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POCKET | SPECIALE TEATRO | 18 contiene

7 interviste esclusive ai grandi interpreti della stagione teatrale

STAGIONE TEATRAL E

2021 2022 w w w. po r t o g r uaro.ne t



L’editoriale

SI RIPARTE!

FINALMENTE RIAPRONO I TEATRI di Vincenzo Zollo Editore di Portogruaro.Net

S

eppur con non poche difficoltà, e molte incognite dovute all’emergenziale periodo sanitario che stiamo vivendo, è con grande orgoglio che annunciamo la riapertura del Teatro a Portogruaro. Un orgoglio di cittadini, che vedono nella cultura e nell’istruzione uno dei capisaldi formativi e aggregativi di una comunità, uno degli elementi di elevazione sociale che qualificano un territorio e lo rendono interessante e fecondo per la crescita e lo sviluppo collettivo. Finalmente, dopo una stagione stroncata a metà ed un’altra saltata a piè pari a causa della pandemia, la Città riprende il suo ciclo vitale con una programmazione teatrale di tutto rispetto, che come sempre contraddistingue il nostro Teatro Russolo come uno dei più attivi in Regione, offrendo un’ampia gamma di cartelloni (prosa, teatro brillante, operetta, danza, musical, giovanissimi e famiglie) con interpreti di rilievo tra cui possiamo citare gli Oblivion, Giulio Scarpati, Antonio Cornacchione, Marco Paolini, Luciano Roman, che sapranno sicuramente coinvolgere ed affascinare il pubblico. Speriamo che tutto ciò rappresenti un primo forte segnale di ritorno alla normalità, ce n’è bisogno. Non vi resta quindi che mettere in tasca questo Pocket per leggere tutte le interviste esclusive che abbiamo realizzato ai protagonisti della stagione. Silenzio in sala ora, calano le luci, comincia lo spettacolo! Supplemento a www.Portogruaro.Net del 04/11/2021 • Reg. Trib. di Venezia n. 10 del 05/05/2006 • Direttore responsabile Vincenzo Zollo • Foto di copertina: Andrea Pavan © Copyright by VISYSTEM Editore Borgo San Gottardo, 55 Portogruaro VE Tel. 0421.280444 • pocket@portogruaro.net

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Cultura e socialità

IL TEATRO È VITA

RISCOPRIAMONE IL FASCINO E LE ATMOSFERE di Florio Favero Sindaco della Città di Portogruaro

D

opo un 2020 che a causa del lockdown ha silenziato i teatri e molte altre forme d’arte e di spettacolo, finalmente si riaprono i sipari e potremo di nuovo accomodarci sulle poltrone, farci avvolgere dal buio e guardare ed ascoltare gli attori, i ballerini e i comici che si alterneranno sul palco del nostro teatro comunale. La 12ª stagione teatrale, promossa e organizzata con il Circuito Teatrale Regionale Arteven, che si terrà al Teatro Comunale “Luigi Russolo”, presenta una vasta gamma di spettacoli che comprendono prosa, danza, teatro comico e teatro per le famiglie, un’operetta e un musical con l’obiettivo di accontentare il più possibile i gusti di un’ampia platea, ma anche di riavvicinare chi, per vari motivi, si è allontanato dal teatro. Credo che ognuno di noi ricordi benissimo la prima volta che ha assistito ad uno spettacolo teatrale, perché il “teatro è vita”, è fatto non solo da attori e ballerini che si esibiscono dal vivo, ma anche di atmosfere, di rumori soffusi che giungono da dietro il sipario, dell’odore del legno del palcoscenico, di luci, di silenzi e di applausi. Il mio invito a partecipare alla nostra nuova stagione teatrale è quindi rivolto ai vecchi abbonati, ma soprattutto a chi vorrà avvicinarsi o riavvicinarsi a questa forma d’arte coinvolgente; un invito particolare, poi, va ai genitori che vorranno accompagnare i loro bambini alla scoperta del teatro e del suo fascino, che trova le proprie radici in tempi molto lontani e che ancora oggi non smette di esistere ed ammaliarci. specialeteatro

