Portogruaro.Net Magazine

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MAGAZINE Tutto il mondo è paese Francesco Cabras: lavoro e passioni a Cracovia

A U T U N N O

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Oltre confine

Casarsa e i luoghi di Pier Paolo Pasolini

Stampato in 11.000 copie e distribuito gratuitamente casa per casa a Portogruaro e frazioni

Accadde oggi

La storia del Museo Nazionale Concordiese

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L’editoriale

MAGAZINE

SI TORNA AL VOTO di Vincenzo Zollo

Sommario

NULLA DI FATTO DOPO IL PASSAGGIO ALLE URNE DEL 20 E 21 SETTEMBRE PER LE COMUNALI. CI ASPETTA IL BALLOTTAGGIO DEL 4 E 5 OTTOBRE PER SCEGLIERE IL NUOVO PRIMO CITTADINO

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a storia si ripete. Come avvenuto anche nelle precedenti elezioni amministrative a Portogruaro, il voto dei cittadini non è riuscito ad eleggere il nuovo sindaco alla prima tornata elettorale, costringendoci a tornare alle urne il 4 e 5 ottobre per il ballottaggio. In realtà, un primo risultato certo lo abbiamo: il sindaco uscente Maria Teresa Senatore, classificatasi al terzo posto con il 25,84% delle preferenze, così come i candidati Graziano Padovese (4,44%) ed Ennio Vit (2,14%), sono fuori dai giochi per la poltrona di primo cittadino, seppure il loro elettorato sarà fondamentale perché a seconda di come si sposterà, contribuirà sensibilmente a definire il risultato di queste elezioni. La sfida quindi ora è tutta tra Stefano Santandrea, rappresentante del centrosinistra unito, che ha chiuso il primo turno elettorale in testa con il 37,02%, e Florio Favero, espressione del centrodestra, che ha raccolto il 30,55% delle preferenze. Ma non solo: i due candidati, a seguito degli apparentamenti delle ultime ore, godranno, come anticipato, del supporto non solo delle proprie liste che li hanno sostenuti fin qui, ma anche di quelle dei candidati sindaco rimasti fuori, con le quali sono riuscite a chiudere un accordo. Nello specifico, abbiamo Stefano Santandrea che acquisisce le due liste civiche (Città del Lemene e 7 frazioni in comune) di Padovese, e Florio Favero le quattro liste (Senatore Sindaco, Liberi Insieme, Forza Italia e Fratelli d’Italia) della Senatore. Ora a noi cittadini resta il difficile compito di districarci tra questi meccanismi per capire ancora una volta chi effettivamente porta avanti unitariamente delle idee perché ci crede e chi invece lo fa solo per raggiungere un fine. Sì perché la credibilità di quel che si propone e di come lo si fa, è fondamentale. Oggi più che mai le persone sono distaccate dalle logiche di partito, la massa non vota più a occhi chiusi per fede politica, gli elettori guardano alle persone, ai loro operati, ai programmi, in modo attento e cosciente, con grande consapevolezza su questo genere di scelte, che sono quelle che condizioneranno lo sviluppo e le attività del prossimo futuro, soprattutto a livello locale.

Qualche numero A livello nazionale i Comuni italiani andati al voto sono 1.176 (su 7.903, il 14,9%), 608 appartenenti a regioni a statuto ordinario e 568 a regioni a statuto speciale. I sindaci eletti al primo turno sono 884 (il 75,2%), i Comuni al ballottaggio sono 67 (5,7%), quelli con elezioni non valide 4 (0,3%) e quelli con elezioni posticipate 221 (18,8%). A Portogruaro, al primo turno il candidato sindaco che ha raccolto più voti è stato Stefano Santandrea con 4.955, la lista con maggiore consensi è stata la Lega con 2.371, mentre il

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Editoriale Portogruaro: si vota ancora!

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In copertina La tecnologia 5G

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Tutto il mondo è paese Francesco Cabras a Cracovia 6 Oltre confine Casarsa e Pier Paolo Pasolini 7 Accade oggi Il Museo Nazionale Concordiese 8 La parola a Poliambulatorio Odontoiatrico 9 Asvo 9 Stefano Santandrea

Florio Favero

candidato di lista con più preferenze è stato Luigi Geronazzo con 367. L’affluenza alle urne è stata di 13.846 votanti, il 62,92% sui 22.005 iscritti: gli uomini sono stati più partecipativi

con il 63,92% rispetto al 61,99% delle donne. La sezione più attiva è stata la numero 16, posta alla scuola elementare di Via Livenza, con 693 votanti (il 70,21% degli aventi diritto).

L’Acquolina in bocca Il gelato

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5G: LA NUOVA TECNOLOGIA TRA SVILUPPO E TIMORI QUALI NUOVI SCENARI APRIRÀ IL 5G? ESPERTI E TERRITORIO COME REAGISCONO A QUESTA INNOVAZIONE? SCOPRIAMOLO!

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,2,3,4 e ora 5G. Siamo arrivati alla quinta generazione di connettività mobile. Non è semplicemente un 4G più rapido: sarà fino a 20 volte più veloce e porterà una velocità di download fino a 10 volte superiore. Questa tecnologia è considerata il “nuovo web”, che man mano gestirà l’Internet delle cose, ovvero l’estensione della connessione alle più svariate tipologie di oggetti. È stato stimato, infatti, che dal 2018 al 2022 ci saranno 22 miliardi di nuovi oggetti collegati a internet a cui si aggiungono 621 milioni di nuovi utenti. Da gennaio sono già disponibili le prime frequenze (3.6-3.8 GHz), ma il 5G arriverà gradualmente solo nel 2022, quando un utente potrà avere una copertura internet ampia, con connessioni più veloci, a basso costo e con minimi consumi di energia. Grazie a questa maggiore disponibilità di banda, i cellulari funzioneranno meglio e le comunicazioni saranno più sicure, avendo sempre una connessione affidabile a cui agganciarsi ovunque andremo. Vantaggi ci saranno anche per le aziende che potranno sfruttare le infinite possibilità fornite dal 5G per continuare a crescere. Tuttavia, se lo sviluppo delle telecomunicazioni sta creando grande interesse in tutti i settori, sta anche aumentando la preoccupazione per i possibili effetti ancora poco chiari sulla salute. A vari livelli, infatti, c’è fermento per capire quali saranno gli scenari che si apriranno con lo sviluppo del 5G. In materia di elettrosmog e 5G, il 21 settembre Legambiente ha lanciato una petizione al Governo attraverso la quale l’associazione si dice favorevole alla nuova tecnologia, a patto che non si modifichino i limiti di esposizione alle onde elettromagnetiche e che venga fatta un’adeguata campagna di informazione. “È nostro compito fornire sia ai cittadini che alle Amministrazioni le informazioni scientifiche corrette - sostiene, Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Se da un lato, infatti, sul 5G da tempo circolano

