OSSOLA.it n12 OUTDOOR

Page 1

anno V - numero 12 - estate 2012

La rivista turistico/culturale delle valli dell’Ossola

OUTDOOR Battelmatthorn Orridi Val Grande Alpe Genuina Cicerwald

GONDO

e la ferrata di Gabi

Gastrofilosofia: Le acque minerali di Bognanco

ARTE

Mattioli spazio arte a Campieno di Cravegna

FOLKLORE

Il palio degli asini

Kurzfassung auf Deutsch

periodico a distribuzione gratuita freepress


Ristorante - Pizzeria

Gambrinus

Terrazza esterna nei periodi estivi

Sapori unici e tradizionali della val d’ossola... Via Mazzorini, 6 Crevoladossola (VB) Tel.

+39 0324.45192

Aperto la sera dalle h 18 alle h 24 Chiuso il martedi


... le emozioni ritrovate

Complementi d'arredo Tessili d'arredo confezionati su misura Articoli regalo

Negozio e Laboratorio: Via A. Bagnolini, 7 Domodossola (VB) Tel. +39.0324.482543 Negozio: P.zza Risorgimento, 3 S. Maria Maggiore (VB) Tel. +39.0324.905470 dallacredenza@libero.it www.dallacredenzadellanonna.com

Comptoir de Famille|Country Corner|Blanc Mariclò|Angelica|Asola Waverly|Simta Atelier Catherine Masson|My Doll|Harlequin|Bossi|Greenlea|Mary Olivia Cork|Wald|Clayre & Eef


Riale 1740 mt.

Sottofrua

Valle Formazza

Formazza 1300 mt.

Fondovalle Chioso

1720 mt. Passo

Alpe Devero 1630 mt.

Goglio

Parco Nat. Veglia Devero

Esigo Osso

Alpe Veglia 1750 mt.

San Domenico Foppiano

Premia 750 mt. Crego

700 mt. Viceno

Verampio

Cravegna

Mozzio

Trasquera 1100 mt.

Crodo

Iselle

Passo del Sempione

Croveo

Baceno

1420 mt.

Briga

Cadarese

Ausone

Oira

Varzo

800 mt.

550 mt.

San Bernardo 1600 mt.

Locarno

Montecrestese

Altoggio

Crevoladossola

Gomba

830 mt. Masera

Coimo 880 mt.

Fonti

600 mt.

Domodossola

Alpe Lusentino 1060 mt.

Craveggia Villette Re 750 mt. Malesco

Cannobina

Trontano Cosasca

Calvario

1500 mt.

Druogno Santa Maria M.

Monteossolano

Bognanco

Toceno

Tappia

Cheggio

920 mt.

Beura

Villadossola

Montescheno

Antrona

Seppiana

Cardezza

Viganella

Cuzzego

Pallanzeno Prata

Parco Nat. Valle Antrona

Cimamulera

Castiglione Calasca

San Carlo Vanzone Pecetto Macugnaga 1300 mt.

Staffa

Borca

Pestarena

Borgone

Ceppo Morelli 800 mt.

Pontegrande

Bannio

Anzino

Piedimulera Fomarco Vogogna Colloro Pieve Premosello Vergonte Cuzzago 250 mt.

Anzola

Candoglia

Migiandone

Ornavasso

Mergozzo

Boden

Verbania

Baveno

Lago Maggiore

Stresa

ossola.it - 2


Anno V - N. 12 - ESTATE 2012 Editore Faggiana Riccardo Sede e redazione Via Madonna di Loreto, 7 28805 Vogogna (VB) Tel. 329 2259589 Fax 0324 88665 info@ossola.it Direttore Responsabile Massimo Parma

42

18

56

36

74

70

Direttore Editoriale Riccardo Faggiana

Redattori Daniela Bonanno Conti, Elisabetta Colusso, Paolo Crosa Lenz, Marco De Ambrosis, Rosella Favino, Giulio Frangioni, Uberto Gandolfi, Cecilia Marone, Adriano Migliorati, Paolo Pirocchi, Giuseppe Possa, Fabio Pizzicoli, Michela Zucca. Coordinamento grafico e impaginazione Eleonora Fiumara - eleonora@ossola.com

Una ferrovia in valle Anzasca

4

P.ta dei Camosci o Battelmatthorn

8

Gastrofilosofia dell’acqua

18

Campieno di Crodo

26

L’Est antigoriano

32

L’Alpe Genuina

36

Hanno collaborato a questo numero Roberto Pastore Galderio, Luca Chessa, Giancarlo Castellano, Accompagnatur “Lorenzo Di Pietro”

Gli Orridi

42

Le caldaie di Croveo

50

Fotografia Archivio © Riccardo Faggiana, Luca Chessa, Marco Mazzarini, Adriano Migliorati,

A cavallo di 3 valli

52

Cicerwald

56

Tra le gole di Gondo e Iselle

62

La Ferrata di gabi

66

Il Palio degli asini di Premosello

70

Il Museo Archeologico di Mergozzo

74

Collaboratori Aurora Video, Luca Chessa, Stefano De Luca, Tonino Galmarini, Davide Iardella, Felice Jerich, Marina Morandin, Anna Proletti, Diovuole Proletti, Giorgio Rava, Paola Rovelli, Massimo Sartoretti, Maria Antonia Sironi Diemberger, Carlo Solfrini, Marco Valsesia.

Video Editing Aurora Video Traduzioni Chiara Cane, Cristian Veldman, Nicole Rose Stampa REGGIANI S.p.A. - Gavirate (VA) Ossola.it è un periodico registrato presso il Tribunale di Verbania in data 10/04/08 con il n. 3/08. In copertina: l’Orrido Sud - foto R. Faggiana

3 - ossola.it

© 2011: É vietata la riproduzione anche parziale di foto, testi e cartine senza il consenso dell’editore. Tutti i diritti sono riservati.

Capo Redattore Claudio Zella Geddo


di Uberto Gandolfi foto R. Faggiana

ossola.it - 4


- ossola.it Macugnaga - Chiesa5 vecchia


reare una “Anzaschina”, ovvero una ferrovia privata come la Vigezzina che partendo da Piedimulera arrivasse sino a Macugnaga? Se ne parlava neli primi anni del ‘900: i problemi che negli anni si sono verificati sulla strada della valle Anzasca che, da Piedimulera collega Macugnaga, sono stati tantissimi, anche oggi sono numerosi i punti pericolosi, le strettoie, i tratti dissestati. Molte opere, grazie all’arrivo di cospicui finanziamenti, sono previste per i prossimi anni. I residenti sperano che una volta ultimate risolvano definitivamente il problema; certo già un centinaio di anni fa qualcuno aveva studiato una soluzione alternativa, che se si fosse realizzata, avrebbe probabilmente cambiato radicalmente il presente di Macugnaga e dell’intera valle. nel numero 35 del giornale “L’Ossola” del 27 agosto del 1910 è presente un articolo, poi ripreso anche in una edizione dell’Almanacco ossolano, che racconta di una assemblea convocata da una società straniera a Piedimulera con autorità e capitalisti locali per illustrare uno studio, già accuratamente dettagliato, che prevedeva la costruzione di una ferrovia che unisse Piedimulera a Macugnaga, questo tronco sarebbe poi stato collegato con i migliori punti delle ferrovie italiane, svizzere e tedesche raccordandosi con Gornergrat e Zermatt, con la valle di Saas tramite il Monte Moro e con Gletsh e la Furka, dall’altra parte, passando da Vogogna, con il Gottardo lungo la valle Formazza e con Locarno grazie alla Vigezzina. Le tesi esposte in quell’antica assemblea garantivano il successo di questo tratto di ferrovia, si legge: “Molti dei turisti di Zermatt sono italiani, perché l’Italia non può avere anch’essa il suo Zermatt, sul versante del nostro Monte Rosa? Il tracciato di questo tronco -venne spiegato nella riunione- apporta vantaggi consiossola.it - 6

derevoli, basta confrontare le distanze da Vogogna a Cornegrat (10 chilometri oltre Zermatt) in treno si percorrono via Domodossola 109 chilometri, passando da Vogogna-Macugnaga-Cornegrat sono solamente 40, una differenza di 69 chilometri, da Milano Genova e Torino al Monte Rosa non ci sarebbero che da 2 a 5 ore di comodo viaggio in treno”. Per convincere i politici e, soprattutto, gli imprenditori locali, nella riunione si snocciolarono parecchie cifre allettanti: “L’onda di forestieri che di anno in anno con crescendo rilevante si riversa a Macugnaga assicura un gettito sicuro, pensate che la ferrovia Viege - Zermatt trasporta attualmente (era il 1910) 100 mila viaggiatori all’anno, dei quali gran parte sono italiani. L’energia elettrica facilmente reperibile in valle potrà far bandire l’acre fumo delle locomotive e la maggior parte del percorso sarà in attività tutto l’anno con molta utilità non solo del turismo ma anche delle industrie e del commercio che la vall’Anzasca già possiede e che da soli autorizzerebbero l’impianto di una ferrovia, il tronco ferroviario della Valle Anzasca non sarebbe che la continuazione della Viege-Zermatt, che in 20 anni di costruzione ha dato risultati sempre migliori, le sue azioni, emesse a 500 lire sono ora valutate quasi 690”. I costi preventivati per la costruzione del tratto ferroviario ammontavano a 10 milioni di lire del 1910, il costo annuo preventivato era di 330 mila lire. Non sappiamo quali furono le discussioni che seguirono alla proposta ma ne conosciamo il risultato, forse chi avesse investito dei soldi nell’ “affare” sarebbe fallito, forse i costi e i tempi di realizzo sarebbero stati molti di più dei preventivati, ma certamente, negli anni, arrivare in treno in tutti i paesi della valle ed a Macugnaga avrebbe cambiato radicalmente il futuro turistico della Perla del Rosa.


Eine Eisenbahn in Anzasca Tal Schon in den ersten Jahren des ‘900 war die Rede von einer Eisenbahn von Piedimulera nach Macugnaga, eine alternative Lösung, die radikal die Gegenwart von Macugnaga und des gesamten Tals verändern würde. Eine Spur davon wurde in dem Heft 35 der Zeitschrift Ossola gefunden, vom 27 August 1910. Danach kam alles zum schweigen, wegen der enormen Kosten, aber ein solches Projekt, vollendet, hätte radäikal die touristischese Zukunft der Perle des Rosa “Macugnaga” verändert.

Fede Ossolana

mod. dep.

