Portogruaro.Net Magazine

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HISTORIAE Migliaia di documenti salvati dalla distruzione da un anonimo funzionario, Emmanuele Antonio Cicogna, a cui dobbiamo anche una lista dei podestà di Portogruaro p.6

OLTRE CONFINE

CRISI DEL LAVORO: to el d ega le a ll m m a i o n a n I a z " r a g o ro ern mp il p l Int "A te a a ic ti v Fes i Mus d

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La ripresa passa dall'innovazione Continua a crescere, seppur in misura minore rispetto allo scorso anno, il numero di persone iscritte nelle liste di mobilità: gli ultimi dati di Veneto Lavoro, aggiornati a fine maggio, segnalano 70 inserimenti nelle liste di mobilità, nei primi 5 mesi dell’anno, contro i 44 dello stesso periodo del 2010. Aumentano anche i licenziamenti individuali attivati dalle piccole imprese. Le strade per uscire dalla crisi. continua a pag. 4

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Lignano Sabbiadoro, la "Florida d'Italia". Una lingua di terra incastonata in un'area di grande bellezza paesaggistica

FUORI SCENA Un portogruarese alla Scala. Intervista al ballerino Massimo Dalla Mora che è giunto a calcare uno dei più prestigiosi palchi al mondo p.10

IL PERSONAGGIO La vita di Giancarlo Zamberlan, animatore e ideatore di mille attività che hanno reso più ricco e vivibile il territorio p.12

L'ACQUOLINA

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L'importanza dei mercati cittadini, come luogo di scambio e relazioni, contrapposti alla pratica freddezza dei supermercati


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EDITORIALE

Portogruaro, “soffocata” dalla viabilità. Urgono soluzioni É necessario il completamento della nuova tangenziale. Tempi allungati per la metropolitana di superficie. Stazione delle corriere, continuano i disagi

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mog, no grazie! E’ arrivata l’estate e con essa i consueti problemi per la viabilità portogruarese “soffocata” da un fiume di veicoli che percorrono quotidianamente la città per lavoro o per recarsi nelle vicine spiagge. A lanciare un grido d’allarme è il sindaco, Antonio Bertoncello, che, d’accordo con molti cittadini e operatori commerciali del centro storico, taglia corto “se non si completa la tangenziale, su cui si attendono risposte circa i lavori, la viabilità cittadina continuerà a essere in grande difficoltà, soprattutto per il transito di mezzi pesanti. Ora, è il caso di muoversi”. Già, ma che fare? Il primo cittadino ha un’idea. “Ai commercianti lancio l’invito, – propone – nel prossimo mese di settembre, ad aprire un tavolo di lavoro insieme al Comune per valutare anche le ipotesi di chiusura al traffico del centro e per promuovere tutte le iniziative attuabili a sostegno del commercio”. Intanto, si allungano ulteriormente i tempi per la metropolitana di superficie. E’ stata, infatti, nuovamente rinviata la Commissione tecnica regionale che dovrà esprimersi su una perizia di variante relativa ai lavori per la metropolitana leggera (Sfmr), da tempo in corso negli ambiti compresi tra via Arma di Cavalleria, via Diaz e via Cimetta. L’incontro dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. C’è molta attesa perché dall’esito dipende la ripresa dei lavori, attualmente sospesi, che tanti disagi finora hanno provocato nell’accesso alla stazione ferroviaria e alle abitazioni dei residenti. Ed è bloccato anche il progetto dell’Alta Velocità Venezia-Trieste: il ministero dell’Ambiente ha, infatti, accolto il ricorso del Wwf contro la procedura «spezzatino» e ora l’iter della Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) dovrebbe essere riavviato da zero. Soddisfatti sindaci, tra cui quello di Portogruaro “questo stop ci darà ulteriore tempo per valutare le proposte alternative di tracciato” e comitati. Una buona notizia arriva sul fronte dei trasporti. L’ente civico ha scelto di aderire alla proposta della società Gruppo Unica s.p.a, progetto per la fornitura in comodato gratuito alla Pubblica Amministrazione di mezzi di trasporto per la mobilità di cittadini svantaggiati. Il veicolo (o i veicoli) sarà finanziato grazie a spazi pubblicitari che potranno essere affittati dagli imprenditori e commercianti di Portogruaro, che saranno in seguito esposti sulla carrozzeria del veicolo a fronte di un contributo legato alla misura dello spazio pubblicitario. “La partecipazione al progetto delle imprese locali particolarmente sensibili – dicono in Comune – dà alle stesse, da parte dei cittadini e dei fruitori del servizio, particolare valore etico e sociale”. Infine, continuano i disagi alla stazione delle corriere; i ritardi nella realizzazione della nuova stazione unica treni-autobus non consentono di attenuare le proteste. La posa della prima pietra da parte dell’assessore regionale Renato Chisso è stata effettuata ancora nel 2009. Al momento sono stati avviati i lavori delle pensiline

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luglio/agosto 2011

di Maurizio Pertegato

e delle nuove fermate mentre non si conosce ancora nulla di preciso sui tempi di realizzazione della nuova biglietteria. Gli interventi previsti comprendono la realizzazione della nuova autostazione, la sistemazione di viale Diaz con parcheggi e stalli per le biciclette,

la creazione di nuova viabilità di accesso, la modifica di quella esistente e l’adeguamento di via Cimetta.

SOMMARIO EDITORIALE Questione Viabilità

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IN COPERTINA Crisi e lavoro

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HISTORIAE Cicogna e i suoi documenti

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DURI I BANCHI Università Terza Età

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OLTRE CONFINE Lignano Sabbiadoro

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FUORI SCENA Intervista a Dalla Mora 10 EVENTI Città Viva 2011

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IL PERSONAGGIO Giancarlo Zamberlan 12 L'ACQUOLINA Mercati cittadini

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INTERVALLO Con rispetto parlando 14

dal 30 Luglio al 9 Agosto 2011 SABATO 30 LUGLIO • Inaugurazione Mostra dei Vini Locali • Premiazioni 15° concorso enologico “S. Osvaldo d’Oro” • Serata danzante con I VEGAS DOMENICA 31 LUGLIO • Orchestra MERI & ELISA MERCOLEDÌ 03 AGOSTO • Cena didattica sull’abbinamento cibo-vino. In collaborazione con l’Associazione Italiana Sommeliers GIOVEDÌ 04 AGOSTO • Gruppo ENERGY ROCK VENERDÌ 05 AGOSTO • Orchestra CARAMEL SABATO 06 AGOSTO • Gruppo I SOUVENIR • Semifinali torneo di calcio

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LETTERE Dai nostri lettori

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Portogruaro.Net Magazine Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 18/07/2011 Reg. Trib. di Venezia - n. 10 del 05/05/2006 Iscrizione al ROC n. 17423 Direzione e Redazione: via Spalti, 7 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. e Fax 0421 280444 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Maurizio Pertegato Direttore Editoriale: Vincenzo Zollo Caporedattore: Federico Guerrini In redazione: Alessio Alessandrini, Leandro Costa, Deborah Cuzzolin, Vito Digiorgio, Guido Gazziero, Luciano Guareschi, Ivano Piva, Roberto Raspatella, Giulio Serra Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata in alcun modo, incluse le inserzioni pubblicitarie che sono di proprietà dell’editore che ne vieta la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo. Manoscritti, fotografie e disegni anche se non pubblicati, non si restituiscono. Portogruaro.Net lascia agli autori degli articoli l’intera responsabilità delle loro opinioni; garantisce la riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo o telefonando alla redazione. L'editore rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto di copyright su testi o immagini che non è stato possibile contattare. Realizzazione Grafica: Studio Idee Materia Stampa: Centro Servizi Editoriali Distribuzione gratuita © Copyright 2005-2011 Portogruaro.Net by VISYSTEM EDITORE via Spalti, 7 30026 Portogruaro (VE) Tutti i diritti riservati

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IN COPERTINA

luglio/agosto 2011

Innovazione e osservatorio sull’occupazione

Due strade per uscire dalla crisi economica del territorio di Federico Guerrini

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l 2011 sarà forse l’anno in cui la crisi economica si farà sentire maggiormente. Non tanto per le imprese, molte delle quali stanno cominciando a risalire la china, quanto per chi cerca lavoro; si parla, per il Nord Est e non solo, di una “ripresa senza occupazione”: cresce, seppur in misura minore rispetto allo scorso anno, il numero di persone iscritte nelle liste di mobilità e aumenta di molto anche il numero dei cosiddetti “sfiduciati” o, per dirla in maniera più tecnica, “persone in ricerca non attiva”: a livello Veneto si tratta di 43.000 persone, ben tredicimila in più rispetto al 2008. Secondo dati di UnionCamere, a livello regionale, la variazione degli occupati è dello 0,1 % su base annua, in timida ripresa (+ 0,6 per cento) rispetto al trimestre precedente. I miglioramenti più significativi si registrano nelle grandi imprese (+ 1,1 %) e nel settore alimentare e manifatturiero. Segno meno invece per i comparti dei metalli, del mobile e del legno, dell’editoria, dei mezzi di trasporto, del marmo vetro e ceramica e del tessile-abbigliamento-calzature. Tuttavia, le previsioni degli imprenditori per quanto riguarda l’andamento dei prossimi tre mesi sono abbastanza ottimiste: si ipotizza un saldo positivo del + 15,2 %, trainato soprattutto dall’export (+ 19,8 %) e migliorano anche le previsioni per l’occupazione, per cui è atteso un saldo negativo “solo” del 2,3 % contro l’8,7 % precedente. Nel nostro comprensorio, il portogruarese, gli ultimi dati di Veneto Lavoro, aggiornati a fine maggio, segnalano 70 inserimenti nelle liste di mobilità, nei primi 5 mesi dell’anno, contro i 44 dello stesso periodo del 2010. Per quel che riguarda i licenziamenti individuali attivati dalle piccole imprese, anche questi, seppur di poco, sono aumentati nel periodo gennaio