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fake news, come quelle sulle correlazioni tra questa tecnologia e il Covid o la Xylella, è pur vero che gli effetti non ancora del tutto noti sulla salute accrescono la preoccupazione tra la cittadinanza, che va adeguatamente informata e sensibilizzata. Siamo favorevoli allo sviluppo del 5G ma chiediamo alle istituzioni nazionali di mantenere gli attuali limiti di legge, tra i più bassi d’Europa, e a quelle comunali di rendere omogenei i livelli di esposizione su tutto il territorio, evitando che gruppi di residenti in determinate aree vengano sottoposti a livelli di esposizione particolarmente elevati, attraverso una corretta pianificazione delle stazioni radio base”.

5G: ci sono delle criticità? Molti sono gli interrogativi che sorgono sui possibili effetti sulle salute dei cittadini di questo nuovo sistema che comporta un’ulteriore aggiunta di onde elettromagnetiche alle reti già esistenti. Di questo si è parlato anche in un webinar di luglio, organizzato da Legambiente, in cui è intervenuta la prof.ssa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini di Bologna. “Gli aspetti sanitari legati alle onde elettromagnetiche delle reti radiomobili, precedenti al 5G, sono state oggetto di numerosi studi, che hanno messo in evidenza che le onde radio non si limitano al solo riscaldamento dei tessuti, ma che possono essere anche causa di effetti non termici. L’AIRC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS, ha classificato le onde a radio frequenza tra i “possibili cancerogeni per l’uomo”. Sugli aspetti sanitari, il Parlamento Europeo ha più volte richiesto alla Commissione Europea di predisporre nuovi studi indipendenti, e la revisione della letteratura ad oggi disponibile. Questo per dire che il tema resta tuttora aperto, e non vi è una posizione definitiva sull’argomento”. E continua: “Nell’attesa di maggiori evidenze scientifiche, pur riconoscendo i potenziali vantaggi


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tecnologici del 5G, l’approccio alla corsa al lancio della nuova tecnologia, da sovrapporre alle reti mobili preesistenti, non può che essere affrontato con grande precauzione”. Dobbiamo, dunque, avere paura del 5G? “Paura non è il termine giusto. È più opportuno parlare di cautela - continua la prof.ssa Belpoggi -. Se i cittadini hanno paura è perché non c’è chiarezza nell’informazione e soprattutto perché nessun Ente istituzionale, compresi l’Istituto Superiore di Sanità e l’OMS, ci garantisce che non verranno innalzati i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici attualmente in uso in Italia, fra i più bassi al mondo, che al momento ci permettono di considerare sostenibili anche a lungo termine le esposizioni attuali. È il campo elettromagnetico che induce effetti sui sistemi biologici, non la frequenza delle onde”.

La risposta del territorio

aggiornare i cittadini”. Nel vicino territorio di Fossalta di Portogruaro, invece, il Comune, con una delibera di giunta, ha voluto

specificare la propria posizione politico-amministrativa relativa a questa nuova tecnologia, esprimendo contrarietà a qualsiasi sperimentazione sul

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Stando agli ultimi dati forniti da ArpaV (aggiornati al 3 agosto 2020, ndr) sono 26 gli impianti attivi con tecnologia 5G nel territorio veneto. Tutti questi sono stati sottoposti a controllo preventivo da parte dell’agenzia stessa, all’interno del processo autorizzativo previsto per l’impianto degli apparati di telecomunicazione. Vedere l’installazione di nuove antenne, magari vicino alla propria casa o a luoghi pubblici frequentati principalmente da bambini, ha destato diversa preoccupazione tra i cittadini che si sono subito attivati per chiedere spiegazioni alle autorità. È successo così a Portogruaro quando, questa primavera, sono iniziati i lavori per l’installazione di un nuovo impianto in via Giorgione, al quale è seguita la posa di una nuova antenna in via Stazione. L’allora sindaco di Portogruaro, Maria Teresa Senatore, aveva rassicurato che non erano presenti installazioni di tecnologia 5G attive nel territorio. “Da un punto di vista amministrativo - aveva spiegato il dirigente dell’area tecnica del Comune -, i gestori qualora già detentori di contratti per utilizzo di strutture pubbliche o private per installare o aggiornare impianti di telecomunicazioni, sono tenuti solo a fare una segnalazione ai Comuni”. “La verifica sulla tutela della salute delle persone - aveva aggiunto Senatore - è di esclusiva competenza dello Stato e degli organi tecnici, come l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenzia Regionale per l’Ambiente. Il Comune, in ogni caso, metterà in atto tutto ciò che sarà utile a una maggiore tutela e controllo della sicurezza per la salute dei cittadini”. Le numerose sollecitazioni da parte dei cittadini hanno fatto sì che l’Amministrazione Senatore continuasse ad approfondire la tematica, sia inviando una lettera con la richiesta di delucidazioni in merito al ministro della Salute Roberto Speranza sia partecipando a videoconferenze con tecnici esperti per analizzare gli aspetti normativi e di sicurezza collegati al 5G. “È massimo l’impegno a continuare con gli approfondimenti utili a rispondere alle richieste di sicurezza provenienti dalla cittadinanza – aveva affermato Maria Teresa Senatore ad inizio estate -. Vogliamo procedere con questo percorso continuando ad informare e

