Portogruaro.Net Magazine

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ITINERARI

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Alla scoperta di itinerari letterari, in questo numero con Lorenzo da Ponte, il librettista di Mozart, ed il suo periodo portogruarese

LUDOMANIA Ragazzi e ragazze che amano impersonare personaggi di cartoni e fumetti non solo vestendone i panni, ma anche ricalcandone gesti e movenze. Il fenomeno dei cosplayer p.8

FUORISCENA Due interviste d'eccezione. La prima a Enrico Bertolino, dopo il successo del suo spettacolo, l'altra ad Alessandro Gassman che ci parla di sè e del suo Roman p.10

L'ACQUOLINA

ILPARADISO DELLE BANCHE? Dalla densità di sportelli creditizi, passeggiando per il centro di Portogruaro parrebbe quasi di trovarsi in una "piccola Svizzera". E in effetti il nostro è il comune del comprensorio con il maggior tasso

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Attenzione alle etichette degli alimenti: la maggior parte degli acquirenti legge solo la data di scadenza del prodotto, col rischio di incappare in brutte sorprese

intervallo Ma la Gruber esiste davvero o è un personaggio dei Muppets? E che ci fa l'ex ministro Brambilla in cima al campanile? Sogni, visioni e ispirazioni di Luciano Guareschi

di aumento di depositi fra il 2005 e il 2010. Tutti Paperoni in città o c'è un'altra spiegazione? Abbiamo provato a svelare il mistero... continua a pag. 4 continua a pag. 4

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59

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VENERDI’ 10 FEBBRAIO

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Ore 18.30: Apertura della Manifestazione - presso sala Consiliare Mostra Fotografica di Nicola Tonon “OSSERVAMI, LEGGIMI, SENTIMI... SONO L’ISOLA”

SABATO 11 FEBBRAIO

dal 11 al 21 FEBBRAIO 2012

SFI LATE DI CARRI ALLEGORICI

DOMENICA 12 FEBBRAIO

Ore 14.00: “Le scuole in piazza” - I bambini in passerella con premi alle maschere più… Gadget per tutti - Animazione con il gruppo “Paride Orfei”

GIOVEDI’ 16 FEBBRAIO

Ore 20.45: Presentazione del romanzo “Nelle terre basse” di Mario Pettoello

SABATO 11 ore 19.00 SFILATA NOTTURNA

VENERDI’ 17 FEBBRAIO

Ore 20.30: Spettacolo teatrale: “UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNOVALE” di Carlo Goldoni - Compagnia ‘La Goldoniana’

SABATO 18 FEBBRAIO

Ore 20.00: Serata Enogastronomica “Carnevale in musica” - presso Villa Loredan Franchin Ospite d’onore la giovane vincitrice di ‘Io Canto’ (Canale 5) - Benedetta Caretta 6^ Edizione di Miss Carnevale Veneto o

IN CASO DI MALTEMPO LA MANIFESTAZIONE SARÀ RINVIATA A DOMENICA 12

Carro vincit

ore edizion

e 2011

Ore 15.00:

Foto archivi

Domenica 19 - Martedì 21 ore 15.00

Ore 17.00: In piazza con DJ-Dave Smith Ore 18.30: esibizione streetband “The Under Potatoe” Ore 19.00: Sfilata CARRI ALLEGORICI in NOTTURNA Ore 20.00: SPETTACOLO PIROTECNICO E la festa continua.. Ore 21.00 con: “IL FESTENDONE” party mascherato all’aperto from RADIO PITERPAN

DOMENICA 19 FEBBRAIO

SFILATA CARRI ALLEGORICI e gruppi mascherati

MARTEDI’ 21 FEBBRAIO

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EDITORIALE

Catene, obbligo in autostrada. A Portogruaro no I chiarimenti della Polizia stradale. Saldi, vendite in flessione. Poste, necessaria l’apertura pomeridiana di Maurizio Pertegato

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l caos delle catene. Negli ultimi tempi, tra gli automobilisti c'è una gran confusione sul recente obbligo imposto dalla legge di avere a bordo catene o montare gomme invernali. Se è ormai opinione comune che l'obbligo valga per chi percorre l'autostrada, non è ancora chiaro, ai più, a quali altre strade statali o provinciali sia esteso il suddetto obbligo, al punto che indiscrezioni lasciano intendere che anche viale Trieste a Portogruaro (quello che porta a Latisana, per intendersi) sia soggetto a questa nuova legge. Altre segnalazioni (vere o “leggendarie” lo spiegheremo subito) parlano di persone che sono state multate in quanto al controllo da parte degli agenti, sebbene avessero le catene a bordo, alla riTO CENTRALE rubrica Attualità (pag. 9) chiesta di montarle non ne erano capaci. A “tagliare la testa al toro” ci pensa la Polizia stradale che, interpellata sull’argomento, totalmente prive di are la nuova innanzitutto inserzionedefinisce con 4 foto prese dalle fondamento queste segnalazioni. “Anche oni dell’agenda, noi riceviamo telefonate, specialmente di : anziani, - dicono alla Polizia - che ci chiega dono se, una volta fermati, gli facciamo fare ugliatore anche la prova del montaggio delle catene. Teniamo a far rilevare che questo non è asba solutamente vero. L’obbligo riguarda il fatto no di averle a bordo. Punto e basta. Sarà l’automobilista, poi, che, se necessario, troverà R2 - logo VIKING e scritta “Finanziail modo e di STIHL montarle”. E quanto alle strade tasso 0%” (vedi in cui vige l’obbligo? “Vorremmo chiarire, a a grafica) scopo informativo che, per quanto riguarda le arterie statali, provinciali e comunali l'elenco completo è "scaricabile" dal Sito e: della Polizia di Stato (http://www.poliziadistato.it/articolo/21073/), ma comunque si ORTOGRUARO tratta di strade che generalmente portano Venezia, 48 nelle zone montane. Per intendersi, in viale 21 279511 Trieste a Portogruaro l’obbligo non esiste. 21 279590 Questo, invece, vige in tutte le autostrade e, nel caso Veneto, nella A4 Torino-Trieste, nei tratti: Brescia-Padova; Padova-Venezia; LATISANAVenezia-Trieste; nella A27 Venezia-BelluMozzon, 1 no, nel tratto Intersezione A57 Marco Polo/ 31 520550 A27; nella A28 Portogruaro-Conegliano Veneto”.

31 520556

SALDI: IL PIATTO PIANGE In un panorama generale di crisi dei consumi, tutto il comparto mercantile aspettava i saldi invernali come una “panacea” in grado di risolvere ogni problema o quantomeno di mitigare una situazione tutt’altro che rosea. Come sta andando? Non troppo bene, a giudicare da questo primo mese di vendite a prezzo scontato. Le file degli scorsi anni, fatta salva qualche eccezione, rimangono un ricordo. In linea generale, dai dati che abbiamo raccolto si registra una contrazione di vendite rispetto all’inverno 2011, anche se si tratta di un calo non particolarmente marcato. Un elemento che ci è stato segnalato riguarda la mancanza di unità tra i commercianti locali che, a giudizio di alcuni, dovrebbero unire le forze e lanciare qualche iniziativa in grado di dare un’inversione di rotta alla difficile situazione. A onor del vero, si tratta di un problema di carattere nazionale. A nessuna latitudine, infatti, si registra una situazione positiva e la tentazione di “guardare al proprio orticello” è forte dappertutto. Piuttosto, la Confcommercio rileva che anche a Portogruaro non

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gennaio/febbraio 2012

c’è posto per tutti e che, quindi, andrebbero posti dei limiti alle aperture indiscriminate di grandi e piccoli negozi.

POSTE E DISSERVIZI Negli ultimi tempi a Portogruaro e in tutto il Veneto Orientale si registrano gravi disservizi con le Poste. Queste, consegnano in ritardo la corrispondenza e, in alcuni casi, arrivano anche bollette scadute. Inoltre, l’utente, privato e soprattutto professionale, non può nemmeno contare sull’apertura pomeridiana degli sportelli, dal momento che le Poste sono aperte solo la mattina ed è, quindi, facilmente immaginabile comprendere quanto siano lunghe, in diversi momenti, le code che si formano. Dell’argomento si è occupata anche l’Am-

ministrazione civica portogruarese, che ha promosso un incontro con gli altri enti civici del territorio. Secondo il primo cittadino di Portogruaro, Antonio Bertoncello non “è ammissibile che ci si preoccupi di tante altre realtà, precisa, senza prendere in considerazione un servizio che non è più tale”. In particolare, viene giudicata molto penalizzante la mancata apertura pomeridiana almeno dell’ufficio centrale. Si tratta di una situazione anomala, in varie occasioni oggetto di forti pressioni politiche sulla dirigenza postale. La “beffa”, poi, è resa maggiore dal fatto che, nel vicino Friuli Venezia Giulia, gli sportelli sono aperti tutto il giorno. I Comuni del Veneto Orientale, insomma, “chiamano” il Governo Monti. Riuscirà a risolvere il problema?

