Portogruaro.Net Magazine

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MAGAZINE Leggiamoci su Alla scoperta della poesia e dei poeti del Veneto Orientale

GENNAIO

FEBBRAIO

2017

Fuoriscena

L’acquolina in bocca

Intervista al grande comico Renato Pozzetto

Il Carnevale della tradizione e la zuppa portogruarese

In copertina

DA 10 ANNI NELLE VOSTRE CASE

Portogruaro.Net Magazine conclude i festeggiamenti per il decennale (2006-2016) ripercorrendo le tappe principali che hanno fatto la storia del “giornale dei portogruaresi”

Stampato in 11.000 copie e distribuito gratuitamente casa per casa a Portogruaro e frazioni

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L’editoriale di Giulio Serra

MAGAZINE

APPUNTIAMOCI UNA STELLETTA AL PETTO IN FATTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA IL NOSTRO COMPRENSORIO È TRA I MIGLIORI A LIVELLO PROVINCIALE E REGIONALE. APRIAMO IL 2017 CON UN SORRISO

A

braham Lincoln sosteneva che “possiamo lamentarci perché i cespugli di rose hanno le spine, oppure, al contrario, gioire perché i cespugli spinosi hanno le rose”. Le parole del sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America sono un prezioso assist per inaugurare il nuovo anno (l’undicesimo di Portogruaro.Net Magazine) aprendo il sipario con il sorriso evidenziato sul volto. La nota di positività arriva infatti dai dati riferiti al 2015 (dati raccolti nell’incontro tenutosi lo scorso 15 novembre 2016 presso la Sala Caminetto della Villa Comunale di Portogruaro) che giungono in ambito “rifiuti” e che riguardano il nostro Veneto Orientale. Negli undici comuni del Portogruarese la percentuale di raccolta differenziata è oggi al 63,5%, di poco più alta rispetto alla media provinciale. Dal 2001 al 2015 la crescita è stata esponenziale e costante, con una differenziata al 20%, circa, nel 2001 fino, per l’appunto, al 63,5% di due anni fa. Questo enorme balzo in avanti dimostra sostanzialmente due cose: la prima è che il servizio è notevolmente migliorato, sia dal punto di vista operativo e sia da quello comunicativo, e la seconda guarda direttamente alla cittadinanza del Portogruarese: più attenta al riciclo, all’ambiente in generale e alla differenziazione del rifiuto nel dettaglio. Di lavoro sul campo, ovviamente, ne rimane ancora parecchio da fare. I rifiuti indifferenziati e abbandonati lungo le strade sono all’ordine del giorno e i sacchi verdi del secco riempiti di qualsivoglia tipologia di rifiuto sono la testimonianza più evidente che non è ancora tempo di abbassare la guardia.

Più differenzi e più risparmi Ma fare la differenziata nella raccolta dei rifiuti non è soltanto una questione di ecologia o di rispetto delle regole. È, anzi, prima di tutto, una questione economica. Le aziende incaricate della raccolta e smaltimento dei rifiuti, in accordo con le varie Amministrazioni comunali interessate, redigono infatti il PEF - Piano Economico Finanziario (preventivo e consuntivo), uno strumento fondamentale per evidenziare i costi delle varie componenti del servizio di raccolta, smaltimento e igiene urbana sul territorio, e capace, ancor più, di ricavare l’importo per la tariffa che sarà poi corrisposta dai cittadini e dalle imprese. E guardando proprio a quest’ultimo dato, è evidente come negli ultimi anni all’aumento della differenziata sia corrisposto un abbassamento dei costi sostenuti negli undici comuni del nostro Veneto Orientale.

I nostri comuni Secondo i dati che ci arrivano dalla Regione Veneto, nel 2014 i rifiuti pro-capite prodotti nell’arco dei dodici mesi sono stati 455 Kg. A livello provinciale sono stati 564 Kg. L’obiettivo per il 2020 è di portarli ai 420 Kg. In percentuale, poi, a livello regionale nel 2014 la raccolta differenziata è stata del 65,3%, mentre quella provinciale è stata del 58,7%. L’obiettivo per il 2020 è del 76,0%. Ma avvicinando lo sguardo ai Comuni del nostro comprensorio, rispetto alle medie sopracitate, noi siamo messi meglio o peggio? È presto detto! Vediamone alcuni (fonte: www.ricicloni.it). Classifica 2015: Annone Veneto 78,6% RD (Raccolta Differenziata), in miglioramento di due punti rispetto al 2014; Cinto Caomaggiore 81,4% RD, tra i

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GENNAIO FEBBRAIO 2017

migliori a livello provinciale; Concordia Sagittaria 76,5% RD, in media con gli ultimi cinque anni; San Stino di Livenza 78,2% RD, anch’esso in media con la tendenza dal 2012 in avanti; Portogruaro 74,9% RD, in leggera diminuzione rispetto al 2014. Come si evince dai dati, è evidente quanto il nostro territorio abbia a cuore la differenziata e quanto sia importante il lavoro fatto (e da continuare a farsi) a livello di servizio e di comunicazione. Perché, in fin dei conti, una maggiore percentuale di raccolta differenziata porta guadagni al territorio in termini di salute e alle nostre tasche in termini di soldi risparmiati. Un bel modo, insomma, per sorridere e per inauguare al meglio questo nuovo anno; che sia portatore di altre belle notizie a cui dar risalto e sostanza.

Sommario Editoriale Buoni risultati sulla raccolta differenziata

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In copertina 10 anni di Portogruaro.Net Magazine

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Stiamo in salute Problemi gengivali

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Leggiamoci su La poesia a Portogruaro

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La parola a Asilo Coccinella 8 Poliambulatorio Odontoiatrico 8 Fuoriscena Intervista a Renato Pozzetto 10 Oltre confine La via dei mulini

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Pratichiamo Una città di alberi

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Ritorno al futuro Il QR Code nei nostri smartphone

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L’acquolina in bocca Il Carnevale della tradizione 14 Giocherellando Cruciverba e crucipuzzle

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Portogruaro.Net Magazine

E DISINFEZION INCROCIATA

DISINFEZIONE SANIFICAZIONE E RISCHIO AREE A MEDIO

DISINFEZIONE: processo chimico o fisico che si propone di abbassare a livelli di sicurezza il numero di microrganismi patogeni presenti su superfici e oggetti inanimati, ad eccezione delle spore batteriche. DETERSIONE: procedura meccanica atta ad allontanare un’elevata percentuale di microrganismi e di materiale organico. È preliminare a disinfezione e a sterilizzazione. SANIFICAZIONE: a differenza della decontaminazione, è una procedura finalizzata a rimuovere lo sporco (materiale indesiderabile) accumulatosi sull’oggetto o sulla superficie ambientale da trattare, mediante l’azione di detergenti e l’azione meccanica (sfregamento manuale). STERILIZZAZIONE: è la completa eliminazione o la distruzione di tutte le forme di vita microbica. Essa può effettuarsi con mezzi chimici o fisici. I principali agenti sterilizzanti usati sono il vapore sotto pressione, il calore secco, processi di sterilizzazione a bassa temperatura (Ossido di Etilene -ETO, sterilizzazione al plasma) e agenti chimici liquidi. Il termine di sterilizzazione viene inteso in senso assoluto e non relativo.