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territorio amministrato. Alla delibera è seguita poi un’ordinanza relativa alla sospensione ed interdizione immediata su tutta l’area comunale di ogni sperimentazione e/o installazione di nuove tecnologie 5G. Il Comune, inoltre, ha richiesto all’Istituto Superiore di Sanità di pronunciarsi in merito ai possibili rischi di natura sanitaria e ambientale derivati da una possibile esposizione alle frequenze prodotte da queste antenne. Non sono mancate le richieste di chiarimenti in merito alla nuova tecnologia anche a San Stino di Livenza. Il sindaco Matteo Cappelletto ha voluto quindi chiarire il punto della situazione, dichiarando che è prevista l’installazione di quattro antenne funzionali al 5G nel territorio, per le quali il comune ha già chiesto puntuale riscontro ad Arpav. Come aveva già chiarito Maria Teresa Senatore, anche il primo cittadino sanstinese ribadisce che, da un punto di vista amministrativo, i gestori già detentori di contratti per l’utilizzo di strutture pubbliche o private per installare impianti di telecomunicazioni, sono tenuti solo a dare comunicazione ai Comuni. “Alcune Amministrazioni – sostiene Cappelletto – in questi mesi hanno emesso delle ordinanze per vietarne l’installazione. Queste, tuttavia, sono state dichiarate illegittime o sospese in quanto non è possibile provvedere alla regolamentazione attraverso ordinanze contingibili ed urgenti. In relazione ai possibili profili di rischio derivanti dall’attivazione dell’impianto, la valutazione degli stessi è di competenza dell’ARPA, organo deputato al rilascio del parere prima dell’attivazione della struttura e al monitoraggio del rispetto dei limiti prestabiliti normativamente dallo Stato. Preciso che, quando si parla di fase di sperimentazione - conclude Cappelletto -, non si tratta di un test sugli eventuali effetti nocivi ma di prove tecniche di funzionamento delle apparecchiature”. Gloria Morettin


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Tutto il mondo è paese

FRANCESCO CABRAS, UN PROFESSORE PORTOGRUARESE A CRACOVIA INSEGNA LINGUA E LETTERATURA ITALIANA ALL’UNIVERSITÀ PEDAGOCIGA E COLTIVA LA SUA PASSIONE PER LE LINGUE SLAVE e Letteratura italiana all’Università Pedagogica. Ciò che lo contraddistingue dagli altri è la sua scelta di specializzarsi in Lingue e Letterature Straniere di Polonistica.

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rancesco Cabras è uno dei tanti italiani che ha deciso di trasferirsi all’estero per intraprendere la sua professione. Trentacinque anni, maturità classica al Liceo XXV Aprile di Portogruaro, ha conseguito la laurea in Lettere all’Università di Padova dove ha discusso una tesi comparatistica dedicata alla letteratura neolatina in Polonia. Ed è proprio la Polonia, stato che si trova al centro dell’Europa, che con i suoi 38 milioni di abitanti ha attirato nel suo territorio uno dei nostri giovani laureati, fiore all’occhiello della cultura italiana, oltre che veneta. Francesco, infatti, non è sempre stato solo uno studente modello, ma un ragazzo pieno di iniziativa e creatività tanto che, contestualmente agli studi universitari, si è cimentato in completa autonomia ad apprendere nuove lingue. Prima il russo e poi, durante un viaggio Erasmus a Varsavia, il polacco, che poi ha perfezionato in un soggiorno a Cracovia. Ma c’è dell’altro. Con Francesco, l’Italia e Portogruaro, paese dove è nato e cresciuto, perdono un giovane che ha conseguito anche un dottorato di ricerca in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Milano. Ad arricchirsi di un talento è invece la città di Cracovia dove Francesco ora vive e insegna Lingua

Perché proprio la Polonia? Il polacco e la Polonia sono stati una piacevole sorpresa nella mia vita. Io studiavo lettere e ambivo diventare professore al liceo. Ho coltivato i miei interessi e la mia passione per le lingue slave e, nel farlo, ho avuto la

fortuna di incontrare dei professori universitari che mi hanno incoraggiato a seguire questa mia inclinazione. Almeno uno lo vorrei ricordare qui. Si tratta del professore Gianluigi Baldo, ordinario di letteratura latina all’Università di Padova originario di Portogruaro, con il quale mi sono laureato. Mi sono trasferito in Polonia perché è un Paese che ho iniziato ad apprezzare e perché mi è stata offerta la possibilità di continuare qui la mia carriera di ricercatore. Al momento mi occupo di didattica universitaria, di letteratura polacca e dei suoi rapporti con la let-

teratura e cultura italiana. Come trascorre il tempo lavorativo all’università? Si concede qualche svago? Cerco di concentrare la didattica in massimo due giorni a settimana, nei quali sono in università dalla mattina alla sera. Durante il resto della settimana mi “chiudo” in biblioteca a preparare le lezioni: questo, per me, non è altro che un pretesto per continuare a studiare e ad aggiornarmi oppure a lavorare sui temi più svariati. La parte più stimolante del mio lavoro sono i convegni di studio a cui ho la fortuna di partecipare un paio di volte all’anno. Ultimamente sono stato ad Albacete, a Colonia e a Breslavia. Incontrare studiosi di diverse parti del mondo è uno stimolo a crescere professionalmente e umanamente. Il tempo per lo svago naturalmente non manca, me lo ritaglio la sera. Cracovia offre parecchi stimoli, dai concerti alle più svariate iniziative culturali e ludiche. Realtà lavorativa polacca e italiana. Quali sono i pro e i contro dell’una e dell’altra? Io mi riferisco solo alla realtà universitaria, in quanto altre realtà lavorative non ne conosco. Un aspetto assolutamente positivo è che in Polonia l'università, per i cittadini polacchi, è sostanzialmente gratuita. Pagano delle cifre irrisorie rispetto alle spese che devono sostenere gli universitari italiani. In cambio, però, gli studenti non devono sgarrare. Se vanno fuori corso devono pagarsi gli studi: per questo, i fuori corso qui sono abbastanza rari. Il rovescio della medaglia è che qui, rispetto al sistema italiano, le scadenze per completare gli studi sono molto rigide, lasciano agli studenti meno tempo e meno spazi per poter approfondire determinati argomenti ai quali sono particolarmente interessati. Le manca il Veneto e Portogruaro? La propria terra non si dimentica e mi fa molto piacere tornarci, quando posso. Devo dire che la lontananza mi ha aiutato ad apprezzare maggiormente tante piccole cose che da adolescente davo per scontate, come la cucina, ma anche alcuni momenti di socialità come l’aperitivo al bar, che non sono affatto scontati fuori dal nostro Paese. Mi manca la placida tranquillità di un paesino immerso nel verde, lontano dalla frenesia della grande città. Marta Camerotto


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I LUOGHI PASOLINIANI A CASARSA DELLA DELIZIA UN SEMPLICE ITINERARIO PER SCOPRIRE GLI ANGOLI MITICI DEL PERIODO FRIULANO DI PIER PAOLO PASOLINI