SOMMARIO EDITORIALE Catene, saldi e Poste

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IN COPERTINA Il paese delle banche

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ITINERARI LETTERARI Lorenzo Da Ponte

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LUDOMANIA Il fenomeno “Cosplay” 8 DALLE AZIENDE Dott. Stival La Stazione

9 9

FUORI SCENA Intervista a Bertolino 10 Gassman e il suo Roman 11 L'ACQUOLINA IN BOCCA Occhio all'etichetta 12 DURI I BANCHI L'IPSIA D'Alessi

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LETTERE Dai nostri lettori

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Portogruaro · Viale Venezia, 48 T. 0421 279511 · F 0421 279590

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IN COPERTINA

gennaio/febbraio 2012

Filiale in centro a Portogruaro della Cassa di Risparmio di Venezia

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n luogo di banche e ottici. È come, scherzando, viene spesso definito il centro di Portogruaro, vista l'altissima densità di sportelli dell'una o dell'altra categoria. Le banche, in particolare, sono una presenza discreta ma onnipresente e hanno sostituito, col tempo, altre attività commerciali non legate a beni di tipo finanziario. Più in generale, il nostro Comune, secondo recenti dati della Banca d'Italia, è il leader fra quelli del comprensorio, davanti a Caorle, Concordia e S. Michele, per crescita dei depositi bancari, aumentati del 25% dal 2005 al 2010. E le banche continuano ad arrivare: poco fuori dalle mura, ne sono arrivate negli ultimi tempi due alquanto “foreste” come Deutsche Bank e la Volksbank di Bolzano. Anche la Banca di Cividale, qualche tempo fa, ha aperto una nuova filiale. Ma come si spiega un tale fiorire: Portogruaro è davvero un territorio così ricco, una “piccola Svizzera” da risultare appetibile per realtà di varia provenienza? O c'è qualche altra ragione, che può spiegare il fenomeno. E come è mutato il quadro, se un qualche cambiamento c'è stato, con l'arrivo della crisi economica? Abbiamo girato questi interrogativi ad alcuni responsabili di alcuni istituti bancari. Partendo da una presenza storica in città, la Cassa di Risparmio di Venezia, che aprì qui nel 1911 il suo primo sportello dopo quelli di Venezia e Mestre. “La tendenza generale, in realtà – spiega il direttore di Carive Franco Gallia – è più alla diminuzione che all'aumento. Ci sarà un ridimensionamento delle filiali, o meglio una loro diversa ripartizione sul territorio”. Portogruaro, comunque, non si tocca. “Portogruaro no – conferma Gallia – rimane strategica, anche per la sua posizione geografica, al confine col Friuli. Qui siamo leader di mercato sia sul profilo della raccolta che su quello degli impieghi e abbiamo mantenuto immutato il sostegno alle imprese anche in questa congiuntura economica in cui avremmo dovuto, seguendo una logica puramente di mercato, ridurlo”. Per quanto riguarda la richiesta di mutui e prestiti da parte di famiglie e imprese, secondo dati Carive, dopo essere rimasti sostanzialmente invariate dal

Sede della Banca San Biagio a Fossalta di Portogruaro

IL PAESE DEI PAPERONI?

A Portogruaro se c'è una cosa che non manca, sono le banche: la densità di sportelli, specie nel centro storico, è elevatissima. Ma non è una piccola Svizzera. Vediamo perché. di Federico Guerrini

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2010 al 2011, in questo primo scorcio di 2012 si registra una lieve flessione: “la gente non se la sente di indebitarsi, in questo momento – afferma Gallia – e le imprese non fanno investimenti”. Anche nella nostra zona si sente quindi il morso della crisi. Che non sia una piccola Svizzera, almeno non per tutti, lo conferma anche il responsabile marketing di Banca San Biagio, Paolo Messina: “I dati della Banca d'Italia – spiega – non tengono conto delle obbligazioni, che per banche come la nostra rappresentano all'incirca il 50 % della raccolta. Da quando è iniziata la crisi, la clientela ha cominciato a preferire forme di risparmio come il conto deposito, che consente di vincolare il capitale per periodi più brevi e riscattarlo quando si vuole”. In ogni caso, Portogruaro non si discosta molto da altri Comuni limitrofi. “In ogni territorio – prosegue Messina – ci sono alcuni centri importanti. In questo caso, l'aumento nella raccolta depositi di Portogruaro è sostanzialmente allineato con quella di San Donà e inferiore a quella del mottense, dove l'incremento percentuale negli ultimi anni è stato del 35 %”. I dati, dunque, vanno presi cum grano salis. Anche la forte densità di sportelli nel centro storico è dovuta, secondo il funzionario di Banca S. Biagio, soprattutto a ragioni storiche: il nostro Comune è stato e in parte è ancora (anche se sempre meno) sede di uffici e enti che erogano servizi ad ampio raggio, come il Tribunale, il Consorzio di bonifica. Oltre a ospitare numerosi studi legali e notarili, con tutto quel che questo comporta in termini di pratiche e circolazione di capitali. Da qui la necessità per le banche “tradizionali” di presidiare il territorio. Quanto invece ai nuovi arrivati, la loro presenza si spiega, secondo Messina, soprattutto per ragioni geografiche; Deutsche Bank e Volksbank “sono banche lontane dal loro territorio, che hanno scelto questa località anche per la sua vicinanza all'autostrada; anzi, alle autostrade perché grazie al raccordo con la A28 Portogruaro ha in sostanza due caselli, da cui si possono raggiungere località anche lontane. Per la Banca di Cividale, il discorso è un po' diverso: Portogruaro rappresenta una tappa dell’espansione nella pro-


in copertina vincia di Venezia ed è comoda per la posizione geografica di snodo fra Veneto e Friuli”. A ciò si aggiunge il fatto che, se dovessero andare finalmente a regime lottizzazioni come

gennaio/febbraio 2012 quella di Pirelli Re nell'area Ex Eni, la città potrebbe diventare ancor più attrattiva quale polo economico. C'è ancora spazio per crescere: nel 2008 le statistiche parlavano di una densità

di uno sportello ogni 1.200 abitanti. Per le banche un territorio continua ad essere appetibile anche con uno sportello ogni mille abitanti e in certe zone, come Treviso, il rapporto scen-

de ancora: uno a settecento. Forse un giorno non si dirà più che Portogruaro è una città di banche ed ottici: resteranno solo le banche.

il dato bankitalia dall’ottica delle società finanziarie delle piccole-medie imprese del portogruarese di Vito Digiorgio

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l dato Bankitalia 2010 che registra un aumento dei depositi bancari nel comprensorio portogruarese consente alcune valutazioni sull’andamento dell’economia delle piccole e medie imprese del territorio. Come si concilia il dato Bankitalia con la situazione di crisi che investe i vari comparti produttivi e dei servizi? Secondo Massimo Zanon, Presidente di Fidimpresa Venezia, società cooperativa per la garanzia del credito agevolato alle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi del Veneto, i due dati vanno considerati separatamente. La crisi di struttura che sta attraversando l’Italia dal 2008, nel portogruarese, realtà non industrializzata e caratterizzata da reddito prodotto da servizi e turismo, ha dato i risultati peggiori tra fine 2010 e 2011, costringendo anche le aziende più qualificate a segnare il passo. “Nel registrare questo aumento dei depositi bancari, non bisogna però confondere la massa dei risparmiatori privati con le imprese. Se da un lato c’è la volontà di risparmiare, dall’altro c’è pochissima voglia di investire e fare impresa” tiene a precisare Zanon. La gran parte delle imprese, infatti, ha problemi di riuscire a pagare i creditori e i dipendenti, a mantenersi in regola con il fisco, perché manca la disponibilità di denaro liquido. Gli indicatori bancari a livello sia regionale che nazionale segnalano che c’è stato un impoveri-

mento nel 2011, perché inizia ad essere mantenuta nel tempo la difficoltà di creare occupazione e aumentare la redditività d’impresa. Le previsioni per il 2012 sono tutt’altro che ottimistiche: sia le imprese produttive (artigianato, edilizia) che le aziende di servizi devono fare i conti con una concorrenza spietata in un mercato sempre più ristretto. Alla consapevolezza della necessità di fare sacrifici,

SABATO 28 GENNAIO ore 18.30 Apertura festeggiamenti e stand enogastronomico

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VENERDÌ 03 FEBBRAIO ore 18.30 Stand enogastronomico ore 21.00 Serata Fuerza Latina con

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Massimo Zanon

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DOMENICA 05 FEBBARIO

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Mauro Vignandel

si unisce la critica contro la politica che considera le piccole imprese solo come terreno elettorale su cui rastrellare voti. Zanon esprime, infatti, la necessità di riformare le politiche regionali basate sulla distribuzione incondizionata di fondi per l’avvio di attività d’impresa e sulle operazioni di ristrutturazione del debito. Mauro Vignandel, direttore generale di Cofidi, società cooperativa di garanzia mutualistica della Confartigianato Provinciale, che raccoglie 9000 imprese per le quali offre servizi di consulenza tecnica in materia finanziaria e creditizia, garanzie mutualistiche collettive volte a favorire il finanziamento a breve, medio e lungo termine ad opera degli istituti bancari, spiega in che modo debba essere inquadrato il dato dell’aumento dei depositi bancari. Pur non potendo essere aggiornato al 2011, il dato conferma un trend in atto da anni, legato a due ragioni fondamentali: le famiglie di fronte alla situazione di crisi hanno incentivato le forme di accantonamento del risparmio e il buon andamento della stagione balneare ha dato segnali incoraggianti di ripresa. Il concentramento dei depositi bancari si spiega con la presenza sul territorio di banche cosiddette corporate, specializzate nel finanziamento alle aziende di medie dimensioni e più strutturate. I problemi più grossi interessano, invece, il tessuto delle microimprese, per le quali sussistono problemi di occupazione, difficoltà di far fronte ai pagamenti e di ottenere prestiti per mancanza di merito creditizio adeguato.


