Portogruaro.Net Magazine

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FUORISCENA Il mito Giorgio Albertazzi. A novant’anni compiuti interpreta sul palco del Teatro Russolo l’ebreo Shylock de “Il Mercante di Venezia” p.7

BUSSOLA MUSICALE Il country invade il Portogruarese. Direttamente dagli USA il genere musicale che più di altri unisce ballo, folklore, melodie e tanto divertimento p.8

INSERTO SPECIALE

Gli ultimi due mercoledì di Città Viva saranno all’insegna del nuovo evento "Blue Note", dedicato a Jazz e Blues, organizzato da Pro Loco con Porto del Jazz e con la direzione artistica di Flavio Massarutto p.9

L'ACQUOLINA La Coca Cola, tra storia e mito. Credenze e tabù sulla bibita più amata da grandi e piccini p.17

NO LIMITS Abbattiamo le barriere della disabilità, andiamo alla scoperta dei migliori talenti sportivi del Portogruarese. Intervista alla campionessa paralimpica Marta Zanetti. continua a pag. 4

INTERVALLO

IN ALLEGATO

il programma del Festival Internazionale di Musica

Dopo diversi anni l’arco del Fondaco torna a risplendere su Portogruaro. Il nostro Luciano Guareschi, tuttavia, inorridisce di fronte all’epigrafe che appare sull’architrave... p.18

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Un treno per «fare rete» L'editoriale di Giulio Serra

SOMMARIO

Nel Portogruarese, con il rinnovo di sei consigli comunali sugli undici totali, si è aperta una nuova stagione da cogliere al volo. Partendo dal turismo

L

a locuzione «fare rete» è oggi una delle più usate (e abusate) assieme alla più frequentata di tutte, «c’è crisi». Al netto della demagogia e dell’assoluta superficialità con cui spesso viene utilizzata da noi tutti, la locuzione «fare rete» ha in sè la chiave di volta per guardare al nostro domani, inseguendo così una nuova via da tracciare e cacciando – per sempre? – l’altra locuzione («c’è crisi»), che da troppo tempo ci perseguita. Sì, perché fare rete, oggi, è fondamentale per restare a galla, sopravvivere, per tentare di accedere a un’uscita di sicurezza che da anni tentiamo invano di scardinare. A dircelo è il mondo del lavoro, dell’associazionismo, dello sport, della vita quotidiana di ognuno di noi. Fanno rete tra loro le nuove startup di tutto il mondo; fanno rete le grandi società quotate in borsa, fanno rete le associazioni sportive a più livelli, fanno rete i distretti dell’artigianato, fanno rete le associazioni di volontariato e quelle scolastiche e culturali. A indicarci la strada del «fare rete» sono – di fatto – la riduzione dei costi di gestione, la continua richiesta di specializzazione, la globalizzazione dei mercati, l’abbattimento degli antichi recinti di quartiere, e così via. Soltanto in un campo, ad oggi, la locuzione «fare rete» pare non voler attecchire: quello della politica.

mandamento nonché primo attore delle nuove direttrici da impartire agli enti locali limitrofi. Il compito che attende il comune di Portogruaro è senz’altro gravoso e di massima attenzione ma in egual misura necessario per ridare corsa al territorio e premiare le risorse che lo dispongono. Ma in quali ambiti il territorio del Portogruarese e il suo “capotreno” dovranno maggiormente incidere nel fare rete? Provo a dare una traccia di partenza, rappresentata dal settore turistico. Da almeno trent,anni si parla di unire le forze tra comuni dell,entroterra e quelli del litorale per cercare di far convogliare qui il turismo italiano e straniero lungo i dodici mesi dell,anno, e non soltanto per i tre/ quattro estivi. È un fatto che il nostro territorio ha un enorme potenziale (storia, cultura, enogastronomia, arte, paesaggi) ma i mille retaggi di vecchi campanilismi e di antiche beghe di quartiere lo hanno prosciugato di idee e innovazioni, facendolo regredire nelle classifiche per qualità e quantità

dell’offerta. Lo so, dire che è un dovere di questo territorio partire dall,ambito turistico per fare rete – a patto che lo si faccia con un progetto di fondo a medio e lungo termine – appare scontato, eppure ritengo con assoluta fermezza che mai come oggi una simile "banalità" rappresenti il cardine da cui muovere su Portogruaro e sul Portogruarese nuove ispirazioni di visione per il nostro domani.

IL BUON PRINCIPIO?

Lo scorso 1° luglio si è tenuto a Portogruaro il primo incontro operativo alla Conferenza dei Sindaci che ha formalmente dato l’avvio al progetto di sistema“Sostenere i Cittadini del Veneto Orientale-interventi di politiche attive”. Il lavoro di rete ha portato i Comuni della Venezia Orientale all’adesione di un’iniziativa regionale che ha finanziato lo start-up di un sistema di sportelli per il lavoro concentrati tra Portogruaro e San Donà. Che sia davvero l’alba di un nuovo giorno?

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Un treno per «fare rete» IN COPERTINA

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Sport e disabilità

GENERAZIONE INVISIBILE

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Cresce l'associazionismo FUORISCENA

Intervista a Giorgio Albertazzi 7 LA BUSSOLA MUSICALE

Il country nel Portogruarese 8 BLUE NOTE

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Inserto speciale TRA LE PIEGHE DELL'ARTE

Leandro Da Ponte e la pala di S. Giovanni 13 LA PAROLA A

Computer Assistenza Scodeller 14 Ali Formazione 14 Confcommercio 15 EVENTI

I mercoledì musicali

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L'ACQUOLINA IN BOCCA

Il mito della Coca Cola

Con rispetto parlando... GIOCHERELLANDO

Cruciverba e crucipuzzle

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IL CAPOTRENO

A guidare gli undici vagoni/comuni della locomotiva verso il «fare rete» dovrà necessariamente essere quello di Portogruaro, capotreno del

EDITORIALE

INTERVALLO

RICOMINCIO DA SEI

Lo scorso 25 maggio sei degli undici comuni del Portogruarese (Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Fossalta di Portogruaro, Gruaro e Teglio Veneto) hanno rinnovato i consigli, le giunte e, in primis, eletto i nuovi sindaci. Più della metà dei comuni del nostro territorio ha portato una ventata di aria nuova tra le stanze municipali, ponendo le basi per un percorso che durerà almeno per i prossimi cinque anni di legislatura. Tutti e sei i neo eletti primi cittadini hanno ribadito la loro intenzione a fare rete, predisponendo – almeno sulla carta – un’idea nuova di territorio ampio e coordinato. La prima mossa (obbligata) sarà quella di convenzionarsi tra piccoli comuni su determinati ambiti di lavoro, quali la protezione civile piuttosto che i servizi sociali o ancora la gestione del reparto sicurezza e via dicendo. Se nel fare ciò gli enti locali lavoreranno con intelligenza e lungimiranza, evitando di mettere al primo posto esclusivamente il tema del taglio delle spese impartito dal Governo con l’accorpamento dei servizi, un passo decisivo verso la fattiva collaborazione tra comuni verrà impresso con una forza significativa. D’altronde è del tutto evidente che negli ultimi tempi la chiusura della cassa imposta ai nostri sindaci dal Patto di Stabilità non ha permesso loro alcuna forma di manovra, obbligandoli a navigare con il pilota automatico in anni tempestosi. Il fare rete tra comuni dello stesso mandamento, dunque, è ormai maturo per nascere e svilupparsi, ridando forza a un territorio – il Portogruarese – con il fiato corto.

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IN COPERTINA

luglio/agosto 2014

Oltre i limiti del corpo Lo sport abbatte le barriere della disabilità e della disuguaglianza. L’impegno delle associazioni del territorio per avvicinare i giovani alla pratica sportiva

I

limiti del corpo non sempre corrispondono ai limiti dell’animo. È l’insegnamento di tutti quegli sportivi che, pur convivendo con una menomazione fisica, non si lasciano sopraffare e lottano per affermarsi nello sport così come nella vita. La pratica sportiva rappresenta uno strumento fondamentale per affermare i valori intrinseci dello sport, quali la solidarietà, l’amicizia e la lealtà. Ogni disciplina sportiva ha una propria utilità per il conseguimento di risultati terapeutici. Lo sport, oltre che nel campo delle riabilitazioni motorie e funzionali, assume rilevanza anche per il riequilibrio psicologico del disabile. Nella competizione il diversamente abile agguanta lo stimolo per sentirsi protagonista, ritrovando nello sport il desiderio di affermarsi, la gioia di competere e di esprimere la propria individualità. Per il disabile lo sport costituisce dunque il primo decisivo passo verso l’integrazione nella società. Lo aiuta a riprendere contatto con il mondo che lo circonda, allontanandolo dall’isolamento e favorendo il suo inserimento nella famiglia, nella scuola, nelle dinamiche del lavoro. Da dodici anni il Comune di Portogruaro organizza l’Open Sport, manifestazione nata con l’intento di promuovere i valori dello sport e le attività delle associazioni sportive che operano nel territorio. Una manifestazione che pone volutamente l’accento sulla pratica sportiva come mezzo di integrazione per le persone diversamente abili. Tante le novità in programma per l’edizione 2014, a cominciare dalla scelta del tema portante. “Come è ormai tradizione – spiega l’assessore allo Sport del Comune di Portogruaro, Irina Drigo – ogni anno l’iniziativa si incentra su un tema specifico. Per l’edizione 2013 il tema è stato “Sport di tutti sport per tutti – diversamente abili ugualmente atleti”. Quest’anno abbiamo voluto ampliare la tematica, virando la manifestazione nell’ottica della lotta alle diseguaglianze”. Nel corso di Open Sport lo sport uscirà dai luoghi deputati per appropriarsi del centro storico, delle piazze e delle strade cittadine. Una vetrina per le associazioni sportive, un modo per dimostrare le possibilità che quotidianamente possono riunire bambini e ragazzi di ogni età tra le mura delle palestre, all’interno dei palazzetti, sui campi da gioco. “Alle associazioni – continua l’assessore Drigo – chiederemo ovviamente di porre la loro attenzione anche sul tema della diseguaglianza ed in questo senso abbiamo già dei riscontri positivi”. Il Comune sta lavorando anche alla ricerca di testimonial del mondo sportivo che possano portare un messaggio forte alle giovani generazioni. “Contiamo sulla presenza di Liliam Thuram – conclude l’assessore –, ex calciatore di livello mondiale che della lotta alle diseguaglianze, e non solo nello sport, durante e dopo la sua attività calcistica ha fatto la sua bandiera. Una presenza che non vuole essere semplicemente un motivo di richiamo ma, anche in questo caso, l’affermazione vivente dei valori