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n paese “di rustic amòur”. Così Pier Paolo Pasolini ha descritto Casarsa della Delizia, piccolo Comune della provincia pordenonese, che lo ha ispirato ed affascinato per il suo essere depositario della tradizione contadina, con un ambiente agreste di acque sorgive e prati. Questi luoghi, ricchi di bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche, hanno dei riferimenti espliciti nella sua produzione artistica e poetica. Pasolini, infatti, trascorse a Casarsa, il paese d’origine della madre Susanna Colussi, circa 7 anni, nel corso dei quali esplorò ampiamente il territorio, avvicinandosi anche alla lingua friulana. Diversi sono i luoghi a lui legati e che si possono visitare seguendo un percorso semplice che collega il capoluogo Casarsa della Delizia alle frazioni di San Giovanni e Versuta.

lo, l’edificio, che conteneva sei altari, faceva parte di un complesso architettonico che comprendeva anche una sagrestia (demolita nel 1941), un fonte battesimale, un campanile e un’area cimiteriale, colpiti pesantemente dai bombardamenti del 1945. Dei pregevoli affreschi dell’interno rimane principalmente la documentazione fotografica. La cupola venne affrescata dal 1536 da Pomponio Amalteo con qualche intervento di Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone. Tra gli affreschi superstiti dell’Amalteo ci sono quelli delle pareti del coro, Storie della Santa Croce, e dell’intradosso tra coro e aula, dove di un gruppo di Santi Mar-

A partire dagli anni ’30, Pier Paolo Pasolini, assieme alla madre e al fratello, era solito trascorrere le estati nel piccolo borgo di campagna casarsese definito, come scrisse, “luogo assoluto dell’universo”. Qui decise di risiedervi dalla fine del 1942, a causa della guerra che imperversava su Bologna, sua città natia, approfittando della disponibilità della casa materna, oggi sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini.

Al suo interno sono conservati i manoscritti delle opere del periodo friulano, le prime edizioni delle opere a stampa con pubblicazioni successive e il repertorio cinematografico. L’Associazione, inoltre, ha allestito una mostra permanente con esposti i dipinti e i disegni realizzati nel suo periodo friulano, i manifesti politici, le fotografie di famiglia, del paesaggio e dei luoghi frequentati durante la sua permanenza a Casarsa. È possibile, infine, visitare anche una sala dove il poeta aveva dato vita all’Academiuta di lenga furlana. Restando sempre a Casarsa, è d’obbligo visitare la chiesa di Santa Croce, il “glisiut” dei casarsesi, molto importante per la biografia letteraria pasoliniana. Qui, nella parete sud, si trova la lapide votiva che ricorda l’invasione turca del 1499, episodio dal quale il poeta trasse ispirazione per la scrittura del dramma in friulano “I Turcs tal Friùl”. Risalente al XV seco-

APPUNTAMENTI

tiri è presente solo una Santa Agata. È, invece, attribuita al Pordenone la Madonna con Santi. Raggiungendo San Giovanni di Casarsa, si può visitare il luogo legato all’impegno politico comunista di Pier Paolo Pasolini: la loggia. Si trova a fianco della chiesa, è in stile veneto e risale probabilmente al XIV secolo. In passato, veniva usata per le riunioni civili della comunità laica, mentre il poeta usava affiggerci manifesti murali in italiano e in friulano dettati da lui ai militanti di partito. Ci si sposta poi a Versuta. Di questa

Venezia Orientale un territorio da scoprire visite guidate, escursioni e laboratori all’insegna di arte e natura

10 ottobre: Fossalta di Portogruaro Convegno e visite guidate Ippolito Nievo ore 9:30

25 ottobre: Bosco di Alvisopoli Passeggiata e laboratorio ore 14:30

11 ottobre: Cortino di Fratta Giornata Nazionale Famiglie al Museo ore 14.30

31 ottobre: Sesto al Reghena Visita al borgo medioevale ore 15:00

17 ottobre: Summaga Visita all’Abbazia benedettina ore 15:00

8 novembre: Cortino di Fratta Visita e laboratorio archeologico ore 14.30

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località, Pasolini ricorda spesso nelle due prose friulane la chiesetta rosa dedicata a Sant’Antonio Abate. La chiesa attuale è il risultato di un ampliamento di un piccolo oratorio di campagna, risalente all’XI secolo. Nel 1400, i conti Altan di San Vito aggiunsero al piccolo spazio esistente la volta a crociera, un’abside poligonale con decorazioni e una bifora campanaria sulla facciata, dove è collocata anche una statua di Sant’Antonio Abate con maialino, il santo protettore degli animali domestici. Diversi affreschi impreziosiscono l’edificio, in particolare il ciclo tardo-gotico Sante e Santi nell’intradosso dell’arco, degli Evangelisti nell’abside e dell’Incoronazione della Vergine dietro l’altare. Sulla parete meridionale, sono affrescati un Daniele Profeta, un “trittico” con Sante, in cui si riconosce Santa Caterina, una teoria di vergini del ciclo di Sant’Orsola e un’Ascensione o un Cristo in gloria tra Santi. Nel cortile della chiesa si trova una fontanella a due bocche, dalla quale un tempo sgorgava acqua di risorgiva. Ha una struttura a parallelepipedo ed è stata realizzata con sassi del fiume Tagliamento e vecchi mattoni. Un’incisione in alto riporta la scritta “Gioventù”, mentre ai lati compaiono le scritte “La meglio” e “La nuova”, parole che rimandano ai titoli di due raccolte di versi in friulano, scritte dal poeta: “La meglio gioventù” (1954), che riassume la sua esperienza poetica nel corso della sua permanenza a Casarsa della Delizia, e “La nuova gioventù” (1975), dove invece rinnega quella sua produzione. Completiamo l’itinerario nei luoghi pasoliniani, tornando nel capoluogo, nell’area cimiteriale dove si trova la tomba di Pier Paolo Pasolini. Meta di un continuo pellegrinaggio, la sua sepoltura si trova sotto ad un alloro vicino a quella della madre Susanna. M.G. in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini


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Accadde oggi

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MUSEO CONCORDIESE, L’INCONTRO TRA PASSATO E FUTURO DAL 1888 RACCHIUDE LA STORIA MILLENARIA DI IULIA CONCORDIA ED È CUSTODE DEL GLORIOSO PASSATO ROMANO

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a storia di una città è racchiusa nei suoi monumenti. Le opere, i tesori in essa custoditi sono i testimoni principali del tempo, del succedersi delle epoche storiche. In queste continue stratificazioni è possibile distinguere le varie anime di una città, l’evoluzione e la definizione dei suoi segni distintivi. Così si può dire per la nostra Portogruaro, che esibisce orgogliosamente preziose tracce della civiltà romana. Impronte visibili e tangibili all’interno di un museo, il luogo per eccellenza della conservazione. Il Museo Nazionale Concordiese, uno dei luoghi simbolo della nostra città, festeggia in questi giorni i suoi 132 anni di età. Ma come è nato questo museo? Attraverso quali tappe si è costituito?

romana. In un’altra sala trovano spazio i vetri, tra cui la famosa coppa del profeta Daniele tra i leoni, le gemme, gli ornamenti in ambra, le lucerne e altri oggetti di uso quotidiano, soprattutto contenitori in ceramica. Infine, vi è una sala contenente reperti provenienti da scavi recenti condotti a Concordia Sagittaria, nell’area delle terme nord-orientali, e in aree limitrofe come Marina di Lugugnana.