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ITINERARI LETTERARI

gennaio/febbraio 2012

Un approdo sul Lemene per Da Ponte quando era studente in seminario Da Portogruaro a Vienna a New York sulle orme del librettista di Mozart

I

passanti che imboccano la “Stretta” ossia Via Mazzini, verso il Collegio Marconi, che fu famoso seminario vescovile della Diocesi di ConcordiaPortogruaro dal 1704 fino al 1918, se a metà strada si fermano sulla spalletta destra del ponte sul Lemene, possono vedere un piccolo approdo, dal quale una scaletta in legno porta fino a una porta secondaria di ingresso al cortile dell’allora Seminario, guardando sulla sinistra. Scaletta e approdo furono sicuramente utilizzati dal famoso letterato e librettista Lorenzo Da Ponte nei tre anni in cui fu ospite del Seminario dal 1769 fino al 1773 anno in cui fu ordinato sacerdote. Anche se vicende successive, veneziane e viennesi, gli valsero il poco onorifico titolo di libertino, pare che le sue uscite clandestine con una barchetta lo portassero a visite lecite in certe case basse sul Lemene, in una Portogruaro dove godeva di una grande fama di letterato in Umanità, che significava lettere latine e italiane. Nato a Ceneda (l’attuale Vittorio Veneto) nel 1749 da famiglia ebrea, Emanuele Conegliano cambiò nome in Lorenzo da Ponte al momento della conversione della famiglia al Cattolicesimo. La conversione, un avvenimento grandioso a Ceneda, fu favorita dal vescovo che dette appunto il suo nome – Lorenzo Da Ponte – a colui che doveva diventare il famoso librettista di Mozart. Dopo alcuni anni di seminario a Ceneda, Lorenzo Da Ponte si trasferì nel Seminario di Portogruaro che godeva di notissima fama in tutto il Nord Est, per il suo potenziale culturale religioso, ma anche aperto un poco all’insegnamento laico. Il Seminario per alcuni anni ottenne addirittura un corso universitario di teologia da parte dell’Imperatore d’Austria, proprio per l’altissima qualità di insegnanti specie in quella materia specificatamente abilitante per i futuri sacerdoti. Il corso fu poi soppresso per decisione dei responsabili del Seminario, che non intendevano sottostare alle decisioni imperiali nella scelta dei docenti. Da Ponte a 20 anni, nel 1769, è il più brillante studente del Seminario di Portogruaro, eccelle nella lingua latina obbligatoria in ogni momento della giornata, ma – pur con difficoltà frapposte dal programma di studi che non prevede esplicitamente la lingua italiana – legge assiduamente Dante, Petrarca, Boccaccio, il Tasso, Guarini, Parini e altri letterati di lingua italiana, con il suo immancabile Ovidio, assieme al suo unico amico Michele Colombo, con cui recita: /La bufera infernal, che mai non resta,/ mena li spirti con la sua rapina, / voltando e percotendo li molesta/. Quasi nulle le testimonianze scritte negli archivi del Seminario-Collegio; una primitiva “damnatio memoriae”? Solo qualche poesia scherzosa, una canzone

recitata al Vescovo che gli procura grandi lodi; rimane anche una satira che, quando “fugge” a Venezia lascia ai suoi compagni di Seminario che si divertono a recitarla durante la ricreazione, satira rivolta a maestri e superiori, definiti: Papperoni/ Baccelloni/ Saputoni/ Dottoroni/ Goccioloni/ Cornacchioni/ Licaoni/ Corbacchioni/ Babbioni, Buffoni, Arcibeoni. Nel 1770 ottiene l’ “accolitato” ultimo ordine minore e gli viene assegnata la Cattedra di belle lettere. Nel 1771 diventa suddiacono, vice direttore del Seminario e il 23 marzo del 1773 viene ordinato sacerdote. Resiste poco incolpando i colleghi di studio: “Gl’intrighi di alcuni invidiosi mi disgustarono e mi congedai. Passai a Venezia”. Abbastan-

CON I

di Ugo Padovese za inconsistente la causa o meglio l’alibi della sua “fuga”, per un comportamento scandaloso e libertino, un programma di vita disordinata e nel contempo di grande impegno letterario in quella affermazione: “Passai a Venezia”. Molto più tardi credeva di diventare famoso per i suoi insegnamenti letterari a New York, dove addirittura costruì a sue spese anche un Teatro, fallito, per far conoscere le opere liriche italiane; per i suoi scritti poetici; per l’introduzione dell’italiano e delle opere italiane in un Paese, quello americano, ancora digiuno di letteratura; per le sue “Memorie”, che cercavano di imitare e superare – senza riuscirci (almeno con le Memorie) – l’amico Casanova. Nel periodo viennese (1782-

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1791) scrisse i tre famosi libretti per Mozart (lui chissà perché lo chiamava Mozzart) il vero motivo per cui ancora oggi è ricordato in tutto il mondo dove si ama la lirica. Solo poco prima della morte, avvenuta a 90 anni a New York nel 1838, ebbe coscienza di questa realtà, di una enorme fama che gli derivava come librettista. Di libretti per opere liriche ne aveva scritti 36: ma quelli per Mozart lo resero celebre, accanto al musicista austriaco; “Le nozze di Figaro” – 1786: “magistrale summa dell’opera buffa precedente, aggiornata con i moduli più avanzati del teatro drammatico contemporaneo” commenta Edoardo Resigno nel libro “Da Ponte”. E ancora “Il dissoluto punito” ossia “Il Don Giovanni” (1787) dove “trovano mirabili armonizzazioni temi comici e tragici” e infine “Così fan tutte” (1789) “mirabile gioco – osserva sempre Eduardo Rescigno – di sottigliezze allusive, sotteso da un erotismo tipicamente settecentesco”. A caso uno dei tanti giudizi su Da Ponte: “Uno strano uomo, noto per essere canaglia di mediocre spirito, con grandi talenti per essere letterato e fisiche attrattive per essere amato”. Libertino sì, ma Da Ponte, che per 40 anni a New York era stato sposo fedele con una donna inglese incontrata a Trieste, dichiarerà prima di morire di essersi differenziato dal suo amico Casanova: “Ho fatto un buon lavoro, scrisse Da Ponte! Post funerea: dopo la morte si ricorderanno di Da Ponte…oh, lo faranno! Il mio amico Casanova può essere contento di me… ma io l’ho battuto! Cosa resta di lui? Nulla! Non è così? Io invece ho costruito!…”. Questo il personaggio famoso e discusso che per tre anni è vissuto a Portogruaro, di giorno studiando nel Seminario (oggi Collegio Marconi) e di notte visitando le case basse sulle sponde del Lemene con una barchetta poi legata a un approdo sul fiume che raggiungeva uscendo dal cortile del fabbricato e scendendo per una scala di legno fino a raggiungere il fiume. È poco per questo lembo civile e bellissimo dell’estremo Veneto Orientale? Terra natale di personaggi illustri come Luigi Russolo, pittore, filosofo, musicista inventore (troppo presto) della musica moderna; il poeta Pascutto cantore della natura e della giovinezza che tramonta come il sole a primavera; il poliedrico Giulio Camillo del Minio; o transeunti come uno dei più grandi scrittori americani del ‘900, Hernest Hemingway, che oltre a cacciare placava il suo spirito tra le dune e le foreste di pini di Caorle, Bibione, San Michele al Tagliamento; o l’immortale Ippolito Nievo nell’Ottocento secondo solo al Manzoni; o il Pasolini – che del Lemene di Portogruaro, che conosceva bene, scrisse un unico stupendo sonetto in dialetto portogruarese?