connessi alla pratica sportiva”. Le associazioni sportive del Portogruarese si sono sempre dimostrate sensibili al tema dell’integrazione dei diversamenti abili attraverso lo sport. Il Judo Kiai Atena, la società guidata dal maestro Marco Dotta, per anni ha seguito un ragazzo autistico e nel corso dell’ultima stagione sportiva ha sostenuto la crescita sportiva di un ragazzo cieco. La società di Pallacanestro Portogruaro nei suoi programmi di allenamento prevede un istruttore di sostegno che segue da vicino gli atleti disabili. In queste società è ormai diffusa la concezione dello sport inteso non solo come

attività per trarre beneficio dal punto di vista fisico e mentale, ma come strumento primario di integrazione sociale.

SPORT E DISAGIO

Abbiamo parlato dello sport come mezzo per superare la disabilità e come stru-

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mento di integrazione sociale per chi ha subito un trauma di tipo fisico. Ma lo sport permette di superare anche altre barriere che la società impone. Stella Rossa Veneto Orientale è una squadra del Portogruarese che milita nel campionato ANPIS (Associazione Nazionale Polisportive Dilettantistiche per l’Integrazione Sociale) del Friuli Venezia Giulia. “La nostra squadra – spiega il presidente Massimo Pin – integra persone normali con soggettività che necessitano di non essere ghettizzate. Ci sono ragazzi con problematiche particolari, persone con disagio psichico, provenienti da percorsi di dipendenza o seguite da assistenti sociali. Ci sono ragazzi stranieri che rischiano la marginalizzazione. Con la nostra squadra cerchiamo di andare oltre queste barriere”. La squadra partecipa a diversi tornei nel Nordest. Tra gli ultimi appuntamenti un torneo a Madonna di Rosa organizzato per la raccolta fondi a favore della Cooperativa Itaca. Prende parte a competizioni a Udine e Pordenone contro il razzismo. Gli allenamenti vengono fatti una volta a settimana e il campo da gioco è a Taiedo di Chions. “Stiamo cercando di identificare un’area vicina al capoluogo – afferma Massimo Pin – in modo da essere più vicini al nostro territorio. Abbiamo avviato contatti con gli assessori allo Sport di Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, che si sono dimostrati molto sensibili alla questione. Per ora siamo un gruppo di amici, ma l’intenzione è di darci uno statuto fondativo. Siamo un gruppo affiatato, formato da persone che mettono a disposizione il loro tempo libero, aiutate in questo da una folta schiera di volontari. Ci sono poi i tecnici che danno una mano ai ragazzi. Vorremmo crescere e diffondere sul territorio il nostro prezioso messaggio legato allo sport”. Sul campo i giovani riescono a sentirsi uniti da un’unica e viscerale passione. “Quando indossano la maglietta – afferma il presidente – questi ragazzi vogliono essere trattati alla pari, scrollandosi di dosso pregiudizi e disagio. Quando si scende in campo, si combatte alla pari. E di questo i ragazzi sono consapevoli”. Tra le realtà associative più radicate nel territorio c’è Arca ’93, associazione nata verso la fine degli anni Ottanta dalla volontà di un gruppo di giovani di rendersi utili in favore delle persone diversamente abili, per aiutarle a vincere la discriminazione e promuovere l’inclusione sociale. “Le prime situazioni di bisogno alle quali abbiamo cercato di dare una risposta – spiega il presidente dell’associazione, Samuele Barbui – riguarda-


IN COPERTINA

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luglio/agosto 2014

L'ANIMO DEL VELISTA Intervista alla campionessa paralimpica MARTA ZANETTI, atleta nativa di Portogruaro e madrina dell'edizione Open Sport 2013 organizzata dal Comune di Portogruaro

vano minori disabili che, tornati a casa dalle attività svolte presso la struttura La Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento, vivevano in completa solitudine ed emarginazione. Abbiamo allora cercato di creare delle occasioni di socialità per coinvolgere queste persone”. Un progetto che si è via via sviluppato arricchendosi di nuovi volontari e persone che si sono dedicate all’assistenza ai disabili. “L’attività dell’associazione – continua Barbui – ha avuto inizio con le visite di due volontari ad un ragazzo disabile. A distanza di qualche mese il gruppetto è cominciato a crescere e contemporaneamente sono aumentati anche i ragazzi diversamente abili coinvolti. Sono quindi nate le prime attività strutturate, con due “uscite” domenicali al mese che coinvolgevano una trentina di persone. Il nostro scopo è cercare di fare in modo che una persona con difficoltà abbia una propria vita sociale e che possa trascorrere momenti di socialità e condivisione assieme a persone “normali”. Per questo abbiamo organizzato le uscite domenicali”. Nel 1991 l’Associazione ha organizzato il primo soggiorno estivo completamente autogestito, un’esperienza assolutamente innovativa nel territorio. Non il classico soggiorno climatico estivo gestito da operatori ed assistenti, ma un raduno di amici che desiderano trascorrere assieme le vacanze. Due anni dopo il gruppo di volontari si costituisce in associazione, diventando un punto di riferimento per il volontariato. “Attualmente le persone attive nell’Associazione sono una cinquantina – conlude Barbui – ma sono quasi trecento le persone che negli ultimi dieci anni, per periodi più o meno lunghi, hanno preso parte alle attività dell’Arca ’93. Per noi “arcaioli” i disabili non sono solo persone bisognose di aiuto. Questi amici ci donano la consapevolezza di essere utili, ci offrono un’occasione di incontro e di scambio umano. Per noi è una ricchezza enorme. Finisce così che si riceve sempre più di quanto si offre”. Lo sport rappresenta una di queste occasioni di scambio e sono numerose le iniziative cui l’Associazione è stata impegnata su questo fronte. Nell’ultima edizione del Trofeo “Luca Pascotto”, organizzato dalla società di basket portogruarese, una formazione di ragazzi disabili ha disputato un match di pallacanestro contro una formazione di normodotati.

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Ci racconta la specialità in cui si è laureata campionessa? Sono campionessa paralimpica di vela skud 18. Si tratta di una delle specialità di cui si compone la vela paralimpica. La classe 2.4 è quella in cui gareggia una sola persona. Nello skud 18 gareggiano un uomo e una donna, oppure due donne. Un caso di pari opportunità al contrario, rispetto alla vita politica. C’è poi la specialità sonar, in cui sono tre le persone a salire sull’imbarcazione. Io sono la prodiera, mentre il timoniere è Marco Gualandris, un ragazzo bergamasco, con il quale ho condiviso molte vittorie. Quali sono gli ultimi titoli conseguiti? L’ultimo titolo risale all’agosto 2013, quando abbiamo ottenuto il secondo posto ai Mondiali di vela paralimpica di Kinsale in Irlanda. Sempre nel 2013 abbiamo ottenuto l’argento agli Europei in Svizzera ad Harburg. Nel settembre 2012 ci siamo classificati al quinto posto alle Paralimpiadi di Londra. Come è nata questa passione? Nel 2011 ho iniziato ad andare in barca per diletto. Ho conosciuto Marco, un ragazzo paraplegico, il quale mi ha proposto di impegnarmi a livello agonistico e ho accettato. Abbiamo fatto delle regate e successivamente partecipato alle qualificazioni in nazionale. Come ha vissuto l’approccio a questa disciplina? La barca è uno sport in cui tutti possono gareggiare ad armi pari. La barca è un mezzo che si può guidare tranquillamente. È stata, ma lo è tuttora, un’avventura intensa e impegnativa perché bisogna riuscire a conciliare lavoro e ferie e non è per nulla facile. Ora abito a Trieste per lavoro, ma fino al 2004 sono vissuta a Portogruaro. Quante volte si allena? Due o tre volte alla settimana vado in palestra. Faccio gli allenamenti in acqua per quattro giorni consecutivi a settimane alterne. Per questo tipo di allenamento devo spostarmi a Malcesine sul Lago di Garda. Ha sempre praticato sport? Sono nata sotto la stella dello sci. Sono iscritta al Cai di Portogruaro e ho continuato a sciare anche dopo l’incidente in cui sono stata coinvolta nel 1992. Ho praticato bicicletta. Ho un animo sportivo e ho scoperto di avere l’animo del velista. Penso che lo sport sia una grande opportunità per tutti, sani e disabili. Per i giovani rappresenta un’opportunità di socializzazione e condivisione, per i disabili una grande arma per superare il trauma psicologico oltre che fisico subentrato con l’incidente o la malattia. Da un giorno all’altro ti ritrovi diverso e sei costretto a convivere con un corpo che non riconosci. È tuttavia un’opportunità per fare cose nuove o fare meglio cose cui prima non avresti mai pensato. Quali sono i vostri prossimi appuntamenti? Ad agosto ci sono i Mondiali in Canada e il nostro obiettivo è quello di arrivare tra le prime cinque squadre. Vito Digiorgio |