L'area archeologica Collegata al Museo vi è l’area archeologica di piazza Cardinal C. Costantini a Concordia Sagittaria. Ipotizzando

un itinerario archeologico, il punto di partenza è rappresentato dalla Basilica di Santo Stefano, sotto cui sono visitabili un tratto lastricato della via Annia, parte dei magazzini commerciali extraurbani dei primi secoli dell’Impero e il celebre complesso paleocristiano. Quest’ultimo comprende la Basilica Apostolorum, interamente rivestita da un tappeto di mosaici, e un altro edificio dedicato al culto dei martiri, scoperto e scavato a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso. Ci sono poi i resti di un impianto termale, risalente al II-III secolo d.C. Altre due grandi aree

Fusione di diverse anime La collezione storica del museo si compone di diverse anime. Il nucleo originario, quello più consistente, deriva dalla raccolta locale di una famiglia di antiquari, i Muschietti, che nella seconda metà dell’800 viene lasciata in eredità al Comune di Portogruaro e custodita quindi nei locali del Municipio. Importante impulso alla costituzione di un museo deriva dagli scavi che vengono effettuati sul finire del XIX secolo nell’area del Sepolcreto dei Militi di Concordia Sagittaria. Grazie all’attività dell’archeologo Dario Bertolini e di Giuseppe Fiorelli, allora capo della direzione generale per gli scavi e i monumenti, si arriva ad individuare un sito nella città di Portogruaro destinato a raccogliere i reperti e il materiale conservato nelle sedi municipali. Il Comune acquisisce l’area in via Seminario e il Ministero finanzia la costruzione del museo, la cui prima pietra viene posata nel 1885. Tre anni dopo, il 28 ottobre 1888, avviene l’inaugurazione. Il nome, Museo Nazionale Concordiese, testimonia fortemente la volontà di narrare la storia millenaria dell’antica città di Iulia Concordia.

Un breve tour Anche la forma dell’edificio, che ricorda una basilica, richiama la cristianità della colonia romana. Nell’atrio principale è esposta una scultura trecentesca di Madonna in trono con Bambino, ricavata da un’ara di età romana. Nelle tre navate campeggiano statue, stele sepolcrali, ritratti e materiale funerario ed epigrafico, provenienti dagli scavi nel Sepolcreto dei Militi. Il pavimento della navata centrale è percorso da tre grandi mosaici, due con motivi geometrici, il terzo con motivi delle Tre Grazie. Al piano superiore si trova una stanza dedicata agli oggetti in bronzo, risalenti ad epoca romana e pre-

LEGATI ALLE IMPRESE. A SUPPORTO DEL TERRITORIO. NOI CI SIAMO! Da sempre, la piccola impresa fa parte del panorama locale. Ed oggi, più che mai, Confartigianato Imprese Veneto Orientale la rappresenta. In un momento così difficile e delicato, come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia da Coronavirus, rafforziamo il sostegno alle nostre imprese, in cui la sapienza artigiana si fonde con la cultura del territorio. Un fare impresa tipicamente italiano, che sa guardare avanti, alle nuove sfide, al digitale e ai nuovi mer-

cati. E che diventa tessuto connettivo di un Paese che sta cambiando. Questa la realtà che Confartigianato Imprese Veneto Orientale rappresenta e assiste ogni giorno con servizi innovativi rispondendo alle molteplici necessità delle aziende. Con tutta la competenza dei suoi professionisti e delle sue sedi territoriali.

di scavo sono la Domus dei Signini, che conserva resti delle pavimentazioni di mosaico di fine I secolo a.C. - inizio I secolo d.C. e l’area del Teatro. Infine, Il percorso archeologico si conclude con l’area del Ponte romano, visibile lungo via S. Pietro e al di sopra del quale passava la via Annia.

Giovani e nuove tecnologie Il Museo Concordiese è una delle principali attrattive storiche della nostra città. “Nel corso del 2019 - ci spiegano dalla segreteria del Museo - gli ingressi sono stati 5.880 mentre nell’area archeologica di nostra competenza sono affluite 5.614 persone”. Punto di riferimento per la comunità locale, il museo propone molte iniziative e laboratori rivolti agli utenti più piccoli e ai ragazzi delle scuole. Si è soliti pensare al museo come luogo della conservazione, della proiezione dello sguardo nel passato. Ma qui l’attenzione è concentrata anche sul presente e sul futuro. Il Museo Concordiese ha ospitato incontri e mostre d’arte. Lo scorso 19 settembre è stata inaugurata la mostra “Lì per lì” dell’artista Fausto Delle Chiaie. Il 26 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2020 dedicate al tema dell’educazione, si sono tenuti gli incontri con l’autrice locale Stella Nosella e Joshua Pizzoleo, protagonista del film, ambientato anche nel museo, tratto dal libro Sebastian’s Cronicles - lo scrigno d’avorio. Unire la conoscenza del passato con le competenze legate alle moderne tecnologie. Questo il senso del concorso Instrumenta Design Junior, organizzato dallo Studio D Archeologia Didattica Museologia, che vede coinvolte le Direzioni di nove musei archeologici, tra cui il Museo Concordiese. A partecipare sono giovani designer, tra i 6 i 14 anni, chiamati ad immaginare un oggetto di uso contemporaneo ispirandosi ad un reperto archeologico. Il ricorso alle tecnologie web e ai canali social è una scelta che il museo ha adoperato vigorosamente nel corso dell’emergenza sanitaria. “La decisione di promuovere attività on line e diffondere contenuti nei canali social - spiega Andreina Rossi, responsabile del servizio educativo - ha avuto un esito sicuramente positivo in quanto ha contribuito ad incrementare l’interesse per i temi dell’archeologia e ad avvicinare soprattutto il pubblico dei più giovani alle nostre attività”.

coveor.it D.V.


