Portogruaro.Net Magazine

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MAGAZINE Leggiamoci su

M A G G I O

G I U G N O

Eventi

Il cantautorato: l’arte di unire le parole alla musica

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L’acquolina in bocca

Il programma completo di Terre dei Dogi in Festa

I mille usi dell’aceto in cucina, e non solo

In copertina

MESTIERI A RISCHIO ESTINZIONE In un periodo storico in cui il lavoro manca, Portogruaro.Net Magazine va alla scoperta dei mestieri dimenticati che (quasi) nessuno vuol più fare

Stampato in 11.000 copie e distribuito gratuitamente casa per casa a Portogruaro e frazioni

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La cultura è nelle idee

L’editoriale di Giulio Serra

MAGAZINE

LA TRATTA DEI MIGRANTI A NORDEST

Sommario Editoriale La rotta balcanica

UN GIOVANE MIGRANTE TROVATO MORTO IN UN VAGONE DEL TRENO CI HA CATAPULTATI NELLA TRISTE REALTÀ DELLA ROTTA BALCANICA: LA STRADA DELLE ARMI E DELLE VITE SPEZZATE

T

ardi, ma ce ne siamo accorti. E per farlo abbiamo dovuto sacrificare la vita (l’ennesima) di un povero ragazzo innocente. La tratta dei migranti è questione nostra, lo scorso 6 aprile ce ne siamo accorti tutti. Come? Con gli strilloni dei giornali locali che raccontavano della vita spezzata di un giovane profugo trovato morto all’interno di un vagone carico di mais. Destinazione: Portogruaro. La rotta parte solitamente dal nord Africa; dalla Libia, soprattutto. Si snoda poi dalla Turchia alla Serbia. Da qui corre lungo la dorsale dell’ex Jugoslavia: Croazia e Slovenia. Infine supera la catena carsica ed entra in Italia, da Trieste all’ultima tappa: Portogruaro, appunto. Una rotta tutt’altro che nuova, almeno nell’ultimo tratto di strada.

Dalla A alla K Sono gli anni Novanta. L’ex Jugoslavia è terra di guerra e morte. Una guerra tra consanguinei che a distanza di oltre vent’anni lascia ancora intatte le cicatrici dello scontro. La fine delle ostilità (o meglio: delle atrocità) arriva il 21 novembre 1995 con la firma degli accordi di Dayton. La guerra finisce e sul campo di battaglia arrivano gli avvoltoi. Il piatto è grande, la torta da spartire abbondante, gli affari del mercato nero sono all’ordine del giorno. Il menu è ricchissimo, il vocabolario pure: si va dalla A di armi alla B di banconote, passando per la P di prostituzione fino alla K di kalashnikov. Un mercato in continuo fermento capace di attirare i cartelli mafiosi di tutta Europa, a partire da quelli “made in Italy”, cosa nostra e ’ndrangheta su tutti. E quale rotta fanno? Esattamente quella del povero ragazzo trovato morto il 6 aprile scorso: Serbia, Croazia, Slovenia, Trieste, e da lì lungo le direttrici del nord (Mestre-Padova-Verona-Milano-Torino) e del centro-sud (MestreBologna-Roma-Napoli).

Solo l’ultimo della lista Il ragazzo si era nascosto nel convoglio. Davanti a sé aveva cinque giorni di viaggio e un futuro tutto da scrivere. Un’odissea priva di certezze, insomma. L’alternativa? Probabilmente un’incognita ancora più grande. Il giovane è stato trovato senza vita e già in stato di decomposizione. Asfissia, la causa; con ogni probabilità provocata dalle esalazioni del cereale in fermentazione di cui il vagone del treno era riempito. Su quello stesso convoglio un altro migrante è stato trovato in condizioni disperate, ma vivo. Entrambi giovanissimi: uno ce l’ha fatta, l’altro no. Ma il giovane deceduto è soltanto l’ultimo della lista. Spesso i migranti si agganciano sotto ai mezzi pesanti passando così la frontiera, con la schiena sull’asfalto. Molti ce la fanno, altri no. È il caso

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di Zaher Rezai, ucciso dalle ruote di un camion, a Mestre, nel 2008. Numerose altre volte sono i treni i mezzi di trasporto prescelti per buttare in gioco la propria vita, cacciandosi alle spalle un passato da dimenticare. “Trenta i migranti che, in un mese, hanno provato a raggiungere Portogruaro nascosti nei vagoni merci” (Il Gazzettino, 6 aprile 2017). Il 26 febbraio sono stati ben tredici i migranti scoperti in uno di quei carichi di mais. Sette giorni dopo altri tre.

Conoscere per risolvere Quali possono essere le azioni da mettere in campo per tentare perlomeno di tamponare questa emorragia? La ricetta perfetta, ovviamente, non esiste ma la soluzione di questo e di tutti i problemi passa anzitutto

per la conoscenza del problema stesso. Troppo spesso, infatti, nel silenzio generale si intessono trame oscure che poi, una volta svelate e messe “in piazza”, perdono di consistenza, sgonfiandosi fino a scomparire. La rotta balcanica è una (triste) realtà da molti anni eppure pochissimi di noi ne conoscono la pericolosità e le dinamiche di illegalità che la governano. O forse dovrei usare il passato, perché quel giovane migrante morto di asfissia in un vagone di cereali ci ha di colpo aperto gli occhi, facendoci scoprire un pezzetto in più di realtà. E già questo, già la conoscenza del problema, potrebbe servire (me lo auguro di cuore) a rendere un briciolo meno vana e dare un po’ di giustizia a una morte così dannatamente assurda.

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In copertina La differenza tra lavoro e mestiere 4 Stiamo in salute Cinque cose sui fermenti lattici 6 Eventi Terre dei Dogi in Festa

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Leggiamoci su La letteratura nella musica

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La parola a Asilo Coccinella Di Ruota in Ruota

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Fuoriscena Intervista ad Alessio Boni

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Oltre confine La strada del (buon) vino

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Pratichiamo L’educazione ambientale

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Ritorno al futuro Il lavoro 4.0

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L’acquolina in bocca L’aceto e i suoi mille usi

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Giocherellando Cruciverba e crucipuzzle

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Portogruaro.Net Magazine Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 04/05/2017 Reg. Trib. di Venezia - n. 10 del 05/05/2006 Iscrizione al ROC n. 17423 Direzione e Redazione: Borgo San Gottardo, 55 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. e Fax 0421 280444 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Giulio Serra Direttore Editoriale: Vincenzo Zollo

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In redazione: Vito Digiorgio, Massimiliano Drigo, Francesco Fratto, Gloria Morettin, Valentina Paro, Andrea Pavan Si ringrazia il Comune di Portogruaro per il programma di Terre dei Dogi in Festa “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata in alcun modo, incluse le inserzioni pubblicitarie che sono di proprietà dell’editore che ne vieta la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo. Manoscritti, fotografie e disegni anche se non pubblicati, non si restituiscono. Portogruaro.Net lascia agli autori degli articoli l’intera responsabilità delle loro opinioni; garantisce la riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo o telefonando alla redazione. L’editore rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto di copyright su testi o immagini che non è stato possibile contattare. Stampa: Centro Servizi Editoriali Distribuzione gratuita © Copyright 2005-2017 Portogruaro.Net by VISYSTEM EDITORE Borgo San Gottardo,55 30026 Portogruaro (VE) Tutti i diritti riservati

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In copertina

MAGAZINE

MESTIERI (QUASI) DIMENTICATI RISCOPRIAMO GLI ARTIGIANI CHE MANTENGONO ANCORA VIVE ATTIVITÀ A RISCHIO DI ESTINZIONE NEL PORTOGRUARESE

C’

è differenza tra “lavoro” e “mestiere”? Anni fa avremmo risposto di no. Un tempo, infatti, “lavoro” e “mestiere” erano praticamente la stessa cosa. Se in una conversazione parlavamo di “mestiere”, potevamo usare tranquillamente “lavoro” come un suo sinonimo, e viceversa. Oggi, tuttavia, non è più così! Quanti di noi si sognerebbero mai di utilizzare l’espressione “che mestiere fai”? Nessuno, direi. Questo perché nel tempo si è iniziato a dare accezioni sempre meno incidenti ai due vocaboli. Entrambi sottolineano la necessità di un guadagno, eppure il mestiere, a differenza del lavoro, non si limita a questo. Nel mestiere c’è qualcosa di più legato alla fantasia di chi lo esercita, alle capacità manuali, alla passione, alla potenzialità e alla creatività nel fare le cose. Il lavoro è diventato una sorta di operazione quotidiana, mentre il mestiere è più che altro una sacca da portarsi sulle spalle piena zeppa di conoscenze, tecniche, spunti, suggerimenti, regalateci dai nonni o dagli anziani del paese. Tali attività, ai giorni nostri, sono sempre più rare e quasi a rischio di estinzione. Noi che abitiamo nel territorio del portogruarese possiamo ancora toccare con mano i manufatti di queste piccole realtà, le quali rappresentano delle vere e proprie eccezioni nel mare magnum dei lavori “liofilizzati” del Ventunesimo secolo.

padre quando avevo 11 anni - spiega Lazzaro -. Mi sono diplomato all’Istituto Tecnico di Pordenone e poi, visto che non mi piaceva svolgere il lavoro per cui avevo studiato, ho deciso di riprendere l’attività di famiglia, aprendo un negozio di arrotino con mia moglie Cristina a Portogruaro”. La figura dell’arrotino si è evoluta nel tempo e questo aspetto Lazzaro lo ha prova-

to in prima persona. “Dal mio primo approccio ad oggi, ne sono cambiate di cose - afferma -. Mio nonno e poi mio padre lavoravano con la cosiddetta “carriola”, un carretto sul quale avevano tutta la strumentazione per affilare gli utensili da taglio, tra cui le mole in pietra naturale. Mi sono sempre chiesto come facessero ad affilare in maniera perfetta i ferri da barba

La calzolaia Michela

L’arrotino Lazzaro

L’attività di arrotino, per Lazzaro Theoharov, è una tradizione secolare che ha portato la famiglia a viaggiare per l’Europa. Dalla Val Resia, la cosiddetta “valle degli arrotini”, a Portogruaro, passando per Skopje in Macedonia, dove il nonno Stefano Madotto ha dato il via alla generazione di arrotini, insegnando il mestiere ai tre figli e al genero Nikola, padre di Lazzaro. “Sono entrato nel laboratorio di mio

nonostante l’umile strumentazione e la grande quantità di lavoro. Oggi il mestiere si è evoluto perché sono cambiati i materiali, e i macchinari sono molto più precisi. La difficoltà sta nel conoscere le diverse lavorazioni per i vari tipi di materiali degli utensili”. Lazzaro Theoharov è l’ultimo arrotino della sua dinastia, dopo di lui nessuno continuerà l’attività. “Insegnare un mestiere non è più semplice come una volta - commenta -. La burocrazia mette in difficoltà l’artigiano che vuole tramandare la sua arte e questo porta inevitabilmente alla scomparsa di quei mestieri per i quali non esiste ancora una scuola specifica”.

