Portogruaro.Net Magazine

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PORCI CON LE ALI 2.0

L’ANDRONE Tra un W VERDI e un richiamo ai passi significativi de “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo. Questo è Palazzo Pasquale p.6

EVENTI

Í M ER C O L EDI MUSICAL

Siamo nel pieno della dodicesima edizione di Città Viva con i Mercoledì Musicali. Ripercorriamo quindi le tappe significative di questa straordinaria manifestazione p.7

FUORISCENA Intervista a tutto campo alla regina del teatro, Ottavia Piccolo, che durante quest’ultima stagione teatrale ha portato al Russolo “7 minuti”, una storia di lotta e rivendicazione p.10

CAFFÈ AI MOLINI Estate, voglia di mare e di moda. Consigli utili (e pratici) per avere una pelle fresca e tonica. Il modo migliore per salutare la bella stagione

Secondo appuntamento con i reportage di Portogruaro.Net Magazine dedicati all’universo dei più giovani. Viaggio senza filtri nel mondo dei ragazzi portogruaresi e del loro rapporto con il sesso. A quasi 40 anni dal best seller di Radice-Ravera scopriamo come affrontano il tema, oggi, i “nostri” Rocco e Antonia (gli indimenticabili protagonisti di Porci con le ali, Savelli - 1976).

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L’ACQUOLINA L’importanza del “Made in Italy” negli insaccati. Viaggio alla scoperta dei migliori prosciutti e dei trucchi per riconoscere i più genuini, smascherando quelli tarocchi

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Intervista esclusiva al sindaco Maria Teresa Senatore A un mese dall’insediamento, conosciamo più da vicino il primo sindaco donna nella storia di Portogruaro. Guardando in avanti, tra Centro Storico e Città Metropolitana

l primo cittadino di Portogruaro, Maria Teresa Senatore, accoglie Portogruaro. Net nel suo nuovo ufficio, al numero 1 di Piazza della Repubblica. Trenta giorni (circa) dopo il suo “storico” insediamento, Senatore ha già abbandonato i timori dell’esordio, vestendo con decisione i panni (e addossandosi convintamente le responsabilità) del sindaco del Capoluogo di un mandamento, il Portogruarese, che da qui ai prossimi due o tre anni si giocherà buona parte del proprio futuro istituzionale. E non solo. Signora sindaco, come ha vissuto queste prime settimane con la fascia tricolore al petto? Riassumerei il mio primo mese da sindaco con queste parole: un mese in cui mi sono sentita particolarmente vicina ai cittadini di Portogruaro, sia negli aspetti organizzativi della città e sia soprattutto negli aspetti più umani, ascoltando tante persone in difficoltà e cercando fin da subito soluzioni ai loro problemi. Torniamo per un momento ai giorni delle elezioni. Quand’è stato il momento in cui ha capito davvero che potevate farcela, e che qualcosa stava cambiando a Portogruaro? Fin dal primo giorno io e la mia squadra siamo stati molto determinati. Ci eravamo messi in gioco per vincere; credo che partire da perdenti sia sempre sbagliato. Certo, con il passare delle settimane abbiamo capito che ce la potevamo fare ma ritengo che nessuno di noi abbia esultato prima dell’esito finale del ballottaggio. E di questo dobbiamo solamente ringraziare i nostri elettori. Lei e le liste che hanno sostenuto la sua candidatura a sindaco, in campagna elettorale avete sempre spinto su parole quali rinnovamento, cambiamento, un nuovo futuro per la città. Dall’altra parte, però, c’era un competitor, Marco Terenzi, nuovo, o quasi, alla politica. Questo lascia pensare che voi credevate che dietro a Terenzi ci fossero sempre le solite facce, a cominciare da quella dell’ex sindaco Bertoncello. O sbaglio? Guardi, le ripeto: sono stati i cittadini di Portogruaro a voler cambiare, e lo hanno dimostrato attraverso il voto. Terenzi è una persona in gamba e con grande competenza e non so francamente se dietro al voto dei nostri elettori ci fosse anche il desiderio di chiudere un capitolo con la precedente Amministrazione. Andiamo a uno dei temi di strettissima attualità: lo studio che la sua Maggioranza sta portando avanti relativamente all’ipotesi di rivisitazione del Centro Storico. Novità? A breve contiamo di poter eliminare del tutto la Ztl (Zona a Traffico Limitato), dopodiché stiamo studiando l’ipotesi di togliere i parcheggi a pagamento e la definizione di un nuovo percorso interno al centro per i veicoli, garantendo però la fruizione dei servizi oggi esistenti. L’altro tema forte del momento è l’arrivo dei migranti nella città. Quanti sono quelli già arrivati, come vivono, per quanto tempo resteranno a Portogruaro? Sono una decina i migranti sistemati nella palestra dell’Istituto Superiore G. Luzzato (negli ultimi giorni le verifiche del Comune hanno aggiornato i numeri, segnalando l’arrivo di 63 migranti in città, ndr). Da ciò che riferisce il Prefetto, sono solamente in

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transito. Anche perché va detto che il pavimento di quella struttura è in legno, e sappiamo che tra qualche mese i ragazzi torneranno a scuola, ciò significa che non potremo farli rientrare in strutture eventualmente danneggiate. Su questo tema però mi rammarico delle mancate direttive che sarebbero dovute arrivare ormai da tempo ai comuni da parte del Governo centrale. Guardando all’area estesa del Portogruarese, lei crede che questo mandamento – e Portogruaro in primis – abbia ancora la possibilità di contare qualcosa nel disegno ampio della costituenda Città Metropolitana? Lo dovrà avere per forza se non vorrà essere completamente messo in disparte. Lo scorso 20 luglio vi è stata la presentazione delle liste per l’elezione del Consiglio della Città Metropolitana (18 persone in tutto). Portogruaro dovrà assolutamente avere rappresentanti forti in quel Consiglio per-

ché lo stesso andrà alla stesura dello statuto della Città Metropolitana, il quale a sua volta darà indicazioni sui vari compiti del nuovo ente. Ciò significa che questa è una partita che Portogruaro non dovrà lasciarsi sfuggire. E veniamo alla conclusione: quali sono le attività che state mettendo in opera in queste settimane? Noi ci stiamo attivando affinché le scuole di Portogruaro possano partire nel prossimo anno scolastico nel modo più sicuro e garantito possibile, dando perciò a insegnanti e alunni ambienti accoglienti e adeguati allo studio. Gli uffici tecnici, poi, si stanno muovendo anche per la verifica dei canali e dei fossi così da prevenire eventuali problemi di deflusso delle acque quando arriveranno le piogge in autunno e in inverno. Infine, i dirigenti e i dipendenti comunali hanno organizzato dei gruppi di lavoro efficaci ed efficienti per dare soluzione alle problematiche presentate dai cittadini.

SOMMARIO EDITORIALE

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Intervista al sindaco IN COPERTINA

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Giovani e sessualità L'ANDRONE

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Palazzo Pasquale EVENTI

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I mercoledì musicali LA PAROLA A

Centro Educ. Montessoriano 8 Poliambulatorio Odontoiatrico 8 Farmacia Concordia 9 FUORISCENA

Intervista a Ottavia Piccolo 10 CONCORSO SCOLASTICO

Il Corriere del Portogruarese 11 UN CAFFÈ AI MOLINI

La bellezza d'estate

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L'ACQUOLINA IN BOCCA

Gli insaccati di qualità

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ROMANZO D'APPENDICE CONCESSIONARIO PER UDINE E PROVINCIA IMBARCAZIONI, MOTORI E GOMMONI

L'ombretta perfetta (IV puntata) 14 GIOCHERELLANDO

Cruciverba e crucipuzzle

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IN COPERTINA

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Questa è la realtà, che ci piaccia o no I nostri giovani ci parlano del mondo legato al sesso e della rivoluzione portata a questo tema dalle nuove tecnologie: quando una delle più importanti esperienze nella formazione dell’individuo può trasformarsi, nel mondo iperconnesso di oggi, in un pericolo reale

S

econdo un’indagine dei ricercatori dell’University of Texas Medical Branch di Galveston, pubblicata sulla rivista Pediatrics, il sexting – ovvero l’invio di messaggi o messaggi sessualmente espliciti attraverso i dispositivi informatici – rappresenta il primo approccio sessuale tra due adolescenti. La profonda rivoluzione prodotta dalle nuove tecnologie ha investito tutti gli ambiti della nostra vita sociale. Ha modificato i rapporti sul piano professionale, ha condizionato le relazioni interpersonali, compresa la sfera intima e affettiva. Tanto che spesso gli adolescenti per approcciare l’altro sesso scelgono appunto internet o un messaggio con il telefonino. In questo nostro secondo approfondimento dedicato al mondo dei giovani, abbiamo esplorato proprio il tema della sessualità, cercando di capire come viene vissuta quest’esperienza che, assieme a tante altre, concorre alla formazione dell’identità dell’individuo.

sostituire un incontro con la persona”. La discussione si fa più animata e controversa quando ci si addentra nel tema “sesso”. Abbiamo chiesto ai nostri intervistati in che modo un giovane viene a conoscenza per la prima volta del sesso. In che modo si avvicina alle prime esperienze. E qui il contrasto tra mondo reale e mondo interattivo, prima appena palpabile, diventa stridente. Per molti, soprattutto persone di sesso maschile, internet la fa da padrone. L’uso di chat e social network per incontrare persone dell’altro sesso è considerato da alcuni

come un fatto normale che accomuna moltissimi coetanei. C’è chi, al nostro quesito, sceglie una via conciliante. “Io mi affido al potere di internet – ci spiega orgoglioso Emanuele –, ma su suggerimento degli amici”. Sullo strapotere della rete, una ragazza ci spiega: “Al giorno d’oggi internet fa la sua parte – commenta –, ma si tratta per lo più di un contatto erotico, a meno che non si vada in siti specificamente porno. In ogni caso credo che l’unica via per venire effettivamente a conoscenza del sesso sia l’esperienza diretta”. “Un adolescente può venire a