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QUALITÀ PER IL VOSTRO SORRISO UN MODERNO CENTRO PER LA DIAGNOSI E LA TERAPIA DI TUTTE LE PATOLOGIE CHE COLPISCONO IL CAVO ORALE

L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE “Ma perché dovrei andare dal dentista, nonostante non abbia alcun dolore o fastidio? Ho dei denti splendidi”. Quante volte ci siamo trovati in questa situazione? Eppure, i motivi per andare dal dentista anche quando non si accusa nessun disturbo ci sono, eccome! La maggior parte delle volte è per prevenire una patologia, altre per risolverla. Il cavo orale è sostanzialmente affetto da due patologie: la carie e la parodontopatia. La prima, oltre ad essere quasi sempre sintomatica, è anche molto spesso visibile. Il più delle volte, avvertiamo qualche fastidio oppure notiamo un alone scuro o qualche macchia che ci fa scattare un campanello

d’allarme e richiedere una visita. La seconda, invece, è molto diffusa ed è quasi sempre asintomatica. Nota anche come piorrea, la parodontopatia è una malattia delle gengive che provoca il loro distacco dal dente, tanto da determinare nel tempo la perdita dello stesso. Questa patologia è la prima causa di estrazione dentaria. È una malattia molto comune e molto subdola se, specialmente quando ci si lava i denti, si trascura un sanguinamento gengivale, che peraltro può essere del tutto assente nei soggetti fumatori, e la mobilità dentaria (in questo caso è troppo tardi per salvare l’elemento dentario colpito). La parodontopatia in fase iniziale, dunque, può essere diagnosticata solo dal dentista. Essendo provocata principalmente da un’infezione di particolari

ceppi batterici, la terapia prevede la rimozione di questi microrganismi attraverso una pulizia, conosciuta con i nomi “detartaggio”, “detartarsi” o “igiene orale”. Il professionista procederà con la rimozione del microfilm batterico che si annida soprattutto nel tartaro dentale. L’obiettivo, però, non è rimuovere solo il tartaro, ma tutto quello che è chiamato “biofilm”, ovvero la placca batterica. In quell’occasione, il dentista valuta anche lo stato di salute delle gengive e il loro “attaccamento” ai denti. Questo spiega l’importanza di rivolgersi ad un professionista con una certa frequenza e costanza. Si possono così prevenire ed evitare patologie importanti, quali la parodontopatia, con un intervento terapeutico più semplice ed efficace.

Direttore Sanitario dott. Andrea Orietti Odontoiatra

GRUARO Via dell’Artigianato, 1 (uscita autostrada - sopra Pittarello - 1º piano) Tel. 0421 280068 - poliambulatorio-odontoiatrico.it

ASVO - Ambiente Servizi Venezia Orientale - SpA è lo sponsor unico della mostra "Lì per Lì" dell'artista Fausto delle Chiaie a Portogruaro. Perché questa scelta? La mission di ASVO SpA va oltre il mero svolgimento di servizi pubblici. La filosofia aziendale pone al centro il benessere dell'ambiente, del territorio e della comunità, a 360 gradi. Da anni ASVO impiega ingenti sforzi e risorse per sensibilizzare gli utenti sulle tematiche del riciclo, del riuso e dell'economia circolare, dal mondo della scuola, passando per i cittadini e per le istituzioni, sino agli oltre dieci milioni di turisti che visitano annualmente le nostre località. In questi anni, ASVO in questo territorio ha trasformato il concetto di rifiuto. Il rifiuto non più qualcosa da buttar via, tutto assieme, magari in qualche discarica, ma una risorsa valorizzata, da recuperare, evitando così lo sfruttamento delle risorse naturali. Il concetto fondamentale che ASVO porta come bandiera è che tutti insieme possiamo dare nuova vita alle cose. Ecco che la declinazione artistica di questo concetto è manifestata appieno dalle opere dell'artista Fausto delle Chiaie. L'espressione artistica che nasce dagli oggetti gettati via rende tangibile i valori che ASVO vuole trasmettere, non solo ai propri utenti ma a tutti coloro che avranno il piacere di visitare questa importante mostra. All'artista Fausto delle Chiaie ed ai curatori della mostra Boris Brollo e Alessandro Maganza vanno le mie più sentite congratulazioni per questo evento così significativo per tutto il nostro territorio, ed invito tutti i lettori di Portogruaro.net a partecipare.

Luca Michelutto

Presidente ASVO SpA


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L’acquolina in bocca

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GELATO, ESPERIENZA MULTISENSORIALE DALL’IBRAHIMOVIC ICE MILANESE AI NOSTRANI TROLLS E BURROBIRRA HARRY POTTER. SPERIMENTAZIONI PER UNA PAUSA NUTRIENTE E AMICA DEL BUONUMORE

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a notizia, quando è uscita a gennaio, ha suscitato curiosità da parte del grande pubblico. Per festeggiare il ritorno al gol del fuoriclasse milanista Zlatan Ibrahimovic si è pensato di inventare un gusto di gelato a lui dedicato. L’idea è nata da un’intuizione di uno dei fondatori dell’agri-gelateria Gusto 17 di Milano: unire le ragioni del calcio con quelle del cibo associando il nome di un campione molto amato in Italia ad uno dei prodotti più apprezzati. Ibrahimovic Ice unisce in un mix avvincente le radici del calciatore: le origini svedesi sono rappresentate dalla crema di Kanelbullar, tipiche brioches aromatizzate con cannella e cardamomo, a cui è stato aggiunto un tocco di Rakija, brandy molto popolare nei paesi balcanici ottenuto dalla distillazione di diversi tipi di frutta. Il gelato è una parentesi di dolcezza alla quale è difficile resistere, nei pomeriggi di sole o nei week end fuori porta in tutte le stagioni. L’attrazione per questa miscela di zuccheri, latte, succhi di frutta, uova, cioccolato e varie sostanze non è limitata alla storia recente, ma ha accompagnato l’uomo nel corso dei secoli.