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La bottega dove lavora come calzolaia Michela Bigai, in Borgo San Nicolò a Portogruaro, rivela tutta l’essenza del suo mestiere. Dietro al suo banco di lavoro colmo di attrezzi e accerchiato da scarpe di tutti i tipi, Michela ha appeso alla parete il ritratto del padre, colui che ha dato vita all’attività. “Mio padre ha sempre fatto il calzolaio, poi purtroppo si è ammalato - spiega -. Una mattina, di punto in bianco, ho deciso di portare avanti la bottega di mio padre, nonostante sapessi che lui non avrebbe approvato perché nella sua mentalità una donna non poteva fare un mestiere del genere, e voleva che continuassi gli studi all’università”. La scelta di Michela (di lasciare gli studi per seguire le orme del padre) si rivela vincente. “Mi piace il mio lavoro. Mi diverto, non mi pesano le ore passate in laboratorio. Mi sento veramente realizzata anche perché la manualità mi è sempre piaciuta. Essendo femmina, mio padre non mi ha mai insegnato il mestiere, l’unica cosa che facevo era dare il colore di rifinitura alle scarpe. Ho imparato molto guardandolo”. L’arte della scarpa Michela l’ha anche


In copertina

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LAVORO E ASSOCIAZIONISMO NE PARLIAMO CON SIRO MARTIN, PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VENETO ORIENTALE 1947-2017: 70 anni di Confartigianato… È un traguardo importante per l’Associazione e per tutti gli artigiani del comprensorio di Portogruaro. Un’attività che inizia i suoi primi passi nel dopoguerra e arriva in epoca moderna fortunatamente ancora in salute. Settant’anni dalla parte delle imprese.

Tra i vari festeggiamenti dell’anniversario, quale spiccherà maggiormente? Gli eventi per i settant’anni di Confartigianato vogliono rendere omaggio a tutti gli imprenditori del mandamento di Portogruaro, forza trainante del nostro sistema economico. L’evento clou dei festeggiamenti sarà domenica 28 maggio, quando verrà inaugurata la cosiddetta “Quarta Porta”, un manufatto che verrà lasciato alla città. Saranno poi premiati tutti gli associati a Confartigianato che hanno raggiunto i 40 o i 50 anni di attività. È un momento di riconoscimento sia nei confronti dell’Associazione sia degli artigiani che hanno tenuto in vita per così tanto tempo la loro attività.

appresa grazie al calzolaio Elio Marzinotto, che un tempo aveva il suo laboratorio vicino al ristorante “Tre Scalini” a Portogruaro. “Io sono capitata in questo mondo in un momento in cui è cambiata la qualità della scarpa, fatta di materiali sempre più plastici e con meno cuoio. Smentisco la leggenda metropolitana per cui le scarpe da pochi soldi non si possono riparare: cala solo la qualità dei materiali ma la composizione della scarpa è sempre la stessa. Con questi anni di crisi, si è tornati a spendere un po’ di più per le calzature per avere un buon sostegno al piede”. La difficoltà del tramandare il mestiere l’ha riscontrata anche Michela, come lo stesso Lazzaro. “È capitato che qualcuno passasse a chiedere di fare l’apprendistato - spiega -. Il problema è che se non cambia il sistema, se non si torna al sistema della bottega grazie al quale potevi ospitare l’apprendista, faremo morire le piccole realtà artigiane, compresa la mia. La potenza della gavetta ha un suo significato: io non ho potuto vivere questa fase ma la reputo importantissima per acquisire i trucchi del mestiere. Io insegnerei volentieri, ma la legge, in questo momento, non è fatta per far sopravvivere i lavori manuali”.

Il sarto Antonio

Tenendo conto della crisi passata e attuale, come crede sarà il mondo artigiano del domani? Anche se in questo momento il mondo artigiano non gode di ottima salute, è sicuramente un comparto irrinunciabile per l’economia italiana che è fondata sulla manualità e sul lavoro manifatturiero, basato principalmente sulla qualità e non sulla quantità. Avrà sempre una sua importanza nel mondo produttivo, però dovrà riuscire a seguire un po’ le evoluzioni e le richieste di mercato. L’artigianato è sempre più ricercato e diversificato: questo aspetto può essere considerato il nostro punto di forza in quanto il mondo artigiano fa della qualità e della flessibilità uno dei suoi pregi. È chiaro, poi, che l’artigianato dovrà cercare di allargare il mercato su cui intervenire attraverso i nuovi sistemi commerciali e di vendita e di affacciarsi sulle scie economiche più importanti e più a largo raggio. Il mercato locale ormai è insufficiente anche per una piccola azienda artigianale.

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presa. Il suo mestiere era di famiglia ma continuare la generazione non è stata di certo una scelta dettata da una passione. “Io faccio il sarto, e prima di me mio papà, mio nonno e il mio bisnonno - racconta -. Terminata la guerra, ho fatto il primo anno di scuola di avviamento commerciale a Portogruaro, e poi mio zio, che faceva il sarto a Concordia Sagittaria, ha imposto a me e a mio cugino il mestiere. Ci hanno comprato la bicicletta e abbiamo cominciato ad andare a lavorare per le case. Nessuna scelta, ci è stato imposto”. Dopo i primi anni di gavetta, nel 1950 Antonio Zadro decise di mettersi in proprio a Portogruaro, in Borgo Sant’Agnese, dove ha costruito dalle fondamenta la propria bottega. Dagli anni ’50 ad oggi Antonio Zadro non ha mai smesso di svolgere il suo mestiere. “Non mi sono mai posto il problema se mi piace o no quello che faccio - spiega -. L’ho sempre fatto volentieri e lo continuo a fare dopo tutti questi anni. Lavoro per i civili, faccio galle per i militari dell’esercito e riparazioni varie. Inoltre, vendo articoli militari. In un manifesto ho fatto scrivere che amo il mio lavoro perché nessuno mi da ordini. Non è vero niente: i clienti appena entrano non fanno altro che darmi le indicazioni precise da rispettare per la creazione del loro abito”. I segreti del mestiere, la famiglia Zadro non li ha mai voluti svelare a nessuno: “Erano troppo gelosi della loro arte e per questo non hanno mai voluto avere dei dipendenti a cui insegnare le tecniche della sartoria. Io, invece, per un periodo ho fatto fare tirocinio in bottega ad alcune studentesse, ma adesso basta, ho deciso di seguire l’idea della mia famiglia”. Dopo Antonio Zadro, che all’età di 83 anni continua a fare il proprio mestiere, non ci sarà nessuno a sostituirlo. Gloria Morettin


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Stiamo in salute

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CINQUE COSE DA SAPERE SUI FERMENTI LATTICI

È

A COMINCIARE DAL PERCHÉ NON SAREBBE CORRETTO DEFINIRLI “FERMENTI LATTICI”

molto probabile che, in seguito ad un episodio di disturbi gastrointestinali, il vostro medico o il vostro farmacista vi abbia consigliato l’assunzione di “fermenti lattici” per aiutare il vostro organismo a recuperare uno stato di salute ottimale. Ma cosa sono davvero i “fermenti lattici” e perché il loro utilizzo viene sempre più consigliato per mantenere un corretto equilibrio della nostra flora intestinale? In questo articolo proviamo a dare alcune risposte, evidenziando quali sono le cinque cose fondamentali da ricordare a proposito dei fermenti lattici.

alterazione viene definita “disbiosi intesinale”. La disbiosi intestinale può essere acuta o cronica: la disbiosi acuta si scatena in modo improvviso, come accade ad esempio nelle diarree conseguenti ad antibiotico terapia, mentre la disbiosi cronica si instaura nel tempo e si associa a patologie a carico anche di apparati diversi da quello gastrointestinale, alterazioni del metabolismo, infiammazione cellulare e alterazioni del sistema immunitario.

Cosa sono i “fermenti lattici”?

Secondo la definizione della FAO e dell’OMS, sono considerati “probiotici” alcuni particolari ceppi di batteri di origine umana che: “in quanto microrganismi vivi, se somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio

Con il termine “fermenti lattici” vengono in genere indicati i batteri lattici, ovvero particolari microrganismi in grado di trasformare chimicamente, o meglio metabolizzare, il lattosio (lo zucchero maggiormente presente nel latte) mediante un processo enzimatico (fermentazione). Questi fermenti sono largamente utilizzati da secoli in varie culture per la produzione di bevande o di latte fermentato (ad esempio, lo yogurt). Tuttavia, va rilevato che la trasformazione del lattosio può essere operata da diversi ceppi di batteri, ma solo alcuni di questi possono eseguire processi realmente utili e benefici per l’uomo: i fermenti lattici “probiotici”. Più precisamente, il termine “probiotico” deve essere riservato ai microrganismi viventi che hanno dimostrato, negli studi umani controllati, di avere effetti benefici sulla salute. In buona sostanza, con il termine “fermenti lattici” dovremmo considerare solo quegli organismi che aggiungiamo al latte per “fermentarlo” in yogurt (che non hanno dunque particolari benefici salutistici), mentre in tutti quei casi in cui assumiamo un integratore per contrastare una diarrea o per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale è più corretto usare il termine “probiotico”.

A cosa serve la flora intestinale? La flora intestinale, definita scientificamente “microbiota”, è l’insieme dei microrganismi che colonizzano le mucose dell’organismo umano, in particolare quella intestinale. Il microbiota è peculiare per ogni individuo e rappresenta una sorta di “impronta digitale batterica” che dipende da età, area geografica di provenienza, dieta ed etnia. Le funzioni della flora batterica intestinale sono molteplici e riguardano sinteticamente l’azione di antagonismo alla proliferazione di microrganismi nocivi nel tratto gastrointestinale, la stimolazione del sistema immunitario e il completamento dei processi digestivi. Quando si crea un’alterazione quantitativa o qualitativa del microbiota locale si ha una drastica riduzione della biodiversità dei batteri a scapito delle specie benefiche e un aumento relativo dei microrganismi patogeni. Questa

Quali sono le caratteristiche che deve avere un probiotico?

alla salute dell’organismo ospite”. Un probiotico per essere definito tale deve dunque avere alcune caratteristiche fondamentali: deve essere costituito da ceppi vivi, ben definiti e correttamente identificabili; deve possedere un’adeguata capacità di adesione alla mucosa intestinale in quantità ottimale; deve garantire stabilità e sicurezza; deve essere compatibile con l’organismo umano; deve apportare benefici all’ospite; deve assicurare elevate caratteristiche tecnologiche di conservazione per preservare la vitalità dei ceppi.

Un probiotico vale l’altro? Nonostante ci siano svariate evidenze scientifiche che confermano che l’assunzione di probiotici può essere di beneficio alla salute nell’uomo, questa evidenza è fondata e rilevante sola-

mente per le forme specifiche che sono state utilizzate nei singoli studi clinici e non è dunque un’affermazione che può essere considerata valida per tutti i probiotici in commercio. Gli effetti descritti nei risultati degli studi devono infatti essere attribuiti solo al ceppo o ai ceppi testati (e relativi dosaggi) e non possono di conseguenza essere utilizzati come evidenza per supportare gli effetti benefici presunti di altri ceppi non utilizzati negli studi clinici. A tal proposito, va anche sottolineato che non è possibile stabilire un dosaggio generale ed univoco per tutti i probiotici; il dosaggio più corretto deve essere determinato basandosi sulla specificità dei ceppi e sui risultati clinici ottenuti negli studi che hanno dimostrato effetti benefici sulla salute. In questo senso, il consiglio di un operatore sanitario competente rappresenta la soluzione più corretta per ottimizzare l’utilizzo dei probiotici.