VIRTUALE E REALE *

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Lo sguardo fisso sul display. Le dita che scorrono velocemente sui tasti. Un lieve sorriso solca il volto. L’immagine dell’adolescente chino sul proprio telefonino. Forse sta scrivendo un messaggio. È attraverso le nuove tecnologie, le nostre protesi del corpo umano, che i giovani comunicano. E magari si avvicinano anche all’altro sesso, cercano l’anima gemella. Scrivono messaggi a sfondo sessuale, diffondono immagini del proprio corpo. Nascondendosi dietro a uno schermo, quella barriera che separa il virtuale dal reale, credono di superare la propria timidezza o ritrosia. Un’immagine che, tuttavia, di primo acchito sembra non trovare conferma nel nostro sondaggio. Nella stragrande maggioranza dei giovani che abbiamo interpellato, per trovare l’anima gemella prevale il tradizionale contatto vise a vise. Anche nei casi di chi è affetto da timidezza o ha difficoltà ad esprimere i propri sentimenti. “Sono molto timido – ci spiega Diego – però preferisco di gran lunga un incontro dal vivo piuttosto che messaggiare tramite Facebook o WhatsApp. Un incontro diretto è meglio perché non hai uno schermo e una tastiera davanti a te ma hai un essere umano con sentimenti ed emozioni con cui puoi interagire e non stare fermo seduto ad aspettare che visualizzi il messaggio e risponda”. Anche Sabrina concorda. “Preferisco di gran lunga gli incontri dal vivo – dice –. Certo, la chat può essere molto utile per mantenere un contatto più costante, ma non può

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contatto con il sesso in molti modi – spiega Diego –, che vanno dalla rete, agli amici, alla scuola. Tutto sta col partire nella direzione giusta: sapere prima di agire, avere una conoscenza, delle basi che ti possano aiutare è molto importante”.

L’ECCESSO Sballo, eccesso, alcol. Il fine settimana si anima, la serata si infiamma. Oltre a questi elementi anche il sesso può trasformarsi in un combustibile potente per la riuscita della serata. Al pari dell’alcool, anche il sesso può essere considerato dai giovani un elemento indispensabile? E qui le risposte si muovono tutte sulla stessa linea. “Il sesso e il bere alcolici possono essere legati uno all’altro, come no – ci spiega Diego –. In ogni modo il sesso non è un elemento indispensabile per la buona riuscita e il divertimento in una serata”. Più secca la risposta di Emanuele: “Penso che le due cose non siano una in funzione dell’altra”. Anche Sabrina concorda: “Sesso e alcol non sono legati. Ma ho avuto modo di conoscere persone che consideravano il sesso indispensabile, magari associato a un’abbuffata alcolica. Può capitare che in certe serate il sesso vada ad aumentare il divertimento, ma da qui a renderlo necessario ce ne passa molto”.

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Eccessi nella vita reale, ma non solo. Anche nel mondo virtuale si annidano pericoli di cui i giovani molto spesso ignorano le potenzialità. La frequentazione di chat e social network li espone. Sempre più utenti di internet si conoscono sulla rete e alcune di queste conoscenze si trasferiscono nel mondo reale con incontri dal vivo. “Dobbiamo ricordare – ci spiega il Commissario Capo Antonio Scialdone, dirigente del compartimento della Polizia postale del Veneto – che le chat e più in generale il mondo di internet rispecchiano il mondo reale che le ha create. Contengono cultura, informazione, dibattito politico, amore, arte, solidarietà, e soprattutto possibilità di nuove e interessanti amicizie, ma anche mercanti di pornografia, truffatori, terroristi, pedofili, maniaci, come, del resto, la parte del mondo che si articola fuori dal cyberspazio”. Le potenzialità introdotte dalle nuove tecnologie riguardano anche i reati commessi. “Se prima – continua il dirigente della Polizia Postale – il rischio era temporalmente e geograficamente localizzato, ora le persone si trovano in una condizione di pericolo quotidiano e costante, in quanto un


IN COPERTINA dispositivo mobile è connesso alla rete ventiquattrore su ventiquattro. Ecco perché è necessario tenere sempre alta la guardia, anche in considerazione del fatto che le truffe che vengono messe in atto sono sempre più sofisticate”. Tra i fenomeni legati al web c’è il cosiddetto “bullismo sessuale”. Fenomeno ancora poco conosciuto, tra gli stessi giovani, ma che conosce una vasta diffusione. Il termine non indica, come a prima vista può sembrare, uno stupro o una violenza. Si riferisce, in realtà, ad un tipo di bullismo con connotazione sessuale che viene attuato con azioni fisiche, verbali o psicologiche. I comportamenti del bullo comprendono comportamenti provocatori a sfondo sessuale, allusioni sulla reputazione, l'uso di un linguaggio esplicito per umiliare. "Chi mette in atto questi comportamenti – spiega Scialdone – espone la persona interessata di fronte ad una platea che non si limita agli amici di scuola, ma comprende tutto il web e potenzialmente tutto il mondo”. Dispositivi mobili o computer: uno schermo che separa dalla vita reale e che aiuta ad affrontarla. La persona che naviga sul web alla ricerca di incontri o di un'anima gemella sembra dimostrare una minore diffidenza rispetto a quando si muove nella vita reale e una certa facilità a fare cadere tabù e resistenze. “È proprio su questo aspetto che insistiamo negli incontri informativi che promuoviamo nelle scuole – conclude il dirigente della Polizia Postale –. Ricordiamo loro, infatti, che nella vita virtuale e nella vita reale, che sono così permeate tra loro, valgono le stesse regole e le stesse raccomandazioni legate al buon senso”.

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LA PREVENZIONE NON È MAI ABBASTANZA CONSULENZA E INFORMAZIONE. Sono i servizi offerti dal Consultorio Giovani, la struttura che l'Ulss mette a disposizione dei giovani per la definizione di programmi coordinati di educazione alla sessualità e alla procreazione responsabile. Abbiamo contattato l'Azienda Ulss 10 Veneto Orientale per una panoramica sull'attività che essa svolge attraverso il suo Consultorio Giovani. Quanti sono gli utenti che usufruiscono del Consultorio giovani? Nel 2014 si sono rivolti al Consultorio Giovani (nelle tre sedi di San Donà, Jesolo e Portogruaro) 1.550 giovani tra i 14 e i 21 anni. Andando più nel dettaglio: 837 si sono recati personalmente nelle sedi del Consultorio Giovani negli orari di apertura. Ricordiamo che si accede direttamente senza prendere appuntamento (a San Donà il giovedì dalle 14.30 alle 17.00, a Jesolo il martedì dalle 14.00 alle 16.00, a Portogruaro il martedì dalle 13.30 alle 16.00), 558 hanno inviato richieste con sms al cellulare del Consultorio Giovani (al numero 335 6521023, gestito dagli

operatori della sede di San Donà), 124 hanno inviato richieste attraverso Facebook al profilo del Consultorio Giovani, 31 hanno inviato richieste tramite mail (giovani.consultoriosd@ulss10. veneto.it). Quali sono le fasce d’età maggiormente interessate? Il servizio è offerto ai giovani tra i 14 e i 21 anni. La fascia di età che nel 2014 si è rivolta maggiormente è quella tra i 17 ed i 20 anni e rappresenta il 72% del totale. Un’arma importante per la lotta alle problematiche legate al sesso è la

S.O.S. ONLINE Internet è un potente canale di informazione. Un mezzo dove trovare risposte immediate alle proprie perplessità, confrontarsi istantaneamente con persone che condividono la nostra stessa situazione o problema. Con un semplice clic, potremmo trovare risposta anche alle nostre domande sul sesso. Abbiamo chiesto ai nostri giovani quanto la rete sia utilizzata in tal senso come strumento in cui reperire le informazioni. “Come molti coetanei spesso e volentieri ricorro ad internet – spiega Diego –. I giovani usano i motori di ricerca, anche se sarebbe molto meglio una persona in carne e ossa che riesca a far capire il problema al posto di navigare e trovare concetti che a loro volta richiedono un approfondimento. Il rischio è di perdersi in una giungla di informazioni”. Il sesso è vissuto come argomento tabù e molti preferiscono affidarsi ad un confidente estraneo, che vive nella rete. “Usare internet – ci spiega Anna –, è più facile e non ti senti giudicato da qualcuno, se affronti l'argomento con sincerità e interesse”. Ragionamento sui cui concorda un’altra nostra intervistata, che dice: “Internet è una fonte molto rapida e senza censure che può fornire ai giovani tutte le risposte che genitori o altri non sanno come dare, o che loro stessi si vergognano a chiedere”. C’è chi, invece, riconosce il sano e naturale potere dell’amicizia. “Mi sento più a mio agio confidandomi con un’amica – ci spiega una ragazza –, quella che so che non mi giudicherà e che mi aiuterà sempre nelle difficoltà della vita”.