Antenati e paternità Esiste sicuramente un atto di nascita del gelato. Nel 1686, infatti, il cuoco siciliano Francesco Procopio dei Coltelli dopo varie sperimentazioni ottiene la miscela perfetta per confezionare il gelato. Riesce ad inventare una macchina apposita e apre a Parigi il Café Procope, locale frequentato anche da famosi intellettuali che si deliziano con granite, gelati di frutta e sorbetti dai gusti più svariati. Tra realtà e leggenda si colloca la tradizione che tributa l’invenzione all’architetto Bernardo Buontalenti, che nel 1559 prepara un dessert ghiacciato in occasione della visita ufficiale spagnola alla corte fiorentina. Si tratta di una crema fredda a base di latte, miele, tuorlo d’uovo, un tocco di vino, aromatizzata con agrumi. Di sicuro, questa è la base della “crema Fiorentina” o “gelato Buontalenti” che ancora oggi si può gustare in tutte le migliori gelaterie di Firenze. Ma la tradizione, come spesso accade, parte da molto lontano affondando le radici nell’antichità. E come ogni invenzione che si rispetti diventa oggetto di contese e appropriazioni. Gli studi in materia fanno risalire i primi esperimenti al 2000 a.C., quando in Cina gli abitanti utilizzano una miscela a base di riso cotto con spezie, neve e ghiaccio. Questo conferma che l’uso del ghiaccio a scopo alimentare ha origini antichissime. I Greci preparano bevande dissetanti con limone, miele, succo di melagrana, neve o ghiaccio finemente tritato, qualcosa di molto simile al nostro sorbetto. I Romani propongono una miscela somigliante al gelato attuale. Plinio Il Vecchio in una sua ricetta spiega

come amalgamare ghiaccio tritato con miele e vari succhi di frutta realizzando così una crema ghiacciata. La storia di questo prodotto accompagna i secoli fino ad arrivare al ’900 con la nascita del gelato industriale. In Italia il gelato confezionato si diffonde nel secondo dopoguerra. Il primo gelato industriale su stecco, il Mottarello al fiordilatte, nasce nel 1948. Negli anni Cinquanta si diffonde il Cornetto e negli anni Settanta è la volta del primo secchiello formato famiglia, il famoso Barattolino. Prodotti, anzi simboli, che hanno contrassegnato la storia del nostro costume. Se da un lato continua l’affinamento delle tecniche e degli ingredienti del gelato artigianale, dall’altro il Novecento è il secolo del consumo di massa grazie al susseguirsi di innovazioni, abbina-

menti e tecnologie di surgelamento.

Nutriente e alleato del buon umore Oltre ad allietare il nostro palato, il gelato è un ottimo integratore della dieta. Non è solo un concentrato di calorie, ma un valido alleato della nostra alimentazione. E suoi nutrienti lo testimoniano benissimo: proteine, zuccheri solubili, lipidi, vitamine e sali minerali. Tanto da far ritenere questo alimento un valevole sostituto dei tradizionali pasti. Insomma, gustare il gelato è un momento di piacere che ci fa anche stare bene. Basta avvicinare il palato ad un cono con panna e cioccolato e l’umore ringrazia. Come hanno dimostrato numerosi studi, mangiando il gelato si innesca nel cervello un meccanismo di ricompensa molto

simile a quello che si ottiene nel momento in cui si ascolta la propria musica preferita. Questo alimento favorisce la produzione di serotonina, meglio conosciuta come l’ormone della felicità in quanto aiuta a combattere lo stress.

Tanti gusti, ma cosa sciegliere? Ma quali sono le tendenze? E cosa scegliere? Domanda, quest’ultima, ben rappresentata dall’atteggiamento dubitativo del cliente di fronte al bancone dei gelati. “Ovviamente – ci spiega Luca, che gestisce una gelateria a Portogruaro – molto dipende dal tipo di stagione che ci aspetta. Una stagione calda richiama i gusti freschi, a base di frutta. Lo yogurt, ad esempio, è molto apprezzato in estate”. Pistacchio, nocciola, fior di latte sono i gusti che vanno per la maggiore, ma in questo settore conta molto la sperimentazione. “Abbiamo proposto oltre trecento gusti in tre anni di attività” continua il titolare della gelateria, sempre alla ricerca di un prodotto che possa catturare il palato del pubblico. E l’interesse è puntato soprattutto verso i più piccoli, per i quali accanto ai tradizionali limone, fragola e fiordilatte ci sono il fior di fragola, ovvero fior di latte ricoperto con coulis di fragole, e il cremino (variegato nutella). “In questi anni – aggiunge Luca – si è assistito a un continuo miglioramento qualitativo del prodotto, con la ricerca di ingredienti naturali. Molto apprezzate anche le granite siciliane di frutta, che rispetto alle granite di sciroppo sono qualitativamente superiori”. Un mix di acqua, saccarosio e frutta per offrire una pausa nutriente e rinfrescante. Altra tendenza, non ancora molto diffusa nel territorio, quella dei gelati gourmet, nati dalla trasposizione di sapori dall’ambito della ristorazione. Come abbiamo visto il successo di un gusto è legato anche al suo nome. “Tra le nostre proposte di successo – ci racconta Antonio, titolare di una gelateria artigianale a Pramaggiore – ci sono il gusto Trolls, a base di alga spirulina, molto apprezzato nei mesi caldi, e la Burrobirra Harry Potter, una ricetta nostrana che attrae per il suo nome fatato ed evocativo”. Gustare il gelato è un’esperienza multisensoriale. Conta l’eccellenza del prodotto, ma non solo. “È fondamentale fare un buon gelato – spiega Antonio – ma è altrettanto importante saperlo vendere. La qualità di un gelato non determina il suo successo, anche perché il fruitore medio non sa distinguere il livello qualitativo in termini di ingredienti utilizzati. A fare la differenza è la cura dei dettagli, il modo in cui un particolare gusto viene proposto, i gadget legati alla vendita e la sensazione che viene trasmessa quando si entra in una gelateria”. Vito Digiorgio


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CASA: IL SUPERBONUS 110% IN PILLOLE TUTTO QUEL CHE C’È DA SAPERE, AL MOMENTO, SULLE OPPORTUNITÀ E LE MODALITÀ OPERATIVE

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l decreto rilancio ha creato nuovo interesse nei lavori di efficientamento energetico e di messa in sicurezza statica degli edifici residenziali. I tradizionali ecobonus e sismabonus, in molti casi potranno trasformarsi in detrazioni fiscali del 110% della spesa sostenuta. Queste ultime potranno sfruttarsi in 5 anni anziché nei canonici 10. La novità assoluta sta però nel fatto che sarà possibile cedere ad altri soggetti le agevolazioni di cui si parla, banche comprese. In particolare, potranno essere cedute anche le classiche detrazioni già conosciute: da quelle derivanti dagli interventi di recupero del patrimonio edilizio, alle spese per l’efficienza energetica, al bonus “facciate”.

ticali, orizzontali e inclinate che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda, oppure la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con altri (centralizzati se in condominio) a condensazione ma almeno in classe A, a pompa di calore o più sofisticati e di nuova generazione quali quelli ibridi ecc. A questi interventi principali, possono aggiungersi altri da far detrarre al 110% della spesa, detti “trainati”.