SEDE: Via Camillo Valle, 42 - Portogruaro - Tel. 0421 284 911 Fax 0421 284 999 - E-Mail: info@coveor.it CAORLE: Via Vescovo, 2 (angolo Strada Nuova) - Tel. 0421 838 85 Fax 0421 217 127 - E-Mail: caorle@coveor.it SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO: Piazza Libertà, 5 - Tel. 0431 510 021 Fax 0431 512 777 - E-Mail: sanmichele@coveor.it SANTO STINO DI LIVENZA: Piazza Goldoni, 5 - Tel. 0421 311 128 Fax 0421 314 238 - E-Mail: sanstino@coveor.it LA SALUTE DI LIVENZA: Corso Cavour, 33 - Tel. 0421 80 677 ANNONE VENETO: Via IV Novembre, 58 - Tel. 0422 769 092 BIBIONE: Via dello Zodiaco, 34 - Cond. Mazzuccato - Tel. 0431 430 778

maggio (196 contro 192). La crisi ha colpito duramente molte delle poche attività industriali del territorio: dal Linificio, coi suoi duecento operai, alla Dexion di Cinto (65 persone) e la Acco (60) e ancora incerto è il futuro della Nuova Pansac, che dà lavoro a un centinaio di persone. Il sopraggiungere della stagione estiva ha portato un po’ di sollievo a molti disoccupati, che trovano impiego nelle attività vacanziere in una delle molte spiagge del circondario, e riscuotono poi il sussidio di disoccupazione nei successivi mesi dell’anno. Si tratta tuttavia di un palliativo; per un territorio in cui l’occupazione è sempre stata un tasto dolente occorrerebbero rimedi strutturali. Poco possono fare le istituzioni locali di fronte a mutamenti economici in atto a livello globale come la minore necessità di manodopera non qualificata e la delocalizzazione; qualcosa però possono fare per predisporre delle possibili linee di sviluppo future. Come ha sostenuto il consigliere comunale Paolo Bellotto, presidente della Commissione lavoro del Comune “bisogna pensare a un patto per lo sviluppo economico del territorio competitivo, sostenibile e partecipato, per rilanciare lo sviluppo produttivo ed occupazionale del portogruarese e di tutto il Veneto Orientale”. In autunno, questo sarà il tema degli Stati Generali del lavoro e dell’economia, una serie di incontri in municipio che coinvolgeranno associazioni di categoria, imprese e altri attori dello sviluppo. Nel frattempo, nell’ultimo anno sono state portate avanti un paio di importanti iniziative. La prima è quella dell’ “Osservatorio lavoro e impresa” (http://www.comune.portogruaro. ve.it/aree_tematiche/progettualita/ osservatorio-lavoro-e-impresa) sul sito Web del Comune. Diviso in tre sezioni, “mondo del lavoro”, “sistema delle imprese” e “dati


IN COPERTINA

luglio/agosto 2011

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Il sopraggiungere della stagione estiva ha portato un po’ di sollievo a molti disoccupati, che trovano impiego nelle attività vacanziere in una delle molte spiagge del circondario, e riscuotono poi il sussidio di disoccupazione nei successivi mesi dell’anno

competenze professionali delle proprie organizzazioni interne”. In altre

parole, alle piccole e medie imprese del territorio viene offerto un servizio

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congiunturali”, il portale vuole essere un punto di incontro fra chi cerca e chi offre impiego. Di recente è stata attivata la “bakeca lavoro”, un motore di ricerca che pesca dai database delle principali agenzie interinali, degli specialisti del collocamento online come Monster e Jobrapido e di siti di enti di formazione come IalWeb. Funziona come molti portali simili: il candidato può inserire il proprio curriculum e consultare le offerte proposte, che in questo caso hanno il vantaggio di essere già geolocalizzate, ossia tarate sulla specifica realtà territoriale. Nella sezione “Dati Congiunturali” si possono trovare dati analitici utili per approfondire tematiche specifiche; news, dati occupazionali forniti dall’Ufficio per l’Impiego e dall’Osservatorio e ricerca di Veneto Lavoro, così come i rapporti di UnionCamere e della Fondazione NordEst. La seconda iniziativa di rilievo è stata la creazione del Polins, il polo per l’innovazione strategica sito nell’area ex Eni di Lugugnana, nato già nel 2008 e che da poco ha completato la fase di startup. Il Polins, spiega Bellotto, vuole offrire “un sostegno all’innovazione che aiuti le imprese a riconfigurarsi, a riacquisire competitività e a riqualificare le

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di analisi della loro struttura interna, della loro identità, per poi individuare percorsi di crescita che ne valorizzino i punti di forza. Le prossime iniziative del polo vanno nella direzione di rafforzare il ruolo di Portogruaro quale cerniera fra Veneto Orientale e Friuli, attraverso il progetto Interreg “Co-generazione di conoscenza competitiva per le Università e le PMI” e valorizzare la vocazione turistica, naturalistica e imprenditoriale del territorio tramite il piano “Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica come fonte di vantaggio competitivo per le imprese e aggregazioni d’impresa del Veneto Orientale”. Partendo dalla constatazione che il nostro territorio è uno dei pochi dell’intera regione a non essere stato deturpato dall’industrializzazione selvaggia, il piano ha l’obiettivo di individuare opportunità strategiche per le imprese operanti nei principali settori del Veneto Orientale (manifattura, edilizia, agricoltura, turismo, mobilità) derivanti dallo sviluppo e l’investimento nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza energetica, coniugando tale aspetto con quello dell’accoglienza turistica: si potrebbe pensare ad esempio alla ristrutturazione energetica delle strutture ricettive e all’installazione di fonti rinnovabili provenienti da biomasse legnose. “L’obiettivo – sostiene Bellotto – è quello di intercettare il turismo colto e attento ai valori ambientali proveniente dal Nord Europa”. Al momento il progetto, che dovrebbe orientare i diversi soggetti che operano sul territorio verso un modello di sviluppo economico-imprenditoriale più sostenibile, è stato presentato in Conferenza dei sindaci. Non si attendono risultati immediati: la visione, sintetizzata in un documento “Veneto Orientale 2020”, è di lungo periodo e dovrà incontrare la collaborazione e l’approvazione di tutti i principali soggetti operanti nel territorio, per evitare che rimanga solo nel regno delle buone intenzioni come altri progetti precedenti.


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HISTORIAE

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Emmanuele Antonio Cicogna e la storia di Portogruaro Un funzionario della Serenissima che salvò dall’oblio migliaia di documenti di Ivano Piva

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uando Napoleone Bonaparte arrivò in Italia, Venezia era già in profonda crisi economica e sociale. Fu così che, il 12 maggio 1797, il Gran Consiglio votò lo scioglimento della Serenissima Repubblica di Venezia e la resa alla Francia. Fu un momento drammatico, a cui presenziarono molti vecchi patrizi che ormai da anni non partecipavano alla vita politica, così come alcuni giovani appena ammessi alla vita politica che si trovavano a votare la fine della Serenissima come principale azione politica della loro breve vita da patrizi. Ovviamente la discussione che si svolse quel 12 maggio fu molto sentita e sofferta e non mancarono le voci favorevoli a resistere a oltranza; ma sarebbe stata una battaglia persa in partenza e, per come si erano messe le cose, avrebbe anche potuto portare alla distruzione di Venezia. In seguito, come sappiamo, il Veneto venne donato all’Austria. Fu un’epoca violenta e concitata e una delle conseguenze fu un certo degrado della burocrazia, a causa del quale molti documenti risalenti anche ai primi anni della storia veneziana andarono rovinati, distrutti o perfino rubati: molte famiglie patrizie in questo momento di decadenza pagavano bene documenti collegati a loro antenati illustri, e anche molti curiosi ed eruditi avevano piacere a possedere documenti già allora di valore storico. Molti dei documenti in questione erano collegati direttamente o indirettamente alla storia di Portogruaro: si andava da semplici incartamenti, ai resoconti dei Potestà o di altri funzionari di Portogruaro in cui venivano narrati nel dettaglio fatti e situazioni, anche segreti, ormai persi per sempre. In questo contesto entrò in scena l’umile funzionario di cui parleremo: Emmanuele Antonio Cicogna, nato a Venezia il 17 gennaio 1789, figlio di un funzionario e nipote di un soldato; fieramente veneziano, ricevette un’istruzione umanistica di cui fece tesoro. In particolare era un appassionato delle opere boccacciane. Il Cicogna non apparteneva al patriziato e scelse come carriera lavorativa quella di funzionario statale, proseguendo le orme del padre e dedicando grande parte del suo tempo libero alla cultura letteraria e storica. Ebbe la dubbia fortuna di assistere la fine della Serenissima il 12 maggio 1797 a causa della Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte e della successiva donazione del Veneto all’Austria. Il periodo dopo il crollo della Serenissi-

