Portogruaro.Net Magazine

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| NOVEMBRE | DICEMBRE | 2014

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EVENTI

ES C LU SI VA Il programma completo della 29ª edizione della Fiera di Sant'Andrea, uno degli eventi più attesi a Portogruaro

p.7

BUSSOLA MUSICALE Mazurca, valzer, polka ma non solo. È il mondo del liscio, della musica da ballo e delle orchestre itineranti p.11

PIEGHE DELL’ARTE Conosciamo un Luigi Russolo inedito, emozionante, senza tempo. E l’ispirazione arriva da un quadro abbandonato per anni: “Un grande parco pini” p.12

L’ACQUOLINA

OSPEDALE UNICO ADESSO PARLIAMO NOI La polemica sull’Ospedale Unico non si ferma. La politica promette battaglia se il direttore generale dell’Ulss10 Carlo Bramezza proseguirà nell’intenzione di chiudere il nosocomio di Portogruaro.

Ma cosa pensano i medici di tutto questo? Portogruaro.Net li ha intervistati in esclusiva per voi. continua a pag. 4

Miti e leggende sul drink più famoso al mondo, il Martini Dry

p.14

INTERVALLO A Portogruaro, nel secondo dopoguerra, hanno cancellato tutto ciò che poteva ricordare il fascismo. Tranne il cedro Deodara posto a dimora presso il puteale nel giardino Nievo. Chi fu ad interrarlo? p.15

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I nostri Clienti sono la vostra garanzia! Se cercate un partner a cui affidarvi in caso di sinistro, questo è la Carrozzeria Bozzato.

A pochi Km da Portogruaro - a Teglio Veneto - c’è una delle realtà imprenditoriali di successo del Veneto Orientale che, anche in questi momenti più difficili, dà prova di risultato e competenza. Come? Con un'alta capacità di innovazione e attenzione al Cliente. A testimoniarlo, un sondaggio del 2014 di Trust Rating System Srl di Milano che, analizzando le migliori carrozzerie italiane, la colloca tra le aziende italiane di maggior livello nella qualità dei servizi offerti (il controllo della performance di lavorazione dà un punteggio di 88,4 contro il 32,5 della media considerata, ad esempio). Cosa significa? Significa che le vostre auto sono prese in carico in un ambiente moderno, gestite

con manualità artigiana insieme alle tecnologie più all’avanguardia a garanzia di uno standard qualitativo molto alto, in un'azienda che utilizza prodotti sicuri che rispettano l’ambiente. E una delle uniche in Italia ad aiutarvi quando la mobilità diventa una esigenza specifica: è specializzata negli allestimenti per diversamente abili (www.carrozzeriabozzato.it). A testimoniarlo, oltre 600 amici e clienti che nei giorni 26/27 settembre scorso hanno voluto partecipare all’evento in occasione dei 30 anni di attività della Carrozzeria Bozzato: un buon motivo per festeggiare e raccogliere collaboratori, partner e Clienti affezionati.

A testimoniarlo la nostra motivazione:

Semplice. Risolviamo.

Il 26 è stata inaugurata la meeting room con un convegno tenuto da Fabio Porro della azienda Circuito srl, esperto di Automotive, il quale ha presentato un puntuale aggiornamento sulla situazione del settore, in particolare su sicurezza, qualità ed efficienza; erano presenti Partners, Assicurazioni, Concessionarie, Banche e Periti. Una festa il giorno a seguire, che ha visto partecipare durante tutta la giornata oltre 600 Persone a testimoniare la fiducia che l'azienda e la famiglia Bozzato hanno raccolto in questi anni da tutto il proprio pubblico (e che vi raccontiamo sulle nostre pagine BUON 30º ANNIVERSARIO CARROZZERIA BOZZATO!! e Carrozzeria Bozzato).

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LA CULTURA È NELLE IDEE

Capirai che fatica L'editoriale di Giulio Serra

SOMMARIO

Cosa sta dietro alle vittorie senza fine delle ragazze e dei ragazzi del Piccolo Gruppo Division del Pattinaggio Portogruaro? Scopriamolo insieme

Q

uesta è la storia di un vincente. Anzi: di un gruppo vincente. Negli ultimi anni si tende sempre più spesso a raccontare l’Italia che non ce la fa, quella affranta, in crisi (economica, morale, sociale), offrendo a noi e a chi ci guarda al di là delle Alpi il ritratto di un Paese ormai sopraffatto dal pessimismo e dall’incapacità di arrivare, di guardare oltre. No! L’Italia – noi – siamo molto altro. Siamo anche e soprattutto la creatività, l’ottimismo inconscio e chiassoso, l’ultimo metro di corsa percorso con le braccia alzate e il sorriso in faccia. Questa storia parla di questa fetta (importante e abbondante) d’Italia, del Veneto, della Venezia Orientale, di Portogruaro. È la storia di una società stratosferica: prima ai Campionati Regionali 2014, prima ai Campionati Italiani 2014, prima ai Campionati Mondiali 2014. Questo è un team di giovani donne e di giovani uomini che, tassello dopo tassello, costruisce le proprie vittorie con disciplina, umiltà, rigore, lavorando nell’ombra e preparando ogni singolo allenamento, ogni piccola o grande prestazione con la meticolosità dei campioni. Loro sono le ragazze e i ragazzi del Piccolo Gruppo del Division Pattinaggio Portogruaro. Una società vero fiore all’occhiello della nostra città, capace di regalarsi e regalarci soddisfazioni e riconoscimenti in ambito europeo e mondiale, portando letteralmente il nome di Portogruaro nei quattro angoli del pianeta.

DIETRO LE QUINTE DI UN SUCCESSO SENZA FINE

Poche risorse economiche, tanto entusiasmo, allenamenti continui e una forza di volontà senza limiti. È questa la ricetta del successo del Piccolo Gruppo Division del Pattinaggio Portogruaro, una ricetta fatta di pochi ma preziosissimi ingredienti, una ricetta che lo scorso mese di ottobre ha regalato a Portogruaro la soddisfazione di salire sul tetto del mondo con la vittoria dei nostri “pattinatori” e delle nostre “pattinatrici” ai Mondiali in Spagna. “I sacrifici sono enormi – spiega l’allenatore Roberto Callegher –, in primis economici. La società fa il possibile per venire incontro ai propri tesserati ma quando ci sono trasferte importanti o molto lunghe una parte dei costi ricade inevitabilmente sui ragazzi e sulle loro famiglie”. Sì, perchè nel pattinaggio a rotelle non esistono i professionisti super pagati del calcio e neppure quelli del basket, della motocicletta o della Formula Uno. Nello schettinaggio i tesserati sono tutti dilettanti, sia che lo si faccia a livello amatoriale e sia che si vincano i Campionati del Mondo come nel caso del Piccolo Gruppo portogruarese. “Questi atleti – continua Callegher – si allenano tutti i giorni, compresi il sabato e la domenica nei periodi di avvicinamento alle gare che contano. Si disciplinano nell’alimentazione e nella vita quotidiana, vivono come professionisti senza esserlo. Per raggiungere certi livelli, del resto, non ci sono alternative”. Ma andiamo nel pratico: senza grossi sponsor alle spalle, senza una Federazione che li “garantisca” come professionisti e senza un indotto simile a quello esercitato

dagli sport di massa, come si arriva a certi risultati senza lasciar indietro studi e lavoro? “Bella domanda! In effetti – risponde Callegher – negli anni alcuni ragazzi sono costretti ad abbandonare il pattinaggio proprio per l’impossibilità di unire sport e lavoro. Oggi, per esempio, il Piccolo Gruppo è formato per buona parte da studenti e da alcuni lavoratori. Gli studenti in qualche modo riescono a trovare degli spazi dove poter infilare allenamenti e trasferte, per i lavoratori invece è più difficile ma spesso si cercano lavori con una certa flessibilità nel concedere periodi di ferie “insoliti””.

FATICA, QUESTA SCONOSCIUTA

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novembre/dicembre 2014

Una storia di sport e di vita, quella del Piccolo Gruppo Division del Pattinaggio Portogruaro. Una storia che insegna a ognuno di noi il valore di parole come “impegno”, “sacrificio”, “fatica”. Sì, la fatica. La fatica di lavorare per otto ore al giorno per poi tornare a casa,

farsi la borsa, andare a fare due ore di allenamento con la concentrazione a mille per imparare i passi, per coordinare i movimenti, per interpretare la coreografia tra sorrisi, occhi brillanti, braccia elastiche, gambe reattive. La fatica che negli ultimi tempi sta lasciando posto a parole come “comodità”, “tutto e subito”, “uscite di emergenza” è un elemento che accompagna il successo (ma anche le sconfitte), che deve esserci nella vita di tutti i giorni, condizione imprescindibile di crescita, maturazione, esperienza, capacità di relazione, di sopportazione, di sopravvivenza. Un grazie al Piccolo Gruppo Division: Margherita Battistella, Lisa Biasioli, Laura Biasotto, Manuel Bordignon, Erica Cappelletto, Cristina Fabbris, Silvia Fusidati, Rebecca Genchi, Sara Lunanova, Veronica Manzato, Ilenia Martini, Michela Noragotto, Filippo Scotton. Allenatori: Roberto Callegher e Benedetta Martini.

EDITORIALE

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Capirai che fatica IN COPERTINA

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Ospedale Unico GENERAZIONE INVISIBILE

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Ragazzi e scuola EVENTI

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La Fiera di Sant'Andrea Villaggio di Natale LA PAROLA A

Poliambulatorio Odontoiatrico Asvo

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LA BUSSOLA MUSICALE

Il mondo del liscio

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TRA LE PIEGHE DELL'ARTE

Il simbolismo di Russolo FUORISCENA

Intervista a Liliana Cosi

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L'ACQUOLINA IN BOCCA

Il Martini Dry INTERVALLO

Con rispetto parlando...

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IN COPERTINA

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La parola ai camici bianchi (e non solo) • Un progetto che divide i sindaci del territorio. • La via indicata dai medici portogruaresi. • Il coro della popolazione a difesa dell’Ospedale.