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GENERAZIONE INVISIBILE

luglio/agosto 2014

L’associazionismo non sente crisi Una risposta alla carenza di welfare ma anche svago e attività ricreative. E il Nordest riscopre uno spirito comunitario. È un settore in forte espansione e permette di aumentare il senso di comunità

N

ello scorso numero del Portogruaro.Net Magazine avevamo affrontato il tema del lavoro e della crisi che da anni attanaglia i settori produttivi. Una disoccupazione dilagante che ha creato disagi a molte famiglie anche nel nostro territorio. Concludevamo con la citazione del famoso articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Oggi, potremmo parafrasare quell’articolo in “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul volontariato”. E a ben vedere i dati che emergono dall’ultima rilevazione condotta dall’Istat ci sembra proprio di poter confermare questo fatto: l’Italia è un Paese con un forte spirito associativo.

su base volontaria e senza fini di lucro. È questa, infatti, la zona d’Italia dove si registra la percentuale più alta sia di persone che hanno svolto attività gratuita per una qualche associazione di volon-

tariato, sia di quelle che hanno versato del denaro a favore di istituti o enti non profit. Inoltre è sempre qui che nel 2011 si è registrato il numero più alto di donazioni di sangue ogni 1000 abitanti. L’importanza dell’associazionismo nel nostro territorio è confermata dallo spazio che il Comune di Portogruaro concede, all’interno del proprio sito istituzionale, alle organizzazioni presenti sul territorio (più di 200): dall’Accademia Internazionale Enogastronomi Sommeliers all’Associazione Ornitologica Veneto Orientale passando per l’Associazione di Sostegno ai Malati di Asma, l’Associazione Italiana Disturbi Alimentari, fino ad associazioni culturali come l’Associazione Teatrale La Gazza Ladra o l’Associazione Immigrati Senegalesi FVG-Veneto.

UN SETTORE IN FORTE CRESCITA

La crescita è evidente prima di tutto a livello nazionale: al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, con un incremento del 28% rispetto al 2001, anno dell’ultima rilevazione censuaria sul settore. Per quanto riguarda i dati regionali, il non profit cresce soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, con punte più alte di presenza e attività in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. L’“esercito dei volontari” è composto in prevalenza da giovani e da donne: 950 mila volontari hanno infatti meno di 29 anni. Un volontario su due è in possesso di un diploma di scuola superiore, quelli che hanno conseguito al più la licenza media sono il 29,4%, mentre i laureati rappresentano il 20,5% del totale nazionale. “Ci sono molte ragazze che partecipano all’attività della nostra associazione – conferma Nysret Hajrizaj che guida l’associazione Kosova –, i giovani e i giovanissimi sono molti all’interno della nostra associazione che riunisce in tutto circa 200 persone. Peccato che crescendo poi si allontanino un pò dalla partecipazione attiva”.

UNA REGIONE RICCA DI VOLONTARIATO

In Veneto le istituzioni rilevate sono 28.898, pari al 9,6% del totale nazionale (301.191) con un incremento del 37,6% rispetto al Censimento 2001, molto superiore alla media nazionale (+28%). E nel Nordest i cittadini sembrano più sensibili alle forme di partecipazione sociale

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“Noi – spiega Max Bazzana del direttivo del Porto dei Benandanti – siamo una realtà che si occupa di attività culturali, promuovendo eventi dedicati al teatro, alla poesia e all’arte e posso affermare che abbiamo una discreta partecipazione giovanile, soprattutto in corrispondenza degli eventi. Sono prevalentemente ragazzi che collaborano alle nostre attività saltuariamente ma la nostra struttura si regge su un gruppo di persone giovani, tra i 25 e i 35 anni”.

UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI OCCUPAZIONE

Il peso della componente non profit nell’assistenza sociale risulta rilevante anche in termini di occupazione: 418 addetti non profit ogni 100 addetti nelle imprese. L’analisi approfondita dei dati relativi alle diverse attività svolte dalle istituzioni non profit, ai servizi erogati nonché alla loro mission ed al loro orientamento (mutualistico vs solidaristico) permettono di delineare meglio le anime del volontariato italiano. Sono riscontrabili, infatti, tre principali fattori che inducono le persone a spendersi in attività comuni: - la solidarietà: è la risposta ai bisogni sociali di una comunità e/o di categorie svantaggiate; - l’espressività: come risposta ai bisogni di socializzazione e di espressione individuale; - il fattore partecipativo: flebile e latente nell’impegno politico “classico”, la volontà di partecipare alla vita sociale e comunitaria si esplica attraverso forme di mobilitazione e sensibilizzazione che esprimono vicinanza alla comunità locale in cui ci si riconosce, ai propri interessi personali o a grandi ideali. È questo il caso dei partecipanti all’associazione Libera, impegnata contro le mafie: “Abbiamo fondato il presidio Libera “Giancarlo Siani” a Portogruaro nel 2008 - ci dice Mattia Masat, membro del presidio territoriale –, siamo un gruppo di ragazzi tra i 20 e 30 anni. L’idea ci è venuta perché volevamo sensibilizzare le persone verso un problema nazionale, che ci riguarda tutti. Non è solo, come spesso ed erroneamente si pensa, un problema del Meridione d’Italia. A Portogruaro siamo un gruppo di una decina di persone, tutte giovani, che ogni anno organizzano incontri nelle scuole medie e superiori e incontri di auto formazione, aperti alla cittadinanza, su temi che riguardano le mafie ma anche la legalità in senso ampio. Quest’anno – spiega – abbiamo affrontato un tema sociale molto rilevante come l’uso di stupefacenti”. Un unico rammarico sembra emergere dalle parole di Mattia Masat: “Chi ha partecipato alla fondazione del Presidio – spiega – ne fa ancora parte, in questo momento tuttavia c’è difficoltà ad attrarre nuove energie nonostante la nostra costante presenza sul territorio e sui social”. Andrea Rubin |


FUORISCENA

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«Il teatro è la madre di tutte le cose» Giorgio Albertazzi, novant’anni compiuti, ha interpretato sul palco del Russolo l’ebreo Shylock de “Il Mercante di Venezia”

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i riceve in camerino dove si sta preparando per lo spettacolo “Il mercante di Venezia”, da lui tradotto e adattato. Giorgio Albertazzi, novant’anni compiuti, sta per salire sul palco del Teatro Russolo di Portogruaro. L’ennesima presenza in teatro, dopo una carriera lunga oltre sessant’anni e costellata da numerosi successi. Nel 2004 riceve dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio De Sica. Nello stesso anno il pubblico italiano lo omaggia con il Premio Gassman alla carriera. Nel 2012 la giuria del Premio Laurentum edizione 2012, presieduta da Gianni Letta, gli consegna il IV Premio alla Carriera. Ogni volta con la stessa grinta e determinazione calca i palcoscenici di tutta Italia. Così anche sul palco del Teatro di Portogruaro, dove lo scorso 7 marzo è salito per la prima volta. Un’aura di eleganza e contegno lo circondano, irrequieto maneggia un’agendina telefonica in cerca di un numero. Ascolta le domande con attenzione, indugia radioso nel ricordo, poi però torna alla realtà con una frase tagliente. Una lunga carriera a teatro iniziata nel 1949 con il “Troilo e Cressida” di Shakespeare. Che ricordo ha del suo debutto? Ho un bellissimo ricordo. Provenivo dal teatro amatoriale e per me era la prima vera esperienza di teatro professionale. Fu uno spettacolo “mostra” perché dentro c’era tutto il teatro italiano, tutti i maggiori attori dell’epoca, da Gassman e Mastroianni, da Paolo Stoppa a Gino Cervi. Una regia magistrale, quella di Luchino Visconti. Fu un grande successo, con 60 giornalisti stranieri in prima linea ad assistere allo spettacolo. Qual è la forza di questo autore che ha interpretato più volte? Ho interpretato per ben 15 volte Shakespeare. Credo che nessuno abbia fatto tanto. Shakespeare è un genio totale. Gli americani hanno fatto un’inchiesta sui maggiori autori a teatro: in cima alla classifica ci sono il genio inglese e il nostro Dante. Negli anni successivi è avvenuto il suo debutto in televisione. È stato costretto a sacrificare un po’ la sua passione per il teatro? Non credo si possa dire questo. Non c’è una reale differenza tra televisione e teatro. Certe cose vengono meglio in televisione, come l’Idiota di Dostoevskij, che è stato presentato in uno sceneggiato in quattro puntate. Diciamo che la televisione si presta maggiormente all’adattamento dei romanzi, ma non è un teorema. Un attore deve saper fare un pò tutto e adattarsi al mezzo espressivo a seconda

dei generi. Il teatro è come la madre, da cui tutto origina. Il teatro è come il mare nel quale tutto fluisce, mentre gli altri generi sono laghi. È stato regista e attore teatrale di successo, ma ha coltivato anche tante altre passioni come la fotografia e l’architettura. Ce ne racconta qualcuna in particolare? Ho fatto di tutto nella vita. Ho frequen-

tato la Facoltà di Architettura, ma non ho fatto l’architetto perché nella mia vita è scoppiata la passione per il teatro. Ricordo ancora quei giorni. Avevo conosciuto una ragazza più grande e più matura di me. Io all’epoca avevo circa vent’anni, lei ventotto. Mi disse: “Perché non vieni a fare teatro?”. E io la seguii. Qualsiasi cosa mi avesse chiesto, l’avrei fatta. Lei ha affermato che “Un grande attore deve essere un po’ stupido”. Ci spiega il senso di questo aforisma? Non un grande attore, ma un attore. Gli attori devono essere un po’ stupidi, nel