Gioielleria BRIZIO dal 1904

Domodossola

Via Briona 14 - 0324 242753 www.gioielleriabrizio.it - info@gioielleriabrizio.it 7 - ossola.it



P.ta dei Camosci o Battelmatthorn (3044 m) testo e foto di Adriano Migliorati

9 - ossola.it


Quota partenza (m): 1840 Quota vetta (m): 3044 Dislivello complessivo GPS (m): 1250 Sviluppo planimetrico GPS (Km): 13,5 Difficoltà: EE Località partenza: Lago di Morasco (Formazza, VB) Punti appoggio: Rifugio Città di Busto Cartografia: C.N.S. Binntal n°1270 Basodino n°1271 (1:25.000)

ossola.it - 10

Note: Cima molto panoramica posizionata sulla cresta di confine, domina il Ghiacciaio del Gries sul versante svizzero e il Piano dei Camosci sul versante italiano. Da non confondere con l’altra Punta dei Camosci che si trova più a sud, tra la P.ta del Ghiacciaio di Ban e il P.so di Nefelgiù, quotata 2928 m. ma non


nominata sulle carte. Si consiglia di effettuare l’escursione in estate avanzata per evitare di trovare ancora valanghe sul percorso. Come arrivarci: Percorrere la superstrada del Sempione ed uscire allo svincolo Valle Antigorio/Formazza. Procedere su S.S. n° 659 per 40 Km

fino alla frazione di Riale, proseguire fino ai piedi della Diga di Morasco, possibilità di parcheggio nell’area camper. Oppure salire alla diga e costeggiare la sponda nord, fino alla fine della strada sterrata con buona possibilità di parcheggio (tratto di proprietà ENEL, possibilità di contravvenzioni)

Vista sul bacino del Gries 11 - ossola.it


SALITA: Dalla partenza della funivia Enel in fondo al lago, scendiamo nel Rio del Gries e lo attraversiamo, imbocchiamo quindi il ripido sentiero in direzione nord/ovest che sale all’alpe Battelmatt (2112 m). In questo alpeggio si produce un eccellente formaggio tra i più raffinati ed esclusivi d’Italia, da sempre molto rinomato per le sue qualità, tanto che

Panoramica dal Battelmatthorn ossola.it - 12

nell’antichità veniva utilizzato come merce di scambio per il pagamento di canoni d’affitto o concessioni d’alpeggio oppure tasse, ma anche come forme di beneficienza; pare infatti che il nome Battelmatt derivi da battel che significa questua e matt ovvero pascolo. In tedesco, unendo le parole otteniamo appunto “pascolo della questua”.


Questo grasso d’alpe oltre che in questo alpeggio viene prodotto in altri sei alpeggi ossolani che sono: Castel, Toggia, Poiala, Forno, Vannino e Sangiatto per una produzione annua di 10.000 forme tutte rigorosamente prenotate. La sua prelibatezza è data dalla qualità dei pascoli d’alta quota contenenti erbe alpine ricche di molecole aromatiche, tra cui l’erba

Mottolina che gli conferisce il classico colore giallo. Lasciato l’alpeggio attraversiamo tutta la piana fino alla testata della valle e saliamo al P.so del Gries su ottimo sentiero, in alcuni tratti molto scavato nel terreno a causa del continuo passaggio fin dall’antichità di uomini e animali da trasporto. Arriviamo così alla cappelletta/bi-

13 - ossola.it


vacco (2467 m) di proprietà del CAI Formazza; venne eretta in memoria di tre giovani che si smarrirono nella nebbia e morirono di sfinimenti nel dicembre del 1953. Il valico è conosciuto sin dal Medioevo per il transito delle popolazioni

vaso di 18,6 m3, la diga del tipo a gravità è alta 60 m con un coronamento di 400 m costruita nel 1965. Iniziamo la dolce salita in direzione ovest costeggiando la morena del ghiacciaio (segnavia bianco/rossi) guadagnando quota sulla dorsale

Battelmatthorn

Walser che scesero a colonizzare l’alta Formazza. In direzione nord possiamo notare un impianto eolico costruito nel 2011 che risulta essere il più alto d’Europa, mentre sotto di noi si apre il Lago del Gries alimentato dall’omonimo ghiacciaio, con un inossola.it - 14

nord/est che scende dalla nostra meta. Arrivati al punto quotato (2672 m) sulla Swiss Map contrassegnato da un bastone infisso nel terreno, abbandoniamo il sentiero Castiglioni che scende al Piano dei Camosci e puntiamo direttamente alla cresta


est su evidente traccia, con il riferimento di un grosso ometto. Risaliamo il detritico versante sud/ est, rimanendo in cresta, sempre su sentiero, a 100 m dalla cima affrontiamo il tratto più delicato costituito da un esposto traverso pianeggiante lungo 90 m ancora su bella traccia, dove occorre prestare molta attenzione, infine con alcuni zig-zag arriviamo comodamente in vetta. Dalla cima possiamo ammirare un panorama mozzafiato: in direzione sud spicca l’enorme Lago del Sabbione con dietro la P.ta d’Arbola (3225 m), a ovest il Blinnenhorn (3375 m) dove ha inizio il Ghiacciaio del Gries, mentre verso nord in lontananza (20 Km) ci appaiono le cime svizzere dell’Oberland, in bella evidenza il Finsteraarhorn (4274 m) e il Lauteraarhorn (4024 m) mentre verso est si staglia la sagoma inconfondibile del Basodino (3274 m). DISCESA: Torniamo al punto quotato segnalato in precedenza, e ci abbassiamo in direzione sud verso il Piano dei Camosci utilizzando il sentiero Ernesto Castiglioni che collegava il rif. Maria Luisa con il rif. Città di Busto, dove troviamo due tratti protetti con precarie cordine metalliche. Dalla piana risaliamo al rif. Città di Busto (2480 m) dove andiamo a trovare l’amico Marco gestore dell’accogliente rifugio e collaboratore della rivista Ossola.it. L’edificio è stato costruito nel 1926/27, internamente è rivestito in legno, dispone di 50 comodi posti letto ed è dotato di tutti i comfort immaginabili, grazie alla sua posizione strategica si può utilizzare come base di par-

Rifugio

mt 2480

Città di Busto Ambiente familiare

in uno scenario da favola!

Aperto da Giugno a Settembre Loc. Piano dei Camosci ValLE Formazza (VB) Tel. +39.0324.63092 Cell. +39.347.5566808

www.rifugiocittadibusto.it

Rifugio BIM-SE “Al Lago”

In estate raggiungibile in auto Fraz. Morasco Formazza (VB) Tel. +39.339.5953393 15 - ossola.it www.rifugio-bimse.it


tenza per l’ascesa di montagne importanti come la P.ta d’Arbola, il Blinnenhorn, la P.ta del Ghiacciaio di Ban la P.ta del Sabbione e tante altre, oppure per effettuare il “Giro alto dei Rifugi” che consiste in un’escursione ad anello che sfiora la quota di 3000 m, dove si toccano in sequenza i rifugi Mores, Claudio e Bruno, 3A. Dal lato ingresso parte il sentiero con il quale scendiamo all’alpe Battelmatt, chiudendo così l’anello escursionistico e torniamo al Lago di Morasco. La diga del tipo a gravità è alta 55 m con un coronamento di 565 m, costruita negli anni 1936/1940, il lago ha una capacità d’invaso di 17,5 m3, e alimenta la sottostante centrale di Ponte di Formazza. Aufstieg der Spitze der Gemsem Der höhere Teil des Formazzatals, bietet herrliche Ausblicke auf Berge und Wanderwege zu Zentrum der Alpen. Einen Ausflug den man sich nicht entgehen lassen sollte, ist die des Aufstieg zu der Spitze der Gemsen vom Morasco Damm aus. Die Spitze der Gemsen darüberliegend, der Helvetic Abdachung, der Gletscher von Gries und die italienische Tiefebene von Chamois. Um dort hinzugelangen sehen Sie durch die berühmte Weide Bettelmatt, Ort der Produktion zusammen mit ein paar anderen Weiden, vom dem Käse Bettelmatt und die berühmte Qualität des Käses. Vom Passo Gries in Richtung Westen sieht man die Spur die Sie auf dem Gipfel bringt und dem Abstieg der den Wanderer zu Refugium der Stadt Busto auf 2480 m. Höhe führt. ossola.it - 16

Ristorante delle Alpi

Loc. Cascata del Toce ValLE Formazza (VB)

Tel. 339.1495026 Cell. 338.3448489

giorgiorezzonico@yahoo.it Lucchini Via Galletti, 27/29 Domodossola (VB) Tel. 0324 200135 Fax 0324 223545 MINOX

Binocoli Telemetri Telescopi Visori Notturni


IL LIBRO

GHIACCIAI E PARETI DELLA VAL FORMAZZA

in una nuova guida Tararà Editore ha appena dato alle stampe un volume “La scoperta della Val Formazza. Il bacino dell’Hosand ed i monti che circondano la Frua”, di Riccardo Gerla che nelle sue oltre 230 pagine è in grado d’interessare sia l’appassionato d’esplorazioni e pareti sia chi ama l’ambiente alpino. Riccardo Gerla (1861-1927) insieme ai britannici Cust e Coolidge divenne una sorta di mito per le popolazioni che lo chiamarono l’apostolo dell’Ossola. Infaticabile percorse e vinse tra molte montagne Sempione, Devero e Formazza e ancor oggi sopra il Devero una cima, la Punta Gerla, ricorda le sue gesta. Il valore documentario de “La scoperta della Val Formazza” è utile ancora oggi arricchito com’è di schizzi, nomenclature e disegni e dunque resta ancora più encomiabile l’iniziativa della casa editrice Tararà che ha voluto consegnare agli uomini del XXI° secolo un’opera suggestiva e ancora in grado d’emozionare chi percorre con animo libero le terre alte.

Riccardo Gerla “La scoperta della Val Formazza”, Tararà edizioni 2012 € 19,00

17 - ossola.it


a cura di Pizzico Da Chef foto R. Faggiana

... In Val Bognanco Le acque pi첫 buone del mondo!!!

(II parte) ossola.it - 18


La Fonte Gaudenziana

indicata nella cura della calcolosi renale.

desso cercherò di spiegare perché le fonti di Bognanco sono tra le acque minerali naturali più buone attualmente in commercio. Nascono in un unico territorio con caratteristiche profondamente diverse tra loro. Esse offrono al palato e a tutto l’organismo una notevole varietà di emozioni. Le sorgenti di Bognanco sono tre, e dal 1863 hanno reso famosa la località termale in tutta Italia ed oltre confine. L’acqua è classificata come un’acqua oligominerale perché ha un residuo fisso di soli 95 mg/l, quindi leggerissima e di facilissima digeribilità. Ha un contenuto di sodio pari a 1,6 mg per litro, decisamente molto basso, addirittura inferiore a marchi più blasonati, che pubblicizzano un contenuto in sodio pari allo 0,0002%, e che sostengono di rendere “la vita più snella”... Al palato risulta decisamente buona e gradevole, grazie al perfetto equilibrio dei suoi sali minerali: Calcio 26,4 mg/l, Sodio 1,6 mg/l, Magnesio 2,2 mg/l, Bicarbonato 75,6 mg/l, Solfato 12 mg/l, Potassio 1,6 mg/l, Silice 8,1 mg/l. Per meglio comprendere l’importanza della leggerezza e della digeribilità dell’acqua GAUDENZIANA, invito tutti a seguire la seguente riflessione: Se non fossero presenti i 75 mg/l di bicarbonato, l’acqua Gaudenziana risulterebbe “minimamente mineralizzata” al pari di altre acque molto pubblicizzate...!! Ma il fatto che lo contenga non 19 - ossola.it


è da considerarsi un difetto, ma un pregio, poiché favorisce la digestione, non solo dell’acqua, ma anche degli alimenti, che inevitabilmente tutti noi assumiamo. Ecco dunque spiegato il motivo di tantà bontà: la Gaudenziana non è soltanto un’acqua leggerissima, dolcissima e digeribilissima, ma rispetto a tutte le altre minerali vendute in Italia, aggiunge una piccola quantità di bicarbonato che la rende unica nel suo genere.

ossola.it - 20

La Fonte Ausonia

L’acqua da tavola per eccellenza!