ma fu turbolento, un’epoca in cui molti intellettuali veneti si mobilitarono cercando una possibilità di rivincita e resurrezione per la Serenissima, energie che si sarebbero concretizzate nei Moti antiaustriaci iniziati nel marzo 1848 e che avrebbero portato alla nascita della Repubblica di San Marco. La Repubblica di San Marco ebbe vita breve e il 17 marzo 1848 dopo un’eroica resistenza, abbandonata dal Regno di Sardegna a cui aveva chiesto l’annessione, capitolò. I leader della rivolta presero la via dell’esilio e alcuni veneziani, non paghi della resa, tentarono di unirsi ai moti in corso a Roma, ma vennero annientati dagli austriaci a Comacchio. In tutto questo il Cicogna non ebbe mai un ruolo attivo, non si ribellò mai apertamente, anzi quando ci furono i moti carbonari a Venezia (il cui finale

fu tutt’altro che fausto) pare che disse parlando dei rivoltosi “hanno idee giuste e belle, ma utopiche e lontane da ogni pratica realizzazione, per cui il partito prudente è quello di starsi cheto come si è” (Citazione: Pilot, Echi della rivoluzione... ). Questo non vuol dire che amasse Napoleone o gli austriaci, anzi criticava aspramente chi come il gesuita Federico Maria Zanelli predicava pubblicamente contro la libertà di stampa o l’unità d’Italia, e pare soffrisse quasi fisicamente per i danni e le spoliazioni subite dal patrimonio di Venezia, soprattutto dopo l’invasione di Napoleone (gli austriaci furono meno dannosi). Non un eroe, ma neppure una persona spregevole, era noto per essere un funzionario efficiente e integerrimo, scrupolosissimo, inoltre era dotato di una

buona capacità di autovalutazione, che lo portò a privilegiare la trascrizione e la conservazione delle testimonianze per veri storici al fare opere integralmente originali, egli era più un “erudito” che uno “studioso”. Questa tendenza del Cicogna a tenere un basso profilo gli consentì di studiare e scrivere senza problemi; dopo essersi reso conto dei tanti documenti preziosi che venivano rubati o andavano distrutti si mise attivamente a salvarli in casa sua, andando a creare un fondo che al momento dell’acquisizione del Veneto al Regno d’Italia era immenso e gli valse delle onorificenze. Tra i volumi salvati, c’erano un buon numero di testi contenenti dati su Portogruaro e altre località del dominio di Venezia; difatti il Cicogna fece varie opere sulla storia di realtà comunali tra cui ovviamente il nostro Comune. L’erudito scrisse varie opere connesse a Portogruaro, e alcune sue opere furono stampate come i “Trattatelli inediti di Gianmaria Ortes”. Tra le opere del Cicogna la più famosa e preziosa per la storia di Portogruaro fu fatta nel 1851 su richiesta dello stesso Comune in occasione della nomina del nuovo Vescovo di Concordia: si trattava della trascrizione della Commissione Dogale data dal Doge Leonardo Loredan al nuovo Po-

40.000 volumi e 5.000 manoscritti da lui salvati dal deperimento e dalla distruzione, accumulati e schedati a costituire un patrimonio di inestimabile valore per le future generazioni di studiosi destà di Portogruaro Jacopo Manin nel 1519 (al tempo era una cosa di moda), a cui il Cicogna aggiunse la lista da lui ricostruita dei Podestà che erano venuti a Portogruaro, e alcuni trattati connessi all’annessione di Portogruaro al Dominio Veneziano. Quest’opera è così preziosa per la storia di Portogruaro che nel 1985 ne fu fatta una copia anastatica di cui è possibile trovare tutt’oggi alcune copie presso la Biblioteca Civica di Portogruaro. Alla fine della sua vita il funzionario donò al Comune di Venezia ben 40.000 volumi e 5.000 manoscritti da lui salvati dal deperimento e dalla distruzione, accumulati e schedati a costituire un patrimonio di inestimabile valore per le future generazioni di studiosi. Emmanuele Antonio Cicogna morì a Venezia il 22 febbraio 1868.


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Gruppo degli iscritti davanti alla villa comunale di Portogruaro

L’Università della Terza Età del Portogruarese Una gioiosa macchina per imparare

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Università della Terza Età del Portogruarese nasceva a Portogruaro vent’anni fa per merito soprattutto di tre persone benemerite, purtroppo scomparse: il dottor Valentino Moro, il sindacalista della CISL Bruno Bortolussi, ed il direttore dell’allora banca di Santo Stefano Gianfranco Franceschetti, che è stato anche, per dieci anni, il primo presidente dell’UTE. Era con loro anche il commendator Antonio Duilio Moras che per grazia di Dio è ancora una colonna portante della nostra Associazione. Fin dall’inizio ha collaborato come docente di storia veneziana e portogruarese anche il professor Guido Zanco, prematuramente scomparso, ed il nostro monsignor Primo Paties, la dottoressa Marcella Dogana, l’avvocato Gianfranco Maglio. E’ un’Università Popolare, di puro volontariato, che si propone di rimediare ad una storica carenza esistente nel tessuto nazionale dell’istruzione: quella cioè dell’aggiornamento culturale degli adulti. L’articolo 7 dello Statuto precisa che la sua finalità principale è “combattere l’isolamento e l’emarginazione degli anziani e dare una corretta informazione anche a chi non abbia potuto accedere alla conoscenza nell’età più giovane”. In realtà sono ammessi ai corsi coloro che hanno compiuto i trent’anni di età ed ormai tra i nostri iscritti ci sono persone già acculturate a livello universitario e specialistico, ma che trovano da noi stimoli conoscitivi in altre materie di cui scoprono qui il fascino, diventando a loro volta docenti in uno scambio di conoscenze per cui chi sa mette le sue competenze anche al servizio degli altri. E questa mi pare davvero una bella cosa. Medici che hanno scoperto l’astronomia, imprenditori che si sono appassionati di filosofia, operai ed artigiani che hanno finalmente colto la bellezza dell’arte e della poesia. Insomma è un’istituzione davvero interclassista e non elitaria in cui tutti si scoprono portatori di una qualche sapienza che torna preziosa proprio per intessere uno scambio culturale continuo. Il nostro principale e ormai unico sponsor è il Comune di Portogruaro che ci mette a disposizione non soldi, ma una piccola sede per la nostra segreteria e soprattutto la sala delle conferenze della villa comunale per due volte la settimana, il martedì e il venerdì, da ottobre al maggio dell’anno successivo: tanto dura infatti un nostro anno accademico. E praticamente il Comune è l’unico vero sponsor perché la Regione del Veneto, che pure avrebbe una legge, la numero 17, per contribuire al finanziamento delle Università popolari, dall’anno scorso non è più stata finanziata e quindi tutte le domande presentate, con tanto di rendicontazioni e relazioni programmatiche

di Alessio Alessandrini (Presidente dell’U.T.E.)

e consuntive sono finite nel cestino. Un anno ci ha aiutato anche la Fondazione Santo Stefano ma noi funzioniamo tutti gli anni presentando programmi sempre diversi e la Fondazione tende a finanziare non attività stabili ma eventi singoli. Insomma dobbiamo arrangiarci da soli con le quote pagate dagli iscritti: 50 euro per i corsi normali, 80 euro per poter accedere anche ai corsi di lingua che si tengono invece presso l’Istituto Scolastico “Marco Belli”. Com’è possibile continuare ad agire di anno in anno evitando di andare in rosso col bilancio? Semplice: i nostri insegnanti

lavorano gratis. Purissimo Volontariato. Tranne quelli di lingue (Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo, in passato anche Arabo e Russo) che godono di un piccolo rimborso spese, oltretutto falcidiato dalla crisi, perché svolgono la loro opera tutto l’anno per un totale di circa trenta lezioni a corso. I docenti che tengono i corsi monografici sono una quarantina per 105 ore di lezione l’anno: alcuni svolgono un’unica conferenza (per esempio Silvano Bergamo sulle galline ornamentali, Graziano Grando sulle orchidee, la dottoressa Giuliana Simonato sul funzionamento delle sale chirurgiche…) altri tengono un vero

