Portogrtuaro.Net Magazine

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PRATICHIAMOCI Lasciare gli agi della società contemporanea per riscoprire la natura e le bellezze della vita contadina

p.6

© Francesco Fratto

IN SALUTE

Clown o claun. Errore di battitura o svista grammaticale? Nulla di tutto ciò: i claun di VIP ci spiegano chi sono p.7

IL PATRIMONIO PIÙ PREZIOSO

IL FEUILLETON Per il povero Malattia inizia la ricerca (disperata e divertente) dell'ombretta perfetta. Prima puntata dell'inedito romanzo d'appendice dello scrittore Massimo Cuomo p.11

BEAUTIFUL MIND Giovani portogruaresi pieni di talento e di idee. Piccoli geni che non dobbiamo farci scappare p.12

INTERVALLO Nasce la nuova rubrica "L'Androne”, dedicata ai palazzi storici e alle ville più importanti del territorio del Portogruarese. Questa prima puntata rivolge lo sguardo alla «casa di tutti i portogruaresi»: il palazzo

municipale. Tra le pieghe di questo antico edificio, alla scoperta di inedite curiosità e di particolari mai indagati prima. continua a pag. 4

“Anca st'ano el mato el fa i auguri de Bon Ano a tuti. Ma no se capisse mai s'el schersa o s'el fa sul serio... p.14

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PROGRAMMA 2015

CARNEVALE DEI RAGAZZI CEGGIA (VE)

SABATO 31 GENNAIO

Ore 18.30 Apertura delle Manifestazioni presso Sala Consiliare Inaugurazione della mostra progetto realizzata dagli alunni dell’Istituto “G. Marconi”

SABATO 14 FEBBRAIO

Ore 13.30 Terzo Torneo di Calcetto “Gabriele Zago” Cat. Piccoli Amici - Palazzetto dello Sport

Ore 16.00 “Le Scuole in Piazza con Coriandolo” I bambini in passerella La Compagnia “Dietro le quinte teatro per l’AIL” presenta “Aladino” Ore 20.30 La festa continua con “Penelope e i Diabolici Toupè” & “ABSOLUTE 5” PALATENDA riscaldato con snack & cucina - Via Duca d’Aosta

DOMENICA 8 FEBBRAIO

DOMENICA 15 FEBBRAIO

Ore 17.30 Street artist & Concerto LIVE dell’Accademia Nuova Musica Ore 18.30 Sfilata CARRI ALLEGORICI in NOTTURNA Ore 20.30 GRANDIOSO SPETTACOLO DELLE FONTANE DANZANTI Ore 21.00 La festa continua con i “Funkasin Street Band”

Ore 14.30 Sfilata CARRI ALLEGORICI e gruppi mascherati Ore 18.00 Spriz Hour con DJ Patrik, Voice Ivan Ricci Ore 19.30 La festa continua con i “DIVINA” La migliore musica ’70 ’80 PALATENDA riscaldato con snack & cucina - Via Duca d’Aosta

MARTEDI’ 10 FEBBRAIO

MARTEDI’ 17 FEBBRAIO

DOMENICA 1 FEBBRAIO

Ore 20.30 Dal libro “Il tricorno e il ventaglio” di Mila Manzatto – Aspetti istituzionali e sociali della Venezia del ‘700: il Carnevale. Conduce la serata il dott. Lazzaro Marini presso Auditorium della Scuola Collodi

GIOVEDI’ 12 FEBBRAIO

Ore 20.30 – La Compagnia “La Goldoniana” presenta: “I rusteghi” di C. Goldoni, regia di G. Visentin Teatro G. Toniolo

Ore 14.30 Sfilata CARRI ALLEGORICI e gruppi mascherati Ore 18.00 Premiazioni Carri in concorso Ore 18.30 Spriz Hour con DJ Checco Calà, Voice Ivan Ricci Ore 19.30 La festa continua con i “VIPERS” Queen tribute band, con Giuseppe Maggioni from RAI 2 The Voice 2014 PALATENDA riscaldato con snack & cucina - Via Duca d’Aosta

VENERDI’ 13 FEBBRAIO

Ore 19.30 MASKERADA Party mascherato del Carnevale dei Ragazzi di Ceggia (viaggio-premio alla maschera più originale) Special Guests “I NOSTALGICI” & “DJ Donadello” PALATENDA riscaldato Via Duca d’Aosta

ESTRAZIONE DELLA LOTTERIA: LUNEDÌ 23 FEBBRAIO, ORE 20.00

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LA CULTURA È NELLE IDEE

L'editoriale di Giulio Serra

L'

Intervista esclusiva al sindaco Antonio Bertoncello Dai rimpianti alle gioie politiche, tra un Terenzi che avanza e un Centro Storico che preoccupa. Fino all’ufficialità della candidatura per il Consiglio Regionale Veneto

attesa è lunga ma alla fine viene premiata: a tre mesi dalle elezioni Amministrative di Portogruaro trovo lo spazio per infilare oltre un’ora di intervista al sindaco della nostra città, Antonio Bertoncello. È un colloquio di ampio respiro, che naviga su più fronti e che cerca di focalizzarsi non tanto sulle polemiche o sugli accadimenti dell’ultimo periodo, quanto piuttosto sulla parabola politica (e umana) di Bertoncello, dagli anni Ottanta ai dieci da primo cittadino.

Signor sindaco, dal prossimo 17 maggio il suo posto verrà preso da un nuovo primo cittadino. Si chiude per lei e per la città di Portogruaro un ciclo di lunga gittata. Quali sono le azioni di cui va più fiero e quelle, per converso, che se potesse tornare indietro non rifarebbe? In realtà sono tante le iniziative che hanno contraddistinto l’attività amministrativa di questi anni. Negli ultimi dieci molte di queste hanno ridisegnato il volto della città, promuovendola e valorizzandola: dal Teatro Russolo, alla Tangenziale, alla nuova SFMR, all’arredo delle vie principali del Centro Storico, alla riqualificazione delle scuole e delle frazioni. Di certo, il progetto di cui vado più fiero è senz’altro il Teatro cittadino. Venendo alle scelte che non rifarei, o meglio: al mio più grande rammarico, dico la pedonalizzazione del Centro Storico, sulla quale probabilmente la ricerca della massima condivisione ha prevalso sulla necessità di portare a termine il progetto. Sindaco, in tutti questi anni la politica come l’ha cambiata dal punto di vista umano? La vita personale è stata pienamente assorbita dagli impegni pubblici, questo è chiaro. La politica mi ha sicuramente migliorato. Ritengo infatti che sia un grande onore aver avuto la possibilità di “fare” e di “lavorare” per la propria città. Veniamo ora ad alcune questioni importanti che negli anni sono state fonte di grandi polemiche. Partiamo dalla “famosa” tribuna in ferro dello Stadio Mecchia e dal denaro speso dal Comune, prima per la sistemazione dell’impianto e poi per la clausola fideiussoria. Errore o cos’altro? Le tribune dello Stadio Mecchia erano una scelta obbligata. Nel contesto di allora, e nell’euforia cittadina per l’approdo in Serie B, non reputo quella scelta un errore. Altra questione: i continui allagamenti in città e nelle frazioni. Perché non si arriva a una soluzione? Prima di tutto il Comune di Portogruaro e il Consorzio di Bonifica hanno più volte denunciato le gravi responsabilità della Regione Veneto che, su opere di difesa del suolo, non ha investito. Purtroppo, poi, le risorse a nostra disposizione sono limitate, e anche su questo punto ritorna il discorso dei lacci del Patto di Stabilità che non ci permettono di spendere soldi che abbiamo in cassa. E ancora: il degrado di alcuni “catafalchi” come l’ex Perfosfati, l’ex Consorzio Agrario o la difficoltà di attecchimento della Pirelli Re. Perché il Comune non è intervenuto con maggiore forza? Anzitutto ricordo che il pubblico non può sostituirsi al privato. Dopodiché il Comune ha approvato l’accordo urbanistico relativo al Consorzio Agrario ma i lavori di bonifica necessari per il privato si sono rivelati economicamente incompatibili con l’intervento immobiliare. Nell’area attigua all’ex Perfosfati, invece, i lavori sono

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gennaio/febbraio 2015

stati enormi: dalla rotonda, alle caserme della Polizia e della Guardia di Finanza, al parco, ecc. Ora rimane da riqualificare l’edificio ma l’investimento è notevole. Infine, per l’area della Pirelli Re vale lo stesso discorso di cui sopra. La struttura fatica a decollare ma l’area che la circonda è stata sistemata e valorizzata come mai prima. Torniamo alle prossime elezioni: se non fosse uscito il nome di Marco Terenzi come candidato unico del centrosinistra, lei ritiene che la fronda “renziana” si sarebbe divisa? Il nome di Terenzi non è uscito dal cappello. È il frutto di un lavoro condiviso e ampio. All’unanimità il PD ha scelto il proprio candidato e lo ha proposto alle liste dell’attuale coalizione. I malumori durante una legislatura ci possono essere ma credo che la forza del PD stia proprio nella capacità che ha di unirsi nel momento che serve. Cosa si sente di dire ai portogruaresi e come immagina la città tra 10 anni?

Sento di dire grazie a ciascuno dei miei concittadini, a chi mi ha sostenuto e consigliato, a chi mi ha criticato e sollecitato. È stato un piacere lavorare per una città che tra 10 anni immagino il perno di un territorio più ampio fatto di attrazione economica, turistica, paesaggistica e ambientale. Infine, Sindaco, ci conferma le voci che la danno in rampa di lancio per le prossime elezioni regionali in Veneto? Sì, il partito mi ha proposto e io ho accettato. Se verrò eletto in Consiglio Regionale lavorerò per questo territorio e per questa città perché possano avere serie possibilità di sviluppo e una definitiva collocazione geografica, turistica e culturale. Guarda la video-intervista integrale al sindaco di Portogruaro Antonio Bertoncello puntando la videocamera del tuo smartphone sul QR code.