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prevenzione. Ci sono percorsi o progetti formativi che l’Ulss rivolge in modo particolare alle scuole? L'Azienda, attraverso l'Unità Operativa Semplice Promozione ed Educazione alla Salute, realizza degli interventi rivolti alle scuole. In particolare al Consultorio Familiare è affidata proprio la parte riguardante l'Educazione alla Sessualità e all'Affettività. L'obiettivo è proprio quello della prevenzione. Gli operatori del Consultorio (Educatore, Ostetriche, Psicologa e Ginecologa) da anni progettano e realizzano degli interventi rivolti alle Scuole Primarie, Secondarie di Primo e di Secondo Grado. Nell'anno scolastico 2014/2015 sono stati realizzati progetti di Educazione alla Sessualità e all'Affettività in 143 classi (5 della Scuola Primaria, 57 della Scuola Secondaria di Primo Grado e 81 della Scuola Secondaria di Secondo Grado). Tra i giovani c’è maggiore consapevolezza dell’importanza della prevenzione? Nonostante gli interventi che vengono ogni anno realizzati, sembra che non ci sia ancora un'adeguata consapevolezza riguardo alla prevenzione. Nella fascia di età di giovani che si rivolgono al Consultorio Giovani la prevenzione sembra sia un tema ancora troppo lontano. Gli operatori dei tre consultori giovani, in particolare, rilevano che c’è una scarsa percezione rispetto al rischio di malattie a trasmissione sessuale mentre c'è maggiore attenzione rispetto alle gravidanze indesiderate. Non vi è, comunque, una differenza tra maschi e femmine. Il discorso sulla salute sessuale si lega ad un aspetto più complesso che riguarda anche la salute affettiva, psicologica e sociale dell’adolescente. Qual è l’approccio che gli operatori stabiliscono con chi si presenta al Consultorio? L'ascolto e l'empatia sono le modalità utilizzate da tutti gli operatori (ostetriche, ginecologhe, educatore e psicologa) per rapportarsi con tutte le persone che si rivolgono al servizio insieme ad una presenza accogliente, non giudicante e di piena disponibilità. In particolare i giovani apprezzano molto che il Consultorio Giovani opera tutelando la loro privacy. Nello specifico la fascia dei minorenni giudica positivamente il fatto che gli operatori li tutelano col segreto professionale. Si sentono accolti e sanno che, a meno di situazioni particolari, i loro genitori non sono a conoscenza del fatto che si rivolgono al Consultorio. D.V. |


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L'ANDRONE

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Palazzo Pasquale, dal Nievo al lago di Toblino

Situato in Corso Martiri della Libertà, questo antico palazzo ha in sé le storie secolari di Portogruaro. E non solo

Incisione nel portone d'ingresso

N

e Le Confessioni di un italiano, Ippolito Nievo accompagna il protagonista, Carlino, in un palazzo nel centro di Portogruaro, del quale tuttavia non sappiamo né il nome né l’architettura. Negli anni gli storici del posto hanno ricostruito quella vicenda ipotizzando che il Carlino si sia rifugiato a Palazzetto Fratto (in cui soggiornò anche lo stesso Nievo, ospite dello zio materno Augusto Marin) o in alternativa a Palazzo Pasquale. Il dubbio rimane – anche se è assai più probabile che il Nievo conduca il Carlino a Palazzetto Fratto (allora Palazzetto Scarpa) –, e il fascino del mistero letterario pure. L’aneddoto ce lo rivela Francesco Pasquale, attuale proprietario di Palazzo Pasquale (assieme alla sorella Lidia), un grazioso manufatto eretto nella seconda metà del ‘400, sito in Corso Martiri della Libertà, perfetto esempio dell’architettura minore della città, echeggiante la sontuosità e la grazia dei modelli veneziani.

Dipinto su muro, raffigurante il lago di Toblino

LE DINASTIE Ogni casa, ogni palazzo, ogni singola stanza, nasconde un universo di storie, connessioni, intrecci, dinastie. Palazzo Pasquale non è esente da tali alchimie, e rifacendoci ancora una volta al Nodari possiamo ricostruirne le antiche “radici”. La nobile famiglia dei Bettussi vi abita per quasi cinque secoli. Il primo della casata di cui si ha notizia è Nicolaus Bitussij (vissuto alla fine del Cinquecento). Vi è poi Nicolò, che milita sotto le insegne

RICAMBI

GIARDINAGGIO

W VERDI La facciata del palazzo è in muratura. Possiede poi le arcate in laterizio faccia a vista. Tali arcate sono a sesto acuto, o ogivali, tipiche dell’età medievale. Solo le arcate sono in mattoni faccia a vista, poiché per il resto la facciata è intonacata. Sotto l’arco centrale vi è un grande portone, e qui – a metà altezza – vi è un’incisione. “Tempo fa – spiega Francesco Pasquale –, durante i lavori di restauro, abbiamo rinvenuto la seguente incisione: “W VERDI”. È molto probabile che sia di epoca risorgimentale e si riferisca al famoso acronimo “W Vittorio Emanuele Re D’Italia”. Il portone immette in un atrio abbellito da una galleria-mostra del negozio Piccini. Al di là dell’atrio, un tempo si trovavano due calli laterali che davano direttamente alla campagna retrostante. In corrispondenza del piano nobile si aprono cinque fori. Su quello centrale vi è un grazioso balcone. Nel palazzo vi è anche una stanza con un pavimento in stile veneziano risalente al 1700. Come ricorda il Nodari nello Zibaldone Portogruarese: “La casa è priva della scala originaria, la quale, secondo il modello veneziano, doveva essere a due rampe con gli scalini in pieta d’Istria. La perdita risale agli inizi dell’800, quando una parte dell’ala destra dell’abitazione dei Bettussi passò a far parte di quella che allora era dei Barbaro (ora Ziliotto)”. Oggi, con la proprietà degli attuali titolari, i Pasquale, questa suddivisione “a pettine” permane; la stessa proprietà abita la parte corrispondente all’originaria struttura destinata all’attività lavorativa.

dei Savoia e diviene governatore di Verna, morendo nel 1661 “in Portogruaro sua patria” (da Zibaldone Portogruarese). Dopo secoli di proprietà Bettussi, la casa viene venduta ai Borriero, dai quali, nei primi del Novecento, Francesco Pasquale acquista il palazzo che ancor’oggi porta il suo “nome”. “Egli era un capitano di Marina e proprietario del veliero a tre alberi «Angela Maria» – ci spiegano gli eredi Pasquale –. Fu trasportatore di olio e vino dalle Puglie e portatore di

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mercanzie per l’Austria e per altre nazioni d’Europa. Nel 1866 – proseguono gli eredi –, all’età di sette anni, Francesco fu coinvolto nella battaglia di Lissa, uno scontro navale che si svolse nell’ambito della terza guerra di indipendenza italiana. A Portogruaro, più tardi, egli conobbe Angela Moro, che divenne in seguito sua moglie”. Una volta stabiliti qui, i due aprono una trattoria al pianterreno della casa, adottando una cucina innovativa per l’epoca, con pietanze venete e pugliesi. I coniugi Pasquale tengono anche degli alloggi nel caseggiato perpendicolare della corte interna e qui, al pianterreno, vi si trovano le botteghe del panettiere, del verduraio, e così via (non è un caso che fino a pochi anni fa i portogruaresi fossero abituati a camminare nella corte interna del palazzo, nonostante le predette attività commerciali siano chiuse da tempo). Durante la Prima Guerra Mondiale la trattoria – e più in generale il palazzo – diviene passaggio per austriaci e tirolesi. “Due di questi – ci dicono gli eredi – stettero qui per diverso tempo, e uno di loro realizzò anche un dipinto sulla parete del salotto (che ancora oggi sopravvive, ndr) raffigurante il paesaggio circondante il lago di Toblino, che si trova in Trentino Alto Adige”. A chiudere, una particolarità: tra tutti i palazzi portogruaresi di tale specie, Palazzo Pasquale è l’unico a non possedere la “classica” costruzione al centro del cortile. Qui, infatti, la stessa è stata ubicata verso il fondo, e per anni usata come porcilaia, la quale poggiava direttamente sulle mura (gli spalti) della città. Si pensa che tracce di queste antiche costruzioni si trovino ancora oggi in prossimità della stessa via Spalti. S.G. | Questa rubrica è realizzata grazie al contributo di:

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EVENTI

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I Mercoledì Musicali, dalla passeggiata fra le note ai giorni nostri

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Continua il grande successo della manifestazione “simbolo” dell’estate portogruarese, i cui antenati furono “I nuovi venerdì sera”, organizzati per la prima volta nel 1998

L’

estate portogruarese si veste di musica. Sono ripartiti gli appuntamenti della manifestazione estiva portogruarese per eccellenza, che segue la Festa della Musica e precede il Festival della Fondazione Musicale S. Cecilia di agosto/settembre. Quest’anno i Mercoledì Musicali di Città Viva stanno trasformando Portogruaro in una “Città per Cantare”, coinvolgendo il centro storico dal 24 giugno al 5 agosto. Varie location ospitano gruppi musicali dei più svariati generi, dal jazz al rock, dal folk al classico. Ma non c’è solo musica. A fare da cornice alle varie sonorità ci sono le esposizioni di auto e moto, le piste per poter ballare il tango e il liscio, le esibizioni di varie Associazioni sportive e le visite gratuite al Museo della Città. C’è spazio anche per i più piccoli, i quali possono divertirsi sui giochi gonfiabili, con gli artisti di strada, i mangiafuoco, gli spettacoli di body painting e truccabimbi. Tre sono gli eventi novità di quest’anno: il raduno del Vespa Club Portogruaro in Piazza della Repubblica, la sfilata di moda in Borgo San Giovanni e la Mostra di Radio d’Epoca presso la Galleria “Ai Molini”.