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Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 31/01/2017 Reg. Trib. di Venezia - n. 10 del 05/05/2006 Iscrizione al ROC n. 17423 Direzione e Redazione: Borgo San Gottardo, 55 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. e Fax 0421 280444 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Giulio Serra Direttore Editoriale: Vincenzo Zollo In redazione: Vito Digiorgio, Massimiliano Drigo, Federico Favruzzo, Gloria Morettin, Valentina Paro, Andrea Pavan, Andrea Rubin “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata in alcun modo, incluse le inserzioni pubblicitarie che sono di proprietà dell’editore che ne vieta la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo. Manoscritti, fotografie e disegni anche se non pubblicati, non si restituiscono. Portogruaro.Net lascia agli autori degli articoli l’intera responsabilità delle loro opinioni; garantisce la riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo o telefonando alla redazione. L’editore rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto di copyright su testi o immagini che non è stato possibile contattare. Stampa: Centro Servizi Editoriali Distribuzione gratuita © Copyright 2005-2017 Portogruaro.Net by VISYSTEM EDITORE Borgo San Gottardo,55 30026 Portogruaro (VE) Tutti i diritti riservati

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MAGLIFICIO LUCIANA VIA PACINOTTI, 1 - 30026 PORTOGRUARO (VE) - TEL. 0421 73375 aperto dal martedì al sabato: 9.00-12.00 / 15.00-19.00

DISTRIBUZIONE Ogni numero di Portogruaro.Net Magazine viene distribuito in 11.000 copie in modo capillare, casa per casa, nel Comune di Portogruaro e nelle frazioni. Se non lo trovi nella tua cassetta della posta, segnalacelo allo 0421 280444 o a magazine@portogruaro.net. Grazie della collaborazione!


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In copertina

MAGAZINE

GENNAIO FEBBRAIO 2017

LE DIECI STAGIONI DI PORTOGRUARO.NET MAGAZINE DAL 2006 AD OGGI: UNA PANORAMICA SU CIÓ CHE È STATO ED È DIVENTATO IL SISTEMA PORTOGRUARO.NET

N

on saranno di certo sfuggite ai nostri lettori le speciali copertine che hanno caratterizzato le uscite di Portogruaro.Net Magazine del 2016: sei acquerelli d’autore, firmati dall’artista Gianni Marella, per celebrare i 10 anni di attività del giornale. Un modo per rendere omaggio a tutte le persone che in questi anni hanno lavorato in redazione e per ringraziare chi invece ci ha sostenuto ed atteso per poterci leggere, numero dopo numero. Un traguardo importante, per un giornale nato con scopi commerciali e poi evolutosi pian piano in vero e proprio canale di informazione e di approfondimento del territorio, che ha saputo stare al passo coi tempi innovandosi e facendo propria l’esortazione di Albert Einsten “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose”. Ma andiamo ora per gradi ed analizziamo gli step ed i fattori che hanno portato il Magazine ad essere quello che è oggi.

Perché un nuovo giornale È il 2006 quando prende ufficialmente il via, dopo un numero sperimentale a fine 2005, un supplemento cartaceo non periodico del quotidiano online www.portogruaro.net dal nome Portogruaro.Net Shop Magazine. Nato dall’esigenza commerciale di raggiungere nuovi target di pubblico e fasce di età, proponendo per lo più informazioni di natura promozionale e culturale, perde ben presto la sua desinenza di “Shop” concentrandosi su tematiche di approfondimento care ai cittadini ed al territorio, dapprima del solo portogruarese, poi di tutto il Veneto Orientale.

la qualità dell’informazione che sottolinea la sua indipendenza, la capacità di leggere la realtà senza schemi e l’attenzione a offrire ai lettori strumenti e notizie per comprendere il mondo in continua evoluzione. In questa direzione il Magazine si è dedicato all’approfondimento, all’inchiesta, al reportage, al racconto di storie mettendone in luce colori e ombre. Molti i filoni trattati, tra cui, di particolare importanza, è quello dedicato al territorio, con rubriche di peculiarità sulle varie frazioni del Comune di Portogruaro (chi ci legge da anni ricorderà la rubrica “Viaggio nelle frazioni”) e sui Comuni limitrofi

(“Oltre confine”). Ad arricchirle è arrivata nel 2015 l’“Androne”, con cui, grazie alla collaborazione con il FAI e all’utilizzo della tecnologia QR Code, i portogruaresi sono potuti entrare virtualmente all’interno dei palazzi storici del comprensorio. Manifestazioni, tradizioni, politica, associazionismo, sono altri temi cari al Magazine che hanno dato vita a rubriche tematiche quali “La bussola musicale”,

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“Sport”, “Sanità”, “Cultura” o a vere e proprie inchieste nello spazio “In copertina”. Ma non possiamo dimenticare “L’Acquolina in bocca”, storica rubrica enogastronomica dedicata a tutti gli appassionati della buona cucina locale, “Miti e leggende”, “Il personaggio” o “Romanzo d’appendice”, un racconto a puntate ambientato nel portogruarese. Così come rubriche dedicate al mondo dei giovani, ai loro disagi e problematiche, al lavoro, all’istruzione con “Duri i banchi” o al sociale trattando tematiche difficili come l’immigrazione in “Lontani da qui”.

Nelle case dei portogruaresi Un aspetto che contraddistingue fin da subito il Magazine è la distribuzione. Come farsi trovare dalle persone per farsi leggere? Non basta parlare di temi caldi e adottare nuovi linguaggi, bisogna entrare nelle case dei portogruaresi. Nasce così nel 2007 l’idea, poi rivelatasi vincente, del porta a porta, che consente al giornale di acquisire notevole visibilità e popolarità, aggiungendo così un plus molto invitante per gli operatori commerciali che a tutt’oggi continuano a scegliere il Magazine per promuoversi.

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Spazio ai lettori attivi La libertà di parola da sola non esiste, se non vi è qualcuno che la eserciti. Portogruaro.Net Magazine si prodiga quindi ad offrire questa opportunità ai propri lettori, facendoli partecipare attivamente alle discussioni proposte. Così, confeziona negli anni dei veri e propri strumenti al servizio


In copertina

della comunità, tra i quali meritano di essere ricordati la rubrica “Lettere”, in cui si offre l’opportunità di commentare ed esprimere il proprio parere, molto spesso critico, sugli argomenti trattati dai giornalisti della redazione, dando vita a dei veri e propri dibattiti “a distanza” tra i vari numeri del giornale, e la rubrica “Mercatino”, uno spazio per pubblicare annunci di compra-vendita e cerco-offro fra privati. Ma non solo. L’impegno di Portogruaro.Net va oltre e coinvolge il proprio pubblico con dei veri e propri concorsi, lanciando così lo stimolo alle persone per mettersi in gioco e, perché no, cimentarsi in quello che magari per molti è sempre stato un sogno nel cassetto. Nasce così il concorso fotografico “Portogruaro di notte”, un successo inaspettato, che riceve dozzine di iscrizioni. Seguono poi “Portogruaro sotto inchiesta”, di stampo giornalistico, in cui i candidati sono chiamati a raccontare il fiume Lemene, e “Suoni in Porto”, vera e propria kermesse musicale rivolta ad un pubblico più ampio, quello del Veneto e Friuli, ma che in realtà riceve iscrizioni da tutta Italia (complice sicuramente l’allettante premio in palio: la realizzazione di un cd musicale). Tutte occasioni, queste, che consentono al Magazine di entrare nel cuore dei portogruaresi ma soprattutto di instaurare sempre nuove e durature collaborazioni con chi opera sul territorio, divenendo così voce rappresentativa dell’intera comunità. Questo accade con gli studi fotografici, con i giornalisti o aspiranti tali, e con il neonato Teatro Comunale Luigi Russolo. Proprio dalla sinergia sviluppatasi con quest’ultimo in occasione della finale del concorso musicale, tenutasi proprio sui palchi del teatro, ed in particolare con l’allora direttore Davide Masarati, nasce nel 2011 la rubrica “Fuoriscena” e la versione Pocket della testata. Un nuovo e pratico formato, pensato inizialmente per il pubblico del teatro, con il calendario e le curiosità su spettacoli e attori, ma poi utilizzato in eventi e manifestazioni tra cui sicuramente il più ricordato è “Città Viva. I mercoledì musicali”.