SOMMARIO EDITORIALE

IN COPERTINA

PRATICHIAMO IL FUTURO

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Famiglia tra due mondi STIAMO IN SALUTE

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Ridere contro il dolore LA PAROLA A

Centro Medico Sant'Andrea 8 Confartigianato 8 Confcommercio 9 FUORISCENA

Intervista a Tullio Solenghi 10 ROMANZO D'APPENDICE

L'ombretta perfetta

BEAUTIFUL MIND

Giovani startupper

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L'ACQUOLINA IN BOCCA

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La renga

Auguri di Buon Anno... GIOCHERELLANDO

Cruciverba e crucipuzzle

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Il palazzo municipale

INTERVALLO

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Intervista al sindaco

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Portogruaro.Net Magazine Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 31/01/2015 Reg. Trib. di Venezia - n. 10 del 05/05/2006 Iscrizione al ROC n. 17423 Direzione e Redazione: Borgo San Gottardo, 55 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. e Fax 0421 280444 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Giulio Serra Direttore Editoriale: Vincenzo Zollo In redazione: Leandro Costa, Massimo Cuomo, Vito Digiorgio, Luciano Guareschi, Bruno Lena, Gloria Morettin, Andrea Pavan, Andrea Rubin “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento. In riferimento al racconto di Massimo Cuomo nella rubrica “Romanzo d'appendice” si precisa che ogni riferimento a persone esistenti/esistite e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

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IN COPERTINA

gennaio/febbraio 2015

Entra e scopri da vicino l'ufficio personale del sindaco all'interno del palazzo municipale di Portogruaro puntando la videocamera del tuo smartphone sul QR code. Non perderti il dettaglio del dipinto posto sulla parete principale, zoomma su di esso per scoprire particolari inediti.

Dall'alto del Palazzo Al via la nuova rubrica di Portogruaro.Net dedicata ai palazzi storici e alle ville più importanti nel territorio. Uno sguardo curioso e attento sul nostro patrimonio cittadino

T

utto parte da una riunione di redazione. Tema del discutere: quali rubriche introdurre nel Portogruaro.Net Magazine con l'avvento del nuovo anno. La discussione è accesa, le proposte avanzano, retrocedono, rilanciano. Una di queste coglie l'interesse di tutti: dare spazio e visibilità ai palazzi storici e alle ville del territorio del Portogruarese, indagandoli in profondità, scavando come nessuno altro ha mai provato a fare prima. L'ambizione, si sa, fa parte del dna del giornalista. E allora eccoci qui, ai nastri di partenza. Col nuovo anno nasce "L'Androne", un modo inedito di rivolgere lo sguardo al nostro patrimonio architettonico e culturale, un passo tra i meandri di Portogruaro e la storia del territorio. Come avverrà il nostro incedere nei confronti di questi gloriosi colossi di marmo e pietra? La risposta è presto data: l'ardire del mestiere ci impone di non fermarci a darne una mera descrizione storica e architettonica; al contrario, "L'Androne" andrà a scavare tra le pieghe dei palazzi in discussione, indagando gli aspetti più curiosi, meno conosciuti ai più, stimolando la fantasia del lettore nella ricostruzione genealogica delle famiglie che li hanno abitati, prendendolo per mano e accompagnandolo nella Storia. A guidarci l'esperienza della delegazione FAI di Portogruaro, partner d'eccellenza. Oltre a ciò, “L'Androne” catturerà l'attenzione del lettore grazie anche all'uso di nuove tecnologie multimediali che daranno mostra del nostro patrimonio sotto punti di vista nuovi e originali.

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Muniçipio più bel de mi a 'sto mondo, no ghe ne xe per arte e antichità! Considerème pur, da çima a fondo, sempre l'ocio contento aprovarà. Per esempio, vardè 'ste case in giro, le xe tute con linda o cornison, e le par cufae zo, sensa respiro, sensa un fià de toilette e de ambizion.

IL PALAZZO PER ECCELLENZA E non potevamo iniziare questa avventura editoriale evitando di parlare del palazzo per eccellenza, il luogo «simbolo» di Portogruaro, la vetrina della città: il municipio. La «casa dei portogruaresi» rappresenta, di fatto, il nucleo della città, dove si mescolano la politica, la cultura, gli affari ammini-

strativi; più in generale le linee guida sul presente e ancor più sul futuro di Portogruaro. L'edificio è in stile gotico e con muratura di mattoni in vista. La parte centrale della costruzione è la più antica. Si tratta della primitiva loggia, che risale con ogni probabilità al 1265. Se si osserva con attenzione la facciata del municipio, si notano le linee che segnano l'unione delle ali alla loggia e il diverso stile delle finestre: le due monofore centrali sono tipiche di un gotico più antico; le quattro delle ali esprimono invece un gotico posteriore con estradosso trilobato. La scala esterna, risalente al '400, ha elementi uguali a quelli che compongono l'aereo poggiolo del campanile della concattedrale di S. Andrea. Nel suo insieme, il palazzo ha subìto varie modifiche, sia esterne e sia interne, in date tuttavia oggi non più riscontrabili con piena certezza. Di sicuro, vi è che nel 1887, in fondo al pianoterra, sulla sinistra, si trovava ancora il carcere con sei celle, cui si accedeva attraverso un lungo corridoio. Nel '900 gli interventi di riqualificazione e ampliamento sono stati numerosi, ed è del 1927 la poesia della portogruarese Adelia Bon, che meglio d'altri ha descritto l'amore e il gusto per questo sempiterno orgoglio portogruarese:

Inveçe mi! Che slanzo in 'sta fassada! 'sti balconi, vardeli, i xe un bisù! La testa come un re go incoronada, e la scala, no invìtela a 'ndar su?

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Tuto go bel, credè! Fin i matoni stucai, come che va, a la capuçina, la campanela in alto e... i sie testoni, che la guardia me fa, sera e matina.


IN COPERTINA La Delegazione FAI di Portogruaro, attiva da oltre 20 anni sul territorio, porta avanti il suo cammino dedicato alla valorizzazione dell’ambiente e della cultura attraverso il “pensare globalmente, agendo localmente”; ciò trova concretezza nella realizzazione di eventi quali manifestazioni, presentazioni di libri, convivi enogastronomici e gite organizzati da volontari appassionati di tradizione e veri e propri “amanti del sapere”. In quest’ottica, la Delegazione del portogruarese è lieta di avviare una collaborazione con Portogruaro.Net partecipando ad un progetto che intende far conoscere e far riflettere in merito ai palazzi storici più importanti e rilevanti presenti nel mandamento. Afferma, a tal proposito, il Capo Delegazione Angelo Tabaro: "Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell'arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità: questa è la missione

UNA SPESA DI LUSSO Scavando nel profondo, si finisce al 1903. Più precisamente alla deliberazione n. 31 del 1° giugno. Di cosa si tratta? Questo il titolo della stessa: «Proposta d'acquisto di una macchina per scrivere ad uso degli uffici municipali». Nel corso del dibattimento il sindaco sottolinea come "in molti Uffici Municipali e in tutti quelli di una qualche importanza sono state adottate le macchine per scrivere che apportano immensi vantaggi..." La Giunta ne approva la linea, deliberando in favore dell'acquisto. Curioso, tuttavia, è l'intervento del consigliere Angelo Sguerzi, il quale si dichiara subito contrario "perchè si tratta di una spesa di lusso, che se può essere sostenuta dalle città più importanti, deve essere assolutamente bandita dai Comuni dell'importanza del nostro".

sta nel suo autore, tutt'oggi sconosciuto (o perlomeno non riconosciuto ufficialmente). "La mia prima idea di at-

del FAI - Fondo Ambiente Italiano. Per difendere un bene, però, è necessario conoscere il suo valore ed è con questo spirito che la Delegazione FAI di Portogruaro si impegna a promuovere nel territorio la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio attraverso azioni finalizzate a educare e sensibilizzare i cittadini e le amministrazioni perché vigilino e intervengano.” Continua Tabaro: “Tutto ciò è possibile se è attiva una forte capacità di comunicazione e Portogruaro.Net si è dimostrata, in questi anni, una realtà in grado di comunicare attraverso le forme classiche della rivista cartacea e soprattutto attraverso la rete.” La Delegazione FAI di Portogruaro è convinta che una solida collaborazione tra le realtà associazionistiche locali, le aziende, i Comuni e soprattutto i cittadini, possa portare ad una valida e qualitativa conoscenza del territorio; muoversi verso la stessa direzione è certamente la scelta migliore per promuovere un mandamento ricco di storia, arte e tradizioni da tramandare alle generazioni future, anche e soprattutto attraverso progetti come “L’Androne”.

tribuzione – dice Battiston – si riferiva a tale Giuseppe Zangiacomi milanese, pittore e organista in Portogruaro tra

IL CODICE DA PORTOGRUARO Ma le curiosità e le fascinazioni legate al palazzo municipale e alle storie che si intrecciano a questo non finiscono certamente qui. Ve n'è una di particolare attenzione. Spingendosi all'interno dell'ufficio del sindaco, infatti, ci si imbatte in un dipinto appeso alla parete dietro la scrivania. Questo raffigura la Madonna nell'atto di presentare al Bambino benedicente, assiso in una nuvola, la città di Portogruaro, puntualmente descritta nel registro più basso dove appaiono, sullo sfondo, il municipio merlato, il campanile e la chiesa e, in primo piano, gli edifici colonnati prospicienti la piazza principale della città. "Al centro – spiega lo storico Andrea Battiston – si alza un pennone alla cui estremità è posto un vessillo orizzontale con la scritta Sub tuum presidium, si tratta dell'incipit del più antico canto devozionale, che lascia intravedere la consuetudine da parte della comunità cristiana, e nel caso quella di Portogruaro, di rivolgersi direttamente alla Madonna invocando il suo aiuto nelle ore difficili". Tutto chiaro, dunque? Nient'affatto! L'aura di mistero che si cela dietro a questo dipinto