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ludomania

gennaio/febbraio 2012

I cosplayer portogruaresi Una nuova moda orientale che si sta facendo largo tra i nostri giovani

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di Ivano Piva

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l fenomeno “Cosplay”, contrazione dei due termini inglesi “costume” e “play” e traducibile in modo approssimativo in italiano come “giocare a travestirsi”, è un neologismo coniato in Giappone nel ventennio scorso e identifica il vestirsi e interpretare un personaggio di una serie, film o videogioco. I cosplayer sono persone normalissime, per lo più ragazze, che decidono di impersonare, durante le varie convention di animazione e fumetti, i propri beniamini, vestendone non solo i panni ma anche ricalcandone movenze e gestualità. Quindi essere un cosplayer significa riprodurre il più fedelmente possibile il costume del personaggio che si decide di interpretare e agire dal vivo proprio come ci si aspetterebbe facesse lui. Essendo una moda nata in Giappone in un primo momento i personaggi prediletti dai cosplayers sono stati indubbiamente gli eroi degli anime; con l’evoluzione dei tempi e dei gusti le scelte si sono diversificate e ampliate inglobando nell’accezione stessa del termine numerose categorie e generi di costumi prima decisamente trascurati, come film e videogiochi: ad esempio, dopo una certa saga piratesca, ecco il proliferare di pirati in Triveneto. Di solito è possibile vedere i cosplayer alle fiere del fumetto oppure in raduni di vario genere organizzati in posti dove si possono realizzare set fotografici affini al personaggio di cui si indossa il costume. Precisiamo subito che non parliamo di Carnevale, ma di una forma d'arte per cui si cerca di portare in vita un personaggio a cui solitamente si è affezzionati, magari aiutati da una minima somiglianza fisica. E’ assicurato che vedere una Haidy col nonno o un Lupin III che passeggia con la sua banda procura sempre una minima commozione. Il Cosplay in Italia ha timidamente visto la luce al “Lucca Comics & Games” negli anni 90 con apparizioni di ragazzi vestiti come gli eroi del momento, per poi svilupparsi di pari passo con il boom dei manga e degli anime, con la peculiarità tutta italiana di lasciare ai vari cosplayer la possibilità di esibirsi su un palco per poi essere premiati in base

a costume e interpretazione (di solito miglior maschile, femminile, gruppo, interpretazione, simpatia, e a volte a questi si aggiungo menzioni speciali per chi, pur avendo fatto una scena ben preparata o un costume d'effetto, non è riuscito a piazzarsi sul podio). Il fenomeno del Cosplay, pur essendo di nicchia e ignorato da molti, è diffuso in tutto il mondo con tanto di sue star più o meno note: in Europa i Paesi che si contendono il primato, sia per quantità di appassionati che per qualità, sono Francia e Italia. Esiste perfino un concorso internazionale chiamato Cosplay World Summit in cui i rappresentanti italiani si son fatti valere vincendo in varie occasioni (nel 2011 le rappresentanti italiane erano due ragazze venete). A questo punto ci si chiederà, ma di questi cosplayer ce ne sono anche nel portogruarese? La risposta è sì: potrà

stupire ma il Veneto è una delle regioni con la popolazione di cosplayer più numerosa. Nella zona S. Stino - Portogruaro - Concordia Sagittaria si passa certamente il centinaio. Solitamente si inizia frequentando fiere del fumetto oppure accompagnati a raduni da amici già introdotti, prendendo così familiarità con tale moda, imparando a non considerarla più una cosa particolare ma normale, apprezzandone i vari aspetti e provando ad immedesimarsi nei vari personaggi: ad esempio, quale ragazza vedendo le principesse Disney non ha mai pensato di indossarne l'abito? Ecco l'occasione per appagare il desiderio! Oppure assomigliare straordiariamente a uno dei personaggi di una serie che non si ama? Se ne potrebbe

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fare la versione parodistica! Da li c'è chi si diverte a cucire, costruire, montare le varie parti del costume con apici di genialità come l'armatura di un Big Daddy che si aggira nelle nostre zone (dal film/fumetto: Kick Ass) dotata di sistema refrigerante per quando fa caldo, e chi invece ordina il tutto da sarte o da negozi specializzati, anche stranieri. Portogruaro.Net ha incontrato due cosplayer per sapere come hanno iniziato e come si incontra (e si scontra) la loro passione con l'abitare a Portogruaro o dintorni. Tutti i cosplayer locali si dividono tra chi apprezza tantissimo abitare a Portogruaro perché si trova a un passo dalle due Fiere del fumetto e del gioco più grandi del Triveneto (La Naoniscon di Pordenone e San Donà Fumetto, oltre a tanti eventi minori) e chi si dispiace perché a Portogruaro città si sente un po' straniero in patria, visto che eventi con qualche affinità al Cosplay mancano assolutamente così come fumetterie o altri negozi tipici dove per naturale tendenza ci si incontra tra appassionati, col risultato, spesso, di conoscere altri cosplayer che abitano vicini a noi ma mai visti prima. Un cosplayer portogruarese col nome d'arte di Sebastian Michaelis (nome preso dal fumetto Bluck Butler) ci tiene a sottolineare che il cambiar panni e andare fuori dai soliti schemi è liberatorio: "mi posso comportare come voglio e non indossare mezza maschera per far piacere alla gente che a volte nemmeno conosco. Il cosplay è una passione non una moda come pensano alcuni". C'è anche chi come Nicola non era interessato a vestirsi da personaggio dei fumetti/film ma: " Per passione per il fantasy, ho approfittato di una fiera per vestirmi da mago. Quel bruttissimo costume sarebbe diventato un'original che mi ha permesso di vincere il premio "Ca' Foscari" 2011 e miglior interpretazione a Mestre Comis 2011". (n.d.r. Original è un costume non ispirato a un personaggio specifico ma a un concetto, nello specifico "il mago"). Quindi cari lettori, se fuori stagione carnevalesca vi capiterà di incontrare qualcuno in stazione dei treni vestito strano ma con classe sapete che è un cosplayer pronto a partire per qualche raduno o manifestazione.


dalle aziende

gennaio/febbraio 2012

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CRONICITA' DEL MALATO? RAPIDAMENTE SI PUO' redazionale a cura di St. G.

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l Dr. Giancarlo Stival è farmacista, naturopata, specializzato nel settore delle medicine alternative da oltre 20 anni. Presidente dell’associazione nazionale parafarmacie italiane Omnisalus dice: “Oggi posso essere felice di aver avuto vent’anni fa il coraggio di intraprendere una ricerca alternativa sulla salute, trovandomi così a lottare ogni giorno con lo scetticismo di parenti, colleghi, amici, professori, gente comune… che ringrazio per aver indirettamente convalidato i miei risultati concreti. Nel mio cammino verso le risposte ai disagi di tante persone mi sono trovato a conoscere profondamente la natura dell’uomo nel suo insieme e le sue evoluzioni in malattia. Ho constatato di aver determinato un metodo che è stato convalidato dalle persone che fino ad ora ho puntualmente aiutato. Chi si rivolge a me solitamente ha provato di tutto, anche la stessa medicina alternativa, con grande sofferenza conseguente a ricoveri,

terapie farmacologiche fallimentari, consulti di grandi luminari che demandano ad altri luminari. Ho riassunto i principi del mio metodo in due volumi, in particolare nel secondo libro “Una nuova cultura del benessere, viaggio nella psiche” pongo l’accento sulla psiche dei biotipi estremi poiché ritengo che la principale causa delle patologie dei nostri giorni sia da ricercare in questo ambito e non, come fa la scienza moderna, nella chimica fine a se stessa con indagini falsate dalle logiche di mercato.”

TESTIMONIANZE DI VERA GUARIGIONE: “Da una vita soffro di cefalea... Ho usato la pillola, gli antinfiammatori, alla fine ho usato il difmetre che ora grazie al dr. Stival non uso più. Nel 2006 mi rivolsi al dr. Stival visto che non riuscivo ne’ a lavorare e ne’ a fare una vita normale … il mio mal di testa mi debilitava talmente da rendermi la vita insopportabile … In uno delle migliaia di consulti medici sentii parlare di un certo farmacista che da tempo otteneva risultati anche nelle cefalee... Credetemi i consigli fitoterapici li lasciai perdere per altri dieci giorni poi li usai. Ebbene come disse il dottore il primo evento che doveva succedere sarebbe stato la riproposizione del mal di testa entro tre giorni, secondo la legge di autoguarigione di Hering

ed infatti il secondo giorno successe, mi allarmai pur sapendolo e telefonai. Mi disse di sopportare che sarebbe stata una delle ultime volte a comparire ... Il dolore venne meno nelle 24 ore e sparì. Da allora se ogni tanto si ripresenta succede come a tutti e passa con una semplice cibalgina che uso veramente poco. Ringrazio il dottore di cuore e spero che possa servire questa mia esperienza ad altri scettici come me.” “Mi chiamo A. e voglio dare la mia testimonianza sebbene con reticenza ... Sono una persona che lavora in contatto con persone che usano solo medicina sintetica e chimica ... Avevo l’artrite psoriasica che come detto da tutti gli specialisti consultati non vi sono rimedi se non la chemioterapia con il metotrexate e la debilitazione in carrozzella. Avevo sentito di un naturopata farmacista che era riuscito a far camminare chi come me aveva grossi problemi nel farlo. I dolori erano continui nelle dita delle mani e dei piedi oltre a dolori lombari e cervicali. … mi decisi di andare a trovare il dr. Stival. ... Incominciai a seguire il suo metodo e i primi due mesi non vidi risultati. Chiesi insistentemente perché nulla stava accadendo. Mi rispose che nessun metodo alternativo in un terreno autoimmune poteva funzionare e che questo lo aveva ribadito più e più volte ... Io ancora una volta non gli diedi retta e pensai di fare a modo mio... Così stetti male anche

un altro mese. Mi disse che il terreno non era cambiato e così mi fece capire che avrebbe volentieri mollato chi non seguiva i suoi consigli. Alla fine gli diedi retta e con stupore stavo migliorando ma continuavo a lamentarmi per altre cose. Quindi non riuscivo a essere tranquillo ... Il dottore mi disse che così fanno tutti i biotipi che lui trattava e che per togliere le proprie abitudini errate sia corporali che psicologiche bisognava per forza fare come diceva lui… Così incominciai il mio riequilibrio e dopo tre mesi i dolori erano localizzati unicamente in due punti… Il dr. Stival dice che siamo alla fine… lo noto anche io poiché mi sento più libero nelle azioni … Ora sapendo che la mia malattia è di natura autoimmunitaria e si pensava a qualche gene anomalo posso affermare come dice spesso il dottore che non vi è malattia genica che resista se il corpo e la mente sono in equilibrio… e io posso confermarlo… ora vado dal dottore ogni due mesi ma il risultato continua a reggere sebbene il mondo e lo stress non siano cambiati… ne deduco che la cura del dr. Stival ha funzionato benissimo… grazie.”