ottobre. La formula è sempre la stessa: un dopo cena caratterizzato da musica e intrattenimento per tutte le età. Nel 2006, invece, la Pro Loco decide di valorizzare ancora di più tutte le attività del centro storico portogruarese, spostando le date della manifestazione da fine giugno ai primi di agosto come per

sancire l’arrivo della stagione estiva a Portogruaro. I cambiamenti portano i loro frutti, tanto che viene deciso di continuare con questa soluzione. Negli anni, oltre ai cambiamenti logistici, ci sono stati molti fattori che hanno contribuito alla riuscita e al sempre maggior coinvolgimento della

QUALCHE PASSO NELLA STORIA I Mercoledì Musicali, da anni, sono diventati un appuntamento irrinunciabile per portogruaresi e non. Ma facciamo un passo indietro. Quali sono stati gli sviluppi e le evoluzioni che hanno portato a questo successo? Antenati della manifestazione sono “I nuovi venerdì sera”, organizzati per la prima volta nel 1998 dalla Pro Loco di Portogruaro, presieduta da Marcantonio Bolzicco, nel periodo che andava da agosto ad ottobre. L’obiettivo era quello di dare alla città un motivo per essere visitata e conosciuta dalla gente attraverso la “Passeggiata fra le note”, musica e spettacoli in varie location del centro storico, con i negozi e il Museo della Città aperti. Già alla sua prima edizione, il riscontro fu positivo. Un’idea vincente che ha portato la Pro Loco a voler insistere su questa formula anche negli anni successivi. Nel 2004 i primi cambiamenti. Francesco Olivo, presidente Ascom di Portogruaro di allora, decide di cambiare il giorno della manifestazione, che viene portata al mercoledì sera dello stesso periodo, comprendente agosto, settembre ed

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gente, tra cui l’ampliamento dell’offerta musicale, l’ottima qualità delle esibizioni e il sempre più nutrito intrattenimento di contorno.

UNA SINERGIA CHE FUNZIONA Ad oggi, nonostante il difficile contesto socio-economico, i Mercoledì Musicali di Città Viva non perdono colpi grazie agli appuntamenti in agenda sempre più ricchi e all’insegna del divertimento. “Siamo partiti con il piede giusto – sostiene il neoeletto presidente della Pro Loco di Portogruaro, Alfredo Silvestrini –. Abbiamo ricevuto moltissimi apprezzamenti per la svariata gamma di gruppi musicali scelti e per l’organizzazione in generale. È veramente un fattore positivo, questo, data la difficoltà che la Pro Loco ha avuto nel reperire sponsor e con il cambio in corso d’opera delle cariche all’interno dell’Associazione. Anche quest’anno siamo riusciti a promuovere la città in ambito culturale e sociale grazie al sostegno e alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale e dei vari esercizi commerciali del centro storico”. Rispetto all’edizione precedente, il tempo è stato decisamente più favorevole, consentendo la buona riuscita dell’evento. La formula utilizzata, quindi, è tuttora vincente. Ma una volta ottenuto il successo, si sa, c’è sempre la voglia di migliorare e migliorarsi. Proprio su questo punto, il presidente Silvestrini sottolinea l’esigenza di aumentare le collaborazioni per la massima riuscita dell’evento: “La strada giusta è quella della collaborazione. La Pro Loco dovrebbe includere tutte le varie associazioni appartenenti ai territori del Comune di Portogruaro per poter offrire sempre qualcosa di nuovo, immaginando cosa cerca il turista, senza doppioni e sovrapposizioni. Per fare ciò, sarebbe ideale stilare un unico calendario con tutte le manifestazioni in programma”. Per concludere, il presidente Silvestrini si auspica di poter valorizzare sempre di più il territorio del portogruarese, facendo ottenere a Portogruaro la certificazione di città in cui si vive bene, e organizzando poi il “Natale della Città”, un evento con cadenza annuale durante il quale si festeggia la nascita della città del Lemene. Gloria Morettin |


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LA PAROLA A

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Centro Educativo Montessoriano PRATICHIAMO IL FUTURO

▲ COSA NON VA NEL SISTEMA EDUCATIVO CHE CONOSCIAMO?

I bambini ci urlano il disagio rispetto a un sistema scolastico non in grado di evolvere verso il rispetto della loro natura. Già alla fine del XIX secolo filosofi e pedagogisti indicarono le falle del sistema. Tale disagio oggi si manifesta attraverso disturbi del comportamento, iperattività, avversione verso lo studio, enuresi notturna, mal di testa, scoliosi. La nostra Azienda ULSS 10 ha la percentuale più alta di Disturbi Specifici dell'Apprendimento rispetto alle altre ULSS del Veneto. L'obiettivo del sistema educativo convenzionale è quello di trasmettere conoscenze e comportamenti standardizzati per mantenere gli attuali modelli socio-culturali e gruppi di potere, rallentando così il rinnovamento e i cambiamenti.

■ QUALE ALTERNATIVA?

A differenza della scuola convenzionale basata su metodi volti all'obbedienza incondizionata, all'autorità e adulto-centrici l'educazione attiva considera il bambino protagonista del suo apprendimento; potenzia l'autostima, disintossicandolo dalla dipendenza del giudizio esterno; sviluppa l'autodeterminazione, la conoscenza del sé e l'autonomia, caratteristiche indispensabili per prendere decisioni consapevoli. Il metodo dunque rispetta la crescita naturale del bambino assecondando le tappe evolutive che nonostante siano riconosciute dalle istituzioni scolastiche, non vengono generalemente prese in considerazione nei programmi scolatici.

● IN COSA CONSISTE IL METODO MONTESSORI?

Già nel 1907 nasce la prima casa dei bambini a Roma, da lì si è sviluppata una rete di scuole attive in tutto il mondo, che oggi continuano a crescere a testimonianza di un modo di educare naturale e sensato. Il metodo Montessori offre al bambino uno spazio ricco di stimoli che gli permettono di scegliere l'attività da svolgere. Fondamentale è la presenza di materiale scientificamente studiato atto a sviluppare la coordinazione, la motricità fine e le strutture cognitive in grado di rendere spontanei gli apprendimenti successivi, come l'atto della scrittura. La differenza di fondo sta nel fatto che il bambino impara giocando le competenze e le abilità che gli serviranno per affrontare le conoscenze astratte delle scuole di livello superiore.

A PORTOGRUARO COSA C'È?

È attiva la scuola parentale Colibrì che copre la fascia dai 6 ai 14 anni. Da settembre 2015 il Centro educativo Montessoriano “Pratichiamo il Futuro” offrirà uno spazio dedicato ai bambini dai 3 ai 6 anni, con una Casa dei Bambini studiata per rispondere alla curiosità di scoprire il mondo con le loro mani. Sarà aperto a Summaga in via Treviso 74 dalle ore 07.30 alle 13.00, dal lunedì al venerdì per 11 mesi all'anno. La struttura non offre solo un servizio alternativo alla scuola dell'infanzia, ma si prende cura di tutta la famiglia attraverso doposcuola, laboratori creativi, attività genitore-bambino, incontri con mamme in attesa, musicoterapia per bambini diversamente abili, laboratori teatrali, lettura animata, corsi di educazione ambientale e altro ancora.

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PROFESSIONALITÀ , QUALITÀ E CORTESIA ALL A PORTATA DI TUT TI LA PREVENZIONE DENTALE Quante volte ci siamo chiesti perché curare i denti decidui? Effettivamente il quesito nasce dal fatto che questa dentatura è - come dire - provvisoria, dal momento che è destinata ad essere sostituita dagli elementi permanenti. Le risposte in realtà sono due. Primo: anche i denti decidui sono sensibili e, se colpiti dalla carie, possono essere causa di dolori anche intensi. A proposito, tutte le cure vanno effettuate sotto buona copertura anestetica! Secondo: la dentatura decidua (“da latte”) rappresenta di fatto un apparecchio ortodontico che madre natura ci dà. Gratuitamente. Infatti questi denti sono fondamentali per “guidare” l’eruzione dei permanenti. L’ordine con cui avviene la permuta dei denti decidui non è casuale, ma risulta fondamentale per organizzare

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lo spazio in arcata ed avere un ricambio per così dire ordinato da parte della dentatura permanente. Ecco che allora è fondamentale la PREVENZIONE, che deve interessare i nostri figli, ANCHE SE CON DENTATURA ANCORA DECIDUA. Quella che può apparire come un’azione poco utile (se non superflua) è invece un INVESTIMENTO vero e proprio. Ci farà infatti risparmiare tempo e denaro per curare eventuali elementi cariati, e lo stesso per evitare lunghe e costose cure ortodontiche SICURAMENTE NECESSARIE in caso di estrazioni precoci o carie devastanti su denti “da latte”. Senza considerare i disagi (e i dolori!!!) risparmiati ai nostri figli. Ma quali sono i principali mezzi di prevenzione a disposizione? Sostanzialmente due: il FLUORO e le SIGILLATURE.

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Il fluoro è un sale minerale che rinforza lo smalto dei denti, rendendoli PIÙ RESISTENTI all’attacco della carie (non invulnerabili!!). È contenuto in alcuni alimenti ma soprattutto nei dentifrici. È quindi indispensabile che i nostri figli utilizzino con regolarità il dentifricio per lavarsi i denti. Le sigillature sono delle applicazioni di resina adesiva che copre il dente nei punti più esposti al rischio carie: i solchi, presenti sulla superficie masticante (occlusale). Finché la resina aderisce al dente, questo sarà protetto dalla carie. Naturalmente, il nostro dentista di fiducia saprà consigliarci i tempi ed i modi più opportuni per applicare questa protezione, oltre a darci consigli sull’assunzione corretta di fluoro.