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corso dalle tre alle sei ore sulle discipline più diverse: la musica (Michele Bravin e Mario Tatalo), il cinema (Sergio Amurri), la letteratura (Flavia Strumendo), l’arte contemporanea (Boris Brollo), la filosofia e la religione ( Monsignor Primo Paties, Rudy Milanese, Mirko Bortolusso, Georgia Schiavon), la storia locale (Imelde Rosa Pellegrini), la storia medioevale (l’avvocato Gian Franco Maglio che è anche membro del consiglio direttivo), la storia moderna (Matteo Moretto) e contemporanea (Francesco Benincampi), l’economia (Bruno Lena), il diritto (Antonio Lazzaro), la medicina (Pietro e Luigi Piccolo, Ferdinando Schiavo) i classici ed il Risorgimento (Ivanio Orsini che è anche vice presidente dell’Associazione) e tanti e tanti altri cui dobbiamo davvero un grazie di cuore perché senza di loro l’UTE cesserebbe. Bisogna dire che tutti tornano volentieri perché qui trovano dall’uditorio un’attenzione ed un interesse che, quelli che sono anche insegnanti, a mala pena riescono qualche volta a suscitare nei loro giovani studenti spesso carenti di motivazioni. L’anno scorso abbiamo avuto in tutto 7.500 presenze. E non è poco! Un tema cui teniamo molto è l’aggiornamento informatico, curato per noi dall’ingegner Carmelo Amore, perché riteniamo che non saper usare il computer sia la forma moderna di analfabetismo. E basta un piccolo sforzo per mettersi alla pari con i più giovani… Oltre alle lezioni di lingua e di cultura generale l’UTE offre ai suoi iscritti numerose uscite d’istruzione durante l’anno ed anche viaggi di più giorni: gli ultimi sono stati in Baviera, in Istria e a Ferrara, organizzato quest’ultimo dal Gruppo Archeologico del Veneto Orientale che ha sempre collaborato con la nostra Associazione. Il programma annuale viene elaborato in collaborazione con gli stessi iscritti che indicano alcuni argomenti di interesse ed il Consiglio si dà da fare per individuare i docenti più adatti a trattarli. Il programma dettagliato frutto di un paziente lavoro di incastro di date ed orari è pronto per fine settembre quando si aprono anche le iscrizioni (telefono 0421.277285) che saranno raccolte in sede dalla nostra solerte segretaria signora Nelly, coadiuvata dalla efficientissima signora Rita. L’Associazione figura tra gli amici del Teatro Russolo, per cui gli iscritti hanno diritto ad uno sconto sugli abbonamenti delle stagioni teatrali. Chi si avvicina all’UTE difficilmente se ne allontana (abbiamo degli iscritti che ci seguono da vent’anni e che noi dunque consideriamo plurilaureati…) perché si creano legami di amicizia e si impara divertendosi, in letizia, senza l’assillo di esami o interrogazioni. Venite e vedrete.


oltre confine

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luglio/agosto 2011

Lignano Sabbiadoro: benvenuti nella “Florida d’Italia”

Scorcio d el

Viale Centr

ale

Otto chilometri di spiagge dorate, una lingua di terra incastonata in un’area di straordinaria bellezza paesaggistica

S

ituato in una posizione strategica, a metà strada fra Trieste e Venezia, Lignano Sabbiadoro, centro balneare del Friuli Venezia Giulia costruito sulla lingua di terra che chiude a sud-ovest la laguna di Marano, costituisce un polo di attrazione per i turisti provenienti non solo dal Friuli ma anche dal limitrofo Veneto. Con i suoi 8 chilometri di spiaggia, si distende su una penisola disegnata dalla foce del fiume Tagliamento, dalla laguna di Marano e dalle correnti del mare Adriatico. Grazie alla molteplicità di attrattive turistiche, alla varietà di intrattenimenti, strutture sportive e ricreative di cui dispone, ma grazie soprattutto alla qualità delle acque di balneazione che le fa guadagnare ogni anno il riconoscimento della Bandiera blu, Lignano ha potuto ampliare sempre più negli anni il bacino di attrazione, ricevendo flussi di turisti anche da Austria e Germania e da varie zone d’Italia. I primi insediamenti alberghieri risalgono agli inizi del Novecento, quando la penisola, ricoperta di pinete, canneti e spiagge erbose, era raggiungibile unicamente via mare attraverso la laguna. Solo a seguito dei lavori di bonifica avviati negli anni Venti, si rese possibile un embrionale sviluppo di questa località marina. Nel 1926 fu aperta la strada di collegamento tra la frazione di Lignano e il Comune di Latisana. Nel 1935 con l’istituzione dell’Azienda di Soggiorno e Turismo venne aggiunta al toponimo la denominazione Sabbiadoro a scopo di promozione turistica. Negli anni Cinquanta si verificò una crescita urbana tale da portare all’istituzione di un Comune autonomo (1959). Essendo un centro di recente costruzione, sono davvero poche le testimonianze prettamente storiche, che per lo più si scontrano con il recente sviluppo urbanistico. Tracce della fisionomia originaria, conservate nel nucleo di Pineda, posto a ridosso della laguna, si riscontrano nella chiesetta di San Zaccaria e in alcuni edifici rurali molto antichi. Nella pineta del comprensorio della colonia ODA (Opera Diocesana di Assistenza) si leva la chiesa quattrocentesca di Santa Maria - ricostruita a Lignano a seguito dell’erosione delle rive del Tagliamento a Bevazzana avvenuta nel 1965 - che conserva un ciclo di affreschi databili al XV secolo. I tre centri in cui si articola la penisola, Lignano Sabbiadoro, Lignano Pineta e Lignano Riviera, pur susseguendosi senza soluzione di continuità, mantengono inalterate le loro peculiarità. Sabbiadoro, con le sue spiagge dorate, è divertimento e vita notturna, pullula di locali, bar, ristoranti, negozi. Pineta, zona residenziale per

di Vito Digiorgio

eccellenza, è la meta ideale per il turista alla ricerca di relax, tranquillità e immersione nella natura. Infine, in località Riviera, luogo ideale per chi predilige il campeggio come modalità di soggiorno, il turista può realizzare a pieno la fusione nel verde e nella natura, godersi un po’ di relax e tempo libero. C’è solo l’imbarazzo della scelta per chi si indirizza a Lignano, definita da Hemingway, che vi soggiornò negli anni Cinquanta, la “Florida d’Italia”. Un’ampia offerta per tutti gli sportivi, campi da golf, parchi didattici e ricreativi, parchi acquatici, passeggiate a cavallo, escursioni in bicicletta. Lignano, dunque, non è solo divertimento, ma anche natura, relax, ambiente, un habitat natura-

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le, un’oasi protetta in cui trovano ospitalità migliaia di la Veduta d el

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uccelli e di specie floreali. Una lingua di terra incasto-

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nata in un’area di straordinaria bellezza paesaggistica e in un ecosistema di grande valore naturalistico-ambientale, dove si possono ammirare i tipici casoni dei pescatori, testimonianza tangibile dell’antica cultura materiale della laguna. La vegetazione lagunare è caratterizzata dalla presenza di specie autoctone o da tempo presenti sulla penisola, tra cui lecci, pini neri, tigli, olmi. Nel tessuto urbano si sono conservate querce di notevoli dimensioni, testimoni di un aspetto dell’ambiente oggi scomparso. Esemplificazione concreta della fusione tra natura e arredo urbano è Lignano Pineta, progettata dall’architetto udinese Marcello D’Olivo, meta ideale per il turista alla ricerca di relax. In località Riviera sorgono le terme, che offrono trattamenti specializzati di talassoterapia. Attrattiva primaria è senza dubbio il Parco Zoo di Punta Verde, che ospita 1200 esemplari appartenenti a circa 200 diverse specie. A Lignano il turista può immergersi negli spazi verdi e nei parchi. Tra i principali si ricordano il Parco Hemingway, realizzato nel 1984 in località Pineta, attrezzato con strutture ginniche e un campogiochi per bambini, e il Parco Unicef, inaugurato nel 1987 e dedicato “A tutti i bambini del mondo”, anch’esso ricco di strutture ricreative. Ma Lignano è anche sede di numerose e importanti manifestazioni di un certo spessore culturale. Tra le più rinomate ricordiamo il Premio Hemingway, intitolato al giornalista e scrittore americano premio Nobel nel 1954, giunto alla XXVII edizione. Dal 2009 viene assegnato il Premio Hemingway-Sparkasse ad una personalità, rappresentativa del mondo culturale e sociale dell’Euroregione, che si sia distinta per una produzione ispirata ai valori della fratellanza e amicizia fra i popoli. Lignano è anche vetrina di eventi sportivi importanti. Dal 10 al 20 settembre la località sarà teatro degli European Masters Games, manifestazione nata nel 2008 in Svezia con lo scopo di promuovere la filosofia “sport per la vita” e “sport per tutti”. A guidare la perla dell’Adriatico è il grossetano Silvano Delzotto, in carica dal maggio del 2007 e a capo di una coalizione di centrodestra.


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fuori scena

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Massimo Dalla Mora, da Portogruaro alla Scala di Milano

Romeo e G

iulietta

Massimo Dalla Mora è oggi uno dei ballerini più richiesti e noti del paese, un talento da esportazione che nobilita il nome di Portogruaro, sua città di origine, in tutto il mondo di Giulio Serra

M

assimo Dalla Mora, di recente il Comune di Portogruaro ha voluto omaggiarti, dedicandoti un riconoscimento a nome di tutta la città. È stato per te un momento di orgoglio? Orgoglio? Lo definirei uno dei momenti più belli della mia vita: il raggiungimento di un bellissimo traguardo frutto di tanti sacrifici e di duro lavoro per molti anni. Grazie all’assessore Foschi del Comune

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Portogruaro, 18 luglio 16 settembre 2011 ore 21.00 Gli interpreti:

Alexander Lonquich, Roberto Plano, Accademia dell’Orchestra Mozart, Enrico Bronzi, Filippo Gamba, Ottetto dell’Hagen Open Festival, SoloDuo, Orchestra Sinfonica della Val d’Aosta, Amiram Ganz, Quartetto Vogler, Quintetto Bibiena, Giovanni Sollima e Monika Leskovar, Trio di Parma e molti altri... INFOLINE CONCERTI E BIGLIETTERIA: Tel. 0421 270069