MAGAZINE

tanti con professionisti che hanno offerto ai lettori un’informazione di qualità. Tra questi vi è il giornalista Federico Guerrini, presente in redazione fin dagli esordi. “All’inizio spiega Guerrini, oggi scrittore specializzato in nuove tecnologie che lavora per testate quali Il Corriere della sera, La Stampa, L’Espresso, Wired.it, Forbes - era solo un’idea sulla carta. Ci chiedevamo come fare arrivare que-

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sto strumento. Il fatto che dopo tutti questi anni il giornale sia riconosciuto come fonte informativa di valore è una grande soddisfazione. Mi sono molto divertito in questa collaborazione. In un’occasione siamo riusciti a far incontrare una persona immigrata in Brasile con i propri parenti concordiesi”. A segnare le pagine del Magazine anche il “parolaio” portogruarese per definizione: Ugo Pado-

vese. Giornalista, fondatore di LT2, radio storica di Portogruaro, è stato il testimone impareggiabile dell’evoluzione della Città del Lemene e di 50 anni di vita pubblica fra politica e notizie con interviste memorabili. Ma poi come non ricordare l’arte fotografica di Mario Angeli, la penna satirica di Luciano Guareschi, la passione sportiva di Gigi Doretto e Antonio Venturin, solo per citarne alcuni.

Portogruaro.Net oggi

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Le collaborazioni Passione, vanità e adrenalina: è quello che deve animare un giornalista, non importa se nativo digitale o cresciuto su carta e inchiostro. Portogruaro.Net può vantare collaborazioni impor-

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www.portomotori.it PORTOGRUARO (VE) Viale Pordenone, 49 Tel. 0421 762510

NOVENTA DI PIAVE (VE) Via Roma, 162 Tel. 0421 762520

PORDENONE (PN) Viale Venezia, 97 Tel. 0421 762560

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Ma in tutti questi anni cos’è diventato Portogruaro.Net? Un vero e proprio sistema d’informazione, iniziato nel 1998 con un semplice portale online (che l’anno prossimo compirà 20 anni) poi diventato testata giornalistica e via via sviluppatosi con il Magazine, l’Agenda, il Pocket ed infine l’App. Alcuni numeri, forse, possono esprimere più delle parole quello di cui si è parlato: www.portogruaro.net conta 60 mila visitatori e 300 mila pagine sfogliate al mese, più di 5 mila abbonati e più di 9 mila followers sui social, mentre il Magazine distribuisce 72 mila copie l’anno. Solo nel 2016 abbiamo pubblicato 506 inserzioni pubblicitarie per 198 diversi clienti, di cui il 71% sul cartaceo e il 29% online. Per non parlare delle migliaia di agende distribuite gratuitamente dal 2001. E, in questa era digitale non poteva mancare un’App, P.Net news 24 su 24, lanciata nel 2014, che tiene aggiornati i lettori in tempo reale con news, eventi e promozioni sui propri smartphone. “Con Portogruaro.Net - spiega l’editore Vincenzo Zollo - siamo riusciti ad aprire una strada sul percorso dell’informazione del territorio. 10 anni sono un traguardo importante, che non ci fa sentire vecchi ma ci sprona a guardare al domani ed al futuro della comunicazione e dell’informazione”.


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Stiamo in salute

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LE GENGIVE AMMALATE OLTRE IL 70% DELLE ESTRAZIONI DENTARIE È CAUSATO DA PROBLEMI GENGIVALI. SCOPRIAMO, DUNQUE, COSA SONO LE MALATTIE PARODONTALI E COME POTERLE CURARE

P

artiamo anzitutto da una breve descrizione anatomica del nostro “campo d’azione” gengivale. Dobbiamo immaginare i nostri denti come se fossero infissi con le loro radici nell’osso della mandibola e della mascella. In realtà, essi non sono “inchiodati”, ma sono dotati di fini strutture tese come piccole corde elastiche tra la radice dentaria e l’osso: queste tengono tenacemente il dente ancorato all’osso garantendo allo stesso tempo anche un effetto elastico-ammortizzante (il “legamento parodontale”). La gengiva è come una “moquette” rosa che avvolge l’osso e, soprattutto, garantisce, attaccandosi alla radice del dente, un’importantissima sigillatura. L’insieme delle strutture che avvolgono e fissano il dente si chiama parodonto.

Evoluzione della malattia parodontale non corretta), gli accrescimenti (ipertrofia) delle gengive da cause varie, le malattie generali come il diabete mellito, la predisposizione individuale e altre cause; ma in ogni caso è stato dimostrato che è solo con la presenza di germi, placca e tartaro che si può sviluppare la malattia parodontale.

La malattia parodontale Ma cos’è, quindi, la malattia parodontale? Alla base di qualunque malattia parodontale vi è praticamente sempre un’associazione infezione-infiammazione. La nostra bocca non è sterile: vi sono presenti, costantemente, molte varietà di germi. Se lasciamo loro la possibilità di riprodursi e amalgamarsi con i residui di cibo non adeguatamente eliminati con i mezzi per l’igiene orale (soprattutto dentifricio e spazzolino) questi germi formeranno una patina (la famigerata placca batterica) che si disporrà prevalentemente tra gengiva e dente (dove esiste un solco naturale). La placca batterica col tempo tende in parte a calcificare diventando uno spesso strato duro chiamato tartaro. Le sostanze tossiche prodotte dai germi a lungo presenti nel solco gengivale inizieranno ad irritare la gengiva più esterna, detta marginale, che presenterà i tipici segni della gengivite: arrossamento e facile sanguinamento. Se non si mettono in atto i metodi di cura appropriati è facile immaginare che la malattia da superficiale tende ad approfondirsi, coinvolgendo le strutture più profonde: il legamento parodontale e l’osso che, sottoposti ad un continuo insulto infiammatorio-tossico, tenderanno a disgregarsi. Si formeranno così le “tasche”, cioè l’approfondimento del solco tra gengiva e dente, la perdita di osso, la produzione di secrezione e pus, la retrazione della gengiva con scopertura della radice dentaria, il progressivo vacillamento del dente fino alla sua caduta. Tra i fattori che innescano la malattia parodontale è necessario ricordare i traumi masticatori cronici (dovuti a masticazione

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Le cure Quali cure ci sono, oggi, per combattere la malattia parodontale? La cura prevede anzitutto la rimozione delle cause: ablazione del tartaro con strumenti a mano e a ultrasuoni, i quali, già da soli, possono essere sufficienti a risolvere gran parte dei problemi più semplici. Laddove il danno sia già avvenuto con compromissione della delicata struttura parodontale, la terapia diventa sempre più difficile e con minor aspettativa di risoluzione. Senza addentrarci troppo nello specifico, va detto che si tratta di terapie chirurgiche, mirate sempre all’asportazione completa del tessuto infettoinfiammato e alla ricostruzione, per quanto possibile, con vari artifizi chirurgici, delle strutture danneggiate o perse. Più che di terapia, è molto più importante e semplice parlare di prevenzione: può apparire banale, eppure la corretta igiene orale con l’uso giornaliero di spazzolino e dentifricio è nella stragrande maggioranza dei casi sufficiente a scongiurare il pericolo di una malattia parodontale. Ribadisco “una corretta igiene orale”: sembrerà strano, ma nella pratica clinica di tutti i giorni mi accorgo che non sono tante le persone che la sanno effettuare. Se posso dare un consiglio, al prossimo controllo che faremo dal nostro dentista, chiediamogli di spiegarci come si esegue una corretta igiene orale: lo spazzolamento, l’uso del filo interdentario, ecc. Ho l’impressione che per molti vi sarà l’acquisizione di utili novità: scommettiamo? Federico Favruzzo