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LA PAROLA A

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Comune di Concordia Sagittaria

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Società per la gestione della Farmacia Comunale

La FARMACIA COMUNALE, situata a CONCORDIA SAGITTARIA in Piazza Matteotti 15, mette a disposizione tutte le proprie conoscenze farmacologiche, tecniche e scientifiche, offrendo ai propri clienti i farmaci migliori. La FARMACIA COMUNALE è aperta dal lunedì al sabato, in fasce orarie diverse dalle altre farmacie, per venire incontro alle esigenze anche di chi lavora. Qui è possibile trovare farmaci classici, prodotti omeopatici, fitoterapici, integratori alimentari, dispositivi medici, dermocosmesi, sanitari, prodotti medicali, prodotti per l’infanzia, prodotti veterinari, prodotti dietetici, e molto altro ancora. All'interno della farmacia comunale troverete un team di esperti farmacisti che sapranno ascoltare e accogliere ogni

vostra richiesta con grande professionalità ed efficienza, aiutandovi a risolverla. La FARMACIA COMUNALE ha ritenuto fondamentale qualificare il suo ruolo di Servizio Pubblico, non solo distribuendo i medicinali, ma offrendo anche altre attività ed altri servizi volti a soddisfare i più svariati bisogni di salute dei Cittadini, quali: misurazione della pressione arteriosa, autoanalisi del sangue, intolleranze alimentari, fiori di bach, check-up della pelle e del capello, servizio di prenotazione ospedaliere - servizio CUP, sportelli di consulenza gratuita, screening oncologico, fornitura di ossigeno per terapie domiciliari, monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore (Holter Pressorio), rilevazione delle dispnee notturne (sleep monitor).

Lo spirito che anima la nostra farmacia non è solo quello di rispondere alla richiesta diretta del Cittadino, ma, soprattutto, di essere sempre al suo servizio. I NOSTRI SERVIZI (*gratuiti) * CUP (Centro Unico Prenotazioni visite ed esami specialistici) * Sportello di consulenza (psicologica, dietetica e alimentare, omeopatica e medicina naturale * Misurazione della pressione arteriosa • Test autoanalisi del sangue • Test autoanalisi intolleranze alimentari • Test autoanalisi Fiori di Bach • Preparazione Fiori di Bach * Check-up computerizzato della cute e del capello • Scontrino parlante • Informazioni sul farmaco

tre Le nos ni zio promo

• Noleggi apparecchi (aerosolterapia - bilance per neonati - tiralatte) • Fornitura di ossigeno per le terapie domiciliari * Farmacovigilanza * Consulenza ai Celiaci • Laboratorio per le preparazioni Galeniche • Fitoterapia • Dermocosmesi * Screening oncologici • Holter pressorio NOVITÀ • Sleep-monitor NOVITÀ • Misurazione gratuita dell’udito (Istituto Acustico PONTONI srl)

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FUORISCENA

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“Quando non sono a Venezia mi manca non poter vedere l’orizzonte” Intervista all’attrice Ottavia Piccolo, protagonista al Russolo con “7 minuti”. L’ingresso a teatro a dieci anni con i grandi maestri. Un rapporto privilegiato con il palcoscenico, lontano dai clamori dei social

L

avoro e diritti sul palcoscenico. Una storia di lotta e rivendicazione, ispirata ad un fatto di cronaca accaduto in una fabbrica francese. Va in scena “7 minuti” di Stefano Massini per la regia di Alessandro Gassmann. Sul palco la “pasionaria” del teatro, Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, che sostiene le operaie nella lotta contro la prospettata riduzione della pausa pranzo. Incontriamo l’attrice in occasione della messa in scena dello spettacolo al Teatro Russolo di Portogruaro che si è tenuta lo scorso 29 gennaio. Siamo nel 1998. Un gruppo di operaie di una fabbrica francese si riunisce per decidere se accettare la riduzione di sette minuti nella pausa. Perché questo fatto di cronaca si prestava ad essere portato in teatro? Quando due anni fa Stefano Massini ha scritto la drammaturgia, ha toccato un argomento che era nell’aria. Nello spettacolo si parla di lavoro e di diritti, un tema capace di grandi sommovimenti. Mi sembra che in questo momento storico il lavoro sia uno dei temi principali che infiammano il dibattito pubblico e la nostra vita quotidiana. Qual è il messaggio di fondo che “7 minuti” vuole dare al pubblico? Una rivendicazione dei diritti? O cos’altro? Non c’è solo l’aspetto della rivendicazione. C’è una forte attestazione che i diritti sono una cosa importante per cui bisogna lottare, ma emerge anche altro. Le varie anime che esprimono le lavoratrici sono tutte condivisibili: c’è la persona più intransigente, c’è chi invece è disposta a cedere qualcosa per paura di perdere il posto di lavoro. Nello spettacolo c’è anche la lavoratrice straniera che, alle colleghe preoccupate per la possibile riduzione di un diritto sacrosanto come la pausa, replica: “Voi cominciate a capire adesso cos’è la paura!”. Ecco, la paura non legata solo alla perdita del lavoro, ma a qualcosa di più profondo, ci dice questa donna. Nello spettacolo lei incarna il metodo della ribellione per portare avanti un’ideale di giustizia e diritto al lavoro. Si identifica in questo ruolo di madre coraggiosa, fa parte del suo carattere? Diciamo di sì. È nelle mie corde di donna molto attenta a quello che succede intorno. Non sono mai stata una barricadera, ma ho cercato sempre di difendere i miei diritti e quando posso quelli di chi mi sta a fianco. Il personaggio di Bianca, che interpreto, presenta molte facce. Non è una donna integralista, sorda alle richieste altrui, ma capisce che ci sono problemi insormontabili per il momento storico nel quale sta vivendo.

Com’è stato lavorare con Gassmann regista? Sono molto contenta del lavoro che ha fatto con noi attrici e del suo metodo, che è quello di portarci in scena subito e di discutere sui personaggi man mano che li costruiamo. Ci ha lasciate libere di lavorare sul personaggio. Nelle note di regia Gassmann scrive che il teatro è un luogo di denuncia. È d’accordo con questa definizione? Più che di denuncia, direi di approfondimento. Il teatro dovrebbe aiutare ad approfondire gli argomenti e a discuterne, non limitarsi solo a una pura esposizione del problema. Siamo abituati ad una società che tende a semplificare, a dare dei messaggi immediati. Nel testo una lavoratrice dice: “Ma la tua è un’idea. Le idee sono

una cosa di aria. Bisogna ragionarci: io non voglio, voglio solo fatti”. Ecco, appunto, penso che il teatro aiuti a far diventare le idee qualcosa di concreto.

ne della mia età quando ero ragazzina. Mi è mancato il gruppo, lo stare assieme ai coetanei per andare ai concerti o fare le marachelle.

Quando ha iniziato a interessarsi di teatro? Ho cominciato da piccolissima, a dieci anni. Un amore nato per caso, proseguito senza che me ne accorgessi. Da passione si è trasformato in lavoro, che però non ho scelto. È stato il teatro a scegliere me. Con l’età ho capito che era il mio mestiere e che mi piaceva raccontare delle storie.

Luchino Visconti, Giorgio Strehler, Luca Ronconi: tre grandi maestri che ha conosciuto. Cosa le hanno insegnato? Visconti il grande amore per il teatro e per i ferri del mestiere. Strehler il metodo per affrontare il testo, la costruzione del personaggio. Ronconi l’analisi del testo, l’approfondimento linguistico.

Le è pesato staccarsi dalla famiglia in giovane età, per seguire una passione? Mia madre mi ha sempre sostenuto. L’unico rimpianto, ad essere sincera, è quello di non aver frequentato perso-

Nel 2014 ha ricevuto un importante riconoscimento per la sua carriera. È stata nominata membro onorario del corpo accademico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. È stato molto gratificante ed emozionante. Purtroppo dopo la nomina non ho avuto più modo di fare nulla. Volevo organizzare un evento assieme ai colleghi che si occupano di teatro, ma sono rimasta assorbita dagli impegni. Spero di riuscirci quest’anno. Quanto è importante la lettura nella sua vita? Sono una grande lettrice, ma “disordinata”. Leggo di tutto. Poi quando mi affeziono ad un autore, cerco di leggere tutto ciò che ha scritto. Sono rimasta molto colpita dal libro “La Famiglia Karnowski’ di Israel Joshua Singer, che racconta la storia di una famiglia ebrea di origine polacca. Un romanzo storico molto illuminante che ripercorre la vita di tre generazioni. Qual è il suo rapporto con la natura? Preferisce la tranquillità o la vita mondana? Vivo al Lido di Venezia, un posto dal sapore magico nonostante tutti i problemi che affliggono questa città. Tutte le mattine faccio un’ora di passeggiata sulla spiaggia col mio cane. Estate o inverno, è un rito quotidiano. Ho bisogno di questo contatto con la natura che mi rigenera. Ciò che mi manca, quando non sono a Venezia, è non poter vedere l’orizzonte. È una cosa che mi mette malinconia. Viviamo in un mondo iperconnesso. Isolarci per ritrovare un po’ di pace significa spesso abbandonarci tra le braccia dei social network. Pensa che il rapporto con le nuove tecnologie sia fondamentale nella nostra vita? Utilizzo poco la mail, ma non ho Facebook e non sono su Twitter. Li ritengo una gran perdita di tempo. Se voglio parlare con qualcuno alzo il telefono e lo chiamo oppure vado a prendere un caffè. Se sento il bisogno di dire qualcosa, mi rivolgo alle persone vicine. Non capisco il bisogno di condividere con il mondo ciò che penso in un determinato momento. Vito Digiorgio |


CONCORSO SCOLASTICO

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Il Corriere (elettronico) del Portogruarese Vi presentiamo i lavori dei tre vincitori della II edizione del Concorso Scolastico indetto dalla Fondazione Santo Stefano Onlus e dedicato alle Scuole secondarie di primo livello del Portogruarese. Scopo del concorso è l’uso consapevole di internet, delle immagini e dei testi sul web (tutti i lavori sono pubblicati sul blog: www.fondazionesantostefano.it/ilcorriere). Nella giornata di premiazioni, svoltasi lo scorso 23 maggio al “Cinema Teatro Pascutto” di San Stino di Livenza, hanno partecipato più di 150 studenti, i quali si sono avvicinati ai temi cari alla Fondazione: ambiente, sociale, cultura.

