubblicità e letteratura. Se delle arti figurative e dell’advertising si è già diffusamente parlato in altre sedi - ricordiamo ad esempio che l’artista si ispira al cubismo e al futurismo, nella ricerca compositiva e nella scelta tematica, nonché nell’amore esasperato per il colore - meno evidente e meno consueta risulta l’influenza letteraria. Eppure, come spiega Corbetta stesso, il suo lavoro tenta di rispettare i suggerimenti delle lezioni americane di Italo Calvino, naturalmente non attraverso la narrazione letteraria ma tramite l’immagine fotografica. Le lezioni americane in realtà non si sono mai tenute perché Calvino muore nel settembre del 1985, prima di recarsi presso l’Università di Harvard, dove era atteso in autunno per le famose Norton Lectures. Lo scrittore tuttavia prepara un libro: "Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio", in cui racchiude i suoi insegnamenti, che viene pubblicato postumo nel 1988, incompleto solo del materiale per l’ultima conferenza. Nel volume spiega la sua predilezione per i testi brevi e il fascino che la nascente informatica esercita su di lui, ma soprattutto enuncia alcuni valori che ritiene centrali per la nuova letteratura e che Francesco Corbetta fa propri per la sua arte, talvolta elaborandoli in chiave soggettiva. LEGGEREZZA. Lievi appunto sono le figure di Francesco Corbetta. I personaggi in particolare sembrano visioni evanescenti ed aeree, spesso nelle tonalità dell’azzurro e del violetto. RAPIDITA’. La fotografia è per eccellenza il mezzo che coglie l’attimo, la rapidità dell’istante e del movimento. L’artista concentrandosi sul tema della comunicazione nell’area urbana non può che confrontarsi con il ritmo serrato della metropoli. ESATTEZZA. Dei dettagli, delle situazioni, dei movimenti. Nelle immagini di Corbetta molto è sfocato e indistinto per creare la giusta atmosfera, ma i particolari significativi sono ben identificabili, caricandosi di maggiore rilievo. VISIBILITA’. Del generale e del particolare. MOLTEPLICITA’. Corbetta ama soprattutto la massa, la gente che si muove, lavora, s’incontra in uno scenario spesso ricco e sfaccettato. COERENZA. L’unica lezione non ultimata da Calvino. E’ l’unità della composizione del racconto che l’artista sviluppa per immagini, anche quando la visione si fa poetica e onirica.

SOLO 2011 "Francesco Corbetta, fotografie", Spazio Kryptos architettura arte design, Milano. 2010 "Francesco Corbetta, raccolta fotografica, 7,24 x 0,26", Gallery/Grazia Neri, Milano. 2009 "Francesco Corbetta", presentazione Spazio Cinema Anteo, in collaborazione con Wannabee, Milano. 2008 "Il sogno di una città psichedelica", Diamond Gallery, Morcote, Lugano. 2006 "Como Città Oltre Molteplici Orizzonti", S.Pietro in Atrio, Como. 2004 "Omaggio a Terragni", Fondazione Terragni, Villa Comunale, Erba, Como. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Mantero, Cento Anni d’Architettura", Spazio Culturale A.Ratti (Ex Chiesa S.Francesco), Como. 2010 "Archiviarti", Fabbrica Borroni, Milano; "Tremuit Terra", Spazio Taccori, Milano; "Tie Art", Designdiffusion Edizioni/Fitzcarraldo, Milano; "Tie Art", On Air, Como. 2009 "Una mano per AIL", Palazzo Clerici Christie's, Milano; "ComoContemporaryContest", Pinacoteca, Como; "1000 artisti a Palazzo", Palazzo Arese, Cesano Maderno, Milano. 2008 "ComOn ArtProject", Villa del Grumello, Como; "80 Artisti a Palazzo", Palazzo Giovannelli, Venezia; "ExpoLissone08", in collaborazione Museo Arte Contemporanea Lissone e FIAF; "Hanging Around", Progetto Europeo, Centro Arte e Cultura, Modena;



ELENA DEL FABBRO

Elena Del Fabbro è nata a Udine dove vive e lavora. Testo di Elena Del Fabbro Negli anni, da quelli milanesi in poi, sono passata da un'attenzione per le persone, per ciò che si può leggere della loro storia da ciò che si vede, ad un'attenzione per le relazioni. Mi ossessionano i rapporti e i legami e soprattutto la dimensione della dignità. E' raro che inizi qualcosa che abbia un senso per me partendo dal foglio bianco, ma sono piuttosto tentata a pescare tra le mie cose vecchie abbozzate o non finite, fatte per caso durante gli anni di "incubazione" per poi puntare a dar una dignità a ciò che mi sembra abbandonato e lasciato lì senza valore cercando di trasformalo in un cigno. Salvare, riparare, dare una dimensione, uno spazio, un contesto. Per fare le commistioni uso il computer proprio perché mi permette di unire supporti, tecniche e concetti non omogenei e partiti come qualcosa di diverso dal loro punto di arrivo(?). Punto d’arrivo che non "arriva" mai in quanto la maggior parte delle opere vengono ciclicamente re-impastate in qualcosa di diverso. Incamerate e vomitate per essere reintrodotte e rielaborate nuovamente. Mi scuso per questo termine poco elegante, ma è l'unico che dà una giusta idea del processo. Posso aggiungere che il mio procedimento è maniacale in quanto la ricerca del particolare è fondamentale nell'ottica globale dei simbolismi presenti nell'opera e questo è il motivo per cui le opere sono generalmente di grandi dimensioni e le riproduzioni a video mutilano la fruizione dell'opera che andrebbe vista nelle sue dimensioni effettive.

ESPOSIZIONI SELEZIONE 2011 Finalista concorso, Limner Gallery, mostra "Surreal Visions", Limner Gallery, Hudson/N.Y; Finalista concorso "Art is clear", "spazio arte", festival "Balla coi cinghiali", Savona (catalogo); "Collettiva d'estate", Galleria Maelstrom, Milano; Finalista "Combat Prize" (sezione disegno), Bottini dell'olio, Livorno (catalogo); Selezionata dalla Limner Gallery di Hudson/N.Y. per essere presente con "4 pagine" nell'annuario "Direct Art" edito negli Stati Uniti; Invitata a partecipare con un'opera appositamente realizzata, alla mostra celebrativa dei 150 anni dell'Unità d'Italia presso gli Archivi di Stato di Novara, a cura di Vittorio Tonon (catalogo); Finalista concorso “About painting" con mostra alla Galleria Metropolitana di Gorizia, a cura di Alice Ginaldi e Eva Comuzzi. 2010 "Marilyn no more", Galleria Wannabee, Milano; "Ecobrain: immaginazione, pensiero, stimolo di energie", Ecomondo/Rimini Fiere, a cura di Martina Cavallarin; "Lidris", Rivignano (Ud), a cura di Eva Comuzzi; finalista "Arte 2010",rivista Arte, Palazzo della Permanente, Milano (Catalogo dell'Arte Moderna 2010 - Editoriale Giorgio Mondadori); finalista premio Wannabee Gallery, Galleria Wannabee, Milano (catalogo); Opera per il calendario dell'Associazione Donatori di Organi (A.D.O.) della regione FVG, mostra "L'arte del dono”, Galleria La Loggia, Udine (catalogo/calendario); selezionata, Videoart festival, festante, Galleria Macro Testaccio "La Pelanda" -

Museo di arte contemporanea Roma, Ravello LAB Torre Maggiore di Villa San Rufolo (Ravello), Forum Ancona, Triennale Milano; "Canvas", Museo Casa Cima, Conegliano, a cura di Carlo Sala; finalista concorso "Artefatto 2010-Candy World", Trieste (catalogo); "Indigenous factory", Katy House Gallery, Monfalcone, a cura di Alice Ginaldi (catalogo); finalista, quarto premio internazionale "Arte Laguna", Tese dell'Arsenale, Venezia (catalogo).