E’ l’acqua per tutti, da bere tutti i giorni. è classificata come acqua oligominerale, anche se il suo residuo fisso è di 466 mg/l (con qualche mg in più sarebbe


stata classificata mediamente mineralizzata). Il fatto davvero sorprendente è che l’acqua Ausonia, nonostante la presenza rilevante di sali minerali, risulti leggera e digeribilissima, oltre che dal gusto straordinariamente delicato ed equilibrato. E’ quella che a Bognanco chiamano “la Rolls Royce” delle acque minerali da tavola, una vera “fuoriserie” destinata ai palati “gourmet” più raffinati. La sua leggerezza ed il suo gusto speciale

sono dovuti alla presenza di sali minerali “preziosi” che la natura ha voluto miscelare in un perfetto equilibrio armonico; in particolare: Calcio 50 mg/l, Sodio 23,20 mg/l, Magnesio 58 mg/l, Potassio 6,8 mg/l, Bicarbonato 420 mg/l, Solfato 71 mg/l, Silice 25,7 mg/l, Anidride carbonica libera 1014 mg/l, PH 5,6. Viene imbottigliata con la sua effervescenza naturale e risulta dunque leggermente frizzante.

21 - ossola.it


La Fonte San Lorenzo un miracolo della natura.

Acqua per veri intenditori!

Se con la fonte Ausonia la natura è stata generosa, con la San Lorenzo ha compiuto un vero e proprio “miracolo”. E’ classificata come acqua ricca di sali minerali, grazie al suo residuo fisso di 2100 mg/l. Ovviamente non viene consigliata come acqua da tavola. Dal 1863 ha curato centinaia di migliaia di ammalati di fegato e delle vie biliari, contribuendo all’affermazione delle terme di Bognanco. Ancora oggi sono numerosissimi i pazienti che si sottopongono alla cura idropinica con la San Lorenzo, e che bevono circa 2 litri ossola.it - 22

al giorno per 12 giorni consecutivi per una o due volte l’anno. Oggi viene imbottigliata e proposta al pubblico in un nuovo “format”: bottiglie di 0,5 l in PET rivestite da una pellicola argentata che protegge il prezioso contenuto dall’ossidazione della luce solare. La sua nuova denominazione commerciale è “MELENOS - Aquapower for sports” ed è evidentemente destinata ad un pubblico di praticanti attività sportiva. Questo perché i sali minerali contenuti naturalmente in questa acqua sono risultati praticamente gli stessi che note industrie produttrici di integratori di sali minerali, miscelano ed aggiungono chimicamente ai propri prodotti, con la differenza che nell’acqua San Lorenzo la concentrazione è più alta da 5 a 10 volte... (confrontate le etichette...) In particolare: Magnesio 356 mg/l, Bicarbonato 1997 mg/l, Sodio 157 mg/l, Calcio 108 mg/l, Potassio 16 mg/l. Tutti sali minerali indispensabili all’orga-


nismo umano, soprattutto in situazioni di particolare sforzo fisico. Chi beve la San Lorenzo, prima e dopo l’attività fisica, di fatto, assume un integratore di sali minerali, con il grosso vantaggio di assumere un prodotto della natura, senza zuccheri, ma soprattutto senza coloranti, conservanti e antiossidanti di origine chimica. Oltre a questi preziosi sali minerali troviamo nella San Lorenzo: Solfato 349,3 mg/l, Cloruro 35 mg/l, Silice 63,4 mg/l, che contribuiscono, con un equilibrio perfetto, a donare alla San Lorenzo un gusto appetibile ed apprezzato al palato. Altre acque, simili per elevata concentrazione di magnesio e bicarbonato, hanno equilibri diversi che rendono il gusto dell’acqua eccessivamente salato e amaro, quindi poco piacevoli da ingerire. Conclusioni Invito i lettori a sperimentare quanto espresso in questa breve descrizione delle caratteristiche delle acque minerali e ad approfittare di questi consigli per imparare a distinguere e valutare le infinite variabili gustative che anche l’acqua può offrire al palato. Lo potete fare da subito, confrontando il sapore delle diverse acque minerali in commercio, magari quella di rubinetto, al fine di esercitare le papille gustative a riconoscere la presenza o meno di sali minerali. All’inizio aiutatevi leggendo l’etichetta, sapendo che il gusto più o meno dolciastro dipende dalla quantità di calcio, il salato da cloruri e solfati, la punta di amaro dal magnesio e manganese, l’acidità dall’anidride carbonica. Oggi la tendenza nella ristorazione è quella di valorizzare il gusto delle acque minerali, abbinandole agli alimenti ed alle preparazioni gastronomiche, al pari di altre bevande come vino e birra: è

Albergo - Ristorante

MAGENTA

sala per banchetti e cerimonie

... a 300 mt dalle Terme di Bognanco Bognanco (VB) | Via Cavallini, 40

Tel./Fax +39 0324 46595

www.albergomagenta.it


Grotte di Bognanco Visite su prenotazione al n. 0324 234109

STALATTITI ANIDRIDE CO2 FANGO FERRUGINOSO TUBATURE FONTI Le grotte delle fonti


nata la figura dell’idrosommelier, che è in grado di consigliare al cliente il giusto abbinamento acqua-cibo, con l’intento di accrescere l’esperienza sensoriale ed organolettica del palato, arrivando ovviamente a consigliare anche la giusta temperatura di servizio ed il bicchiere più adatto alla degustazione. Già da qualche anno nei ristoranti viene proposta la “carta delle acque minerali”. I gusti ovviamente sono soggettivi, e proprio per questo vanno soddisfatti anche nel compiere il gesto più facile dell’universo: ... bere un bicchiere d’acqua!

d

Im Bognancotal Die besten Gewässer der Welt! Geboren in einem einzigen Gebiet, das sehr verschieden ist. Sie bieten den Gaumen und den gesamten Körper eine Vielzahl von Emotionen. Die Quellen sind drei in Bognanco und seit 1863 haben diese den Kurort in ganz Italien und im Ausland berühmt gemacht. Die Gaudenziana wird als Mineralwasser eingestuft, die Ausonia wird als Wasser reich an Mineralien klassifiziert. Das San Lorenzo ist als ein Wasser reich an Mineralien klassifiziert, wird nicht als Trinkwasser empfohlen, in diesen 150 Jahren hat es Hunderttausende von Menschen behandelt, die an Leber und der Gallenwege erkrankt waren.


di Giuseppe Possa foto R. Faggiana

Un’insolita galleria d’arte ad alta quota, tra montagne e baite

A

L’abitato di Campieno ossola.it - 26

Campieno di Crodo, i milanesi Carla e Roberto Mattioli hanno ristrutturato una vecchia stalla con fienile, dove conservano la loro interessante collezione di artisti noti, che d’estate tutti possono visitare. In esposizione anche molte opere di pittori ossolani.


Una visita allo Spazio Arte Mattioli a Campieno di Crodo è un’occasione da non perdere per gli amanti dell’arte e della montagna che potranno così apprezzare opere pittoriche e, nel contempo, ammirare un interessante abitato attorniato da uno scenario alpino imponente e meraviglioso.

Proprietario di questa insolita galleria è Roberto Mattioli, un corniciaio lombardo con negozio di oggetti d’arte a Milano, nelle vicinanze della Stazione Centrale. L’attività artigianale, il Mattioli l’ha ereditata dal padre (continuando una tradizione, iniziata dal nonno nel 1916), così come la passione per la mon27 - ossola.it


tagna. Fin da ragazzo, infatti, veniva in vacanza in questa incantevole località tra i boschi della valle Antigorio, dove i genitori possedevano una casa. Ecco perchè, qualche anno fa, avendola vista in vendita, ha acquistato la vecchia stalla con fienile proprio accanto alla

oggetti d’artiginato, disposti su tre piani, e nello stesso tempo di passare una bella giornata in una frazione amena e tranquilla, sopra Cravegna, ai piedi del Monte Cistella, da cui si può ammirare uno splendido panorama dell’Ossola: dalla Valle Antigorio alle vette della Val

sua abitazione estiva e l’ha completamente ristrutturata, adibendola a spazio espositivo. Per tutto il mese di agosto e nei fine settimana di giugno, luglio e settembre, oltre che a Natale e Pasqua, l’appassionato gallerista, coadiuvato dalla moglie Carla, apre liberamente al pubblico le sue interessanti collezioni (conviene, comunque, prima telefonare per assicurarsi che siano in loco: 0324.61250 oppure cellulare 335.6215687). Un’occasione per i visitatori di ammirare stupendi quadri e

Formazza e dell’Alpe Devero. Insomma, un’opportunità da non perdere per gli amanti dell’arte e della montagna che potranno così apprezzare, soprattutto, le tele di Carlo Aimetti (circa duecento), disposte nel piano rialzato. Nato a Bisuschio, in provincia di Varese, nel 1901 e morto a Milano nel 1987, Aimetti ha dedicato tutta la sua vita alla pittura di paesaggio, dipingendo con tecnica raffinata montagne, laghi, marine, parchi, ville e giardini, in un tripudio di colori; ma in particolare interpretando, con visio-

ossola.it - 28


ne impressionista e grande amore, le valli montane. Inoltre, nell’ampio sottotetto fanno bella mostra di sé oggetti artigianali unici o pubblicitari, quali quelli della Crodo. Al pianterreno, poi, ci sono in esposizione quadri dei più noti pittori locali, da Carlo Bossone

cupi e di materie forti, dove le immagini acquistano una tridimensionalità, costruita in un mondo tattile ma immaginario. Nel 1981 gli fu dedicata una grande mostra al Castello di Bari, curata e presentata dal critico Achille Bonito Oliva. Ora i coniugi Mattioli, qui

o Rino Stringara ad alcuni vigezzini e, ancora, da Giozza a Giorgio da Valeggia e poi Adobati, Bresciani, Graffio, Barbara Visca, Paolo Stefanelli e tanti altri. Ci sono anche artisti di fama, come l’acquarellista Aldo Raimondi o come Arduino Nardella di cui possiede più di settanta di opere, quest’ultimo ha esposto a Palazzo Reale di Milano con Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Francesco Messina ed è nato a S. Severo di Puglia nel 1907, si è spento a Nizza nel 1978. La sua pittura è fatta di pennellate spesse e dense, di colori

a Campieno, dedicano a Nardella una retrospettiva. Vanno accennate anche alcune opere di Antonio Radice, nato a Mede nel 1948 e diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera o del milanese Adelchi Galloni, che realizza anche cartoni animati per lo spettacolo e che ha illustrato importanti campagne pubblicitarie per Fiat, Alitalia, Innocenti, Knorr, Shell, Barilla; illustrazioni di Galloni sono apparse su quotidiani, riviste (Corriere della Sera, Grazia, Donna Moderna, Anna) e numerosi libri per ragazzi. 29 - ossola.it