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345 7407906 • 333 8405068

Dr. Giancarlo Stival specialista in medicine complementari-alternative Cordovado • Via Bgt. Gemona, 46


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fuoriscena

gennaio/febbraio 2012

«Passata è la tempesta?» Non ci resta che ridere... La percezione della crisi secondo Enrico Bertolino sul palco del Russolo di Georgia Schiavon

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arà per scongiurare il “pessimismo cosmico” che Enrico Bertolino ha scomodato Leopardi per il titolo del suo spettacolo, nel quale racconta la crisi e la sua percezione, prendendo in giro i pessimisti, ma senza farsi illusioni. Bertolino – un passato da impiegato di banca e manager, poi comico di programmi televisivi tra i quali «Zelig» e «Le Iene», oltre che docente di tecniche di comunicazione – il 12 novembre scorso ha portato sulla scena del Teatro Russolo il monologo «Passata è la tempesta?», scritto insieme a Curzio Maltese, Andrea Zalone e Luca Bottura. Uno spettacolo che parla di politica e costume rinnovandosi di continuo grazie agli spunti offerti quotidianamente da quell'“outlet della minchiata” che secondo il comico milanese è l'Italia di oggi. Sul palco Bertolino descrive l'Italiano medio (“caffè solo la mattina e dopo pranzo; a messa due volte l'anno, Pasqua e Natale; all'outlet tre volte l'anno, quando ci sono i saldi; casomai la chiesa facesse i saldi, tre volte anche in chiesa”), ne misura il “TRC” (“tasso di rassegnazione del cittadino”) e il grado di reattività (dalla “bassa energia negativa”, prodotto della cultura cattolica, all'“alta energia positiva”, che al giorno d'oggi è “da tossicodipendenti”) e non risparmia qualche frecciatina al sindaco Bertoncello – tra gli astanti – che all’esame antidoping sarebbe risultato “positivo ai Perfosfati”, e ai Portogruaresi (“nel 1548 Portogruaro contava 3.700 abitanti. Stasera ho messo la testa fuori e mi pare che siamo più o meno alla stessa cifra”). Tra un aggiornamento e l'altro sugli sviluppi della caduta del governo Berlusconi, di cui si apprendeva la notizia proprio poco prima che lo spettacolo andasse in scena, ci ha dato il suo punto di vista sull'Italia contemporanea e i suoi politici. Uno spettacolo in fieri, «Passata è la tempesta?». È un work in progress. È in tour da tre anni. Sto cercando di chiuderlo, ma non vuole morire, perché ogni volta che credo non ci sia più materiale per aggiornarlo scopro invece che la metà è da rifare. Proprio come sta succedendo ora. Qual è il suo giudizio sul governo Berlusconi? È stata un'epoca in cui il contenitore è stato più importante del contenuto. Questo governo tuttavia non si è insediato con un colpo di stato, è stato eletto dagli Italiani, dunque è stato lo specchio della nazione. Su questo c'è da riflettere. Da esperto di comunicazione, come giudica la capacità comunicativa di Berlusconi? È stata molto alta, è quella che ha tenuto in piedi il soggetto. La sua abilità è stata riuscire a vendere l'involucro vuoto. La piramide della comunicazione ha alla base i fatti, al centro i concetti e al vertice i valori. Berlusconi l'ha stravolta: è partito da una base valoriale (“vi voglio bene”) e sui fatti è finito. I fatti, che sono sempre alla base della piramide, adesso sono incontrovertibili. Nello spettacolo si rivolge al PD: “c’è rimasto un partitìn”, canta in uno degli stacchi musicali Il PD è caratterizzato da un tasso di tristezza esponenziale. Lo stesso curatore

della sua immagine, Salvo Scibilia, ha detto che i cartelloni pubblicitari del PD sono tristi. Lo spettacolo invoca una sinistra più divertente, perché gli Italiani hanno bisogno di essere stimolati. Il PD dà l'impressione di essere sempre in affanno. La sinistra merita di più di un partito che trova sempre da ridire su tutto, anche al suo interno. La politica non è essa stessa uno spettacolo? La chiamano il teatrino, ma sta diventando l'avanspettacolo. Definire teatro la politica è un'offesa per il teatro. La definirei piuttosto un circo. Quindi in fondo lei prende seriamente queste cose. Le prendo seriamente, mi danno fastidio, ma non posso arrabbiarmi. Per me la politica è importante, è un punto di riferimento, ma non voglio fondare un partito, voglio semplicemente portare in scena un

po' di indignazione divertita. Preferirebbe rinunciare ai problemi o a fare il comico? In effetti sono preoccupato: se il paese dovesse diventare molto serio noi comici avremmo meno bersagli di satira. La serietà in ogni caso non è nel DNA degli Italiani. Perché il cittadino è rassegnato? Il “TRC”, il “tasso di rassegnazione del cittadino”, di cui parlo nello spettacolo, è un indice più importante dell'indice MIB della borsa, perché rappresenta lo stato d'animo delle persone. Il cittadino si rassegna perché, a partire dal sistema elettorale, non conta più. Il pericolo è che non vada più a votare, buttando via un privilegio universale qual è il voto. L'antidoto alla rassegnazione è la reattività. Che in questo momento mi sembra non manchi. Il cittadino legge i giornali, segue i dibattiti. La televisione sta trasmettendo più informa-

PAS T IC C E R I A C IO C C OL AT E R I A G E L AT E R I A

zione che varietà: un programma come «Il grande fratello» ha subito una contrazione degli ascolti rispetto al passato. Quando un programma del genere raccoglie 8-10 milioni di spettatori vuol dire che purtroppo un paese ha quello che si merita. L'Italia è un paese arretrato? No, anzi, per molti versi ritengo sia un paese molto più avanti di altri. Solo che in Italia la creatività, come il lavoro, è sommersa. Sommersa dalla burocrazia, dai clientelismi, dalle caste. Il futuro sono i giovani, che utilizzano i mezzi messi a disposizione dal web per comunicare attivamente: non è solo un'attitudine tecnologica, ma mentale. Non siamo arretrati, siamo solo un po' stanchi. C'è bisogno di riposarsi un attimo e ripartire. Qual è secondo lei il modo per uscire dalla crisi? Per uscire dalla crisi la strada è quella indicata dal primo ministro Churchill agli Inglesi alla fine della seconda guerra mondiale: un periodo di “lacrime e sangue” ci sarà inevitabilmente. La consapevolezza è il primo passo. Dalla consapevolezza si passa all'azione, l'azione implica il sacrificio e dal sacrificio viene la ripresa. Non sono così pessimista da pensare che ci vogliano dieci anni come ha detto la Merkel. Secondo me in due anni si può fare. Il ruolo di noi comici, se un ruolo ci si vuole dare, è quello di alleggerire il peso specifico di questa situazione, sperando che le persone vengano a teatro a recuperare un po' di ilarità. In ogni caso, c'è da ridere... Sempre. Io trovo da ridere in tutto, persino in un funerale, a volte. C'è da ridere anche nella tragedia. Il teatro greco lo insegna: dalla tragedia nasce la commedia. Certo bisogna sapere fino a che punto la risata è commerciabile e quando invece bisogna fermarsi. C'è da ridere in tutto, con gusto e discrezione.