ANGELA DIBIASE

Angela Dibiase è nata a Velbert (Germania), vive e lavora a Milano. Laureata in Lettere moderne, appassionata d’arte, letteratura francese e Beat Generation, ha lavorato in diverse aziende. Il suo hobby è la pittura. Una pittura strafottente e pungente, come lei. Ha frequentato i corsi di Pittura presso la Nuova Accademia di Belle Arti - NABA di Milano.



PAOLO FERRANTE

Paolo Ferrante è nato a Galatina. Vive e studia a Milano

SOLO 2010 “Spot” alla Art&Ars Gallery, Galatina. COLLETTIVE 2007 “Prima Parete”, Confindustria, Lecce; “Le accademia per il Beato Angelico”, Galleria La Pigna, Roma. 2008 “Expo Art”, Bari. 2009 “Pe(n)sa differente – festeggia il tuo peso naturale”, Fondo Verri, Lecce.



SABA FERRARI

Saba Ferrari è nata a Verona dove vive e lavora. Testo di Saba Ferrari

Nothing lasts, nothing is finished, nothing is perfect". Mu. Un monaco chiese a Joshu, un maestro Zen cinese: Un cane ha la natura del Buddha o no?. Joshu rispose "Mu. Che cos'è mu? Né...né... Talvolta mi ritrovo nel mezzo, senza ben capire come ci sono arrivata. Lì nel mezzo sono ferma, sembro immobile, ma lentamente mi muovo un poco. Nel mezzo non posso né andare avanti né tornare indietro, né inghiottire né sputare. Sto ferma, e la mia testa è vuota. Guardo, ma non penso. Il vuoto è la condizione necessaria, naturale conseguenza ai momenti attivi, inizio di nuova creazione. Il disfacimento e la dissoluzione della materia, l'azione che il tempo compie su tutto e tutti: sono questi i temi centrali della mia produzione pittorica e fotografica più recente, l'osservare un niente che è anche vuoto. Si tratta comunque di un qualcosa di positivo: il vuoto interiore, ottenuto con la meditazione, non può che essere ricettivo, e quindi occasione di crescita. Osservare le cose che lentamente scompaiono, accettare la dissoluzione inevitabile: non è rassegnazione, bensì presa di coscienza di appartenere ad un ciclo immenso. Cogliere l'ultimo respiro, un attimo prima della fine; né ancora vivo, né del tutto andato. Un istante. Che cosa c'è da capire? C'è solo da accettare. Accettare, non subire. Assimilare, non sottostare. Assecondare, non sottomettersi. Lasciarsi fluire, arrivare e ripartire. Nel silenzio, cogliere il respiro delle cose.

SOLO 2011 "Nothing", ACI, Verona. 2010 "Nothing lasts, nothing is finished, nothing is perfect", Sala Birolli, Verona; "Giovani in Arte 2010", Comune di Verona; Galleria Magazzini dell'Arte, Crema. 2009 "Trasformazione/dissoluzione", Fuoricorso Caffè, Verona; "Vasi (dissoluzione)", Libreria Gheduzzi, Verona. 2008 "Vasi (dissoluzione)", Sala Birolli, Verona; "Giovani in Arte 2008", rassegna, Comune di Verona. 2007 "Vasi", DeKamer Caffè, Verona, a cura della Galleria Selezione Arte di Verona; "Tracce sulla pelle", GlaxoSmithKline, in collaborazione con Accademia Cignaroli, Verona; "Fotografie", Fuoricorso Caffè, Verona; "Tracce sulla pelle", Art&Chocolate, Verona; "piccoli Vasi", Fuoricorso Caffè, Verona; "Vasi", Espocafè, Accademia Cignaroli, Verona. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Talent show 2011: FotoArte", Piazza Pradaval, Verona, a cura dell'Accademia di Belle Arti Cignaroli, Verona; "Micro2", Circuiti Dinamici, Abbiategrasso (MI); Galleria L'acanto, Milano; “Sassetti Cultura - L'Isola d'arte”, Milano; Galleria Zamenhof, Milano; "Inbusta l'arte", White Art Gallery, Merano;



GRETHE FRENEZ

Grethe Frenez è nata a Trento. Testo di Grethe Frenez Nelle mie composizioni fotografiche immagino di essere una radio rotta che, saltando di continuo di frequenza in frequenza, fa intuire musiche passate, presenti e sconosciute senza concedere ad esse un'appartenenza. Si tratta di opere sperimentali che si sviluppano attraverso mutevoli linguaggi, sia tecnici che concettuali, e tramite l’uso di differenti materiali - metalli, resine, materiali plastici- in un insieme ed alternanza di scrittura, pittura, fotografia. L'idea è di trasmettere il confronto e lo scarto che intercorre tra diverse dimensioni (siano esse temporali, spaziali, mentali, emotive, creative) intrecciate tra loro in un’unica rappresentazione intuitiva, che possa autonomamente proseguire nella singolare interpretazione di ogni osservatore. Di seguito riporto il testo che, a mio avviso, sintetizza il mio lavoro, anche se in modo leggermente più astratto.

ESPOSIZIONI 2010 "Frequenzaventiquattro Series", rassegna Meid Seriesha, personale fotografia e pittura, Volta Mantovana, a cura di Sisina Augusta; "Astrazioni ed empatie", nell'ambito di Meid Series, personale, exOlieficio Costa, Rovereto. 2009 "Alchimie dell’Arte", collettiva, Palazzo della Ragione, Verona, organizzata dal Centro Franca Martini, a cura di Daniela Rosi.



EGLE GIULIANI

Egle Giuliani è nata a Corridonia (Mc), vive e lavora a Sassari.

ESPOSIZIONI 2011 "LA MATERIA E LO SPIRITO", Concorso Internazionale di pittura, scultura e grafica, premio di segnalazione speciale e di merito, LA SPADARINA, Piacenza. 2010 "Personnes", Mostra personale, Galleria Privata, Sassari. 1996 Mostra collettiva "Giochi D’Artista", Associazione

Danzamusicateatro,

International

Mail-art

Project

manifestazione a cura di Assunta Pittaluga e Italo Medda; "Poeti e scrittori Sardi", ex casa Collu, chiesa di San Giuliano, Selargius (Ca).



PATRICIA GLAUSER

Patricia Glauser è nata in Colombia. Vive e lavora Firenze. Testo di Patricia Glauser Sin dai miei primi lavori, gli elementi essenziali del quadro sono un motivo di riflessione. Considero che la tela non ha solo la funzione di supporto sul quale sono estesi disegni e colori, ma può anche giocare un ruolo definitivo nella composizione del quadro stesso. La tela per esempio, gioca di nuovo un ruolo principale nel farsi forma e figura. Il colore che essendo molto presente, non ha più il ruolo di costruire la forma, né di trasmettere un’emozione o una sensazione, è un bianco assoluto, puro, essenziale e sintetico. In più svelo l'altro componente dei quadri: il legno (telaio), che non solo da struttura, ma partecipa attivamente nella composizione. In questo modo "i quadri" diventano un oggetto tra pittura e scultura, dunque un'installazione. Il risultato sono forme e figure fatte a partire dalla tela, che si presenta anche come un "abito"(vestito) che copre ed allo stesso tempo scopre. Sono forme che ricordano il corpo umano o i suoi organi interni. Una tela-abito, che prende forma, tra materia ed energia.

SOLO 2010 "Insight Outside", Galleria Lato, Prato. 2007 "Un parcours a deux temps", Wavre, Belgio; “L’orange Bleu”, Dion - Valmont, Belgio. COLLETTIVE COLL ETTIVE 2011 "Oniricum", Museo della Specola, Firenze; "Artdesign week", Galleria Bardi Contemporanea, Firenze. 2009 "Verde que te quiero verde", (Public art), Firenze; Presentazione lavori finali, D’A Spazio D’arte, Empoli, Firenze; "Communication box", (video istallazione), Firenze. 2007 "Les fêtes de SanMartin", Nethen, Belgio; "Concorso Epifania 2007", Galleria Eustachi, Milano. 2004 "Profezie di bellezza 4", Caffé Storico Letterario Giubbe Rosse, Firenze; Mostra di Pittura, ex Chiesa di San Carlo di Barnabisti, Firenze. 2003 "Accademia in mostra", Accademia di Belle Arti, Firenze. 2000 "Morfica", Sede espositiva Parterre, Firenze.