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gennaio/febbraio 2015

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il 1760 e il 1763, salariato proprio dal Comune e del quale si conosce ancor oggi ben poco". Il confronto stilistico tra l'ovale in questione e l'unico lavoro superstite del pittore milanese, la pala della Vergine con il Bambino, San Giovanni Battista e Sant'Antonio della chiesa di Villanova Sant'Antonio di Fossalta di Portogruaro, fa indurre a ritenere questa attribuzione azzardata. La buona sorte accompagna gli audaci e così, nell’archivio di Portogruaro, Battiston rinviene un prezioso documento in cui il «Cassiero il signor Pietro Zimolo» paga Giovanni Giacomo Carneo. "Gli elementi che emergono da questo documento – sottolinea Battiston –, la titolazione dell'opera, la descrizione dei materiali necessari per la sua realizzazione, la destinazione «da esporre nella sala di riunione», la datazione, che porta la realizzazione del manufatto a ridosso dell'analisi cronologica offerta nell'inventario delle opere d'arte, mi sono sembrati presupporti sufficienti per allontanare qualsiasi riferimento al citato Zangiacomi e per individuarne l'autore in Giovanni Giacomo Carneo". Giovanni Giacomo, figlio del più grande e assolutamente più importante Antonio, pittore concordiese da cui nasce in Cordovado nel 1660, inargenta le sei aquile dell'altare (oggi perdute) della Fraterna della Ceriola, segno del suo operare in Portogruaro. "Pare che di Giovanni Giacomo Carneo – conclude Battiston – non si conservi null'altro a Portogruaro, destino che lo accomuna al padre del quale pure, ad oggi, non vi è traccia di una qualche attività pittorica nella città del Lemene". S.G. |

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PRATICHIAMO IL FUTURO

gennaio/febbraio 2015

Una famiglia tra due mondi Arriva la crisi economica e Denis si ritrova di colpo a casa. Che fare? La storia di una famiglia convinta che un mondo diverso sia ancora possibile

«P

ratichiamo il Futuro» vuole essere un momento di stimolo e riflessione. Stiamo vivendo infatti un irripetibile momento di transizione, ed è troppo tardi – a mio avviso – per affrontarlo con pessimismo. Con questa nuova rubrica di Portogruaro.Net Magazine vogliamo poter offrire ai lettori la possibilità di immergersi in esperienze di vita alternative, in differenti modi di pensare e vedere la realtà che ci circonda. Da troppi decenni a questa parte siamo stati abituati a condurre vite sempre uguali a se stesse, omologate da un sistema che sembrava offrire gioia e benessere sempre crescenti, ma che stiamo comprendendo non poter funzionare e avere grosse lacune economiche, ambientali e sociali.

UN GIOVANE UOMO E LA SUA FAMIGLIA

Nell'alveo dei percorsi di cambiamento che metteremo in evidenza da qui in avanti, parliamo oggi di un giovane uomo e della sua famiglia. Denis è uno dei tanti figli del nostro territorio che in esso è nato, cresciuto e si è inserito. Dopo il percorso scolastico prende occupazione in alcune aziende dei dintorni. L'infanzia è trascorsa all'interno di una famiglia contadina, tra campi e bestiame, che però nel corso del tempo lasciano via via spazio alla modernità e al benessere. Ci sono state diverse svolte nella vita di Denis: la prima è la condivisione di intenti e passioni con sua moglie Anna. Per questa giovane coppia il rispetto per l'ambiente, la salubrità del cibo, la certezza della sua provenienza, e una certa sobrietà, sono sempre stati essenziali. La seconda è la nascita della loro prima figlia, Sara; i due neo-genitori si sono chiesti come poter aderire ai loro principi all'interno della traiettoria familiare sognata. Tra pesticidi e concimi chimici presenti in frutta e verdura, antibiotici e anabolizzanti che appestano le carni, Denis e Anna decidono di intraprendere un percorso di autosufficienza familiare. Viene in aiuto il fatto che l'abitazione di residenza sia quella dei nonni, in cui sono ancora conservate tutte le attrezzature appartenenti alla vecchia vita contadina della famiglia. Con tanta passione e buona volontà i due ripristinano l'orto e i recinti per il bestiame da tempo dismessi. Parallelamente c'è anche un percorso di auto-formazione. Libri, corsi, incontri dell'AIAB sono stati, e sono ancora, passaggi fondamentali nel miglioramento e nella comprensione della realtà, aiutati anche dalla formazione di Anna che si laurea in Scienze naturali con una successiva specializzazione in fitoterapia.

andando alla ricerca di terreni incolti per piantare le granaglie necessarie agli animali. “È stato importante – spiega – comprendere che per avere un buon risultato finale sia imprescindibile chiudere i cicli produttivi. Non si può pensare di allevare polli in casa per poi dare loro da mangiare le stesse farine che si usano negli allevamenti industriali, tanto varrebbe comprarli al supermercato”. Nell'ottica del ciclo chiuso si è spalancato un mondo enorme di conoscenza. Dalla generazione del letame con l'ausilio di capre e asini, al ciclo di gestione del fieno per alimentarli fatto in parchi esenti da coltivazioni, dalla cova casalinga alla scelta delle razze avicole più rustiche e a lento accrescimento. Il crescendo continuo e inesorabile di attività domestiche finisce per occupare interamente il tempo libero della famiglia: “Tra lavoro in azienda e a casa – ammette Denis – è iniziato a mancare il tempo sotto ai piedi”. A questo punto, strano a dirsi, viene in aiuto

la “crisi economica”, che colpisce anche l'azienda per cui Denis lavorava, permettendogli di avere più tempo libero da dedicare alla nascente Fattoria. Si riducono le ore di lavoro settimanale in azienda, che nel corso degli anni sono passate da quaranta a meno di venti, arrivando infine a zero con la chiusura dell'attività. Nel contempo si allarga l'allevamento degli avicoli e, avendo Denis il chiodo fisso della chiusura dei cicli produttivi, sviluppa e acquisisce attrezzature per poter creare sempre più prodotti in casa: farine, pane, pasta,...

TUTTO FACILE? NON PROPRIO

La famiglia in “transizione” protagonista di questa nostra storia è oggi arrivata ad approfondire le conoscenze delle farine

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Accade un po' per caso che, iniziando ad allevare degli avicoli, e parlando con amici e colleghi, Denis riscontri interesse per questi suoi animali ruspanti. Inizialmente capita che tenga qualche pollo in più del necessario. Di anno in anno c'è sempre maggior richiesta da parte di famiglie del territorio, le quali chiedono al giovane portogruarese di tener per loro alcuni polli. Cercando di seguire le direttive del biologico Denis ingrandisce i recinti,

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derivanti da vecchie varietà di cereali. Questo aspetto è per loro essenziale, in quanto allergie ed intolleranze alimentari presenti oggi sono sintomo inequivocabile del fatto che ciò che mangiamo non ha nulla di genuino e naturale. Pensiamo ad esempio alle uova, con quelle belle immagini sulle confezioni; galline libere e allevate in mezzo ai prati. Purtroppo la realtà è ben diversa, il 90% in Italia sono ancora allevate in gabbia, riempite di farmaci e coloranti per dare al tuorlo quel bel colore arancione, e anche per quelle a terra ammassate in capannoni la musica non cambia. Una lunga serie di attività accompagna le giornate di Denis. Queste vanno dall'auto-costruzione di attrezzatura, alla produzione di birra, prove in campo sia per la produzione di ortaggi sinergici, sia per il recupero delle varietà di sementi che stanno andando perdute. Questa esperienza non è certo priva di ostacoli. Una criticità sta nel fatto che espandendo le coltivazioni lontano dai confini di casa si verificano episodi di furto nei campi. “Dal punto di vista normativo – dice Denis – ci sono molte difficoltà, riguardanti ad esempio la trasformazione e il macello. Anche per piccole quantità si è spesso paragonati alla grande industria e quindi inseriti in quel circolo normativo e burocratico che tende a spegnere gli entusiasmi, visti i costi da sostenere e le pratiche da portare avanti”. Un ulteriore ostacolo nelle nostre zone è la cultura dell'agricoltura intensiva. Normalmente c'è poca disponibilità da parte dei terzisti a fare certi lavori particolari. Altro aspetto critico è il fatto che è quasi impossibile trovare soia italiana biologica per alimentare gli animali, in quanto alla vendita si presenta quasi tutta estera e OGM. Denis e famiglia cercano di alimentarsi con prodotti il più possibile salubri ed alcalini visto che, come indicano molti recenti studi, mangiando cibi con PH acido si vanno a favorire la maggior parte delle malattie che colpiscono la nostra società occidentale: diabete, tumore, malattie osteoarticolari, gastro-intestinali e degenerative. L'intero progetto si chiama «La Fattoria di Sara e Giulia», è portato avanti da questa giovane coppia piena di passione e con tanta voglia di divulgare le tematiche che stanno loro a cuore anche attraverso la pagina facebook intitolata come il loro progetto. “Il sogno – conclude Denis – è quello di poter fare di questa passione anche un’attività vera e propria che permetta di vivere dignitosamente con il reddito ricavato dai prodotti della fattoria”. L'idea per il futuro è quella di riuscire a rendere ancor più “fisica” «La Fattoria di Sara e Giulia» prendendo un rustico da ristrutturare per poter avviare tutte le produzioni a ciclo chiuso che interessano alla famiglia e poter fare anche attività divulgativa e didattica a tutte le persone interessate. Andrea Pavan |


STIAMO IN SALUTE © Francesco Fratto

gennaio/febbraio 2015

La risata, arma vincente contro il dolore

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C

lown o claun? Errore di battitura o sbaglio voluto? Due mittenti simili, due destinatari certamente diversi. Esteriormente identici – naso rosso, occhialoni, parrucche variopinte, vestiti stravaganti –, entrambi hanno l’ambito (e ardito) compito di far ridere le persone. Ma attenzione: clown si diventa, claun si scopre di esserlo. Il claun è colui che decide di dedicare parte del suo tempo e delle proprie energie agli altri. Per far sorridere gli altri. La risata. Sì, proprio la risata è il suo punto di forza, la terapia contro la tristezza, contro il dolore. Dura un istante ma il ricordo è indelebile. Occorre crederci affinché ciò avvenga, e io qualcuno che ci crede veramente l’ho trovato. La contatto per telefono. La voce al di là della cornetta è squillante, limpida. La tipica voce di chi sa intrattenere la gente. Lei è Barbara Ciaranfi, presidente della Federazione VIP ViviamoInPositivo Italia Onlus di cui fa parte VIP Venezia Onlus. L'associazione di volontari claun, nata nel 2003, ha sede a San Donà di Piave e opera nel Veneto Orientale, compreso il Portogruarese. “Noi claun VIP – dice Ciaranfi – siamo volontari del buon umore. Portare gioia nei luoghi dove c’è sofferenza è la nostra missione”.

importante. Per diventare claun a tutti gli effetti, i volontari devono seguire un corso di formazione acquisendo non solo tecniche di clowneria, ma anche l’abilità e l’arte di relazionarsi con persone sofferenti. Ogni claun ha un proprio nome e delle caratteristiche specifiche. Nulla è inventato. I claun non interpretano una parte, non si nascondono dietro al loro naso rosso e ai loro vestiti bizzarri; donano agli altri gli aspetti positivi della loro personalità e del loro carattere. I claun si avvicinano all’altro attraverso la fantasia, creando attorno a questo un ambiente colorato e gioioso che favorisce l’evasione dai pensieri. Uno spiraglio di luce nel buio della sofferenza.