Ma soffermandosi su questo nuovo cosiddetto “superbonus 110%”, bisogna innanzitutto dire che vale per le spese sostenute tra il 01.07.2020 ed il 31.12.2021, salvo future e sperate proroghe. Uno dei requisiti necessari è che con l’intervento si faccia il salto di qualità di almeno un paio di classi di efficienza energetica o che si raggiunga la più alta possibile.

Il 110% poi, si ottiene realizzando almeno una delle opere “trainanti” previste dalla norma: o l’isolamento termico delle superfici opache ver-

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Tra i possibili soggetti beneficiari, è importante dire che si possono individuare: i condomini (quindi con detrazione in capo ai singoli condòmini che possono essere anche imprese, società, professionisti ecc, che, nel condominio, dispongono di abitazioni, uffici, negozi); persone fisiche ma che agiscono da «privati consumatori» non da imprenditori/lav. autonomi, su singole unità immobiliari, non solo adibite ad abitazione principale. Gli interventi possono essere agevolati anche per al massimo 2 unità immobiliari; istituti autonomi, case popolari o

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Rispetto alle tempistiche con le quali effettuare la scelta tra sfruttare direttamente la detrazione o cedere il credito a terzi o chiedere lo sconto in fattura a chi ha eseguito i lavori, c’è da sapere che va inviata apposita comunicazione all’Agenzia delle Entrate, in modalità telematica, entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono sostenute le spese. Per quelle pagate da luglio 2020, la prima comunicazione può

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Un altro aspetto da considerare è che per accedere al “superbonus” si devono ottenere dei documenti importanti, fra i quali, l’APE pre e post intervento e le asseverazioni tecniche che attestino sia il raggiungimento delle classi energetiche necessarie, sia la congruità della spesa. Se poi il committente vorrà cedere la detrazione del 110% o chiedere lo “sconto in fattura” a chi ha eseguito i lavori, alla pratica dovrà aggiungersi anche il visto di conformità, una sorta di certificazione fiscale emessa da un professionista o dal Caf dell’associazione. Si chiude questa brevissima panoramica su questa nuova opportunità da cogliere, sottolineando come la responsabilità di una detrazione non spettante ricada, in generale, sul committente/ beneficiario della detrazione stessa e non sui cessionari del credito. Se in buona fede. Questa rubrica è realizzata in collaborazione con

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Come detto in premessa, il vero cambiamento sta nella possibilità di poter cedere il credito d’imposta che deriva dalla detrazione; a chiunque, anche ad una banca. Chi lo acquisirà, potrà decidere se sfruttarlo compensando altre imposte e/o contributi a suo debito, oppure cedendolo a terzi.

essere eseguita dal 15 ottobre prossimo in poi.

Chi ha datato al 1447 la raffigurazione più antica dello stemma di Portogruaro?

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È bene anche far presente che sono stati stabiliti dei limiti di spesa ben precisi e distinti per tipologia di intervento e a seconda dell’immobile in cui si realizza.

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simili; cooperative di abitazione a proprietà indivisa; • ONLUS; • associazioni e società sportive dilettantistiche limitatamente ai lavori effettuati sugli immobili adibiti a spogliatoio. •

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ORIZZONTALI 1. La navicella del tessitore - 6. Allontanare in malo modo - 13. Pronti per lo sparo - 15. Un dolce spumoso - 16. Macchine agricole - 17. Fu leader dei Khmer rossi - 17. Chiave - 20. Chiave - 22. Il Se tra gli elementi chimici - 25. Aiuta nella nebbia 26. Eroe di Virgilio - 27. Frutti per spremute - 28. Fisico e astronomo pisano - 30. E’ pop quella di Warhol - 31. Motivo d’orgoglio - 32. Italiane dell’Urbe - 33. Venezia - 35. Cuore di pietra - 36. Schiere di barbari - 37. Fanno ansare i ciclisti - 38. Gara tra natanti - 40. Tre nell’antica Roma - 41. Un ortaggio aromatico - 42. Lo sono il Sahara e il Gobi - 43. Città sulla Dora Baltea - 44. Lo serba chi non si fa riconoscere - 45. In gola e in bocca VERTICALI 1. Di cattiva qualità -2. Solleva grossi carichi - 3. Le medie che si calcolano 4. Il metallo pi˘ leggero - 5. Misura terriera inglese - 6. Afferma in breve - 7. Privo di senso etico - 8. Uno strato di neve - 9. Oscuro, tenebroso - 10. Hanno i confini bagnati - 11. Misura il livello dell’olio - 12. La seconda nota - 14. Iniziali di Ibsen - 17. Le muove il damista - 18. Ripiano di credenza - 20. E’ detto “mare ungherese” - 21. Un carattere marcato - 22. Regnarono in Italia - 23. Il tesoro dello stato - 24. Il regista di “The blues brothers” - 25. Un gioco con le matte - 28. Contese alture palestinesi - 29. Il punto del tramonto - 32. Baia per l’attracco - 34. Il mare di Creta - 37. Indica un’ipotesi - 38. Donna colpevole - 39. Il centro di Bari - 41. Iniziali della Aleramo - 41. Dama senza eguali

CRUCIPUZZLE

Chi commissionò al Bergamasco a metà del sec. XVI la costruzione della Villa Comunale di Portogruaro?

ALTURA AMMISSIONE ASTRO BAMBOLA BARCA BOLLO BOTTE CALDAIA CANOA CHIUSO COLLA COMPLIMENTO CONTEA CRAMPO DECRETO FACOLTA’ FROTTA

GHIOTTO IMMUNE INTEGRALISTA IPNOSI ISOLA LIMBO MAGIA MAPPA MATTO MODENESE MONDO MOSSA OBLIQUO PADANO PAPPA PARAGONABILE PLASMA

POEMA POINT POLSO RETTO RISOLUTIVO ROSATO ROSSA RUSPA SAPORE SCIALLE SERIAL STRAGRANDE SUSSIDIO TECNICA TRAVE VALLE VERSAMENTO

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE C A R A C A S

A M A T I

P A A L G I

A I P T O R E C A E N

M F R E G A L O B L O

S C I N E L A R O C E R I A R I A B R U S C O E S O I N T O N N S I E T T A N A I E T T

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