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Allo stato attuale ci sono buone evidenze cliniche che dimostrano l’utilità dei probiotici nel trattamento e nella prevenzione delle diarree acute, in particolare in quelle di tipo virale ed indotte dall’uso di antibiotici. Da varie metanalisi si è inoltre visto che l’uso dei probiotici è associato ad un miglioramento complessivo dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (dolore addominale, alterazione dell’alvo, gonfiore e flatulenza). Rimanendo in ambito gastrointestinale, la letteratura suggerisce ancora che alcuni probiotici possono essere di supporto come terapia adiuvante agli antibiotici nell’eradicazione dell’infezione da H. pylori, responsabile di molte gastriti. L’uso dei probiotici ha inoltre dimostrato benefici anche al di fuori di sintomatologie a carico dell’apparato intestinale. Vi sono infatti buoni risultati che evidenziano un effetto positivo rispetto al placebo nella riduzione del numero di episodi di infezioni acute delle vie respiratorie superiori e la loro durata media. Anche nell’ambito delle allergie si registrano buone evidenze scientifiche nella prevenzione delle dermatiti atopiche e dell’eczema, anche se una chiara indicazione d’uso dovrà essere prioritariamente supportata da una maggiore omogeneità degli studi analizzati. Un crescente numero di ricerche cliniche sta evidenziando legami importanti tra l’equilibrio della flora intestinale ed il benessere del nostro organismo in diversi ambiti. È bene pertanto non sottovalutare l’importanza di questi integratori poiché le potenzialità benefiche di questi microrganismi rappresentano già ora uno dei settori più promettenti e dinamici della ricerca medica del futuro. Francesco Fratto


Città di Portogruaro

Eventi

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lei inventato

Ore 16.00 - Centro culturale Palazzo Altan Venanzio Via del Seminario 27

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MAGGIO 2017

PORTOGRUARO

MAGGIO 2017

Pescheria

FESTA!

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2 Edizione

Ore 16.30 - Piazza del Duomo

I CONCERTINI IN TERRE DEI DOGI IN FESTA: Slide & Friends (Ensemble di tromboni) A cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia

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Presentazione del libro “IL MIRACOLO DELLA TOVAGLIA E DINTORNI” Itinerari tra acque mulini e prodigi di Dario Bigattin

Dalle ore 19.45 alle 21.00 - Villa Comunale - Sala Caminetto - Via del Seminario DEGUSTAZIONI LETTERARIE - imparare a conoscere i vini del territorio in compagnia di un buon libro: “Zibaldone Portogruarese” di Attilio Nodari, letture di Angela Perissinotto a cura di Pro Loco Portogruaro in collaborazione con Enoclub Portogruaro PORTOGRUARO IN VETRINA: Concorso vetrine a cura di Confcommercio

Dalle ore 21.00 - Piazza della Repubblica

SPETTACOLO DI DANZA E BALLO APERTO A TUTTI con il maestro Giorgio Lorenzon

Domenica 14 maggio

Dalle ore 10.00 alle 13.00 - Piazzetta della Pescheria

BREVE ESCURSIONE SUL FIUME LEMENE con Caorline in compagnia degli Apprendisti Ciceroni del Gruppo FAI Giovani di Portogruaro, a cura di A.S.D. Voga Concordiese

Dalle ore 10.00 alle 13.00 - Museo Nazionale Concordiese, Via del Seminario

Fiera del Biologico

VISITA GUIDATA degli Apprendisti Ciceroni del FAI e del Liceo XXV Aprile

Portogruaro-Bio

GHE-TERRE DEI DOGI_Layout 1 28/04/17 10:15 Pagina 1

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“BIBLIOTECA IN FESTA” insieme all’Associazione Pazze per le pezze Letture di Pimpa (bambini 3/6 anni) e letture da Harry Potter (bambini 6/11 anni) in collaborazione con Le Sputafavole del Lemene, prenotazioni dal 2 maggio a biblioteca@comune.portogruaro.ve.it

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MAGGIO 2017 TERRE DEI DOGI IN FESTA

Dalle ore 10.00 alle 20.00 – Enoclub Portogruaro, Via Cavour 21

DEGUSTAZIONI DI PRODOTTI del territorio con ricette caratteristiche e vini DOC Lison Pramaggiore

Ore 10.30 /12.00 Piazza della Repubblica - Liston

I CONCERTINI IN TERRE DEI DOGI IN FESTA - ore 10.30: ClariNoir (Ensemble di clarinetti) - ore 11.15: Ensemble di flauti, a cura della Fondazione Musicale Santa Cecilia

Dalle ore 15.00 alle 19.00 - Piazzetta della Pescheria BREVE ESCURSIONE SULAFIUME LEMENE con Caorline e Gondole in compagnia degli Apprendisti Ciceroni del Gruppo

13 RASSEGNA ENOGASTRONOMICA

FAI Giovani di Portogruaro, a cura di A.S.D. Voga Concordiese e Confcommercio

Dalle ore 15.00 - Museo Nazionale Concordiese, Via del Seminario

Dalle ore 15.00 alle 19.00 - Piazzetta della Pescheria Breve escursione sul fiume Lemene con Caorline e Gondole in compagnia degli Apprendisti Ciceroni del Gruppo FAI Giovani di Portogruaro, cura di A.S.D. Voga Concordiese e Confcommercio Venerdì 12a maggio Ore- Museo 18.00 -Nazionale Borgo San Giovanni Via del Seminario Dalle ore 15.00 Concordiese, INAUGURAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE congli apertura Porta di San Giovanni, corteo lungo Corso Martiri della Percorso guidato “La storia del Venetorum Angulus con occhi della di Tito Livio” fino a -Piazza Marconi, con la presentazione del completamento dei lavori di riqualificazione dell’area e dei con FrancescaLibertà Benvegnù Studio D lavori di restauro di Ponte S. Gottardo. Proseguimento del corteo lungo Via Abbazia, Via Garibaldi, Via Roma e arrivo in PiazzaMunicipale della Repubblica. Ore 15.30 - Palazzo BRINDISI INAUGURALE i Cittadini Premiazione del Concorso “Il Lisoncon DOCG cerca il piatto ideale” – 3^ edizione APERTURA STANDS e degustazione prodotti enogastronomici delle Terre dei Dogi A cura di Strada Vini Doc Lison Pramaggiore, FISAR- eSala Confcommercio Ore 20.30 - Palazzo Municipale Consiliare Presentazione del libro “Emozioni a Portogruaro” di Maurizio Conti con disegni di Andrea Marin Ore 16.30 - Villa Comunale - Sala Caminetto, Via del Seminario Dalle IL ore 19.45 alleINSIEME! 21.00 - Villa Comunale - Sala Caminetto, Via del Seminario Conferenza “OLTRE BIOLOGICO... Per alaconoscere fertilità della per il futuro dell’uomo dellelibro: DEGUSTAZIONI LETTERARIE - imparare i vini Terra, del territorio in compagnia di unebuon Comunità”, relatore Fabio Brescacin (Presidente di EcorNaturaSì Spa) “Zibaldone Portogruarese” di Attilio Nodari, letture di Angela Perissinotto.

A cura di Pro Loco Portogruaro in collaborazione con Enoclub Portogruaro Ore 17.00 - Museo Nazionale Concordiese, Via del Seminario Visite guidateDALLA al MuseoSERA a curaDI delVENERDÌ Gr.A.V.O. e12 Fondazione “A. Colluto” E PER TUTTO SABATO 13 E DOMENICA 14 MAGGIO

Ore 17.00 - Collegio Marconi, Via del Seminario In VIA GARIBALDI, Confcommercio con gli operatori della via propone “BENVENUTI IN VIAl’alta GARIBALDI: riscoprire una via del centro attraverso storia, cultura, mercanti e “La cultura classica incontra moda” come incontro con Valentina Gallo ed storico esposizione delle sue arte, creazioni calzaturiere, acommercio” cura dell’ Associazione Amici del Collegio Marconi ALLESTIMENTI A TEMA, DEGUSTAZIONI, MOSTRE - Al civico 27:“PORTOGRUARO ore 18.30 - Piazza della Repubblica SCATTI IN BIANCO E NERO” a cura di Paolo Toffoli e Florio Favero - Al civico 47:“LA TAVOLA DEL DOGE” Mostra di Oggettistica d’arte ARRIVA IL DOGE Al civico LAarrivo DIGNITÀ 2.0 DI UN MESTIERE” Mostra Corteo storico- lungo le 51:“COMMERCIO: vie del Centro con in Piazza della Repubblica allefotografica ore 18.30di Fulvio Roiter orecon 21.00 in poi Centro storico - Locali e musicaPortogruaro dal vivo Insieme Balli e musicaDalle del ‘700 gli Amici del -Carnevale di Venezia, a curaaperti dell’Associazione DURANTE TUTTO SABATO 13 Eaperti DOMENICA 14 vivo MAGGIO Dalle ore 21.00 in poi - Centro storico - Locali e musica dal Al PARCO DELLA PACE - PORTOGRUARO BIO - Fiera del Biologico 2ª edizione VIA DEL SEMINARIO - Confcommercio propone: IL MERCATINO IN FESTA - CENTOPASSIONI

mercanti, esposizione e vendita di creazioni diverse, hobbistica VIA CAVOUR - L’Associazione Portogruaro Insieme propone IL MEDIOEVO con allestimenti, personaggi, merci e giochi d’epoca, curata dal Comitato Antica Fiera di Santa Lucia di Piave per lee in consumazioni nella casette PIAZZA DELLA REPUBBLICA PIAZZETTA DELLE ERBE , Portogruaro Insieme propone - MOSTRA ORCHIDEE - Palazzo Municipale, in collaborazione con A.T.A.O. Ass. Triveneto Amatori Orchidee SonoDOGE presenti lungo il percorso informativi econ di distribuzione tickets per le in Piazzetta delle Erbe,punti in collaborazione Confcommercio - IL PANE DEL consumazioni e degustazioni da effettuarsi nelle casette. VIA MAZZINI - OPERE PITTURA E SCULTURA PORTOGRUARO IN VETRINA il Concorso Vetrine a cura di Confcommercio Sono disponibili tagli da 5 euro (per quattro consumazioni a scelta, con sacca e IL LISON DOCG CERCA IL PIATTO IDEALE - concorso tra gli operatori a cura di Strada Vini DOC Lison bicchiere in omaggio) e 10 euro (per 9 consumazioni a scelta con sacca e Pramaggiore, FISAR e Confcommercio bicchiere in omaggio), durante tutto il periodo della manifestazione ABOUT NOISE - ATTORNO AL valide RUMORE Tribute to Luigi Russolo peraltutte le casette presenti. Mostra Aperta efino 18 giugno - Galleria comunale d’arte contemporanea “Ai Molini”

TICKETS

PERCORSO GUIDATO “La storia del Venetorum Angulus con gli occhi di Tito Livio” con Francesca Benvegnù - Studio D