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fuoriscena

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Alessandro Gassman e il manovale rumeno Lo scorso 13 dicembre, l’attore e regista Alessandro Gassman ha dato prova del suo grande talento esibendosi sul palco del Teatro Luigi Russolo di Portogruaro. Un’interpretazione scenica, la sua, figlia di un incontro “sui generis” tra lui e un manovale rumeno…

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uando finalmente lo raggiungo telefonicamente, dentro di me esplode una specie di esultanza, manco fossi allo stadio a tifare per la mia squadra del cuore. È da giorni e giorni che l’intervista con Alessandro Gassman viene rinviata, poi posticipata, poi confermata e poi ancora annullata. Quando ormai comincio a non crederci più, ecco la Provvidenza che compare all’orizzonte, portando la buona novella (in realtà non esiste alcuna Provvidenza, ma soltanto la professionalità e la premura dello staff del Teatro). Intervisto il grande attore e regista Alessandro Gassman il mattino che segue la sua esibizione al Teatro Luigi Russolo di Portogruaro, dove ha portato il suo ultimo spettacolo, intitolato “Roman e il suo cucciolo”. Ed è proprio dalla performance portogruarese che attacco. Signor Gassman, soddisfatto dell’esibizione di ieri sera? Francamente, credo che il tutto esaurito della vigilia e lo scroscio interminabile di applausi in chiusura dello spettacolo parlino da soli… Esatto! Personalmente sono molto contento di com’è stato accolto a Portogruaro lo spettacolo. Anche ieri sera, oltre a me, i vari attori che recitano in “Roman e il suo cucciolo” hanno dimostrato grande professionalità e una capacità di recitazione eccellente. L’unico neo della serata sono stati alcuni problemi tecnici che abbiamo avuto con la corrente elettrica, che a volte saltava. A ogni modo il pubblico non se n’è accorto, e questo è l’importante! Per lei, come per tanti attori dell’attuale stagione teatrale portogruarese, il Teatro Luigi Russolo è una novità assoluta. Come si è trovato a recitare su quel palco? Trova adeguato il Teatro per una cittadina come Portogruaro? Sono rimasto molto soddisfatto del Teatro. Per questo colgo l’occasione per fare i miei personali complimenti all’assessore alla Cultura del Comune di Portogruaro e a tutto lo staff che da anni ci lavora. Credo che Portogruaro meritasse da tempo un teatro come il Russolo, molto ben fatto e soprattutto funzionale. Prima di venire qui, mi era stato segnalato come uno dei teatri più qualitativamente alti del territorio veneziano. Ora che vi ho calcato le scene posso confermare quella segnalazione, ribadendo la mia disponibilità a collaborarci anche in un prossimo futuro. Personalmente, ritengo che le cittadine di medie dimensioni qual è Portogruaro abbiano bisogno di teatri come il Russolo, capaci di ridare spinta non sol-

venerdì 9 marzo, ore 21.00 (Cabaret)

LELLA COSTA in "ARIE" Biglietti da 18 a 28 euro

domenica 25 marzo, ore 21.00 (Prosa)

L’ARTE DEL DUBBIO con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani Biglietti da 18 a 28 euro

di Giulio Serra tanto alle esibizioni di prosa o di cabaret ma a tutta la cultura in senso ampio. Oggi come oggi, data la crisi che si respira, le persone hanno una gran voglia di distrarsi, magari andando a teatro o a uno spettacolo in piazza; per questo le amministrazioni locali deb-

bono insistere nell’incentivare la cultura e le proprie espressioni. E a proposito di cultura, lei da un paio d’anni è anche direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto. Le chiedo: come sta andando la sua direzione? È

soddisfatto del lavoro che si fa in Veneto sul teatro? Ci sono ancora margini per migliorare la qualità o l’offerta teatrale nel nostro territorio? Direi che la mia direzione sta andando molto bene! Il teatro nel Veneto sta vivendo un periodo di grande fioritura, è vivissimo! Pensi che dal mio arrivo alla direzione del Teatro Stabile del Veneto vi è stato un incremento del 22% degli abbonati, e le presenze a teatro nella sola città di Venezia sono aumentate del 30%. Dal primo giorno in cui mi sono insediato alla direzione ho cercato di “svecchiare” il teatro, riportando in Veneto più drammaturgia contemporanea, avvicinando così un numero maggiore di studenti delle superiori e dell’università. I risultati iniziano finalmente ad arrivare, e di questo sono molto contento. Certo, il lavoro è ancora molto lungo e necessita di altro tempo, ma le premesse sono ottime. Io e il mio staff continueremo a lavorare per portare più giovani possibile a teatro, facendoglielo amare, appassionandoli e rendendoli dei critici del teatro. Questo è l’obiettivo, spero di farcela. Un progetto certamente molto ambizioso, che merita tutto l’incoraggiamento possibile! Ma torniamo ora a parlare del suo ultimo spettacolo, “Roman e il suo cucciolo”. È una prosa che oserei dire essere “impegnata”, in cui la rabbia, l’angoscia, il dolore e la paura sono il filo conduttore del rapporto terribile tra un padre e un figlio adolescente… Esattamente. Lo spettacolo è per certi versi molto “forte”, qui la crudezza della vita di strada è messa in primo piano, senza fare sconti a niente e a nessuno. Volevo che gli spettatori scoprissero da vicino cosa vuol dire amarsi e odiarsi quando non si ha un tetto dove potersi riparare dalla pioggia o dal freddo, d’inverno. Credo che il teatro sia il mezzo più efficace per far arrivare questo tipo di emozioni e di messaggio, l’unico in grado di trasmettere il pathos e l’adrenalina degli attori in modo diretto, senza filtri. I due protagonisti, Roman e il figlio, sono rumeni. Nello spettacolo lei interpreta Roman (il promettente Giovanni Anzaldo è il figlio). Come è riuscito a trovare un accento così simile alla lingua rumena? Ci sveli il suo segreto. Beh, è una storia a dir poco curiosa. Come da prassi, quando preparo uno spettacolo cerco di addentrarmi il più possibile nel personaggio, perfezionandomi sia nella parte recitativa che in quella della lingua. Nel caso di Roman ho avuto un maestro eccezionale: il manovale rumeno che mi sta ristrutturando la casa a Roma. Mi ha dato consigli molto utili, oltre a insegnarmi alcuni termini in lingua rumena che utilizzo durante lo spettacolo. Non potevo avere maestro migliore! Direi di sì! Ringraziandola per la cortesia e la disponibilità, chiudo con la domanda di rito: progetti futuri? Lo spettacolo “Roman e il suo cucciolo” termina il proprio tour itinerante a fine dicembre. Dal 5 marzo sarò impegnato a Latina con un progetto per tv e teatro, intanto continuerò a lavorare al Teatro Stabile del Veneto in veste di direttore artistico. Da ottobre, infine, mi metterò la camera in spalla per seguire la regia de “L’oscura immensità”, una produzione in cui recita, tra gli altri, anche Giulio Scarpati. È tutto; anzi no: “Roman e il suo cucciolo” sarà adattato per il cinema e presto diventerà un film… Non ci resta che aspettare!


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l’acquolina in bocca

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Salute in tavola: occhio all’etichetta Le nuove normative della CEE di Leandro Costa

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ià in passato attraverso questa rubrica abbiamo consigliato di leggere l’etichetta dell’alimento confezionato prima del suo acquisto, perché è la prima forma che tutela i consumatori da fro-

di, false indicazioni e manipolazioni e tranquillizzano l’acquirente sulla qualità e composizione dei cibi e la data di scadenza. Poco tempo addietro una rivista specializzata nel settore alimentare ha eseguito un’inda-

gine su un certo numero di clienti di un supermercato, constatando che la maggior parte degli acquirenti monitorati si è soffermata a leggere per prima cosa la data di scadenza del prodotto, le prime righe dell’etichet-

ta e solo il 10% i valori nutrizionali (grassi saturi, proteine, calorie, ecc.) scritti in posizione centrale, trascurando la lettura di ogni indicazione riportata a caratteri molti piccoli e in posizione periferica, per evidenti difficoltà visive. Da questa ricerca, la rivista ha presunto che buona parte dei consumatori si fida della marca del prodotto e considera importante il prezzo. Può essere quindi che quando si acquista un prodotto alimentare preconfezionato, in generale, si sa già quale scegliere, attratti come si è dagli spot televisivi e dalla réclame su riviste e giornali che trasmettono una immagine invitante e garantiscono sulla sua qualità e bontà, anche se non sempre si soffermano a commentare l’aspetto nutrizionale, gli ingredienti contenuti, la lavorazione e tante altre notizie importanti per la salute. Succede così che spesso il consumatore acquista un alimento fidandosi “a scatola chiusa”, tanto, pensa, lo comprano tutti. Facciamo un esempio. Quando si acquistano wurstel o altri alimenti che contengono ripieni a base di carne, come tortellini o piatti pronti, di solito è il nome e la marca del prodotto che attrae, tanto è che non sempre si va a leggere l'elenco degli