Leggiamoci su

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UNA SERA DI PIOGGIA A PORTOGRUARO “Vago drento ta l’inverno, la piova cu’i àtimi missiada cu’la ciara lontaneza del mar zigada – bassi parsora dei coèrti ruzinidi dei crocai…” (Crico Ivan, De Inverno, dall’antologia poetica “L’Ozio”)

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na notte di pioggia/giovedì: comincia così la poesia “I lemuri di Puart” di Raffaele Lazzara, azzeccandoci solo a metà. Perché oggi, a Portogruaro, non è giovedì, è venerdì… ma, santo cielo, se piove. Le imposte chiuse ticchettano da parer quasi un ronzio e gocce gelate impregnano ancora il montgomery che mi guardo bene dal togliere. Con il naso rosso, devastato dal raffreddore, sto appollaiato su una sedia piuttosto comoda, in una piccola sala del palazzo che fa da sede all’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra. “Prima avevamo una stanza di sopra, - spiega il signore con la barbetta che m’ha accompagnato qui - ci siamo spostati da poco, per questo vedi un po’ di casino. Se torni tra qualche mese, potresti trovarne anche di più”. Mette subito le cose in chiaro, il signore con la barbetta, che, per inciso, è Roberto Ferrari, uno dei fondatori del Porto dei Benandanti. Ed è proprio per parlare di loro, dei Benandanti, o meglio della Poesia Benandante, che ora mi trovo qui, con il simpatico Ferrari e due suoi compagni d’avventura, Sandro Pellarin, musicista e insegnante, e Piero Simon Ostan, poeta e - pure lui - insegnante. Specificare è d’obbligo, perché il progetto culturale che sta alla base del Porto dei Benandanti è di respiro tremendamente ampio e caratterizzato da un avido interesse per ogni possibile sfaccettatura dell’espressione umana. “Abbiamo iniziato nel 2002, collaborando con la Cooperativa Itaca, il CSM ed altre piccole e medie realtà - ricorda Ferrari -. Volevamo creare uno spazio per discutere di cultura e arte. Inizialmente ospitavamo anche dei laboratori; poi, ci siamo concentrati sull’organizzazione di eventi che avessero a che fare con l’arte e la cultura”. Uno sforzo che ha prodotto buoni frutti, considerando che tra gli eventi firmati dal collettivo rientrano i noti Festival “Notturni di_versi” e (l’ereditato) “Orchestrazione”. Qui, allora, si torna a parlare di poesia, il tema centrale di questo pezzo un po’ a casaccio, che gira… e rigira… attorno un fulcro indefinibile, i cui confini sono offuscati dalla fame di sperimentazione. “Il Porto è sempre stato un luogo d’incontro tra diverse espressioni artistiche: arti visive, teatro, musica, ecc… - chiarisce Pellarin -. Abbiamo una galleria qui sotto, Punto Arte Benandante (PAB), e quando organizziamo un’esposizione, di solito, chiamiamo anche qualche poeta a fare delle letture”. “In due anni, siamo

arrivati alla 45ª mostra, l’ultima con Marisa Bidese - si allaccia, di nuovo, Ferrari -. La cosa interessante è che ci sembra di aver creato una comunità tra artisti e poeti”. Comunità. Giusto, stavamo parlando di poesia, e precisamente della poesia della nostra comunità. Allora, com’è che siamo finiti a parlare di aggregati artistici masticati da poeti, ingoiati da musicisti e risputati da pittori? Forse, la poesia, oggi, è cambiata: s’è trasformata in con-

nessioni, o fusioni-sovrapposizioni, adatte a tradurre una ricerca emotiva sempre più sofisticata. Per questo i progetti del Porto sono così difficili da “incasellare” in uno scatolone prefabbricato. Si pensi, per esempio, ai già citati Festival estivi, dove convivono poetry slam, arti performative, installazioni di libri d’artista e intime serate d’approfondimento. Quindi, la poesia non si limita più ai versetti in rima. È un ponte, geografico e culturale, che

ha generato eventi di successo come UAGG! (Ungaretti-Allen-GiuseppeGinsberg), Con te e contro te o La Nâf Spaziâl. A Notturni prendono parte poeti provenienti da tutto il Belpaese, grazie a un lavoro di rete costruito in anni di viaggi e collaborazioni. “In Friuli ci sono tanti giovani e opere fresche, ma anche il Veneto produce cose interessanti - dice Ferrari -. Cerchiamo di avere contatti anche al Sud, anche se, per motivi logistici, finora, le incursioni sono state più limitate. Una delle Regioni più forti, come vivacità poetica, è l’Emilia”. “È più facile parlare a livello nazionale. Nel locale siamo pochi ed è più difficile individuare dei “movimenti” - continua Simon Ostan, che, per inciso, nel 2011 ha vinto il premio Cetonaverde -. Per citarne uno ricorderei Paolo Steffan, uno dei selezionati di Teglio Poesia: usa il dialetto di Valdobbiadene, ma in un modo molto forte. Il dialetto è ancora molto vivo qui, ma con ricerca di tematiche nuove, attuali, anche a livello linguistico. Altri filoni sono quello performativo, quello più spinto, della ricerca, e quello più tradizionalista”. Capito. Ci sono. Si scrive, si organizza, si raccoglie, si riscrive e si dialoga. Si fa questo al Porto dei Benandanti e mi sta bene, anzi benissimo. Quindi, senza perder tempo, andiamo al sodo: che c’è in programma? “Andare avanti nonostante le difficoltà - spiega Ferrari -. Vorremmo scoprire nuovi modi di esprimere il pensiero, coinvolgere i giovani e organizzare le prossime edizioni di Notturni e Orchestrazioni. Il grande dubbio, però, è l’aspetto economico. In questi anni siamo riusciti a spendere pochissimo rispetto ad altri posti in giro per l’Italia. Stiamo pensando di ridurre il materiale cartaceo”. “Le difficoltà economiche sono dovute al calo dei finanziamenti - continua Piero -. Oggi facciamo leva per lo più sull’amicizia dei sostenitori. Forse, se ci avessero creduto di più anche altre personalità, oggi staremmo parlando di fare il Festival con serenità. Personalmente, la mia aspettativa è che il Porto possa avere una manifestazione come Estate Musicale, che diventi un nome in cui un portogruarese possa riconoscersi”. Ma parlare di soldi suona poco poetico. Quindi, si torni a guardare la pioggia, che vien giù che Dio la manda. E pensare, nel buio della sera prematura: “Stasera, latte e miele”. Massimiliano Drigo


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Fuoriscena

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VI INVITO TUTTI ALLA MIA LOCANDA SUL LAGO MAGGIORE LO SCORSO 28 NOVEMBRE RENATO POZZETTO HA INAUGURATO LA STAGIONE TEATRALE 2016/2017 CON IL SUO ULTIMO SPETTACOLO DI CINECABARET “SICCOME L’ALTRO È IMPEGNATO” TRA GAG, CANZONI E IMPROVVISAZIONI