Ore 15.30 - Palazzo Municipale

Altri appuntamenti

Premiazione del Concorso “IL LISON DOCG CERCA IL PIATTO IDEALE” - 3ª edizione A cura di Strada Vini Doc Lison Pramaggiore, FISAR e Confcommercio

Giovedì 11 maggio - ore 20.30 --Sala Palazzo Municipale SalaSeminario Consiliare Ore 16.30 - Villa Comunale Caminetto, Via-del Convegno e agricoltura biologica” relatrice Cristina Micheloni Conferenza “Biodiversità “OLTRE IL BIOLOGICO... INSIEME! Per la -fertilità delladott.ssa Terra, per il futuro dell’uomo e delle Comunità”, BrescacinDecrescita (PresidenteFelice di EcorNaturaSì Spa) Tagliamento Arelatore cura diFabio Movimento Circolo Livenza Ore 17.00 - Museo Nazionale Concordiese, Via del Seminario Fino 18 giugno VISITEalGUIDATE AL MUSEO a cura del Gr.A.V.O. e Fondazione “A. Colluto” Galleria comunale d’arteMarconi, contemporanea “AiSeminario Molini” Ore 17.00 - Collegio Via del “LA CULTURA L’ALTA MODA”TO incontro Valentina Gallo ed esposizione delle sue creazioni ABOUT NOISECLASSICA ATTORNOINCONTRA AL RUMORE TRIBUTE LUIGI con RUSSOLO calzaturiere, a cura Associazione Mostra Aperta finodell’ al 18 giugno Amici del Collegio Marconi Ore 18.30 - Piazza della Repubblica ARRIVA IL DOGE. Corteo storico lungo le vie del Centro con arrivo in Piazza della Repubblica alle ore 18.30 Mercoledì 17 maggio - ore 18.30 Balli e musica del ’700 con contemporanea gli Amici del Carnevale di Venezia, a cura dell’Associazione Portogruaro Insieme Galleria comunale d’arte “Ai Molini” ABOUT NOISE ATTORNO AL RUMORE TRIBUTE TO LUIGI RUSSOLO Altri appuntamenti L’artista tedesca Mary Bauermeister terrà una performance con uno strumento musicale da lei inventato Giovedì 11 maggio - ore 20.30 - Palazzo -Karheinz Sala Consiliare ai tempi della sua collaborazione artistica con ilMunicipale compositore Stockhausen Convegno “Biodiversità e agricoltura biologica” - relatrice dott.ssa Cristina Micheloni dal titolo MUSICA SENZA MUSICA A cura di Movimento Decrescita Felice Circolo Livenza Tagliamento Mercoledì 17 maggio - ore 18.30 - Galleria comunale d’arte contemporanea “Ai Molini” IL MAGGIO DEI- LIBRI ABOUT NOISE ATTORNO AL RUMORE TRIBUTE TO LUIGI RUSSOLO. L’artista tedesca Mary Bauermeister terrà -unaGiovedì 10 maggio - ore 18.15 -musicale PalazzodaAltan Venanzio, Via del Seminario 27 performance con uno strumento lei inventato ai tempi della sua collaborazione artistica con il compositore Karheinz Stockhausen dal titoloacque, MUSICAterre, SENZA MUSICA. Mostra Aperta fino al 18 giugno Elisa Cozzarini: “ACQUA GUERRIERA” anime del Piave conversa con l’autrice M. Loretta Balasso MAGGIO LIBRI -ILGiovedì 18 DEI maggio - ore 18.15 - Palazzo Altan Venanzio, Via del Seminario 27 - Giovedì 10 maggio - ore 18.15 - Palazzo Altan Venanzio, Via del Seminario 27 Elisa Tomat: “NATIVA DEI PRATI”acque, dai magredi ai prati giardino Elisa Cozzarini: “ACQUA GUERRIERA” terre, anime del fioriti Piave, in conversa con l’autrice M. Loretta Balasso - Giovedì 18 maggio - ore 18.15 - Palazzo Altan Venanzio, Via del Seminario 27 Sabato 20 maggio - ore 21.00 - Piazzaaidella Repubblica Elisa Tomat: “NATIVA DEI PRATI” dai magredi prati fioriti in giardino SFILATA DI MODA con gli abiti progettati e realizzati dagli studenti IPSIA D’Alessi Sabato 20del maggio - ore 21.00Moda” - Piazza della Repubblica Nell’ambito Progetto “Impresa SFILATA DI MODA con gli abiti progettati e realizzati dagli studenti IPSIA D’Alessi, nell’ambito del Progetto “Impresa Moda”

Minicrociere fluviali sul Lemene

in Terre dei Dogi Festa Domenica 14 maggio percasette! tutto il giorno TICKETS perinle consumazioni nelle

ARRIVEDERCI ALLA PROSSIMA EDIZIONE DI TERRE DEI DOGI IN FESTA!

Apertura della 6ª MOSTRA DELLE ORCHIDEE a cura di A.T.A.O. Associazione Triveneto Amatori Orchidee

Escursioni con barchette elettriche lungo il fiume Lemene con partenza da Piazzetta della Pescheria

Ore 9.30 - Palazzo Municipale - Sala delle Colonne VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI LOCALI

CERCA IL BOLLINO!

Ore 10.30 - Parco della Pace Apertura di PORTOGRUARO BIO - Fiera del Biologico - 2ª Edizione Dalle ore 11.00 alle 20.00 - Enoclub Portogruaro - Via Cavour 21

DEGUSTAZIONI DI PRODOTTI territorio con ricette e vini doc Lison Pramaggiore Concorso per il miglior piattodeltipico abbinato aicaratteristiche vini del territorio Dalle ore 15.00 alle ore 19.00 - Piazzetta della Pescheria 3^ edizione ESCURSIONI SUL FIUME LEMENE con Caorline e Gondole in compagnia degli Apprendisti Ciceroni del Gruppo FAI A curaGiovani di Strada Vini Doc aLison Pramaggiore e FISAR e eConfcommercio di Portogruaro cura di A.S.D. Voga Concordiese Confcommercio

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Vini e piatti tipici di dei Dogi in Festa NelTerre frattempo, prodotti locali TiValorizzazione aspettiamo alledei tante iniziative del nostro territorio e fra queste

ESPOSIZIONE DI PRODOTTI INNOVATIVI di Aziende produttrici di macchine agricole nel cortile antistante l’ITIS

Ore 9.00 - Aula Magna ITIS Leonardo da Vinci

Convegno “PROCESSI INNOVATIVI NEL SETTORE DELLA MECCANIZZAZIONE Vini e piatti tipici di Terre dei Dogi in Festa AGRARIA”. A cura di AITP e POLINS con la partecipazione di importanti aziende del settore e in collaborazione con le Università di Udine e Padova

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in Terre dei Dogi Festa Domenica 14 maggio per tutto il giorno oppureinConfcommercio, Portogruaro Borgo S. Agnese 93, www.ascomportogruaro.it

Città metropolitana di Venezia

Città di Portogruaro

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ MATTINO: 09:00 - 12:30 POMERIGGIO: 14:30 - 18:30 SABATO MATTINA SU APPUNTAMENTO 09:00 - 12:30

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Sono presenti lungo il percorso punti informativi e di distribuzione tickets per le consumazioni elettriche lungonelle il fiume Lemene con partenza della Pescheria Escursioni conebarchette degustazioni da effettuarsi casette. Sono disponibili tagli da da 5Piazzetta euro (per quattro consumazioni a scelta, con sacca e bicchiere in omaggio) e 10 euro (per 9 consumazioni a scelta con sacca e bicchiere in omaggio), valide durante tutto il periodo della manifestazione e per tutte le casette presenti.

Cerca il bollino! CONCORSO PER IL MIGLIOR AI VINI DELai TERRITORIO 21 giugno alla PIATTO TIPICO ABBINATO dal 28 giugno 3ª edizione a cura di Strada Vini Doc Lison Pramaggiore e FISAR e Confcommercio Festa della Musica Mercoledì Musicali Minicrociere fluviali Lemene Per informazioni visita il sito delsul Comune di Portogruaro www.comune.portogruaro.ve.it - tel. 0421277211

Sabato 13 maggio

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Leggiamoci su

MAGAZINE

MAGGIO GIUGNO 2017

DALLA PENNA ALLA NOTA (E RITORNO)

“Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto, infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio, perché con questa spada vi uccido quando voglio.”

E

ra il 1876 quando Wagner presentò per la prima volta al pubblico l’Anello del Nibelungo. Nella cornice del teatro di Bayreuth, l’immensa opera lirica - un vero e proprio ciclo di quattro drammi musicali - divenne celebre come una delle composizioni più spettacolari e influenti di sempre. Nell’Anello del Nibelungo Wagner esplora la complessità dell’animo umano attraverso variazioni musicali studiate nel dettaglio e una precisa impostazione scenica, creata ad hoc per impressionare lo spettatore e immergerlo, letteralmente, nella grandiosità del corpus narrativo. L’Anello del Nibelungo è una delle più immediate dimostrazioni della stretta connessione che esiste tra musica e letteratura, un binomio che, nel tempo, ha visto travalicare i generi e ampliare i canali di trasmissione delle reciproche influenze. Se dall’opera wagneriana corriamo a tempi ben più moderni è possibile notare come questo connubio non sia mai venuto meno. La famosa “The Rime of the ancient mariner” di Samuel Taylor Coleridge, per esempio, non suonerà familiare solo agli amanti della poesia romantica inglese, ma anche a qualche appassionato di rock. Infatti, è il titolo di una canzone degli Iron Maiden, contenuta nell’album Powerslave del 1984. Di certo non una novità per la band heavy metal londinese, famosa per aver sempre dato molto spazio nei suoi testi a influenze letterarie di vario genere… basti pensare a “Phantom of the Opera”, ispirata all’omonimo romanzo di Gaston Leroux, a “The Murders of the Rue Morgue”, brano che richiama il celebre racconto di Edgar Allan Poe, o ancora alla famosissima “The Trooper”, che pesca dalla poesia di Alfred Tennyson “Charge of the Light Brigade”.

Zang tumb tumb! Probabilmente la personalità locale che più ricorda la stretta connessione tra il mondo del suono e la letteratura è quella a cui, nel 2009, è stato intitolato il nuovo teatro cittadino: Luigi Russolo. Il famoso compositore e pittore è stato reso celebre dalla sua adesione al movimento artistico e culturale passato alla storia come Futurismo. Ebbene, Russolo può essere considerato, a tutti gli effetti, il padre della cosiddetta noise music: un traguardo raggiunto grazie all’invenzione del celebre Intonarumori, famiglia di strumenti musicali composti da generatori di suoni dei quali era possibile controllare dinamica, volume e lunghezza d’onda. La nascita di questo genere musicale, caratterizzato da cacofonia, dissonanza, atonalità, rumore, indeterminazione e ripetizione e che influenzerà

(Cirano, F. Guccini) artisti del calibro di Igor Stravinskj o del primo La Monte Young, richiama l’esplosiva veemenza delle composizioni di Marinetti o l’evocativa sequela di onomatopee di Aldo Palazzeschi.