L'

ultima notizia in ordine di tempo è che entro la fine dell’anno verrà finalmente scelta l’ubicazione dell’Ospedale Unico del Veneto Orientale. Ormai lo sanno anche i sassi: il tema dell’Ospedale Unico è un garbuglio all’italiana in cui i fattori cambiano ma il risultato no. Il direttore generale dell’Ulss10 Carlo Bramezza non sente ragioni. Va dritto a bersaglio. L’Ospedale Unico si farà (quando? con quali soldi?), con o senza l’approvazione dei cittadini e della politica locale. Ogni altro discorso sul perché si è arrivati a questa scelta o sulle probabili (o presunte) conseguenze che una simile presa di posizione comporterà sulla sanità del territorio è già stato srotolato in mille maniere, pertanto è inutile tornarci. Ma quel che merita qui indagare è il punto di vista di chi, l’ospedale, lo vive nel quotidiano, corsia dopo corsia, camera dopo camera, paziente dopo paziente. Ad oggi, infatti, il punto di vista dei medici non è mai stato approfondito, eppure i cosiddetti camici bianchi rappresentano la spina dorsale dell’ospedale, l’impalcatura su cui regge l’efficienza o l’inefficienza del particolare nosocomio o casa di cura. E allora Portogruaro.Net spazza via il silenzio e va ad indagare i punti di vista e le opinioni in merito all’Ospedale Unico degli specialisti della medicina locale.

POTENZIAMO I PRONTO SOCCORSI “Credeteci: per noi il tema dell’Ospedale Unico è soltanto uno dei tanti tasselli che riguardano un problema ben più ampio legato alla riorganizzazione della nostra sanità”. A dirlo è un gruppo di medici del Portogruarese che Portogruaro.Net intervista in esclusiva (gli stessi intendono mantenere l’anonimato per una questione di privacy). “Se l’idea fosse quella di costruire un ospedale con caratteristiche di assoluta eccellenza potremmo anche essere d’accordo con questa strategia ma ciò non potrà accadere dato che esiste già il nosocomio all’Angelo di Mestre”. E dunque? “Dunque una via ragionevole potrebbe essere quella di separare con metodo le specializzazioni tra l’ospeda-

le di Portogruaro e quello di San Donà, creando un polo di eccellenza medica da una parte e uno di chirurgia dall’altra, adeguando poi i locali dell’ex ospedale vecchio di Portogruaro facendolo

diventare un ospedale di comunità, ossia una struttura residenziale in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata e a bassi costi. C’è da dire che da tempo si parla della possibilità di rica-

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vare una ventina di posti letto all’interno dell’ex ospedale vecchio ma ad oggi non ci risultano azioni concrete in questo senso”. Il direttore generale Carlo Bramezza sembra aver deciso quale strada percorrere...“Sono questioni politiche, ovviamente. Ad oggi, tuttavia, non ci risulta che vi siano a bilancio i soldi per costruire l’Ospedale Unico, nel frattempo però tolgono servizi sul territorio e reparti nei nosocomi esistenti”. A tal proposito, sembrerebbe che sia prossima l’eliminazione di otto posti letto dall’Hospice di Portogruaro. “Esatto. Ne resteranno soltanto quattro, con la speranza che dopo il 2015 non spariscano anche quelli”. In apertura si parlava dell’Ospedale Unico come un piccolo pezzo di un mosaico ben più ampio. “Sì, la nostra sanità riguarda un campo ovviamente molto esteso e oggi ci sono parecchi punti su cui meriterebbe soffermarsi a fondo per approfondirli. Noi, per esempio, vorremmo dei pronto soccorsi maggiormente potenziati o delle liste di attesa più ridotte che disincentivino l’emigrazione verso i nosocomi friulani”. In definitiva, possiamo dire che anche i medici del Portogruarese (o almeno una fetta rilevante di questi) sono contro l’Ospedale Unico. “Ribadiamo il concetto: se l’ospedale avesse una sua progettualità, dei soldi a bilancio sicuri, una professionalità certa noi saremmo i primi ad appoggiarlo. Purtroppo, però, ad oggi tutto questo manca e dunque è normale che la nostra posizione non possa essere in linea con quella dell’Ulss10”.

LE ASSOCIAZIONI ECONOMICHE COMPATTE Il polverone sollevato dal tema dell’Ospedale Unico ha in sé un unico, piccolissimo eppur significativo lato positivo: l’aver compattato un intero territorio sotto a un grande ombrello fatto di unione di intenti e motivazioni. Il Portogruarese tutto, infatti, da tempo va ripetendo che non è accettabile la dismissione dell’ospedale cittadino, a maggior ragione se l’ipotesi di costruire l’Ospedale Unico nel Sandonatese divenisse realtà. Supportati dalla maggior parte dei Primi Cittadini del


IN COPERTINA

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E L O L IL P IN O IC N U E L A D E P OS Sanità del Veneto Orientale, che riunisce i sindaci del Portogruaresent e e del Sandonateale. Una discus-

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Ori i per la servizi socio-sanitari nel Veneto dei Da anni la Conferenza dei Sindac e ion zaz niz rga rio la sul " del dottor Care edale Unico dell'U lss n.10 "Veneto Orientale one ezi Dir se, discute sul progetto di Osp alla o ent iam sed l'in tuzionale. La del 2013 a seguito o vita ad un'intensa attività isti dat ha ito att dib sione che ha ripreso vigore nel il e ich em pol e Unico ue ni politiche e contin atterizzato il dibattito sull'Ospedal car no han che ali ent lo Bramezza. Segnato da opposizio dam fon nti ripercorrere alcuni dei mome cronologia che proponiamo vuole ta l'analisi fatta dai tecnici po per fare una proposta alla Conferenza tem di i unale di San mes la per i dac Sin dei nza 02 settembre 2014 Il Consiglio Com 17 luglio 2013 La Confere ità san aci con cui con- dei sind del giorno in cui si diSanità vota all'unanimità un documento Striuli è il nuovo presiden- Donà di Piave vota un ordine iano Luc 4 201 ile apr 18 di ta scel a dell ra ad fende la scelta del sito indicata dai tecnici ferma la propria disponibilità a favore a Conferenza dei Sindaci Sanità. Subent dell te 10, s 'Uls dell e eral Gen daci Sanità re etto Ospedale Unico. Il Dir 08 ottobre 2014 La Conferenza dei Sin Tamai rea And nta pro è ione Reg la che io Carlo Bramezza, dichiara 4 I tecnici regionali indicano San chiede alla Regione di effettuare un nuovo stud 201 o ggi ma 24 di ne isio prev la con e l'Ospedale Unico. 14 ottobre 2014 Il Consiglio Regionale del Veneto a modificare le schede regionali ale Donà come sito idoneo per ospitar ent Ori eto Ven il per ia itar san a ttur ferenza dei liere un'unica stru mozione sul blocco delle schede ospeda Si rinvia all'esame della giunta della Con una oregi vota e sion mis com ta quin La 3 20 settembre 201 he a sospenPortogruaro: Sindaci Sanità dell'Ulss n10. La mozione impegna anc ità San i dac Sin dei nale sanità in visita all'Ospedale di nza 13 giugno 2014 La Confere ardante la conversione dei co Commis- dere ogni iniziativa rigu a dall ite confermato il progetto di Ospedale Uni forn ioni caz indi e dell atto togruaro e a nasce il Comi- prende presidi ospedalieri di San Donà e di Por n 21 settembre 2013 A Portogruaro itio pos pole in à Unico e alla finanza sione. San Don le di Porto- proseguire sulla strada dell'Ospedale tato che si oppone all'Ospedale Unico 16 giugno 2014 Il Consiglio Comuna ri di Porre la sanità contro 19 ottobre 2014 I Capigruppo Consilia nde di progetto dife per za piaz in de scen aro gru le approva ifestazione pubblica 19 novembre 2013 La Giunta Regiona Ospedale Unico e ribadire la propria togruaro promuovono una man di o gett pro un o lier eda Osp o sidi servizi una delibera in cui si parla di "Pre le di rete su due poli, Portogruaro in difesa dell'Ospedale di Portogruaro e dei eda Osp ne: izio pos e o uar togr Por : di rete temporaneamente su due poli socio-sanitari del territorio e San Donà di Piave unica" toPor di nuova le una Com San Donà, in attesa di una nuova sede io sigl Con embre 2014 L'Ospedale Unico: una giugno 2014 Il nov 24 i14 San i dac Sin dei nza fere Con 19 febbraio 2014 La pubblico l'asgiorno sulle scelte per l'Opossibilità. Lo spiegano in un incontro sione regio- gruaro vota un ordine del mis com una di ione ale ituz ent cost Ori la eto rova Ven app nel tà nitari al e la dott.ssa dell'Ulss pedale Unico spedale e i servizi socio-sa a sessore regionale Daniele Stiv ent pres o uar togr Por nale per l'individuazione del sito dell'Os di une Com Il 4 sione regiona- 31 luglio 201 Lo Monaco 17 marzo 2014 Si insedia la commis io della Regione. Boccia- 10 Nicoletta stud allo i zion rva osse sue le tre o avrann le incaricata di decidere il sito. I tecnici territorio, i cittadini di Portogruaro e limitrofi si ritrovano oggi compatti in questa battaglia di idee, di principi, di timori e preoccupazioni per quel che potrebbe accadere alla nostra sanità in un prossimo futuro. Ma a far fronte comune sono anche le principali Associazioni economiche della Venezia Orientale, più che mai convinte che, oggi, la costruzione di un nuovo ospedale non rappresenta affatto una priorità. Lo scorso mese di settembre Apindustria Venezia, Coldiretti Portogruaro, Confartigianato Imprese Veneto Orientale, Confcommercio Imprese per l’Italia Portogruaro-Bibione-Caorle, Confederazione Nazionale dell’Artigianato Cna Portogruaro e Confindustria Venezia hanno incontrato i sindaci del Portogruarese, fornendo loro un documento unitario in cui emergono le ragioni del loro dissenso al progetto dell’Ospedale Unico: “La polemica scaturita – spiegano le sigle di categoria – non va a beneficio del territorio. Il progetto era nato con l’intento di migliorare l'offerta sanitaria del Veneto Orientale, attraendo personale medico-infermieristico di alta professionalità ed attrezzature all'avanguardia. Tutti i buoni e condivisibili propositi si sono arenati di fronte all'identificazione di un sito per la realizzazione di una struttura sanitaria unica nella Venezia Orientale. Ma la volontà di arrivare ad una scelta condivisa, senza lacerazioni ed estenuanti battaglie campanilistiche, non può prescindere da un'opportuna pianificazione territoriale. Ci sembra riduttivo – concludono – concentrare tutti gli sforzi sullo spostare o meno la sanità dal Veneto Orientale. Deve trattarsi, più opportunamente, di ridisegnarla, di ripensarla nell'ottica dei bisogni futuri ma anche nel rispetto di quelli esistenti”.