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di Portogruaro, che l’ha voluto con grande determinazione, ho potuto assaporare momenti di gioia durante tutto l’evento: ricordi di lettere spedite molti anni fa; parole di alto valore artistico da parte del direttore del teatro Russolo, Masarati; segni di riconoscimento da parte delle allieve e delle insegnanti della scuola con cui collaboro; un bellissimo e commovente video contenente tutti i momenti più toccanti della mia carriera attraverso piccoli spezzoni di balletti, foto, interviste, esami di danza e molti altri ricordi sapientemente raggruppati da Elena Pasqual; concludendo con la consegna di una targa come omaggio alla carriera e l’allestimento di una mostra fotografica nella sala delle Colonne del Municipio. Oltre a questo riconoscimento, Portogruaro pochi mesi fa ti ha offerto l’opportunità di esibirti al Teatro Russolo. Com’è stato ballare nel “tuo” teatro di casa? Tra i ricordi più emozionanti che custodisco gelosamente nel mio cuore c’è l’esibizione presso il chiostro del Collegio Marconi organizzato dal FAI davanti a circa 500 persone e pure lo spettacolo al teatro Russolo insieme ai miei colleghi scaligeri finalmente in un vero e proprio teatro nel cuore di Portogruaro. Senza la grande disponibilità e amore per l’arte da parte del direttore Masarati tutto ciò non si sarebbe realizzato. Una serata intera con i ballerini del Teatro alla Scala di alto livello e prestigio artistico attraverso passi a due classici e una seconda parte di gruppo nel balletto moderno “Six for fado” coreografato da S. Chiesa. Uno spettacolo indimenticabile offerto ad un pubblico divertito e pienamente soddisfatto. A proposito del Teatro Russolo. Dopo molti anni, finalmente, anche Portogruaro ha il suo teatro. Credi che questo sia un buon modo per far fiorire con maggior impeto anche il movimento sul territorio legato alla danza classica? Ricordo i miei primi saggi di danza che

si svolgevano a Concordia Sagittaria, a San Vito al Tagliamento e solo in un’unica occasione presso il cinema Sociale di Portogruaro, oggi trasformato in un centro commerciale, che per le dimensioni e la struttura non era per niente adatto a questo tipo di rappresentazioni. La prima volta che vidi la struttura del Teatro alla Scala mi resi conto che per un artista è molto importante avere spazi con determinate caratteristiche: un buon palcoscenico, un buon pavimento, la giusta acustica e dei camerini funzionali. Tutto ciò per Portogruaro l’ho sognato per vari anni volendo portare a conoscenza del pubblico locale la danza espressa ad alto livello e per questo tutte le occasioni che ho avuto di esibirmi sono sempre state legate a paesi limitrofi meglio organizzati, ma il mio sogno doveva prima o poi realizzarsi. Quando visitai il teatro Russolo alcuni mesi dopo la fine dei lavori fui molto felice perché lo trovai pienamente adatto, ben ideato e curato nei dettagli a misura degli artisti. Ora veniamo a te. Da informazioni raccolte qua e là ho saputo che all’età di 11 anni hai lasciato Portogruaro per inseguire il sogno di ballare. Ed eccoti approdare a Milano. Ci racconti com’è andata la faccenda? Oggi, a distanza di molti anni, lo rifaresti? Avevo 8 anni. Diciamo che tutto è cominciato durante un pranzo a casa dove mio padre mi chiese se volevo provare a prendere delle lezioni di danza presso una scuola privata. Cosa insolita non è vero? Ebbene sì, me lo disse con molta leggerezza e io fui incuriosito dalla proposta tanto che poi accettai. Ricordo l’odore del parquet, della pelle delle scarpine di danza, gli specchi, le sbarre, il pianoforte: cosa ormai rara nelle moderne scuole di danza dove oggi le lezioni sono accompagnate da cd musicali e non più da un pianista, poi le ragazzine che mi guardavano incuriosite visto che ero l’unico maschietto ma già dal primo giorno, entrando nella sala,

sentivo che ero contento e mai avrei immaginato che quella in fondo sarebbe stata la base del mio futuro. Sono molto determinato nella vita e se mi pongo un obiettivo lo inseguo con tutto me stesso e cerco di realizzarlo, perciò quando mi fu proposto di partecipare alle selezioni per entrare nella scuola di ballo del Teatro alla Scala a quasi 11 anni, accettai volentieri come una nuova sfida con me stesso anche se mi rendevo conto che tutto ciò voleva dire allontanarmi dalla mia famiglia e dal mio paesino per vivere in una grande città lontano da tutti i miei cari. Grande fu l’emozione quando vidi per la prima volta Milano, il Teatro alla Scala per sostenere tre selezioni (attitudinale, fisica e un mese di prova) superate pienamente fra 600 candidati e in poco tempo mi trovai ad essere un allievo del più prestigioso teatro d’Italia. Difficile fu il distacco dalla mia famiglia e a causa della mancanza di un internato nella scuola mi ritrovai in un collegio accanto a ragazzi con problemi familiari; spesso vedendo la loro situazione mi facevo forza perché mi rendevo conto che loro stavano lì per imposizione del tribunale e invece la mia era stata una scelta autonoma per inseguire un sogno. Dopo 8 anni di duro lavoro e di continui esami ho conseguito il diploma e così il mio sogno cominciava a prendere forma. Da qui poi è iniziata la fase lavorativa e nuove sfide si sono proposte come quella di accettare un contratto di lavoro all’estero presso lo Stuttgart Ballet in Germania. Quando ripenso a tutto ciò che ho passato, ammetto che ho rinunciato a molte cose, soprattutto a vivere l’adolescenza come tutti i ragazzi di quell’età, ma ne è valsa la pena, perché sono state molte le soddisfazioni, perciò…sì lo rifarei di nuovo, perché ora sono fiero di me stesso e dei traguardi che ho raggiunto. Il resto dell'intervista è disponibile su www.portogruaro.net/dallamora

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eventi

luglio/agosto 2011

Portogruaro Città Viva 2011 Prosegue a “tambur battente” l’8^ edizione di Città Viva, tradizionale appuntamento dell’estate portogruarese di Guido Gazziero

giugno), pregiato gruppo ska-roots del portogruarese, impegnati nella promozione del loro nuovo album. Ancora, sempre parlando di presentazione di nuovi LP di artisti portogruaresi, citiamo Matteo Pascotto (13 luglio) e i The Panicles, diret-

tamente dagli studi di Abbey Road (6 luglio). Oramai anche per i musicisti coinvolti il palcoscenico di Portogruaro inizia a costituire un importante momento di visibilità. “In tutti questi anni – commenta Stefano Sonzin,

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portici, le calli e tutti gli scorci più belli di Portogruaro si offrono al numeroso pubblico come suggestivo e scenografico teatro di una manifestazione che ormai travalica l’ambiente cittadino per espandersi anche internazionalmente. La formula è ormai consolidata: ogni mercoledì sera dal 22 Giugno al 27 Luglio dalle 21 alle 23, lungo le vie del centro storico di Portogruaro negozi aperti, sei punti musicali con concerti live, spettacoli di Danza Urbana, esibizioni di Milonga/Tango, gli ormai consueti appuntamenti con lo Sport. La realizzazione dell’evento è a carico della giovane Pro Loco di Portogruaro, con il decisivo sostegno e il patrocinio del Comune di Portogruaro. La sinergia con ASCOM, esercizi del centro storico, Friuladria e Provincia ha permesso anche quest’anno di presentare 6 serate all’insegna della qualità dell’offerta musicale e della varietà degli spunti proposti. Le migliaia di visitatori hanno l’imbarazzo della scelta: si è partiti con il gradito ritorno “on the road” dei Roots Bamboo (22

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presidente della Pro Loco – abbiamo avuto tantissimi contatti con musicisti locali, che ben volentieri tornano a suonare nella nostra città. Quindi anche da questo punto di vista, la nostra città sta crescendo e sta diventando ‘attrattiva’, inoltre il progetto ha riscosso un tale successo da essere ormai esportato e copiato anche nei Comuni limitrofi”. A tal proposito vogliamo sottolineare le proposte non strettamente portogruaresi che costellano il cartellone della manifestazione: i Bougainville (29 giugno) con la presentazione del loro nuovo album omonimo (roots-reggae), gli Harduo (29 giugno) con il loro acustic metal, lo straordinario duo Enrica Bacchia-Massimo Zemolin (6 e 13 luglio). Sempre gradito il ritorno (20 luglio) di “Silvia on the waves”, corista di Elisa, che ogni anno riesce a ritagliarsi una serata da regalare a Portogruaro e al folto pubblico che la segue sempre. Completano il tabellone i concerti dei nostrani 3io (20 luglio), il Vescovo e il Ciarlatano (27 luglio) e Real Illusion (27 luglio). Ultima breve nota per i Damadorè (20 luglio) e i Microsolchi (20 luglio), che affiancano strumenti “classici” a impostazioni musicali rock, folk e prog. Un ringraziamento particolare va indirizzato al Porto del Jazz, motore degli appuntamenti jazz di fronte ai Mulini. L’esordio “col botto” il 22 giugno con U.T.Gandhi, per poi proseguire con molti altri artisti italiani e anche stranieri. Sempre folto il pubblico per gli appuntamenti di piazzetta Pescheria, dove si è appena concluso il trittico di serate dedicate al tango (Associazione Academia del Tango Argentino). Gli appuntamenti dietro il Municipio, nel suggestivo scenario del lungolemene, proseguono mercoledì 20 luglio con un’esibizione di danza del ventre. Ottimo successo mercoledì 13 luglio per il prestigioso appuntamento con la Filarmonica Giovanile di San Gallo (Svizzera) che, in collaborazione con 3 cori (tra cui il coro La Martinella di Portogruaro) ha dato vita ad un vero e proprio show con la spettacolare sfilata di majorettes lungo via Martiri della Libertà. Le ultime serate della manifestazione saranno caratterizzate anche da animazione per i bambini (20 e 27 luglio) e con il torneo di basket 3on3 in piazzetta Duomo (27 luglio). Nelle vie del centro storico sarà anche possibile incontrare le esposizioni delle concessionarie di auto e moto. La programmazione completa è visibile sul sito www.prolocoportogruaro.it.