Musica e contenuti Saltando a piè pari dai primi del novecento oltre il muro di atrocità delle guerre mondiali si arriva ad un periodo di circa sessant’anni durante i quali Portogruaro ha vissuto in modo altalenante l’influsso delle grandi stagioni musicali. “Se negli anni ’60 è stato indiscutibile il monopolio della musica beat, il ritorno al rock del decennio successivo e qualche sporadica espe-

rienza progressive non hanno prodotto risultati altrettanto felici. Solo alla fine degli anni ’70 si risveglierà qualcosa con l’esplosione del punk, la New Wave e la formazione del Movimento Indipendente Italiano. Un fenomeno di crescita e arricchimento che proseguirà con i tanti live degli anni ’90 e il consolidamento dei legami con la scena pordenonese ed europea”. Questa la ricostruzione che emerge dalle parole del portogruarese Giampiero Innocentin. Già batterista di Grave Diggers, Almanacco Scuba, Funny Cartoons, Rubber Soul, Bandyng e Blue Mama nonché attuale sezione ritmica del progetto funk soul JT Nation,

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The Animal Kingdom PRESENTAZIONE ATTIVITÀ CENTRI ESTIVI IN INGLESE PORTOGRUARO - Via Benedetti, n. 3 VENERDÌ 19 MAGGIO ORE 18.30

SAN VITO - Viale Dante Alighieri, 8 GIOVEDÌ 18 MAGGIO ORE 18.30

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Giampiero è stato tra i fondatori della storica associazione musicale Fonofusioni, organizzatore di eventi come il “Beatles Day” o il “Festival in Bianco e Nero” e autore di due libri, entrambi dal titolo “Rock a Portogruaro”, che coprono la storia delle band locali dal 1963 al 2000. Il tema, però, è ben definito: che rapporto esisteva tra tutte queste realtà e la letteratura? “Per la scena musicale portogruarese sono stati fondamentali gli anni ’80 - spiega Giampiero -. Dopo molto tempo, infatti, in quel periodo si era ricominciato a produrre un rock italiano e impegnato, ricco di contenuti”.

Cantautori e teatro Con l’inizio del nuovo millennio la città del Lemene ha visto fiorire alcuni progetti - come La Banda di Piero, i Tiratirache o La Luna e i falò - che hanno provato, a loro modo, a rispolverare un genere per lei poco comune: il cantautorato. Una possibilità interessante per quanto riguarda il rapporto tra note e parole. Tuttavia, la scena locale non sta vivendo uno dei suoi periodi migliori. “Si respira sia a livello nazionale che locale una sorta di superficialità in tutti i settori artistici, musica compresa - spiega Max Bazzana, musicista e fondatore delle compagnia teatrale portogruarese ArtiVarti -. Non c’è più voglia di ascoltare e vedere cose particolari e spesso il live è considerato poco interessante. Questo comporta che o ti adegui alle tendenze commerciali o fai parte di un sottobosco poco ricercato. Le sperimentazioni letterarie più rilevanti nel portogruarese oggi arrivano dai poeti, come ad esempio Piero Simon Ostan. Musicalmente, invece, credo manchi qualcosa. Sinceramente penso siano pochissime le realtà che pongono attenzione a quello che vogliono comunicare e che sperimentano linguaggi effettivamente nuovi”. Forse, una possibilità di rinverdire lo sposalizio tra pagina e spartito c’è, va solo cercata con più attenzione. Gaber ha fatto scuola con il suo teatro canzone… e il mondo del palcoscenico potrebbe ancora rappresentare un ambiente ideale per creare qualcosa di nuovo. “Il teatro è un ambiente in cui puoi sperimentare ed è una delle poche forme d’espressione che include e ingloba varie arti - precisa Max -. In tutti i miei spettacoli, sia nati da laboratori che professionali, ci sono contaminazioni importanti con la musica. Non si tratta solo di un intermezzo, ma di un soggetto vero e proprio: la musica da sfondo si fa personaggio. Per me non esiste più solo una cosa o l’altra”. Massimiliano Drigo


La parola a

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MAGGIO GIUGNO 2017

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IL NIDO DELLA COCCINELLA Società Cooperativa Sociale ONLUS gestisce due servizi di Asilo Nido per bambini dagli 8 ai 36 mesi. Ci trovi a: GRUARO Via A. de Gasperi, 42b Tel. 0421 73845 - Cell. 347 9801959 ASILO NIDO CLASSICO

La legge 107 del 2015 segna un importante traguardo per chi si occupa di servizi alla prima infanzia perchè riconosce gli Asili Nido come il primo grado di istruzione per i bambini da 0 a 3 anni: ciò significa che ben presto la loro frequentazione sarà un diritto di tutti i bambini e non una scelta dettata dalle esigenze lavorative delle famiglie. “Coccinella” da sempre attua nei propri asili quelle che oggi sono finalmente indicazioni richieste da una legge nazionale. UN COORDINATORE PSICOPEDAGOGICO E PEDAGOGISTA CLINICO COORDINA IL LAVORO DI TUTTE LE EDUCATRICI. L’ATTENZIONE AI BISOGNI DELLA FAMIGLIA SI TRADUCE IN: • orari e periodi di apertura estesi e flessibili: da lunedì a venerdì dalle 7.30 alle 18.00 tutto l’anno, escluso il mese di Agosto • frequenza personalizzabile sulla base delle esigenze delle singole famiglie nel pieno rispetto dei bisogni del bambino • cicli di incontri a sostegno della genitorialità con professionisti esterni ed interni alla Cooperativa • attività proposte all’intera famiglia: laboratori genitori/ figli, feste, corsi

L’ATTENZIONE AI BISOGNI DEL BAMBINO SI TRADUCE IN: • rispetto dei tempi individuali di maturazione delle competenze • rispetto del carattere e della personalità di ciascun piccolo • per noi ogni bambino fin dalla nascita è un bambino attivo alla ricerca del significato del mondo: un co-creatore di conoscenze, identità, cultura e valori • è un bambino che chiede e merita un servizio ad approccio olistico, che presupponga l’inseparabilità tra cura ed educazione, ragione ed emozione, corpo e anima • personale qualificato si prende cura delle esigenze e dei bisogni affettivi, cognitivi ed evolutivi dei bambini loro affidati • il Progetto Educativo ed il Progetto Pedagogico vengono periodicamente aggiornati

PORTOGRUARO Via M. Benedetti, 3 Cell. 366 6962819 - 347 9801959 ASILO NIDO BILINGUE ITALIANO-INGLESE

L’ATTENZIONE ALLA FORMAZIONE DEL PERSONALE EDUCATIVO SI TRADUCE IN: • titoli di studio qualificanti l’agire educativo • aggiornamento periodico del personale • formazione e relativi aggiornamenti sulle normative di sicurezza (ex legge 626)

Entrambe le strutture rispondono alle disposizioni normative stabilite dalla Regione Veneto.

ISCRIZIONI APERTE PER ENTRAMBE LE STRUTTURE E CON NUMERO LIMITATO DI POSTI DISPONIBILI.

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RUOTA QUATTORDICESIMA EDIZIONE

Sabato 17 Giugno 2017 - ore 19.00 DA PORTOGRUARO (PIAZZA DELLA REPUBBLICA) A CORDOVADO, E RITORNO

Pedalata per famiglie e gruppi di amici con “pasta party” nel caratteristico Parco dei Domenicani. DI RUOTA IN RUOTA è ormai un appuntamento imperdibile per gli amanti della bicicletta. Negli anni, questa tradizionale pedalata in notturna è diventata l’occasione per migliaia di persone per scoprire i luoghi più belli, nascosti e suggestivi del nostro territorio. L’edizione 2017 partirà da Portogruaro, si snoderà lungo le strade della zona e arriverà a Cordovado, ritrovando così il legame con il fiume Tagliamento presso un ramo ora scomparso del grande fiume della Patria.

COME DI CONSUETO, TRA GLI OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA MANIFESTAZIONE C’È LA BENEFICENZA, CHE QUEST’ANNO ANDRÀ A FAVORE DI ALCUNE REALTÀ DEL NOSTRO TERRITORIO E CHE SI OCCUPANO DI REALIZZARE DIRETTAMENTE I PROPRI PROGETTI.

info: 0421.394453 - www.sagittabike.it - sagitta.bike@libero.it


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Fuoriscena

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MAGGIO GIUGNO 2017

ALESSIO BONI, DALLA CALIFORNIA A CONRAD NE “I DUELLANTI”, ANDATO IN SCENA L’1 APRILE AL TEATRO RUSSOLO BONI È REGISTA E ATTORE. MA DIETRO AL FIORETTO E A QUELLO SGUARDO SEVERO SI NASCONDE UN UOMO DI GRANDE CUORE

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ono gli anni Ottanta. Alessio Boni è uno di quei giovani italiani che, poco più che maggiorenni, prendono e scappano in America. A San Diego, in California, per l’esattezza. Ma Boni non se ne va dall’altra parte dell’Oceano per recidere il cordone ombelicale con l’Italia - o almeno non è il motivo preminente -, se ne scappa negli States per un senso di libertà e di vita. Di scoperta, anche. Quando ritorna nel nostro paese Alessio Boni è un ventenne con la corteccia, che a San Diego si è mantenuto da solo facendo i lavori più disparati, dal baby sitter al cameriere. A 22 anni va a teatro per la prima volta. Vede “La Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone ed è subito amore. La folgorazione lo coglie in pieno stomaco: “Ho capito che quella era la mia strada”, confesserà più tardi. Da lì, l’ammissione all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, le prime tournée teatrali e il debutto sul piccolo schermo. Nel 2003 la svolta con la recitazione nel film “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana e ora… Adesso Alessio Boni si è dato anche alla regia teatrale, e il suo debutto lo ha fatto con la commedia “I duellanti”, che lo scorso 1 aprile ha portato al Teatro Russolo di Portogruaro. Tratto dal romanzo di Joseph Conrad, questo straordinario spettacolo è un vero e proprio affresco sul mondo della cavalleria e degli eserciti ottocenteschi. L’idea geniale su cui Conrad costruisce “The Duel” è che i due avversari non si fronteggiano sugli opposti versanti del campo di battaglia ma sono ufficiali dello stesso esercito: la Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Ussari, per l’esattezza. Per motivi a tutti ignoti - e in realtà banalissimi al punto da rasentare il ridicolo - inanellano sfide a duello che li accompagnano lungo le rispettive carriere, senza che nessuno sappia il perché di questo odio così profondo. E, proprio per il mistero che riescono a conservare, i due diventano famosissimi in tutto l’esercito napoleonico: non tanto e non solo per i meriti sui campi di battaglia di tutta Europa, quanto per la loro eroica fedeltà alla sfida reciproca, che li accompagnerà per vent’anni, fino al duello decisivo. Alessio Boni, questo è il suo primo lavoro da regista. Com’è stato vivere il teatro “dall’altra parte”? Difficilissimo! Ci sono tante di quelle beghe che uno non si immagina nemmeno quando fa “solo” l’attore. Ad ogni modo, è stato molto bello per-

ché ho avuto dei partner bravissimi che mi hanno sempre aiutato, dalla risoluzione dei problemi più grandi a quella dei dettagli.