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maltempo per sentire la voce del popolo. Quale occasione migliore, se non il mercato cittadino che ogni giovedì richiama nel centro storico molti cittadini e persone dai comuni limitrofi. La città del Lemene cosa pensa del progetto di Ospedale Unico? “Sono nato e vissuto a Portogruaro. Ho lavorato a Mestre ma ho scelto di vivere a Portogruaro, città cui sono particolarmente legato. Se ci portano via l'Ospedale è davvero finita” ci racconta un signore sulla sessantina. Pochi passi e un capannello di persone attira la nostra attenzione. La domanda accende la miccia della discussione. “L'Ospedale Unico è uno spreco di milioni, un progetto assurdo” fa uno. E l'altro gli dà man forte: “L'Ospedale deve restare a Portogruaro”. All'insinuazione che la sua affermazione sia, tutto sommato, macchiata di campanilismo, replica: “L'Ospedale è un punto di riferimento per la città. Non è solo questione di campanilismo, qui in gioco ci sono gli interessi dei cittadini e un progetto che serve solo a buttar via soldi”. “La politica litiga sulle scelte che riguardano i cittadini e noi stiamo a guardare” chiosa il primo. E chiude la discussione. Un altro signore ha appena comprato il giornale, segnale che segue con costanza i fatti di cronaca. “Sull'Ospedale Unico ci sono giochi politici”. Tocca una nota dolente. Nella foga del comizio si lascia scappare anche la sua appartenenza politica. Poi ritorna sui binari: “Abbiamo un Ospedale nuovo, una struttura funzionante, perchè sprecare milioni? Portogruaro deve avere un Ospedale efficiente che possa servire tutto il mandamento e le zone balneari”. Tra la folla incontriamo anche un ex informatore farmaceutico. Non abita in città, non segue il dibattito attorno all'Ospedale unico. “Se si tratta di questione di razionalizzazione mi sta bene, ma prima di tutto si deve puntare su servizi efficienti per i cittadini”. S.G. e D.V. |


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GENERAZIONE INVISIBILE

novembre/dicembre 2014

L'

indagine promossa da WeWorld Intervita (in collaborazione con l’Associazione Bruno Trentin e la Fondazione Agnelli) e presentata al MIUR lo scorso ottobre cita, almeno nel titolo, il noto serial-tv americano LOST. LOST - Dispersione scolastica: il costo per la collettività e il ruolo di scuole e terzo settore è, infatti, il titolo completo dell’indagine nazionale. A ben leggere le pagine di quel rapporto sembra che le similitudini non finiscano qui.

UNA POCO AUSPICABILE SIMILITUDINE

La serie tv narra di un aereo di linea che, in volo da Sydney a Los Angeles, si schianta presso un'isola apparentemente disabitata. I superstiti si accampano sulla spiaggia e si organizzano per resistere fino all'arrivo dei soccorsi, che però tardano ad arrivare. Nel tentativo di trovare un modo per fuggire, si renderanno conto che altre persone, prima di loro, sono naufragate su quell'isola e probabilmente sono ancora lì. E il quadro che l’indagine nazionale tratteggia sulla situazione della dispersione scolastica in Italia sembra avvicinare molto gli studenti italiani ai poveri superstiti del volo 815 dell’Oceanic Airlines. L’obbligo di frequentare la scuola fino ai 18 anni ha riversato quasi 9 milioni di ragazze e ragazzi tra i banchi di scuola dove solo i “superstiti” arriveranno a portare a compimento il percorso di studi. Molti molleranno prima. Abbandoneranno per cercare occupazione in un mercato del lavoro stagnante da anni. E nel mercato del lavoro s’incontreranno tutti quelli che dall’“isola scolastica” sono passati. Vincitori e vinti nella lotta alla sopravvivenza scolastica si ritroveranno comunemente sconfitti da disuguaglianze che nulla hanno a che vedere con il sistema educativo.

DI COSA PARLIAMO: I DATI

Il fenomeno dell’abbandono scolastico nonostante tutto è da anni in diminuzione. La persistente congiuntura economica negativa ha però ricominciato ad alimentare la fuga dai banchi. L'Italia è il paese peggiore in Europa per abbandono scolastico, con il 17,6% di adolescenti che non arriva al diploma mentre negli altri Paesi la media è pari al 14,1%. In Germania la quota è sensibilmente più bassa (10,5%), così come in Francia (11,6%) e nel Regno Unito (13,5%). Un divario che aumenta se guardiamo al Sud, dove la media è del 22,3%, mentre si riduce nel Centro-Nord dove si attesta al 16,2 %. Eppure l’Italia spende ogni anno circa 115 milioni di euro contro la dispersione restando però uno dei Paesi dell'Ue dove i ragazzi abbandonano gli studi prima degli altri. Un dato confortante arriva dalla nostra regione, il Veneto: dall'inizio della crisi economica a oggi la dispersione scolastica ha continuato timidamente a diminuire. Ancora troppi, comunque, i ragazzi che se ne vanno, che tornano a casa nella speranza di trovare un posto come stagionale sui litorali. Oppure un impiego senza qualifiche altrove. Impieghi che mancano. Lavori che non arrivano. Perché non ci sono. “Da questo punto di vista possiamo considerare il nostro territorio fortunato. Il tasso di dispersione

I ragazzi e la scuola: uno sguardo sull’abbandono scolastico

Il nuovo anno scolastico ha visto il ritorno sui banchi di scuola di oltre 7.200.000 studenti. 607.497 nuovi ingressi solo in Veneto. Ma tanti di questi non termineranno nemmeno la scuola dell’obbligo. Un problema per il Paese e per la competitività economica scolastica è molto basso. Non mancano però alcuni casi di abbandono anticipato per cercare fortuna nel mondo del lavoro” ci ha detto un Dirigente Scolastico del portogruarese. Dato che la popolazione italiana tra i 18 e i 24 anni è di circa 4.352.641 persone, questo significa che ci sono, oggi in Italia, 818mila giovani che hanno solo un titolo di terza media e che non sono più in formazione. Un dato sconfortante, per tutte le conseguenze che ha in termini d’immissione sul mercato di una buona fetta di popolazione che non avrà, nei prossimi anni, le risorse per affrontare i cambiamenti dello scenario economico e per elaborare percorsi professionali mutati. “Spesso chi abbandona gli studi proviene da famiglie a basso reddito e con scarsi mezzi culturali. Inoltre, soprattutto in questo periodo, l’istruzione non sembra avere un riscontro positivo in termini occupazionali. Un motivo in più per abbandonare la scuola”

ha confermato il preside. Un doppio danno: economico e culturale, frutto di un indirizzo politico carente, per non dire assente. Ma l’Italia è il Paese in cui un ex ministro dell’Economia ha dichiarato che “con la cultura non si mangia”. Un’idea che ci ha condotto, come ci ricorda Tullio De Mauro, a essere un Paese di analfabeti dove 5 italiani su cento tra i 18 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera dall’altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile. Per porre rimedio a questa drammatica situazione ogni Governo propone la riforma della scuola. Una costante. Con immancabili e inspiegabili C

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24 dicembre dopo la messa delle h. 23 26 dicembre dalle h. 17 alle h. 19 28 dicembre dalle h. 17 alle h. 19 04 gennaio dalle h. 17 alle h. 19 06 gennaio dalle h. 17 alle h. 19 11 gennaio dalle h. 17 alle h. 19 INGRESSO LIBERO

visita e accesso agevolato per disabili e loro accompagnatori

paradossi: da un lato ci si lamenta della scarsa efficienza dell’istituzione scolastica, dall’altro del consistente numero di studiosi e ricercatori che trovano impiego all’estero. Perché mai un sistema scolastico che tanto ha bisogno di riforme dovrebbe sfornare ragazze e ragazzi così ben preparati da essere richiesti all’estero? La risposta, banale, è anche quella più semplice. Le riforme della scuola che negli anni si sono susseguite, non avevano l’intento di migliorarla. Semmai, la scuola è stata oggetto di campagne ideologiche. Ma l’istruzione italiana continua a svolgere la propria funzione. E considerate le difficoltà in cui versa, lo fa pure bene. Anche se qualche problema, è inutile che lo nascondiamo, c’è. E allora anche per quest’anno è suonata la campanella. Tutti in classe e un altro anno è iniziato per moltissime ragazze e ragazzi. Ma sappiamo già, ahinoi, che non tutti i compagni di classe rimarranno tali fino alla fine del percorso di studi iniziato. L’abbandono scolastico rappresenta una delle maggiori piaghe da sconfiggere.

In caso di cattivo tempo le rappresentazioni verranno annullate per info consultare il sito: www.presepio-vivente.it

Il quadro sin qui tracciato è quantomeno scoraggiante. Se, come sostenevano molti intellettuali, la scuola è il principale strumento di emarginazione sociale appare razionale proporre di descolarizzare la nostra società. Via! Eliminare la scuola. Il capitale culturale che la scuola trasmette (o meglio sarebbe dire, riproduce) è a fondamento della disparità economica e sociale. Appare dunque inevitabile, anche se demagogico, invitare i ragazzi e le ragazze a non studiare. Cari ragazzi e ragazze, non studiate! Non conviene. E poi anni di sacrifici e rinunce per cosa? Per fare il precario, la velina o il tronista non serve alcun titolo di studio. Non studiate ragazzi! Nel lavoro, nella scuola e nelle università contano di più “conoscenze” e “parentele”. Eppure questo invito mi appare quanto mai incoerente, proprio ora che ho scoperto che per i prossimi tre anni sarò pagato proprio per studiare. E allora concluderei con un nuovo invito. Ragazzi e ragazze studiate! Non prendetelo come il solito benevolo invito petulante rivoltovi quotidianamente. Quello è un invito che nasconde una menzogna. Non intendo riproporvi quell’imbroglio. Studiate! Non perché vi sarà garantito un lavoro. Né tantomeno un reddito elevato. No, niente di tutto questo, probabilmente. Per ottenere fama e successo dovete partecipare al Grande Fratello, a Uomini&Donne, agli innumerevoli e immancabili talent show. Studiate, perché solo così potrete essere liberi. Studiate! Per i molti bravi insegnanti che dedicano la loro vita alla scuola. Studiate anche se maestre, insegnanti e professori non godono di prestigio sociale e guadagnano una miseria. Ma studiate! Nonostante gli insegnanti incompetenti e talvolta impreparati a capirvi. Studiate! Possibilmente nella scuola pubblica. In quella che fino a non molto tempo fa si chiamava Pubblica Istruzione. In bocca al lupo. Andrea Rubin |


EVENTI

novembre/dicembre 2014

29ª edizione Antica Sagra Mercato delle Oche e degli Stivali di

Portogruaro

DOMENICA 23 NOVEMBRE

SABATO 29 NOVEMBRE

Palazzo Longo - Corso Martiri della Libertà n. 36 Mostra di pittura a cura dell’Associazione Accordi di Portogruaro

Stands con esposizione di prodotti e oggetti artigianali a cura delle Associazioni, Comitati, Enti e realtà locali.