Il maggior successo, comunque, Roberto Mattioli (che nel 2010 ha ricevuto, per il suo negozio, dal Comune di Milano l’onorificenza di “Bottega storica”) l’ha ottenuto con Carlo Aimetti: il pittore è stato ricordato nel 2007 con un inserto di 20 pagine da “Controcorrente”, rivista di cultura e arte di Milano. Il periodico fu presentato a Campieno dal direttore Gianni Pre e dal critico Andrea Pelfini, in occasione dell’esposizione di oltre 150 opere dell’artista lombardo. Così descriveva, Andrea Pelfini, il suo incontro con il gallerista milanese, quella volta che decise di trascorrere una giornata in montagna con gli amici: “Meta della nostra scampagnata era la valle Antigorio e Formazza, che non differisce molto da innumerevoli altre sperse tra le montagne dell’Ossola, caratterizzate da un progressivo spopolamento che vede solo pochi anziani abitare le vecchie case con i tetti in pioda, trovandosi nelle sere più calde sugli usci delle porte o nelle piccole piazze, intorno alla fontana, per scambiare due parole. Campieno, dove approdammo quella giornata di fine estate, è tutto questo: una frazione abitata da molte persone fino ai primi anni Cinquanta, poi le continue migrazioni e i conseguenti cali delle nascite hanno ridotto la sua popolazione a pochi abitanti”. Dopo aver affermato il suo stupore quando scoprì che, tra quelle antiche case, all’interno di una vecchia cascina ristrutturata, là dove potevano esserci fieno, rastrelli, gerle e altri utensili tipici della vita contadina, adesso c’erano molti quadri esposti lungo l’intero perimetro dei muri, il critico ossolano così concludeva: “La mia prima impressione fu poi immediatamente confermata dal padrone di casa che, notando la mia curiosità, m’invitò a entrare insieme ai miei amici. Ben presto al centro della nostra ossola.it - 30


attenzione, oltre ai quadri e all’inusuale scoperta, furono anche un bel bicchiere di vino e alcune fette di salame con del buon pane nero, che il proprietario non aveva tardato a offrirci”. Carla e Roberto Mattioli sono anche questo: ci tengono ancora a onorare quelle vecchie tradizioni di ospitalità, tipiche delle vallate ossolane, e che ripropongono con piacere ogni volta che qualcuno viene a far loro visita.

Kunst zwischen Bergen und Berghütten In der und bezaubernden Landschaft von Campieno Crodo im Antigorio Tal, haben die Mailänder Carla und Roberto Mattioli eine alte Scheune restauriert, jetzt ist in diese eine Kunstausstellung mit Werken von vielen ossolanischen Künstlern. Im gesamten Monat August und an den Wochenenden im Juli und September ist die Sammlung für das Publikum geöffnet. Angenehm zu bewundern, unter anderem die Gemälde von Aimetti Carlo, Carlo Bossone, Rino Stringara, Giulio Alessandro Giozza Adobati und Giorgio da Valeggia. 31 - ossola.it


di Claudio Zella Geddo foto R.Faggiana

ossola.it - 32


C

ampieno è un piccolo borgo che sovrasta Cravegna e che soprattutto apre l’orizzonte sull’est antigoriano. In generale si tratta di una zona dominata dal Cistella “nervosa erta che sospinge la sua grande massa e l’acuto dente verso il cielo”ove si stende la teoria di frazioni di Crodo (Mozzio, Viceno e Foppiano) e Cravegna ingemmati e tra belle praterie e campi floridi. Crodo è una ridente borgata - preceduta dalla torre di Rencio ora nulla più che un rudere fregiata da un’antica chiesa parrocchiale rimarchevole per l’altare maggiore con molteplici membrature, marmi orientali e veronesi dai mille colori, svetta poi il campanile del XII° secolo ed il battistero in marmo del secolo XVI°. Attrazione del luogo - da lungo tempo - sono i Bagni con la fonte di acqua biocarbonata ferrosa, quasi un residuo leggiadro e lieve della Belle Epoque. Per strada rotabile a numerosi risvolti si salga dopo aver passato la ridente costa di Emo che si affaccia su Alpiano superiore, l’antica casaforte della Rondola ed il bel santuario della Madonna della Vita a Smeglio (celebre sito ove portare gli indemoniati della valle per spurgarli), all’elevato villaggio di Mozzio posto ricco di amenissime praterie e circonfuso da una montagna ricca di boschi. Si prosegua quindi fino all’attiguo Viceno ove insiste la “Casa della Montagna” documento vivo della cultura materiale del territorio che contiene il telaio per la tessitura di canapa e lana, il forno comunitario, il mulino e tutta una congerie di strumenti per cagliare il latte e produrre formaggio. Superato il torrente Alfenza aureato (è proprio il caso di dirlo) da leggende e fatti collegati alle miniere d’oro coltivate ab antiquo fino al 1941, si è a Cravegna. Conosciuta sia per aver dato i natali a Papa Innocenzo IX°, che per 33 - ossola.it


d

Der OST- ANTIGORIANO Campieno ist ein kleines darüberliegend Burgdorf mit Blick auf das Dorf Cravegna und dass vor allem öffnet dem Horizont über dem Osten antigoriano, eine wunderschöne Gegend durch die massive fast dolomitischen Berg “Cistella” dominiert. Ausgehend von Campieno und nach verfolgen der vielen Zeichen können Sie, durch Wälder aus Buchen und Nadelbäume, viele Weiden und den Berg “Cistella” in 5Stunden und 10 Minuten erreichen.

ossola.it - 34

l’antichissima chiesa di struttura gotica ricca di affreschi del XVI° secolo (forse di Giacomo da Cardone) raffiguranti il Pontefice in tutta la sua maestà di dottrina. Le Cappelle della Via Crucis, che si dipartono dall’edificio, portano invece i risalti puliti della pittura del vigezzino G.M.Borgnis. Oltre a queste ricchezze artistiche, appena accennate, la riviera antigoriana offre anche preziosità al passo. Partendo appunto da Campieno accanto alla chiesa troviamo le indicazioni per il Cistella, subito s’incontra una cappella con stemma nobiliare e invocazioni, si prosegua tra macchie di faggi secolari e trovanti misti a conifere. Ancora una cappella dedicata a San Rocco San Anselmo e alla Madonna Incoronata c’indicheranno la via. Giunti ad un bivio, a seconda del tempo a disposizione, potremmo raggiungere a destra gli alpeggi di Aulusc (5 min.), Paù, (45 min.) e Deccia in un’ora e 50 min. A sinistra invece vengono indicati Lonsc in 10 minuti, Voma un’ora, Prepiana, alpe dominante tutta la valle fino alle cime di Vigezzo, in un’ora e venti, Gaido in due ore e il Cistella in cinque ore e dieci minuti. Suggeriamo di non perdere la visita di Lonsc (Longio) a 1130 metri di altezza, aprico alpeggio raggiunto da una strada e con baite ben tenute, luogo sovrastato da un dolomitico e indimenticabile Cistella. Da qui si può ritornare a Campieno lungo la strada di servizio per Deccia Tempo: 40 minuti Difficoltà. T Cartina: Kompass nr. 89 1.50.000 “Domodossola”


Servizi taxi con minibus

Viceno di Crodo (VB)

Tel. 0324.618791 - Fax 0324.600001

www.albergoedelweiss.com info@albergoedelweiss.com

Soc. Cooperativa a.r.l. Via Roma 65|28861 Baceno (VB)

Tel. 338.8780386 | 349.0796016

Rifugio

www.ossola.com/ermes ermes.multi@libero.it

Lusentino Ristorante Bar w w w. r i f u g i o l u s e n t i n o . i t

a 20 minuti da Domodossola Tel. +39 0324 240468 Tel. +39 335 8077999 rifugiolusentino@hotmail.it

Cucina con prodotti tipici ossolani in un ambiente caldo e accogliente per i tuoi momenti di relax!


di Marina Morandin foto di Marco Mazzarini


Baite dell’alpe Genuina


uogo ameno di rara bellezza e armonia. Un paesaggio che è pura emozione. Questa è la sensazione che l’Alpe Genuina consegna all’escursionista che la raggiunge. Al centro di verdissimi prati vi è un gruppo di baite in buono stato di conservazione nel cui mezzo troviamo un’immensa vasca completamente scavata nella roccia, opera eseguita completamente a mano, in cui confluiva l’acqua piovana dai tetti delle circostanti costruzioni. Un perfetto muretto in pietra divide le antiche proprietà e sta a dimostrare quanto l’uomo abbia lavorato e amato questi luoghi. Meta ottimale dove concedersi una pausa… fisica e meditativa. IL DRAGO DI GENUINA Fin dagli albori dei tempi, i miti e le leggende sono state popolate di mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. I più potenti erano i draghi: creature con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di

ossola.it - 38

un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e, soprattutto, erano malvagi e distruttivi. In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. Nelle leggende, i draghi sono visti come creature prodigiose: si riteneva che le ossa, così come il loro sangue, potessero avere elevate proprietà curative. Nella sua natura sono presenti i quattro elementi: la terra su cui striscia, l’aria in cui si libra, il fuoco che alita, l’acqua in cui si immerge. Anche per questo, nella tradizione occidentale, l’uccisione del drago è un passaggio obbligato, un rito di iniziazione verso un più completo sviluppo spirituale, mentre i tesori che il drago custodisce simboleggiano la sapienza superiore conseguita dall’iniziato, una volta sconfitti i propri “mostri”. “Le nonne raccontavano tremando la “storia del drago di Genuina”. Genuina, per chi non lo sapesse, è un breve tratto di prato posto proprio sul sommo della montagna Colmine, in mezzo a fitti boschi di abeti e larici con-


torti dal vento e bruciati dal fulmine. Lassù in una buca fra due macigni aveva preso dimora il drago dai colori vivaci e dalle ali di pipistrello; minaccia continua per le persone ed il bestiame della valle. Genuina è sprovvista o quasi di acqua ed il drago ogni giorno librandosi in volo attraversava la valle per recarsi a qualche piccola fonte nei pressi di Albiona. Due giovanotti decisero di finirla con il drago e, armatisi di fucile, si recarono a genuina e lo sorpresero mentre tornava dall’Ovigo. Gli scaricarono addosso il fucile e poi se la diedero a gambe. L’anno seguente un cacciatore trovò lo scheletro del drago e, portata la notizia in paese, furono organizzate onoranze ai due giovani che l’avevano ucciso”. (dal sito: www.valdivedro.it)

GLI ITINERARI PER RAGGIUNGERE L’ALPE GENUINA Dall’albergo-ristorante Pizzo del Frate (1217 m) a Foppiano seguiamo le indicazioni per il Passo Colmine/Alpe Genuina.