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senso latino dello stupor, dello stupire, del meravigliare. Un attore per essere tale deve dimostrare sensibilità alla fantasia, ai sogni, agli stimoli che la piatta superficie della realtà nasconde. La cultura può ancora suscitare grandi emozioni? Il teatro, il cinema, la letteratura possono ancora farsi veicolo di emozioni ed esperienze in grado di cambiare il mondo? Il teatro e la letteratura esistono per questo, per suscitare forti emozioni. Io ho interpretato Dante alla Torre degli Asinelli a Bologna di fronte ad un pubblico di 23mila spettatori. È stata un’esperienza unica. Magari si potenziasse di più la cultura, che nel nostro Paese riceve finanziamenti irrisori rispetto ad altri Paesi europei. E proprio dalla cultura potrebbero ripartire il nostro rilancio, la rinascita. Dipende molto da noi. La scienza, con tutti i suoi progressi, può essere un’arma letale. Se non c’è un’anima, se non c’è un valore etico, la scienza si rivolta contro l’uomo. Come fa la natura, che si ribella alle malefatte dell’uomo. La natura va capita e difesa. Una delle piu grandi rivoluzioni del secolo è stata l’emancipazione femminile. La donna ha preso autonomia e ha cominciato ad alzare la testa. E il maschio come ha reagito? Ammazzandola. Finchè rimaniamo ancorati all’età del ferro, senza progredire, non verranno meno l’odio e la violenza. Non mi pare il millennio porti buone cose. Non voglio dire che non ci sia speranza, ma se una speranza c’è questa va trovata nella cultura, nella poesia, nella leggerezza, nel sorriso. È stato definito il piu inquieto e creativo degli attori italiani. Condivide questa descrizione? Sì certo, mi rispecchia in pieno. Non sono uno tranquillo, abituato a schiacchiare il bottoncino e fare la sua lezione quotidiana. Faccio molte cose, sono molto irrequieto e sempre in cerca di nuovi stimoli. È vero che si è occupato di ricerche esoteriche? Sì, circa sei anni fa. Avevo un gruppo di amici che faceva ricerche per sperimentare. Era un momento molto particolare, anche perché inizi ad avanzare con l’età e a familiarizzare con il pensiero della morte. Quando qualcuno di caro muore, scompare dal tuo pensiero ma spesso continua ad inviarti dei segnali. Questo ti fa pensare che ci possa essere una dimensione diversa da quella in cui viviamo. Un ruolo importante nella sua vita lo hanno avuto le donne. C’è una figura cui è stato particolarmente legato? Se ne nominassi una, rischierei di offendere tutte le altre. La donna è la più straordinaria invenzione che la natura ha creato. E come ho avuto modo di dire “Le cosce delle donne sono la dimostrazione dell’esistenza di Dio”. D. V. |


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LA BUSSOLA MUSICALE

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Alchimia tra musica e ballo: ecco a voi il country Nato nel sud degli Stati Uniti d’America, oggi è tra i più frequentati anche in Italia. Noi andiamo alla scoperta dei Fool Brand e dei Silverado new country band

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antare e danzare a ritmo di country? Perché no! In questo nuovo appuntamento entriamo in un mondo fatto di musica, danza e ritmo, America e Italia: ecco a voi il mondo country. Il country è un genere musicale che nasce e si sviluppa in America, precisamente nel sud degli Stati Uniti; è caratterizzato dall’unione di varie sonorità della musica popolare americana. Parliamo di brani in cui sono presenti suoni derivanti da strumenti musicali come violino e banjo, strumento a corde di origine africana. Artisti che hanno tracciato le origini del country moderno sono ad esempio Jimmie Rodgers che scrisse e cantò canzoni in cui la gente comune poteva rispecchiarsi; egli contribuì allo sviluppo del country folk. Arrivando ai giorni nostri, gli artisti che caratterizzano il country in America e non solo, sono rappresentati da George Strait e Shania Twain, regina incontrastata del country pop. La old country music ha infatti lasciato il posto alla new country, caratterizzata da artisti e gruppi come Brad Paisley, Shania Twain, Keith Urban, Lonestar e molti altri. Veniamo ora al nostro paese e alla lunga storia che ci accomuna al country, storia questa cresciuta in particolare alla fine degli anni Ottanta grazie alla presenza delle basi militari e legata non solo alla musica e al ballo ma anche alla sua cultura. Per una decina d’anni si è vissuto un country legato alla tradizione; si ballava soprattutto il two step, anche se tra gli italiani fu la line dance ad avere la meglio. Nel corso del tempo si sono creati due ceppi, entrambi con il nome “country”: il country new style e il country old style. Nel nostro territorio sono presenti varie associazioni dedicate al mondo della danza country; per esempio l’associazione A.S.D. Country Eagles che nasce nel 2007 per portare nel territorio locale la cultura del ballo country, e la cultura western è una di queste. “Iniziai a dedicarmi alla musica country – spiega Loretta Martin, maestra di country western dance – nel 2001; con molto lavoro e determinazione l’associazione è cresciuta sempre più, partendo da un gruppo di dieci persone, fino ad arrivare a duecentocinquanta persone circa. Oggi essa ne comprende un centinaio con un’età compresa tra gli otto e i novant’anni, un mondo di appassionati e professionisti del genere, i quali non si limitano soltanto a vedersi per ballare bensì formano un gruppo che prima di tutto si ritrova per divertirsi. Inoltre – conclude Loretta Martin – molto spesso partecipano con esibizioni per raccolta di fondi a titolo benefico organizzate anche da fondazioni o associazioni, nonché partecipano ad iniziative nei centri per anziani e portatori di handicap”.

DIAMO UN OCCHIO AL COUNTRY STYLE LOCALE

Da anni ormai si svolge in quel di Noventa di Piave. Si chiama Festival Country Noventa e quest’anno è arrivato alla 12esima edizione. “Nel nostro territorio

– dice Enzo Furlan – è uno degli eventi legati alla musica country più importanti. La ricca manifestazione ha visto nel corso degli anni la partecipazione di ben ventiseimila presenze stimate nel 2007, quasi trentamila nel 2008 e oltre trentunomila nel 2009; dati questi che sottolineano la forte presenza di professionisti, appassionati ed amici vicini al mondo country”. Nel 2001 il Festival nasce come “Festa Country” con musica, ballo e cucina a tema attraverso un’edizione “zero”, grazie all’idea di Enzo Furlan, uno dei fondatori dell’Associazione Commercianti nata a Noventa di Piave nel 2000. Dato il buon successo si decide di proseguire per la prima edizione nel 2002, anno nel quale si aggiungono

due nuovi collaboratori: Vladimiro Giacomini e Michele Bergamo. Negli anni seguenti il successo della manifestazione continua con lo stesso trend. Dopo un anno di pausa nel 2011 il festival torna nel 2012 e nel 2013.

Rocco alla batteria; Giovanni Pirrotta alla chitarra elettrica e Massimo Tonello alla fisarmonica, tastiere e cori. Il loro repertorio comprende brani che vanno dal country classico a quello più moderno.

MUSICA COUNTRY

Nel nostro territorio sono presenti molti gruppi musicali importanti legati al mondo country; vediamo ora nel dettaglio alcune delle formazioni locali e non solo. Fool Brand: nascono nel 2003 nei pressi di San Donà di Piave. I componenti sono Aaron Stone alla voce, chitarra acustica, mandolino, banjo; Michela Carpenedo alla voce e chitarra acustica; Tiziano Bozzo al basso; Fabio

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Fool Brand I Fool Brand hanno inoltre partecipato ad importanti manifestazioni equestri italiane, Festival Country, feste in piazza ed eventi organizzati in vari ranch del territorio, riscuotendo un notevole successo; hanno pubblicato due cd: nel 2009 “Fool Brand” e nel 2012 “Just say I do”, quest’ultimo contenente non solo cover ma anche pezzi propri; il gruppo continua ad esibirsi in tutto il Triveneto, rinnovandosi continuamente nel repertorio. Silverado new country band: inizia-

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Silverado New Country band no in sordina nel 2007 per poi diffondersi nel 2008 ed esplodere nel 2009. La formazione composta da Ester, “front-woman” e leader del gruppo ed i musicisti Nick, Muz, Mauro, Tommaso e Cecilia comprende un repertorio che spazia da brani dei grandi classici della musica country alle “hit” delle classifiche americane, attirando così moltitudini di amanti del ballo country e di “appassionati” del genere musicale. Essi oltre ad esibirsi per importanti locali in Italia e all’estero, hanno partecipato ad importanti fiere, festival estivi ed eventi, come la Fiera Cavalli di Verona e di Milano, il Venice Country Show ed il Country Christmas. I Silverado new country band hanno di recente registrato il primo cd, contenente dieci brani arrangiati con il loro inconfondibile sound e ad ottobre si esibiranno negli Stati Uniti d’America, destinazione New Mexico. Alessandra Sartori |


PORTO DEL JAZZ E PRO LOCO DI PORTOGRUARO PRESENTANO


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TRA LE PIEGHE DELL'ARTE

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La luce divina nella pittura di Leandro Da Ponte

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Artista energico Il pittore di Bassano realizzò una pala d’altare nella Chiesa di San Giovanni. Viaggio tra alcuni preziosi affreschi in Borgo San Giovanni

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eandro Da Ponte, nato a Bassano nel 1557, e il fratello Francesco collaboravano nella Bottega dei Bassano, gestita dal padre e artista Jacopo Da Ponte, detto Bassano, figlio di Francesco il Vecchio. Da bambino Jacopo amava osservare dal buco della serratura il padre Francesco mentre questi si cimentava in percorsi grafico-cromatici impossibili. La specialità dei Bassano erano i manti degli animali: il pelo del cane, del micio, dell’asino o del cavallo hanno una lucentezza quasi tattile. Le scene pastorali con mucche, capre e pecore sono così studiate nella regia da sentirvi profumo della stalla. I piedi scalzi dei pastori raccontano la vita quotidiana di questi umili uomini. Si legge che in Europa vendettero più teleri i Bassano che Tiziano. E Jacopo era personaggio talmente in vista che il Podestà lo esentò dal pagamento delle tasse per aver fatto conoscere il nome di Bassano in tutta Europa. La ricchezza accumulata da questa famiglia fu tale che Jacopo poté acquistare la bottega del Tiziano (qualcuno scrive del Tintoretto) a Venezia e la fece gestire dal figlio Francesco. La grande responsabilità culturale ed artistica che pesava sul giovane maestro Francesco, rimasto solo in quanto il fratello Leandro aveva già abbandonato la bottega, lo esaurì in breve tempo, soprattutto a causa del rapporto conflittuale con il padre.