Palazzo Municipale - Sala Consiliare - ore 11.00 Made in Italy, contraffazione e lavoro a cura di Confartigianato Imprese Veneto Orientale

Corso Martiri della Libertà 46/48 “La fotografia” a cura dell’Associazione Accordi di Portogruaro

Villa Comunale - Sala Caminetto - ore 10.00 Presentazione degli interventi di restauro e della relativa Mostra dedicata all’Oratorio di S. Ignazio e alla Villa Comunale

Piazza della Repubblica - ore 15.00 Visita guidata “Chiesa di S. Giovanni e Catapan della Confraternita di S. Tommaso dei Battuti” a cura di Nilla Cicuto e Mariangela Flaborea

A seguire cerimonia di riapertura e riconsegna dell’Oratorio di S. Ignazio alla Città

Palazzo Municipale - Sala Consiliare - ore 17.00 Dedicato ad Antonio: Leggere il Vino incontro e degustazione de “Il Tarabuso” in ricordo di Antonio Geretto a cura di Strada Vini DOC Lison-Pramaggiore

GIORNATA DELLE ASSOCIAZIONI E DEI BAMBINI

Piazza della Repubblica - ore 11.45 Saluto per l’apertura ufficiale della Fiera e presentazione del 25° Piatto d’Autore a cura di Pro Loco Portogruaro Ore 12.00 - Brindisi inaugurale Palazzo Municipale - Sala Russolo - ore 18.00 Presentazione del progetto del Nuovo Centro Culturale di Palazzo Venanzio e della relativa mostra Aperta nei giorni 23, 29 e 30 novembre Via Mazzini la “Strada dei putei” Mercatino e scambio a scopo benefico, aperto a tutti i bambini Corso Martiri della Libertà 162 (vicino Porta S. Giovanni) Mostra di modellismo ferroviario a cura di Fermodel Club Portogruaro Piazzetta delle Erbe - Via dell’arte Esposizione di arti figurative a cura dell’Associazione culturale “Luigi Russolo” di Portogruaro Piazzetta della Pescheria - ore 14.00 e 17.00 Escursione sul fiume Lemene con tipica Caorlina a cura dell’Associazione Dilettantistica Voga Concordiese Piazza della Repubblica - ore 15.00 Visita guidata “Chiesa di S. Giovanni e Catapan della Confraternita di S. Tommaso dei Battuti” a cura di Nilla Cicuto e Mariangela Flaborea Piazza S. Tommaso dei Battuti - VILLAGGIO DELL’OCA a cura di Pro Loco Portogruaro che presenta “I Sapori della Tradizione” - Stands di Enogastronomia tipica Animazione e laboratorio intrattenimento per i bambini e inoltre alle ore 10.00 e alle ore 15.00 “Il Gioco dell’oca” Oratorio Pio X° - Via degli Spalti Mostra “bambole di vittoria” a cura dell’Associazione Accordi di Portogruaro Galleria di Casa Pasquale - Corso Martiri della Libertà n. 68 Esposizione di sculture in terracotta di Giuseppina Biason e mosaici di Bianca Uniati Teatro Comunale Luigi Russolo - ore 20.45 Concerto del M° Alessandro Taverna vincitore del Premio Eccellenze Città di Portogruaro 2014 - Ingresso libero fino ad esaurimento posti Piazza Castello - LUNA PARK Da sabato 22 novembre fino a domenica 30 novembre Promozioni nella settimana: mercoledì 26 e giovedì 27 tutte le giostre a 1 euro; sabato 22 e 29 prendi 2 biglietti e paghi uno solo SANT'ANDREA PER I BAMBINI

Galleria D’Arte Contemporanea “Ai Molini” - ore 18.00 Inaugurazione mostra di Danilo Furlanis “Le gru voleranno ancora”

Piazzetta della Pescheria Escursione sul fiume Lemene con tipica Caorlina Sabato ore 14.00/17.00 Domenica ore 10.00/13.00 e ore 14.00/17.00 a cura dell’Associazione Dilettantistica Voga Concordiese

DOMENICA 30 NOVEMBRE

Museo della Città - Torre S. Agnese Sabato e Domenica 10.00/ 12.00 - 15.00/17.00

FESTA DEL PATRONO SANT'ANDREA Villa Comunale - Sala Caminetto - 11.00-13.00 / 16.00-19.00 Degustazione Lison DOCG e Refosco dal peduncolo rosso IGT e DOC a cura di Strada Vini DOC Lison-Pramaggiore e dell’Istituto Alberghiero “Lepido Rocco” Villa Comunale - ore 12.00 “SOR-RISI E OCA” per solidarietà Degustazione di riso con salsiccia d’oca Piazza della Repubblica - ore 15.00 Borgo S. Giovanni - ore 16.00 Gruppo Danze Antiche Valvasone “Corte Gaudia” Palazzo Municipale - Sala Consiliare - dalle ore 17.00 Premiazione Concorso Fotografico “Portogruaro: luoghi e momenti sociali di una città” in collaborazione con L’Associazione Pro Loco Portogruaro e gli studi fotografici Foto Ivano, Fotocolor Peripolli, Fotoreporter, Flash Men Piazzetta della Pescheria - ore 18.30 GIOCHI PIROTECNICI SUL FIUME LEMENE Duomo di Sant’Andrea Apostolo - ore 20.45 Concerto nella Festa del Patrono Sant’Andrea Coro Città di Portogruaro

SABATO 29 E DOMENICA 30 NOVEMBRE APPUNTAMENTI NELLE DUE GIORNATE Centro storico Fiera mercato, stands espositivi, artigianato artistico, prodotti enogastronomici locali, tradizioni, arte, intrattenimenti Palazzo Municipale - Sala Colonne ore 10.00/12.00 - 15.00/19.00 Eccellenze Artigiane - Progetto T-NEO 2014 (2.0) “La sperimentazione e il percorso sensoriale dell’essere Artigiano: colori, suoni e profumi dei nostri mestieri” a cura di Confartigianato Imprese Veneto Orientale Piazza Duomo “DolceLemene” - 3ª Edizione - Esposizione Cioccolato a cura di Confartigianato Imprese Veneto Orientale

Piazza della Repubblica - dalle ore 15.00 SPETTACOLI DI GIOCOLERIA E MAGIA PER GRANDI E PICCINI!

Via Mazzini la “Strada dei putei” Mercatino e scambio a scopo benefico, aperto a tutti i bambini

Villa Comunale - Atrio - dalle ore 10.00 Mostra delle immagini dell’albo illustrato “Fra Pistacchio da Fonte Certa” dell’illustratrice Maria Grazia Colonnello

Corso Martiri della Libertà 162 (vicino Porta S. Giovanni) Mostra di modellismo ferroviario a cura di Fermodel Club Portogruaro

ore 15.00 e ore 16.00 Racconto teatral musicale “Fra Pistacchio da Fonte Certa” a cura dell’Ass. Artivarti di Portogruaro con Martina Boldarin e Max Bazzana dal libro di Manuela Piovesan, per bambini da 7 a 12 anni - su prenotazione Biblioteca civica - ore 15.45 e 16.45 Laboratorio di calligrafia gotica con Maria Grazia Colonnello “Disegniamo il capo lettera in Gotico!” per bambini da 7 a 12 anni - su prenotazione Palazzo Municipale - Sala Consiliare - ore 16.00 “Trilli e il bosco addormentato” Laboratorio teatrale per bambini da 4 a 7 anni su prenotazione ore 17.00 lo spettacolo a ingresso libero a cura del Laboratorio Teatrale Portogruarese Prenotazioni dal 12 novembre, presso Biblioteca 0421 277282 biblioteca@comune.portogruaro.ve.it

Museo Nazionale Concordiese Ingresso gratuito - Visite guidate gratuite il 29 e 30 novembre alle ore 16.00 a cura del Gr.A.V.O. e Fondazione “Antonio Colluto” Il 30 novembre mattino “Di segno in segno” disegno dal vivo a cura dell’Associazione Accordi di Portogruaro

Oratorio Pio X° - Via degli Spalti Mostra “bambole di vittoria” a cura dell’Associazione Accordi di Portogruaro Via del Rastrello - Via dell’arte Esposizione di arti figurative a cura dell’Associazione culturale “Luigi Russolo” di Portogruaro Piazza S. Tommaso dei Battuti - VILLAGGIO DELL’OCA a cura di Pro Loco Portogruaro che presenta “I Sapori della Tradizione” - Stands di Enogastronomia tipica Animazione e laboratorio per i bambini Sabato 29/11 alle ore 15.00 e Domenica 30/11 alle ore 10.00 e alle ore 15.00 “Il Gioco dell’oca” Borgo S. Nicolò Esposizione macchine e attrezzature agricole Villa Comunale Cortile dell’oca - Degustazione e vendita prodotti dell’oca Stands della Confederazione Italiana Agricoltori - esposizione, vendita e degustazione prodotti

Piazza Duomo in orari diversi durante tutta la Fiera, Brevi esibizioni del Coro Alpino Gruppo di Portogruaro ALTRI APPUNTAMENTI Palazzo Municipale - Sala Colonne - dall’8 al 25 novembre “Mai più lo sguardo basso 2014” - Opere di Enne Effe, Lavinia Longhetto, Pasquale Luongo e Cristiano Pinzan nell’ambito delle iniziative “Portogruaro con le donne” Sabato 8 novembre ore 17.00 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare L’opera metropolitana - Conferenza: la folgorante carriera teatrale dell’autore del Barbiere di Siviglia. Fondazione Teatro La Fenice di Venezia - Fondazione S. Stefano di Portogruaro Dal 7 al 16 novembre - Galleria d’arte “Ai Molini” e spazi circostanti ORCHESTRAZIONE n. 22 - a cura del Porto dei Benandanti Sabato 15 novembre - ore 16.00 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare Premio di laurea “Giovanni Lorenzin” a cura dell’Associazione Lorenzin Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini” dal 19/11 al 23/11 Stefano Orsetti “11-10-2013 Naufragio a Lampedusa” dal 29/11 al 08/12 Danilo Furlanis “Le gru voleranno ancora” Sabato 22 Novembre - ore 18.00 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare Serata accademica della Fondazione Musicale S. Cecilia Martedì 25 novembre - Piazza della Repubblica Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ore 18.00 - Installazione Urban Knitting progetto collettivo coordinato da Giuliana Vignando ore 18.30 - Flash Mob a cura di Livia Arreghini e Michela Silvestrin, Tango's Aires e Arte Danza A seguire musica e danza con la partecipazione degli studenti sezione Moda IPSIA d’Alessi di Portogruaro Nell’ambito delle iniziative “Portogruaro con le Donne” Museo della Città - Torre S. Agnese Aperto nei giorni di Giovedi ore 10.00/12.00 Sabato e Domenica 10.00/12.00 - 15.00/17.00 Dal 28/11 al 1/12 - Palazzo Vescovile - Via Seminario Mostra Fotografica “Le mie montagne - Dolomiti friulane” a cura del Club Alpino Italiano - Sezione Portogruaro Dal 29/11 al 31/1/2015 - Fondazione Collegio Marconi - Sala delle Colonne “15 luglio 1989 - The Night Of Wonders - Pink Floyd a Venezia” proiezioni e immagini fotografiche a cura dell’Associazione Culturale Floydseum Mercoledì 3 dicembre - ore 20.45 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare “Dubita che le stelle siano di fuoco...” Mise en abyme di figure femminili di W. Shakespeare a cura di A.N.Te.L. Veneto Sabato 6 dicembre - ore 16.00 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare L’opera metropolitana - Opera video: Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini - Fondazione Teatro La Fenice di Venezia - Fondazione S. Stefano di Portogruaro Mercoledì 10 dicembre - ore 20.30 - Palazzo Municipale - Sala Consiliare “PETALI” performance per giovani donne ed altrettanti ritratti femminili. Un progetto di Officine Duende. Regia di Roberta Ruggiero e Marco Sorzio