Percorsi pochi passi ci inoltriamo in un bel bosco di abeti e larici e, seguendo i segni di vernice bianco/rossi, in breve arriviamo alle baite dell’alpe Camplero (1380 m). Riprendiamo a salire e al seguente bivio svoltiamo decisamente a sinistra raggiungendo in pochi minuti la fontana dell’alpe Cavoraga (1410 m), e proseguiamo fino a guadagnare il Passo della Colmine (1605 m). Seguiamo le indicazioni e lentamente guadagniamo quota assaporando i profumi e i colori del bosco, finché arriviamo al poggio panoramico dell’alpe Genuina (1695 m), il panorama è splendido e si fa davvero fatica a lasciare questo idilliaco luogo, più di quella fatta per raggiungerlo! Percorso adatto anche a famiglie con bambini. Salita: 2h20 Dislivello: mt 480 Difficoltà E

Alpe Genuina 39 - ossola.it


Il rientro può avvenire anche attraverso l’Alpe Cheggio e l’Alpe Flecchio, ma questa variante è consigliabile solo per escursionisti che hanno già una buona esperienza in ambiente montano, sconsigliato in caso di cattivo tempo.

Traversata: 2h20 Dislivello: m 210 in discesa e 150 in salita Difficoltà: E

Rifugio Crosta - Alpe Solcio (1751 mt) Si attraversa il Rio San Giovanni e si prosegue seguendo le indicazioni per il Passo della Colmine. Giunti all’Alpe Proso (1560 m) si attraversa la strada consortile e ci si addentra in un bel bosco che,

Da Varzo (560 m) ci incamminiamo su strada asfaltata fino a giungere alla chiesetta di Cattagna. Oltrepassata proseguiamo lungo la pavimentazione di ciottolato e gli archi in pietra di questa bellissima frazione, fino a raggiungere

Per il rientro ritornare al Passo della Colmine per poi discendere a Varzo tramite il sentiero F4 (2h45).

verso l’alpeggio della Colmine

con un percorso in costa, ci porterà alla Buca del Lupo (1602 m). Giriamo a destra, sempre seguendo le indicazioni, e ci avviamo in una traversata della dorsale della Colmine che ci porterà dapprima al suddetto Passo e infine all’Alpe Genuina (1695 m). Questo percorso, che fa da spartiacque tra la vallata di Antigorio e quella di Divedro, ha qualcosa di magico, si procede circondati da un’atmosfera che appare fiabesca tra giochi di luci ed ombre, accompagnati da cinguettii ed attimi silenti. ossola.it - 40

un ponte. Poco oltre, presso un bivio ben segnalato, inizia il nostro sentiero F2. Proseguiamo in un bosco di faggi e castagni fino a giungere all’Alpe Snicc (880 m). Qui attraversiamo la strada consortile che giunge da Dreuza. Il sentiero ora, dopo aver attraversato altri piccoli insediamenti rurali, comincia a salire zigzagando per rimontare un erto versante. Ed eccoci arrivare all’Alpe Cloiei (1220 m) luogo in cui si apre una vasta spianata prativa. Ci ritroviamo poi sotto paretine rocciose che il sentiero,


inerpicandosi, risale fino a giungere alla dorsale della Colmine di Crevola. Questa lunga dorsale montuosa ha origine dal Cistella e scende verso sud fino a Crevoladossola a dividere la Val Divedro dalla Val Antigorio. Arrivati al bivio giriamo a sinistra e proseguiamo su minimi saliscendi verso la nostra meta. Prima di giungervi però incontriamo una croce di sasso. E’ una delle più belle balconate panoramiche sulla Val Divedro. Da qui si può spaziare: da sinistra il Pizzo d’Albiona, di Mezzodì, del Rovale nella dorsale che divide dalla Val Bognanco; svettano poi le cime del trittico dei 4000 della Svizzera con a fianco il Monte Leone e, al suo cospetto, il Monte Teggiolo. Poi il Pizzo di Terrarossa e tutte le cime che sovrastano l’Alpe Veglia fino ad arrivare al vallone di Solcio con il suo Pizzo Boni e per finire con il dominante e magico Monte Cistella per scendere a Varzo, Trasquera e tutta la Val Divedro e Cairasca... un’apertura per gli occhi ed il cuore!!! Ancora un ultimo sforzo ed eccoci finalmente all’Alpe Genuina (1695 m). Salita: 3h30 Dislivello: m 1135 Difficoltà: EE

albergo ristorante

Pizzo del Frate

Da quassù si può proseguire fino al Passo della Colmine (0h35) per poi rientrare a Varzo con il sentiero F4 (2h45), oppure continuare fino al rifugio Crosta all’Alpe Solcio per pernottare (2h20 da Genuina). Die Alp Genuine Das Divedro Tal, von seltener Schönheit und Harmonie, eine Landschaft die reine Emotion ist. Dies ist das Gefühl, dass die Alpe Genuine gibt, an den Waderer, der dieses erreicht. Vom Hotel-Restaurant Pizzo del Frate/ Gipfel des Mönch in Foppiano folgen Sie der Beschilderung zum Höhepunkt/Genuine Alpen, vom Ort Varzo oder vom Rifugio Crosta/Unterstand Kruste.

Foppiano di Crodo - CRODO (VB) Tel. 0324.61233

www.pizzodelfrate.it - info@pizzodelfrate.it Chiuso il martedì (tranne il periodo estivo)


di Adriano Migliorati foto di R. Faggiana

Orridi

ossola.it - 42

Orrido sud


Q

uesta uscita di Ossola.it ci offre la possibilità di proporre un’escursione ad anello molto particolare; con la quale oltre ad ammirare un fenomeno di straordinario interesse geologico dell’arco alpino, manifestato proprio nella Valle Antigorio con la sua massima espressione, ci darà anche la possibilità d’incontrare sul percorso alcune perle di rara bellezza, tutto questo racchiuso incredibilmente in un perimetro relativamente contenuto. Ma innanzitutto spieghiamo cosa sono gli “Orridi”: questa spettacolare espressione della natura risalente all’ultima delle quattro glaciazioni che si sono formate nelle Alpi, chiamata più precisamente “glaciazione Wurmiana”, avvenuta da 75.000 a 8300 anni fa, quando questa porzione di territorio era coperta da uno spessore di ghiaccio che superava i 1000 metri. L’azione erosiva dell’acqua, contenente detriti costituiti da sabbia e ciottoli, diramata in vari torrenti che scorrevano sulle rocce composte da micascisti, dove appoggiava il ghiacciaio, ha creato delle lunghe e profonde fenditure simili a crepacci chiamati per l’appunto “Orridi”. Nell’arco dei millenni il Fiume Toce si è poi incanalato in unico letto ben preciso spostato verso est, generando altre forre spettacolari come quella di Arvera purtroppo non percorribile, lasciando questi solchi asciutti e quindi visitabili. La gita ha inizio a Baceno, esattamente di fronte alla Chiesa di San Gaudenzio, sul lato sinistro imbocchiamo un porticato (indicazioni Orridi) e scendiamo lungo una bella mulattiera lastricata che percorre la sponda orografica sinistra del torrente Devero, in alcuni tratti possiamo osservare che il sentiero è stato scavato nella roccia viva. Fiancheggiamo alcune pareti verticali di

roccia fino ad incontrare delle indicazioni segnaletiche, ignoriamo la direzione Verampio/Orridi e svoltiamo a sinistra (indicazioni Pioda/Premia). Saliamo nella la mulattiera che scorre tra i muretti a secco, oltrepassiamo una baita e arriviamo così ad un’ampia curva a sinistra, dominata da una parete rocciosa, all’esterno con attenzione si nota una deviazione (ometto) che da accesso ad un prato, lo attraversiamo interamente, sul lato opposto riparte ben visibile un sentiero che entra nel bosco, che ci conduce direttamente all’entrata dell’Orrido ovest. Di tutti è sicuramente quello meno appariscente: non scoraggiatevi si tratta solo dell’antipasto di quello che ammireremo in seguito, è formato da due tratti distinti e si sviluppa per una lunghezza di 150 m con una profondità max di 15 m. All’uscita percorriamo la mulattiera che scende alla minuscola Frazione Uriezzo di Premia (ind. Uriezzo) costituita da una manciata di case addossate tra loro, protette alle spalle da un’imponente falesia alta 80 m. Attraversiamo la piazzetta e svoltiamo a sinistra dove scorgiamo un sentierino che s’inoltra nel prato con il quale penetriamo nei meandri nell’Orrido nord est, a differenza del percorso usuale noi lo percorriamo al contrario. L’antro è formato da un cunicolo tortuoso con una serie di piccole erosioni sferiche, lungo 130 m profondo 10 m, presenta un tratto molto stretto largo appena 53 cm. Sbuchiamo quindi di nuovo nella strada asfaltata, sulla sinistra possiamo notare uno stupendo chalet in pietra ricavato da un’antica baita risalente al 1700. Procediamo in direzione nord est costeggiando la chiesetta di Santa Lucia, circa 100 m più avanti sul fianco destra dell’arteria attraversiamo un bel ponticello slanciato sul profondo Orrido di Santa Lucia, sulla riva opposta parte un breve, 43 - ossola.it


Marmitte dei giganti ossola.it - 44


ma ripido sentiero che sbuca sulla strada che sale a Crego all’altezza di un tornante. Saliamo lungo la carrozzabile fino ad incrociare l’indicazione Cagiogno, sul lato opposto riparte la traccia che sbuca alla singolare Chiesa di S. Maria di Crego edificata dal parroco “scalpellino” Don Lorenzo Dresco tra il 1852 e il 1878. La particolarità del santuario è il peristilio a forma circolare costituito da 48 colonne di pietra lavorata che contorna il suo perimetro. Iniziamo la discesa passando tra due villette posizionate sul lato sinistro della chiesa, attraverso un viottolo nel prato (ind. Verampio). Più in basso incontriamo un paio di baite in costruzione dove parte una splendida mulattiera lastricata con barriere metalliche, alzando lo sguardo possiamo ammirare proprio di fronte a noi il Corno del Cistella che padroneggia su Baceno, mentre sulla destra svettano le due cime più elevate dell’Alpe Devero, a sinistra l’Helsenhorn (3272 m) a destra il P.zo Cervandone (3210 m). Continuiamo la discesa nel bosco che in alcuni brevi tratti diventa sentiero, arrivando così a Verampio in località Maiesso. Questo sito vanta due aspetti geologici di notevole importanza: il primo sono le “Marmitte” un affascinante spettacolo a cielo aperto prodotto da fenomeni erosivi di forma cilindrica, creati nei millenni dal moto vorticoso dell’acqua, notevole l’effetto cromatico prodotto dalle rocce di gneiss biancastro con il verde dell’acqua. Il punto ideale per ammirare questo scenario è il ponte sospeso, si sconsiglia vivamente di sporgersi dalle infide rocce, a ricordo dell’episodio nefasto accaduto qualche anno fa.