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CALENDARIO

NOVEMBRE 2021 VENERDÌ 5 ore 21.00 TEATRO BRILLANTE

DOMENICA 14 ore 17.00 GIOVANISSIMI VENERDÌ 19 ore 21.00 PROSA

OBLIVION RHAPSODY di e con gli Oblivion: G. Borciani, D. Calabrese, F. Folloni, L. Scuda, F. Vagnarelli; regia Giorgio Gallione

ta a intervisION OBLIV 3 pag. 1

PIPPI CALZELUNGHE di Astrid Lindgren traduzione di Sagitta Alter e Carlotta Proietti adattamento teatrale di Staffan Götestam la canzone di Pippi Calzelunghe è composta da G. Riedel e J. Johansson per gentile concessione di Nordiska Aps ALLA STESSA ORA, IL PROSSIMO ANNO di Bernard Slade con Alberto Giusta e Alessia Giuliani regia Antonio Zavatteri

ta a intervis TO ALBER A GIUST pag.16

DICEMBRE 2021

SABATO 4 ore 21.00 PROSA

IL TEATRO COMICO di Carlo Goldoni adattamento e regia Eugenio Allegri con Giulio Scarpati e con G. Capraro, A. Genovese, V. Mangheras, M. Massimi, S. Pontarollo, I. Silvestri, R. Vandelli, A. Zago

ta a intervisIO GIUL TI A SCARP20 pag.


CALENDARIO DICEMBRE 2021

MARTEDÌ 14 ore 21.00 PROSA

DOMENICA 19 ore 17.00 GIOVANISSIMI

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen adattamento teatrale di Antonio Piccolo regia Arturo Cirillo con A. Cirillo, V. Picello, F. Petruzzelli, S. Scuccimarra, R. Giglio, E. Pace, G. Vigentini, G. Trippetta IL PICCOLO RE DEI FIORI Fiaba per musica, ombre e danza da Il piccolo Re dei Fiori di Kveta Pacovská una creazione di Valerio Longo e Fabrizio Montecchi con Marcello Giovani e Isabella Minosi drammaturgia Enrica Carini e Fabrizio Montecchi coreografie Valerio Longo, regia e scene Fabrizio Montecchi GENNAIO 2022

DOMENICA 9 17.00 OPERETTA DOMENICA 16 ore 17.00 DANZA

DOMENICA 23 ore 17.00 GIOVANISSIMI

LA VEDOVA ALLEGRA di Franz Lehàr su libretto di Victor Léon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhac; traduzione e adattamento Corrado Abbati adattamento e regia Corrado Abbati GRAN GALA AN EVENING WITH THE STARS OF BALLET con ballerini e solisti delle maggiori compagnie stabili d’Italia del Teatro alla Scala di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Romae Capital Ballet, Teatro San Carlo di Napoli LE NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA testi Gigi Bertoni con T. Horstmann, A. Pezzi, M. Regosa, R. Valmori regia Alberto Grilli; scene e costumi M. D. Papadia, A. Pezzi, L. Ingannato


CALENDARIO GENNAIO 2022

VENERDÌ 28 ore 21.00 TEATRO BRILLANTE

PIGIAMA PER SEI di Marc Camoletti con L. Curino, A. Cornacchione, M. Pisu, R. Pelusio e con R. Petrozzi, R. Doh Zeyenouin regia M. Rampoldi

ta a intervisNIO ANTO HIONE CC CORNA g. 24 pa

FEBBRAIO 2022

VENERDÌ 11 ore 21.00

GIUSTO LA FINE DEL MONDO di Jean-Luc Lagarce traduzione Franco Quadri; regia Francesco Frangipane con A. Bonaiuto, A. Tedeschi, B. Ronchi, V. De Michele, A. Curri

PROSA

DOMENICA 20 ore 17.00 GIOVANISSIMI

VENERDÌ 25 ore 21.00

DANZA

CONTROVENTO Storia di aria, nuvole e bolle di sapone di e con Michele Cafaggi musiche originali Marco Castelli regia Ted Luminarc; scenografie Officine Cervino grafica e decorazioni Izumi Fujiwara e Stefano Turconi RIFARE BACH (la naturale bellezza del creato) coreografia e regia Roberto Zappalà musica Johann Sebastian Bach un progetto di Roberto Zappalà ta a intervisRTO e Nello Calabrò ROBE LÀ danzatori C. Cilia, A. Degani, F. Domini, ZAPPA 8 pag. 2 A. Forzutti, G. Occhipinti, D. Parenti, S. Rossi, J. Walsham, V. Zampardi, E. Zarcone