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Portogruaro CENTRO STORICO

04 Dic 2014 06 Gen 2015 con il patrocinio di

Comune di Portogruaro

si ringrazia per la collaborazione


EVENTI

novembre/dicembre 2014

PORTOGRUARO CENTRO STORICO - LISTON

4 Dicembre 2014 - 6 Gennaio 2015

Villaggio di Natale nel Bosco degli Elfi Si rinnova, dopo i buoni risultati della precedente edizione, durante il mese di dicembre fino alla festività dell’Epifania, l’appuntamento col Villaggio di Natale nel Bosco degli Elfi. Un’iniziativa di Confcommercio Portogruaro - Bibione - Caorle e Confartigianato Imprese Veneto Orientale in collaborazione con la Coop. APE, con il patrocinio del Comune di Portogruaro e col contributo di Venezi@Opportunità. Il rinnovato Liston in Corso Martiri della Libertà ospiterà una foresta incantata piena di tante occasioni di intrattenimento per i bambini e le loro famiglie e dove si potranno incontrare gli Elfi ed anche lepri, coniglietti, gufi, caprioli, stambecchi, cervi ed una moltitudine di altre sorprese che sicuramente allieteranno i tanti visitatori. Non mancherà per i giovanissimi l’opportunità di essere coinvolti in una favola di Natale in uno straordinario e piacevole contesto scenografico di luci e suoni. Durante tutto il periodo, e in particolar modo nei fine settimana,

Babbo Natale e gli Elfi saranno sempre presenti per accogliere e coinvolgere i piccoli e curiosi ospiti nelle diverse attività ludico-didattiche.

LOTTERIA DI NATALE È in pieno svolgimento la pianificazione della 3ª edizione dell’iniziativa, programmata per il mese di Dicembre da Newprojects.it Udine, con la collaborazione ed il patrocinio di Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle, con l’intento di coinvolgere le numerose attività commerciali presenti nel territorio della Città di Portogruaro e nel contempo promozionare le sue bellezze storico-architettoniche e stimolare i visitatori a fare buoni acquisti, non mancando di far degustare i tanti buoni prodotti dell’enogastronomica tipica locale. Il concorso a premi prevede, da parte di tutti i negozi ed esercizi aderenti all’iniziativa, la consegna alle rispettive clientele, a fronte di una spesa minima, di biglietti che

saranno oggetto di ben tre successive estrazioni e con un consistente Montepremi. Sponsors dell’iniziativa Bid On Fashion 1938, Confartigianato Imprese Veneto Orientale, Concessionaria Sina Portogruaro.

Itinerario enogastronomico dei sapori lungo il Lemene Le serate di Novembre 2014: Venerdì 14 Novembre Rist. Tavernetta del Tocai Pradipozzo (Nel Bosco con Cappuccetto Rosso) Venerdì 28 Novembre Rist. Alla Botte Portogruaro (I Bolliti e le Suggestioni di tempi lontani) Pagina a cura di Bruno Lena

PORTOGRUARO Borgo Sant’Agnese 93 - T. 0421 278311 / Bibione (VE) Corso del Sole 48 - T. 0431 1945150 / Caorle (VE) Via Del Leone 12 - T. 0421 81712 / San Stino di Livenza (VE) Corso del Popolo 15 - T. 0421 310402 www.ascomportogruaro.it PORTOGRUARO Via C. Valle, 42 - Tel. 0421 284911 / Caorle (VE) Via Vescovo, 2 (ang. Via Strada Nuova) - Tel. 0421 83885 / San Michele al Tagliamento (VE) Corso del Popolo, 18 - Tel. 0431 510021 / San Stino di Livenza (VE) Piazza C. Goldoni, 5 - Tel. 0421 311128 / Annone Veneto (VE) Via IV Novembre, 58 - Tel. 0422 769092 / Bibione (VE) Via dello Zodiaco, 34 - Tel. 0431 430778 / La Salute di Livenza (VE) Corso C. Cavour, 33 - Tel. 0421 80677 www.coveor.it

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LA PAROLA A

novembre/dicembre 2014

2. La superficie delle viti: oggi gli impianti non sono più lisci, come quelli di Branemark, ma presentano delle rugosità caratteristiche che fanno guarire l’osso più velocemente. 3. La tecnica protesica: proprio la protesi, fissa e precisa, applicata agli impianti, li “blocca” reciprocamente, aumentando la stabilità.

IMPIANTI A CARICO IMMEDIATO (ISTRUZIONI PER L'USO) Si sente sempre più parlare di carico immediato. Ma che cos'è? Di cosa si tratta? Tecnicamente sta a significare che il dentista applica una corona protesica (un “dente”) all’impianto fin da subito, terminata la fase chirurgica. Insomma, il paziente si reca dal dentista che gli applica l'impianto ed il corrispettivo dente protesico nella stessa seduta. Ma è proprio così? E cosa c'è di strano? E’ doveroso fare delle premesse. L’implantologia moderna nasce verso la metà degli anni ‘60 grazie all’intuito di un ricercatore svedese, il professor P. I. Branemark. Questi, studiando la fisiopatologia ossea, capisce che un supporto in titanio (a forma di vite) può sostituire una radice dentaria. Il professore fissa però delle regole, sulla base della biologia ossea, che non possono essere infrante. Una di queste riguarda proprio la tempistica del carico: inserito l’impianto nell'osso, bisogna attendere un periodo minimo di tre mesi prima di trasferirvi un carico (cioè prima di applicare una protesi dentale). E i quasi cinquant'anni di storia clinica dell’implantoprotesi hanno dimostrato

che il professor Branemark aveva ragione. Ma allora, dato che la biologia ossea non è cambiata, perché oggi si applica il carico immediatamente, senza attendere? Perché sono cambiati alcuni aspetti: 1. La tecnica chirurgica: oggi gli impianti vengono infissi nell'osso “forzando” il loro inserimento, così sono molto stabili e non si muovono (non è il carico in sé a determinare il fallimento, ma la conseguente mobilità dell'impianto durante le prime fasi della guarigione, esattamente come avviene per le fratture).

PRIMA

Naturalmente è chiaro quindi che:

1. La protesi a carico immediato ha i risultati migliori se è molto estesa (ad esempio una intera arcata). 2. Comunque il dentista deve garantire la stabilità agli impianti, pena il fallimento. Questo significa che in qualche caso (raro) il carico immediato non è possibile (scarsa qualità ossea esiguo numero di impianti…) Presso il Poliambulatorio Odontoiatrico di Via dell’Artigianato, 1 a Gruaro, è possibile trovare un affiatato team chirurgico, formatosi a diretto contatto proprio con il professor Branemark, che, avvalendosi delle più moderne e sicure tecniche, riesce a gestire anche i casi più complessi.

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GRUARO (VE) Via dell'Artigianato, 1 Tel. 0421 280068

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LA BUSSOLA MUSICALE

novembre/dicembre 2014

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Alla scoperta del mondo del liscio Il liscio, musica da ballo e orchestre del territorio

I

n questo numero approfondiamo il tema legato al liscio e a tutto quel mondo che rallegra le nostre serate danzanti a ritmo di mazurca, valzer, polka e non solo. Il liscio affonda le sue radici in Romagna tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900. Rappresenta un ballo di coppia, presente anche a livello sportivo. Il liscio prevede determinate caratteristiche e la sua distinzione viene fatta a seconda che sia di derivazione romagnola, emiliana o piemontese, quest’ultima di esecuzione più lenta rispetto a quella romagnola. Come non ricordarsi delle balere, presenti anche nella nostra località, dove in passato si ballava il liscio. La prima balera fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria in provincia di Rimini.

due occasioni di aprire il concerto dei Nomadi”. Ora appaiono quotidianamente in programmi di musica da ballo in onda su Canale Italia, 7Gold Musica, La 8, La 9 e molte altre emittenti televisive. I Caramel hanno un repertorio molto vasto, che comprende non solo musica da ballo tradizionale, ma raggruppa anche balli di gruppo e musica dance degli anni ,70, ,80 e ,90. Dagli inizi del 1990 propongono anche un repertorio di musica pop-rock internazionale e musica propria. Hanno

prodotto una ventina di album, tra cui l’ultimo lavoro uscito proprio a luglio 2014 dal titolo “Scoppia il Cuore”, edito dalla nota casa discografica Galletti-Boston, che contiene tredici tracce musicali. Infine, di rilievo è il loro impegno verso le associazioni no profit e di volontariato; nel novembre 2010 sono stati partecipi in una spedizione umanitaria in Burkina Faso, dove oltre agli aiuti portati alla popolazione hanno anche fatto un concerto in una delle città più povere al mondo.