UNA MISSIONE DI VITA “Viviamo in positivo è il nostro motto

© Francesco Fratto

I claun di VIP ViviamoInPositivo operano anche nel Portogruarese, regalando ai sofferenti un mondo magico pieno di sorrisi

– afferma convinta Barbara Ciaranfi –. E senza tanto esitare lo portiamo nelle strutture in cui la sofferenza fa da padrona, purtroppo”. Il servizio svolto regolarmente presso l’Ospedale Civile di San Donà di Piave e presso l’Ospedale "S. Tommaso dei Battuti” di Porto-

ESPERIENZE CHE SEGNANO Ogni esperienza lascia sempre qualcosa, in ciascuno di noi. Nel cuore di Barbara e degli altri volontari sono rimaste impresse due iniziative decisamente particolari. Anzitutto la missione nella cittadina di Criciuma, in Brasile. Magie, acrobazie, bans, decine di giochi hanno condito le giornate insieme ai bambini delle favelas. “Ti rendi conto di quante realtà povere ci sono nel mondo, e di quanto noi siamo lontani da esse – racconta Barbara Ciaranfi –. È fortissimo il bisogno di amore tra i bambini. Non per altro, si sono subito affezionati a noi claun. Alla mattina ci aspettavano scalpitanti, in attesa di qualche magia e acrobazia, che loro stessi poi sperimentavano”. Barbara ricorda poi il servizio di VIP offerto nelle tendopoli in Abruzzo dopo il terremoto del 2009. “Le persone sono state estremamente generose nei nostri confronti – spiega –, nonostante le difficoltà del momento non esitavano ad offrirti un caffè, come riconoscimento, come ringraziamento per la piccola parentesi felice e spensierata dedicatagli”.

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CHI È IL CLAUN VIP È una persona qualsiasi. Non c’è un target preciso. Non è necessario avere delle attitudini particolari. Sono tutti volontari che hanno scoperto di avere una certa predisposizione all’allegria, al riso, nello stare assieme ad altre persone. Però questo non basta. La formazione è

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gruaro ne sono un esempio lampante. “Il mondo magico dei claun – continua – permette ai pazienti ricoverati di vivere, anche se solo per pochi istanti, in un mondo fantastico, lasciando loro un bel ricordo che li farà sorridere anche in seguito”. I claun di certo non si fermano qui. Moltissime altre strutture sono state invase dai volontari con il naso rosso. “All’interno della struttura Casa Paterna, comunità residenziale per minori a San Donà di Piave – racconta –, abbiamo aiutato i ragazzi a capire i valori positivi della vita nonostante le difficoltà, valorizzando le loro capacità espressive attraverso l’insegnamento di tecniche circensi, che sono state poi presentate ad un pubblico di amici”. Le iniziative di VIP Venezia Onlus prevedono anche progetti di sensibilizzazione per avvicinare i giovani al volontariato nel territorio. Da anni, a tal proposito, il progetto Contatto entra nelle scuole attirando l’attenzione di moltissimi ragazzi, desiderosi di sperimentare cosa vuol dire dedicarsi all’altro gratuitamente.

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Anche il 2015 sarà all’insegna del naso rosso. I volontari di VIP Venezia Onlus hanno rinnovato gli appuntamenti di sensibilizzazione al volontariato, riproponendo il progetto Contatto nelle scuole, che si concluderà a marzo. Saranno presenti, poi, con uno stand, alla fiera Mottaflor di Motta di Livenza, il prossimo 29 marzo. Per quanto riguarda i progetti nelle strutture convenzionate è confermato il servizio in Casa Mozzetti a Vazzola (TV) e il progetto presso Il Piccolo Rifugio, comunità per sole donne con disabilità. Per coloro che volessero cimentarsi in questa fantastica esperienza vi è la possibilità di partecipare al corso di formazione organizzato da VIP Venezia Onlus dal 6 al 8 marzo 2015 a San Donà di Piave. Ritorna, infine, la Giornata Nazionale del Naso Rosso, giunta all'11ª edizione, prevista per il 17 maggio 2015 a San Donà di Piave. Chi volesse avere maggiori informazioni può rivolgersi al sito dell’associazione: www.vipveneziaonlus.org. Gloria Morettin |


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LA PAROLA A

gennaio/febbraio 2015

L’EQUIPE DEL PRIMARIO ORTOPEDICO DOTT. TURCHETTO PRESSO IL CENTRO MEDICO SANT’ANDREA Dal 1 Gennaio 2015 presso il Centro Medico Sant’Andrea saranno operativi alcuni medici ortopedici del gruppo del dott. Luigino Turchetto, Primario del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Portogruaro. In tal modo il Centro Medico Sant’Andrea si propone di incrementare il numero dei medici specialisti ortopedici che possano affiancare i fisioterapisti della struttura e collaborare con i medici fisiatri sempre presenti nel Centro. L’obiettivo del Centro Medico è quello di permettere ai pazienti di disporre all’interno della stessa struttura sia dei medici specialisti, ortopedici e fisiatri, sia dei fisioterapisti che lavorano pertanto insieme e in parallelo sui pazienti stessi, garantendo un’assistenza completa e costante. Il Centro Medico ha voluto inserire nello specifico medici ortopedici dell’ospedale di Portogruaro

perchè questi stessi fanno riferimento ad un Primario, Dott. Turchetto, e ad un’Equipe noti su tutto il territorio per la loro professionalità, serietà e l’alta qualità del loro operato. Il Centro Medico Sant’Andrea di Portogruaro come centro di fisioterapia e riabilitazione è costituito da ambulatori medici adibiti a visite mediche specialistiche, da ambulatori adibiti all’utilizzo di strumentazioni elettromedicali e da un ampio locale per terapie fisiche di gruppo. Presso il Centro è possibile eseguire cicli di terapie strumentali quali TECAR, LASER, ULTRASUONI, TENS, ELETTROSTIMOLAZIONE, IONOFORESI, PARAFFINOTERAPIA, cicli di terapie manuali quali rieducazione funzionale, drenaggio linfatico, mobilizzazione articolare, massoterapia e sono attivi corsi di ginnastica antalgica; è possibile inoltre eseguire visite mediche ortopediche e fisiatriche.

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LE ASSOCIAZIONI DALLA PARTE DELLE AZIENDE REGOLARI

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l fenomeno dell’abusivismo e quello della presenza di attività irregolari e “sconosciute” che quotidianamente operano nei nostri territori stanno assumendo, in questo periodo, dimensioni rilevanti, mettendo in forte difficoltà le imprese regolari attraverso un’azione di concorrenza sleale. Per arginare il problema, trovando soluzioni che tutelino con maggiore forza i nostri associati, Confartigianato Imprese del Veneto Orientale sta mettendo in campo una serie di azioni condivise con le altre associazioni di categoria di Portogruaro, le Forze dell'Ordine e i comuni del Portogruarese. A tal proposito sono stati sottoscritti due protocolli d'intesa con l'Amministrazione Comunale di Portogruaro e con quella di Concordia Sagittaria atti al contrasto del "lavoro nero". La scorsa estate, poi, l'azione di sensibilizzazione al fenomeno ha riguardato il litorale bibionese, in cui è stata lancia-

ta la campagna «Legal Summer 2014» in collaborazione con il Comune di San Michele al Tagliamento. «Il percorso che abbiamo intrapreso sul tema del contrasto all’abusivismo – spiega il presidente di Confartigianato Imprese del Veneto Orientale, Siro Martin – è iniziato ormai tre anni fa. Stiamo portando avanti questa battaglia perché sempre più spesso i nostri associati ci segnalano casi di abusivismo e di lavoro nero, chiedendoci di intervenire per arginare il fenomeno. Chiediamo pertanto un’ulteriore e significativa azione di vigilanza pubblica da parte delle Forze dell’Ordine per tutelare gli onesti e il lavoro artigiano». Ora è tempo di “fare squadra”, portando questo problema all’attenzione dell’opinione pubblica, incentivando una collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti.

www.coveor.it


LA PAROLA A

gennaio/febbraio 2015

«Natale premiato» Quasi una trentina gli esercizi commerciali del centro urbano di Portogruaro che hanno aderito alla Lotteria di Natale organizzata da NewProjects.it Udine con la collaborazione ed il patrocinio di Confcommercio PortogruaroBibione-Caorle e con il contributo di Bid On fashion, Concessionario Sina, Confartigianato Imprese Veneto Orientale, Venezi@Opportunità, nonchè la fattiva presenza della Coop. APE e della Fondazione Musicale S. Cecilia per il Villaggio di Natale nel Bosco degli Elfi. Consistenti nelle tre estrazioni i buoni spesa per complessivi 4.500 Euro e per un totale di ben 13 premiati. Nella 1° estrazione (5/12) il 1° premio è stato consegnato dall’esercente LA POSTERIA-Abbigliamento Donna; nella 2° estrazione (15/12) il 1° premio consegnato dall’esercente MACELLERIA DA ELIA; nella 3° estrazione (29/12) il 1° premio

consegnato dall’esercente M&C OTTICA SAS COASSIN. L’Albero di Natale, il Villaggio di Natale nel Bosco degli Elfi, il Natale Premiato, La Befana vien di notte...: un insieme di iniziative che hanno visto anche il patrocinio del Comune di Portogruaro e che hanno avuto notevoli consensi, creando un’ulteriore motivazione per visitare il centro storico della Città del Lemene e approfittare delle sue tante occasioni culturali ed offerte commerciali.