IDA HARM

Ida Harm è nata a Venezia. Vive e lavora a Padova. Ida Harm riesce a fondere poesia, arte e natura in immagini esteticamente rassicuranti che sembrano riaffiorare dai nostri ricordi. Pomeriggi estivi passati a leggere all'ombra di un grande albero, cullati da un dolce torpore; l'erba fresca sotto i nostri piedi arabescata da chiazze di chiaroscuro, il baluginare della luce del sole che a tratti illumina le pagine del libro. Facendo tesoro dell'esperienza impressionista, Ida Harm dipinge a piccoli tocchi e con pennellate puntuali; le figure, prive di contorni, sembrano liquefarsi una nell'altra ed emergono per puro contrasto cromatico; i colori non sono reali ma realistici, traducendo sulla tela l'impressione della realtà così come “appare” ai nostri occhi e non come "è" in modo oggettivo. Parole e versi di poesie, haiku, Mantra sono presenti in filigrana dietro alla pittura ed emergono come un canto lontano portato dal vento attraverso lo stormire delle foglie. Al centro della scena c'è l'albero, protagonista assoluto della pittura, a cui sovente fanno compagnia pochi segni antropici: altalene, dondoli e panchine quasi a simboleggiare i due estremi della vita, infanzia e vecchiaia. Mentre la nostra vita corre velocemente da un estremo all'altro, quella dell'albero disegna una parabola ampia che abbraccia più generazioni unificandole sotto la sua silenziosa presenza di metafora viva. La figura umana, iconograficamente assente, si percepisce nei dettagli; i rari oggetti e l'aspetto curato e non selvaggio della vegetazione alludono ad una natura familiare e accogliente come quella dei boschi e delle campagne poco fuori città. L'albero rappresenta la perfetta armonizzazione tra maschile e femminile, forza e delicatezza. Nell'Anno Internazionale delle Foreste la celebrazione che Ida Harm dedica agli alberi sembra quasi una sorta di monito, al rispetto e alla tutela del patrimonio di risorse e ricchezze costituito dagli alberi.

SOLO 2011 "Trees, Gardens, Forests", Galleria Rustico, Albarella (RO); "Alberi", CremonaBooks, Cremona. 2010 Galleria Civica Brunico (Seebok Haus). 2007 Galleria Civica, Salò (BS). COLLETTIVE COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Fiera Antiquaria", Trieste; "Arte Fiera", Piacenza; "Arte Fiera", Padova; "Alberi Boschi Foreste", Galleria Civica, Brunico; "Fiera Antiquaria", Padova; "Arte Fiera", Pordenone; "ShowRoom Questarte", permanente, Dolo (Ve). 2010 "Arte Fiera Internazionale", Innsbruck; "Arte Fiera", Pordenone; "Fiera Antiquaria", Trieste; "Immaginaria", Reggio Emilia; "Arte Fiera", Longarone. 2009 "Arte Fiera", Innsbruck; "Immaginaria" Reggio Emilia; 2008 "Arte Fiera Contemporanea", Padova;"Arte Fiera Internazionale", Innsbruck;"Immaginaria", Reggio Emilia; "Galleria Civica", Salò (BS); Fiera d'Arte Contemporanea, Brescia.



SILVIA INFRANCO

Silvia Infranco è nata a Belluno. Vive e lavora a Bologna Testo di Evelina Reolon Nella destrutturazione degli oggetti e nella particolare organizzazione geometrica dello spazio, si possono trovare echi della lezione cubista, ma anche richiami all’espressionismo e al decorativismo di Klimt nella scelta dei preziosi colori. L’artista denota un’estrema versatilità e capacità di operare sintesi di stili diversi, adoperando tecniche compositive appropriate alle tematiche via via sviluppate. La sua è una pittura “intellettuale” che prende ispirazione da brani di letteratura, di psicologia e dalla musica di Johan Sebastian Bach o Chopin. Il gioco delle linee e della luce forma architetture e spazi che danno voce all’ineffabile dei concetti filosofici o psicologici, oppure alle magiche e ricche atmosfere dell’opera di V. Hugo. I suoi fantastici ed enigmatici dipinti richiedono una continua re-interpretazione del soggetto: appena si crede di averne decifrato il contenuto ci si accorge di un nuovo elemento che mette in discussione il risultato e sollecita una nuova soluzione interpretativa. E’ durante quest’esercizio che entriamo dentro il quadro e, dimentichi di tutto, assaporiamo il messaggio estetico offertoci. I colori usati sono appropriati all’idea e alle emozioni che vuole trasmettere: rossi, arancioni, blu cobalto, viola quando il pathos è forte e sono catturate le sensazioni prodotte dai prodigiosi spettacoli della natura; gialli, ocra e molteplici tonalità di grigio quando la tematica è psicologica. Il colore, declinato in diverse tonalità è un importante legame tra il reale e l’immateriale e costituisce l'esperienza essenziale dell'arte, la vera forza spirituale in grado di trasformare l'atmosfera del dipinto". Testo di Francesca Lauria Pinter Silvia Infranco si propone senza forzature, in forme espressive rivolte ad un'esperienza estetica in cui nello spazio, partecipe contenitore, segno e cromatismo si dosano nella consapevolezza della trama. Sono brani di astrazione che conservano una nervatura figurativa coinvolta in seducenti sintesi in cui collage, assemblaggi, spianate di luce e richiami di colore si impegnano in un gioco di scambievole epifania. Il tutto si eleva a contenuto culturale in cui idea ed immaginazione si rincorrono, supportati dall'immediatezza del moto dell'anima e dalla preziosità del pensiero.

SOLO 2011 "LU(me)MENTO", Castello Manservisi, Castelluccio di Porretta Terme, Bologna, a cura di E.Manes. 2009 "Astrazioni e lirismo", Sala Consiliare del Municipio, S.Stefano di Cadore, Belluno, a cura di F.L.Pinter e E.Reolon. 2008 "Racconti di luce", Rassegna d’arte Belluno al Cubo, Palazzo Crepadona, Belluno, a cura di R.Da Ros. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Art Brescia-Biennale Internazionale Arte Contemporanea", Sez. Artisti Young, Piccolo Miglio, Castello di Brescia, a cura di A. Azzoni, V.Fabbri; "LORENZAGO APERTA 2011", 11^ed., Oratorio, Lorenzago di Cadore, a cura di V.Vecelio; "SATURA", Palazzo Stella, Genova, a cura di M.Mallamaci, M.Napoli, M.Pepe; "Spazio S. Giorgio", Galleria Spazio S. Giorgio, Bologna, curatrice: M.Campaner. 2010 "SATURAPRIZE 2010", Palazzo Stella, Genova, a cura di M.Mallamaci, M.Napoli, M.Pepe; "micro e MACRO", Galleria Vista, Roma, curatrice Marina ZattaSoqquadro; “MUSAE 2010”, Puglia, Castelnuovo della Daunia, Palazzo Comunale, Montecorvino, Palazzo Ducale, a cura di S. Martoccia; “MUSAE 2010”, Milano, Spazio MUSAE, Milano, a cura di S. Martoccia, City Management; "Ide-Azione In-Forme", C.Cryons de couleurs, Teatro Furio Camillo, Roma, a cura di P.Delfino; "Allunaggio 40 anno dopo", Omaggio a Maurice Henry, Fondazione d’Ars Signorini, Studio D’Ars, Milano, a cura di M.G. Chiesa; "Moda in Cornice", evento ideato da L.Reffo e F.L.Pinter, patrocinio del Comune di Belluno, Auditorium, Belluno.