CALENDARIO MARZO 2022

MARTEDÌ 8 ore 21.00 PROSA MERCOLEDÌ 16 ore 21.00 DANZA

MARTEDÌ 22 ore 21.00

SANI! TEATRO FRA PARENTESI: LE MIE STORIE PER QUESTO TEMPO di e con Marco Paolini musiche originali composte ed eseguite da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi; luciaio Michele Mescalchin; fonico Piero Chinello NOCHES DE BUENOS AIRES coreografie Neri Piliu e Yanina Quinones orchestra dal vivo Tango Spleen Orquestra SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE ta a intervis NO di William Shakespeare LUCIA N versione italiana e regia Giorgio Sangati ROMA 0 pag. 3 con Luciano Roman, Valerio Mazzucato e con M. Anolfo, G. Briata, R. Bucci, E. Ferri, R. Gamba, G. Magni, M. Sartorello, M. Scola, M. Testa, P. Tosin

PROSA APRILE 2022 VENERDÌ 8 ore 21.00 MUSICAL DOMENICA 10 ore 17.00 PRIMI PASSI A TEATRO

NUNSENSE...LE AMICHE DI MARIA Il musical delle suore! di Dan Goggin traduzione e adattamento Fabrizio Angelini e Gianfranco Vergoni con Fioretta Mari nel ruolo della Reverenda Madre UN ELEFANTE SI DONDOLAVA di e con Roberto Frabetti/Gianluigi Marra e Lorenzo Monti; regia di Valeria Frabetti oggetti e scenografie di Vanni Braga

ta a intervisRTO ROBE TTI FABRE32 pag.


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intervista a

TEATRO BRILLANTE

OBLIVION OBLIVION RHAPSODY venerdì 5 novembre ore 21.00

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ioco, paradosso, ironia e sorriso. Questi sono gli elementi con i quali il regista Giorgio Gallione definisce la comicità degli Oblivion, che quest’anno festeggiano dieci anni di tournée insieme. Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli hanno deciso di celebrare questo traguardo assieme al loro amato pubblico con Oblivion Rhapsody, uno spettacolo che per la prima volta li vede salire sul palco “nudi e crudi” con le loro performance più amate e imitate, dalle parodie dei classici della letteratura alla smitizzazione della musica a colpi di risate. Da questa rappresentazione, una vera e propria sintesi acustica della loro carriera, emerge il vero talento degli Oblivion. Lo conferma Davide Calabrese che ci racconta qualche dettaglio in più di questo show che ha tutte le carte in regola per dare il via nel migliore dei modi alla nuova stagione teatrale portogruarese. specialeteatro

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Oblivion Rhapsody sarà una sorta di festa per voi e per il pubblico? Assolutamente sì. È una festa nella quale non ci saranno solo i grandi classici che i nostri followers si aspettano, ma anche tutta una serie di pezzi nuovi, particolarmente balordi come il nostro solito. Lo spettacolo, e questa è la vera novità, è una playlist, tipo quelle di Spotify, e proprio da qui deriva la parola “rhapsody”: ogni numero entra in un altro ed esce in uno diverso ancora senza soluzione di continuità. Andiamo sopra gli applausi e le risate del pubblico, non ci fermiamo davanti a nulla. Per la prima volta nella nostra vita faremo tutto dal vivo, non ci sarà neanche una base registrata. Quali sono gli elementi che rendono unico questo spettacolo? La musica dal vivo è il principale, a seguire c’è l’equità tra i personaggi. Tutti e cinque riusciamo ad emergere al massimo delle nostre potenzialità. Ci sono grandi momenti di gruppo, ma anche performance da solisti, molto importanti, nelle quali ognuno di noi riesce ad esprimere la propria personalità al meglio. Siamo molto orgogliosi di Oblivion Rhapsody: per noi è quasi un punto di arrivo nella nostra ricerca artistica. Ci sarà interazione con gli spettatori? No. Questo spettacolo si basa sul totale disinteresse per l’elemento pubblico. Se rideranno o applaudiranno, noi li “asfalteremo” con il ritmo. Non ci sarà la divisione in atti, non ci saranno proprio pause. Ripercorrerete le vostre performance più amate. Qualche anticipazione? Certo! Ci saranno canzoni mimate, la “vocalist” e la “consonant”, le parodie dei grandi cantanti e, non possono mancare, i tanto amati ed odiati “Promessi Sposi in dieci minuti”. Presenteremo anche “History of Rock in 6 minuti”, una nuova incredibile performance in cui ci trasformiamo in una rock band a cappella per raccontare più di 50 anni di storia della musica rock in pochi minuti e solo con le 14