Località Crego Premia (VB) Tel. 0324/627827 www.montezeus.it

Meublè Hotel Ristorante Via Marconi, 1 BACENO (VB) Tel./Fax 0324.62023 info@vecchioscarpone.it www.vecchioscarpone.it


Scala di entrata all’Orrido Sud

Il secondo riguarda “L’elemento zero” o “Cupola di Verampio”con questi nomi si definisce questa formazione rocciosa a forma di cupola ritenuta la più antica e profonda della catena alpina affiorante in superficie. Mantenendo il lato orografico sinistro del Fiume Toce, proseguiamo la discesa fino ad incrociare una sterrata dove volgiamo a sinistra costeggiando un fabbricato, mantenendo la direzione arriviamo alla Centrale di Crego autentica opera d’arte costruita in pietra che nemmeno un bombardamento nucleare potrebbe scalfire, progettato dal noto architetto milanese Piero Portaluppi. Sfrutta le acque convogliate dall’invaso di Piedilago di Premia, attraverso un salto di 191 m, e genera una potenza di 39 ossola.it - 46

MW grazie a due turbine tipo Francis ad asse verticale. Varcato il ponte iniziamo la salita percorrendo il lato opposto del fiume sfruttando la strada asfaltata seguendo le ind. Orridi. Attraversiamo un guado che ci immette nella sterrata, i possessori di GPS possono verificare l’altitudine del loro strumento salendo sulla bancata rocciosa di destra, attraverso un contrassegno metallico geodetico quotato a 550 m coordinate (CH 1903 Suisse): E 668670 N 122628. Mantenendo la strada sterrata che interseca il ponte di Maiesso visto in precedenza, in pochi minuti ci troviamo all’ingresso dell’ Orrido sud che non a caso abbiamo lasciato come ultimo. Si tratta sicuramente di quello più spet-


Centrale di Crego

tacolare, ha uno sviluppo lineare di ben 200 m con una profondità massima di 30 m, il tratto più stretto è di 55 cm ed è formato da una serie di caldaie di forma sinuosa e bizzarra di notevoli dimensioni, fortunatamente grazie al posizionamento di alcune scalette in metallo è visitabile interamente. Tornati in superficie svoltiamo a sinistra e percorriamo in leggera salita la sterrata di prima, all’indicazione Baceno deviamo a destra inoltrandoci nel sentiero che si snoda nel rado bosco, passiamo a fianco ad una centralina e proseguiamo nella radura dove fa bella mostra di se la graziosa baita “Al Munt” con una fontana ed un tavolo in legno, quindi ci immettiamo nella mulattiera che risale a Baceno percorsa all’andata. Al termine

del nostro cammino non possiamo di certo lasciarci sfuggire l’occasione di visitare una delle chiese più belle dell’arco alpino e non solo, per l’appunto il monumento nazionale della Chiesa di Baceno. Edificata su di uno sperone roccioso che risalta la sua maestosità, nei secoli ha subito la fusione di tre stili architettonici, il primo romanico anteriore all’anno 1000 costituito da una primitiva cappella, successivamente quello gotico relativo al XV° sec. attribuibile alla costruzione delle navate laterali con archi a sesto acuto e per finire il tocco barocco riguardante gli interventi strutturali interni, come l’altare del 1600. All’esterno svetta il campanile a cuspide ottagonale, terminato nel 1523 alto 50 m mentre sulla facciata spicca un enorme affresco 47 - ossola.it


del 1542 alto 8 metri raffigurante San Cristoforo con Gesù bambino sulle spalle. L’interno si divide in cinque navate, con occhio attento possiamo catturare la particolarità del pavimento in serizzo posato in leggera salita con un dislivello di 90 cm. Nella basilica sono contenute opere di pregio come il battistero composto dal piedistallo in marmo bianco di Crevoladossola sormontato da un ciborio ligneo contenente la vasca battesimale, il bellissimo organo del 1823 di fabbricazione svizzera-vallesana, il coro posizionato nell’abside dietro l’altare formato da 19 stalli in legno di noce intagliati nel 1698, la cappella della Madonna del 1326, ma la cosa più sorprendente riguarda il grandioso affresco della Crocifissione ossola.it - 48

che ricopre interamente la parete ovest della primitiva cappella, mentre nella volta soprastante si vede l’originale Drago dell’Apocalisse con sette teste, dieci corna e sette emblemi affrescati da Antonio Zanetti detto il Bugnate nel 1542. La ciliegina sulla torta che ha valorizzato la parrocchiale è stato dato dal sofisticato impianto d’illuminazione interno ed esterno di recente realizzazione. Come raggiungere Baceno: Percorrere la superstrada del Sempione uscendo allo svincolo Crodo/Valle Antigorio, proseguire su S.S. n° 659 per 12,5 Km ed entrare in paese, appena superato il cartello Baceno svoltare a sx e parcheggiare nella piazza Aldo Moro. Avviarsi verso la chiesa prendendo


Alberghi come riferimento l’edificio dei Vigili del Fuoco. Sviluppo planimetrico escursione: 10 Km intero giro, 8 Km attraversando il ponte di Maiesso, tralasciando la discesa alla centrale di Crego. Dislivello complessivo: 490 m Difficoltà: E (si raccomanda di non uscire dal percorso descritto) Cartografia: Swiss map Helsenhorn foglio n° 1290 scala 1: 25.000 Periodo consigliato: tutto l’anno tranne l’inverno Attrezzatura: A causa delle percolazioni d’acqua con relativa formazione di fango si consigliano degli scarponcini leggeri, eventualmente delle scarpe da trekking per i periodi più asciutti. Macchina fotografica, eventuale treppiede. Bastoncini.

ri

o st

rant

e pizz er

Minoli Miravalle www.alberghiminoli.it

Via Provinciale 34/41 | PREMIA (VB)

Tel. 0324.62020 paolominoli@tiscali.it

ia

a

Croveo

Baceno (VB) - Tel. +39.0324.62085

49 - ossola.it


Le caldaie di Croveo U

n’altra attrazione geologica della zona sono le Caldaie di Croveo che si trovano nell’omonima frazione; le raggiungiamo partendo da Baceno, all’altezza del tornante imbocchiamo la strada a sinistra che sale all’Alpe Devero e la percorriamo per 1,8 Km. Entrati in paese parcheggiamo nella piazzetta di fronte al bar ristorante Cistella e ci dirigiamo verso la parrocchiale dedicata a Santa Maria Vergine edificata nel XVII° sec. Sul sagrato della chiesa è posto il monumento a Don Antonio Ruscetta, prete viperaio di Croveo (proprio in quel punto il parroco teneva le lezioni di cattura dei rettili che venivano poi inviati ad istituti sieroterapici per l’estrazione del veleno), merita la nostra attenzione la bella porta lignea scolpita in rilievo. Aggiriamo la parrocchia sul lato destro, dietro la stessa incrociamo la mulattiera che sale alle abitazioni soprastanti. Giunti di fronte ad una casa di colore giallo, svoltiamo a sinistra e scendiamo un comodo sentiero che ci porta nell’alveo del torrente Devero. Dal ponticello gettato sul baratro vertiginoso possiamo ammirare questo spettacolo, costituito da due massi giganteschi disposti a capanna, dalla quale escono con impeto le acque del torrente per poi gettarsi in un pozzo profondo eroso dalle acque. ossola.it - 50


Fraz. Cadarese - PREMIA (VB)

Tel. 0324617145 Fax 0324.607979

d

Caldaie di Croveo

Kessel von Croveo Eine geologische Attraktion von großem Interesse sind sicherlich die Kessel von Croveo, nahe dem Dorf Baceno gelegen, 1,8 km weiter auf Weg zur Alpe Devero. Nach dem Besuch des kleinen Dorfes Croveo mit der Statue des Priesters Viperaio, steigen Sie die linke Seite runter bis zu einer Brücke über den Fluss Devero. Von dort können Sie das Spektakel von zwei riesen Felsbrocken bewundern, in einer Form von Hütte, aus der die tobenden Wasser dann in einen in einen tiefen Brunnen fließen, erodiert vom Wasser. Von Interesse die naheliegenden Uriezzo von Gorges, ausgehend von der monumentalen Kirche von Baceno.


Val Loana

G

iro ad anello attraverso le bocchette alte che mettono in comunicazione la Val Loana (Vigezzo), la valle di Finero(Cannobina) e la Val Portaiola (Val Grande). La partenza avviene in località Fondighebi (1256 m), raggiungibile da Malesco attraverso la carrabile della va Val Loana (6 Km) che si imbocca 300 metri dopo la piazza della chiesa tenendosi a destra al primo bivio. La val Loana offre molti motivi di interesse etnografico; alcune centinaia di metri prima del termine della strada si trova una cava, attiva fino a pochi anni fa, di pietra ollare,la laugera in dialetto ossolano: accanto al torrente si notano i resti di un antica serra per la flottazione del legname ricavato dal taglio dei boschi dell’alta valle; i resti di numerose fornaci per la produzione di calce, resti che si visiteranno lungo il ritorno. Dal posteggio si segue la pista ster-

ossola.it - 52


di Lorenzo Di Pietro foto R. Faggiana

rata che percorre in falsopiano, alta sul torrente, il fianco destro della valle fino ai prati dell’alpe Loana. Qui si devia decisamente a sinistra fino ad imboccare un sentiero sul retro delle baite (cartello indicatore) che entra nel bosco dove inizia una ripida salita verso l’alpe Forcola (1602 m); un pugno di rustici ormai abbandonati da oltre 50 anni posti poco sotto l’omonimo passo che permetteva il collegamento con la valle di Finero. Il sentiero prosegue sulla destra iniziando una lunga diagonale che tra ontani, rododendri e larici raggiunge il colle dei Fornaletti (1903 m) sullo spartiacque Vigezzo-Cannobina. Poco oltre si abbandona il crinale e si scende sul versante opposto, alcuni passaggi sono attrezzati con catene, fino alla bella conca dell’alpe Cortechiuso (1883 m) il più alto alpoggio della valle di Finero. Il locale superiore della stalla è adibito a bivacco

sempre aperto.Il cammino riprende diagonalmente verso la bocchetta di Cortechiuso (2069 m) dove giunge anche il sentiero Bove, la storica via alpinistica della Val Pogallo, una delle prime vie attrezzate delle alpi, venne infatti inaugurato nel 1897. Ed è proprio percorrendo un tratto del “Bove” che inizia la discesa verso il colle di Scaredi. Dapprima in diagonale al cospetto delle cime di Cortechiuso e Laurasca, poi in ripida discesa su di una pietraia fino ai pascoli di Scaredi (1841 m). Tutta questa zona è di grande interesse botanico, si possono infatti osservare le fioriture di alcune specie piuttosto rare tra cui il velenosissimo aconito, l’androsace di Vandelli e l’aqulegia alpina. Durante la discesa si passa alti sul piccolo laghetto del marmo nei cui pressi affiora un filone di marmo bianco saccaroide utilizzato per la produzione della calce. Il colle di Scaredi costitui53 - ossola.it


sce la porta orientale della Val Grande che si estende grandiosa e selvaggia davanti a noi. Inizia dietro le baite la via di ritorno lungo le “scalateâ€?, la mulattiera lastricata che per secoli ha portato gli alpigiani di Malesco verso gli alpeggi della Val Portaiola. Al termine della discesa l’ultimo sito di interesse è costituito dai resti di numerose fornaci, una delle quali recuperata, per la produzione della calce, questa pratica era diffusa fin dal 600. Dalle fornaci in pochi minuti si ragossola.it - 54


giunge la sterrata percorsa all’inizio del giro.