L’ASCESA DEL PITTORE

Leandro ebbe come maestro il padre Jacopo, che gli permise di firmare il primo quadro nel 1582, a 25 anni, la pala d’altare “San Rocco in gloria” nella chiesa parrocchiale di Rosà (Vicenza). Un anno dopo eseguì, nella stessa chiesa, la “Circoncisione”. Pittore manierista, Leandro cura i particolari usando colori vivi e accentuando i chiaroscuri nelle zone d’ombra. Dimostra grande abilità nei ritratti. Dopo la morte del fratello e del padre, Leandro ereditò la bottega di Venezia continuando la sua attività pittorica. Nel 1596 fece un ritratto al doge Marino Grimani, che per questo lo nominò Cavaliere di San Marco. La sua pittura però subì un cambiamento, prendendo un’individualità caratterizzata dalle superfici cromatiche smaltate con colori squillanti nei particolari, definite da un disegno sicuro ed incisivo, sempre avvolte da una luminosità fredda e diffusa su gran parte dell’opera in ombra. Leandro proseguì la sua attività fino al 1622, anno della morte avvenuta a Venezia.

UNA PALA D’ALTARE NELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI

La trecentesca chiesa di San Giovanni a Portogruaro conserva una pala d’altare di Leandro Da Ponte. L’opera fu com-

missionata dai Padri Dominicani, i quali vollero che venissero effigiati San Domenico, fondatore dell’ordine, e San Tommaso, in ginocchio mentre osserva con amore il crocefisso. Un cagnolino, simbolo di fedeltà, guarda la scena accucciato. Se osserviamo il manto del cane notiamo i risultati raggiunti dal pittore in termini di iperrealismo. I Bassano riuscivano a fare le lumeggiature ad ogni singolo pelo e addirittura ai granelli di polvere. Sono disegnati e interpretati i Santi Stefano e Lorenzo nel momento del martirio,

quando hanno la gioia di vedere la luce di Dio che squarcia il cielo. Una luce che illumina in modo radioso i volti con gli occhi che riflettono e vedono la gioia, mentre altre zone dell’opera sono magistralmente in ombra per rendere meglio la luce che non è di questo mondo. Sono gli occhi di chi muore felice per la fede. I sassi ben disegnati colpiscono Santo Stefano sulle spalle, sulla testa e su altre parti del corpo, mentre San Lorenzo regge felice la graticola dove sarà arso vivo. Il quadro rispecchia pienamente le tema-

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tiche della Controriforma. Nella parte alta San Giovanni Apostolo, l’Evangelista e San Giovanni Battista sono i santi che ribadiscono il nome della Chiesa di San Giovanni. Anche se, a dire il vero, la chiesa prese il nome dal finanziatore, tale ser Zuane detto Gardiol, che nel 1338 diede avvio ai lavori.

LA SIMBOLOGIA CRISTIANA

Un pomeriggio di maggio ebbi la fortuna di incontrare nella Chiesa di San Giovanni il giovane cappellano polacco don Tommaso che, avendo fatto una tesi sulla simbologia religiosa, mi spiegò i tanti simboli, enigmi e metafore di quell’affresco stupendo che arricchisce la chiesetta in tutti i suoi lati. L’affresco si fa molto interessante nella zona alla destra dell’altare, che don Tommaso definì “il giardino della fede”, dove la simbologia richiama il Vecchio e Nuovo Testamento. Venuti alla luce con lo stacco dell’intonaco in fase di ristrutturazione nel 1921, questi splendidi affreschi sembrano essere stati realizzati dalla stessa mano di chi ha affrescato il palazzo situato alla sinistra della Torre di San Giovanni entrando in città. Un palazzo gotico rinascimentale che fa angolo tra via della Mercanzia (attuale via Martiri) e via Rastrello, dove si osservano due patere bellissime, bassorilievi romani sicuramente provenienti dagli scavi concordiesi. Feci notare a don Tommaso la mia intuizione, spiegando che i cromatismi, la frutta, le immagini e i simboli mitologici nel palazzo e i simboli religiosi nella chiesa hanno gli stessi pigmenti e le stesse caratteristiche. La conclusione cui sono giunto è che molto probabilmente sono stati realizzati dalla stessa mano.

SCENE MITOLOGICHE NEL FONDACO DEL SALE Nella seconda metà del ’500 il Podestà di Portogruaro, tale Girolamo Zorzi, fece realizzare sul sottotetto del Fondaco del Sale, l’attuale Palazzo Bergamo situato di fronte al canale Fossa di San Giovanni, degli affreschi narranti scene allegoriche e mitologiche. Il tempo, l’umidità e l’incuria hanno rovinato questi preziosi affreschi che, a mio parere, furono realizzati dalla mano di Pomponio Amalteo, genero del Pordenone. Il giovane Amalteo lì eseguì quasi certamente in presa diretta, in modo veloce, prima che la calce si asciugasse. Le scene mitologiche salienti riguardano le dee che impersonano la Scultura, la Pittura, la Musica, la Fama, la Fortezza, la Carità, la Prudenza e la Speranza. Quest’opera, così preziosa per la storia cittadina, dovrebbe essere recuperata per mostrare a cittadini e turisti tutto il suo ineguagliabile fascino. Giorgio Fagotto |


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LA PAROLA A

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CAS Computer Assistenza Scodeller Manutenzione informatica L'azienda CAS Computer Assistenza Scodeller si pone al pubblico di Portogruaro e vicinanze per assistere le persone nei loro guai informatici, fornendo celermente la soluzione più adeguata per la risoluzione di un problema specifico. Nel corso degli anni abbiamo accumulato un’esperienza notevole, lavorando su macchine aziendali e sistemi di ogni genere: il nostro lavoro è alimentato da una forte passione verso l’informatica e la componentistica elettronica; è necessario specificare che, in questo settore, la cura del dettaglio è assolutamente necessaria per eseguire lavori curati e duraturi nel tempo. La nostra filosofia è ben definita: le cose ritenute vecchie, obsolete oppure rotte sono, semplicemente, pronte per una riparazione mirata o per un aggiornamento. Spesso i problemi più grandi derivano dai problemi più piccoli; servono competenza e mani esperte identificarli con sicurezza e per operare nel mondo degli elaboratori. Alimentatori malfunzionanti, dischi rigidi a fine

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enti pubblici e privati del territorio si sono potuti realizzare percorsi che partono dall’orientamento scolastico e dall’inserimento dei giovani nelle imprese e studi professionali locali attraverso percorsi di stage. Uno degli obiettivi più importanti è favorire l’occupazione dei giovani e delle donne. Su questo ambito Ali offre un supporto alle aziende che intendono assumere apprendisti attraverso un servizio di assistenza e consulenza per la corretta gestione della formazione professionalizzante in azienda con la certificazione delle competenze.

Convinti che la partecipazione paritaria delle donne nel mercato del lavoro e nel mondo imprenditoriale sia una delle leve dello sviluppo locale, Ali supporta le donne nella ricerca del lavoro, nella creazione d’impresa e nella diffusione delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro gestendo gli

sportelli “Spazio donna” nei comuni di Fossalta di Portogruaro, San Michele al Tagliamento, Cavallino Treporti e Jesolo. Nella nuova sede di Portogruaro, Via D.Manin 4 sono stati attivati servizi innovativi quali, ad esempio, la possibilità di noleggiare uffici di varie dimensioni arredati, attrezzati e dotati delle più moderne soluzioni “all inclusive” e una sala per riunioni, convegni e meeting. In questi spazi di “co-working” è possibile usufruire di una “rete di servizi professionali” che, attraverso vari professionisti assicura consulenza fiscale e amministrativa, aziendale e risorse umane, organizzativa e legale. Nello specifico, si invitano tutte le imprese interessate a conoscere le opportunità di finanziamento che la Regione Veneto ha stanziato, fino al 30 settembre 2014, per la formazione continua aziendale per le imprese che sono impegnate in iniziative di rafforzamento dell’innovazione e della sostenibilità delle proprie attività.

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LA PAROLA A

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Premiazione Concorso PORTOGRUARO IN VETRINA Promosso da Confcommercio nell’ambito della 10° edizione di Terre dei Dogi in Festa, il Concorso ha visto la partecipazione di numerosi esercenti del centro storico della Città del Lemene che hanno, con il loro impegno nell’allestire le vetrine a festa, contribuito a creare una particolare attenzione e curiosità da parte dei tanti visitatori, a rendere piacevole la passeggiata sotto i portici e nel contempo ad integrare l’offerta commerciale a quella del buon mangiare e bere. Ottimi i risultati ottenuti, quale giusto riconoscimento dell’impegno e della passione profusi.