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il personaggio

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un caldo pomeriggio di inizio luglio, quando il signor Stefano Simonatto mi fa accomodare in un angolo all’ombra del suo giardino. È cordiale e visibilmente emozionato nel parlare del suo grande amico Giancarlo, scomparso nel novembre scorso per un malore improvviso. Il signor Simonatto, ora Presidente dell’Associazione “Viviamo Summaga”, ne parla come se il suo amico fosse ancora al suo fianco, come se ancora dovessero accordarsi sulle luminarie lungo le strade della piccola cittadina di Summaga. Giancarlo Zamberlan, originario di Meolo e summaghese fin dal primo anno delle scuole elementari, è stato un uomo come ora ce ne son pochi: classico esempio di self-made-man in una terra non sempre generosa, è come se avesse sempre avuto il bisogno di “fare”, dal lavoro presso la sua carrozzeria a tutte le attività nella comunità del paese. Il giovane Giancarlo inizia con l’attività di capo scout organizzando escursioni in Val Cimoliana, insegnando ai più giovani tutte le attività tipiche del movimento scout, ma cercando soprattutto di infondere la cultura del rispetto dell’ambiente e delle persone. Ed è con lo stesso entusiasmo che Giancarlo sprona la comunità paesana nell’organizzazione di eventi che hanno grande eco a livello regionale, come il “Maggio Summaghese”, la tradizionale “Casera”, la celebre sfilata di carri per il “Carnevale di Summaga”. “È stato suo il merito di aver fondato con altri soci la “Cassa Peota”, organizzazione con lo scopo di aiutare i bisognosi – ricorda il signor Simonatto, che Giancarlo l’aveva conosciuto proprio tramite le attività promosse ed organizzate insieme”. Nel contempo, Giancarlo Zamberlan continua a lavorare presso la sua carrozzeria, fornendo supporto come soccorritore ACI a tutte le ore del giorno e della notte. Non era certo una persona che si tirava indietro, Giancarlo. La sua disponibilità nell’aiutare il prossimo, anche solamente dispensando consigli su qualunque cosa riguardasse le attività del paese, lo faceva benvolere da tutta la comunità summaghese e presto diventa un vero e proprio punto di riferimento per tutti. E’ stato un uomo molto deciso, Giancarlo, e molto tenace. Ma al contempo erano famose la sua discrezione e la sua riservatezza. Qualità queste molto apprezzate, soprattutto nei piccoli centri urbani. Il suo impegno e la sua generosità si traducevano nella grande disponibilità per tutto quel che ruotava attorno alle attività della comunità summaghese: sempre pronto a mettere a disposizione il suo personale impianto di amplificazione per le celebrazioni religiose come per quelle civili, e anche sempre pronto, durante le riunioni o le attività di organizzazione degli eventi correlati alla vita sociale del paese, ad assentarsi per il tempo necessario di recarsi ad acquistare pane, formaggio e salame per la pausa pomeridiana. “Dopotutto – era uno dei tanti modi per stare insieme e l’importante era soprattutto questo per lui – racconta la moglie Luciana, mentre versa un bicchiere d’acqua fresca in un assolato pomeriggio d’estate”. Il nipotino Davide dorme sereno nella camera adiacente, attendendo il ritorno dal lavoro di sua mamma Sonia. La signora Luciana lo ricorda come un uomo generoso, una persona sempre attiva, e

Giancarlo Zamberlan L’importanza dello stare assieme di Roberto Raspatella accenna alla grande passione per il pae- ancora. saggio montano (“El campanìl…”, fram- È stato proprio in occasione di un evenmento questo di ricordo che mi colpisce to organizzato dallo stesso Giancarlo soprattutto per l’intonazione con cui che i futuri marito e moglie si conoscoviene pronunciato), alle innumerevoli no, iniziando il loro percorso di vita inattività organizzate assieme, alla raccol- sieme. Vero è che in tutte le attività non ta dei funghi, alla tutela del territorio erano solo gli uomini a lavorare, ma ancon gli amici cacciatori, e a molto altro che le mogli e i figli. Lo “stare insieme”,

concetto più volte ripetuto dalla signora Luciana, è stata una cosa veramente molto importante nella vita di Giancarlo Zamberlan. L’esperienza in ambito di organizzazione degli eventi nella comunità di Summaga, unita alla profonda conoscenza del territorio veneto e alla grande tenacia e volontà, porta Giancarlo ad esser eletto all’unanimità come Presidente Onorario dell’associazione “Viviamo Summaga”, nel 2003. E per una piccola cittadina come Summaga, l’aver ottenuto una partecipazione di circa quattrocento persone in occasione della “Festa dell’amicizia” si è rivelato un traguardo importante. Come anche per l’evento “Qui Summaga”. Come anche per tutti gli altri eventi, riconosciuti a livello regionale. Come anche per i piccoli gesti quotidiani di Giancarlo e di persone come lui, che rappresentano la grande ricchezza di un territorio come quello del portogruarese. Ricchezza questa magari non costituita dagli schei, ma da un qualcosa che non è acquistabile in alcun modo. Perché è proprio dalla tenacia unita alla grande generosità di persone come Giancarlo Zamberlan che il territorio diventa ricco, diventa nobile. La comunità di Summaga è fiera di averlo avuto come figlio, e grande sarà la sua riconoscenza come perpetuo il ricordo negli anni. “Poi la telefonata, quella sera – ricorda il signor Stefano Simonatto, che dice di aver sentito un po’ stanco l'amico Giancarlo”. “Lamentava un malore, qualcosa di passeggero.” O almeno così sarebbe dovuto essere. Simonato racconta che Giancarlo continuava a ricordargli tutte le attività previste, dalle luminarie a quella grigliata organizzata per gli anziani, a quel pranzo che sarebbe dovuto essere uno dei tanti momenti di festa, ma che soprattutto avrebbe dovuto rappresentare ancora un altro motivo per “stare assieme”. Purtroppo, questa volta, non c'è stato nessuno “stare assieme” per Giancarlo. Non è potuto esser presente a quel evento. Una leggera brezza s’è alzata, mentre faccio ritorno a casa. Scruto il paesaggio attraverso le lenti dei miei occhiali scuri. Certo, non si tratta di una metropoli. Eppure la Vita e tutte le sue attività connesse pulsano imperterrite, inarrestabili, potenti. Il paese vive, la sua comunità trova la volontà di continuare a “stare assieme”.


l’acquolina in bocca

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A proposito di mercati cittadini Come incentivare le produzioni locali e aiutare i piccoli commercianti di Leandro Costa

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i ha incuriosito e fatto riflettere l’articolo “Commercio e fantasia” di Ugo Padovese, decano del giornalismo portogruarese, letto nella rubrica “Annotazioni”, su www.portogruaro.net. Padovese, con il suo stile schietto e perspicace, rievoca il passato di Portogruaro, arricchitasi secoli addietro attraverso una intensa attività commerciale con il transito delle merci da e per Venezia, per giungere ai giorni nostri, giorni in cui la crisi è sotto gli occhi di tutti. La lenta e graduale chiusura dei negozi sotto casa, soppiantati il più delle volte da impersonali agenzie immobiliari, banche o generici uffici, sta rendendo il paesaggio cupo e spoglio. Da qualche parte ho letto il pensiero di uno scrittore contemporaneo (Daniel Pennac) che afferma: “All’interno di una comunità dove il piccolo commerciante non esiste più, si spegne la comunicazione, c’è la desertificazione dell’umanità”. È lo scenario di una piccola cittadina di provincia spogliatasi dei negozi al dettaglio; una condizione che attanaglia anche la città del Lemene. Secondo i commercianti, quello che ha influito maggiormente sulla chiusura delle attività sono le tasse, le spese di manutenzione e affitto dei locali, troppo alte, a cui si è aggiunta la crisi economica che ha determinato un notevole calo dei consumi specie nella piccola distribuzione, continuando invece a favorire gli acquisti nei centri commerciali e nei supermercati grazie alla più vasta scelta degli articoli e ai prezzi più bassi. Questa forma di “desertificazione commerciale”, secondo me, comporta un degrado sociale che ci deve far meditare. Si fa largo il moderno sistema di globalizzazione e si aprono ovunque i negozi della grande distribuzione, tutti uguali, stesso stile, stessi prodotti: catene di outlet, abbigliamento, occhialerie, punti vendita, che rendono uniforme il paesaggio del commercio. Scompaiono i mestieri, le botteghe artigianali: i “casoìni”, macellai, fornai, fioristi, le drogherie, macellerie, da sempre tradizionali luoghi di aggregazione fra paesani, in cui si scambiano quattro chiacchiere e si mantengono vivi e continui i rapporti fra famiglie e la comunità. In questi esercizi, l’acquisto si basa sul rapporto di amicizia fra cliente e commerciante; quest’ultimo consiglia, suggerisce ed apprezza la scelta, instaurando una relazione di fiducia ed una conversazione; in un clima molto diverso da quello dalle compere fatte nei centri commerciali: fredde e impersonali, prive di scambi sociali, in cui spicca soltanto la frenesia negli acquisti. A dire il vero, in un momento di profonda crisi economica come quella che stiamo vivendo, non si può rimanere indifferenti alla necessità delle famiglie di spendere il meno possibile per gli acquisti. Da questo punto di vista i supermercati risultano essere molte volte fonte di risparmio per la spesa di tutti i giorni; detto questo, rimane fondamentale tutelare l’apertura dei negozi di quartiere,