UNO SCRIGNO D’ARTE IMMERSO NEL VERDE: LA CHIESETTA DI VALLE TAGLI DI CAORLE

Post della IIIª A - Scuola media “A. Fogazzaro” La Salute di Livenza. 1º classificato Tra i vari monumenti artistici e ambienti naturali di San Giorgio di Livenza, uno è particolarmente amato. È la Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Valle Tagli. Si trova in una zona un po’ lontana dal paese, immersa nel verde, è piccola e semplice. L’esterno ha le caratteristiche di una chiesa romanica: ha un piccolo porticato, sulla sinistra è collocato il campanile. Sulla facciata a capanna si apre un bellissimo rosone in pietra bianca. Le decorazioni interne richiamano la basilica di San Clemente a Roma, una chiesa prima paleocristiana e poi romanica: ci sono delle somiglianze nei motivi decorativi geometrici dell’arco, nelle colonne, nelle trifore delle finestre e nella scritta in oro sul fondo azzurro sopra l’arco dell’abside. Alcune decorazioni invece ricordano un’altra chiesa di Roma: la chiesa di Sant’Agnese, che all’interno presenta decorazioni bizantine. La chiesa di Santa Maria degli Angeli è stata voluta e fatta costruire da Carlotta Prosdocimi Romiati. Appassionata d’arte e brava pittrice Carlotta ha personalmente dipinto le pareti della chiesetta utilizzando tecniche pittoriche come l’affresco, la pittura a secco e tempere a olio, creando all’interno della chiesa un’atmosfera molto suggestiva. L’amore di Carlotta Prosdocimi per l’arte la vedeva interessata a molti periodi artistici, in particolare alle tendenze pittoriche dell’ultimo ‘800, e alle nature morte del ‘600 e ‘700. Questa chiesetta è stata inaugurata nel 1941 e rimasta aperta alla popolazione fino alla metà degli anni ’90. In seguito ha conosciuto un periodo di abbandono e un lento degrado. Finalmente dopo un periodo di restauri, a spese degli eredi della famiglia Romiati, è tornata agli antichi splendori. Durante le “Giornate FAI di primavera”, nel marzo 2014 è stata riaperta al pubblico. Per visitarla oggi , bisogna chiedere il permesso, ma è senz’altro una visita da fare per chi è appassionato d’arte.

CINQUE SECOLI DI STORIA: LA CHIESA DI SAN MARCO A CORBOLONE

Post della IIIª A - Scuola media “G. Toniolo” di San Stino di Livenza. 2º classificato La chiesa di San Marco Evangelista a Corbolone riserva una gradita sorpresa al visitatore appassionato d’arte per

l’inaspettato tesoro che si conserva al suo interno. La sua storia ha inizio il 29 maggio del 1514 quando, sotto la guida dei maestri costruttori Giorgio e Bernardino da Crema, fu posta la prima pietra della nuova costruzione che andava ad inglobare l’antica cappella dell’Annunciata edificata nel 1459. Entrando dall’ingresso principale si può ammirare l’elegante semplicità dell’interno arricchito da numerose opere. Partendo da sinistra troviamo l’affresco raffigurante il profeta Baalam attribuito al Pordenone. Subito dopo si trova la cappella dell’Annunciata dove archi dipinti incorniciano sette immagini di sante. Dietro l’altare si trova un’importante pala rinascimentale di scuola veneta che rappresenta S. Marco in trono tra San Sebastiano e San Rocco. Non meno notevole è la Pietà in terracotta policroma di fine ‘500. Sulla parete destra verso l’uscita si incontra

l’affresco di Pomponio Amalteo raffigurante San Rocco. L’edificio sacro ospita anche la sepoltura del musicista barocco Giovanni Sebenico nato a Corbolone intorno al 1640. La chiesa e le sue opere hanno preso nuova vita grazie alla sensibilità e all’impegno dimostrati nel corso degli anni dai corbolonesi. Il tempo infatti aveva causato numerosi danni alle strutture e al patrimonio artistico ma gli abitanti, per i quali la chiesa è sempre stata un forte simbolo di appartenenza, si sono prodigati per far rivivere questo gioiello. È stato quindi grande motivo di orgoglio e di gioia per la Comunità di Corbolone celebrare nel maggio 2014 il quinto centenario della posa della prima pietra con grandi festeggiamenti ed eventi culturali, che sono stati anche un’importante occasione per coinvolgere i giovani e trasmettere loro la passione per la storia e il patrimonio artistico locale.

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UN GIOVANE BOSCO CRESCE

Post della IIª A - Scuola media “G. Toniolo” di San Stino di Livenza. 3º classificato Nel marzo del 1995 iniziarono gli interventi sui terreni di Bandiziol e Prassacon per ricostituire il bosco originario. Con le nuove piante sono ritornati anche gli animali che popolavano questo territorio prima delle opere di bonifica. Nella ricostruzione è stata realizzata un’area umida, una volta chiamata “bassone”, permettendo così di ricreare l’habitat naturale di varie specie di uccelli. Nel laghetto, che ha diverse profondità, sono presenti aironi, garzette, pivieri, germani e alcune tipologie di anatre. Sono state anche create delle zone dove gli uccelli possono nidificare o alimentarsi. Le piante, per le quali non è prevista alcuna manutenzione, sono lasciate crescere in modo naturale. Sono presenti soprattutto la Farnia, il Carpino Bianco, il Nocciolo e l’Acero Campestre. Nel bosco si trova anche il Cason del Bandiziol, costruito a scopo turistico– ricreativo, culturale e didattico. Si tratta di una struttura a tre piani, di cui uno seminterrato che permette di osservare direttamente la vita sott’acqua degli uccelli, dei pesci e delle piante del laghetto da apposite finestrelle; il piano terra è destinato invece al ricevimento dei visitatori; dal primo piano infine si può ammirare la distesa d’acqua senza disturbare gli animali. Il bosco è di proprietà del Comune di S. Stino di Livenza ed è gestito dall’Associazione naturalistica “Il Bosco di S. Stino”. Negli ultimi anni questo luogo è diventato sede di iniziative di vario genere come escursioni guidate, alla scoperta di piante ed animali, concerti, rappresentazioni teatrali, concorsi fotografici, biciclettate ed eventi a tema come la “Caccia al Tesoro Botanica” per scoprire la biodiversità, il “Manifesto serata astronomica” per ammirare il cielo di agosto con le stelle cadenti, la lettura delle opere del poeta Romano Pascutto, nel centenario della nascita. Lungo i sentieri del bosco si possono ammirare inoltre le sculture in legno dell’ artista sanstinese Tiziano Panzarin che qui trova ispirazione per opere che vogliono dare importanza al significato della natura e della vita.


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UN CAFFÈ AI MOLINI

luglio/agosto 2015

Bellezza è cura di sé Secondo Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”. Oggi la bellezza è un modo di amarsi e di raggiungere il benessere interiore fatto di autoaccettazione e consumo responsabile

bello ha spesso una connotazione negativa, poiché associato alla pura forma, contrapposto alla più pregnante sostanza. Ma facendo un passo indietro nella storia si apre una prospettiva completamente diversa in cui il ‘bello’ aveva la stessa dignità del ‘buono’; nella cultura dell’antica Grecia il completo ed armonioso sviluppo di un essere umano era sancito dalla definizione kalos kagathos, crasi di due parole: kalos (‘bello’) e agathos (‘buono’). Tali aggettivi qualificavano il completo raggiungimento del valore morale di una persona, contemporaneamente etico ed estetico, suggerendo con una solida chiarezza che ciò che è bello è necessariamente anche buono. Questa nozione non così banale può essere mutuata dalla cultura ellenica e adattata, attraverso le dovute attualizzazioni, all’accezione che diamo oggi alla bellezza come “cura di sé”. Dedicarsi alla bellezza è spesso considerata una prassi superficiale, ignorando completamente l’importanza che l’estetica ha nella percezione psicologica di se stessi. La cura di sé rappresenta una pratica di esaltazione delle proprie caratteristiche fisiche, fatte di pregi ma più spesso di difetti, che possono essere corretti oppure esaltati, in un’ottica di riconoscimento del proprio valore intrinseco e di autoaccettazione per quello che si è. Il completo abbandono della cura del proprio aspetto fisico, così come, all’opposto, l’ossessiva atten-

zione in questo senso tradiscono una sorta di disagio, di rifiuto di quello che si è all’interno. Negli ultimi anni anche il concetto di bellezza, nell’accezione di cosmesi, si è notevolmente evoluto in questo senso: se in passato la cosmetica era una tecnica utilizzata per coprire e correggere una fisicità non aderente a canoni di bellezza universalmente riconosciuti, oggi i professionisti del settore tendono a considerarla come un metodo per valorizzare le doti naturali di una donna, non cercando più di adattarla a regole imposte ma piuttosto educando le donne, ed in misura sempre maggiore anche gli uomini, ad accettarsi nella propria sublime spontaneità. Proprio in questo senso, a ridosso dell’estate, periodo in cui attraverso una sovraesposizione del corpo viene messa maggiormente alla prova l’autostima, e quindi per estensione l’accettazione di

sé, gli esperti offrono consigli per esaltare il proprio aspetto in maniera sana e consapevole. Ad esempio Michela, della storica Profumeria Mina di Concordia Sagittaria, ci tiene a sottolineare come l’estate sia un periodo davvero delicato per la pelle, soprattutto per quanto riguarda la salute e la prevenzione: “Il sole può essere davvero pericoloso, specialmente senza i corretti provvedimenti. È necessario esporsi al sole responsabilmente, evitando le ore centrali del giorno, attraverso un’esposizione graduale e progressiva che non