UN OCCHIO ATTENTO NEL NOSTRO TERRITORIO Entriamo ora nel vivo della musica da ballo e delle orchestre del nostro territorio. Sì, perché nel comprensorio del Comune di Portogruaro sono presenti moltissime orchestre con un repertorio che spazia dal liscio ai balli di gruppo e musica di vario genere. Vediamo nel dettaglio di chi si tratta. Orchestra Caramel: la formazione attuale è composta da Claudio Leorato chitarra elettrica e voce, Enrico Leorato batteria, Massimo Tarantino sax, chitarra acustica, percussioni e voce, Diego Polesello piano e tastiere, trombone, sax baritono, fisarmonica e voce, Marco Morsanuto sax contralto e soprano, armonica a bocca e tastiere, Massimiliano Roma basso elettrico, David Martinez clarinetto, tromba, percussioni e voce solista e Manuela Recchia voce solista. Si sono formati artisticamente nel 1982 e nel 1983 a livello professionistico, incidendo il primo disco, grazie alla collaborazione con due grandi musicisti dell’orchestra Casadei, ovvero Al Pedulli e Mauro Ferrara. I Caramel si sono esibiti non solo nel territorio nazionale, ma anche oltre confine. “Abbiamo avuto il piacere - spiega Claudio Leorato, fondatore dell’orchestra assieme a Massimo Tarantino - di partecipare a numerosi programmi televisivi e concorsi, come nel 1996 su Rai 2 alla diretta del programma “Ci Vediamo in Tv” condotto da Paolo Limiti e nel 1997 su Rete 4 al programma “Ballo Amore Fantasia” condotto da Iva Zanicchi e Gigi Sabani. Inoltre ci siamo esibiti assieme a importanti artisti, tra i quali Ian Paice, batterista dei Deep Purple per ben tre concerti e abbiamo avuto il piacere in

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Orchestra Daniela Nespolo e i Balla Balla: Daniela Nespolo inizia la sua carriera molto presto all’età di sedici anni, prendendo parte all’orchestra Piero Favrini. Nel corso degli anni milita in grandi orchestre da ballo, come l’orchestra Bagutti, l’orchestra Borghesi e l’orchestra Castellina Pasi. Nel 1997 fonda l’orchestra Daniela e I Balla Balla. Il 18 gennaio 2013 la stessa Daniela dà vita alla nuova formazione Daniela Nespolo e I Balla Balla, avvalendosi di sei validi musicisti. Ad oggi sono state realizzate due produzioni discografiche, dal titolo “La mia vita tra le mani” e “Una catena”, quest’ultimo uscito proprio nel 2014. L’orchestra Daniela Nespolo e i Balla Balla propone un repertorio di musica a 360 gradi che comprende liscio, musica da ballo, fino ad arrivare alla musica moderna. Orchestra Ricci Band Live: è stata fondata a San Stino di Livenza nel 2005 da un’idea di tre musicisti: Flavio Ricci, Flavio Zamuner e Alberto Morello e nel corso degli anni ha visto susseguirsi vari artisti. “L’attuale formazione - spiega Flavio Ricci - si compone di sette tra i più validi musicisti e cantanti; suoniamo musica dal vivo e siamo accumunati tutti dalla passione per la buona musica rigorosamente live”. Gli attuali componenti sono Flavio Ricci voce, Sonia Zaupa voce, Alberto Morello basso, Simone Morettin batteria, Flavio Zamuner tastiere, fisarmonica e fonico del gruppo, Matteo Morsanuto chitarra e Cristian Ricci tastiere, voce e percussioni. Il loro repertorio comprende liscio e musica da ballo fino ad approdare alla musica moderna. “Ora - prosegue Flavio Ricci - stiamo registrando un album che racchiude cover live ed uscirà nella prossima primavera”. Orchestra Stefania & Mamma Mia Band: nascono a maggio del 2014 e la formazione è composta da Stefania Marchese voce solista, Maurizio Bizzaro tastiere e piano, Gilberto Morsanuto basso e voce, Roby “Mago” Bertoli fisarmonica, Giulia Dario voce, Paolo Spoladore batteria e Alberto Battistel chitarra elettrica e acustica. “Siamo presenti molto spesso - spiega Gilberto Morsanuto, bassista e cantante dell’orchestra - nella trasmissione televisiva “Cantando Ballando” di Canale Italia. Il nostro è un repertorio a 360 gradi, parte principalmente dal liscio per arrivare alla musica moderna”. Alessandra Sartori |


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TRA LE PIEGHE DELL'ARTE

novembre/dicembre 2014

Il simbolismo di Luigi Russolo

Non solo intonarumori e futurismo. Nella sua tormentata vita l’artista portogruarese fu molto altro. A cominciare dall’amore per Parigi e Tarragona

ltre l’intonarumori, il rumorarmonio, oltre i brevetti musicali. Oltre il futurismo. Luigi Russolo non può “essere” soltanto questo. Certo, la vena musicale del grande artista portogruarese è riconosciuta a livello mondiale ma il Russolo fu molto altro nella sua tormentata vita. Io stesso lo intuii quasi per caso, tempo fa, quando incontrai a Portogruaro un mio estimatore da me ritratto che mi propose di valutare un vecchio quadro che teneva in soffitta; eredità del nonno. Nel momento in cui lo vidi non ebbi alcun dubbio: era un Luigi Russolo autentico! Non nascondo l’emozione della lieta scoperta; un inedito del maestro portogruarese, e per di più calato nella fase più avanzata della sua vita artistica. L’opera verrà successivamente esposta ai Molini di Portogruaro come prova del “classico moderno” del Russolo, che – di fatto – con questo quadro anticipa di tre anni il periodo storicamente riconosciuto.

permettersi studi professionalizzanti e scuole eccellenti. Il Russolo nasce a Portogruaro, vivendo l’infanzia a Palazzo Venanzio. Il padre suona l’organo nel Duomo di Portogruaro e di Latisana (è in questa fase che Luigi apprende i primi rudimenti musicali, che si avvertiranno con un profondo euritmo anche nelle sue opere pittoriche). A 16 anni Luigi Russolo lascia la città del Lemene per raggiungere il fratello a Milano. Qui si avvicina all’Accademia di Brera (ma non conseguirà mai il diploma), lavora con la Bottega Crivelli e collabora nel restauro dell’Ultima Cena di Leonardo. Negli anni della maturità, finanziato dalla moglie maestra, Russolo vive a Parigi, dove cercherà senza mai riuscirci di vendere i brevetti musicali agli americani. In Francia

vive con l’amico Torre, agente di Luigi Pirandello. Qui frequenta la vita culturale parigina, acquisendo un forte interesse esoterico. Con l’avvento del Nazismo è costretto a scappare da Parigi con l’amico Torre, di origine ebrea, trovando rifugio a Tarragona, in Spagna.

LA SPIRITUALITÀ COSMICA Nel dipinto “Un grande parco pini” il Russolo pone in primo piano quattro pini, i quali potrebbero rappresentare i quattro futuristi Marinetti, Boccioni,

UN DIPINTO CHE NARRA IL PENSIERO DEL RUSSOLO L’opera pittorica, olio su tela (cm 68 x 173), titolata “UN GRANDE PARCO PINI”, datata 1937, è un quadro che racconta la sintesi plastica del pensiero filosofico di Luigi Russolo. Nel cielo fluttuano nuvole galoppanti, in una atmosfera angosciante: queste rappresentano la prua di una nave disegnata in chiave futurista, la quale cozza e si scheggia contro la semplicità dell’azzurro del cielo. È l’avvio del “classico moderno”; la fine del futurismo di Luigi Russolo. L’artista usa il simbolismo e la metafora per raccontare la propria vita e le scelte di pittore, filosofo e scrittore con inevitabili risvolti introspettivi e di pensiero. Alla destra spunta un villino. È realmente esistito, si tratta del “Villino Giorgetti” di Cerro di Laveno. Esso rappresenta il contenitore della cultura filosofica del Russolo. Se osservato con attenzione, il villino contiene in sé la filosofia greca (si osservi la colonna dorica), la filosofia indiana (si vedano le finestre indiane) e la filosofia cinese (le grondaie merlettate). La deformazione del villino non è un errore prospettico. Il Russolo vuole rappresentare l’influsso del cubismo di Cézanne e del futurismo che hanno culturalmente e profondamente modificato e condizionato nell’intimo l’artista. L’artista usa lo spazio prospettico per indicare la storia. In primo piano i cespugli simboleggiano i “pittori del meno”, poi vi sono i grandi pini futuristi e nello sfondo temporale il Rinascimento che il Russolo tanto amava. Il villino, assunto a tempio del Sapere, si collega nel dipinto con un piccolissimo eremo che spunta in lontananza tramite una via tortuosa. Questa rappresenta, quale metafora, la fatica che il Russolo ha provato nell’accrescere il proprio bagaglio culturale. Luigi Russolo è infatti un autodidatta, e per questo la fatica è superiore a chi, già dall’infanzia, ha potuto

Carrà e Russolo. Analizzando con acume il simbolismo che soggiace al tratto e al colore metallico si può osservare che i tronchi sono quattro ma le chiome soltanto tre, e con ciò indicando che Marinetti non era pittore ma poeta, poiché si presume che con la parola “pini” Russolo intendesse simboleggiare la “P” di pittore. Il paesaggio che riempie il quadro ne esalta la spiritualità cosmica, creando così una risultante di sintesi in un’atmosfera metafisica. Lo specchio lacustre, poi, esprime un intenso bisogno di quiete, di pace interiore e di introspezione. La stessa che Luigi Russolo cercherà negli anni della massima maturità, quando si avvicinerà all’esoterismo e alle pratiche della meditazione. Un modo, questo, per scacciare via i fantasmi di una vita. La moglie Maria, nel 1937, chiederà al marito di ritornare alla vita tranquilla di Laveno-Mombello. Qui il Russolo cadrà in una profonda depressione, lasciandosi morire il 4 febbraio del 1947 all’età di 62 anni, come affermerà poi l’amico Torre.

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Vi è un secondo “inedito” di Luigi Russolo, trattasi del “FIUME E PIOPPINI ALL’AURORA”, anch’esso rimasto silente per anni in quella soffitta, patrimonio nel nonno, con una cornice talmente tarlata che nel prenderla in mano si spezza. Qui si ritiene che il significato profondo dell’opera riveli in chiave diversa ma sempre metaforica della fine del suo Futurismo e, di contro, della nascita del suo nuovo ciclo artistico: il Classico Moderno. Vi sono cinque cipressi che simboleggiano i cinque futuristi (vi è infatti anche Severini). L’Aurora rappresenta la rinascita del Maestro e il Grande Fiume con acqua fresca che va verso lo spettatore è la sua voglia di dare, di dire, di raccontare. Egli è un fiume in piena, riempito di idee e talenti, eppure Russolo vive costantemente in tensione tra la sua immensa bravura e una critica che lo penalizza. Il fiume rappresentato nel quadro è immissario del Lago Maggiore dove l’artista viveva con l’amico Aubel nella casetta che amava chiamare l’Eremo. I pioppini che stanno a sinistra (oltre che sul titolo del quadro) rappresentano “i pittori del meno”, cioè quelli che non disegnando raccontano di meno. Insomma, nelle due opere qui descritte il Russolo innerva le atmosfere con un simbolismo che trascende nella spiritualità cosmica della natura. Ma dietro ogni elemento delle opere di Luigi Russolo, come sosteneva Depero e confermava Carrà, dietro ogni oggetto dell’opera c’è sempre un significato preciso mai casuale. Giorgio Fagotto |


FUORISCENA

novembre/dicembre 2014

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Una passione che dura tutto l'anno e quei tre libri in estate

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alento si nasce o si diventa? Il talento è una predisposizione naturale su cui lavorare con la pratica? È un dono divino? Difficile rispondere a queste domande e divincolarci tra stereotipi che la moderna società impone. Troppo spesso, infatti, siamo portati a vedere in campioni dello sport e in personaggi del mondo dello spettacolo l'incarnazione del talento naturale. Una virtù decantata dai media, che fanno aggio su questa idea per accalappiare l’interesse dei giovani. Ma si sa, il tubo catodico si accontenta più della scenografia che del testo. Abbiamo avuto modo di riflettere sulla questione assieme a Liliana Cosi, che il prossimo 25 gennaio salirà sul palcoscenico del Teatro Russolo di Portogruaro per rendere omaggio al grande compositore russo Tchaikovsky, il talento che dedicò le sue energie alla diffusione della musica di balletto.