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arlo Verdone, Paolo Villaggio, Tomas Milian, Nino Manfredi, Christian De Sica, Adriano Celentano, Teo Teocoli, Johnny Dorelli, Enrico Montesano, Massimo Boldi, Ezio Greggio, Giovanna Ralli, Mariangela Melato, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Dalila Di Lazzaro, Agostina Belli, Stefania Casini, Maria Rosaria Omaggio, Edwige Fenech, Corinne Cléry, Ornella Muti, Gloria Guida, Eleonora Giorgi, Sabrina Ferilli,… È sufficiente elencare i personaggi con cui ha lavorato negli oltre cinquant’anni di carriera per capire che quando parliamo di Renato Pozzetto parliamo di una colonna dello spettacolo italiano. Dopo un’infanzia vissuta nell’hinterland milanese, a vent’anni Pozzetto incontra per caso quello che diventerà il suo “storico” partner di scena, Cochi Ponzoni. Tra i due c’è feeling, le gag nascono spontanee e dalla periferia milanese si ritrovano ben presto al Derby, il mitico locale di cabaret degli anni Sessanta e Settanta. Da qui la coppia “Cochi e Renato” prende il volo e nei primi anni Settanta Pozzetto si ritrova in RAI alla conduzione di programmi divenuti nel tempo dei veri e propri cult: “Quelli della domenica”, “Il buono e il cattivo”, “Il poeta e il contadino”, “Canzonissima”. Nello stesso periodo Cochi e Renato si danno alla musica - introdotti da Enzo Jannacci - e ben presto entrano nelle case degli italiani con le hit “La gallina”, “Canzone intelligente” e, soprattutto, con la famosissima “E la vita, la vita”.

Dopo tutti questi anni di carriera non si è ancora stancato di calcare le scene? Macché, anzi! Ogni volta è un divertimento unico. Ritrovo teatri, amici, compagni di viaggio che mi fanno sentire bene; smetterò soltanto quando non me lo consentirà più la salute… e mentre aspetto quel giorno continuo a fare teatro e a divertirmi. Pensi che l’anteprima milanese di questo spettacolo doveva esaurirsi in una sola data di lancio ma le prevendite avevano numeri talmente alti che ho fatto altre cinque serate. Ciò significa che c’è ancora tanto affetto da parte del pubblico nei miei confronti; come potrei rinunciare a tutto questo? Conosce Portogruaro? C’è mai stato? Conosco molto bene le vostre zone, ci sono stato tante volte con i miei spettacoli teatrali. Mi piacciono molto il Friuli e il Veneto, sono due Regioni belle, tranquille, di persone semplici. Oltretutto, ho tanti amici cari nella zona del pordenonese. Quando ho portato al Teatro Russolo il mio ultimo spettacolo, lo scorso 28 novembre, ho dormito da alcuni amici, a Sacile, e senza pagare né vitto e né alloggio, tra l’altro! (ride, ndr). E la televisione? Ha qualche progetto per il futuro? A dire il vero sì. Io e Nino Frassica abbiamo scritto una storia che giace parcheggiata in Rai, dove Nino è un galeotto che esce dal carcere e va in cerca della figlia e la trova in una bella famiglia, adottata dal sindaco, che sarei io, creando non pochi pasticci. Mi auguro che a breve possa partire ma nel frattempo mi godo il teatro, la mia casa e la mia locanda sul Lago Maggiore.

E il teatro, in tutto questo? Il teatro è sempre stato il mio vero, unico, amore. Quando sono davanti al pubblico mi sento a casa. L’affetto che ancora oggi, a distanza di tanti anni, riesce a darmi la gente è la mia più grande soddisfazione. Ma stavolta il duo “Cochi e Renato” ha lasciato il posto per un one man show di cinecabaret: come mai questa scelta? In questo periodo Cochi è impegnato in altre faccende e così io mi sono detto: perché non fare uno spettacolo tra l’amarcord di ieri e il divertimento di oggi? Ecco il perché di “Siccome l’altro è impegnato”, uno show di cinecabaret capace di unire i miei due film più rappresentativi, “Il ragazzo di campagna” e “È arrivato mio fratello”, con l’improvvisazione, le canzoni e le gag che ogni sera metto in scena, di teatro in teatro.

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A proposito: com’è Renato Pozzetto nel tempo libero? Conduco una vita tutto sommato tranquilla. Ho delle residenze qua e là che mi impegnano parecchio per via dei lavori di manutenzione che eseguo personalmente. E poi… c’è la mia adorata locanda! È una locanda magnifica che si trova sul Lago Maggiore. Lì c’è una vista mozzafiato, davvero unica. C’è un cuoco bravissimo che mi dà tante soddisfazioni e che fa dei piatti fantastici. Insomma, siete tutti invitati alla Locanda Pozzetto!

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Oltre confine

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ACQUA E FARINA, IN BICICLETTA LUNGO LA VIA DEI MULINI SEGUITEMI IN UN ITINERARIO SULLE DUE RUOTE PER I MULINI DEL PORTOGRUARESE, TRA ACQUA CRISTALLINA E VECCHIE MACINE, NATURA E ANTICHI MESTIERI. PRENDI SPUNTO E PARTI ALLA RISCOPERTA DELLE BELLEZZE VICINE A CASA

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l fiume Lemene, i canali, i fossi e le rogge segnano come rughe le campagne attorno a Portogruaro; un reticolo di specchi d’acqua dove gli uccelli migratori trovano riposo e i colori delle stagioni si riflettono vanitosi. Tra campi arati e agglomerati urbani, i rivoli d’acqua dolce nascono dalle risorgive e si fanno strada silenziosi fino al mare. La loro forza placida è stata sfruttata fin dai tempi più antichi dall’uomo, ed i mulini che punteggiano ancora oggi il territorio sono lì a dimostrarlo. Molti di essi non sono più in funzione ma la loro scenografica presenza rimane tale, a volte inghiottita nella vegetazione o incastonata tra i campi. Cosa c’è di meglio di un itinerario in bicicletta per riscoprirli?

porta ai mulini di Boldara. Da un ponticello in legno ci addentriamo nel parco da cui godiamo di una visuale d’eccezione sui mulini di inizio Novecento. Sediamoci su una panchina, riprendiamo fiato e godiamoci i colori ed i suoni della natura: in sottofondo lo scroscio della piccola cascata che azionava le pale dei mulini, in acqua i cigni bianchi che scivolano eleganti tra i riflessi cangianti.

I molini di Stalis e la fontana di Venchiaredo Meno di 5 km ci separano dai molini di Stalis che raggiungiamo attraversando le campagne di Gruaro e Bagnara. I due mulini, usati per secoli dai monaci della vicina abbazia benedettina di Sesto al Reghena per macinare i cereali, sono stati ristrutturati nel 2000 dopo un periodo di totale abbandono. Ora

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Dai Molini di Sant’Andrea a Villa Bombarda Nel cuore di Portogruaro sorgono i Molini di Sant’Andrea. Tra le loro pale scorre abbondante l’acqua del fiume Lemene facendo un fracasso che sovrasta ogni altro suono; nonostante il nome racchiuda la loro funzione, a volte l’abitudine ci fa scordare che per secoli il loro ruolo è stato proprio quello di macine. Se oggi sono scenografici (il punto più bello e romantico di Portogruaro, a parer mio) nel Medioevo erano di primaria importanza perché, essendo gli unici mulini all’interno della cerchia muraria, assicuravano agli abitanti il sostentamento anche in caso di assedio. Proprio dal cuore di Portogruaro inizia il nostro itinerario sulle due ruote: ci lasciamo alle spalle il campanile pendente, i palazzi veneziani ed i portici e pedaliamo lungo la pista ciclabile per raggiungere borgo San Nicolò. Qui il Lemene, che per un attimo avevamo perso di vista, ricompare per farci compagnia almeno fino a Portovecchio, dove, nascosta tra gli alberi, c’è Villa Bombarda, una villa veneta adagiata sul Lemene il cui biancore risalta tra la vegetazione e le acque smeraldo. Durante la settimana il lungo viale d’ingresso alberato è accessibile al pubblico (orari 10-12/14-18). Lo percorriamo per scorgere ciò che resta dei due antichi mulini della villa: rimangono solo le vecchie pale arrugginite e le antiche macine ma con un po’ di fantasia possiamo immaginarli in tutto il loro splendore, all’opera e a pieno regime.