2° class. Max & Co. della fam. Falcomer in via Martiri (un’esposizione che si è basata su elementi in vario modo legati al vino: il tutto incorniciato da uno scenografico sipario costruito di tappi di sughero).

ITINERARIO ENOGASTRONOMICO DEI SAPORI LUNGO IL LEMENE

Per entrambi il premio di una settimana di soggiorno marino-sponsor Agenzia Lampo.

Ristorante Albergo Alla Botte

1° class. Gioelleria Lino Marzinotto in via Seminario (ha allestito con i suoi preziosi articoli un paesaggio naturalistico ambientato sulle sponde del Lemene ed un percorso storico-artistico).

3° class. Foto Ivano in via S. Nicolò (una vetrina dove i principali elementi e colori della rassegna enogastronomica ben si integravano con quelli dell’attività dell’esercizio).

Le serate di Settembre - Ottobre 2014 Venerdì 12 Settembre - Rist. Da Fanio Concordia Sag. (Il mare nel piatto) Venerdì 26 Settembre - Rist. Da Rosetta Alvisopoli (Alla riscoperta del pesce azzurro) Venerdì 3 Ottobre - Rist. Al Confin Concordia Sag. (Pesci, molluschi, crostacei di Laguna e di Mare)

Famiglia Zanon in Festa 55 anni di attività

Nello Zanon, Alma Bortolussi e l’intera loro famiglia hanno fatto festa per ricordare assieme ai tanti amici e ai numerosi invitati convenuti la loro ormai lunga carriera di ristoratori iniziata nel lontano 1959. È stata anche l’occasione per ringraziare le tante persone che hanno voluto bene e aiutato in tutti questi anni la famiglia Zanon, nonchè i tanti e bravi collaboratori che hanno contribuito al successo dell’attività di Albergo Ristorante così come ora appare.

… a proposito di OSPEDALE UNICO - NUOVO Manrico Pedrina - Presidente Confcom- un polo di attrattiva e di riferimento per considerati maggiormente efficienti delle mercio Portogruaro - Bibione - Caorle, di l’intero territorio regionale concentrando province di Udine e Pordenone. concerto con le altre Associazioni dato- in un’unica struttura le eccellenze sanita- È riduttivo, ha concluso Pedrina, parlare riali maggiormenre rappresentative del rie, costituire non soltanto un presidio di spostare la sanità nel Veneto Orientaportogruarese - Confartigianato e CNA, di eccellenza ed un’opportunità da non le. È più opportuno ridisegnarla, ripenha espresso pubblicamente il punto di perdere ma addirittura una scelta obbli- sarla nell’ottica dei bisogni futuri nel rivista dei piccoli - medi imprenditori e gata per scongiurare una caduta dei ser- spetto, però, degli esistenti. E poi nella delle attività economiche locali in oc- vizi divenuta ineluttabile. partita della futura città metropolitana casione della recente ed affollata riunio- Per Pedrina i bei discorsi si sono sgre- non vogliamo essere figliastri, bensì citne, in piazza della Repubblica, del Consi- tolati difronte all’identificazione di un tadini rispettosi e rispettati. glio Comunale di Portogruaro. sito per la realizzazione di una struttura Sottolineando che la sanità è una di quel- sanitaria unica nel Veneto Orientale. le poche realtà da salvaguardare a tutti Se parliamo, ha proseguito Pedrina, della i costi nell’interesse della categoria dei costruzione di una struttura sanitaria di cittadini, alla quale gli stessi imprendito- eccellenza che ambisce ad essere polo atri appartengono, Pedrina ha evidenziato trattivo anche in ambito regionale e sovra alcune delle ragioni che hanno condotto - regionale, non possiamo non considea parlare di un nuovo, efficiente ospe- rare le peculiarità geografiche del nostro dale unico: migliorare l’offerta sanita- territorio, non possiamo ignorare che ria del Veneto Orientale, razionalizzare Portogruaro è rimasto l’ultimo baluardo spesa e risparmio delle risorse disperse di difesa dalle fughe di pazienti dal Venenelle varie sedi ospadaliere, diventare to verso gli ospedali friulani più vicini e Pagina a cura di Bruno Lena Portogruaro Bibione Caorle San Stino di Livenza Borgo Sant’Agnese 93 Corso del Sole 48 Via Del Leone 12 Corso deldiPopolo Portogruaro Bibione Caorle San Stino Livenza15 T 0421 278311 T 0431 1945150 T 0421 81712 T 0421 310402 Borgo Sant’Agnese 93 Corso del Sole 48 Via Del Leone 12 Corso del Popolo 15 T 0421 278311

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EVENTI

luglio/agosto 2014

“Portogruaro tra Unplugged e Blue Note” I Mercoledì ricchi di atmosfera e pathos

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ontinuano i mercoledì musicali all’insegna di “Portogruaro Città Viva” una delle iniziative più attese della Pro Loco di Portogruaro. Quest’anno, nonostante il brutto tempo che non ha permesso di svolgere la sessione live prevista in Piazza della Repubblica, il 25 giugno ha dato l’avvio ai mercoledì musicali con un nuovo evento Città Viva Unplugged, nel quale le giovani band che hanno passato la prima selezione cioè gli Acustic Spirit di Vicenza, Assoli in Unisono di Udine, I Brevidiverbi di Padova, Teti Cortese e The Tissues entrambi di Venezia, si sono contese il podio, armate solo di talento e passione mettendo in vera difficoltà la giuria. Quest’ultima, - composta da professionisti rinomati nell’ambiente ovvero: Claudio Barro - Associazione Music Village; Gianpiero Innocentin - Associazione Fonofusioni; Massimiliano Bazzana - Associazione Artivarti; Tonino Lancellotti - Associazione MusicArte; Antonio Angelucci - Associazione Porto del Jazz e Andrea Padovese - Pro Loco Portogruaro - alla fine ha decretato vincitori della prima edizione di Città Viva Unplugged Teti Cortese, che ha conquistato il primo posto, e I Brevidiverbi il secondo. Entrambe le band sono state inserite nella programmazione dei Mercoledì Musicali (tutti i musicisti che si esibiscono durante i mercoledì musicali sono retribuiti) mentre Teti Cortese, prima classificata, vedrà anche la realizzazione di un videoclip prodotto da “One Eyed Jack”.

Ampio spazio contina ad essere riservato poi alle famiglie e in particolare ai più piccini con il baby parking e i gonfiabili, mentre i più grandi potranno ammirare gli oggetti artigianali dei mercatini. Mentre per gli appassionati del ballo, a

grande richiesta, i mercoledì di luglio saranno animati dalle serate di liscio del maestro Lorenzon e dal sensualissimo tango.

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Città Viva Unplugged è un’iniziativa che ha visto la partecipazione al fianco della Pro Loco, di “Accordiconcordi”, associazione già rodata nell’organizzazione di manifestazioni di questo genere (“Sottotoni” ad esempio) e che ha avuto un ruolo determinante per la buona riuscita dell’evento. I primi quattro mercoledì di questo mese invece, (2, 9, 16 e 23 luglio), viene ripreso lo schema ormai consolidato e di grande riscontro di pubblico dei mercoledì musicali classici, durante i quali quest’anno protagonista assoluta sarà la musica dei Radio Daf, 3io, Maki 4 ET, Vertical Smile, Two of us, Musikioscho, Unit 3, Il vescovo e il Ciarlatano, La luna e il falò, The Panicle, Bazula Bay, Silvia on the Waves, The modern Zep, Nicola Bottos Trio, Luna Rock, Kill Joy Trio, Mauro Darpin Trio, Giorgia & the Groovy Square, Five for One, Angelo Musumeci Blues Band, tutti gruppi scelti sotto la supervisione di Andrea Padovese, e che animeranno l’intera città.

E arriviamo all’ultima novità della programmazione di Città Viva ovvero Città Viva – Blue Note, organizzata in collaborazione con il Porto del Jazz e con la direzione artistica di Flavio Massarutto. Gli ultimi due mercoledì, il 30 luglio e il 6 agosto, a Portogruaro si respirerà un’atmosfera prevalentemente jazz e blues e le vie del centro nonché le postazioni che sprigioneranno questa musica stonata* saranno caratterizzate da scenografie particolari grazie alla partecipazione e al coinvolgimento dei pubblici esercizi e dei negozi. Nel corso delle due serate si esibiranno: the Out Box (Jazz and rythmand blues); Luigi Vitale Trio (Blues and Roots); Flamenco Sketches (Flamenco jazz); Malkuth (Contemporary Jazz) Black Stump Jumpers, Humpty Duo (Contemporary Jazz; Minimal Klezmer (Klezmer); Lune Troublante (Swing Maouche); Hot Jazz Quintet (New Orleans-Hot Jazz).