ENOCLUB PORTOGRUARO

VIA ASPETTIAMO IN SEDE CON LE PROSSIME ATTIVITÀ: Giovedì 11 maggio, ore 20.00

A cura di Maria Moretto CONFERENZA SU TECNICHE E METODICHE PER MIGLIORARE LA SALUTE

Sabato 13 e Domenica 14 maggio

In occasione di “Terre dei Dogi in Festa" SEDE APERTA TUTTO IL GIORNO per degustazioni di prodotti tipici locali

PORTOGRUARO - VIA CAVOUR, 21/A TEL. 0421 72244 www.enoclubportogruaro.it

In veste di attore, con quali regole sceglie di accettare una sceneggiatura piuttosto di un’altra? Per mia grande fortuna negli ultimi tempi posso permettermi di scegliere, e nel mio lavoro non è così scontato. Auguro a tutti gli attori di poterlo fare, un giorno, ma ripeto: non è sempre così, anzi. Oggi, quindi, scelgo in base all’istinto. Guardi: non ho mai accettato una parte per questioni di interesse, neppure quando non mi potevo permettere di scegliere più di tanto. Alcuni film o delle rappresentazioni teatrali sono andati bene in termini di pubblico e altri meno, ma in tutte le produzioni in cui ho preso parte ho sempre avuto enormi gratificazioni personali proprio per il fatto di aver accettato unicamente cose che a me piacevano e che le sentivo particolarmente mie. Ne “I duellanti” ci sono duelli veri in scena tra i due protagonisti. È un mondo, quello rappresentato dallo scrittore Conrad, decisamente maschile, di vigore e “testosterone”. Eppure, nonostante ciò, allo spettacolo vengono anche tante donne. Come se lo spiega? Credo che sia per il fatto che, in fondo in fondo, ne “I duellanti” ciò che emerge su tutto non è tanto la battaglia, la cruenza, il duello stesso, quanto piuttosto la morale che sta dietro a questo testo, ossia il fatto che tutto sommato ciascuno di noi duella prima di tutto con se stesso. E poi, la stoccata nella vita la devi dare, altrimenti non vivi ma sopravvivi. Ecco, credo che il pubblico femminile apprezzi proprio questo, la morale che sta dietro allo spettacolo. Lei è molto attivo anche nel sociale… Da anni sono al fianco del Cesvi Onlus e mi occupo di “mettere la faccia” per campagne di solidarietà dedicate a situazioni difficili e a popolazioni in difficoltà. E lo sa perché lo faccio? Perché, come diceva Ennio Flaiano: “Tu non pensare che, essendo una buona persona, la vita non ti dia addosso; è come credere che un toro non ti carichi solo perché sei vegetariano”.


Oltre confine

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LE STRADE DEI VINI DOC DI LISON PRAMAGGIORE APPROFITTA DI “TERRE DEI DOGI IN FESTA” PER CONOSCERE PIÙ DA VICINO I VINI PROTAGONISTI DI QUESTO FESTIVAL E CON ESSI IL TERRITORIO NEL QUALE SONO PRODOTTI PRAMAGGIORE SR53

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BELFIORE

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CORBOLONE

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llo sbocciare della primavera le campagne del Veneto Orientale assumono le sfumature del verde, inframmezzate qua e là dagli alberi da frutto con le loro nuvole di fiori colorati; i nodosi filari si vestono di foglioline tenere ed i primi timidi raspi iniziano a formarsi. Siamo lungo la Strada dei Vini di Lison Pramaggiore, nell’area di produzione dell’omonimo vino DOC che occupa gran parte del Veneto Orientale. Questa zona, che si estende dal mare fino a toccare le province di Treviso e Pordenone, include cittadine ma soprattutto frazioni e piccoli borghi di campagna. Tra i campi coltivati sorgono medie e piccole aziende vitivinicole che producono pregiati vini bianchi e rossi, dal Lison Classico al Verduzzo, dal Cabernet al Merlot. Approfittiamo di una bella giornata primaverile per fare una gita all’aria aperta. Non serve andare lontano, se mi seguite tra queste righe vi prometto che, senza allontanarci troppo, vi farò scoprire tre piccole frazioni nei dintorni di Portogruaro ed i loro preziosi tesori, tutti da svelare.

Un calice di vino al mulino di Belfiore Poco lontano dal centro di Pramaggiore sorge Belfiore. La chicca di questa piccola frazione è il suo mulino che, mediante l’attività di macinatura, ha rifornito di farina le campagne circostanti per almeno seicento anni. Adagiato su un ramo del fiume Loncon, il Mulino di Belfiore è un esempio interessante della storia contadina del nostro territorio anche perché, grazie a un recente restauro, non solo è visitabile esternamente ma anche internamente. Il mio suggerimento è di raggiungerlo in bicicletta mediante un itinerario che percorre le stradine secondarie di Comugne o di Pradipozzo, facendone il proprio punto di arrivo. Giunti sul posto possiamo visitarne l’interno, osservare le antiche macine restaurate e seguire il percorso che ne spiega il funzionamento (l’ingresso è gratuito i sabati e la 1ª e 3ª domenica del mese dalle ore 14.30 alle ore 18.00 - maggiori informazioni su www.dimensionecultura.com). Terminata la visita e tornati all’esterno, basta guardarsi intorno e fare qualche centinaio di metri per imbattersi in una delle numerose aziende vinicole della zona. Qui si può degustare un calice di Lison Classico o acquistare qualche bottiglia di vino da portare a casa per allietare una cena in compagnia.

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FRATTA

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SAN STINO DI LIVENZA

Un calice di vino tra i boschi del Livenza Non molto lontano dal mulino di Belfiore c’è un’altra area interessante, sia dal punto di vista naturalistico, sia dal punto di vista enologico: mi riferisco alla zona che costeggia il fiume Livenza. Tra San Stino e Motta di Livenza c’è la piccola località di Corbolone dove, tra distese di campi seminati e vigne, sorge il Bosco di Bandiziol e Prassaccon. Quest’area, storicamente ricoperta da boschi, è stata estirpata negli anni Cinquanta e trasformata in zona agricola; nel 1994 il

comune di San Stino ha deciso di ripristinare il bosco che ora cresce rigoglioso. Contattando per tempo l’associazione “Il bosco di S. Stino”, è possibile partecipare a visite guidate tra alberi ed arbusti (maggiori informazioni su www.boscodisanstino.ilbello.com), poi, terminata l’immersione nella natura, prima di lasciare Corbolone, vale la pena di visitare la Chiesa di San Marco Evangelista che è uno scrigno di preziosi tesori artistici. È questo il punto in cui si unisce l’utile al dilettevole con una puntatina in cantina per ristorare lo spirito ed il corpo,

sorseggiando un calice di buon vino. Tra San Stino, Annone Veneto e Motta di Livenza ci sono parecchie aziende vinicole, tanto da avere solo l’imbarazzo della scelta (molte cantine, se contattate con anticipo, propongono degustazioni accompagnate da cicchetti).

Un calice di vino con Nievo a Fratta Ci spostiamo a Fossalta di Portogruaro per l’ultima tappa lungo la Strada dei vini DOC di Lison Pramaggiore. Raggiungiamo il Cortino per visitare il sito del Castello di Fratta. Il sito ha un non so che di misterioso, forse proprio perché non rimane molto a testimoniarci l’esistenza dell’antico Castello. Lo stesso Ippolito Nievo, che lo nominò in una delle sue opere nel 1800, quando arrivò qui si trovò di fronte ad un cumulo di macerie. Eppure il sito è una parte importante della storia del Veneto Orientale e merita una visita, anche perché recentemente ricostruito mediante un intervento paesaggistico. Sulle sue spoglie sorge oggi il Giardino di Marte e Flora, un parco con numerose specie arboree, arbusti, frutteti e roseti che possiamo visitare seguendo tre percorsi nella natura. Nel Cortino - l’antica casa padronale - sorge il Museo letterario Ippolito Nievo che raccoglie scritti e romanzi dello scrittore. Anche nei dintorni di Fratta non manca l’opportunità di gustare pregiati vini DOC e visitare importanti cantine del territorio: una bollicina che solletica il palato o un vino fermo dal profumo intenso. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Hai apprezzato i suggerimenti ed il vino? Concludo aggiungendo che, se ti trovi a percorrere questi itinerari nel weekend del 12, 13 e 14 maggio, puoi decidere di terminare il tour in modo diverso: recati in centro a Portogruaro e prendi parte all’edizione 2017 di Terre dei Dogi in Festa, ti aspettano calici di buon vino, degustazioni guidate e cicchetti in un clima conviviale e di festa! Lunghezza del percorso: 45 km circa Livello di difficoltà: medio Tipologia di percorso: asfalto Valentina Paro

Questa rubrica è realizzata grazie al contributo di:

TOURwww.tvo.srl IN VENICE OTHERLANDS


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Pratichiamo il futuro

L’EDUCAZIONE AMBIENTALE NELLE SCUOLE PERCHÈ I NATIVI AMBIENTALI SONO ANCHE IL NOSTRO FUTURO

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educazione alla sostenibilità e all’ambiente è oggi un obiettivo strategico per il futuro dell’Italia. La conservazione delle risorse rappresenta una sfida non più eludibile per le generazioni che stanno iniziando a muovere i primi passi sul Pianeta. Viviamo in un’epoca che impone, in particolare all’Italia e all’Europa, scelte radicalmente diverse da quelle compiute in passato: lontane dal modello produttivo tradizionale, dirette verso un nuovo modello di economia che rispetti l’ambiente, orientate ad una società che non produca rifiuti ma sappia creare ricchezza e benessere con il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse. Affinché ciò accada è necessario un profondo cambio di mentalità che coinvolga le istituzioni, le imprese e le singole persone. Questa nuova consapevolezza nazionale non può che iniziare dalle scuole e dagli studenti, di tutte le età. Soprattutto dai più giovani, quelli che potremmo chiamare NATIVI AMBIENTALI.

Chi sono i nativi ambientali? Si tratta di generazioni di bimbi e ragazzi che nella quotidianità dei comportamenti trovano già come prospettiva naturale il rispetto dell’ambiente in cui vivono. L’obiettivo è creare le condizioni per fare in modo che queste pratiche vengano poste come precondizione alla vita sociale di ogni nuovo cittadino, rendendole patrimonio vivo affinché possano costituire le basi di un nuovo patto di cittadinanza, attraverso le generazioni. L’educazione alla sostenibilità ambientale deve essere l’alveo nel quale promuovere le competenze necessarie per mettere in discussione i modelli esistenti e per costruirne insieme di nuovi. Educare alla sostenibilità significa attivare processi virtuosi di cambiamento complessivo dei comportamenti e degli stili di vita. Un nuovo approccio all’ambiente fondato sulla sfera valoriale prima che su quella cognitiva. Inserire l’insegnamento dell’educazione ambientale fin dalla scuola dell’infanzia è certamente un percorso lodevole. È necessario, infatti, intervenire con una politica di grande respiro, a lungo termine, perché il patrimonio naturale che ancora abbiamo oggi a disposizione è possibile che un domani sparisca per sempre. Ecco allora entrare in campo l’educazione ambien-

tale come strumento imprescindibile da cui partire per far capire l’importanza di alcune scelte.