Boldara: i mulini e il parco Di nuovo in sella alla bicicletta seguiamo le anse della pista ciclabile Giralemene che lungo stradine secondarie, costeggiando rogge e campi di granoturco, ci

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possiamo percorrere la passerella di legno che sovrasta il fiume, sporgerci per osservare pale ed ingranaggi dell’antico mulino e visitarne l’interno durante le aperture nei mesi estivi. Lungo la strada bianca delimitata dai gelsi ci aspetta l’ultima tappa del nostro itinerario, la fontana di Venchiaredo, un luogo incantato inghiottito nel verde le cui gorgoglianti acque cristalline invitano ad essere accarezzate. Impossibile non rimanere affascinati dalla quiete di questo posto che ha ispirato poeti, tra i quali Ippolito Nievo e Pier Paolo Pasolini.

E qui si conclude l’itinerario che ho voluto condividere con voi in questa prima puntata. Tornare al punto di partenza è un gioco da ragazzi, basta ripercorrere in senso inverso il tragitto che abbiamo calcato all’andata. Se non siete ancora stanchi di pedalare tra storia e natura vale la pena fare una piccola deviazione nella vicina Cordovado. Fermatevi a visitare il nucleo antico dove un tempo sorgeva il castello ed ora la villa della famiglia PiccolominiFreschi, ed infine concludete la vostra pedalata rientrando a Portogruaro. Lunghezza del percorso: 25 km circa Livello di difficoltà: facile, adatto a tutti Tipologia di percorso: asfalto, ghiaino Valentina Paro

Questa rubrica è realizzata grazie al contributo di:

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Pratichiamo il futuro

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ROBIN WOOD PIANTATORI DI ALBERI A PORTOGRUARO

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ttualmente siamo immersi in una situazione storicoambientale in cui il governo mondiale appare ben cosciente dell’emergenza climatica di oggi e, ancor più, di domani. Come ultimamente suggerito dal Climatologo Luca Mercalli i fenomeni climatici strani ed estremi che stanno avendo luogo in Italia in questo periodo hanno un collegamento diretto con questa enorme problematica planetaria. Durante l’intervista condotta dalla giornalista Roberta De Carolis nella vicina Trento, a metà gennaio Mercalli ha specificato che: “Il problema dei cambiamenti climatici è molto complesso e quindi esige una comunicazione rigorosa. Proprio per questo motivo ha bisogno di tempo e approfondimento. Oggi invece l’informazione è schizofrenica, rapida, e non permette quasi mai di scendere nei dettagli”.

propria vita ci trovano pigri per vizio o abitudine.

I nostri Robin Wood Ma a Portogruaro, ormai da diverso tempo, esiste un gruppo informale di persone, denominato “Robin wood”, che ha deciso di rispondere al problema facendo la cosa più semplice e lampante che possa venire in mente: piantare alberi! Un atto di una semplicità disarmante ma molto più potente di quanto si possa credere sia a livello simbolico e

sia nella realtà dei fatti. Pensiamo solo che, ad esempio, un impianto fotovoltaico domestico può produrre un beneficio ambientale in un anno uguale a quello prodotto dalla vita di sei alberi. Questo ci fa comprendere come piantare alberi possa avere un valore ambientale reale veramente enorme. Il gruppo di piantatori di alberi “Robin wood” è certamente un’allegra brigata, come si evince dal nome, che simpaticamente si rifà al nome dell’eroe Robin Hood, storpiando e trasformando la secon-

Non possiamo più girare lo sguardo Va sottolineato, tuttavia, come il problema dei cambiamenti climatici sia oggi analizzato dai più importanti istituti di ricerca scientifica del mondo (nel 1988 è nato il Comitato Intergovernativo sui cambiamenti climatici), e non va dimenticato come ci siano, ormai, degli accordi internazionali che prevedono importanti riduzioni degli impatti delle attività umane sul clima. Abbiamo, dunque, tutta l’autorevolezza del caso per spazzare via i dubbi che purtroppo continuiamo a sentire sui cambiamenti climatici (per esempio: “forse non sono veri”, “forse l’uomo non c’entra”, “tutte bufale!”, ecc). Insomma: i cambiamenti climatici sono ormai sanciti dalle più alte autorità scientifiche e governative del mondo.

da parte del nome nel corrispondente inglese della parola “legno”. La genuinità dell’esperienza di “Robin wood” si evince da tante piccole cose: dalla non formalizzazione del gruppo, dall’obbiettivo semplice e puro, dall’allegria che si crea nel comune lavoro manuale, dalla convivialità spontanea che nasce da persone che liberamente scelgono di dedicare parte del proprio tempo a scavare buche, trapiantare, curare luoghi in stato di abbandono e controllare la crescita di piante che sono considerate un po’ come figlie adottive. È bello per i piantatori di alberi, viaggiando per il territorio del Portogruarese, riconoscere qua e là qualche albero che si ricorda quando ancora era un seme. È una banalità, ma allo stesso tempo si trasforma in un’esperienza tanto potente da cambiare le persone. Si dice, infatti, che piantando alberi si diventa più gentili, e sicuramente un effetto del genere esiste realmente se con tanta energia viene portata avanti questa importante e bella iniziativa.

Là, dove spuntano gli alberi Farnie, Ontani, Carpini, Aceri, e molte altre specie di alberi che tipicamente si trovano nel nostro territorio, stanno ricominciando a popolare interstizi di territorio in stato di degrado o abbandono. Spesso la pianificazione delle città lascia molti di questi spazi tagliati fuori dalla nuova territorializzazione, che trasformandosi in non-luoghi rimangono nell’ombra, non essendo più vissuti e curati. È proprio da questi spa-

Dobbiamo fare qualcosa. E subito Adesso si tratta di agire, di comunicare il senso di urgenza, perché più si aspetta e più i problemi si ingigantiranno nei prossimi anni, e a quel punto sarà difficilissimo porvi rimedio. Dobbiamo mettere in pratica le soluzioni (l’utilizzo delle energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi, il miglioramento dell’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e dei consumi) che potranno, se applicate con rapidità e incisività, portarci fuori dall’area di rischio dell’aumento di temperatura dei prossimi decenni. Considerando questa come la grande problematica dell’uomo del XXI secolo, è comprensibile che le persone si possano sentire impotenti e, magari, tante piccole soluzioni che ognuno di noi potrebbe adottare nel piccolo della

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zi marginali che “Robin wood” ha iniziato, con la profonda consapevolezza che se vogliamo garantirci la possibilità di continuare a calpestare la terra di questo pianeta, tutti devono essere coinvolti, a partire dagli ultimi, e tutto deve essere preso in considerazione a partire dai luoghi più dimenticati. Per maggiori informazioni: mdflivenza.tagliamento@gmail.com Andrea Pavan


Ritorno al futuro

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STORIA E APPLICAZIONI DEL CODICE A BARRE 2.0 INQUADRI, SCATTI E TI CONNETTI. IL QR CODE, IL CODICE A PUNTINI CHE, SE LO USI CON LO SMARTPHONE, RACCONTA TUTTO DI SÉ, HA ASSUNTO MOLTA NOTORIETÀ ANCHE IN ITALIA

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l 26 giugno 1974, sul display di una cassa di un supermarket in Ohio compare il prezzo (67 cent) di un pacchetto di chewing-gum Wrigley. È un evento a suo modo storico. Quel pacchetto di gomme da masticare è il primo prodotto tracciato con il codice a barre (è conservato tutt’ora allo Smithsonian National Museum of American History di Washington).