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Ma non ci sarà solo musica, vi saranno infatti molti altri appuntamenti; ricordiamo la mostra di fotografia del fotografo Luca d’Agostino nella suggestiva “Galleria ai Molini”, il disegno con la sabbia, la letteratura con le Degustazioni Letterarie e sarà, inoltre, per l’occasione, distribuito un esclusivo giornale a fumetti con il programma, una storia inedita e la mappa della manifestazione (che trovate anche qui come inserto a pag. 9). Insomma tante novità tutte all’insegna della qualità e della cultura. Tutto ciò è stato possibile per la Pro Loco grazie al grande contributo ricevuto, oltre che dal Comune e dalla Confcommercio di Portogruaro-Bibione-Caorle, dagli operatori economici del centro storico e da tutti gli sponsor privati e non che, nonostante le difficoltà dei tempi, hanno fortemente creduto nella manifestazione, sostenendo concretamente l’organizzazione di Città Viva e impegnandosi in modo tangibile per la propria città. Tutto il programma di Città Viva – Mercoledì Musicali è consultabile in uno speciale Portogruaro.Net POCKET dedicato interamente alla manifestazione. * il blues si avvale dell'uso delle blue note (da cui il nome dell’evento) cioè un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues proprio il nomignolo di musica stonata. Marianna Maiorino |


L’ACQUOLINA IN BOCCA

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luglio/agosto 2014

Il mito della Coca Cola Da medicinale a bevanda di guerra, ha proprietà curative e lucida le monete. Tutto quello che si nasconde dietro al marchio più famoso al mondo

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enza dubbio la Coca Cola è la bevanda industriale più famosa al mondo: analcolica e di colore scuro dovuto al colorante sintetico contenuto chiamato “caramello”, preparata secondo una formula tenuta segreta per ovvi motivi commerciali e con altri ingredienti principali quali acqua, zucchero, anidride carbonica, acido ortofosforico, caffeina, estratti ed aromi tratti dai semi di cola e dalle foglie di coca decocainizzate, cioè eliminate da tutti i principi attivi della droga. La sua storia, per certi versi inverosimile, è tutta americana. Inizia intorno all’anno 1884, quando un tale Pemberton di Atlanta, uno pseudo “farmacista” di quel tempo, compra per cinque dollari la “licenza” per onorarsi di questo titolo e vendere agli angoli delle strade una pozione miracolosa che guarisce dal mal di testa e dalla stanchezza.

LA COCA COLA VA AL FRONTE

Il primo nome che gli viene dato è “vino di coca”, una miscela di vino con foglie di coca che poi migliora aggiungendovi della caffeina: è quindi un miscuglio di alcol, caffeina e coca. Il prodotto ha vita breve: arriva infatti nel 1885 la prima epoca del proibizionismo negli Stati Uniti e l’ingrediente principale, l’alcol, viene messo fuori legge. Pemberton decide così di abbandonare l’alcol e di darsi ad un nuovo commercio molto fiorente a quel tempo, quello delle bibite analcoliche. Il gusto però non è buono e così vi aggiunge dello zucchero e un po’ di acidi che vadano a coprire il sapore della cocaina e della cola. Nasce così la prima Coca Cola (1886 a.d.). Nell’inverno del 1888 Pemberton muore e la Coca Cola sembra destinata a morire con lui, senonché un intraprendente imprenditore e apprendista farmacista acquista la formula della Coca Cola e fonda la moderna Coca Cola Company: è Asa Griggs Candler. La Coca Cola diventa un vero e proprio fenomeno di massa, il successo è strepitoso, la si può trovare letteralmente ovunque. Dal 1899 si comincia anche ad imbottigliarla (prima era possibile bere Coca Cola solo spinata nei tanti bar di paese). Attraverso il suo lungo percorso produttivo c’è un episodio, in particolare, che merita menzione. A causa del razionamento dello zucchero nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Coca Cola si trova in difficoltà. A salvarla è il Governo americano che la dichiara una necessità in tempo di guerra in quanto la bibita rinfrescante più famosa d’America non solo è un simbolo nazionale, ma una esperienza che fa parte oramai della vita quotidiana. Il Governo, poi, concede addirittura alla Coca Cola Company tutto lo zucchero di cui ha bisogno e la stessa diventa il fornitore ufficiale dell’esercito americano! Milioni di casse di Coca Cola vengono distribuite prima in tutti i campi di addestramento dell’esercito e poi spediti in giro per il mondo dove l’America sta combattendo. Fu così che la Coca Cola divenne la bevanda del secolo! La sua storia prosegue, coinvolgendo ogni generazione fino ai giorni nostri ed il suo marchio invade ogni angolo del mondo. La sua immagine è costantemente presente con spot televisivi, pubblicità in giornali e riviste, come firma di grandi

eventi sportivi, del tipo Olimpiadi, campionati mondiali, manifestazioni culturali, sponsor importante perché il suo nome è sinonimo di successo.

stata riferita dalla SIGO (Società Italiana Ginecologi ed Ostetrici) nel corso di un Congresso internazionale svoltosi di recente a Lisbona. Sembra che le risposte a questi sondaggi abbiano allarmato il ministero dell’Istruzione, convincendolo ad intervenire attraverso un progetto di informazione ed educazione sessuale nei programmi scolastici.

LE SUE PROPRIETÀ CURATIVE

Qualche persona, si mormora, usa la Coca Cola - udite udite - anche come contraccettivo. Ma sì, come rimedio per non rimanere incinta. Ad affermarlo è il 7% delle donne italiane di età compresa fra i 20 e i 30 anni, intervistate attraverso un importante sondaggio internazionale. Anche da questo nasce il mito della Coca Cola e comunque, diciamolo con franchezza, non è poi un dato così eclatante se consideriamo che gli esperti riferiscono addirittura che l’1% delle donne pensa di rimanere incinta con un bacio. C’è poi un altro 7% che usa la Coca Cola come potente spermicida da attuarsi attraverso dei lavaggi vaginali. La notizia è

QUALCHE USO PRATICO

La Coca Cola, anche se criticata e qualche volta vilipesa, rimane una sostanza magica che ci rende la vita più semplice, in quanto: 1) Rimuove la vernice dai mobili di metallo; 2) Stura il wc in tempi record; 3) Smacchia la porcellana; 4) Elimina le macchie di grasso sui vestiti; 5) Elimina le macchie di sangue dai tessuti; 6) Rimuove le macchie di olio sul parquet; 7) Elimina la ruggine, applicandola su un pezzo di tessuto; 8) Uccide le lumache; 9) Lasciandola agire all’interno di

Vi aspetta per la fiFiera di santo stefano dal 31 luglio al 4 agosto

pentole e padelle, rimuove bruciature e incrostazioni; 10) Rimuove il calcare dal vostro bollitore; 11) Sgrassa e pulisce il motore della vostra automobile; 12) Lucida le monete; 13) Rimuove le macchie di sugo dal pavimento e dai tessuti; 14) Scioglie addirittura un dente; 15) Pulisce la batteria della vostra automobile; 16) Rimuove le gomme da masticare tra i vostri capelli; 17) Elimina la ruggine all’interno della vostra piscina, aggiungendone 2 litri all’acqua della vasca; 18) Scolora i vostri capelli; 19) Toglie le macchie di pennarello dai tappeti; 20) Servendovi di Coca Cola e alluminio, potete lucidare i vostri metalli. Una recente notizia, rimbalzata in tutto il mondo, informa di una grande petizione online che ha convinto la Coca Cola a rimuovere da tutte le sue bevande (anche Fanta e Powerade) l’ingrediente Bvo (olio vegetale bromurato), una sostanza che si ottiene da soia o mais e che permette di diluire e amalgamare gli aromi evitando che salgano in superficie. In pratica è un additivo utilizzato come stabilizzatore nelle bibite aromatizzate il cui consumo prolungato, attraverso le bevande contenenti l’olio in questione, può avere sulla salute gravi conseguenze come quello della perdita di memoria e problemi al sistema nervoso e alla pelle. Brindate dunque in tutta tranquillità con la Coca Cola e, come afferma uno dei suoi ultimi claim: “Grazie per condividere la felicità”. Io vi accompagno nel brindisi con un calice di Prosecco spumante. Leandro Costa |

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Sbucciate una banana e tagliatela a metà in senso longitudinale, ponendola in un piattino di forma allungata. Sopra di essa disponete una pralina di gelato alla fragola, una al cioccolato ed una alla vaniglia; cospargete un cucchiaio di amarena, un ciuffo di panna montata sopra il gelato e la classica ciliegina.


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INTERVALLO

luglio/agosto 2014

Con rispetto parlando... U

n gruppo di donne assatanate ha lanciato il suo grido di protesta civile: «Uomini, chiudete le gambe!».

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Rispondo io, a titolo gioiosamente personale: «Donne, chiudetele voi!».

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l Pont des Arts, a Parigi, è stato danneggiato per l’eccessivo peso dei numerosi “lucchetti dell’amore”. Questa voga, che si dice lanciata dai “ragazzi di ponte Milvio”, personaggi scaturiti da un romanzo di Federico Moccia, ha attecchito in tutta Europa ed è arrivata perfino sul ponte di Brooklyn. Appendere un lucchetto ad un ponte non è poi un’impresa così originale come si crede, e comunque non l’ha inventata Moccia; lo facevano già - se non sbaglio negli anni Sessanta - migliaia di soldati italiani di leva, soprattutto alpini, che nel giorno del con-

i telefonini, i tablet, eccetera, per far scattare la nuova gabella. Bontà loro, i famelici, ingordi ed insaziabili cervelloni della Rai hanno escluso dal balzello i videocitofoni. Ma hanno dimenticato, per il momento, gli specchi: anche gli specchi trasmettono immagini. Eliminiamo tutti gli specchi che abbiamo in casa. Stacchiamo gli specchietti retrovisori dalle auto. E le signore li facciano sparire dalla borsetta, non si sa mai...

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Pont des Arts, Parigi: un pannello di legno sostituisce la griglia che ha ceduto sotto il peso dei lucchetti.

gedo agganciavano un lucchetto sul ponte più prossimo alla propria caserma; a parte questo particolare, io mi chiedo dove vanno a finire poi le relative chiavi (che sono sempre due, fra l’altro). Sicuramente nel fiume sottostante. Sai che razza di inquinamento? E a Portogruaro? Da noi, dopo la pulizia eseguita dall’Amministrazione Comunale alcuni mesi fa, sono ricominciati gli assalti dei lucchettari. Fra poco vedremo apparire nella zona dei Molini, come d’incanto, un cinesino venditore di lucchetti a prezzi stracciati. Lucchetti made in China, rigorosamente gialli, naturalmente.