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l’acquolina in bocca

ingredienti sull'etichetta che indica se il prodotto contiene macinato di carne di qualità e provenienza ben indicata, oppure una concentrazione di carne separata meccanicamente, nomenclatura sconosciuta per i più, che è un “impasto” ottenuto mediante un procedimento industriale teso a recuperare la maggior quantità possibile di carne dalle ossa di animali domestici macellati. Vi sono poi prodotti reclamizzati che addirittura peccano di trasparenza in etichetta, come, sempre per esempio, il tonno in scatola, un alimento ittico fra i più consumati dagli italiani, che raramente indicano la specie di tonno, la zona di pesca (oceano e area FAO) e il metodo e data di cattura, luogo dove il prodotto è inscatolato. Tra le cause di questa mancanza di trasparenza, sembra vi sia anche quella dell’utilizzo di metodi di pesca distruttivi ed anche illegali quali i palamiti e le reti a circuizione con sistemi di aggregazione per pesci (FAD), oggetti galleggianti che attirano e concentrano i pesci (fonte Greenpeace). In Inghilterra, dove sono più a rubrica acquolina. attenti di noi ai temi ambientali, le grandi catene di supermercati che mi hanno dato loro. con il loro marchio, utiinscatolano lizzano solo tonno pescato con l'amo e lenza, senza Fad, una scelta che cambiato di molto il loro mercaanato impresehaveneto orientale associazione to. Noi insistiamo a dire comunque “occhio all’etichetta” che dovrebbe essere leggibile, chiara, attraente e sordi ben strutturata, con le informazioni in risalto, trasparente, e che vi sia una maggior coerenza e uniformità PETTO DELLE NORME IGIENICO SANItra i prodotti. Nove italiani su dieci UA AZIENDA ritengono essenziale l’indicazione in prese V.O. ha pensatodella un servizio le etichetta origine per dei tutte prodotti, dato che ben l’83% preferiscono il che simula l’attività verifica ed ispezione Made indiItaly, soprattutto se tipico, tradizionale e biologico, in quanto lo ritiene più sicuro; dice "no" agli L per prevenire eventuali non l'82% conformità e per Ogm (fonte Confederazione Italiana Agricoltori). mi L’appello è stato in buona parte recepito dalla Unione Europea che è da una parte metti questo elenco di altri serviulteriormente intervenuta attraverso l’approvazione di un Regolamento PER GLI ALIMENTARISTI Comunitario, pubblicato nella G.C. o revisione del di autocontrollo Haccp delpiano 22 novembre 2011 che obbliga mbito di etichettatura a cambiare l’etichetta per gli alii su alimenti menti. e ambiente Chiunque è andato a fare la spesa si èdiprobabilmente accortoregiche eria di acquisizione parere preventivo, le solite confezioni sugli scaffali del presentano quella per aperture, supermercato ristrutturazione dei locali da o introdata un'etichetta modificata in virtù dell'entrata in vigore delle nuove duttive norme sulle informazioni alimentari operatori alimentari ai consumatori. Come previsto dal ita su opportunità di contributi Ebav nuovo regolamento comunitario, gli imballaggi dovranno indicare informazioni nutrizionali fondamentali e di impatto sulla salute, da riportare in una tabella comprensibile in uno stesso campo visivo, e segnalare anche gli allergeni, dapprima ignorati. Chiarimenti su questi ultimi dovranno essere forniti anche per i cibi non imballati, come quelli dei ristoranti o delle mense. Allo stesso tempo le confezioni alimentari non dovranno depistare i consumatori riguardo l'aspetto e la descrizione, così da agevolare la consapevolezza sul prodotto

che si desidera acquistare. Inoltre il Regolamento prevede una dimensione minima delle etichette, per evitare l’effetto “cavillo legale scritto in piccolo” e la data di scadenza dovrà essere presente anche sulle pietanze confezionate singolarmente. In particolare per il reparto macelleria, le nuove direttive si estendono a tutte

gennaio/febbraio 2012 le carni fresche, dal maiale al pollame, dall'agnello alla capra, al pari di quanto è già stato fatto con quella bovina dopo l'emergenza mucca pazza. Alla stesura di questo regolamento si è impegnata con profitto anche la Coldiretti italiana che sottolinea “… è il frutto di un lungo negoziato che si è svolto sotto la spinta delle numerose emergenze alimentari che si

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sono verificate nell'Unione Europea, dalle uova e maiali alla diossina alla mozzarella blu fino al batterio killer E.Cole che in realtà avrebbero dovuto spingere le Istituzioni comunitarie a scelte più rapide soprattutto per quanto riguarda l'obbligo di indicare la provenienza in etichetta delle materie prime impiegate negli alimenti che per alcune categorie di prodotti è stato dilazionato nel tempo”. È certamente un buon passo avanti in difesa della salute pubblica, confidiamo ora che quanto prima vi siano ulteriori interventi comunitari che garantiscano sulla qualità e provenienza di tanti altri prodotti come il latte e suoi derivati o le carni trasformate in salumi solo per fare qualche esempio.

RICETTE DI STAGIONE suggerite dall’oste Gianni dell’Antica Osteria Manin di Portogruaro

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duri i banchi

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L’I.P.S.I.A. “Mons. V. D’Alessi” di Portogruaro

Formazione tecnica e umana dei cittadini di domani

L’

di N.C.

I.S.I.S. L. DA VINCI, istituito dalla Regione Veneto e attivo dall’anno scolastico 2009-2010, opera congiungendo, sotto un’unica Dirigenza, l’Istituto tecnico industriale omonimo e l’Istituto professionale “Mons. V. D’Alessi”. L’I.S.I.S., così articolato, è una realtà unitaria nell’organizzazione, ma complessa per la molteplicità dei suoi indirizzi formativi e disciplinari; inoltre mantiene viva e rinnova in sé la vocazione delle istituzioni scolastiche che ha unificato: la promozione culturale e professionale di un territorio, il cui sviluppo complessivo si lega al processo di formazione di “nuove leve” e al loro ininterrotto aggiornamento. In questa direzione di fondo l’I.P.S.I.A “Mons. V. D’Alessi”, in particolare, si vede impegnato sia a soddisfare, nel modo più qualificato, i bisogni professionali, sia a promuovere, attraverso un’ampia gamma di attività anche extra curricolari (Progetto Educazione Ambientale, Alternanza Scuola-Lavoro, Progetto Gruppo Sportivo, Adozione a Distanza, Intercultura e recupero delle difficoltà linguistiche, Patente Europea del Computer, ecc.) una formazione umana complessiva. Interessi e sensibilità vengono

pertanto sollecitati e valorizzati ai fini dello sviluppo della creatività, dell’autonomia e della responsabilità. Lo studente, al termine degli studi, è pertanto in grado di inserirsi agevolmente nel mercato del lavoro oppure di proseguire proficuamente gli studi a livello universitario. L’orario scolastico è articolato su 32 ore settimanali. Il percorso formativo del D’ALESSI comprende corsi triennali e corsi quinquennali. Gli indirizzi dei corsi triennali sono: Operatore Meccanico, Operatore Elettrico, Operatore Impianti Idraulici, Operatore della Moda.

Gli indirizzi dei corsi quinquennali sono: Manutenzione e Assistenza tecnica (nel settore elettrotecnico, elettronico, meccanico, termotecnico) e Tecnico dell’Abbigliamento. L'istituto offre anche qualificati servizi al territorio mediante l'attivazione di corsi ECDL (Patente Europea del Computer), E-CITIZEN, CORE, ADVANCED, CAD. L'Istituto, per le diverse ragioni menzionate, si inserisce quindi nel territorio con una specialità che lo contraddistingue nettamente rispetto alle altre scuole superiori, e proprio in rapporto alle dinamiche economiche e lavorative del Veneto orientale. Al fine di sostenere concretamente le finalità didattico-educative, l’IPSIA “D’Alessi” si propone ai propri studenti con diverse modalità di dialogo pedagogico, tra cui ricordiamo: l'Orientamento in entrata, in itinere e in uscita, il Riorientamento, il Progetto Accoglienza, l'Educazione alla Salute-C.I.C., l’Intercultura e l’Integrazione alunni di nazionalità non italiana, Stage ed Alternanza scuola-lavoro, Attività sportive-tornei, l’Educazione Ambientale, l’attività PEDALANDO S’IMPARA, e molto altro ancora.

Laboratorio torneria

L’I.P.S.I.A. come lo viviamo noi Il nostro istituto professionale presenta vari ed interessanti percorsi formativi che ci permettono un inserimento agevolato ed immediato nel mondo del lavoro. Questo istituto ospita oltre 400 studenti inseriti in diversi corsi. Inizialmente il D’Alessi era frequentato quasi esclusivamente da una componente maschile; in seguito all’attivazione del corso MODA, registra oggi una percentuale sempre più in crescita di allieve (ci teniamo comunque a precisare che i corsi MODA sono frequentati anche da un certo numero di ragazzi). Parte delle attività didattiche viene svolta nei laboratori, caratteristica fondamentale che contraddistingue i nostri corsi. La nostra scuola mette a disposizione varie aule di informatica, laboratori di indirizzo (come ad esempio per il corso MODA il laboratorio di modellistica e confezione e il laboratorio di disegno) un’ampia aula magna, palestra, sala mensa e una segreteria didattica sempre disponibile. Oltre alle normali attività scolastiche la scuola offre agli studenti molti progetti extracurricolari (Progetto Adozione a Distanza, Alternanza scuola-lavoro, Progetto Educazione Ambientale, Patente ECDL, l’attività PEDALANDO S’IMPARA, ecc.) che ci permetto di conseguire una formazione completa; sia per l’aspetto didattico-culurale che per l’aspetto umano e professionale. Concludendo, cogliamo l’occasione per dirvi che noi studentesse e studenti siamo molto orgogliosi di essere entrati a far parte del D’Alessi! Le allieve e gli allievi della classe 2° D (corso MODA)