garantendo a chiunque, specie agli anziani, la possibilità di scegliere di fare la spesa dove meglio crede. Mantenere viva la città consente a chi la abita di poter uscire di casa, passeggiare, incontrare gente, riempire le vie dello shopping e condividere la propria quotidianità, perciò ritengo che le amministrazioni pubbliche, come lo Stato, dovrebbero rivalutare ed aiutare il lavoro delle botteghe artigianali e del piccolo e tipico commercio al dettaglio, attraverso cui si può evitare il pericolo del degrado urbano che è nocivo alla qualità della vita dei cittadini. Condivido quindi il pensiero di Ugo Padovese di riqualificare e favorire la ripresa delle botteghe nel centro storico, attraverso quella che lui chiama “fantasia creatrice che può offrire occasioni e motivazioni diverse per obbligare i clienti a venire in centro”.

Quella del mercatino dell’antiquariato è già un’ottima iniziativa, come quella dei concertini estivi e serali, ma ce ne possono essere altre distribuite nei giorni della settimana: mostre, concorsi, rassegne, mercatini dell’usato, dell’hobbystica, dei prodotti originali, che potrebbero essere attivate con l’intervento della Pro Loco, che così uscirebbe dalla sua staticità. Per restare nel tema di questa rubrica in cui si parla prevalentemente di cibo ed alimentazione, suggerirei alle autorità di dar vita e spazio a mercati periodici, si intende in aggiunta a quello tradizionale del giovedì, riservati alla promozione e conoscenza e vendita diretta delle produzioni del territorio; penso ad esempio

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a bancarelle di prodotti etici, quelli, per intenderci, a zero impatto ambientale o a cosiddetto “a chilometro zero”, di “filiera corta” che tanto successo stanno ottenendo in tutta Italia. Seguendo l’esempio del vicino Friuli che da due anni circa, con la collaborazione della Coldiretti regionale e di Banca Popolare FriulAdria, ha promosso il progetto dei mercati di “Campagna Amica” realizzando, sinora, oltre 20 mercati a Km zero in altrettanti Comuni, coinvolgendo oltre 50 aziende agricole nella vendita diretta dei loro prodotti, privilegiando le produzioni locali e la stagionalità, e riducendo così l’impatto ambientale, i costi e quindi il prezzo finale per il consumatore. È un progetto che è stato esportato con successo in altre Regioni, nonché in diverse città e paesi del Veneto, e potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione per il nostro territorio per incentivare il movimento settimanale nel Centro storico creando nuove prospettive anche per le piccole attività. Questa forma di commercio che fa incontrare consumatori e produttori nelle piazze è favorita da diverse Leggi nazionali e regionali in quanto apporta indubbi vantaggi etici e nutrizionali, costituendo un ottimo viatico per la nostra salute, per l’ambiente e per il portafogli. Una ricetta per l’estate:

Pasta alla Norma

Dosi per 4 persone: gr. 320 di spaghetti n° 5, gr. 6-700 di pomodori maturi, n. 3 melanzane lunghe, n. 1 spicchio d’aglio, 2 ciuffi di basilico, olio e.v.o., gr. 120 di ricotta salata da grattugia, sale e pepe q.b. Preparazione: Lavare e tagliare a fette verticali le melanzane, asciugarle, salarle e metterle da parte. Sobbollire i pomodori per mezzo minuto circa, passarli in acqua fredda, spellarli, eliminarne i semi, tagliarli a pezzetti. In una casseruola imbiondire lo spicchio d’aglio schiacciato in 3-4 cucchiai d’olio e.v.o. aggiungere i pomodori ed il basilico e cuocere il sugo a fuoco vivace per qualche minuto, salare e pepare. A parte, friggere in olio e.v.o. poche per volta le fettine di melanzane, fino a che non hanno ottenuto una leggera doratura e asciugarle su carta da cucina. Cuocere la pasta, scolarla e versarla in padella mescolandola con il sugo caldo, con qualche foglia di basilico spezzettata e parte della ricotta grattugiata; distribuire nei piatti aggiungendo sopra il resto della ricotta e le melanzane fritte. Accompagnate la pasta con un vino rosso giovane vivace.


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intervallo

luglio/agosto 2011

Con rispetto parlando... di Luciano Guareschi

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na giovane madre americaUna volta uno zoppo eva chiamato zoppo e l’idiota na di origine inglese, Shaeva un idiota. poi, hanno tivato fuovi handicappato, ron Evans, di professione poi disabile, poi divevsamente abile. Ma i bvutti, Diversamente figo l’omo... uomini e donne, gli scovfani, povevini, come potvemmo estetista, si è messa in testa di far e diversamente gnoca la fémena. chiamavli, pev non offendevli? diventare sua figlia Bree, sette anni, O no? una grande star. Niente di male, fin qui. Però ha acquistato attraverso internet vari prodotti “speciali” come, per esempio, il pericoloso Botox, che lei usa sulla sua bambina per rendere più sexy le sue labbra; per migliorare il disegno delle sopracciglia interviene invece con il tatuaggio… Questa notte mi addormenterò contando le pedate nel culo che appiopperei a quella mammina. io nipote Luca sta leggiucchiando un brano su un testo scolastico. mussi de San Nicoò “Nonno, cosa vuol dire transeunte?”. “Effimero, che dura poco… che ha vita breve.”. svolto a Roma, dove per manifestare la capaci di mettere insieme un picchetto “ Come un gatto in viale Isonzo?”. loro… gayezza, molti partecipanti hanno d’onore che non sembri una ridicola ar“Ecco, sì…”. esposto cartelli che avrebbero voluto esmata Brancaleone? Il tizio che lo coman sere provocatori, ma che per la maggior dava quel giorno bofonchiava l’at-tenti e esare Battisti è stato un membro parte erano troppo grossolani, grevi, peil presentat-arm con l’intonazione di uno dei PAC, Proletari Armati per corecci; per non dire di quei personaggi che chiede una pizza; i soldatini manegIl Comunismo, condannato che si sono abbandonati a spettacoli vogiavano il fucile come una ramazza; a codalla Giustizia italiana all’ergastolo per lutamente osceni che, fatti in pubblico, ronare il tutto un trombettiere in borgheaver commesso ben quattro omicidi nel hanno rivelato l’assoluta mancanza di se, bravissimo ed impeccabile con il suo tragico periodo detto “anni di piombo”; buon senso dei protagonisti e degli orgastrumento, ma vestito da beccamorto, evaso e fuggito in Francia, protetto da nizzatori. Già, il buon senso, roba ormai inserito inspiegabilmente nel picchetto monsieur Mitterrand e coccolato dagli rarissima, quasi introvabile. E in questi armato. Veramente inaccettabile. intellettuali della gauche per decenni, giorni si parla del Gay Pride di Milano, al in seguito riparato in Brasile, dove Luiz quale il neosindaco Pisapia non avrebbe aurizio Costanzo, star televisiva Inácio Lula da Silva, alla fine del suo nessuna intenzione di partecipare. Comda millant’anni, Aldo Biscardi, mandato, il 31 dicembre del 2010, ha mento di Aurelio Mancuso, presidente di giornalista sportivo, Gigi Derifiutato l’estradizione chiesta dall’Italia; Equality Italia: “Il sindaco ha rinculato”. lneri, allenatore di calcio, Giovanni Diquesto Cesare Battisti, dicevo, è stato Sul serio? pierro, meteorologo, Fabrizio Failla, telerilasciato oggi, 8 giugno 2011. Una cronista sportivo, Ricky Memphis, attore sberla in piena faccia agli italiani. o assistito alla cerimonia dell’al(si fa per dire…): i più grandi biascicaCommento della fidanzata alla notizia zabandiera il 2 giugno, in piazza tori italiani. C’è qualcuno che li capisce, della liberazione: “Sono felice! La vita della Repubblica a Portogruaro. quando parlano? è bella!”. Commento mio al commento Suggestiva, nel suo insieme, molto pub della suddetta fidanzata: “Un bel tacer blico. Peccato che… ai, 11.500 dipendenti, di cui ben non fu mai scritto, cretinetta!”. Peccato che nessuno pensi mai a chiude1.690 giornalisti! Ma come si è arri re il traffico per un evento così sentito dai vati a queste cifre, quando Mediaegli anni Sessanta e Settanta, portogruaresi; seguire le note della Legset conta soltanto 5.600 dipendenti, di cui quando per motivi di lavoro mi genda del Piave e del Silenzio nel frastuo411 giornalisti? Pare che nessuno lo sappia. occupavo di moda, ho conosciuno del traffico, davvero non è edificante. Ma scorrendo i dati che seguono (riferiti to e frequentato numerosi omosessuali, Direi che si tratta come minimo di managli anni 2003-2004) si può immaginare per la maggior parte decisamente simpacanza di rispetto. cosa avviene nei corridoi e nelle stanze di tici, molto spiritosi, dotati di elevatissimo E poi, anche riconoscendo che noi italiaviale Mazzini a Roma. Riporto solo nomi di buon gusto e amanti del bello. Mai volni, per carattere, non siamo il massimo parenti, cioè figli, fratelli, coniugi e nipoti, gari. Perciò non capisco le motivazioni della marzialità, possibile che non siamo tralasciando gli “amici” perché queste amidell’Europride, che nei giorni scorsi si è