LUCIA LAMBERTI

Lucia Lamberti è nata a Salerno, vive e lavora tra Salerno e Bologna. Testo di Lucia Lamberti Le opere che ho presentato al concorso fanno parte di differenti serie, dedicate a specifiche tematiche. Tutte sono realizzate ad acquerello su carta.

Ciclo "Girls and Guns". L’intero ciclo è stato realizzato da un immenso archivio di fotogrammi online, raffiguranti scene di film in cui compare una donna armata. La serie nello specifico è dedicata al cosiddetto filone "Asian".

Ciclo “Smokers” To Smoke - Il primo ricordo che ho del fumo è l’odore sulle mani di mio padre. Arrivava a casa dal lavoro, dopo aver guidato l’autobus e aver fumato un pacchetto di sigarette, o forse due, nel traffico. Io ero piccola e mi ricordo la cosa più vicina all’altezza del mio naso, le sue mani e il lembo del cappotto. L’altro ricordo del fumo che ho è legato ai giardini sotto casa (I “giardinetti”, come li chiamavamo). C’erano i ragazzi più grandi che ci mandavano dal tabaccaio a comprare le sigarette che non esistevano: le Marlboro blu. Fumare è un gesto che appartiene al quotidiano di moltissimi. Forse non c’è un popolo sulla terra che non fumi, che non abbia tra i suoi qualcuno che aspiri del tabacco acceso. Partita a caccia di fumatori, con il mio apparecchio digitale. per immortalare questo gesto condiviso, questa ritualità laica diffusa ovunque nel mondo. Mi affascinano le azioni del quotidiano ripetute da milioni di esseri umani. Trovo tutto questo di una forte religiosità intrinseca. La sigaretta la intendo come un bastoncino d’incenso acceso per la meditazione. Una propria, personalissima e avvoltolata meditazione. Il fumo si leva a spaventare le paranoie, la tensione, gli irrigidimenti.

Ciclo"Mancanza d’applicazione" Fotografie scattate ad una modella non professionista. Le pose non sono state studiate, ho lasciato libera la persona di muoversi indipendentemente dalla mia volontà, perché esprimesse senza impedimenti il proprio atteggiamento corporeo.

SOLO 2011 "Landscape paintings", Galleria delle Cornici, Venezia, curata da Martina Cavallarin. 2009 "Prénom Vincent-Vincenzo", Consolato d’Italia, Bruxelles, curata da A. Tolve. 2006 "Stanze per racconti", Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Stio (SA), curata da S. Vecchio. 2005 "Smokers", Picagallery, Napoli, curata da G de Martino. COLLETTIVE SELEZIONE 2010 "Expectations", Collegium Hungaricum, Berlino, curata da M. Slome; "IN BIANCO", Salerno, curata da M. Alfano, A. Amendola, Galleria Studio Legale. 2009 "Azione & Fecondazione", Artsinergy, Roma, curata da G. Marziani; "Die Heiterkeit der Kunst", Studio für Bewegung & Kunst, Linz -AT, a cura di C. Annoni; "Lunatiche. Erotica, Eretica, Eroica", Complesso Monumentale di S. Sofia, Salerno, a cura di A. Tolve; "SHE DEVIL on Tour", National Museum of Contemporary Art (MNAC), Bucharest, curata da Studio Miscetti; "Un altro nastro per Krapp", Galleria Interno Ventidue, Roma, a cura di M. Cavallarin. 2008 "Fresco Bosco", Certosa di San Lorenzo, Padula (SA), curata da A. Bonito Oliva; "Finis Terrae", Castello dell’Abate, Castellabate (SA), curata da A. Tolve.



FRANCESCO LIGGIERI

Francesco Liggieri è nato ad Alessandria. Vive e lavora a Venezia. Testo di Arianna Testino Il debito di Leggieri, nei confronti della corrente Pop e del filone della Street art nelle sue declinazioni odierne, è ammesso dallo stesso artista ed è il punto di partenza da cui prende le mosse il suo fare che, tuttavia, ribadisce la propria componente originale attraverso la volontà di restare fedele alla propria tecnica pittorica e di coniugare sulla superficie del dipinto le dimensioni della quotidianità e dell’eccezionalità. La realtà, quella vera e a tratti anche banale, amplificata e aumentata dalle istantanee che riempiono i rotocalchi, le pellicole cinematografiche e l’etere, è protagonista assoluta dell’opera di Francesco Liggieri, che è in grado di trasporla sulla tela come un ottimo pretesto per instaurare un rapporto giocoso e al tempo stesso riflessivo con lo spettatore. Scegliendo figure portatrici di stati transitori, come le varie età della vita, uniti ad una componente di singolarità inconsueta, Francesco Liggieri è in grado di far convivere elementi di familiarità e di straordinarietà senza alterare il sottile equilibrio inaspettatamente generato dal loro incontro. Il gioco che Francesco Liggieri instaura, in prima battuta nei confronti di se stesso e in un secondo tempo con la realtà nella quale egli si trova a vivere e a condividere con lo spettatore le sue opere, è dettato da un’esigenza di “fotografare” l’elemento reale così com’è e di tradurlo in colore, in pittura, con un’immediatezza e una spontaneità tali da cancellare ogni traccia d’appesantimento retorico e da consentire di tratteggiare agilmente i contorni delle questioni sollevate da ogni singolo lavoro. Come un bambino curioso e acuto, Francesco Liggieri è capace di condurre il suo pubblico a riflessioni profonde su tematiche complesse e spesso spinose, senza mai indulgere in una ricerca di artificiose complessità, ma lasciandosi guidare da una semplicità coerente e mai scontata che rende possibile la convivenza pacifica di familiarità ed eccezionalità. Niente nelle opere di Francesco Liggieri è eccessivamente stratificato o difficilmente leggibile. L’artista predilige uno stile “piano”, ma non per questo semplicistico o banale, che rispecchia uno studio costante e approfondito della figura umana, da sempre al centro della sua poetica.

COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "Rise", Associazione culturale Neopheria, Treviso; "kit tool festival", a+a Centro Contemporaneo per l’arte, Venezia, a cura di Giada Pellicari e Martin Romeo; "Pulsart", Palazzo Fogazzaro, Schio, a cura di Anna Zerbaro Pezzin. 2010 "My World 2", a cura di Francesco Liggieri e Giuliana Tammaro, Venezia, chiesa Santa Maria Ausiliatrice; "Urban Creatures", a cura di Francesca Londino e Settimio Ferrari, Venezia, Spazio Eventi Mondadori; "Invasioni e Terapie", a cura di Anna Z. Pezzin, Schio, Palazzo Fogazzaro; "Angolazioni Urbane", a cura di Arianna Testino, “Videotrope e Trip”. Group, Mestre varie sedi; "Incontro 228", talk a cura di Maria Moranti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Venezia. 2009 "My World", spazio Antonino Paraggi, Treviso, a cura di Francesco Liggieri e Giuliana Tammaro, catalogo; "Last Minute", a Contemporary Space, Padova, a cura di Daniela Astolfi; "Il Gioco del Limite", progetto "Rodeo", Atelier Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzo Carminati, Venezia, a cura di Arianna Testino; "Celest Prize international", a cura di Steve Music; "TrasFigurazione", Galleria San Vidal, campo di San Zaccaria, Venezia, a cura di Christian Palazzo; "Next Generation", Galleria San Lorenzo, Milano, a cura di Roberto Dilani. Catalogo; "Sguardi Multipli", a cura di Francesca Londino e Settimio Ferrari, Rossano (CS), Ferrara. Catalogo. 2008 "Re-Public", Arsenale nuovissimo, Venezia a cura di Amerigo Nutolo; "Flash Art n°270", dizionario dei giovani artisti in Veneto; "Achtung!" esposizione del Collettivo "Rapido", Progetto Arte in Hotel a cura di Elsa Gipponi.