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nostre voci a riprodurre anche gli strumenti musicali: batteria, basso, chitarra, tastiere e synth. 50 interpreti immortali, 53 hit memorabili che toccano tutti i generi del Rock. In questi dieci anni, qual è stato il vostro primo obiettivo? Abbiamo sempre cercato di confermare il fatto che il teatro è il nostro habitat principale, in cui noi investiamo la quasi totalità delle nostre energie. È da dove siamo partiti e dove credo finiremo, come Molière. Si definiscono i “cinque miracolati dalla banda larga, i cinque punti del governo del cantare, i cinque anelli delle obliviadi, i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra, i cinque madrigalisti post-moderni”. Il gruppo comico musicale-teatrale si forma a Bologna nei primi anni Duemila ed è composto da cinque attori e cantanti, ma anche mimi e musicisti, di cabaret che si sono conosciuti all’Accademia di Musical bolognese. Giocano con la musica e il teatro ispirandosi ad un sacco di Maestri quali il Quartetto Cetra, Rodolfo De Angelis, Giorgio Gaber e i Monty Python. Per molti anni hanno fatto Musical, poi si sono specializzati nella parodia di canzoni note che propongono ai loro live e nel proprio canale YouTube. Non sono mancate le esperienze televisive come “Zelig”,“Avanti Un Altro!” e “Panariello sotto l’albero”.

OBLIVION OBLIVION RHAPSODY di e con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli regia Giorgio Gallione specialeteatro

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intervista a PROSA

Alberto Giusta

ALLA STESSA ORA, IL PROSSIMO ANNO venerdì 19 novembre ore 21.00

A

lessia Giuliani e Alberto Giusta, nelle vesti di Doris e George, portano in scena una commedia d’amore capace di far ridere il pubblico in sala fino alle lacrime, scritta dall’autore canadese Bernard Slade nel 1975. Al suo debutto a Broadway, la rappresentazione rimase in scena per quattro anni consecutivi facendo divertire, ma anche riflettere i presenti su loro stessi e sui propri sentimenti. In questo spettacolo amore e adulterio si uniscono ad un viaggio nel tempo che gli spettatori fanno seguendo le vicende dei protagonisti, entrambi sposati, che ogni anno, lo stesso giorno, alla stessa ora, si incontrano clandestinamente in una stanza di un motel in California per trascorrere una notte di passione e per ritagliarsi una pausa dalla routine delle loro vite, ritrovandosi però la mattina dopo oppressi da un devastante senso di colpa. Ciò nonostante, continuano a vedersi anno dopo anno, considerando loro stessi e il loro rapporto una priorità. 16