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cizie non sono… dimostrabili. Quindi cominciamo con la Rai, elencando i figli d’arte, eccellenti e non: Tinni Andreatta, Natalia Augias, Gianfranco Agus, Roberto Averardi, Francesca Barzini, Bianca Berlinguer, Barbara Boncompagni, Claudio Cappon, Antonio De Martino, Fabrizio Del Noce, Antonio Di Bella, Claudio Donat-Cattin, Jessica Japino, Giancarlo Leone, Marina Letta, Pietro Mancini, Maurizio Martinelli, Stefania Pennacchini, Claudia Piga, Francesco Pionati, Alessandra Rauti, Silvia Ronchey, Paolo Ruffini, Sara Scalia, Maurizio Scelba, Mariano Squillante, Giovanna Tatò, Carlotta Tedeschi, Daniel Toaff, Stefano Vicario, Stefano Ziantoni, Rossella Alimenti, Paola Bernabei, Giovanna Botteri, Manuela De Luca, Giampiero Di Schiena, Annalisa Guglielmi, Piero Marrazzo, Simonetta Martellini, Luca Milano, Barbara Modesti, Monica Petacco, Andrea Rispoli, Fiammetta Rossi, Cecilia Valmarana, Paolo Zefferi. Ora passiamo ai fratelli, sempre nella Rai: Angela Buttiglione, Nicola Cariglia, Silvio Giulietti, Max Gusberti, Sandro Marini, Giampiero Raveggi, Antonio Sottile, Maria Zanda. Ed ecco i coniugi: Milva Andriolli, Anna Maria Callini, Anna Cammarano, Roberta Carlotto, Sandra Cimarelli, Alda D'Eusanio, Antonella Del Prino, Simona Ercolani, Paola Ferrari, Anna Fraschetti, Giovanna Genovese, Ginevra Giannetti, Giuseppe Grandinetti, Francesca Manuti, Lucia Restivo, Daniela Rosati, Anna Scalfati, Cristina Tarantelli, Daniela Vergara. E, per finire con la Rai, i nipoti: Ferdinando Andreatta, Guido Barendson, Aldo Mancino, Giuseppe Saccà, Adriana Giannuzzi, Alfonso Marrazzo, Marco Ravaglioli, Tommaso Ricci, Carlotta Riccio, Luigi Rocchi, Laura Terzani. Concludiamo la lista con i parenti in casa Mediaset: Giampaolo Letta, Yves Confalonieri, Lella Confalonieri, Pietro Suber, Lucrezia Agnes, Donata Scalfari, Veronica Gervaso, Chiara Geronzi, Barbara Parodi, Giangiacomo Mazzucchelli, Isabella Josca, Eduardo Orlando, Marina Ricci. Mica male, eh?

guareschi@portogruaro.net


lettere

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dai nostri lettori A PROPOSITO DI SANITà Buongiorno, mi chiamo Edo Covone, sono di Torino ma originario di Portogruaro, ho mio padre che da poco è diventato vedovo e abita in questa favolosa cittadina, chiedo alla vostra redazione se per gentilezza riuscite a pubblicare questa lettera: “In un’epoca in cui purtroppo sentiamo troppo spesso parlare di episodi di mala sanità, di strutture che non funzionano, di medici menefreghisti, di personale assistente incompetente o magari addirittura sgarbato e svogliato, ci dimentichiamo di dare importanza e risalto a quelle strutture dove invece non è così ma anzi, è tutto l’opposto! Mi è capitato, sebbene in un’occasione per me triste, di scoprire il “Centro residenziale Pia Opera G. Francescon” di Portogruaro, nato tre anni fa e inserito nel contesto di questa ridente cittadina del Veneto Orientale che per la sua bellezza e per la calma che riesce a trasmettere, è senza dubbio adatta ad ospitare una struttura di questo tipo. Non stiamo parlando di una clinica privata magari costosissima e sovvenzionata da qualche magnate ma di una struttura facente parte dell’ULSS 10 del Veneto Orientale diretta in modo esemplare dall’oncologo Dr. Giovanni Giunta. Un centro che oserei definire a “cinque stelle” dove a farla da padrone sono la professionalità, la serietà, l’educazione ed il rispetto, dove ogni membro dimostra un altissimo livello di preparazione ed è in grado di sostituire l’altro senza far percepire alcun tipo di differenza nel corso dei tre turni, dove il paziente (e stiamo parlando per la maggior parte di malati terminali) si sente rispettato e coccolato e dove anche i parenti ricevono attenzioni importanti ed inaspettate come la possibilità di dormire nella stanza singola del malato o di poter mangiare (e parliamo di menù di tutto rispetto). Un plauso particolare va poi a colui che dirige questa struttura, il Prof. Giunta, un validissimo professionista che dimostra tutta la passione per il suo lavoro quando visita i pazienti con una dolcezza ed un’attenzione per nulla frequenti, per non parlare poi della sua capacità di dare spiegazioni confortando i parenti e rendendosi disponibile anche fuori servizio tramite telefono. Insomma, è giusto evidenziare quando la sanità non funziona ma a mio modo di vedere sarebbe giusto portare a conoscenza l’esistenza di strutture serie ed organizzate come questa, dove la cura, l’attenzione ed il rispetto del malato non vengono visti come un semplice lavoro ma come un vero e proprio dovere, quasi una ragione di vita.” Edoardo Covone Famiglietti A nome del Consiglio di Amministrazione e di tutto il personale della Residenza Centro Servizi “G. Francescon” desidero ringraziare il sig. Edoardo per quanto ha riportato nella sua lettera che esprime in maniera esemplare quanto sia determinante il fattore umano per la buona riuscita delle nostre attività quotidiane. Il suo scritto è uno dei molti attestati di gratitudine che i familiari degli ammalati accolti nel Centro Residenziale Cure Palliative hanno lasciato nel nostro “Libro del ricordo”. Credo che i testi contenuti nel “Libro del ricordo”, così come la lettera del Sig. Edoardo, siano il più alto riconoscimento a tutto il personale che, dall’avvio del Centro (2008), operando con professionalità, garantisce riservatezza e sensibilità tutelando la dignità di coloro che stanno attraversando l’ultimo passaggio della loro vita terrena. Il Presidente – Roberto Zanin

APPELLO DISPERATO Mi chiamo Vincenzo De Rosa, ho 51 anni, risiedo a Concordia Sagittaria (VE), lavoro come magazziniere a tempo indeterminato in una ditta di trasporti. La mia separazione coniugale mi ha creato degli oneri economici impressionanti e ragion per cui, chiedo se vi è una persona di cuore e generosa che mi possa prestare del denaro, pagabile con rate mensili. Offro la massima serietà, scrupolosità e precisione nei pagamenti, vi do la mia parola d'onore. Posso far vedere tutta la documentazione dei pagamenti da espletare. Spero che tale somma la possa avere nel più breve tempo possibile, in quanto soggetto di solleciti ed intimidazioni. Accetto qualsiasi forma di garanzia. Con il cuore in mano, vi prego di aiutarmi. Non abbiate alcuna paura o timore, sono una brava persona nonché incensurato. Vincenzo De Rosa (chiunque desideri prendere contatti col Sig. De Rosa si rivolga alla nostra redazione 0421280444) Inserzione_distributore_250x175mm.pdf

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15/07/11

12.04

Inviate le vostre lettere a magazine@portogruaro.net oppure alla nostra redazione in via Spalti, 7 a Portogruaro

SACCHETTI SECCO E UMIDO Avviso ai cittadini di Portogruaro RITIRO GRATUITO SACCHETTI SECCO E UMIDO - SCORTA 2011

RITIRO SACCHETTI SECCO A PAGAMENTO

Gli utenti che non hanno ancora ritirato la scorta gratuita di sacchetti per secco e umido (distribuita da ASVO SpA da Gennaio a Giugno) prevista per il 2011, possono farlo a Centa Taglio, presso l’impianto ASVO – laterale della statale per Latisana.

Gli utenti che invece hanno bisogno di sacchetti per il secco, possono:

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ DALLE 9.00 ALLE 12.00

Servirsi del distributore automatico che si trova presso la Villa Comunale di Portogruaro, di fronte all’ingresso della biblioteca civica; Ritirarli all‘impianto ASVO di Centa Taglio. Il costo di una confezione di 30 sacchetti per il secco è di 5€.

INFORMAZIONI E SEGNALAZIONI: Numero verde ASVO SpA 800.705551 - ATTIVO DAL LUNEDI’ AL VENERDI’

dalle 8.00 alle 18.00 e il sabato dalle 8.30 alle 12.00

*Distributore Automatico ASVO Sacchetti secco a pagamento


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