«Andamento consumi-acquisti nel portogruarese» Fonte Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle Dall’indagine che ha coinvolto un campione di 128 operatori del commercio ed anche del turismo balneare del Portogruarese (15% Settore Commercio Food; 30% Settore Commercio no Food; 55% Settore Pubblico Esercizio) confrontando il periodo Dicembre 2013-Dicembre 2014, traspare, pur in presenza ancora di percentuali negative, un moderato miglioramento rispetto al precedente periodo in tema di consumi-acquisti in quasi tutti i settori (ad esclusione del Commercio Food) con segnali di un buon clima di fiducia. -Settore Commercio Food: (-1,79%) (Dettaglio alimentare) scontrino medio (€ 14,39%); stima clienti non abituali (4,68%). -Settore Commercio no Food: (-2,22%) (Abbigliamento, Calzature e accessori; Gioielleria, Orologeria e Oreficeria; Prodotti di consumo e Articoli da regalo) scontrino medio (€ 71,08) ; stima clienti non abituali (10,99%). -Settore Pubblico Esercizio: (-2,73%) (Ristorante, Pizzeria, Bar, Pasticceria) scontrino medio (€ 16,49); stima clienti non abituali (7,76%). Portogruaro Borgo Sant’Agnese 93 Portogruaro T 0421 278311 93 Borgo Sant’Agnese T 0421 278311

Sull’onda del recupero del clima di fiducia, Manrico Pedrina - Presidente Confcommercio Portogruaro-BibioneCaorle si aspetta da parte delle istituzioni che governano il nostro Paese atti tangibili che siano di effettivo supporto al quotidiano impegno degli imprenditori, in modo che si possa trovare una stabile concretezza ai segnali di ripresa. Per Massimo Zanon - Presidente Confcommercio Veneto vanno potenziati, in particolar modo, gli interventi finalizzati al rilancio delle attività legate al turismo balneare e dell’entroterra. Inoltre, va trovata da parte degli operatori dei vari settori del commercio la giusta forza e determinazione per iniziare e continuare un dialogo con le nuove clientele, rappresentate dalle nuove generazioni, utilizzando mezzi di informazione, di comunicazione, di approccio tipici dei tempi moderni.

Bibione Corso del Sole 48 Bibione T 0431 1945150 Corso del Sole 48 T 0431 1945150

Un itinerario dei sapori lungo il Lemene finalizzato alla riscoperta delle tipicità enogastronomiche del territorio, fortemente ricco di storia, di tradizioni, di abitudini e comportamenti: un impegno che i bravi chef-ristoratori aderenti, coordinati da Gigi Zanco, propongono per il 7° anno consecutivo al sempre più crescente ed esigente popolo dei viandanti del gusto, il tutto abbinato ai pregiati vini del Lison-Pramaggiore. Il calendario prevede 13 serate con la presenza di ben 3 nuovi ristoratori. Si incomincia il 30 Gennaio Rist. The Banacher - Concordia Sag. Si prosegue 25 Febbraio Osteria alla Barchessa Portogruaro; 6 Marzo Osteria al Cacciatore - Concordia Sag.; 26 Marzo Rist. Da Fanio - Concordia Sag.; 21 Aprile Rist. Venezia - Portogruaro; 22 Maggio Rist. Tavernetta del Tocai - Pradipozzo di Portogruaro ; 10 Giugno Bistrot Altamarea - Concordia Sag.; 3 Luglio Rist. Skorpios - Bibione; 7 Settembre Rist. Sacco & Vanzetti Concordia Sag.; 25 Settembre Rist. Da Fanio - Concordia Sag.; 16 Ottobre Rist. Al Confin - Concordia Sag.; 11 Novembre Rist. Alla Scala - Concordia Sag.; 4 Dicembre Rist. Alla Botte - Portogruaro. L’iniziativa, diventata ormai un appuntamento tradizionale di questo nostro territorio, si deve alla Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle col sostegno economico di Venezi@Opportunità. A proposito di Ristolemene, è doveroso ricordare la ristoratrice-lady chef Alma Bortolussi Zanon del Ristorante Alla Botte, di recente scomparsa, che ha saputo testimoniare per oltre cinquant’anni - come è stato tra l’altro scritto da Francesco Antonich (Vicedirettore Confcommercio Unione Venezia) - «con una generosa vita il far da magnar con la provvidenza, insegnando dove davvero abitano le ricette, rappresentando una cucina materna, ancestrale, appresa dall’esperienza che viene da lontano ed anche dalla continua voglia di sperimentare », interpretando in tal modo il messaggio che Ristolemene porta avanti.

Caorle Via Del Leone 12 Caorle T 0421 8171212 Via Del Leone T 0421 81712

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Pagina a cura di Bruno Lena

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FUORISCENA

gennaio/febbraio 2015

Tifoso del Genoa e appassionato di astronomia L’attore Tullio Solenghi si racconta. L’amore per il teatro. L’esperienza (chiusa) del Trio. E quell’insana passione per la musica rinascimentale passione per il teatro.

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ulla scena interpreta in maniera magistrale la parte dell'invidioso Salieri, che cerca di annientare il genio di Mozart. Stiamo parlando di Tullio Solenghi, che ha portato in scena al Teatro Russolo di Portogruaro "Amadeus". Uno spettacolo che penetra nelle viscere di un tema universale: l'aspirazione alla fama e l'invidia, la gelosia che da questa nascono. Abbiamo incontrato l'attore genovese nella platea del teatro prima delle prove. A luci spente. Forse un modo per prepararsi allo spettacolo e per catapultarsi nell'atmosfera buia della tragedia. In Amadeus uno dei temi centrali è la musica. Un elemento presente anche ne "Le nozze di Figaro" e in "L'ultima radio" (2008) dove interpreta un deejay. C'è un interesse particolare che va al di là del teatro? Ho sempre avuto la passione per la musica, fin da adolescente. Da ragazzo ero appassionato di musica rinascimentale e barocca. Ricordo che mi chiudevo in camera ad ascoltare Francesco Landini e questa figura di essere un po' folle mi ha sempre circondato. Cosa l'ha fatta innamorare del palcoscenico? È stato un incontro abbastanza casuale. Un amico, che studiava lettere, appassionato di teatro ci proponeva i testi di Beckett e Ionesco per divertimento. Li leggevamo e recitavamo assieme. Mi sono appassionato e ho poi partecipato ad un bando per scuola di arte drammatica. Da lì è nato tutto. Ci racconta un episodio particolare che le è accaduto dietro le quinte? Beh, episodi strani sono all'ordine del giorno. Può capitare che qualcuno si dimentica una battuta. Un mio collega si è inventato un'uscita di scena, dicendo: "Vado un attimo a raggiungere mia moglie". E invece è andato a leggersi la battuta che si era dimenticato. Qual è l'emozione più grande in chi fa questo lavoro? Dopo tanti anni cosa la fa salire sul palcoscenico sempre con la stessa grinta? In questo lavoro è fondamentale l'incontro con il pubblico. È emozionante girare l'Italia e conoscere pubblici e persone diverse. Il barese e il triestino sembrano appartenere a due mondi completamente diversi, eppure li accomuna la

Ha mai pensato di allontanarsi dal mondo del teatro? No, da quando ho scelto questa strada non ho avuto tentennamenti. Oggi, più che mai, mi stupisco ancora che mi facciano fare delle stagioni sempre più fortunate. Ho 66 anni, ho una certa età devo dire. Credo che la forza di questo mestiere sia la passione, che fa sopperire a spostamenti e difficoltà logistiche. Cosa è cambiato in questi ultimi anni di teatro? Quello di oggi è un teatro più protagonista. Poi c'è la rete, chiunque naviga e può vedersi spettacoli su internet. Ma il rapporto con l'attore non lo sostituisce nessun mezzo telematico.

Nel 2008 si è ricostituito lo storico Trio Solenghi-Lopez-Marchesini. Cosa è cambiato dalla prima collaborazione, nata nel lontano 1982? È stata la celebrazione dei nostri venticinque anni, una grande festa televisiva, poi però ognuno è andato per la propria strada. Ed è tuttora così, per cui alla domanda se rivedremo il Trio, la risposta purtroppo è negativa. Nel 1995 ha scritto il libro "Uno e Trino" dedicato all'esperienza del Trio. Ha coltivato negli anni anche la passione per la scrittura oppure è rimasta legata a quel periodo della sua vita? Non mi considero uno scrittore e non voglio nemmeno fare il grande passo che molti fanno, spesso in maniera inopinata. Continuo ad essere un attore che

UN EVENTO ORGANIZZATO DA

A ME IMPORTA. Incontro pubblico sulla legalità. VENERDÌ 13 FEBBRAIO 2015 ore 20.30 PORTOGRUARO Sala Consiliare del Palazzo Municipale OSPITI DELLA SERATA

STEFANO PIEDIMONTE autore dei romanzi “L’assassino non sa scrivere” “Voglio solo ammazzarti” e “Nel nome dello Zio”

IVAN VADORI

regista del docufilm “La voce di Impastato”

INGRESSO LIBERO

in alcuni momenti ha voglia di fissare sulla carta riflessioni e pensieri. La vena parodistica che caratterizza molti degli spettacoli fa parte del suo carattere? Sì, sono assolutamente così. Nell'ottobre 2014 la sua città di Genova è stata flagellata dall'alluvione. In un'intervista ha dichiarato che "di fronte ad una disgrazia immane è difficile anche reagire". Quale pensa sia stata la reazione della popolazione? Penso che Genova, che è sempre stata soprannominata la superba, debba essere ribattezzata come l'orgogliosa. L'orgoglio del popolo genovese di rialzare ogni volta la testa e ricominciare da capo è una caratteristica in cui mi riconosco appieno. Abbiamo voluto andare in scena lo stesso a teatro per dare un segno di continuità, così come i negozianti hanno caparbiamente riaperto i loro negozi. Non dimentichiamoci, invece, delle responsabilità politiche che hanno causato la perdita di molte vite umane e ingenti danni. Queste responsabilità quasi mai vengono perseguite. Come vive il rapporto con la politica? Credo che sia fondamentale informarsi su ciò che accade. Fare il proprio dovere, avere la coscienza tranquilla e poter criticare le malefatte di chi ci governa senza problemi. Riassumerei così il senso della politica. Nel tempo libero coltiva qualche hobby particolare? Mi piacciono molto l'astronomia e la fisica dell'universo. Sono stato un grande seguace di Margherita Hack, che ebbi la fortuna di intervistare nella serata in cui a Genova le venne conferito il Grifo d'Oro. Qual è il suo rapporto con la natura? Adoro l'Italia perché è un paese ricco di bellezze. Quando giro in compagnia non mi va di rimanere passivo ad aspettare lo spettacolo serale. Spesso pungolo i miei colleghi e li spingo ad andare a visitare le bellezze che nel nostro paese si trovano a qualsiasi latitudine. Tra le passioni c’è anche lo sport? Sono appassionato di calcio. Sto vivendo un momento magico, perché la mia squadra occupa una buona posizione in classifica. Sono amico dell'allenatore Gasperini. Ogni tanto ci incontriamo: lui viene a vedere i miei spettacoli, io vado a vedere i suoi di "spettacoli". Ha mai vestito pantaloncini e maglietta? Assolutamente no. Sono quella che in gergo si definisce "pippa". Vito Digiorgio |