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traumatizzi il corpo, utilizzando dei filtri solari alti o medio-alti, possibilmente senza mai scendere sotto un SPF 15”. La pelle è il nostro filtro dal mondo, ci protegge dalle aggressioni climatiche e mantiene l’equilibro, interno ed esterno; proprio per questo motivo è essenziale mantenerla “bella”, nel senso di “sana”, in grado di garantire tutte le sue funzionalità. Michela suggerisce di abbondare anche con prodotti doposole restitutivi, capaci di riparare la cute fortemente debilitata dal calore e dai raggi solari: “È opportuno intensificare l’uso di maschere idratanti sia prima che dopo l’esposizione al sole: l’idratazione è indispensabile per evitare che questa si danneggi e garantisce un rinnovo cellulare efficace come quello della pelle dei bambini”. Efficace è anche una corretta preparazione al sole; secondo Michela “Sono assolutamente da evitare le lampade che inducono uno stato di sofferenza alla pelle. Meglio puntare su dei preparatori, ovvero dei prodotti formulati specificamente per attivare la produzione di melanina, responsabile dell’imbrunimento della pelle, garantendo l’equilibrio cutaneo e l’idratazione. Contestualmente, nei giorni precedenti al mare, mai dimenticare di effettuare un’esfoliazione costante, favorendo il rinnovamento cellulare e l’ossigenazione dei tessuti, una piccola routine capace di dare risultati inaspettati e da mantenere anche nelle settimane successive al rientro dalle vacanze per prolungare l’effetto di luminosità sulla pelle”.

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ell’accezione moderna il concetto di bellezza è associato ad uno stato fisico: la bellezza è una percezione che si ha della realtà, caratterizzata da regole di proporzione che trasmettono un senso di armonia. La bellezza è una pura manifestazione di leggi non scritte ma universalmente condivise, che cambiano a seconda dell’epoca, rispecchiandone l’attualità. Nella moderna quotidianità l’idea del

Ritaglia questo buono!

A proposito della preparazione Michela invita anche ad effettuare dei cicli di trattamenti, sia a casa propria che affidandosi a mani esperte: “In quest’epoca in cui abbiamo già tutto, può diventare interessante regalare dei trattamenti invece che degli oggetti, dei momenti per dedicarsi a sé, alla propria cura, attraverso massaggi drenanti, tonificanti o anche solo rilassanti, che rendono più belli fisicamente ma anche moralmente perché ci fanno sentire meglio”. Bellezza non è quindi solo un modo di apparire o di essere percepiti, ma è anche (e soprattutto) un modo di sentirsi bene, di accettarsi, di curarsi in prima battuta del proprio fisico e di conseguenza del benessere interiore. Giulia De Luca |


L'ACQUOLINA IN BOCCA

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Oggi mangio crudo Il “Made in Italy” negli insaccati è di fondamentale importanza. Ma attenzione: spesso anche le carni straniere possono fregiarsi di questo titolo. Vediamo il perché lavorati in Italia. È evidente, però, che si tratta di un’italianità solo apparente e spesso pericolosa perché di quella carne non si conosce la tracciabilità, l’origine del suino e l’ambiente in cui è stato allevato e nutrito. Ricordiamo, a tal proposito, che non molto tempo fa in Germania è scoppiato lo scandalo dei maiali alla diossina perché nutriti da mangime derivante dalla trasformazione della spazzatura, e anche in Belgio si è scoperto che per anni hanno alimentato i maiali con mangimi mescolati ai fanghi delle fogne (fonte: Nils Klavitter, giornalista del settimanale “Der Spiegel”). Di recente ho seguito un interessante reportage televisivo in cui è stata documentata una situa-

zione sconvolgente pure nella nostra pianura padana, in cui: “…dentro a immensi capannoni si cela un orrore di fronte al quale molti di noi hanno deciso di chiudere gli occhi…”. Parliamo di allevamenti intensivi fuori legge dove i maiali nascono, crescono, sono sottoposti all’ingrasso, in situazioni di sovraffollamento e in pessime condizioni igieniche. Purtroppo l’industria della criminalità nidifica anche tra le eccellenze alimentari del “Made in Italy”, e spetta alla giustizia intervenire e prevenire questi atti criminosi, colpendo severamente questi allevatori che speculano sulla nostra salute e rovinano l’affidabilità della maggioranza di allevatori onesti che

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li scorsi 8-10 maggio, durante la manifestazione di enogastronomia tipica Terre dei Dogi in Festa, la Pro Loco di Portogruaro e le Confraternite Enogastronomiche del Triveneto UCET hanno allestito “La Corte del gusto”, uno spazio dedicato alla degustazione delle migliori eccellenze gastronomiche della Venezia Orientale, finemente preparate da noti chef locali, abili artisti nella scelta dei formaggi tipici e dei raffinati insaccati a “chilometro zero”, quali il culatello, la sopressa con filetto, la lonza lardata, il salame a punta di coletto, la porchetta veneta,… prodotti gastronomici, questi, preparati da un’azienda agricola locale con carne di suini di filiera nostrana, cresciuti per “due agosti” con alimenti naturali, che non contengono né conservanti né coloranti, tra cui il tanto temuto nitrato di potassio: il conservante che nel nostro organismo si trasforma in sostanza cancerogena. Questi salumi vanno, a buon diritto, ad annoverarsi tra i cosiddetti firmatari del “Made in Italy”, vale a dire insaccati salutevoli e di sostanza. Va detto, tuttavia, che ci sono decine di affermate aziende che producono insaccati a livello industriale, come nel caso del prosciutto crudo, associate a Consorzi che sottopongono il prodotto ad una rigida disciplina di controllo per ottenere una certificazione di qualità con il marchio di garanzia a dop e igp: prosciutto di Parma dop e di Modena dop, di San Daniele dop, Il Berico - Euganeo dop, Jambon de Bosses dop Valle d’Aosta, di Norcia igp, di Sauris igp, il Toscano dop, il Crudo di Cuneo dop, di Carpegna dop. Sono tutti prosciutti crudi stagionati con un loro specifico disciplinare che riguarda il metodo di preparazione di cosce di suini nati, cresciuti, allevati e macellati nel territorio di alcune specifiche regioni italiane, e riportano caratteristiche organolettiche ben definite, apprezzate in tutto il mondo. Quando andiamo a fare la spesa, al banco dei salumi dei supermercati ci si trova dinanzi a un’ampia scelta di prosciutti di suino, non soltanto i classici marchiati dop e igp - che hanno un loro prezzo adeguato -, ma molti altri sui quali sventola il tricolore del “Made in Italy”. Questi, solitamente, hanno un’ampia forbice di prezzi in discesa. Molti clienti, invogliati da questo elemento di non poco conto, vi si orientano, ritenendoli prodotti artigianali dal minor costo. Sono indicati come prosciutti di montagna, nostrani, del contadino, dell’artigiano, ma dei quali, a differenza dei dop e igp, non si conosce la loro provenienza. Questi “crudi”, spesso di origine straniera, secondo la legge italiana possono comunque fregiarsi del titolo di “Made in Italy”, basta che gli stessi vengano

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rispettano i disciplinari dei Consorzi, curano il benessere dell’animale e lo sottopongono a costanti ed accurati controlli sull’igiene e sulla sua salute. Io stesso ho avuto modo di visitare degli allevamenti intensivi nel nostro territorio e di constatare che i suini sono cresciuti in ambienti puliti ed alimentati seguendo una corretta dieta prevista dal rispettivo disciplinare di produzione del prosciutto, a base di cereali nobili e siero di latte. Quindi mi permetto di dare un consiglio: state attenti nella scelta dei “crudi” e ricercate sempre i prodotti che garantiscono qualità e che ben conoscete. Semmai il problema fosse il loro costo, acquistatene meno, ma non rinunciate ad un prodotto che ha le caratteristiche di eccellenza e di salubrità. Il prosciutto crudo naturale ha un alto valore nutrizionale ed una facile digeribilità: è indicato in qualsiasi dieta. È componente ideale per la dieta degli sportivi, dei bambini, degli anziani e anche in quelle ipocaloriche. È un’ottima fonte di proteine nobili e di alta qualità, di vitamine (in particolare: vitamina B1, vitamina B2, vitamina B6, vitamina PP) e di minerali, soprattutto il fosforo, lo zinco ed il potassio. È antipasto ideale in un pranzo, accompagnato da un calice di vino Sauvignon o Lison Classico. Leandro Costa |

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ROMANZO D'APPENDICE

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QUARTA PUNTATA

L'ombretta perfetta Riassunto delle puntate precedenti Tutto per una scommessa. Quella che Francesco Perini, detto Malattia, ha fatto con i quattro fratelli Sorgon, il giorno che hanno messo in dubbio la qualità delle ombre della Gilda, proprio sotto lo sguardo e sotto le tette della barista per la quale Malattia nutre un amore segreto. La scommessa ha a che fare con l'idea di girarsi una ad una le osterie più vecchie della zona, per assaggiarle tutte le ombre degli altri, dimostrare ai Sorgon che l'ombretta della Gilda è per davvero la migliore, che è l'ombretta perfetta. Nelle puntate precedenti Perini è stato Al Cavallino, Ai Tre Scalini, A l'Ombra de La Tore, Al Vecchio Bacaro (Portogruaro) e all'Hostaria da Fanio (Concordia Sagittaria).