Che cos’è l’educazione ambientale? Conservazione delle risorse e risparmio energetico, bio-economia, ciclo di vita dei prodotti, sensibilizzazione ambientale, ma anche educazio-

ne civica e culturale. L’educazione ambientale nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia abbraccia tematiche e problemi quanto mai attuali, con i quali le nuove generazioni devono confrontarsi. Secondo il ministero dell’Ambiente si tratta di “uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini e le comunità ad una maggiore responsabilità e at-

tenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio”. Uno dei molti progetti avviati nelle scuole è la realizzazione di un piccolo orto, dove sono gli studenti a far crescere piante ed aromatiche. Sono molte le scuole che hanno aderito a questo progetto a livello nazionale, altre che, come nel caso di varie scuole del Portogruarese, hanno giocato d’anticipo avviando tali progetti prima che fosse indicato dal Ministero. Durante tali insegnamenti/progetti c’è la possibilità di spaziare su moltissime tematiche, quali la raccolta differenziata, le ultime tecnologie, le energie rinnovabili, il rispetto della natura in generale, gli aspetti legati alla produzione di cibo, all’agricoltura e alla sana alimentazione. Come spesso accade, è a discrezione degli insegnanti più preparati, disponibili o semplicemente sensibili al tema divulgare la materia. E spesso la risposta dei bambini all’ora di educazione ambientale è entusiasmante, piena di partecipazione e impegno. Pensiamo solo alla raccolta differenziata e alla facilità con la quale i più piccoli imparano a differenziare la spazzatura! In questo senso c’è da dire che durante l’ultimo anno scolastico si è avviato in alcune scuole di Portogruaro un interessante progetto che ha coinvolto diversi settori d’attività, varie classi, insegnanti ed esperti. I temi trattati sono stati i seguenti: alimentazione e nutrizione volte all’acquisizione di nuove consapevolezze e alla promozione di comportamenti responsabili; creazione e promozione del benessere psico-fisico; conoscenza dei diritti del consumatore, conoscenza del sistema agricolo e della trasformazione agro-alimentare; le implicazioni della globalizzazione economica; le figure istituzionali e professionali nel campo dell’alimentazione. Questo progetto ha coinvolto anche gli studenti in percorsi di alternanza scuola lavoro permettendo loro di conoscere e confrontarsi con le realtà economiche e produttive locali. Il problema ecologico, globale e locale, è dunque la vera sfida dei futuri cittadini. Valorizzare il patrimonio artistico, leggere e produrre bellezza, significa creare qualità della vita, che non può prescindere dal recupero e dalla tutela delle migliori condizioni ambientali e dalla salvaguardia del nostro Pianeta. Andrea Pavan


Ritorno al futuro

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BENVENUTI NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IL PIANO INDUSTRIA 4.0 RIVOLUZIONERÀ IL LAVORO DI DOMANI

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uando si parla di rivoluzione industriale la mente vola immediatamente ad associazioni di parole come “automazione nelle fabbriche”, “ore di lavoro e turnazione”, “nuovi rapporti tra occupazione e tempo libero”. Andando indietro nella Storia, la prima grande rivoluzione industriale vide lo spopolamento delle campagne a favore della città, frutto dell’avvento dell’automazione e del vapore. La seconda trovò nell’elettricità il mezzo principale per ribaltare completamente il nostro rapporto con il giorno e con la notte, facendo delegare alle macchine molti compiti che prima gravavano sulle nostre spalle. L’arrivo della più recente terza rivoluzione industriale ha nuovamente sparigliato le carte con l’introduzione dell’informazione e della digitalizzazione. E adesso? Cosa porterà e/o cambierà il sopraggiungere della quarta rivoluzione? Lo chiediamo a Mattia Corbetta, 32enne originario di Concordia Sagittaria, che per il Ministero dello Sviluppo Economico segue le politiche sulle startup innovative, le PMI innovative e le altre misure legate alla promozione dell’innovazione tecnologica nel tessuto produttivo. Il “Piano Industria 4.0” viene presentato come un’iniziativa molto ambiziosa. Cosa lo distingue dalle altre azioni messe in campo negli ultimi anni dal Governo per le imprese? L’ultima strategia di politica industriale riconosciuta come tale risale al piano Industria 2015 di bersaniana memoria: un’iniziativa che, per diverse ragioni, inclusa la breve durata di quel Governo, non ebbe molta fortuna. Stiamo parlando del 2007, più di dieci anni fa. Un primo aspetto rilevante del Piano Industria 4.0 è proprio questo: il ritorno a una vera progettualità nel campo della politica industriale. Il Piano adotta un approccio olistico: oltre agli incentivi agli investimenti, tocca anche i temi del rafforzamento delle competenze della forza lavoro in un contesto di crescente digitalizzazione dei processi produttivi e dell’infrastruttura necessaria per sostenere questa trasformazione. Il piano non seleziona su quali settori puntare, ma sceglie di premiare tutte le imprese impegnate in investimenti produttivi, specie quelli relativi all’innovazione tecnologica, a prescindere dal comparto in cui operano. Qual è la filosofia del Piano? Che cosa prevede? Concentrandoci sugli incentivi per le imprese, il Piano Industria 4.0 si articola nell’ampio ventaglio di strumenti introdotti o potenziati con la Legge di Bilancio 2017. Questi comprendono: un credito d’imposta del 50% per gli investimenti incrementali in ricerca e sviluppo; gli incentivi all’investimento nel capitale di rischio delle imprese innovative, siano esse startup o PMI, che portano l’investitore persona fisica o giuridica rispettivamente a una detrazione Irpef o una deduzione dell’imponibile Ires del 30%; l’estensione al 2017 del super-ammortamento, che prevede

una maggiorazione del 40% rispetto alla quota ordinaria di ammortamento per l’acquisto di beni strumentali; l’introduzione dell’iper-ammortamento, che potenzia tale quota del 150% per beni strumentali abilitanti alla digitalizzazione dei processi produttivi. Questa enfasi sull’innovazione non rischia di lasciare fuori una fetta importante della nostra economia? La dottrina economica internazionale è unanime nell’affermare che l’innovazione tecnologica rappresenta una leva fondamentale per la competitività di un sistema produttivo: processi industriali più innovativi si traducono in prodotti di più elevata qualità, capaci di fronteggiare la concorrenza internazionale, e in un migliore posizionamento lungo le catene globali del valore. Per un Paese che non vuole giocare la propria competitività sul costo del lavoro, che non può fondarsi sulla sola economia di prossimità, e che presenta un tessuto industriale molto solido - l’Italia è tuttora

sul podio in Europa e tra i primi Paesi al mondo per capacità manifatturiera - la quarta rivoluzione industriale rappresenta una opportunità di sviluppo da cogliere al volo. Anche le imprese tradizionali possono approfittare di questa opportunità per rilanciarsi, ad esempio aprendosi alla collaborazione con startup innovative, università e centri di ricerca - sposando cioè il paradigma della “open innovation”. Il piano favorisce dinamiche di questo tipo: ad esempio, il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo viene riconosciuto anche in favore delle imprese che esternalizzano tali attività, rivolgendosi a soggetti terzi qualificati. La stessa disciplina delle PMI innovative mira a favorire le imprese già consolidate che, pur avendo superato la fase di startup, continuano a proporre prodotti, servizi o modelli di business innovativi. Giunti a questo punto forse è il caso di fare chiarezza su un’espressione ricorrente nelle sue parole: cosa si

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I FATTORI PER UNA PULIZIA CORRETTA REALIZZARE UNA PULIZIA COMPLETAMENTE PROFESSIONALE IMPLICA CHE DEBBA EFFETTUARSI CON IL MINOR COSTO E UTILIZZANDO IL MINOR TEMPO POSSIBILE, OLTRE A PERMETTERE CHE RISULTI SOSTENIBILE DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE E NON GENERI DISAGI A CHI HA RICHIESTO IL SERVIZIO. PER QUESTO BISOGNA FAR ATTENZIONE AI QUATTRO FATTORI VARIABILI - AZIONE MECCANICA, AZIONE CHIMICA, TEMPERATURA E TEMPO - CHE COMPONGONO IL CONOSCIUTO CERCHIO DI SINNER, UNA FORMULA SEMPLICE CHE SPIEGA IL CICLO CHE CONVIENE SEGUIRE IN QUALUNQUE LAVORO DI PULIZIA. IL PROFESSIONISTA DELLE PULIZIE DEVE CONOSCERE COME AGISCONO I FATTORI PER OGNI TIPO DI SPORCO. AZIONE MECCANICA: È L’OPERAZIONE ATTRAVERSO CUI SI ELIMINA LO SPORCO E PUÒ ESSERE MANUALE O MECCANICA. AZIONE CHIMICA: COMPRENDE L’INSIEME DI PRODOTTI CHIMICI DA UTILIZZARE IN OGNI PULIZIA. TEMPERATURA: INFLUISCE SULL’EFFICACIA DEL PRODOTTO CHIMICO IMPIEGATO. TEMPO: DIPENDE DAL TIPO DI SUPERFICIE CHE SI STA PULENDO, LO SPORCO ACCUMULATO E IL PRODOTTO UTILIZZATO.

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Domenica 28 maggio 2017

# quartaporta

a PORTOGRUARO CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI PORTOGRUARO

intende per “quarta rivoluzione industriale”? Cito quanto descritto a questo proposito nella circolare sull’iper-ammortamento recentemente pubblicata dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero dello Sviluppo Economico: la quarta rivoluzione industriale, resa possibile dalla sempre maggiore disponibilità di sensori e di connessioni a basso costo, si caratterizza per un impiego sempre più pervasivo di dati e informazioni, di tecnologie computazionali e di analisi dei dati, di nuovi materiali, macchine, componenti e sistemi automatizzati, digitalizzati e connessi (internet of things and machines). Essa non investe il solo processo produttivo, bensì anche la configurazione di intere catene del valore: grazie all’accresciuta capacità di interconnettere e far cooperare tutte le risorse produttive (asset fisici e persone, sia all’interno che all’esterno della fabbrica), e allo sfruttamento dei dati, che possono essere intesi come un nuovo fattore della produzione, le imprese sono sempre più integrate con le reti di fornitura e sub fornitura a monte e i clienti, intermedi e finali, a valle. Questo implica una rivisitazione profonda anche dei modelli di business e degli approcci al mercato. Le PMI del Veneto Orientale sono spesso micro-aziende a gestione familiare con un modello decisionale e proprietario chiuso. Questo modello è compatibile con la filosofia “open” che ispira il Piano Industria 4.0? Il cambiamento del mondo del lavoro non riguarda solo il lavoro dipendente: è la figura dell’imprenditore quella che, probabilmente, ne esce più trasformata. L’imprenditore 4.0 dev’essere globale, cioè capace di confrontarsi con mercati e concorrenti non più solo locali o nazionali, ma provenienti da tutto il mondo. La quarta rivoluzione industriale premia le imprese disponibili ad adottare modelli aperti, in tutti i sensi: proprietario, perché non è più realistico contare solo su risorse proprie, specie in uno scenario in cui le economie di scala diventano indispensabili; gestionale, perché le competenze richieste per gestire una realtà complessa come l’azienda impongono il ricorso a forti competenze manageriali, che non possono essere ereditate; culturale, perché nell’economia della conoscenza la creazione di connessioni stabili con il mondo dell’università e della ricerca rappresenta un fattore imprescindibile per rimanere al passo con le più recenti trasformazioni tecnologiche. S. G.