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Nello spettacolo, George e Doris ci accompagnano in una divertente sintesi di 24 anni di vicende, peripezie ed emozioni influenzate inevitabilmente dai cambiamenti dei personaggi e dai capovolgimenti storici. Lo spettacolo nasce da una commedia scritta nel 1975. Cosa lo rende ancora attuale? “Alla stessa ora, il prossimo anno” parla di due persone, felicemente sposate, che si incontrano in un hotel in California e incominciano una relazione che durerà nel tempo. È contemporaneo perché parla di esseri umani, delle loro emozioni, passioni e fragilità e perché fa molto ridere. George e Doris, nelle scene dei loro incontri, ne passano di tutti i colori. La scrittura è di una forza comica strabiliante, i personaggi ci ricordano come si ride veramente con le parole e non su internet con i social. In scena come si intrecciano amore e comicità? È una commedia sentimentale di rara comicità. George e Doris attraversano diverse epoche storiche, raccontano la loro evoluzione personale e come questo loro rapporto “adultero” li renda persone migliori anche nei confronti dei loro coniugi ufficiali. È una commedia in cui si ride, ma il desiderio del regista Antonio Zavattieri e di noi attori è di far emergere principalmente l’aspetto emotivo. Noi vogliamo far ridere raccontando la storia di queste due persone tra sentimenti ed emozioni belle e brutte. C’è qualche aspetto di questa rappresentazione che l’ha fatta riflettere? Sì, l’affetto tra i personaggi dal quale emerge che l’uomo, nei confronti della donna, è spesso più superficiale, più pavido, nel dire le cose all’altro, nel nascondere degli elementi circa i quali sarebbe più facile parlare. Riconosco molto un comportamento maschile, che però non si può stereotipare, ma che si può ricondurre spesso alla natura dell’uomo. Io mi ritrovo in diversi aspetti del mio personaggio che, alle volte, risponde come farei io stesso nella realtà. Sono specialeteatro

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sicuro che anche il pubblico si ritroverà in George e Doris: la vita e le varie evoluzioni nel tempo ci cambiano, ma la nostra natura è difficile da modificare. Lo spettacolo parla proprio di noi. Il suo curriculum da attore è molto ampio: cosa pensa che manchi alle sue esperienze? Manca ancora molto, tanti sogni nel cassetto e ruoli in teatro, che è la mia attività principale. È come se iniziassi adesso, ho una voglia nuova di mettermi in gioco, un’energia positiva che forse un anno e mezzo fa non avevo. Sicuramente lo stop forzato a causa del Covid mi ha aiutato molto a riflettere e a dare nuova linfa al proseguimento della mia carriera artistica. Attore e insegnante, Alberto Giusta si diploma alla Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova e fonda, prima, la Compagnia Progetto URT e, in seguito, la compagnia Gank, di cui è tutt’ora co-direttore. A teatro lavora con i maggiori registi italiani, quali Ronconi, Zavattieri e Sciaccalunga, al cinema è diretto da Silvio Soldini nel film “Giorni e nuvole” e nelle serie televisive lo ritroviamo in “Rosy Abate”, “Don Matteo 11”, “Un passo dal cielo 4”, “Che Dio ci aiuti 5” e in “La mafia uccide solo d’estate”. Firma la regia di diversi spettacoli teatrali per il Teatro Nazionale di Genova, per il Teatro Libero di Palermo e per la Compagnia Gank. È anche insegnante di recitazione alla Scuola del Teatro Nazionale di Genova.

TEATRO STABILE DI VERONA ALLA STESSA ORA, IL PROSSIMO ANNO di Bernard Slade con Alberto Giusta e Alessia Giuliani regia Antonio Zavattieri 18

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Orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 19:00 (domenica CHIUSO)


intervista a

PROSA

Giulio Scarpati IL TEATRO COMICO sabato 4 dicembre ore 21.00

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e “Il Teatro Comico” Giulio Scarpati è il “capitano” della compagnia teatrale impegnata nelle prove di uno spettacolo in cui si riproduce l’esilarante scambio di battute tra il capocomico e i suoi attori tipico delle commedie di Carlo Goldoni. In questa messinscena, la prima delle 16 scritte per l’impresario Medebach, il commediografo veneziano vuole far trasparire la sua nuova poetica, gli intenti della sua riforma teatrale. È un testo metateatrale, estremamente moderno nella sua concezione, ma poco rappresentato, che invita ad una riflessione sul mestiere dell’attore, sulle sue difficoltà e sul teatro che trova riscontro nel presente, soprattutto in questo periodo segnato dall’emergenza sanitaria che ha visto molti palcoscenici fermarsi. Questo spettacolo rappresenta una sorta di risposta alla situazione attuale perché nasce da un’idea dell’Associazione Produttori Professionali Teatrali Veneti che ha ideato un progetto unitario 20