P

erini ci ha messo una buona mezz’ora per arrivare a Caorle e lungo la strada il suo Califfone ha sbandato un paio di volte, sebbene il vento in faccia gli abbia smussato gli spigoli della sbronza. Quando approda fra i tavolini all,aperto dell’Enoteca Enos è come un sopravvissuto. Isidoro Silvestrini, che cinquant’anni fa ha fondato il locale, si avvicina al tavolo appoggiato al bastone di legno, gli occhialini in punta di naso, osservando Malattia che tiene le palpebre chiuse rivolte al sole tiepido. «Desidera?» gli domanda. Francesco Perini, colto di sorpresa, senza riflettere, la bocca impastata, la testa calda, risponde: «L’ombretta! L’ombretta perfetta!». E Silvestrini, che un trentennio fa hanno nominato Cavaliere del Lavoro perché il suo lavoro lo sa fare bene, si incuriosisce. Prende posto accanto a Malattia, alza una mano verso il figlio Umberto, ordina da bere. «Due Verona» dice. «Verona?» domanda Perini. «Roba d’altri tempi: quello che avanzava dai fiaschi di bianco e di rosso si versava insieme. Somiglia al bardolino, al chiaretto veronese». Malattia annuisce. Deposita sul tavolo la penna e il foglietto, piegato, coi voti ai vini che ha assaggiato nelle altre osterie. «Comunque se cerchi l’ombretta perfetta sei capitato bene. A bere qua c’è stata gente importante» dice il Cavaliere sfilando dalla tasca dei calzoni un’agendina rossa gonfia di nomi, cognomi e numeri di telefono annotati negli anni con una calligrafia sottile. «Il Barone Franchetti, padrone delle Valli di San Gaetano e amico di Hemingway. Il professor Tullio De Rosa, uno dei più importanti enologi italiani. Il sindaco di Stoccarda nonché figlio del generale tedesco Erwin Rommel, noto anche come “la volpe del deserto”...». I due bicchieri arrivano. Li porta la moglie di Silvestrini, Annalisa Vio, giusto per controllare la situazione. E, come arriva, il Cavaliere prende il bicchiere e sembra dimenticarsi di colpo della volpe e dell’agendina. «Io sono di Blessaglia. Venivo a Caorle da garzone, a portare liquori. Poi

un giorno l’ho vista» confessa a Perini guardando, ancora innamorato, la moglie che torna verso il bancone. «Lavorava come barista alla Pensione Gallo di Rio Terà. L’ho incontrata lì. E

non sono andato più via...». Isidoro Silvestrini solleva il bicchiere, lo stringe fra le dita affusolate con cui un tempo suonava Chopin al vecchio pianoforte dell’enoteca.

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«Alla vita!» brinda. «Alla vita...» replica Malattia di slancio. Il Verona è buono. Allunga una mano sul foglietto per segnare un giudizio ma il Cavaliere lo trattiene. «Per valutare bene ne devi assaggiare almeno un altro. Offre la casa». Fa un cenno alla figlia Arianna che passa di là con un vassoio. «Un tempo si beveva di più» aggiunge. «Oggi invece la gente vuole bere bene, come te, vuole ricordarsi di quello che beve». E Perini lo ascolta in silenzio. Ubriaco, incantato, emozionato, forse addirittura felice. «Una volta i pescatori quando portavano i soldi alle signore cercavano di imbrogliarle, tenersi da parte qualcosa. Poi dopo la messa li vedevi tutti qui a bere: il Lilo, Remaio Ruzza, il Boia Sie, Richeto Pagnoca, c’erano tutti e sempre in allegria, perché il vino non porta mai discordia. E sai perché si beveva più di oggi? Vuoi sapere perché una volta la quantità contava più della qualità?». Malattia scuote la testa per dire di no e perché vuole sentirlo da lui. «Perché a nessuno interessava ricordarsi di quello che beveva: si beveva solo per dimenticare i momenti difficili, sperare in qualcosa di meglio». Il secondo giro di Verona arriva al tavolo. Perini sente l’alcol che gli ammorbidisce il cuore, lo impregna come una spugna di mare. E a farci caso nell’aria si sente forte, salire dalla spiaggia, l’odore del mare. «Alla vita...» sussurra ancora il Cavalier Silvestrini. Massimo Cuomo |

Questa storia è liberamente ispirata al romanzo Piccola Osteria senza Parole, in tutte le librerie anche in edizione tascabile (9 euro). www.massimocuomo.com


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H E R I P A M A R E

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S N E S A L I R E O

ORIZZONTALI 1. Priva di rumori - 9. Dopo set e prima di nov - 12. Una provincia siciliana - 13. Maniglie - 15. Associa turisti nazionali (sigla) - 17. Lo è la poesia pastorale - 18. Fine della storia - 19. Sacerdote (abbr.) - 21. La stella più brillante - 22. Un complesso di collaboratori - 26. Nave a vapore - 28. Salerno - 29. Il re della Tavola Rotonda - 30. Il quesito posto - 31. Iniziali della Cavani - 32. Tipo di rampa...per pericolosi ordigni - 34. L’ “opera” in TV - 36. Io allo specchio - 37. Lo Stato con Mogadiscio - 38. Oscura caverna - 39. Esperta nuotatrice - 41. Scritta sulla croce - 43. Balzi improvvisi - 44. Redigono atti - 45. Un’antica religione cinese - 46. Produce pannocchie

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M S O S O L I T O I C S I A A M

U C E R A P P R E S E N T A R E

R O T A B R M E T T E R E D I R

E L A N O I Z A N R E T N I T I

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A P I E N O L I C O E O S R O C

L O O U P L N D O L R C Z L E A

E E T O E R A R L I N E A R I N

T O R R Z O L A O I C B T R E O

R T O A I Z V U R T B O T S E T

O S T A T O E G E R I A O O E L

F E P A T S O P O R P R R R L O

P R I M O C E O T T E N E R E V

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A Verona si chiama “Ligaóra”, a Vicenza “Bisergoła”, a Rovigo “Marisandoła” e da noi “Berebetoła”, cos’è? Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate.

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VERTICALI 1. Città dell’Algeria - 2. Il popolo di Cuzco - 3. Lega Navale Italiana - 4. Confini dell’Estonia - 5. Fondo di tazza - 6. Ha poche paginette - 7. Un tipo...di assistenti - 8. Priva di una forma - 9. C’è quello di gomito - 10. Telecomunicazioni (abbr.) - 11. Copricapo pontificio - 14. Canta con...le storie tese - 16. Lombardo di un capoluogo - 19. L’isola dei “Vespri” - 20. Depredavano i galeoni - 22. Il bar del Far West - 23. Funge da rimorchio - 24. Aeronautical Telecommunication Network - 25. Viola che tende al rosa - 26. Il leone d’America - 27. Questi in breve - 28. Avanzi che si buttano - 30. Si affila perché tagli - 31. Può essere senza quartiere - 33. Atomi elettrizzati - 34. Società Nazionale Metanodotti - 35. Pallini sulle stoffe - 38. Avanti Cristo - 40. Dote senza pari - 42. I disegni meno degni - 43. Sondrio

CRUCIPUZZLE

Dove è custodito il reliquiario del cranio di Santo Stefano?

ALTRO AMARE AMERICANO ATTORE CAMPO CAPACE CARNE CERTO COLORE COLPO CORSO ESTERO FERRO FORTE GUARDIA INTERNAZIONALE LABBRO

LIBRO LINEA MARITO METTERE MINUTO ORDINE OTTENERE PATRIA PEZZO PIENO PORTO PRIMO PROPOSTA RAPPRESENTARE REALE RECARE RESTO

RIDERE RITORNO SALIRE SCALA SERIE SINISTRO SOLITO SORELLA STARE STATO TERZO TESTA TRENO VALLE VOLTO ZITTO

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

C O T T O

A S U A C E R A V E L U C

I S L A M

I A T T O R E A E N R A C

N E T O

O M D E R A S O P O P A O

S C A C C T O I G V E L O

P B R S T M T T A I U T O

C A R T A G A N G

C I F T I A O N R Z D M P

A T O L A C R R O S C E E P I E S M E S S C A O M A O N N A N G E P T O D A A N T O

S N C D E E A L I T E L A R O M

M P U L N N D E H L M A U N S A

O M I T T A T E C O A R T G T E

U C O N E I P R M V I E I I R C

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V U O T O E N V O L G R A F R O

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C M O I E I D E O V T E O R S E

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