IL PERSONAGGIO La carriera di Liliana Cosi è segnata da innumerevoli riconoscimenti e premi nazionali e internazionali. All’attivo la Caravella d’oro, il David di Donatello, la Maschera d’Argento, la Medaglia d’oro del Comune di Milano, l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana, l’Italian Superstars Award a New York, la Targa del Sindaco di Los Angeles. Solo per ricordarne alcuni. Dopo gli studi e l'apprendistato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, dove si diploma nel 1958, viene inviata per un corso di perfezionamento al Teatro Bolscioi di Mosca. Nel 1968 è promossa Prima Ballerina alla Scala, dove interpreta i ruoli più impegnativi di tutto il repertorio classico. A ventisette anni ha già raggiunto l'apice del successo a livello internazionale. Mosca, Londra, Boston, San Francisco, Baltimora. Negli anni Settanta il suo nome è conosciuto in tutto il mondo. Nel 1978 assieme al ballerino Marinel Stefanescu prende la decisione di fondare a Reggio Emilia la Scuola di Balletto Classico, che diventerà nel corso degli anni una fucina di talenti. Ci racconta come è nata l'idea di fondare la Scuola di Balletto Classico assieme a Marinel Stefanescu? L'idea è balenata in anticipo sulle nostre intenzioni. Eravamo entrambi in piena carriera. Stefanescu conosceva molti ballerini e aveva molti amici che poi sono diventati insegnanti nella scuola. Il nostro obiettivo comune era quello di fondare una scuola che contribuisse attraverso le sua attività a rendere il balletto a livello popolare. Quest'anno al Teatro Russolo terrà uno stage di danza classica. Qual è l'e-

Ballerina di fama internazionale, Liliana Cosi racconta: “Nessun maestro mi ha mai elogiata”. Sacrificio, lavoro e determinazione per salire sui palcoscenici di tutto il mondo mozione più grande che questa esperienza può dare? È sempre emozionante incontrare giovani che vogliono avvicinarsi al mondo della danza. Credo che la cornice del teatro sia qualcosa di fantastico. Lo stage durerà all'incirca un'ora e mezza. Un tempo limitato. Spero però che questa esperienza lasci un segno profondo. Per me è sempre importante riuscire a trasmettere alle giovani generazioni il bagaglio di conoscenze che ho appreso nel corso degli anni. Cosa si sente di consigliare a chi si avvicina al mondo della danza e vuole

intraprendere questa professione? Voglio consigliare loro di mirare in alto e lavorare con sacrificio. Oggi i ragazzi sono abituati ad avere tutto e subito: è un paradigma che la nostra società impone. A chi si avvicina alla danza serve una buona scuola con maestri che siano esigenti. Al bando complimenti e pacche sulle spalle. I maestri che ho avuto non mi hanno mai detto brava. Mi hanno corretta, indirizzata, ma mai elogiata. Perchè la danza è importante? Cosa ci trasmette il suo linguaggio? Perfezione, armonia o cos'altro? Certamente questi sono valori impor-

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tanti. Ma la danza aiuta a capire l'unità della nostra persona, che è fatta di mente e corpo. Mentre la filosofia si concentra sulla mente e lo sport pone l'accento sul corpo, la danza si avvale del corpo, che è la cosa più intrisa di materialità che possiamo avere, per esprimere l'interiorità, che è qualcosa di immateriale ed etereo. Proprio per questa sua doppia natura la danza permette all'uomo di scoprire l'unitarietà della persona. Ha scritto diversi libri incentrati sul mondo della danza: “Scarpette magiche” nel 1975 e due anni più tardi “Sarò ballerina”. Nel 1990 ha pubblicato “Un sogno in punta di piedi”, edito in molte lingue straniere. La vena scrittoria è riesplosa nel 2006 con l'uscita del libro: “Étoile: la mia vita con Dio”, che si caratterizza per un particolare accento autobiografico. Cos'è cambiato dalle sue prime produzioni scritte? L’ultimo libro che ho pubblicato è un'opera autobiografica a 360°. Ho capito che era arrivato il momento di mettermi a nudo. Ero un'artista nota a livello internazionale, ma non avevo mai parlato della mia vita privata. Ho raccontato tutti i passaggi della mia carriera. Un viaggio attraverso le pieghe della giovinezza fino alla maturità e al momento in cui ho appeso le scarpette al chiodo. Fino al fatidico frangente, all'età di sessant'anni, in cui sono stata costretta a smettere di fare la ballerina a causa della rottura di un piede. Nella sua carriera contrassegnata da successi e riconoscimenti ha mai avuto dei tentennamenti o ripensamenti? Le difficoltà non sono certo mancate. L'ambiente di lavoro non è facile, le invidie delle colleghe sono sempre in agguato. Ho avuto anche problemi di tipo fisico, che tuttavia hanno consentito di affinare le mie esecuzioni. Da un po' di anni non è più sulle scene. Segue con assiduità le attività della Scuola di Balletto Classico. Ma nel tempo libero c'è qualche passione che coltiva? Seguo i ragazzi della Scuola di Balletto, coordino la programmazione delle compagnie teatrali. Le attività della Scuola richiedono parecchie energie tanto che sono sempre molto impegnata. Devo dire che ho la sensazione che le notti si siano accorciate e che ci sia poco tempo per fare tutto quello che ho in programma. Quest'estate ho fatto dieci giorni di vacanza e sono riuscita a leggere tre libri. Ecco posso dirmi soddisfatta perchè anche quest'anno sono riuscita a leggere almeno tre libri. Vito Digiorgio |


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L’ACQUOLINA IN BOCCA

novembre/dicembre 2014

MARTINI DRY, l’aperitivo più famoso al mondo

Esiste una formula per fare il Martini Dry perfetto? Va preso a stomaco vuoto o pieno? Ma soprattutto: perché è tanto amato dai divi di Hollywood?

L'

affascinante attrice Mae West che qualcuno di noi ricorda ancora per la sua sensualità e bellezza, sospirava: “Devo liberarmi di questi abiti bagnati ed infilarmi in un Martini dry”. È una delle tantissime citazioni sull’aperitivo più famoso al mondo, creato, a quanto si dice, dal marchio Martini & Rossi nato a Torino nel 1863 e che da circa vent’anni fa capo alla multinazionale Bacardi-Martini, una delle più grandi ditte al mondo che producono, commerciano e distribuiscono bevande alcoliche. Questo marchio è uno dei più prestigiosi simboli del made in Italy, diventato celebre in particolare per il suo “Martini Dry”, un cocktail a base di gin e vermut dry, catalogato nella lista dei pre-dinner cocktail dell’IBA (International Bartenders Association). Il Martini Dry ha raggiunto la sua grande notorietà all’ombra della Grande Mela da dove è stato esportato in tutto il mondo; amato da leggendari personaggi come Truman Capote, Francis Scott Fitzgerald, Cary Grant, dall’Agente Segreto James Bond che ricercava la miscela perfetta fra gin e vermut, mescolati delicatamente “affinchè la bevanda non si ferisca”. Era un Martini Dry anche quello richiesto al barman del Taft Hotel da Anne Bancroft e Dustin Hoffman nel film “Il Laureato”. “Un raggio di sole deve trapassare una bottiglia di vermouth prima che essa si scontri con il gin”, questa era la formula per un perfetto Martini Dry del grande regista surrealista francese Luis Bunel. Si racconta pure che il presidente Franklin Delano Roosevelt, nel 1933, vi abbia introdotto la classica oliva verde, creando così una variante chiamata ‘Dirty Martini’. Insomma, il Martini Dry era così famoso che addirittura il Capo dello Stato sovietico Nikita Krushev lo definì “l’arma più devastante in mano all’occidente”. Dalla base del Martini Dry, in molti si sono sbizzarriti ad aggiungere altri aromi (comunque sia, mai più di cinque in totale); la pop star Madonna vi aggiungeva del melograno, il Karamel Martini era una esclusiva ricetta del ristorante Lotus di New York, un drink prediletto da Tom Cruise, Leonardo di Caprio, Meg Ryan e Jennifer Lopez. Nel piccolo schermo poi le protagoniste di “Sex and the City” sorseggiano nei locali di New York un Martini Dry colorito di rosa e prettamente dolce, raccontando le loro avventure amorose e pettegolezzi di vita metropolitana. Invece al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama piace bere lo Straight Up Martini, gelatissimo e mescolato con ghiaccio nella sua coppa. Martini Dry è a ragione ritenuto il cocktail simbolo del-

la cultura americana moderna. Perché il Martini Dry è diventato così famoso? Beh - risponde un noto barman internazionale - perchè è indubbiamente il migliore: semplice, sincero, duro, secco e diretto. Soprattutto terribilmente efficace. Non è famoso perché lo beveva James Bond - sostiene il barman - , ma è Bond ad essere famoso perché beveva Martini (sic!). Non è famoso perché è uno status symbol, ma perché perfetto. Miscelare e bere liquori era certamente una moda

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riservata ad una classe sociale sofisticata e dispendiosa, mentre oggi viene sfatato il mito della onerosità perché preparare in casa un buon Martini Dry è alla portata di tutti, dato che degli ottimi liquori si possono facilmente acquistare anche al supermercato. Un mio amico barman ha un suo personale suggerimento per quanti volessero scaricare lo stress di un’intera settimana di lavoro: accomodarsi al bar nel tardo pomeriggio di un venerdì qualsiasi e sorseggiare lenta-