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e condiviso che vede coinvolte tutte le sue strutture e la collaborazione di sei compagnie teatrali venete (Ensemble Teatro Vicenza, Pantakin, Tam Teatromusica, Teatro Scientifico - Teatro Laboratorio, Theama Teatro, Tib Teatro) e del Teatro Stabile del Veneto. È un esempio di buona pratica che vede realtà differenti unite in un percorso di produzione comune. Quale messaggio volete trasmettere con questo spettacolo? “Il teatro comico” è un manifesto della riforma di Goldoni. Quello che traspare dalla narrazione della compagnia nelle prove è il racconto di una piccola comunità, la rappresentazione del mondo che c’è fuori. Io interpreto la parte del capocomico che, in qualche modo, è la rappresentazione di Goldoni: tutto quello che dico è condiviso dall’autore e fa parte della sua riforma. Quando io faccio la dizione al nuovo attore della compagnia, gli dico che bisogna studiare, osservare gli altri e non insuperbirsi per un applauso. Queste sono tutte considerazioni che possono essere applicate all’essere umano in genere e non solo all’attore. Questo spettacolo ha un valore importante, ovvero far riscoprire il senso di comunità che, in questo periodo segnato dalla pandemia da Covid-19, è sicuramente importante. Il testo originale è molto interessante, ma anche strano perché dà solo dei precetti. L’intelligenza del nostro registra nel reinterpretarlo è stata quella di dinamizzare i vari rapporti interpersonali tra gli attori. Il tema è molto importante, ma ci sarà spazio anche per la risata? Assolutamente, anche perché si prova una farsa. C’è la presenza esilarante delle antiche maschere della Commedia dell’Arte, come Pantalone, Arlecchino e Brighella, che sono ovviamente personaggi spassosi, ci sono tutti gli spunti comici classici di Goldoni e le dinamiche di compagnia che sono molto divertenti. Credo che la regia abbia fatto un’opera di adattamento strepitosa, è una rappresentazione senza intervallo proprio perché racconta questa giornata rapidamente, in cui gli attori parlano tra loro, ma è come se parlassero al pubblico in sala. specialeteatro

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Questo lavoro mette insieme diverse realtà professionali venete. Non succede tutti i giorni… È un’operazione fatta da sei compagnie venete con la collaborazione del Teatro Stabile del Veneto e con l’immissione di uno straniero che sarei io (ride). “Il teatro comico” è nato in periodo di Covid: è stata dura prepararlo, anche perché recitare con le mascherine limita la nostra espressività agli occhi. Il teatro veneto non mi è nuovo: ho recitato in dialetto e in versi con il registra Gianfranco De Bosio e Lucilla Morlacchi ne “Le donne de casa soa”. Il teatro è una costante nella vita di Giulio Scarpati, salito sul palco per la prima volta a 12 anni. Ha lavorato con registi del calibro di Antoine Vitez, Ermanno Olmi, Alessandro Gasmann, Nora Venturini e Massimo Castri interpretando diversi ruoli, dai classici al teatro contemporaneo, alla commedia musicale. È un volto noto anche al cinema: nel 1989 vince il Premio Sacher come Miglior Attore nel film “Roma, Paris, Barcellona” e nel 1994 con “Il giudice ragazzino” ottiene il Premio Efebo d’oro e il David di Donatello come Miglior Attore Protagonista. Diversi sono stati anche i suoi ruoli nelle serie tv, tra le quali non possiamo non citare “Un medico in famiglia” dove indossava le vesti del dott. Lele Martini.

PPTV - TEATRO STABILE DEL VENETO GIULIO SCARPATI IL TEATRO COMICO di Carlo Goldoni adattamento e regia Eugenio Allegri con Giulio Scarpati e con Grazia Capraro, Aristide Genovese, Vassilij Mangheras, Manuela Massimi, Solimano Pontarollo, Irene Silvestri, Roberto Vandelli, Anna Zago 22

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intervista a

TEATRO BRILLANTE

Antonio Cornacchione PIGIAMA PER SEI venerdì 28 gennaio ore 21.00

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quivoci, fraintendimenti e risate sono gli ingredienti de “Pigiama per sei”, spettacolo in cui il più classico dei triangoli (lui, lei e l’altra) è al centro della scena e i protagonisti sono costretti ad interpretare un ruolo diverso a seconda di quali siano le persone presenti nella stanza. Lo spettatore che assiste alla rappresentazione non può fare a meno di appassionarsi alle vicende, immedesimandosi involontariamente, per cercare di capire come i personaggi riusciranno a trovare soluzioni a situazioni sempre più intricate. Il cast è davvero esplosivo: Antonio Cornacchione e Max Pisu, assieme a Laura Curino e Rita Peluso portano in scena uno spettacolo leggero, ma molto divertente in cui si puntano i riflettori sui rapporti personali nel pieno degli anni ’80 che, riflettendoci bene, non sono tanto diversi da quelli di oggi. A svelare qualche dettaglio in più sulla rappresentazione è proprio uno dei protagonisti: Antonio Cornacchione. 24