ROMANZO D'APPENDICE

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PRIMA PUNTATA

L'ombretta perfetta Uno dei romanzi d'appendice più famosi nella storia della letteratura è senza dubbi "I tre moschettieri" di Alexandre Dumas. Lo scrittore francese lo scrisse nel 1844, facendolo uscire a puntate sul giornale parigino Le Siècle. Detto anche feuilleton, il romanzo d'appendice altro non è che una storia a puntate, una sorta di telenovela su carta. Rivolto a un pubblico di massa, originariamente esso aveva uno scopo prevalentemente commerciale, utile a sostenere la vendita del giornale per più settimane. Nel mondo contemporaneo il romanzo d'appendice è stato per gran parte sostituito dapprima dalla radio, con la diffusione di radiodrammi, e in un secondo tempo dalla televisione, con il dilagare di soap opera e telenovele. Prendendo spunto dalle origini del feuilleton, a partire da questo primo numero dell'anno Portogruaro.Net Magazine presenta ai propri lettori "Romanzo d'appendice", la nuova rubrica curata dallo scrittore portogruarese Massimo Cuomo (www.massimocuomo.it). La storia a puntate, liberamente ispirata al romanzo "Piccola Osteria senza Parole" di Massimo Cuomo (gennaio 2014, Edizioni e/o), gioca a mescolare personaggi del libro con persone realmente esistenti o esistite nella nostra zona, creando una narrazione brillante e di forte attrazione. I testi sono impreziositi dalle tavole pittoriche – realizzate per l’occasione – a firma del maestro Gianni Marella. Buona lettura!

no nella zona provengono più o meno tutte dalle stesse cantine; e soprattutto lo sanno che si è gettato in questa avventura solo per l'amore silenzioso che nutre verso la barista. La scommessa nella scommessa è che non arriverà a fine giornata. Ma intanto Malattia ha già parcheggiato in Borgo Sant'Agnese, è entrato Al Cavallino. Dietro al bancone trova serio Gianfranco Giroldo, con un ghiacciolo alla menta fra le mani. Il proprietario della trattoria ha un debole per i gelati: per il fatto che da ragazzino, pur di comperarseli, era finito a rubare nei pollai, gli è rimasto addosso il nomignolo di Gaineta. E gli basta appena uno sguardo, a Gaineta, per intuire che l'altro viene dalla campagna, che ha una specie di missione e che non è tutto diritto. «Un bianchetto» dice Perini. Giroldo gli riempie il bicchiere fino all'orlo. L'altro lo raccoglie piano, lo porta al naso, ne annusa il profumo

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entre corre verso Portogruaro in sella al suo Califfone, a Francesco Perini il sospetto di avere un filo esagerato gli viene. Ma quando al bar i quattro fratelli Sorgon, all'ennesimo giro di bestia e di bianco, hanno messo in dubbio la qualità delle ombre della Gilda, proprio sotto lo sguardo e sotto le tette della Gilda, lui non ce l'ha fatta, non ce l'ha fatta proprio, a non ficcarsi in mezzo alla faccenda. «Scommetemo?» ha detto con tono abbastanza sicuro ad un certo punto. La scommessa ha a che fare con l'idea di girarsi una ad una le osterie più vecchie della zona, da Concordia a Teglio, per assaggiarle tutte, le ombre degli altri, dimostrare a quegli ignoranti dei Sorgon che l'ombretta della Gilda è per davvero la migliore, che è l'ombretta perfetta. Così stamane è partito di buon'ora con una penna biro e un foglietto in tasca che gli occorreranno, ha pensato, per annotare le valutazioni sul Tocai. Si concentrerà sui bianchi, ha pensato inoltre, più leggerini. Al bar i fratelli Sorgon se la stanno ridendo di gusto, perché lo sanno che Perini l'alcol lo regge a fatica, che regge a fatica tutto sin dall'infanzia, da quando lo hanno battezzato Malattia per quello stato di salute sempre incerto; lo sanno che le ombre che gira-

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come fosse una roba pregiata. «Sentori de fieno» annuncia. Lo ha sentito in una televendita notturna di cavatappi, gli sembrava che infilato qui ci stesse benone. Tira fuori carta e penna, prende nota. Poi fa un piccolo sorso, degusta il sapore a occhi chiusi, assegna al vino un voto segreto sul foglietto. A un tavolo bevono un paio di clienti fissi del locale: Anselmo Selmo Mazzon e Ferruccio Zanin, soprannominato l'Ingegnere perché è capo-officina in una ditta di costruzioni. Scrutano Francesco Perini da quando è entrato, in silenzio. “No te gavarà miga intension de lasarlo là?” domanda Giroldo indicando il bicchiere ancora mezzo pieno. Certi sacrilegi non sono concessi. Malattia capisce che è meglio non contraddire l'oste. La sua idea era di assaggiarle e basta, le ombrette, per non rischiare la sbornia, ma non sarà certo questo ostacolo a frenare la sua corsa per l'onore al bar della Gilda e per l'amore della Gilda. Con un sorso definitivo ingoia fino all'ultima goccia. Poi lascia i soldi sul bancone, esce. Il programma che si è dato prevede un altro paio di locali in città, A l'Ombra de la Tore e Ai Tre Scalini. Accende il motorino, riparte veloce. Appena Perini scompare all'orizzonte Selmo Mazzon si solleva in piedi, lungo e secco come un grissino. È uno che nella vita ha sempre avuto curiosità per le cose e questa lo ha incuriosito parecchio. Raccoglie dal tavolo la propria ombretta, la porta all'altezza dei baffi sottili. La annusa per la prima volta in vita sua, dopo migliaia di ombre bevute e basta. «De cos chel sa?» domanda l'Ingegnere Zanin al volo. «Me sembraria...» sussurra Mazzon. «De cossa?» lo incalza Zanin. «De vin!» conclude l'altro. Massimo Cuomo |


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BEAUTIFUL MIND

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Cervelli da startupper (che non dobbiamo farci scappare!) Sempre più spesso sentiamo parlare di start up. Il mito, anche imprenditoriale, della Silicon Valley tormenta chi riflette su innovazione e occupazione giovanile. Alcuni giovani portogruaresi hanno già dimostrato di non essere da meno dei loro coetanei californiani

UN LABORATORIO DI IDEE

ALLARGHIAMO LO SGUARDO Non solo i ragazzi e le ragazze dell’ITIS

“Leonardo da Vinci” di Portogruaro, però. Un altro giovane portogruarese, Filippo Defendi, si è distinto per aver progettato e realizzato un’App per smartphone e tablet in grado di indicare il percorso più agevole per le persone disabili. Filippo, che frequenta l’indirizzo specialistico in Informatica e telecomunicazioni all’Istituto tecnico “J.F. Kennedy” di Pordenone, ha visto premiata la sua idea. Un riconoscimento è arrivato da un concorso a Milano, un altro è arrivato dal Rotary Club di Pordenone che ha premiato Filippo nel concorso “Vinci un tutor” con un simbolico premio monetario e l’assistenza di un tutor che lo assista nella sua aspirazione di startupper. Il territorio portogruarese e il

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“Agli studenti più meritevoli diamo la possibilità di prendere parte alle iniziative promosse dall’Associazione Istruzione Tecnico Professionale 2012” ci ha riferito il professore che ha coordinato il giovane gruppo. L’Associazione, nata all’interno dell’Istituto portogruarese, si pone diverse finalità: favorire le relazioni dell'Istituto scolastico con il mondo produttivo, sociale ed economico attraverso una serie di contatti e di confronti per instaurare una collaborazione continua e costruttiva tra scuole e mondo del lavoro; divulgare i risultati ottenuti dagli studenti e soci in merito alle capacità, alla qualità dell'applicazione e delle competenze degli allievi ed ex allievi emerse nel corso degli studi, nonché alla loro partecipazione a progetti, concorsi, manifestazioni, e attività didattiche e lavorative; oltre a valorizzare la formazione tecnico-scientifica. L’esperienza di Elia, Dario e Davide non è stata l’unica soddisfazione. L’AITP 2012 con i suoi progetti ha contribuito a far vincere, nel 2012 a Zurigo, un altro gruppo di allievi. Sono risultati vincitori del premio UBS-Responsible Business Award nella categoria “Miglior Prodotto Innovativo” nell’ambito della manifestazione annuale continentale JA-YE Europe Trade Fair 2012, sponsorizzata dalle più importanti aziende mondiali e alla quale hanno partecipato 90 gruppi di 31 nazioni e 450 studenti. Molti altri progetti sono in fase di elaborazione. Uno su tutti è Free Food Gaia. Questa volta l’idea prevede un sistema informatico per collegare enti e utenti per la fornitura di una social card-bancomat alimen-

tare. Parte integrante di questo sistema è il sito web Free Food Gaia, dedicato allo scambio di informazioni tra i vari attori coinvolti, in particolare tra gli assistiti e i rivenditori al dettaglio di generi alimentari. Nessuna porta, però, si spalanca davanti ai giovani inventori. “Scopo dell’associazione AITP 2012 è anche quella di favorire l’inserimento dei giovani diplomati nel mercato del lavoro e nelle aziende che ci richiedono i nostri migliori talenti” ci ha riferito il professore. Un collante, quello tra scuola e aziende, che ancora sembra mancare. Un filo diretto che non c’è e dovrebbe esserci.