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mente e delicatamente un Martini Dry che ti ritempra lo spirito e ti fa apparire un mondo più colorato infiammandoti l’anima e riscaldandoti il cuore. Come succede spesso alle “cose” famose, anche la paternità del cocktail Martini è molto dibattuta; difatti i più sostengono che sia legato alla Martini & Rossi, ditta produttrice del gin e vermut, altri dicono che fosse stato preparato per la prima volta a New York da un barista italiano intorno al 1912 per John D. Rockefeller, altri ancora sostengono che derivi da un celebre cocktail del barman Jerry Martinez intorno al 1870, nome poi italianizzato in Martini. Ci sono ancora altre ipotesi che non fanno altro che rendere più affascinante e misterioso il cocktail più famoso al mondo. Per dire la verità, io non sono un esperto di cocktails sofisticati; ve ne posso suggerire uno soltanto che è molto noto e diffuso da noi, ma che nella sua semplicità è talmente apprezzato da essere annoverato nella lista internazionale dell’IBA, catalogato come “Spritz veneziano” (6 cl di Prosecco, 4 cl di Aperol, una spruzzata di soda/selz); mentre nella sua formula originaria prevede 1/3 di vino bianco, 1/3 di bitter, 1/3 di acqua frizzante e a libera scelta una scorza di limone. Per quanto riguarda la preparazione di un Martini Dry, mi affido alla professionalità del mio amico barman il quale sostiene che non esiste una formula precisa, uno se lo prepara come vuole, regolando la quantità di gin e vermut a seconda se lo vuole più leggero o più forte. La preparazione più o meno è questa: Raffreddare il bicchiere con cubetti di ghiaccio. Il "bicchiere da Martini", come viene chiamato da molti, è la classica "coppetta cocktail" di forma conica e dallo stelo lungo e sottile che evita di trasmettere il calore della mano al liquido contenuto. Versare nel bicchiere da cocktail (mixing glass) il gin (prelevato dal freezer) fino quasi al colmo, versarci poi una lacrima di vermouth (raffreddato in frigo). Mescolare delicatamente con un lungo cucchiaino e riversare nel freddo bicchiere da Martini, aggiungendo una o due olive. Ci sono poi molte varianti sul tema, come quella di usare la vodka al posto del gin, di aggiungere una cipollina al posto dell’oliva verde, del succo di mela, o qualcos’altro per modificarne il sapore (un cucchiaino di curacao per addolcirlo o di angostura per l’inverso). Il Martini Dry va bevuto assolutamente a stomaco vuoto; ma quanti? “Un Martini è come il seno di una donna: uno non è abbastanza, tre sono troppi” ( Mr. Rick Fishman). Leandro Costa |


INTERVALLO

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Con rispetto parlando...

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fine settembre è finita la grande pacchia per i dipendenti di Camera e Senato. O meglio, finirà entro quattro anni. O meglio ancora, finirà la grande pacchia, ma resterà la pacchia. Retribuzioni annue che scendono da livelli altissimi ad un tetto più modesto (si fa per dire): 240.000 euro. Quanto previsto dall’Ufficio di Presidenza della Camera però non piace alle 21 sigle sindacali che rappresentano i 2.100 dipendenti delle due camere. Ripeto: 21 sindacati o sottosindacati per 2.100 dipendenti! Son cose veramente insopportabili. Poi scopri che lo stipendio del Segretario Generale della Camera soltanto dal 2018 passerà dagli attuali 480mila euro lordi ai previsti 360mila: ben 120mila euro in più rispetto a quanto percepisce il Presidente della Repubblica. E scopri anche che gli operatori tecnici, baristi e barbieri compresi, sempre fra quattro anni, da 136.000 euro annui passeranno ad appena 99.000. Fanno pena, poveretti.

NOVITÀ SU L‛ARCO DEL FONDACO?

SÌ, I GA MESSO MESA GAMBETA AA “F” PAR FARLA DEVENTAR NA “E”.

MA

LA DATA IN NÙMARI ROMANI ‘A XE ‘NCORA SBALIÀA. E I STEMI DEL PODESTÀ E DEL COMUN E ANCA EL LEON I LI GA FATI COA TÉNICA DEL BASSORILIEVO INCAVÀ...

GHE

XE EL LEON IN MOÉCA, EL LEON ANDANTE, DA TERA, DA MAR... E DESSO A PORTO GAVEMO EL LEON INCAVÀ. NO NE BASTAVA EL LEON INCU… IN POSISSION AMBIGUA, PITURÀ TAL MURO DEA SALA CONSILIARE. RINGRASIEMO LA SOVRINTENDENSA DE VENESSIA E TUTI QUEI CHE VA DRIO.

Pier Giovanni Mecchia. È già tutto pronto, per riceverlo: ci sono anche le aste per le bandiere. Manca solo la buona volontà. E un po’ di coraggio. Se ne fossimo carenti, di coraggio, si può sempre organizzare un pellegrinaggio a Boldara per ottenere una raccomandazione da Lui, dal prence, il qual ci sembra opportunamente ammanicato nel nostro Palazzo.

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on sopporto la vista di cani abbigliati in modo bizzarro per il puro e stupido capriccio dei loro padroni; i due qui ritratti, per esempio, il primo

N

el dicembre 2013, Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, presentò un maialino nero, in “rappresentanza” del famoso porcellum di cui si parlava molto in quei giorni per sospetta incostituzionalità. Dopo dieci mesi, cioè in questi giorni, l’associazione “Animalisti Italiani” ha denunciato l’attrice comica per maltrattamento di animali. È ben vero che il porcellino, forse spaventato dalle luci e dagli applausi, non ne volle sapere di uscire dalla gabbia, ma accusare la Lucianina di maltrattamento, mi sembra davvero eccessivo. Nonostante tutti i miei sforzi, non sono mai riuscito ad abituarmi alle esagerazioni degli animalisti, supportati da leggi ipocrite. Chissà perché polli, conigli, maiali si possono uccidere per farne arrosti o bolliti misti, ma guai a traumatizzarli. E quel porcellino nero? Che fine avrà fatto? Sotto quale forma sarà visibile oggi? Salsicce, salami, prosciuttini? E a questo punto mi sovvien la storiella dell’asino e del maiale. Un suino deride un somaro perché lavora e fatica tutto il santo giorno, mentre lui, il porcello, mangia e dorme dalla mattina alla sera, tranquillamente. Il somaro, dopo averlo guardato attentamente, gli fa: «Ma tu non sei quello dell’anno scorso, vero?».

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Napoli tre ragazzotti, tutti e tre di 24 anni, seviziano un quattordicenne utilizzando la pistola di un compressore installato in un autolavaggio. Una tortura mostruosa che ha provocato gravissime lesioni all’intestino della povera vittima. Non si può nemmeno immaginare il livello di sofferenza fisica patita dal ragazzino. La madre di uno degli aguzzini, ideatore dell’eroica impresa, intervistata

in TV: «Era uno scherzo!». Ah sì? Allora peschiamo in internet qualche cenno sui rischi legati all’uso improprio dell’aria compressa. “L’aria compressa non è semplicemente aria, bensì un getto concentrato ad alta pressione e velocità. Scherzare con l’aria compressa può essere fatale. Un getto puntato per errore alla testa può causare gravi lesioni agli occhi o alla membrana timpanica dell’orecchio. Puntando l’aria compressa in bocca si possono provocare lesioni a polmoni ed esofago”. E infilando l’attrezzo nel retto? Provi quella mammina così protettiva a farselo introdurre da quel tesoruccio di suo figlio – visto che lui ha recentemente acquisito una certa esperienza in materia – e provi a farsi sparare un po’ di quel venticello. Poi vedremo se avrà ancora fiato per vomitare asinate in difesa del suo rampollo.

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Sarzana, in Liguria, la preside della scuola media Poggi Carducci, tentando di risolvere in casa i problemi dovuti ai tagli imposti dalla crisi economica, chiede aiuto ai genitori degli alunni. Ognuno contribuisce come può e manda materiale didattico. Arriva, fra gli altri, anche un pacco pieno di carta, matite, penne et similia. Il pacco viene respinto al mittente. Perché mai? Perché il mittente è un club di simpatizzanti di un partito politico. Non è nemmeno il caso di nominarlo, questo partito. Dico: si può essere così imbecilli? Ma, dato che oggi va di moda l’espressione albionesca politically correct, questo deprimente episodio mi suggerisce di definire

la dirigente scolastica della Poggi Carducci politically stupid woman. La traduzione non è necessaria, immagino.

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n giornalista in diretta tivù da una zona alluvionata: “Gli abitanti della casa sono stati verricellati con un elicottero”. Io avrei verricellato lui, l’orrido cronista, indi poscia l’avrei deverricellato in alto mar.

S

i è svolta a fine ottobre, qui a Porto, l’annuale fiera dei SAPORI E COLORI. Se vogliamo considerare il numero degli espositori, sembra che la manifestazione sia arrivata al capolinea. Ma, a dire il vero, al capolinea sono arrivate anche tante altre attività, nella nostra martoriata cittadina. Sorvoliamo. Quello che comunque mi preme evidenziare è che quando nella piazza principale di Porto arrivano delle bancarelle, siano esse del mercato settimanale o di altre manifestazioni espositive, la base del monumento ai Caduti della Grande Guerra diventa un deposito di merci, scatole, cassette e persino rifiuti. Nessun rispetto per il Caval. Il qual Caval sarà pure un pessimo esempio di scultura marmorea, come già ebbe modo di affermare financo l’indiscusso artista e prence di Boldara, ma testimonia comunque il sacrificio della vita da parte di tanti portogruaresi. Forse l’unica soluzione praticabile e sensata, come già suggerito dal suddetto prence, sarebbe il trasloco del monumento nel sito proposto qualche annetto fa, ossia nell’area prospicente la palestra comunale

con l’abito troppo stretto e coi jeans a vita bassa, ed il secondo, poverino, con quel grottesco vestito palesemente troppo largo, non sono ridicoli? Ma da quali sarti si servono, i loro padroni?

U

n mio amico, per esprimere il massimo dell’incazzatura, si esibisce spesso con una laconico “Porsèa vaca” . Non ho mai capito se intenda insultare la vacca o la maiala.

A

Portogruaro, nel secondo dopoguerra, hanno cancellato, divelto, nascosto tutto ciò che poteva ricordare il fascismo. Ma è rimasto in piedi — ed è cresciuto rigogliosamente — il cedro Deodara posto a dimora presso il puteale nel giardino Nievo: fu piantato in occasione della Festa degli Alberi del 21 aprile 1932, a ricordare Arnaldo Mussolini, morto nel dicembre dell’anno precedente. Ad interrare l’alberello fu il baffuto e mitico giardiniere capo del Comune, Mario Segatel, aiutato da un ragazzino di nome Attilio Nodari. Luciano Guareschi | guareschi@email.it

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