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Lo spettacolo può essere definito una sorta di commedia degli equivoci? Sì, è una commedia degli equivoci, ma portata all’esasperazione. Tutti i personaggi fraintendono il ruolo dell’altro, mano a mano che si prosegue le cose si complicano talmente tanto che sembra quasi non ci sia una soluzione per venirne fuori. Poi, invece, l’autore è molto bravo e trova un espediente finale che sarà un vero colpo di scena. Secondo me, il pubblico resterà incollato alla poltrona del teatro. Il cast è di tutto rispetto, ritrova anche vecchi amici come Max Pisu… Ho scelto di interpretare il ruolo anche per questo, siamo praticamente tra amici. Tra l’altro con Laura Curino abbiamo una cosa in comune: lei ha fatto uno spettacolo sulla Olivetti e io di recente un altro che è stato sospeso a causa del Covid e da poco è tornato sui palcoscenici. Lo prendo come un buon augurio. Chi è Antonio Cornacchione nello spettacolo? Io sono l’amante della moglie del mio migliore amico. Se, nella vita reale, mi trovassi nella situazione del protagonista che interpreto non credo che riuscirei a tradire il mio migliore amico, ma nella vita non si sa mai. Il nostro mestiere è bello perché puoi permetterti di non giudicare il personaggio che rappresenti. Il testo che portiamo in scena è molto attuale, nonostante sia stato scritto negli anni ’70 e risenta un po’ dell’epoca in cui è nato. L’ambiente borghese dei protagonisti, del quale l’autore fa della satira, viene salvato dalla parte contadina-popolare rappresentata dai due governanti. Antonio Cornacchione inizia la sua carriera artistica come autore delle sceneggiature di alcuni fumetti, come “Topolino” e “Tiramolla”, per poi immergersi nel teatro, nel cabaret e in tv. Partecipa prima al programma “Su la testa” di Rai3 e poi al teatro “Zelig” di Milano accanto a Paolo Rossi, Gianni Palladino e al trio Aldo, Giovanni e Giacomo. In seguito, diventa ospite

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fisso al talk show “Maurizio Costanzo Show”, vincendo il Premio Forte dei Marmi per la satira politica. Nel 1998 è nel cast della sitcom “Casa Vianello”, dove interpreta il portiere, e nel 1999 è al cinema con Aldo, Giovanni e Giacomo in “Tel chi el telùn”. Partecipa anche a diversi programmi televisivi come “Cult”, ma anche a “Zelig Off”, “Crozza Italia”, “Che tempo che fa” su Rai Tre con Fabio Fazio e “Zelig Cirus”, nei quali si impone con il tormentone «Povero Silvio!», facendo satira su Silvio Berlusconi. L’attore, al momento, non è solo impegnato con “Pigiama per sei”, ma anche nello spettacolo di satira politica “Noi siamo voi, Votatevi” con Sergio Sgrilli.

LAURA CURINO, ANTONIO CORNACCHIONE, MAX PISU, RITA PELUSIO PIGIAMA PER SEI di Marc Camoletti con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio e con Roberta Petrozzi, Rufin Doh Zeyenouin regia Marco Rampoldi 26

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DANZA

intervista a

Roberto Zappalà RIFARE BACH (LA NATURALE BELLEZZA DEL CREATO) venerdì 25 febbraio ore 21.00