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i chiama Google Science Fair. È una competizione scientifica online aperta a studenti tra i 13 e i 18 anni provenienti da tutto il mondo. Nel 2013 tre giovani studenti dell’ITIS “Leonardo da Vinci” di Portogruaro hanno superato le difficili selezioni che hanno visto la partecipazione di concorrenti da tutto il mondo. Elia Frate, Dario Fagotto e Davide De Bortoli mossi dalla scarsità di risorse presenti nel laboratorio della loro scuola hanno presentato un progetto per la realizzazione di uno strumento che misurasse l’attrito di un corpo. È stata realizzata una struttura formata da un piano mobile, con una guida in cui far scorrere una sfera o un altro oggetto. Insieme è stato anche elaborato un software in grado di gestire il piano. Ingegno, utilità e necessità hanno permesso di realizzare una struttura utile e a costi esigui. Simili opportunità e progetti sono resi possibili anche grazie ad un’importante iniziativa sorta all’interno dell’Istituto portogruarese: l’Associazione Istruzione Tecnico Professionale 2012 (AITP2012), presieduta dal professor Alvise Innocente.

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Veneto sembrano credere e investire in questo settore e i risultati non sembrano tardare ad arrivare. Il tema dell’imprenditoria innovativa e giovanile pare giocare un ruolo sempre più importante nel tessuto portogruarese come ha constatato anche il Rotary Club di Portogruaro che in collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo S.Biagio hanno bandito un’iniziativa a sostegno di progetti tecnologicamente innovativi proposti da giovani. Nella nostra Regione, non solo Portogruaro si sta distinguendo in questo percorso di crescita dell’innovazione tecnologica.

APP, ECONOMIA ED ETICA La crisi economica sembra aver influito anche sulle scelte progettuali dei giovani nerd: ricordate Remy il celebre topolino che, nel lungometraggio animato firmato Pixar, reinterpretava la Ratatouille, il tradizionale piatto provenzale a base di verdure stufate, rendendolo una prelibatezza degna dei migliori riconoscimenti gastronomici? Altri quattro giovani veneti, Giorgia, Matteo, Luca ed Elena, devono essersi ispirati al cartone animato e all’imminente e discusso Expo che avrà per tema l’alimentazione e al dato che ogni anno in Italia si gettano nei rifiuti 76 kg di cibo a testa, per creare un’App per smartphone che contrasti lo spreco di cibo. Il nome dell’applicazione, manco a dirlo, è “Ratatouille”. Disponibile dal 6 maggio scorso su Apple store, permette agli utenti di condividere online il cibo da scambiare, o vendere, con gli altri partecipanti del network. Ridurre lo spreco di cibo che ogni giorno si consuma nelle nostre case è quanto mai fondamentale. Eticamente ma anche economicamente. All’interno dell'incubatore di idee H-Farm, i quattro ragazzi in un mese hanno realizzato un frigo virtuale del quale è possibile indicare i prodotti in eccesso che si vogliono donare. Passioni per la tecnologia e impegno civile. Queste sono spesso le precondizioni che portano i giovani ad applicare la tecnologia. Come nel caso di Tommaso Squizzato, di Castelfranco Veneto, che ha avuto l’idea di progettare un’applicazione per smartphone, che permette di ottenere subito, in caso di emergenza, informazioni su come fare un massaggio cardiaco. Tommaso oltre ad essere uno studente, fa il volontario nella Croce Rossa. Scienza e tecnologia al servizio di tutti noi. Andrea Rubin |


L'ACQUOLINA IN BOCCA

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Il giorno dea renga Un pesce che nel Veneto Orientale, e in particolare a Concordia Sagittaria, sa regalare piatti sopraffini. Ai tempi degli antichi Romani i soldati la ricevevano addirittura come “stipendium”

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l mercoledì delle Ceneri è consuetudine religiosa digiunare mangiando di magro, rispettando un’antica regola della chiesa cattolica che una volta imponeva ai fedeli cristiani di astenersi dal mangiare cibi grassi nel periodo della quaresima che va dalla fine del carnevale fino alla Pasqua, a memoria dei quaranta giorni in cui digiunò Gesù. Cibi grassi come la carne, pure costosa, i latticini ed il rosso d’uovo erano sostituiti dai cibi magri come il pane, polenta, minestre con pasta e cereali, verdure ed erbe selvatiche, pesce fresco e conservato rispettando in tal senso la regola del digiuno. C’è stato un periodo in cui la Chiesa aveva proibito ai macellai di vendere carne (salvo il sabato dopo il vespro), e durante il regno di Carlo Magno coloro che non rispettavano il periodo di magro erano puniti addirittura con la pena di morte. Per secoli e secoli, l’emblema della quaresima per la povera gente è stato rappresentato da uno dei pesci più umili: l’aringa, molto economica, secca, stringata ma dall’odore e sapore molto forti, cotta con strutto di maiale su una padella sopra un braciere o la piastra della cucina a legna. Nei bui anni della miseria e della grande guerra l’aringa era il companatico quotidiano delle povere famiglie della nostra campagna: appesa penzoloni con un lungo filo ad una trave della cucina, ad altezza d’uomo e al centro della tavola, sfregata sopra un pezzo di pane o un boccone di polenta per dar loro sapore, fino a consumarsi dopo qualche giorno. Ricordava mia nonna, morta quasi centenaria una trentina d’anni or sono, che era più il suo profumo a riempirti lo stomaco che la sua quantità. Eppure questo pesce plebeo, lungo circa 30 cm che cresce in banchi nelle fredde acque dell’Atlantico settentrionale e nell’Oceano Artico, intorno al ‘500 e per alcuni secoli ancora, era cibo pregiato e ricercato e commercializzato, specie dai paesi facenti parte della Lega Anseatica, poiché andava a sostituire la carne e i prodotti dall’agricoltura, i quali erano insufficienti a sfamare le popolazioni. Le aringhe pescate erano essiccate e conservate sotto sale dentro i barili, e dai paesi del nord Europa giunsero anche a Venezia, la quale ne fece uno dei suoi commerci più preziosi al pari del baccalà. Pensate che l’aringa è stata anche importante merce di scambio ed in alcuni casi considerata addirittura una sorte di moneta. Nel corso del tempo poi la conservazione dell’aringa a lungo termine è stata perfezionata attraverso metodi tuttora praticati con rigore, l’essiccazione, la salagione, l’affumicatura e la marinatura. Al giorno d’oggi, in cui siamo sovrastati da una cultura globale, anche precetti religiosi e

ogni forma di restrizione sono state cancellate; rimangono invece alcune ricette nate nella quaresima, a base di legumi, di erbe, verdure e di pesce che sono diventate delle preparazioni tradizionali di innegabile bontà, tanto da affermare che l’arte dell’arrangiarsi ha prevalso sulle privazioni imposte dall’alto. Nella nostra tradizione è rimasto “il giorno della renga” che si celebra, come detto, il mercoledì delle “Ceneri”, non tanto come regola religiosa quanto come appuntamento folcloristico-gastronomico e storico, e a tavola si fa spazio ai piatti di magro in cui eccellono i bigoli in salsa, il baccalà e la renga. Espressione massima di questa tradizione la si incontra a

Concordia Sagittaria che in tale giorno è invasa da estimatori culinari che riempiono bar, trattorie, ristoranti del centro per degustare cibi che dietro di se conservano una lunga storia che coinvolge l’antica cittadina romanica tanto sotto l’aspetto sociale ed economico quanto religioso. Ma da dove nasce questa tradizione e come mai a Concordia? È certo che il consumo della “renga” a Concordia ha radici molto antiche. Si sa che i soldati romani godevano di uno “stipendium” , composto da una paga in moneta e da una “in natura”, la quale molto spesso si traduceva sotto forma di aringhe e pesce secco. Gli stessi soldati romani, nel momento del loro congedo,

a Nuortvura Ape

ottenevano il diritto ad un premio in terre nelle loro colonie ed una sorta di liquidazione in alimenti durevoli. È certo quindi che molti di loro si sono fermati a vivere con le famiglie nell’antica Julia Concordia, costruita proprio per sistemare i veterani dell’esercito e creare un avamposto difensivo nord orientale, portando con se gli approvvigionamenti delle aringhe, cibo prediletto come pietanza ma anche prodotto da commerciare e barattare. Nel tardo medioevo, epoca in cui i digiuni prescritti dalla Chiesa dovevano essere strettamente osservati, le Curie espletavano ricche attività finanziarie e commerciali, assicurando grandi approvvigionamenti di aringhe e pesce secco. È credibile che anche la Curia di Concordia abbia espletato questa forma di attività, tralasciando il commercio del baccalà riservato alla ricca Venezia, e puntando sulla più povera ma ricercata aringa. Così è che nel giorno delle Ceneri, da tantissimi anni ormai, Concordia rinnova il rito della “renga” in tavola, che diventa regina della memoria, accompagnata da tanti altri gustosi piatti di magro che cuochi sopraffini sanno magistralmente interpretare, forse come nessun altro nella Venezia Orientale. Leandro Costa |

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RICETTA La Renga concordiese (ricetta della Confraternita dea renga di Concordia Sagittaria) Sobollire l’aringa per 3-4 minuti; da calda, spellarla, levarle testa e coda, asciugarla e aprirla delicatamente lungo il dorso per mantenere intatti i filoni delle uova (molto pregiati). Riporre in un vassoio i filetti ricavati e coprirli con olio di semi, aromatizzandoli con grani di pepe nero e spezie, oppure con cipolla e prezzemolo tritati. Servire adagiando i filetti sopra una fettina di pane caldo o polenta abbrustolita.


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INTERVALLO

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Auguri di Buon Anno a tutti, fuorché a...