MICHELA LINGIARDI

Michela Lingiardi è nata a Melzo. Vive e lavora a Milano Testo di Michela Lingiardi Sono nata a Melzo nel dicembre 1969 e ho sempre amato, fin da piccola, tutto quello che è creatività e manualità; frequentando un corso di composizione con la creta ho scoperto la passione per l’arte, trasformando in una "galleria" la casa dei miei genitori. Gli studi universitari socio-economici hanno frenato l’evolversi di questo mio interesse per riaffiorare dopo la laurea grazie all’applicazione delle tecniche del biedermeier, del patchwork, della composizione con fiori secchi e infine della creazione, con i più svariati materiali, di anelli e collane. Ma la passione è esplosa con tele e pennelli, dapprima realizzando copie di grandi capolavori e successivamente dipingendo nature, paesaggi e volti che colpiscono la mia fantasia per i loro colori e le loro sfumature. Poi la svolta. Frequentando i corsi del NABA ho scoperto un nuovo modo d’approcciare la tela. Il gesto come espressione della mia interiorità e questo modo di dipingere istintivo, libera le mie emozioni, dove si alternano motivazioni consce e inconsce. Il gesto diventa liberaratorio. Altro punto fondamentale è il colore. Il colore come rappresentazione dello stato d’animo. La combinazione di questi due elementi, gesto e colore, esprime la mia complessità come individuo. Nei miei lavori mi sono resa conto che ripercorro quei segni distintivi dell’astrattismo emotivo, fatto di colature di colore, di gesti violenti con cromatismi altrettanto forti, di grandi campiture cromatiche che evidenziano la cercata analogia tra opera e individuo, tra oggetto e soggetto.

ESPOSIZONI 2011 Naba Milano, mostra di fine anno; Esposizione alla manifestazione pittorica di Pioltello. 2010 Naba Milano, mostra fine corso. 2009 Naba Milano, The Origin of love, partecipazione alla trasposizione in musica e immagini del Simposio di Platone. Prozieioni del visual. 2007 Imprimis Liscate (Milano), personale.



LUCA LUPI

Luca Lupi nato a Pontedera. Vive e lavora a Fucecchio, Firenze. Testo di Maria Rita Montagnani Luca Lupi è fotografo autentico, la cui arte risiede nel grande rigore formale e nella ricerca continua della scintilla creativa, che restituisca all’immagine la sua forza primigenia. Così Luca si serve dell’obiettivo come se esso fosse un organo di senso, quello più importante perché li riunisce tutti, e con questo mezzo portentoso, si accosta al soggetto da ritrarre cercandolo in se stesso, prima ancora che nel mondo esterno. Si potrebbe quasi affermare che Luca pensi per sequenze, e senta attraverso le inquadrature, tanto è radicale e viscerale in lui il processo dell’interiorizzazione, che consiste nel cogliere la fotografia nell’attimo stesso in cui il suo sguardo è rivolto all’interno. Lo scatto nasce in realtà da quell’inversione del moto naturale, e la tensione poetica che ne deriva, scaturisce sempre da una sorta di sospensione, di strana attesa, dove tutto potrebbe avvenire, o dove tutto potrebbe già essere avvenuto. Questo artista ama i silenzi, le cose apparentemente immobili e immote, ama le distanze e le lontananze, forse perché esse gli consentono una comunione spirituale più profonda col mondo e con se stesso. Così questa tensione, questo porsi di fronte alla natura e alle cose come fossero viste per la prima o anche per l’ultima volta, fa di Luca Lupi un delicato e sensibile narratore, la cui grandezza infine ci viene disvelata quasi a sua insaputa.

SOLO 2011 "Mediterraneo", Fondazione Conservatorio Santa Chiara, San Miniato (Pisa); "Viewpoint", Le Murate, Firenze. 2010 "Living in the arid margins", Le Murate, Firenze; "Earthen Domes and Habitats", Museum of Byzantine Culture, Thessaloniki, Greece; "A Changing China", Galleria SESV, Facoltà di Architettura, Firenze. 2009 "Cina. Il sentimento dello spazio", Centro per l'Arte Contemporanea, Pontedera, Pisa; "Earthen Domes and Habitats", Museo Nazionale, Aleppo, Siria. 2008 "Immagini da un cantiere", ex chiesa della Santa Croce dei lucchesi, Napoli. 2007 "Intuizione e forma", Palazzo Migliorati, Accademia degli Euteleti, San Miniato, Pisa. COLLETTIVE 2011 "Hatsuden" (Private power generation), Tokyo; "Arte Forte", Forte dei Marmi, curatrice Maria Rita Montagnani. 2009 "Nuove Visioni Urbane", Palazzo Migliorati, Accademia degli Euteleti, San Miniato, Pisa; "Il Muro. Vent'Anni Dopo. Quasi Come Dumas", Castello dei Vicari, Lari, Pisa. 2007 "Percorsi paralleli", Galleria del Baluardo di San Regolo, Lucca, "Un'immagine per la libertà", donazione di un'opera al Comune di Lucca.



LUCIA MASU

Lucia Masu è nata ad Alghero. Vive tra Losanna ed Alghero. Testo di Lucia Masu Il tema principale della mia ricerca artistica è il limite corporeo e fisico, rappresentato in primo luogo dalla pelle. Le opere presentate fanno parte di una serie intitolata Matrice-Polvere. Una parte del soggetto è realizzata attraverso la perforazione della carta, mentre una seconda parte è speculare alla prima ed è ottenuta attraverso la tecnica dello spolvero. Le perforazioni vogliono richiamare la porosità della pelle, la permeabilità dell’epidermide che permette uno scambio costante con il mondo esterno. Il corpo umano è scomposto nelle sue parti sulle quali realizzo una sorta d’ingrandimento che permette di osservare le pieghe della pelle e i pori. La storia personale d’ogni individuo si realizza attraverso il corpo, il quale lascia al suo passaggio una traccia; la polvere è ciò che resta dopo il passaggio, ciò che la vita di ognuno compone, è traccia compattata, effimera ed eterna. La riproduzione speculare del soggetto perforato allude ugualmente all’integrazione della traccia con il mondo esterno. Questa ricerca vuole essere una riflessione sul corpo come oggetto/soggetto fondatore dell’identità, che agisce e crea delle tracce e che allo stesso tempo le accumula sulla sua superficie sotto forma di rughe, cicatrici, tatuaggi e il naturale invecchiamento fisico. La polvere si nasconde laddove la superficie della pelle non è liscia, dove i muscoli disegnano i volumi e le pieghe del corpo.

SOLO 2008 "Skin-Surface, Deepness, Memory", The Artwall summer exhibition, Centrepoint, Basilea. COLLETTIVE 2011 Esposizione degli artisti finalisti al Concorso Nazionale GenovArte 2011, Palazzo Stella, Genova; "Schiz-an-eye", Galleria Ergasia, Prilly (CH); "MatricePoussière", Aperti05, Ateliers Portes ouvertes, Losanna; "IV Biennale GenovARTE 2011", selezione, Genova. 2010 Finalista "Premio Combat", I Bottini dell’olio, Livorno, a cura di Paolo Batoni, catalogo. 1997 "Materia, segno, colore", Galleria comunale d’arte, Nuoro. 1996 "Artisti e futuri artigiani", Torre Sulis, Alghero; Partecipazione al progetto "P.A.C.E" (Presepi d’Arte Contemporanea Emblematici), Sassari. 1995 "La donna e il mare", Olbia; Collaborazione all’esposizione artistica "Epifania del Dio-Uomo" dell’artista Enzo Orti, Ozieri. 1994 "Sardegna, utopia possibile", La Piazzetta, Sassari; Performance di "Sculture volanti", Piazza Italia, Sassari. 1993 1993 Performance di "Sculture volanti", Piazza San Francesco, Greccio (Rieti).



EMILIA PERSENICO

Emilia Persenico vive a Busto Arsizio. Testo di Emilia Persenico Da una ventina d’anni mi sono riavvicinata all’arte, quando ho risposto all’urgenza di esprimermi. Dopo aver seguito per due anni le lezioni di figura disegnata del Professor Pierluigi Sciarini del Liceo Artistico Candiani, mi sono iscritta al corso di pittura della Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano, seguita da Luciana Meazza e Marta Dell’Angelo. In questo momento della mia vita mi sento pronta a proporre il mio lavoro, frutto di un percorso intimo e professionale che mi ha portato a sperimentare tecniche differenti, che sono anche espressione della mia libertà creativa più profonda.