Laboratorio di Moda

Laboratorio elettricisti

Inviate le vostre lettere a magazine@portogruaro.net oppure alla nostra redazione in via Spalti, 7 a Portogruaro

dai nostri lettori Biciclette in via Spalti

Gentile Direttore di Portogruaro.Net, le scrivo la presente per segnalare un disagio personale ma penso condiviso anche da molte altre persone. Ha mai provato lei a percorrere nelle ore mattutine via Spalti a piedi? Direi che in alcuni giorni è quasi impossibile poter camminare nello spazio dedicato ai pedoni e bisogna continuamente uscirne ed andare in strada, dove passano le macchine, spesso, a mio avviso, a velocità ben superiore a quella consentita (ma questo è un altro discorso). Perché, si domanderà lei? Beh, se da’ un’occhiata alle foto che le invio in allegato se ne renderà conto da se. La sede del marciapiede, se così lo vogliamo definire, è completamente invasa dalle biciclette dei ragazzi delle scuole che si trovano proprio in fondo a via Spalti. Ma io mi domando, queste scuole non hanno un posteggio per le biciclette dei ragazzi? Nessuno si pone il problema? Ma come è possibile? I pedoni devono camminare in mezzo alla strada, con macchine, motorini e biciclette…Forse è il caso che qualcuno prenda in considerazione il problema e ve ne cerchi una soluzione. Penso che anche i residenti non ne siano contenti, ho visto sulle recinzioni di confine cartelli che invitano a non appoggiare le biciclette per non rovinare le reti, questo vorrà pur dire qualcosa… Spero lei possa portare visibilità alla mia richiesta pubblicandola sul suo giornale, sensibilizzando così chi ha il compito di seguire queste questioni. Ringraziandola, le porgo i miei più cari saluti. Zanon A. – Portogruaro


intervallo

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Auguri di Buon Anno a tutti, fuorché a... di Luciano Guareschi

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ue notti fa m’è apparsa in sogno una delle pochissime persone per le quali nutro una irrefrenabile antipatia: l’ex ministra Michela Vittoria Brambilla (nella foto, è quella a sinistra). La foruncolosa rossa s’era appollaiata sul parapetto della cella campanaria del duomo di Portogruaro e gridava: «Al fuoco! Aiuto! Aiuto!». E io, nella piazzetta sottostante, posato in terra un panettone, le ho urlato: «Bùttati, ché è morbido!». Dal che

matico? Nessuno. Così, i piratelli prendono possesso della nave, la portano chissà dove e dopo un paio di mesi arriva la bella notizia: vascello riconquistato, equipaggio sano e salvo. Senza pagare alcun riscatto, affermano le nostre autorità: i quattro monellacci hanno agito solo per gioco. Ma a chi credono di darla a bere, quelli della Farnesina? Ma poi, non c’è qualcuno, in questo governo “tecnico”, in grado di decidere il trasferimento di qualche nostro soldato ben armato, per esempio dal Libano, per presidiare le nostre navi in transito nel mar Arabico? A proposito, che ci fanno a Beirut 1800 soldati italiani, da ben cinque anni? E se proprio non è possibile ricorrere ai nostri soldati, quanto costa dotare quelle navi di strumenti, seppure non convenzionali, che consentano tuttavia una difesa efficace? Che so… per esempio una bella e capace cisterna piena di sterco, ma mica di cavallo o di vacca (roba troppo fina, adatta più alle rose e agli ortaggi); meglio quello di maiale o meglio ancora quello umano. Si completa l’armamento con idonee pompe e alé: pronti per l’operazione in stile Vancimuglio.

si dimostra che a volte so essere molto generoso, quindi comincio da lei: Buon Anno, Brambillona!

Mi hanno assicurato che Lilli Gruber è una persona in carne ed ossa. Perdincibacco, io credevo che fosse un pupazzetto, una cari-

Auguri anche al presidente Mario Monti, che si trova in uno sgradevole cul de sac, per uscire dal quale avrà bisogno di un sac de cul.

none C. Auguri anche a chi, in tutti questi anni, avrebbe potuto rimediare e non ha mai trovato la voglia di farlo.

Tanti auguri ai fantastici (e dico poco)carabinieri di Torgiano, Perugia, i quali, fermata un’anziana pensionata per il furto di un po’ di carne in un supermercato, l’hanno prima regolarmente denunciata e poi, sentiti i motivi che avevano spinto la donna a commettere il reato, hanno organizzato una colletta in caserma, le hanno fatto una bella spesa, e infine l’hanno invitata a pranzo in un ristorante.

Buon anno al cittadino tedesco che, in occasione della visita papale a Friburgo, ha denunciato Benedetto XVI perché viaggiava sulla papamobile senza indossare l’obbligatoria cintura di sicurezza. Ah, benedeto papa Benedeto! Anca ti? Tu quoque, Benedicte?

Insomma, Buon Anno davvero a tutti. A tutti, fuorché a… A chi posso affibbiare il “fuorché” del 2012? Vediamo un po’… devo trovare proprio un cretino, un vero coglione… Ecco, l’ho trovato, mica è difficile trovarne. Dunque, Buon Anno a tutti, fuorché a quel lettore del Corriere della Sera che, sotto lo pseudonimo “Maktuub”, ha così commentato l’episodio del furto di cui sopra: “Se non si finisce di giustificarli, i pensionati finiranno per rubare senza vergogna... e come loro tutti quelli che non riescono a sbarcare il lunario... finiamola con il buonismo… non c'è (sic!) la fa? si comprava delle uova che costano poco… o tagliava qualche spesa o si rivolgeva alla caritas o altra associazione… o chiedeva l'elemosina… o si trovava un lavoro visto che fino a 70 anni ci tocca lavorare...”. L’ho letto e riletto questo commento, sperando di poterlo classificare come sarcastico. Ma alla fine ho dovuto concludere che il signor Maktuub l’ha scritto seriamente. A costui, a questo povero demente, io auguro invece di trovarsi nelle medesime condizioni di quella donna, ma non qui in Italia, patria del buonismo e dei Carabinieri, ma in uno di quegli stati dove il furto viene punito anche col taglio della mano. Troppo buono? Sì, è vero. Me lo dico spesso che son troppo buono. guareschi@portogruaro.net

Buon Anno addirittura a Pier Ferdinando Casini, che durante un’intervista ha parlato di “battaglia asprissima”. Onorevole! Si dice asperrima!

E a proposito di strafalcioni, auguri anche allo scrittore Roberto Saviano che, beccato e criticato per avere scritto su Twitter “qual’è” (con l’apostrofo), invece di scusarsi ammettendo l’errore, ha risposto con arroganza che lui continuerà a scriverlo così, con l’apostrofo. E bravo Saviano! Che ti frega, a te? Hai fatto un mucchio di soldi e hai pure la scorta (pagata anche da me, accidenti a te!), cosa te ne cale di un apostrofo? A chi diavolo importa se senz’apostrofo si scrive con l’apostrofo o senza apostrofo? E se tutt’attaccato si scrive tuttattaccato?

Pare che a Roma, dopo il famoso “lacrime e sangue” imposto da Monti, stia circolando l’ancora più famoso “aridatece er Puzzone” del 1945. Auguri dunque anche a lui, ar Puzzone. Ma quale? Dal ‘45 ad oggi ne abbiamo avuti parecchi, di puzzoni...

Bonne Année à Monsieur Sarkozy, che troppe volte ci ha mostrato il dito indice in gesto minaccioso, per insegnarci cosa dobbiamo fare per uscire dalla recessione. Essendo io una personcina molto educata ed assai rispettosa delle autorità, specialmente se francesi, ho deciso di non dirgli dove se lo deve ficcare, quel ditino.

Buon Anno a quel signore di evidente origine asiatica, forse afgano, che, entrato in una nota pellicceria portogruarese, ha chiesto quanto potesse costare un burqa di visone russo.

Auguri di Buon Anno all’esercito di investigatori che, indagando sulle morti di Simonetta, Melania, Yara, Chiara, Sarah, Meredith hanno finora inanellato una lunga serie di figuracce tragicomiche. Ma perché non chiedono aiuto a don Matteo?

Auguri perfino agli armatori, ai comandanti e agli equipaggi imbelli che si fanno rapire e rapinare da quattro pendagli da forca, selvàdeghi e armati di zagaglie. A bordo di barchette di bambù questi ridicoli predoni riescono ad arrembare navi mercantili dotate di murate alte come palazzi di tre piani. E ancora nessuno ha pensato di sparargli addosso una raffica di fucile auto-

Auguri particolarmente sentiti all’attore Keanu Reeves, ripreso nella metropolitana di New York mentre cede il suo posto ad una signora. Sia il gesto, divenuto ormai rarissimo, sia il fatto di frequentare un mezzo di trasporto popolare come la sotterranea, hanno comportato la divulgazione dell’episodio su Youtube.

catura della simpaticissima miss Piggy dei Muppets. Va bene, Buon Anno a tutt’e due, a Piggy e a Lilli.

Restando nella Città del Lèmene, auguri pure all’ispirato, creativo e talentuoso funzionario del Comune che, dimostrando una fantasia davvero eccelsa, ha così intitolato, parecchio tempo fa, quattro strade cittadine: viale Pordenone, viale Pordenone A, viale Pordenone B, viale Porde-

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