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d eccoci ai tradizionali auguri di Buon Anno. Tanti auguri al solito personaggio istruito, erudito, colto ma decisamente idiota che ha creato una nuova voce nel lessico italiano, le “utenze deboli”, cui pare appartengano i ciclisti e i pedoni. Ciclista e pedone son diventati termini obsoleti. Qui a Porto abbiamo poi una sottospecie di ciclista che potrebbe invece far parte delle utenze pericolose: il ciclista dei portici. Se ne parla da anni, tanti anni, ma non si è mai saputo che uno di questi utenti pericolosi sia stato fermato e sanzionato come si deve. A volte viaggia, indisturbato, anche in comitiva: padre, madre e due o tre marmocchi, uno sulla bici di papà, un altro su quella di mammà, il terzo sulla sua biciclettina. Prima o poi succederà che una persona, uscendo tranquillamente da casa propria o da un negozio, venga investita, cada, batta la testa contro lo spigolo di una colonna, con conseguenze immaginabili... E poi l’imbecille di turno spiegherà l’accaduto con l’immancabile giustificazione: una tragica fatalità. Auguri pure a costui. Auguri anche all’elegantissimo Bruno Benelli, l’esperto del Tg5 che ogni tanto ci intrattiene sui problemi che affliggono i pensionati e gli aspiranti alla pensione. Esperto di pensioni sì, ma soprattutto specialista impareggiabile di cravatte: le sue sono scoppiettanti colpi di pennello sullo schermo, atte a rallegrar il cuore dei poveri quiescenti. Da un gentile lettore ricevo una nota riguardante i costi derivanti al commerciante o artigiano, quando il pagamento viene effettuato dal cliente attraverso il circuito bancomat. Per incentivarne l’utilizzo – solo per importi inferiori ai 30 euro – il governo ha deciso di rimborsare direttamente nel conto dell’esercente, ai primi del mese successivo, “parte” delle spese incontrate nell’incassare. Queste spese sono dovute all’affitto o acquisto della macchinetta o ad un canone, poi c’è il costo della telefonata – linea preferenziale sul 199 – ed infine la commissione che viene praticata sul transato che può variare dal 1 al 3 o 4%, a seconda dell’accordo con la banca. Ebbene, il rimborso è calcolato sul 1%, che corrisponde all’incirca a meno di metà dei costi reali (tutto aiuta!), ma il 1% è calcolato solo sulla commissione dell’operazione e non sull’intero importo, cosicché si parla di millesimi ed infatti nel caso del lettore il rimborso è stato di addirittura 1 centesimo. Un incentivo la leccarsi le... orecchie, direbbe Ezio

Anca st'ano el mato el fa i auguri de Bon Ano a tuti. Ma no se capisse mai s'el schersa o s'el fa sul serio...

Preghemo el Signor...

Ti intanto prega. A mi me basta saver chi xe sto ano el “fuorché”. Son proprio curiosa...

& Luigi, la quale, minacciata nel lontano 1992 non si sa da chi, da allora — e son passati ben 23 anni — è sorvegliata e protetta costantemente da una scorta, pur essendo lei priva di ruoli ufficiali, in ogni uscita pubblica e privata. Non solo: anche la sua residenza romana è oggetto di attenzione da parte delle volanti che pattugliano la zona. Ripeto: le paghiamo una scorta armata da 23 anni. Grande scalpore ha suscitato nella trasmissione TU SI QUE VALES l’esibizione di un certo Gianfranco Dresti Caruso che, davanti a fior di personaggi quali Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi, affiancati dal giudice popolare Mara Venier, ha sollevato un carico di 70 chili appeso ai propri testicoli. Il Caruso ha poi chiarito che in ogni uomo, “i genitali sono collegati alla mente in sinergia perfetta”; Vuoi vedere che, dando del coglione a uno, si rischia di fargli credere di essere un genio? Tanti auguri anche a lui, al coglione. Pardon, al Caruso.

Greggio. Però, quando si tratta di incentivare il magna magna, i nostri politici utilizzano cifre e percentuali ben diverse. E dunque Buon Anno perfino a loro.

definisce il famoso Kalashnikov un’arma “pesante”, neanche fosse un pezzo d’artiglieria. Auguri dunque financo a lui, a Susanna e ad Ilaria.

Auguri al giornalista di lungo corso Aldo Maria Valli, che in occasione della telecronaca da piazza San Pietro a Capodanno, commenta il grandioso spettacolo offerto dalla moltitudine di fedeli riunitisi per ricevere da Francesco parole augurali e soprattutto la benedizione papale. Nella conclusione, il giornalista descrive la campana di cui si sentono i rintocchi e si vedono le immagini dal colle di Miravalle: “Questa che vedete è Maria Dolens, la famosa Campana di Rovereto, fusa con il piombo dei cannoni della Grande Guerra...”. Aldo Maria, magari i cannoni della Grande Guerra – e di tutte le guerre – fossero stati di piombo! Magari! Ogni cannonata avrebbe fatto “poff” invece di “boom”. Una campana di piombo... Ma che suono darà mai una campana di piombo?

Qualche anno fa, in questa stessa rubrica, raccontavo di un mio carissimo amico: “Un mio vecchio amico – oggi magistrato in quel di Treviso, in odore di collocamento a riposo – fin dalla tenera età di cinque anni, ad ogni proprio compleanno manda un biglietto a sua madre, complimentandosi con lei per avere generato un siffatto figlio.”. Ora le cose sono un po’ mutate: ha cambiato moglie, s’è ritirato in pensione, e sostiene da qualche tempo una feroce battaglia con il suo fortissimo ego che tenta di tralignare in nos. Perduto il confronto, ha rischiato di precipitare in quelle forme di depressione di cui non si conosce mai la portata né la durata. Ma se l’è cavata ancora concretizzando un’idea che definire geniale sarebbe davvero riduttivo: ha fatto installare in casa un impianto sofisticatissimo, il quale si mette in moto non solo ogni volta che lui entra in una stanza, ma anche quando tira la catena dello sciacquone in bagno: un applauso degno della Fenice, applauso che si placa solo dopo che lui, inchinandosi, proferisce le parole magiche: “Grazie, cari. Basta così.”. Gianni, tantissimi auguri anche a te. Anzi, scusa: soprattutto a te.

Restiamo sui giornalisti: ennesimo strafalcione linguistico della giornalista del TG5 Susanna Galeazzi, figlia del grande – e grosso – Giampiero Bisteccone, secondo la quale la capitale dell’Uruguay è Montevìdeo e non Montevidèo; intanto Ilaria D’Amico, da Sky Sport, sostiene che Luca Marchegiani, non essendo riuscito a sdoppiarsi, non si è dimostrato capace di essere uno e trino, mentre Antonio Di Bella, da par suo,

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Tanti auguri anche a Marianna Scalfaro, figlia del defunto presidente Oscar

Dunque, auguri di Buon Anno a tutti, a tutti... fuorché a coloro – sindaco di Portogruaro, soprintendente ai Beni ambientali di Venezia, architetti, esperti, soloni e chiacchieroni vari – i quali, pur di non ammettere un paio di elementari errori scappati nella copiatura di una scritta latina, han tirato su senza alcun pudore e con disarmante sciatteria, lo splendido Arco del Fondaco, fregandosene di indicazioni, consigli, suggerimenti giunti da più parti e dettati dal comune buon senso, consegnando quindi allo scherno dei portogruaresi e dei visitatori foresti uno dei più celebrati simboli della realtà cittadina nel periodo rinascimentale. Ricordando l’epigrafe posta da sconosciuti, tanti anni fa, sulla “tomba” installata dal Comune all’inizio di via San Giovanni, propongo di piazzare sotto l’arco questa frugalissima lapide:

Luciano Guareschi | guareschi@email.it


GIOCHERELLANDO 1

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I P A F A M O S O N O U B P F P

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E R N U G I T L M F R S N N M S

R I G L R S M G I E A O R T E M

N P I P F A O O S L G A T R I C

A A A O M N N M S I E L V T Q O

ORIZZONTALI 1. Un nome di Coppola regista de “Il padrino” - 7. Assalto di cavalleria - 12. La Città Eterna - 13. Animale simile al cervo - 15. Baronetto inglese - 16. Io in latino - 17. Fece coppia con Garfunkel - 19. Iniziali di Toscanini - 20. Nord-Est - 21. Fine, intento - 22. Best Available Technology - 24. Il personaggio nella foto - 29. Combatte nella corrida - 31. Cassetta elettorale - 32. Donna con la tonaca - 33. Tipiche vie di Barcellona - 34. Il Padre di Pietrelcina - 36. Le “model” più pagate - 37. Il personaggio nella foto - 38. Il risultato a reti inviolate - 39. In nessun caso - 41. Una bottega con il forno - 43. La Greta tra le dive - 45. Il guascone di Tarascona - 47. Si nutre di mobili - 48. Sala da tè - 49. Il River che collega New York a Long Island

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I Z E I C N A A R E Z U A O A T

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A E A O O L O C C I P O D E O M

L R T R L A R G O C E R G U V I

E O B T P E R S O N A G G I O N

M I L I O N E R I R E F I R U E

L F E R O N I M M L O O C I N U

CRUCIVERBA

Nella foto, professore passato alla storia per le sue rime pungenti e sarcastiche su fatti e vicende portogruaresi di fine 1800. Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate.

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VERTICALI 1. Fermano l’auto - 2. La Ginger che faceva coppia con Fred Astaire - 3. Articolo da pesca - 4. Stanno in fondo alla cantina - 5. La lingua parlata - 6. Enza, popolare presentatrice televisiva - 7. Un network Usa - 8. Aosta - 9. Iniziali di Svevo - 10. Controspionaggio americano - 11. Colpisce le articolazioni - 14. Cento in lettere - 17. Superficie laterale di un terreno in pendenza - 18. Le scelleratezze dei popoli incivili - 21. Imbarcazione sportiva a vela - 22. Un... cannoniere del calcio - 23. Mollusco bivalve come la vongola - 24. Colosso chimico statunitense - 25. Al Serio è un aeroporto - 26. Il punto opposto a SSE - 27. Confini della Germania - 28. Fallo del tennista - 29. Il telegrafo... della foresta - 30. Baia riparata - 33. Roditore, topo - 35. Torre costiera - 37. Il peggior voto - 39. Quel di denti è atroce - 40. Il cuore di Annibale - 42. Numerical Analysis Research - 43. Grosseto - 44. La carota meno cara - 46. Commissario Tecnico LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

CRUCIPUZZLE

Cos’è “Opus signinum” che dà il nome al Parco dei Signini di Concordia Sagittaria? Cerca nello schema le parole elencate. Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

APRIRE BUONO CAPIRE CENTRO COLPO FAMOSO FELICE FIORE FIUME GRECO GRIGIO INTERNAZIONALE LARGO LEGARE LEGGERE LIBRO LUOGO MAGGIO

MANGIARE MEGLIO METRO MILIONE MINORE MOGLIE NOTTE NUOVO PAURA PERSONAGGIO PIANO PICCOLO PIENO PORRE PRATO PRIMO PRINCIPIO PROSSIMO

QUADRO RICCO RICORDARE RIFERIRE SACRO SERVIZIO SFORZO STANCO TEATRO TERMINE TRENO TUTTO UDIRE UNICO VECCHIO VICINO VOGLIA

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