MICHELE PETRELLI

Michele Petrelli è nato a Taranto dove vive e lavora. Michele Petrelli è un artista ad ampio raggio, la cui produzione è intrisa di novità e sperimentazione. La sua produzione artistica inizia, stilisticamente, con l'influenza psichedelica della Pop Art per poi raffinarsi con un personalissimo neo-espressionismo "luminoso". Questa maturazione lo vede creatore di un proprio originale linguaggio iconografico. La sua ultima ricerca, "Non temete il Nero", prende vita a causa del suo enorme desiderio di cambiamento socio-culturale. Non potendo modificare lo spazio esterno Petrelli trasfigura se stesso ritraendosi con sembianze aliene e vegetaliformi, avvalendosi unicamente del bianco e del nero (luce e buio). Questi ultimi dipinti sono realizzati su "totem di legno" su molti dei quali Petrelli crea un notevole rilievo materico. I soggetti a volte sono sospesi nel vuoto, altre sprofondono negli abissi marini, in altre ancora emergono da uno groviglio di forme, linee di luce diventando completamente astratti.

ESPOSIZIONI 2010 Casarita "Art for pleasure", Taranto; Caffè Letterario "Le Visioni dell’Anima", Roma; Wine Art Gallery "Opere Vive", Taranto; Adhara Exposition "Opere Vive", Crispiano (Ta); Gabbiano Exposition "Opere Vive", Taranto; Gabba Exhibition "Vitty’s Party", Taranto. 2007 Mostra-Evento "Pontile Lamezie Terme - nuova ipotesi", Lamezia Terme; Finalista al contest internazionale "Brain Project.eu - Attraction", Trieste.



MICHAELA PETRONI

Micaela Petroni nasce a Roma. Vive e lavora in Umbria. Testo di Lorenzo Mango Micaela Petroni lavora sul "nascondimento". Non le interessa esporre ciò che ha visto, ma comporre un visibile altro, un’immagine che racconta di un mondo e di una realtà “altre” rispetto al quotidiano. Nasconde lo “scatto” fotografico per costruire un mondo immaginario. La ricerca visiva di Micaela Petroni è legata alla qualità materica dell’immagine e alla fascinazione della composizione. Il corpo è il protagonista delle opere, corpi “costruiti” anatomie forzate, oggetto formale. La “posa” ha per lei una valenza espressiva primaria. Indica il nucleo generatore della composizione, il suo motore espressivo. E le pose cui sottopone i suoi modelli, obbligano il corpo ad assumere quella che potremmo definire una innaturale naturalità. Da un lato, infatti, le posture, combinate con la nudità, determinano uno sconvolgente senso di fisicità, l’essere del corpo nel corpo senza mediazioni; da un altro, però, proiettano l’immagine umana al di là dei suoi confini d’abitudine. Vedere il corpo nel corpo – che è quanto ci propone Micaela Petroni – non significa mostrare il corpo per quello che, detto altrimenti: ritrarlo - quanto mostrare l’altro che alberga nel corpo e che, di esso, è la qualità più intrinseca e, per certi versi, segreta. Per utilizzare un’immagine di Artaud, che mi sembra molto calzante per il nostro discorso, il corpo denuncia lo sconosciuto che è in noi. Per far questo, però, è necessario che il corpo sia semplicemente se stesso, non un corpo allenato, scolpito, ma un corpo quotidiano che riesce, nella trasfigurazione formale, a perdere la sua quotidianità e diventare emblema di tutti i corpi. La ricerca, allora, si concentra sul corpo al singolare, attraverso il lavoro sui corpi plurali; sull’idea del corpo in sé, sulla sua essenza, verrebbe infine da dire, se questo non sollecitasse ipotesi troppo astrattamente metafisiche. E’ un’ipotesi molto suggestiva che dà al lavoro di Micaela Petroni un tono di intensità, nello scandaglio di un umano che è nudo perché è al di qua ed al di là del tempo. I corpi e le immagini che li accolgono – su cui dovremo tornare – sembrano proiettati oltre il qui ed ora, infatti, in un altrove che è totalmente extra-temporale. Hanno, per certi versi, un sapore antico, per altri evidenziano un’indiscutibile contemporaneità, insomma sembrano essere in un “nessun dove”, lo spazio in cui meglio si esprime l’esser corpo del corpo, quella “cosa” dell’umano che è il nostro passato ed il nostro presente, il nostro esser stato ed il nostro poter diventare.

SOLO 2010 "Fragilità contemporanea", Wine Gallery, Narni. 2009 "La mente nuda", a cura di Prof. Lorenzo Mango e patrocinata dal Comune di Terni, Palazzo Primavera, Terni. 2004 "Immagini e forme. I linguaggi dell’anima", Teatro Comunale, Cesi (TR). 2003 "Paesaggi del mio io", a cura di Francesca della Monica, Mindshare, Milano. 1998 "Spiritchaser", a cura di Rita Rufini, Libreria Nuova Rocca dei Perugini, Festival dei Due Mondi, Spoleto. 1997 "Spiritchaser", a cura di Rita Rufini, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Spoleto. 1996 Galleria Luigi Di Sarro, a cura di Maria Rita Intrieri, Roma. COLLETTIVE SELEZIONE 2009 "Adrenalina. L’Arte emerge in nuove direzioni", curata da Zètema Progetto Cultura e l’Assessorato alle Politiche Giovanili di Roma, Ex Mercato Ebraico del Pesce, Roma. 2007 "Giovanni Semerano a Palazzo", curata da Giuseppe Salerno e Maristella Campolunghi, Palazzo Baronale, Calcata; "Il Fotogramma di Giovanni Semerano", curata da Giuseppe Salerno e Maristella Campolunghi, Caffè Letterario, Roma.



GIUSTO PILAN

Giusto Pilan è nato a Vicenza dove vive e lavora. Testo di Giusto Pilan Dopo i miei primi tentativi confusi All'Accademia, vedo una mostra di Jean Dubuffet, e la mia tavolozza si arricchisce di materia, metto da parte la pittura ad olio e comincio a sperimentare i miei impasti. Più tardi con degli amici fondiamo un'Associazione "Arteinforma" e con Zduc (poeta-muratore), organizziamo qualche mostra-Happening, e molti giri in osteria. Le mie letture sono condizionate da una vena esistenzialista, leggo: Pier Paolo Pasolini, Thomas Bernhard e E.M.Cioran. Vado nel sud Italia a visitare la necropoli Etrusca di Tarquinia con i suoi affreschi, comincio a usare la cera. Con Celeste (mia moglie) e Francesca (mia figlia), partiamo sei mesi a Parigi, in cerca delle mie origini francesi e di qualche galleria che s'interessi ai miei lavori. Scopro e mi entusiasmo per l'opera pittorica di Jean Fautrier. Mi lego in amicizia con il pittore parigino Christian Gosselin, conosciuto alla galleria A.Gimaray, insieme esponiamo al Centre d'art plastique A.Chanot. Leggo le poesie di Eugenio Montale e di F.G.Lorca. Dipingo "ciò che resta di qualcosa", immagini filtrate dalla memoria, sopravvissute all'erosione del tempo. Inizia la mia collaborazione artistica con Fred Lanzenberg, gallerista di Bruxelles. Nasce Angelo, mio secondo figlio. Zoran Music e Mario Sironi, sono due pittori italiani che stimo. Leggo un saggio di Giangiorgio Pasqualotto "Yohaku forme d’ascesi nell'esperienza estetica orientale" e scatta qualcosa dentro di me e nella mia pittura. M'interesso all'opera pittorica di Antoni Tapiès e di Anselm Kiefer. Ora voglio dipingere grandi formati, densi di materia, forse paesaggi, e…

SOLO 2011 Spazio arte Pisanello, Verona. 2010 Espace etoile saint-honoré, Parigi. 2009 "Echi-riflessi", Casa Gallo Scarpa, Vicenza. 2008 Espace Philomuuses, Parigi. 2007 Galleria Ghelfi, Vicenza. 2005 Spazio arte Vicenza, chiesa SS.Ambrogio e Bellino, Vicenza; Galleria Studio60, Vicenza. 2002 2002 Galleria F.Lanzenberg, Bruxelles. 2001 Galleria F.Lanzenberg,Bruxelles. 2000 Galleria F.Lanzenberg, Bruxelles. 1999 Centre d’art Plastique "Albert Chanot", con Christian Gosselin, Clamart, Francia; Libreria-galleria "Due Ruote", Vicenza. 1998 Galleria A.Gimaray, Parigi. 1994 Galleria Il Cantiere, con performance poetica di B.Isic.Zduc, Venezia. 1993 Galleria Osten E.V., Berlino. COLLETTIVE SELEZIONE 2011 "rendez-vous", domaine saint hilaire, Roiffe, Francia; Galerie "Synthèse", Bruxelles. 2009 Espace Philomuuses, Parigi; "IX Biennale Internazionale d’incisione", premio Acqui, Acqui Terme.