AZIENDA AGRITURISTICA

Dislivello: in salita 800 m Tempo di percorrenza: 5h30 escluse le soste Difficoltà: E

d

An der Wende der 3 Täler Eine Rundreise durch die hoch liegenden Mündungen, die Val Loana (Vigezzo), das Finero Tal (Cannobina) und Val Portaiola (Great Valley) in kommunikation bringen. Der Ausgangspunkt erfolgt von Fondighebi 1256 mt, Aufstieg zur Alpe Forcola 1602 mt, dann kommt man zur Alpe Cortechiuso 1883 mt, dann erreichen die mit Mündung mit dem gleichen Namen in 2069 mt höhe. Von hier aus hinunter bis zur Alpe Scaredi auf 1841 mt höhe.

Aperto da Maggio a Ottobre

Malesco - Valle Loana (VB) Cell. +39 338 3071864 +39 319 9011139 etto.besana@tiscali.it


ossola.it - 56


Fino all’ultimo respiro di Claudio Zella Geddo foto R. Faggiana

57 - ossola.it


I

versanti ripidi e spesso senza respiro della Valle Anzasca sono certamente una delle caratteristiche del solco vallivo nonché un’inguaribile tentazione per chi ama i dislivelli marcati. Proponiamo allora un’escursione di sicura remunerazione ambientale per il colpo d’occhio che consente lungo il percorso. Si giunga a Borca e non dimenticandosi di visitare il Museo Walser essenziale e intatto, si prenda la direzione per l’alpe Cicerwald (1653 m). Il sentiero ben tracciato si dispone tra cascate e scivoli di roccia. Spesso, nella bella stagione, tra le pietre si evidenziano i colori forti del giglio martagone. Proseguiamo lungo una scalinata monumentale a gradini con enormi pietre confitte a mò di alzate fra cespugli di ginepro e felci, traccia che ci conducead una motta precipite su Borca. Da lì si penetri in un fitto bosco di pini tra cuscini di rododendri e bacche regno quasi fiabesco - di scoiattoli saltellanti. La traccia tende a farsi un poco confusa per troppa presenza di segnali, tenersi sempre comunque sulla destra in direzione sud-est. Dopo corsi d’acqua, torrenti, massi e teleferica, ci si trova spettatori dello straordinario spettacolo dell’alpe, una conca verdissima e aperta, dai pascoli rilucenti e percorsi da mille rivoli d’acqua. Tra le genziane appare la cappelletta al centro della leggenda del camoscio bianco. Narra infatti la tradizione che un cacciatore violando il precetto domenicale, fosse arrivato fino all’alpeggio e lì avesse incontrato un gigantesco camoscio bianco che, ritto sulle zampe anteriori, lo avrebbe minacciato e inseguito. Spaventato a morte il valligiano s’accorse che quella figura non era altro che il diavolo in persona e, per la grazia di essergli sfuggito, edi-

ossola.it - 58

La vista sul Rosa

L’alpe Cicerwald



ficò la piccola costruzione e smise di cacciare per il resto dei suoi giorni. Lassù non abbiano incontrato il demonio ma un solitario camoscio ha comunque osservato il nostro arrivo, Rimarchevole nell’edificio religioso un’acquasantiera in pietra, nonché l’affresco raffigurante una Madonna dai sette dolori a fianco un Santo armato di un terribile pugnale. Appena sopra la cappella un masso a strapiombo consente un’ottima visuale sul tronco luminoso della valle. Non sfugga poi al camminatore, munito di binocolo, oltre all’osservazione della Capanna Margherita e del Monte Rosa anche il colpo d’occhio sulla Val Quarazza ed il Passo del Turlo di cui s’indovina il tracciato, che doveva essere automobilistico secondo un progetto degli anni ’40, il Pizzo Vittini sovrastante la racchiusa alpe omonima ove attecchisce - caso rarissimo in Ossola - il pino Cembro e la Val Moriana. Quest’ultima una vera e propria sfida al passo lento e cadenzato di chi cerca tracce poco percorse ed ambienti selvaggi. Quello che si trova a Cicerwald è qualche cosa di unico, andateci e farete cantare l’anima senza troppo affaticare il passo. La discesa può avvenire lungo lo stesso itinerario di salita magari soffermandosi a raccogliere mirtilli o funghi a seconda della stagione.

d

Tempo: 3 h Difficoltà: E Cartina: C.N.S. 1.50.000 foglio n. 284 “Mischabel”

Loc. Lago d’Antrona, 15 Antrona Piana (VB) Tel. 0324 51808|Cell. 339.4300523 info@lagopineta.com

ossola.it - 60

Bis zum letzten Atemzug, die Alpe CICERWALD im Anzascatal Die steilen Hänge des Anzascatals, vor der Ankunft in Macugnaga sind sicherlich eine Attraktion für diejenigen, die markiert Unebenheiten lieben, diesen bieten wir den Aufstieg von Borca zu Cicerwald an. Der Weg führt vorbei an Felsen, Wasserfällen und um dann eine Treppe zu erreichen. Nach reichen Kiefernwälder kommt man in die schöne Naturtarasse von der Alpe, mit Bächen und verfeinert durch einen kleine Kapelle, Ort namens einer Legend der weiβen Gemse. Man kann herabsteigen auf dem gleichen Weg des Aufstiegs.

www.lagopineta.com


ossola.it Campanile61 di-Borca


di Claudio Zella Geddo foto R. Faggiana

Tra le gole di Gondo e Iselle Un luogo che conserva il sapore forte del passato

ossola.it - 62


fianco dell’abitato di Iselle, passando il ponte sul torrente Diveria, proprio sotto il rio Rovale esiste da più di trent’anni un’area protetta. Siamo allora andati a vedere e a sentire “lo scherzo” della ghiandaia al falchetto che s’aggira impetuoso tra le balze rocciose. Subito troviamo lo sterco lucido dei camosci e i ciuffi del pelo, segno che siamo sulla buona strada. Oltre l’antico abitato, seguendo tra i

in un bosco di faggi e sporadici abeti rossi. Ad un bivio si prenda a sinistra, sopra un dosso, il piano di alcune stalle alleggerirà la salita. Ancora pochi tornanti e siamo nel vasto declivio di Osone preannunciato da un possente fienile. L’oratorio recentemente restaurato si figura sublime entro le livide rocce della costa che scende dal Pizzo del Rovale. All’interno ci accolgono un Trionfo della Vergine e raffiLe gole

prati la mulattiera contornata da muri a secco, in breve saliamo con percorso regolare tra rocce ciclopiche, muschi e licheni lungo il fianco erto della montagna. Di fronte a noi si staglia evidente il tracciato che scende da Trasquera. Qualche passo è siamo nei pressi di una cappella posta su pietra aggettante con affreschi dedicati alla Beata Vergine. Continuiamo fra baite in sasso fino ad un primo agglomerato di costruzioni intonacate immerso

gurazioni naif di eventi miracolosi. Qualche metro e ci avvolgiamo nella smeraldina conca dell’alpeggio ancora mantenuto e caricato. Tra le baite segnaliamo una cappella con Madonna in trono ridente e teoria di Santi, il lavatoio ed una sublime costruzione a doppia entrata del 1583 con elegante balcone ligneo. Tutto l’insediamento -abitato stabilmente fino agli anni Cinquanta- dimostra un risalto di tratto ed un’armonia 63 - ossola.it


tratto della Stockalperweg

architettonica assai rara. Particolarmente incuriosisce un fienile retto da travi di larice gravati dal tetto in beole, appiattito contro l’edificio principale in pietra. Poco piÚ sotto, nel fragore del rio Rovale, il possente balzo di due camosci maschi, tra eriche carnicine, stupisce. Gli

animali osservano gli intrusi e quindi, signorilmente, s’inoltrano tra valli e nebbie. Dopo tale incontro il cielo che sovrasta e le cime che contornano l’alpe hanno concesso al passo umano qualche cosa che gli appartiene. A poca distanza, in territorio elvetico, lungo la Stockalperweg non mancate

ferrata di Gabi ossola.it - 64


di visitare il Museo dell’oro di Gondo all’interno dell’Hotel Stockalperturm, qui si potranno osservare foto, documenti e materiali relativi alla miniera aurifera. D’interesse anche la possibilità di percorrere la via ferrata Gabi a nord del piccolo ma incantevole borgo vallesano.

d

Zwischen der Schluchten von Gondo In kurzer Entfernung von der Grenze das Dorf Iselle, nicht vergessen im helvetischen Gebiet, das Goldmuseum in Gondo zu besuchen. Die interessante Ausstellung befindet sich im Inneren des Hotels Stockalperturm und lang des Stockalperweg, die Straβe führt von Domodossola nach Brig. Im Inneren des Museums sind Fotos, Dokumente und Materialien im Zusammenhang mit der Goldmine. Eine Reise durch Vergangenheit in einer Ecke des Wallis, die meisten unbekannt ist.