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L’acquolina in bocca

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UN VALIDO ALLEATO PER LA NOSTRA SALUTE OTTIMO CONSERVANTE USATO FIN DALL’ANTICHITÀ. POTENTE DISINTOSSICANTE E DISINFETTANTE, L’ACETO È ELEMENTO MOLTO UTILE IN CUCINA. NONOSTANTE LE SUE “UMILI” ORIGINI”, È SOVRANO NELL’INSAPORIRE I NOSTRI PIATTI

È

tradizionalmente considerato un condimento povero. La sua presenza sulle nostre tavole è associata inevitabilmente all’olio, il fratello maggiore con cui siamo soliti insaporire insalate e piatti. Stiamo parlando dell’aceto. Prima di addentrarci nel suo uso in cucina, è necessaria qualche precisazione tecnica per sgombrare il campo da equivoci. In ogni parte d’Italia, la parola “aceto”, senza alcun aggettivo, definisce esclusivamente l’aceto di vino. Fa parte del gruppo di alimenti trasformati ad opera di microrganismi, genericamente chiamati anche alimenti fermentati. È molto facile da ottenere, a volte anche senza volerlo, a seguito di errori di vinificazione. E, infatti, il pensiero corrente tende ad associare l’aceto ad un vino andato a male, anzi rappresenta la cosa peggiore che possa accadere ad un vino. L’aceto che troviamo in tavola è sempre di origine industriale e viene prodotto in stabilimenti noti come acetifici, che utilizzano vini che non sono idonei per la commercializzazione a causa di una notevole acidità volatile. In altre parole, vini che le cantine considerano gravemente alterati. L’aceto nasce dal vino, ma non solo. Si può infatti ricavare da numerose materie prime alimentari. Si possono produrre aceti da tutte le materie prime suscettibili di fermentazione alcolica. Di qui l’enorme varietà del prodotto. In Italia e nelle zone mediterranee a clima temperato è molto diffusa la viticoltura, e di conseguenza è del tutto dominante l’aceto di vino. In altre zone d’Europa a clima temperato-freddo si producono prevalentemente aceti di malto o birra o sidri di mela. Nelle zone tropicali sono diffusi gli aceti a base di frutti locali, nelle regioni asiatiche la materia prima è costituita dal riso. Discorso a parte merita l’aceto balsamico, che ha acquistato una certa notorietà in Italia, soprattutto grazie ai ristoratori più attenti che propongono una più ampia selezione di ingredienti di qualità. In passato l’aceto balsamico era tipico del territorio del ducato estense dove veniva prodotto in maniera esclusiva. Si trattava di un’attività piuttosto diffusa che aveva anche valore simbolico perché testimoniava l’antichità delle famiglie che lo producevano. Così è definito l’aceto balsamico dal comitato di esperti della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale che si riunisce negli anni Settanta: “Prodotto ottenuto da un mosto di uva cotto, maturato per lenta acetificazione derivata da naturale fermentazione e da progressiva concentrazione mediante lunghissimo invecchiamento in serie di vascelli di legni diversi, senza alcuna addizione di sostanze aromatiche”. Negli anni Sessanta inizia la commercializzazione: l’aceto balsamico, dapprima conosciuto solo da pochi privilegiati che lo ricevevano in dono, diventa popolare in tutta Italia. Da qui la necessità di definire il prodotto commerciale sotto vari aspetti, quali denominazione e

composizione. La legislazione riconosce oggi come prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e ad Indicazione Geografica Protetta (IGP) l’Aceto balsamico di Modena, l’Aceto balsamico tradizionale di Modena, l’Aceto tradizionale balsamico di Reggio Emilia.

“Povero” ma ricco di proprietà Come si è detto, l’aceto è spesso tenuto in scarsa considerazione perché deriva da un vino di scarto. Già Plinio il Vecchio, nel trattato Naturalis Historia (I secolo d.C.) scriveva: “Per quanto di scarso valore, l’aceto ha il merito di prestarsi ad usi importanti e senza i quali la vita perderebbe ogni dolcezza”. Nonostante questa sua origine umile, si distingue per le notevoli proprietà. Data la sua alta acidità l’aceto è il prodotto più sicuro dal punto

di vista igienico-sanitario. Impedisce lo sviluppo di microrganismi patogeni ma è anche un potente antimicrobico. “Il potere disinfettante e disintossicante dell’aceto – spiega Guerrino Moretto, decano dei sommelier della provincia di Venezia – era già noto ad Ippocrate che lo raccomandava per curare ferite e disturbi respiratori, combattere le infiammazioni articolari, rafforzare l’organismo”. Un toccasana per la nostra salute. Alimento povero di zuccheri e ricco di potassio, interferisce nella digestione favorendo il senso di sazietà. “L’acido acetico – continua Moretto – aiuta a ridurre il tasso di glucosio nel sangue, ma soprattutto a diminuire il sale nei condimenti, il vero attentato alla nostra salute”. Diluito in acqua, l’aceto era tradizionalmente usato per calma-

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Un ottimo conservante L’aceto ha trovato larghissimo impiego, fin dall’antichità, come conservante. I Romani facevano grande uso di erbe, uva, frutti, semi, formaggi, pesci e carni conservati in aceto e salamoia. Basti pensare poi alle nostre tavole, dove non mancano sottaceti (cipolline, cetrioli) e salse (maionese, senape, ecc). Nelle tradizioni germaniche sono diffusi gli “agrodolci”, confetture condite con l’aceto, che accompagnano selvaggina e carni fredde. Per la loro preparazione si utilizzano vari frutti, tra cui mirtillo, ribes, mele, pere, ciliegie, pesche. Un elemento molto utile e versatile in cucina. L’aceto conserva e insaporisce pietanze, stempera alcuni piatti ed è un ottimo componente nelle salse. Sono svariati i piatti che richiedono l’uso dell’aceto. A partire dai carpioni (anguilla, sarde, sogliole), carni e verdure, in genere fritti, tenuti sotto aceto fino al momento del servizio. Da cosa si riconosce un buon aceto? “Nell’Ottocento – spiega Guerrino Moretto – si ha la codificazione del metodo di produzione dell’aceto grazie al medico Louis Pasteur, il quale evidenzia anche i criteri per identificare un prodotto di qualità. Un buon aceto si riconosce dall’aspetto limpido, di un bel rosso, un po’ meno del vino dal quale deriva, o giallo pallido, qualche volta tendente al rossiccio, dal sapore schietto che conserva il bouquet del vino dal quale proviene o l’aroma del sidro di mele o pere. Diluito in acqua deve conservare un gusto gradevole e sfregato sulla pelle della mano mantiene un odore piacevole”. Vito Digiorgio

SALAME ALL’ACETO Ingredienti: salame fresco (massimo 15 giorni), 2 cipolle, olio, aceto, sale. Preparazione: tagliare il salame in fette alte poco più di un centimetro. In una padella scaldare un filo d’olio, aggiungere un po’ di cipolla e far appassire bene. Aggiungere le fette di salame e farle rosolare per 5 minuti da entrambi i lati. Versare 2 cucchiai di aceto e proseguire la cottura a fuoco basso, lasciando evaporare l’aceto. Il salame va servito caldo, accompagnato da una fetta di polenta.


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C V N F S A P E R E P F E R M O

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ORIZZONTALI 1. Bersagli al tirassegno - 6. Ceffone, schiaffo - 11. Bulbi del cuoco - 12. Non aprir bocca - 14. Accorre con le ambulanze (sigla) - 15. Cocomeri - 16. Il vigile meno vile - 17. I confini della Romania - 18. Etici - 19. Iniziali di Armani - 20. Non tutti - 25. L’autore di “Tonio Kroger” - 26. Sean di Hollywood - 28. Dolcissimo ai sensi - 29. L’autore di “Peter Pan” - 31. Ballo argentino - 32. Combatte la malattia - 33. Chiave - 35. Dopo nei prefissi - 36. La prima donna - 37. Donne sul trono - 38. La prole... ancora implume - 40. Il Robbins attore (inÏz.) - 41. Le stelle in montagna - 42. Un vitigno per vini rossi - 43. Belva che ride - 44. Composizioni in rima - 45. Lubrificare, ungere VERTICALI 1. Non profani - 2. Aspra come il limone - 3. L’articolo per altri - 4. In molti e in pochi - 5. Laterizio ora proibito - 6. Un Ettore regista - 7. Averi, ricchezze - 8. Edizioni RAI (sigla) - 9. Il vertice della nobiltà + 10. I nonni... nei rebus - 13. Calciatore d’attacco - 15. La Marilyn di “Niagara” - 16. Il bandito con il mitra - 18. Soldati da sbarco statunitensi - 19. Una rivale... dei sampdoriani - 20. Fanno vita contemplativa - 21. Famoso museo parigino - 22. Costosa o amata - 23. Frutto autunnale - 24. Le prime lettere in neretto - 25. Le mole del mugnaio - 26. Giunchi del Nilo - 27. Scorte fra altre - 29. Grigio spento - 30. Fuma in Sicilia - 33. Il Johnny di ‘Edward mani di forbice’ - 34. Esclamazione di sdegno 37. Le hanno rublo e sterlina - 39. Preposizione articolata - 41. Coppia d’assi - 42. Clint al cinema (iniz.)

CRUCIPUZZLE Chi assunse per primo l’incarico di amministratore della Città di Portogruaro dopo l’Unita? Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

BRAVO CALCIO CAMERA CANTARE CARATTERISTICO CERTO COLPA CORSA CRISI DESTRO DIVENIRE FERMO FESTA GIOIA GIORNATA GIRARE GRIDARE IMPARARE

ISOLA LEGGE MAESTRO MERITARE MESSA MODERNO MONTAGNA NEMICO OCCASIONE OPERA OPPORRE ORIGINE PAGARE PARTE PIENO PORTA PORTO PRIMO

PROPOSTA RESTARE RIDURRE RISPETTO RIVOLGERE RIVOLUZIONE ROSSO SAPERE SPAZIO SPECIE SPERARE SPESA TEATRO TRISTE UDIRE UTILE VILLA VIVERE

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

M E S S I A

A V A T I

T G E R A V O R P C M G E E R A

A O I R P O R P O O I E R D A M

O R T L E A S

B A S S S I T R E A T S T S O

O T M O E R E I P M O C D E C I

S E G O R A I A O N R T P P O O

R E S A

S N R B I D Z C M U A I A I C C

A O B A B L R P A M I I A P O S A N A S T C O R T E C A R R T I T E I V I G C I A T E

E M A E P A G R L I R G E I G O

R A E S R I R A T C O E R R L O

G I G T N M O T O A S E C O I T

N G B A T P O T E Z S O P A E A

O G R O E E A E S I A O S M R P

D E R I D T E P A R D I R E O A L F O R E S T R O

C E U M N D R R M O P N P N E E

F A T U I

I D E M

G T C I E I L E T N P O T A E N

R T I N R R C E T E R A R E P S

A T I R N A T A O R I N I N A S E C T T A O T T N A I

A A A I G E S I Z T G U E R R A

D R R M I T I Z V I A G G I O R

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