DORIAN REX

Elisa Ciregis, nome d'arte Dorian Rex, vive e lavora a Massa.

ESPOSIZIONI 2011 "SEVEN - Accidia", International Exhibitions a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano; "INTERIORA mostra ciò che hai dentro", Brancaleone Levanna 13, Roma; "CARRARA GIORNI D'ARTE", Complesso Fieristico di Carrara, Marina di Carrara; "SEVEN - Invidia", International Exhibitons a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano; "IL VIANDANTE E LA SUA OMBRA" a cura di Alessio Brugnoli, CLAC, Centro Labicano Arte Contemporanea, Roma. 2010 "Sentiero Segreto" a cura di Angelo Cruciani, Spazio Misael; "Seven - Gola", International Exhibitons a cura di Roberto Ronca, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano; "Eumenidi" personale a cura di Alessio Brugnoli, Castelli Gallery, Milano; "stARTup" rassegna internazionale artisti emergenti, a cura di Roberto Ronca, Ex Macello, Verona; "Human games for world cup 2010", a cura di Misael, Milano; "Love for sale", a cura di Località Associazione per l'Arte, patrocinata dal comune di Castiglione Olona e Provincia di Varese. 2009 "Turing Test", a cura di Mariasole Brivio Sforza, Kristina Snajder e Alessio Brugnoli, Your Voice, Milano; "DANZA DI DE BROGLIE", a cura di Kristina Snajder e Alessio Brugnoli, Galleria New Ars Italica, Milano; "KME - Karel Music Expo", Cagliari; "LOCK DISPOSITION" personale presso MOCOBO, Roma; "NIGHT SIGHT" a cura di NIGHT ITALIA, Galleria12-13, Roma.



CARMELA RIZZUTI

Carmela Rizzuti è nata a Palermo dove vive e lavora. Testo di Carmela Rizzuti Le opere rappresentano la quotidianità che ognuno di noi affronta ogni giorno meccanicamente: dormire, fare colazione, sbadigliare, osservare, stare al bar con amici e che, proprio per questo, sono i contesti cui ciascuno si riferisce per giudicare la qualità della propria vita, per confrontarla con le proprie aspettative di benessere. La vita delle persone si svolge attraverso una sequenza di contesti in cui hanno luogo e funzioni. L'insieme di questi contesti e delle funzioni che a essi si riferiscono è dunque il teatro della quotidianità che in questo caso vengono raffigurati tecnicamente e meticolosamente ad olio su plexiglass creando degli effetti di distorsione o di scomposizione dell'immagine come se si guardassero attraverso un vetro.

SOLO 2001 Caffetteria Zoe, Firenze. 1999 Galleria d’Arte Villa Niscemi, Palermo. 1998 Foto Club Galatea, Acireale. 1994 Associazione Erga Omnes, Palermo. 1992 Biblioteca Comunale, Caltabellotta (AG). COLLETTIVE 2011 Galleria Makeda, Palermo. 2008 Galleria Factory Fineart, Modena; Galleria Am Roten Hof, Vienna. 2007 Galleria Am Roten Hof, Vienna. 2006 Museo Palazzo Permanente, Milano. 2005 Museo Palazzo Permanente, Milano. 1998 Comune di Varese; Liceo Classico Meli, Palermo. 1997 Comune di Sciacca. 1994 Associazione Erga Omnes, Palermo; Biblioteca Comunale, Caltabellotta (AG). 1993 Associazione Erga Omnes, Palermo.



MARTINA ROBERTS

Martina Roberts è nata a Torbay (Gran Bretagna). Vive e lavora a Bologna. Testo di Franco Gordano "La ricerca della leggerezza come reazione al peso di vivere", scriveva Calvino nelle "Lezioni americane". E’ ciò che ho pensato nel vedere le pitture su vetro di Martina Roberts. Con fresca genuinità, questa flâneuse della quotidianità, amante più dei vuoti che dei pieni, attenta a un equilibrio che bilanci scarne campiture e tenui cromaticità, sembra condurci per un mondo che pare più non appartenerci, schiacciati come siamo dal peso di una greve esistenza. E’ dunque un monito, un invito a spogliarci delle corazze, a vestire abiti più leggeri (nella scia di una grande tradizione novecentesca, Mirò, Klee, Calder, Melotti), a lasciarci coinvolgere dall’essenza delle piccole cose, a lanciare lo sguardo oltre l’ostacolo, verso un mondo di trasparenza, di sognante, magico equilibrio, anche tra network e shop window di fascinose strade urbane. Ma non è un mondo incantato, e se in parte lo sembra, è comunque carico di apparenze, d’ambigua seduzione, forse d’incombente minaccia. Semplici vestiti sembrano incalzati dalle loro ombre e resi inconsistenti da sottili tramature, piccoli legnetti scatenano fiamme, gli alberi hanno tronchi improbabili come fili di rame appunto melottiani, le nubi piangono come cuori in pena e quei titoli in inglese portano in sé un’ironica dualità. Perché se è vero che il vetro, con la sua leggerezza (ma anche quegli acquerelli così lievi, che sembrano destinati a sparire), potrebbe essere la materia di cui sono fatti i sogni, è altresì incontestabile la sua fragilità. Come Laura ne “Lo zoo di vetro” di T. Williams, la Roberts costruisce il suo mondo di vetro, ma a differenza di quella non indulge in un intimismo sterile destinato alle delusioni, bensì dà sfogo alla sua ispirazione poetica, solo apparentemente infantile, felicemente stimolata da ciò che la circonda e la coinvolge per rammentarci la nostra fragilità, la sempre possibile frantumazione del nostro essere, come accade al piccolo unicorno che Laura regala a colui che per un attimo ha creduto poter essere la sua salvezza.