Primo codice a barre nella storia Si stima che siano circa cinque miliardi i prodotti che ogni giorno vengono venduti nei negozi di tutto il mondo attraverso il codice a barre. Vent’anni dopo, nel 1994, in Giappone, un’azienda della casa automobilistica Toyota, la Denso Wave, produsse un codice contenente molte più informazioni di un normale codice a barre: il codice QR (“Quick Response” = “risposta rapida”). Un piccolo quadratino pixellato con la capacità di stoccare ingenti quantità di dati. Una tecnologia che in breve tempo si è fatta molto apprezzata da diverse industrie automobilistiche per la gestione delle scorte di magazzino. Il QR Code si presenta come un quadratino che, se inquadrato con l’obiettivo del cellulare, attiva un collegamento con video, testi e pagine internet per approfondire l’argomento a cui è collegato. Si è diffuso rapidamente e altrettanto rapidamente è entrato nella quotidianità di tutti i cittadini del mondo. Lo troviamo ogni giorno nei quotidiani per degli approfondimenti, nelle carte d’imbarco degli aerei o nei biglietti digitali delle metropolitane. Non solo. In breve tempo, il QR Code è stato utilizzato nelle pubblicità e nel brand marketing. In Italia il nuovo codice a barre bidimensionale (2D) riscontrò interesse e diffusione con l’avvento degli smartphone intorno al 2010 quando anche furono i quotidiani che per primi integrarono le proprie copie cartacee con questo codice per veicolare velocemente gli utenti al proprio sito web allora in fase di crescita esponenziale di utenza.

L’impiego nel settore turistico e museologico a Portogruaro In Italia, sull’onda del successo e della novità, il QR Code ha riscontrato un

ampio impiego nel settore turistico e museologico. Le città italiane e i musei sono stati integrati da targhette con questi strani quadrati. Basta possedere uno smartphone, aver scaricato e installato l’apposita app (un lettore di codici 2D, un QR reader tra le molte versioni disponibili) e siete in grado di sapere molte più informazioni su quel quadro, statua o oggetto che state osservando. Il QR Code era stato installato, infatti, anche nel Museo archeologico Nazionale concordiese a Portogruaro. Anche nella promozione turistica e nella valorizzazione del territorio il QR Code ha la sua utilità. Uno stru-

QR Code che rimanda ad un itinerario di approfondimento web della guida “Visita Portogruaro, esalta i tuoi cinque sensi” mento che aiuta i turisti a scoprire e approfondire aspetti fondamentali per chi si trova a visitare una città. Il Comune di Portogruaro e Concordia Sagittaria, seguiti dal Comune di Caorle, avevano lanciato, nel 2011,

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il “Progetto QR Code”. Erano stati installati, infatti, sei totem sparsi in alcuni punti del territorio cittadino, contenenti alcuni codici bidimensionali, che permettevano di accedere al sito mobile friendly del Comune dove erano contenute utili informazioni sugli itinerari turistici, sui siti storici e archeologici e sugli eventi e le manifestazioni che si stavano svolgendo nella zona. Altri codici bidimensionali presenti rimandavano, invece, a realtà private locali che avevano collaborato come partner del progetto.

L’ultima arrivata: la guida turistica di Portogruaro

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Sempre nel settore turistico e di valorizzazione delle realtà locali è da poco stata pubblicata la recente guida Visita Portogruaro, esalta i tuoi cinque sensi edita da Visystem. Al suo interno potrete trovare dei codici QR. I codici 2D presenti nella guida permetteranno di approfondire ogni singolo itinerario proposto per la visita alla città con rimandi e approfondimenti multimediali facilmente raggiungibili e consultabili sia da smartphone che da tablet. Sono proposti itinerari tra cui "Passeggiata nel centro storico alla scoperta di piccoli tesori di storia, arte e cultura”, "Portogruaro e Ippolito Nievo", "Portogruaro città del Lemene", “Tour dei palazzi storici della città”, "Il fiume Lemene si racconta", “L’abbazia di Summaga”, “Il Municipio e la Villa Comunale”, “Il Museo Nazionale Concordiese”, “Il Museo della Città - Torre Sant’Agnese”, "L’ABC dei tesori artistici, culturali e storici di Portogruaro. Percorso per bambini con genitori". Un modo di scoprire sapori e colori del territorio portogruarese ora disponibile anche in digitale.

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L’acquolina in bocca

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CARNEVALE, UN TRIPUDIO PER IL PALATO CREATIVITÀ E FANTASIA CULINARIA SI MESCOLANO PER DARE VITA A DOLCI E PRELIBATEZZE CHE DA SEMPRE ACCOMPAGNANO QUESTA FESTA

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aschere e travestimenti. Sono questi i simboli del Carnevale, una festa celebrata un po’ ovunque. La città di Venezia, vuoi per il contesto unico al mondo che ne fa da cornice, vuoi per il fatto che le origini di questa manifestazione sono antichissime, attrae ogni anno migliaia di visitatori. Ma da dove trae origine il Carnevale? Con molta probabilità, il nome viene dall’espressione latina carnem levare, ossia “togliere la carne”, che compare per la prima volta in un documento del 1094 con il quale il Doge veneziano concede alla popolazione un periodo di divertimenti e festeggiamenti. L’espressione indicava il banchetto del Martedì Grasso precedente al periodo di Quaresima che porta al periodo pasquale. Un invito a concedersi, dunque, le ultime giornate di gozzoviglia prima dei canonici quaranta giorni di digiuno, preghiera e penitenza. L’emblema di questa festa è sicuramente la maschera. L’assumere sembianze diverse da quelle consuete permette di sovvertire l’ordine quotidiano dei rapporti umani, allentare i freni inibitori e, per un giorno all’anno, divertirsi mettendo da parte paure e aspetti tristi della vita. Che si tratti di un’invenzione veneziana o meno, il Carnevale affonda le sue radici nel paganesimo, nei riti dionisiaci greci e nei saturnali romani, feste caratterizzate dal sovvertimento, seppur temporaneo, di ruoli e gerarchie sociali.

Regione in cui ci troviamo, costituiscono il dolce fritto più tipico del Carnevale: una sottile pasta di farina e uova, profumata di scorze di limone, resa croccante dalla frittura in olio bollente. A fare da contrappunto a questa delizia del palato ci sono i galani, strisce di pasta, solitamente a forma di nastro, fritte nel grasso. Ed

è proprio la loro forma a distinguerli dai crostoli, maggiormente diffusi nell’entroterra e solitamente di forma rettangolare. Anche lo spessore cambia: i crostoli presentano una pasta più spessa e meno friabile. Altra delizia per il palato, anch’essa di semplice preparazione, è la frittella, la rinomata fritola. Preparata fin dai tempi del

Trattoria

Tre Scalini 1957-2017 60

festeggia

ANNI

di attività

Un Carnevale di dolci caratteristici L’euforia di colori e lo sfolgorio di maschere che caratterizzano il Carnevale si sono legati nel tempo a tutta una serie di dolci caratteristici di questa festa. Dalla città lagunare, celebre per i suoi antichi carnevali, questi dolci si sono propagati in tutto l’entroterra veneto; e in tutti gli ambienti sociali, con una parola d’ordine ben precisa: divertirsi, stare assieme in allegria, scambiarsi esperienze reciproche, con volti diversi da quello di tutti i giorni. Accanto alla fantasia delle maschere, alla creatività nella preparazione dei costumi, ecco la fantasia in cucina. Un estro culinario che porta a concepire dolci semplici, perché devono durare il tempo di una serata, ma anche fantasiosi, belli da vedersi, ma soprattutto facili da farsi. Crostoli, chiacchiere, galani, frittelle, erano ieri, e sono oggi, naturale complemento dello spirito goliardico della festa di Carnevale. Un tripudio del palato cui, per un giorno all’anno, è impossibile sottrarsi.