Simplonstrasse 1CH 3907 GONDO Tel. +41 (0)27 979 25 50 Fax +41 (0)27 979 25 51 www.stockalperturm.ch info@ stockalperturm.ch

Guida Escursionistica Certificata ASAM

ROLF GRUBER Museo dell’Oro

CH-3907 GONDO

Cell. +41 79 469 54 36 simplon-trek@bluewin.ch

65 - ossola.it

www.simplon-trekking.ch


La Ferrata di Gabi foto e testi di Luca Chessa

ossola.it - 66


P

assando la dogana di Gondo si entra in territorio svizzero e non si può non accorgersene. Sebbene le gole di Gondo siano il luogo più selvaggio e oppressivo di tutta la Val Divedro, l’ordine e la cura del territorio, tipico della cultura d’oltralpe, ingentiliscono questo profondissimo e tetro solco facendolo sembrare un luogo bucolico. In prossimità del minuscolo paesino di Gabi, su una parete di gneiss si nota, nel centro dello strapiombo, una targa con l’inconfondibile croce bianca su sfondo rosso dell’elvetica bandiera, da li passa la vertiginosa ferrata di Gabi. Non so quale diavolo abbia suggerito all’associazione “Klettersteig Gabi-Simplon” di attrezzare con centinaia di metri di cavi e fittoni quel vertiginoso dirupo dove già esisteva una via d’arrampicata molto difficile. In ogni caso l’operazione ha avuto il suo successo ed ora, questa

magnifica ferrata, è percorsa ogni anno da centinaia d’appassionati. La via è attrezzata perfettamente, con molta cura e senza risparmiare sull’attrezzatura. Il margine del pericolo rimane confinato nella responsabilità dell’utilizzatore che deve percorrerla con prudenza, un minimo di predisposizione atletica e l’adeguata attrezzatura. Fatto questo il divertimento è assicurato e il superamento di tratti impressionanti a strapiombo con un’esposizione vertiginosa sarà la cornice di una mezza giornata avventurosa, trascorsa nel vuoto, in compagnia di una magnifica veduta sulla Laggintal e la sua regina Weissmies. Note tecniche. Superata la galleria che precede l’abitato di Gabi si parcheggia l’auto su uno spiazzo a sinistra. Tornando sui propri passi, appena a destra della galleria, si scende

67 - ossola.it


in breve al torrente dove la ferrata inizia con un ben visibile ponte tibetano. Arrivati al termine della ferrata si segue in discesa una piccola strada asfaltata, dopo un trecento metri si stacca sulla sinistra un sentiero segnalato che in meno di venti minuti, percorrendo un bellissimo bosco di larici, riporta a Gabi e al parcheggio dove si ritrova l’auto. Volendo da Domodossola si raggiunge Gabi con il bus postale diretto a Briga. L’attrezzatura richiede l’imbragatura d’arossola.it - 68

rampicata, il set di cordini e moschettoni con dissipatore per ferrate, casco, scarponcini da trekking, guanti da muratore o specifici da ferrata e una borraccia d’acqua oltre ad indumenti caldi per difendersi dall’aria fresca delle gole di Gondo. Alla mattina la parete della ferrata accoglie il sole caldo, nel pomeriggio la frescura dell’ombra. Sviluppo della via: 700 metri, dislivello 220 metri, tempo medio di percorrenza 2 ore (aggiungere 20 minuti per la discesa).


Ristorante

Chiuso il Martedì

VARZO (VB) Satale del Sempione

Tel. 0324 7007

d

Eisenbahnstrecke von Gabi In der Nähe des kleinen Dorfes Gabi, nach den berühmten Schluchten von Gondo, in an den oberen Wänden kann man die Eisenbahnschienen sehen. Ein schwindelerregender Pfad, der jedes Jahr hunderte von Bergsteigern anzieht um einen halben Tag in abenteuerlichen in Leere verbringen, zusammen mit seiner grossartigen Aussicht auf Laggintal und Königin des Weissmies. Die Entwicklung von der Straße ist 700 Meter mit einem Höhenunterschied von 220 Metern. Für das zurücklegen der Stecke sind es 2 Stunden und 20 Minuten für den Abstieg, durch ein Wald mit Lärche, bis nach Gabi.

69 - ossola.it


La tradizionale corsa degli asini a Premosello


I

l 15 di agosto l’assolato borgo di Premosello Chiovenda si anima per una felice ricorrenza ovvero il “Palio degli Asini”. Già nei giorni precedenti l’evento tutto il paese e le frazioni di Colloro e Cuzzago sono in festa e inalberano vessilli colorati a simbolo dei diversi cantoni. Questa insolita e divertente “corsa”

come una burla, divenne una tradizione e un punto fisso nel calendario e la “corsa” divenne “Palio degli Asini”, ispirandosi a quello più famoso di Siena. La manifestazione si articola con la sfilata dei Cantoni a cui segue la corsa a cronometro individuale. Tuttavia il momento clou è la corsa in linea ove i fantini dei 10 cantoni si sfida-

nacque subito dopo la guerra quando, per puro divertimento, un gruppo di amici si mise a percorrere le vie del paese in groppa agli asini e senza un percorso fisso come adesso. Ma, nel 1981, quella che era iniziata

no per l’ormai storico percorso. Naturalmente, un severo regolamento impedisce qualsiasi maltrattamento degli asini, anzi il palio è un’occasione per prendere contatto con questo stupendo animale. 71 - ossola.it


ossola.it - 72



Un viaggio

IL MUSEO AR DI MER ossola.it - 74


nel tempo:

CHEOLOGICO GOZZO 75 - ossola.it


ra le tante bellezze di un angolo di alpi come il lago di Mergozzo va certamente ascritta una visita al Civico Museo Archeologico, in via Roma a pochi passi dal lago. Il museo, suddiviso in due sezioni, permette al visitatore d’ammirare sia materiale archeologico proveniente da scavi sia strumenti, attrezzi e testimonianze di quella che è stata per secoli l’attività principale delle popolazioni locali ovvero la lavorazione della pietra. Al primo piano dunque spazio ai cavatori ed agli scalpellini che lavorarono sia alla cava di granito del Montorfano sia a quella di marmo di Candoglia. Una storia di fatica e lavoro si dipana così sotto gli occhi dell’appassionato in un’ambientazione suggestiva. Fanno inoltre bella mostra di sé alcuni manufatti in pietra di epoche assai diverse, dalle epigrafi preromane al medioevo del vicino borgo di Montorfano. Il secondo piano del museo offre poi una vasta raccolta di reperti ordinati secondo precise scansioni temporali. Ecco allora, dalla età della pietra e su fino all’età del bronzo, mostrarsi il pugnale litico di Mergozzo, quello di bronzo del passo dell’Arbola - tra Devero e Valle di Binn -, l’ascia di Baceno, il proiettile a fionda di Omegna nonché diverse cuspidi di freccia. La tarda età del Ferro è quindi ben rappresentata dai corredi funerari di Carcegna e dalla celebre spada celtica di Mozzio di Crodo. Naturalmente parlando di Celti e particolarmente di Leponzi non poteva mancare un accenno alla successiva età romana che presenta materiali tratti da numerosi scavi come corredi funerari, olpi, recipienti in vetro e lucerne, in aggiunta una preziosa testimonianza risulta essere un’ara d’età imperiale ossola.it - 76

che riporta una dedica a Giove.

Per maggiori informazioni rivolgersi al Comune di Mergozzo Tel. 0323/80101 Gruppo Archeologico Mergozzo Tel. 0323/80291

d

Eine Zeitreise, MERGOZZO Seit vielen Jahren ermöglicht das Museum für Archäologie von Mergozzo den Besuchern eine Reise in der Zeit vom vorrömischen keltischen Mittelalter. In beiden Sektionen können Funde aus jüngsten Ausgrabungen bewundert werden, wie dell’Arbola, der Dolch aus Bronze, Grabbeigaben, das Schwert des keltischen Mozzio von Crodo und in Bezug auf die römische Epoche, Öllampen, Behälter, Öfen und vor allem eine Stele Jupiter geweiht. Es fehlt auch nicht der Raum im Inneren des Museums, gewidmet für die Arbeit von traditionellen lokalen Steinbrecher und Steinmetzen, die für Jahrhunderte den Granitsteinbruch von Montorfano oder die von Marmor aus Candoglia kultivierten.


TE TRISCHETTI IMPIANTI ELETTRICI IMPIANTI SATELLITARI

Via Benefattori, 7

Santa Maria Maggiore (VB)

Tel. 0324.94893

DOMODOSSOLA (VB) C.so P. Ferraris, 47 Tel./Fax +39.0324.242234 utrischetti@libero.it

Vogogna - Piedimulera

Via Nazionale Dresio, 3 - VOGOGNA (VB) Tel. 0324.878805 Piazza Gramsci, 6 - PIEDIMULERA (VB) Tel. 0324.83563 77 - ossola.it


Lago Pineta

Antrona Piana

Loc. Lago Antrona, 15

0324 51808

Vecchio Scarpone

Baceno

Via Roma, 48

0324 62023

Yolki Palki

Bognanco

Loc. Gomba, 21

0324 234245

La Meridiana

Domodossola

Via Rosmini,11

0324 240858

Alpe Lusentino

Domodossola

Alpe Lusentino

0324 240468

Gambrinus

Crevoladossola

Via Mazzorini, 6

0324 45192

Edelweiss

Crodo

Fraz. Viceno

0324 618791

Pizzo del Frate

Crodo

Fraz. Foppiano

0324 61233

Cistella

Croveo

Loc. Croveo

0324 62085

Walser Schtuba

Formazza

Loc. Riale

0324 634352

Rotenthal

Formazza

Loc. Ponte

0324 63060

Stockalperturm

Gondo

Somplonstrasse, 1

+41(0)27 9792550

z’Makanà Stubu

Macugnaga

Via Monte Rosa, 114

0324 65847

Divin Porcello

Masera

Fraz. Cresta, 11

0324 35035

Trattoria Vigezzina

Masera

Via Statale 337, 56

0324 232874

C’era una volta

Oira

Via Valle Formazza, 15

0324 33294

Lago delle Rose

Ornavasso

Via Pietro Iorio

333 9829810

Trattoria del Boden

Ornavasso

P.zza Boden

345 555 2299

Le Colonne

S.M.Maggiore

Via Benefattori, 7

0324 94893

Ca’ del vino

Varzo

Via Domodossola, 2

0324 7007

Villa Giulia

Verbania Pallanza

Lungolago

392 3330826

La Tavernetta

Villadossola

C.so Italia, 4

0324 54303

Vecchio Borgo

Vogogna

P.zza Chiesa, 7

0324 87504

I ristoranti, pizzerie e osterie consigliati dalla redazione di OSSOLA.it. Dove trovare servizi, qualità, accoglienza e cortesia.


CĂ dal Preu Fraz. Colloro | Premosello Chiovenda 0324 88745 www.ossola.com/cadalpreu PALAZZO DEL GABELLIERE Via Roma 17/19 | Vogogna 338.1749100 www.palazzodelgabelliere.it CREST Fraz. Cresti | Montescheno 0324 56285 Residence Fiordaliso Reg. Nosere | Domodossola 0324.248566 www.residencefiordaliso.com Casa TomĂ Via Menogno 5 | Masera 0324.232084 www.casatoma.it Divin Porcello Fraz. Cresta | Masera 0324.35035 www.divinporcello.it Casa Vacanze La Meridiana Fraz. Cadarese 13| Premia Tel. 0324.240858 - 348.3886118 info@ristorantelameridiana.it Premia Vacanze Via Domodossola 158 | Premia 392.3331484 www.premiavacanze.it


Via Madonna di Loreto, n.7 Vogogna (VB) Tel. +39.329.2259589 - Fax +39.0324.88665 www.ossola.com - www.ossola.it


Beole Serizzi Graniti Pietra Ollare Via Paolo Ferraris, 6 28855 Masera (VB) Tel. 0324 35138/Fax 0324 35012

www.ossola.com/prini prini@ossola.com

- tetti in piode con sistema brevettato - mosaico in beola - pavimentazione a spacco coste rifilate - pavimenti lucidi, fiammati e sabbiati i nostri pavimenti in sasso naturale sono lavorati con particolari tecniche tali da rendere il massimo in eleganza e funzionalitĂ . - copertine - rivestimento scale - davanzali e soglie - mensole per balconi - piantoni a spacco testa arrotondata due fori per recinzioni


Chiuso il lunedĂŹ

Food and relax Fraz. Cresta, 11 28855 MASERA (VB) Tel. 0324.35035 - Cell. 348.2202612

www.divinporcello.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.