SOLO 2009 "Flowers, Vertigo", Centro Internazionale per la Cultura e le Arti Visive, Cosenza. COLLETTIVE 2010 "Ascolta il passo breve delle cose", omaggio ad Alda Merini, Museo Civico dei Brezzii e degli Enotri, a cura di Franco Gordano, Mimma Pasqua e Cristina Rossi, Cosenza; "Viaggio nella parola di Alda Merini", a cura di Mimma Pasqua , Cristina Rossi, Franco Gordano, Vertigo Arte, Biblioteca Sormani, Milano; "Tornare@itaca", Fondazione Mudima, a cura di Mimma Pasqua e Franco Gordano, Milano; "Tornare@itaca, Viaggio nella poesia di Alda Merini e Lorenzo Calogero", Palazzo comunale, Grimaldi, a cura di Mimma Pasqua e Franco Gordano, VertigoArte, Cosenza; "La scena dell’incontro", performance teatrale con ITC Teatro, Piazza Santo Stefano, Bologna. 2009 "Martina Roberts - Serena Piccinini", Ina Assitalia, a cura di Caterina Morelli, Bologna; "Tornare@itaca", Museo dei Brezzii e degli Enotri, a cura di Mimma Pasqua e Franco Gordano, Cosenza; "Il festino degli Dei", diciotto sapori d’artista, Galleria Sukiya, Lamezia Terme, Galleria Vertigo di Cosenza, Open Space di Catanzaro, a cura di Angela Sanna; "L’immagine e la parola", Libreria Ubik, a cura di Franco Gordano e Pier Luigi Pedretti, opere presentate da Mimma Pasqua, Cosenza. 2008 "Rivocati 63", Vertigo, Centro internazionale per la Cultura e le Arti Visive, Cosenza. 2000 "Exit 4", Studio Pla', a cura di Monica Miretti e Ass. Culture C. Voltaire, Bologna; "In che verso va il mondo", Centro di Poesia Contemporanea, a cura di Asa Hagberg-Lundell, Bologna; "Arte nel Ghetto", Studio Pla', a cura di Maria Livia Brunelli, Bologna. 1997 "En Plen Air", Campo delle Fragole, Bologna. 1996 "Umano troppo Umano", Studio Ercolani, a cura di Maura Pozzati, Bologna. 1995 "Primaparete”, Lions Club, Milano.



SALVATORE SFERRAZZA

Salvatore Sferrazza è nato a Caltanissetta. Vive e lavora a Pisa. Testo di Bruno Rosada "Realtà vince il sogno" è il titolo di una raccolta di versi del poeta Carlo Betocchi, scritta nel lontano 1932, una raccolta allora celebre, oggi quasi dimenticata, che però sorge spontanea alla memoria esaminando l'opera di Salvatore Sferrazza, pittore "realista". Forse il titolo di quella raccolta antica di poesie dice il vero. La realtà vince il sogno, ed averlo scritto allora aveva un significato polemico nei confronti della poesia del tempo, che non si accordava con un concetto di realtà, che era stato rimosso. Dopo tanti anni e tante modifiche del significato dell'arte è il caso di fare alcune riflessioni, alle quali siamo indotti dall’attualissima qualità della pittura di Salvatore Sferrazza, che va riferita proprio al significato della parola realtà per quanto sottintende. Nel complesso (a parte certi approfondimenti filosofici) il concetto di realtà rimase per tutto il Novecento sostanzialmente inesplorato: una sorta di grosso blocco onnicomprensivo, privo di articolazioni e di strutture interiori. Ma lo sviluppo della scienza e del pensiero riflesso più in generale ha invece rivelato articolazioni diverse e differenziate prima di tutto nei confronti dei contesti ambientali. Una "realtà umana", fatta di vicende, di contenuti psicologici, di gioie e dolori raffigurabili, è una realtà ben diversa da quella che allude ad un ordine scientifico e, soprattutto, alle intense diversità d’ordine ambientale ed ideologico sottese ad ogni raffigurazione. Salvatore Sferrazza attinge alla realtà profondamente umana e ne fa uno strumento di conoscenza di varia natura, da quella sociologica a quella psicologica a quella storica: e alla base c'è sempre il dato emotivo che fornisce all'opera l'intensità poetica (che vuol dire "umana") necessaria. Tutto questo però non è detto che sia sufficiente. L'opera di Salvatore Sferrazza riserva altre sorprese, di natura operativa: la qualità dell'immagine, strettamente legata all'intensità psicologica ed emozionale, anzi da essa strettamente dipendente, l'attenzione intensa per gli aspetti ottici, per esempio, che raggiunge in Sferrazza limiti sorprendenti di grandissima efficacia emotiva.

ESPOSIZIONI 2011 "Artisti in Mostra", Parma. 2010 "ARTE EXPO", Genova; "The Brick Lane Gallery", Londra. 2009 "Biennale Internazionale Arte Contemporanea", Firenze. 2008/09 "EUART" (collettiva di artisti italiani); "Gallery Anthony Curtis", Boston; "Federal Reserve Building", Boston; "Micromuseum", New York; "Italian Expo", Chicago. 2008 Arte Fiera "Lineart", GENT; "Opera Gallery", Budapest. 2007 "La Pergola Art Gallery", Firenze. 2006 "Jelmoni Galleria d’Arte", Piacenza; "ARTE EXPO", Padova. 2005 "Biennale Internazionale Arte Contemporanea", Firenze. 2004 "Le Stanze di Eros", Galleria Comunale Piombino, Livorno; "Arte Fiera" "Immagina", Reggio Emilia. 2002 Boato Galleria d’Arte, Venezia. 1996 Circolo Agorà, Pisa. 1991 Palazzo Moncada Bauffremont, Caltanisetta.



CHARAKA SIMONCELLI

Charaka Simoncelli è nata a Cattolica, dove vive e lavora. Testo di Charaka Simoncelli When I paint I try to transfer my emotions trough the colours in order to create landscapes, imaginary stories. Stories told by atmospheres of my colours. As a poet, I bring silent moments, where time is fixed and sometimes windows suddenly appear and they open a new space with colourful landscape. Colours and its vibrations produce sounds and all painting’s sound creates music, an emotion and feelings. When the figure disappears the painting Experience become abstract, if you listen music the experience is complete, we can fully penetrate into colours and be permeated with them. My work can be characterized as a decorative and spatial investigation through which a path unfolds that is densely loaded with paper and visual references to memory. Also my work quickly establishes a precarious equilibrium between a background which is at the same time support and mental space, and a mysterious floating surface which might be clothing or a strip of cloth painted or deformed by time.

SOLO 2007 "Spazi da scrutare", Val Cerrina, Alessandria; "CREATIVITY COUNCIL", Milano, a cura di Carlo Franza; "Misticismo e tecnologia", EMMEDIARTE GALLERY, Cuneo; "Trees", Visual art gallery, Como. 2006 Sala comunale Nolfi, Fano. 2004 Galleria ARTEINCONTRI, Modena. 2002 Galleria Muki, Faenza. 2000 Palazzo Comunale, Sarzana. 1998 Complesso Arlecchino, Lido di Camaiore, Lucca. 1995 Palazzo Comunale, Massa. COLLETTIVE 2008 "Biennale al femminile", Galleria Scoglio di Quarto, Desio, Milano (catalogo). 2007 Galleria Scoglio di Quarto, Desio, Milano (catalogo). 2004 Sekanina arte contemporanea, Ferrara. 2003 Diecidue Arte Contemporanea, Milano. 2000 "Opere su carta" Mercurio arte contemporanea. 1998 Sala napoleonica, Pistoia; Teatro Guglielmi, Massa. 1997 Mercurio Arte Contemporanea, Viareggio. 1996 Galleria IL QUADRATO, Viareggio. 1995 Via Moscova, Milano. 1994 Villa Verrucchio, Rimini.



ZANOCCHIO SARA

Sara Zanocchio è nata a Milano. Vive e lavora a Peschiera Borromeo.

Piccola riflessione Testo di Sara Zanocchio Nell’esperienza personale le relazioni tra uomo e donna, le emozioni umane e la contemplazione della donna sono argomenti che mi hanno causato grandi dolori. Essi sono divenuti i miei principali oggetti di studio. Uno studio che analizza le sfaccettature con diverse metodologie: pittura e lettura. L'essere umano inserito nell’ambiente sociale e religioso al quale appartengo, i limiti che questo crea e la poca consapevolezza nella vita. La vita dalle mille sfumature, gioie e dolori. Non posso non raccontare ciò che vedo attorno a me, non posso non provare a rendermi consapevole. Dare voce alle possibilità che ognuno di noi ha, attraverso un'arte che sia per tutti. Attraverso un continuo divenire.

ESPOSIZIONI 2011 "Women in art - festival del femminile nell'arte", III edizione, a cura di Daniela Bestetti, Spazioarte, Sesto San Giovanni, Milano; "Collettivamente. Giovani in mostra", VI edizione, a cura di Marianna Cozzuto e Marco Mazzoli, Palazzo Castani, Cisterna di Latina. Vincitrice del premio "Collettivamente".




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