A Portogruaro il Carnevale in una zuppa Nel parterre di dolci tipici del periodo carnevalesco a farla da padrone sono i crostoli. Chiamati anche chiacchiere, frappe, bugie, cenci, a seconda della

La famiglia Furla nis con nei primi anni alcuni dipendenti di attività

pi recenti ma Elda in tem I figli e la mam

Il 17 febbraio 1957 inizia l’attività della Trattoria TRE SCALINI a Portogruaro. Il nome della Trattoria deriva dalla presenza in origine di tre grossi scalini in cemento all’ingresso dell’esercizio, successivamente sostituiti. Il locale si trova nella zona più caratteristica di Portogruaro, a ridosso del fiume Lemene, in via Molini, accanto all’Oratorio della Madonna della Pescheria. È il pescatore concordiese Gino Furlanis con suo fratello cacciatore Celso ad iniziare l’attività di ristorazione, entrambi coadiuvati in cucina dalla signora Elda, moglie di Gino. All’epoca i Furlanis gestivano pure un banco di pesce nella vicina vecchia pescheria, nel retro del municipio di Portogruaro. La cucina del locale è inizialmente ricca di proposte a base di pesce del nostro mare e delle nostre lagune, nonché di cacciagione locale, frutto dell’esperienza maturata da Gino nella pesca e da Celso nella caccia. Col passare degli anni Gino, Celso e Elda (la quale ha festeggiato 97 anni lo scorso 30 gennaio) si avvalgono della collaborazione dei figli Luisa, Graziella, Daniela, Lauro e Gianni.

VI ASPETTIAMO venerdì 17 febbraio alle ore 17.30

per festeggiare tutti assieme il traguardo dei 60 anni di attività. Invitiamo tutta la cittadinanza per un brindisi augurale, con degustazione delle proposte tipiche del locale. Trattoria Tre Scalini Specialità pesce (chiuso il lunedì sera e martedì) Via Molini, 3 centro storico - Portogruaro - tel. 0421 71318

Rinascimento, la frittella è una morbida pallina, croccante fuori, soffice dentro, ricca di uvette gonfie di grappa, profumata di vaniglia e con pinoli. Da sempre il dolce è emblema del Carnevale veneziano. Anche se l’autentica frittella rimane quella veneziana, si sono diffuse in tutto il Veneto ricette locali, in cui le frittelle vengono preparate con frutta, fiori o ortaggi immersi nella pastella. Di sicuro godimento per il palato sono le castagnole, piccole sfere di pasta dolce, grandi pressappoco come le castagne, senza uvetta nell’impasto, cosparse di zucchero in superficie. Altro dolce tipico del periodo carnevalesco, diffuso anche nel portogruarese, è il budino di cioccolata. Una delizia o, addirittura, un lusso in tempi in cui la miseria la faceva da padrone. Non mancano i biscotti: se a Venezia troneggiano i gialletti o zaeti, morbidi biscotti di farina di mais con uvetta, a Portogruaro si mangiano i bianchetti, cosparsi di zucchero a velo. Curiosità del nostro territorio (suggeritaci dall'Enoclub Portogruaro) la cosiddetta zuppa portogruarese, una sorta di tiramisù, oggetto di attenzione da parte delle massaie che potevano utilizzare le prime uova delle galline allevate in economia e che veniva quindi proposto in famiglia nei periodi invernali, come appunto in Carnevale. Non rimane che l’imbarazzo della scelta: oggi, come ieri, l’invito è quello di lasciarsi andare a piccole follie. A un piacere che ci fa star bene. Senza preoccuparci, almeno per una volta, delle calorie in eccesso. Vito Digiorgio

ZUPPA PORTOGRUARESE Dosi per 6 persone: 4 cucchiai di zucchero, 4 uova, 400 gr. di mascarpone, 6/7 tazzine di caffè (miscela leone), savoiardi (biscotto facilmente reperibile e a non eccessivo costo). Preparazione: sbattere lo zucchero con i tuorli d’uovo e il mascarpone fino ad ottenere una crema; nel frattempo montare gli albumi a neve da unire alla crema. Bagnare nel caffè zuccherato i biscotti con i quali si riveste il fondo della zuppiera, quindi ricoprire con la crema. Utilizzare un bicchierino di grappa e 100 gr. di mandorle sgusciate e tritate. Ripetere gli strati e terminare con la crema. Tenere al fresco prima di consumare.


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GENNAIO FEBBRAIO 2017

I Galani sono un tipico dolce di carnevale di Venezia, come sono invece chiamati dagli abitanti della terraferma? Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate. ORIZZONTALI 1. Un monte biblico - 6. Un buco nel terreno - 10. L’ha sostituita l’euro 11. Strozzini - 14. L’imposta sulle fatture - 15. Testa, teschio - 16. Le consonanti in linea - 17. Cagliari - 18. Finisce affumicata - 19. I pezzi per il fai-da-te - 20. Comando, ingiunzione - 25. Chiave - 27. Segue il re - 28. Sono affini ai cervi - 29. Si mettono a tavola - 30. È solcata dal Gange - 32. Canti nazionali - 33. Una divisa... coniata - 35. Personaggi fiabeschi - 36. Attrezzo da sarto - 37. La calcano gli schermidori - 38. Carrozzella per motocicli - 40. Figura delle carte - 41. Bacinelle - 42. Le... amiche dei sovrani - 43. Sbagliato - 44. Un meccanico del tempo VERTICALI 1. Visitò il paese delle meraviglie - 2. Si tocca approdando - 3. Altare antico - 4. Fine gara - 5. Viaggia per diporto - 6. Sparge le spore - 7. Fu a lungo giocatore dell’Inter - 8. Santo per i brasiliani - 9. Chi lo dice afferma - 12. Donne con l’aureola - 13. Rifugio... a prova di bomba - 15. Donna di Zagabria - 16. Esigui, circoscritti - 18. Il romanzesco Lupin - 20. Più di detestare - 21. Guardaparco canadese - 22. Il nome di Buzzati - 23. Suffisso diminutivo plurale - 24. La fine delle lezioni - 25. Il “barbaro” di un celebre film - 26. Erano il regno di Persefone - 29. Ci sale chi vince - 31. La Maraini scrittrice - 33. Fini, scopi, intenti - 34. Attore con i fan - 37. Dio con la siringa - 38. Stato Avanzamento Lavori - 39. Il Dylan di Sclavi - 41. Como - 42. Dario tra i Nobel

CRUCIPUZZLE

L’attuale località turistica di Bibione nasce da terreni paludosi poi bonificati, che le hanno dato il nome. Come erano chiamate le isole che la formavano? Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

ABITO AMORE ATTEGGIAMENTO AUTOMOBILE BUTTARE CAPITARE CARTA CITTÀ COMINCIARE CUORE DIREZIONE DISPOSIZIONE ESSERE FATTO FELICE FERIRE FERRO FORMA FRASE

GIOIA LATTE LETTO LEVARE LIBERTÀ LIBRO LINEA LUNGO MAMMA MANTENERE MATTINO MEDIO MOLTO MONTE NASCONDERE NOTTE NUMERO ONORE OPERA

PAURA PICCOLO PIETRA POSSIBILE SMETTERE SOFFRIRE SPESA SPIEGARE STARE STESSO STUPIDO TOGLIERE UNIRE UTILE VISTA VOLTO VUOTO

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

A T L E T A

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P C E S O T S U G R O M A N O Z

R O E T T E S P E R A N Z A C Z

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P A E L M A L I C A T I R E P I M A T

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