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ine giugno, la Rai ne inventa un’altra per incassare quattrini per pagare le migliaia di dipendenti (metà dei quali si potrebbero benissimo rottamare, tanto per usare un dei termini preferiti da Matteo Renzi): basta possedere qualsiasi dispositivo che trasmetta immagini come

on quasi vent’anni che mi batto per togliere dal degrado lo storico arco del Fondaco, dopo aver preso spunto dai numerosi brani apparsi molto tempo fa su EL CAMPANIL DE PORTO, su NUOVO FRONTE e dai diversi articoli di Attilio Nodari che ho personalmente raccolto in ZIBALDONE PORTOGRUARESE, e ZIBALDONE PORTOGRUARESE 2, pubblicati rispettivamente nel ’97 e nel ‘99 dalla Pro Loco. Delle condizioni miserande in cui per ben ottant’anni s’è trovato lo storico manufatto ho scritto, ho polemizzato, ne ho discusso in varie riunioni indette dall’Amministrazione Comunale, ma con scarsi risultati. L’unico politico a darmi ascolto è stato, nel ‘97, l’allora vicesindaco ed assessore alla Cultura Andrea Martella. Ma da allora, hanno fatto tutti orecchie da mercante e francamente non ne ho mai capito la ragione. Ecco perché l’anno scorso, quando in via molto confidenziale, al telefono, un alto funzionario del Comune mi ha rivelato che l’Amministrazione intendeva “tirar su” il famoso manufatto entro la fine del 2013, ho fatto un salto di gioia (si fa per dire: con la gamba sifolina che mi ritrovo, ho poco da far salti…). Non mi sono particolarmente

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interessato del luogo di destinazione: per me l’importante era rimetterlo in piedi. Fra l’altro il progetto approvato era quello dell’architetto Aliano Petracco, un progetto semplice e pratico, che oltretutto prevedeva la possibilità, se fosse stato necessario in futuro, di spostarlo agevolmente. E finalmente ho visto iniziare i lavori, che ho seguito, con una certa emozione, spiando attraverso le maglie di protezione. Ritto sulle sue fondamenta, devo dire che l’arco ha via via assunto un aspetto davvero imponente, che mai mi sarei immaginato, avendolo visto sempre e soltanto distirà. E poi, fra il verde ed in compagnia della villa Martinelli e dell’abside della chiesa di Sant’Agnese, non sta niente male, anzi! Il giorno in cui hanno montato il fregio sopra l’architrave, ovviamente ho cercato di leggere l’epigrafe, anche se con una certa difficoltà, data la distanza ed il colore della pietra quasi candida: MARCO PASQUALICO PRAFTORE ANNO DNI MDL VII Quella F che dovrebbe essere una E (il dittongo latino AE, noto con l’originale grafema Æ) e quello spazio nella data che ti fa leggere 1500 7, invece di 1557, per poco non mi hanno provocato un coccolone. E mentre incomincio a sacramenta-

Porzione dell’epigrafe incriminata

re sottovoce con un amico, lì, davanti al monumento oltraggiato dallo scellerato lapicida, il mio pensiero va al mio vecchio insegnante di latino, l’indimenticabile professor Vittorino De Stefano, che, davanti a quegli obbrobri - che lui avrebbe definito becanoti - avrebbe ironicamente sentenziato: «LATINUS GROSSUS FACIT TRIMARE PILASTROS». E chi ti arriva, proprio in quel momento, tutto sorridente e soddisfatto? L’ingegner Anese, direttore dei Servizi Tecnici del Comune. Gli esprimo tutto il mio compiacimento per il lavoro svolto ma... «Ma… cosa?». Ma gli manifesto anche il mio rammarico e la mia delusione per quei due errori. Lui, il buon Anese, dapprima nicchia, ma poi ammette che sì, effettivamente... ma che forse… E in quello càpita, direi proprio a fagiuolo, l’architetto Petracco. Con il sostegno di Anese gli espongo il problema. E lui non accetta. O meglio, sostiene di aver copiato esattamente dal disegno di Valentino Turchetto e, tagliando corto, assicura, un po’ seccato, che controllerà. Ma che diavolo vuol controllare? Anche Turchetto ha copiato e molto probabilmente ha copiato male pure lui. Se tutto il fregio sovrastante l’architrave fosse quello originale, dovremmo accettare l’epigrafe così come sta, becanoti compresi, ma trattandosi di una riproduzione indiscutibilmente ex novo, è sensato ripetere l’errore? Ma andiamo! Fatto sta che l’indomani alcuni operai hanno ripassato l’epigrafe con un colorante per renderla più leggibile da lontano e poi hanno iniziato a smontare le impalcature, segni evidenti entrambi che non c’era nessuna intenzione di rimediare al malfatto. Ed allora, dopo qualche giorno lasciato trascorrere nella speranza di un rigurgito di buon senso da parte di Petracco, è stato informato della faccenda il rompiballe noto come LIBERO PENSATORE, il quale ha provveduto immantinente ad assegnare un altro CODEGHIN DE ORO al sindaco Antonio Bertoncello. Ma perché assegnarlo a lui, che non c’entra nulla? «Parché» ha dichiarato l’infame Pensator Scortese, «Bertoncèo el c’entra sempre!». Naturalmente la notizia è stata poi ripresa dalla stampa e dai blog locali. E rileggendo la risposta (una formidabile arrampicata sugli specchi degna dell’Uomo Ragno…) che il nostro primo cittadino ha dato ufficialmente al consigliere comunale Riccardo Rodriquez - altro bel rompiballe - che aveva presentato un’interrogazione sull’argomento, credo proprio che il Libero Pensatore avesse ragione. Ma è così difficile ammettere un errore? O si ritengono tutti infallibili, questi personaggi? Persino Francesco ha chiesto ai fedeli di pregare per lui, ben consapevole che pure il pontefice può sbagliare, nonostante la Chiesa abbia sempre sostenuto con forza l’infallibilità del papa! Amen. Luciano Guareschi |

guareschi@email.it |


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A C T O R P G I E C E C N B E E

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I E R A R E B I L M O P L O C I

CRUCIVERBA ORIZZONTALI 1. Quello di denti è atroce - 4. Ascensione alpinistica -10. Affrontarono i Curiazi - 12. La Gale modella - 13. Assottigliare il ferro - 14. Bruciata dal sole - 15. Frazioni di corse ciclistiche - 17. Asian Television Network - 18. Prove per studenti - 23. Ascoli Piceno - 24. L’”amatoria” di Ovidio - 26. La Allende scrittrice (iniz.) - 28. Può essere economica o di nervi - 30. Detestabilità - 33. Il quesito che riguarda la foto - 37. Tre vocali... prima dell’annuncio - 38. Si monta a teatro - 39. Far nascere, dare vita - 41. La capitale del Perù - 43. Una poesia del vate - 45. Animale che striscia - 46. Provincia toscana - 47. I... metri degli Inglesi - 48. L’antica regione con Efeso

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1936, Festa della Prima Comunione, riconoscete dove? Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate.

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I T L A E E E S T R S S A N C U

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A N C U T A E E I A O E T I T S

N E C A A M T R D E C S O A C T

A R T P R A N Z O I H C C E R O

L E G G E R O L O D R R O O C P

C C A R N E P E Z Z O R E B I L

VERTICALI 1. Numerose, tante - 2. Ha una sua camera nel pneumatico - 3. Una molto famosa È quella di Aladino - 4. Si dice al sovrano - 5. Iniziali di Manzoni - 6. Il nome della Massari - 7. Aspra come il limone - 8. Li pigia il pianista - 9. Frutto col ciuffo - 11. Il cambiare canale... dalla poltrona - 16. Graziosissimi roditori - 19. Gruppo di api - 20. Altari d’altri tempi - 21. La più bella tra le belle - 22. Il figlio di Abramo - 24. Fornivano il latte a Poppea - 25. Tutt’altro che dritto - 27. È fatta di gradini - 29. Nasce nella mente - 30. Il nome di Bin Laden - 31. Incarico che impegna - 32. Il Delon C H E F N E C E S S I T A di “Borsalino” - 34. Noto musical degli anni Sessanta - 35. La sigla S sulla A L ICroce T O - 36. L I Margini T I G Icuciti I N F dei A R T O S prima E D I linea” M - 40. European Economic Area - 42. Al centro della piazza - 44. II serial “Medici in

CRUCIPUZZLE Cosa rappresenta la statuetta bronzea emblema del Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro? Cerca nello schema le parole elencate. Le lettere rimanenti daranno la soluzione della domanda.

AMARE APRIRE BOCCA BOSCO BUONO CARATTERISTICO CARNE CAUSA COLPO COMUNICAZIONE CONSIDERARE CONTENERE CREARE CROCE DOLORE ESTATE FIORE FOLLA GATTO

GIOIA GRIGIO INUTILE LEGGERO LETTERA LIBERARE LIBERO LINEA LOTTA MANIERA MENTE MONTE ODORE ORECCHIO PAURA PELLE PEZZO PIEDE PONTE

PORRE PORTA PRANZO PRATO QUESTO RAGIONE RAPPRESENTARE RIDERE RIUNIRE SANGUE SERIE SERIO TACERE TERZO TOGLIERE UNIRE VILLA VISTA

N B A I T E P L O R E N Z O D A P A D E S I V O S I R E N A M I L A N E S I E I R E A I L R I G A N A C LEMSOLUZIONI DEI GIOCHI A N O D O N O N N O S C DEL NUMERO PRECEDENTE N A S A S A R D O A L A

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