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n viaggio denso di poesia per valorizzare le bellezze del creato attraverso una stretta relazione tra l’estetica più eterea della musica e quella più carnale della danza. Roberto Zappalà vuole elevare non solo un inno alla natura, ma anche la sua ammirazione per Bach, il musicista che lo ha accompagnato e ispirato maggiormente nella sua carriera artistica. Lo spettacolo si ispira chiaramente alla musica di Bach… Più che un’ispirazione è una dedica che faccio a Bach, che è stato il compositore più rappresentativo nell’arco dei miei 30 anni di creazione. L’ho usato in molte opere, ma era arrivato il momento di dedicargli un’intera serata. La sua musica mi ha ispirato a trattare un argomento molto attuale: l’ambiente. È una sorta di viaggio in un mondo post-tecnologico, dove protagonista è la pace della natura. 28

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Cosa distingue questo spettacolo dai suoi precedenti? È abbastanza diverso rispetto a quelli creati nel mio percorso artistico degli ultimi 10/15 anni. Solitamente le mie coreografie hanno una forte drammaturgia legata al sociale e c’è un uso del corpo molto “arrogante” in relazione alla denuncia che voglio fare. In questo caso, invece, lo spettacolo è molto tenero, dolce, è un teatro di impostazione classica: ci sono molti duetti, quartetti, ensemble.

Rifare Bach quindi è un monito alla salvaguardia del nostro pianeta? Con la danza è sempre molto difficile arrivare ad un chiaro messaggio comprensibile immediatamente a tutti. Noi cerchiamo di suggestionare le persone. Fino ad oggi, ci siamo riusciti, il pubblico ha percepito le nostre intenzioni. Spero succeda anche a Portogruaro: se il cuore del pubblico è aperto e sensibile noi entreremo, dopodiché arriveremo anche al cervello. Roberto Zappalà è il direttore artistico e il coreografo principale della Compagnia Zappalà Danza, fondata da lui a Catania nel 1989 e oggi una delle più importanti realtà di danza in Italia. Ha realizzato oltre 30 produzioni che sono state presentate anche a livello internazionale.

COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA RIFARE BACH (la naturale bellezza del creato) coreografia e regia Roberto Zappalà musica Johann Sebastian Bach un progetto di Roberto Zappalà e Nello Calabrò danzatori Corinne Cilia, Aya Degani, Filippo Domini, Anna Forzutti, Gaia Occhipinti, Delphina Parenti, Silvia Rossi, Joel Walsham, Valeria Zampardi, Erik Zarcone specialeteatro

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CABARET PROSA

intervista a

Alessandro Luciano Benvenuti Roman CHI È DIDI UNA SOGNO SCENA DI MEZZA NOTTE ESTATE martedì 7 aprile 22 marzo ore 21.00

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ogno di una notte di mezza estate è una delle commedie più famose della storia del teatro dove tutto è doppio: reale e immaginario, maschile e femminile, razionale e irrazionale, linguaggio e corpo, sogno e incubo. Al centro l’amore, il nonsense di alcune azioni che compiono gli esseri umani e la giovinezza che il regista esalta facendo recitare assieme ai professionisti diverse giovani promesse in questo spettacolo che si sviluppa tra ambientazioni naturali ed elementi magici. Tra i veterani c’è Luciano Roman che ci anticipa qualche dettaglio sulla messinscena. È una delle commedie più interpretate: voi cosa porterete in scena? Il regista Giorgio Sangati ha fatto un lavoro molto attento sul testo, al quale apporta solo qualche taglio, e sui personaggi, per ognuno dei quali è riuscito a 30

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trovare dei riferimenti molto chiari nel nostro tempo. Lo spettacolo è la metafora di un viaggio dentro di noi, la foresta rappresenta il mondo interiore dove incontriamo la nostra natura, che non è necessariamente buona, e personaggi non convenzionali. Definirei “punk” questa rappresentazione perché in essa c’è qualcosa di anarchico, fuori da ogni regola. Nel cast ci sono molti attori giovani… In scena c’è gran parte della compagnia giovane, io sono il veterano. Per fortuna il teatro cancella età e ruoli. L’incontro con i ragazzi è stato formativo: loro hanno portato un’energia nuova, che per me è stata un motore di vita straordinario, io ho suggerito loro qualche trucco tecnico. Interpretare i personaggi di Shakespeare è una bella sfida, un appuntamento importante per qualsiasi attore. Secondo lei, perché Shakespeare continua ad affascinare ancora oggi? È uno dei più grandi poeti della storia dell’umanità, nelle sue parole c’è qualcosa di magico. Con le sue commedie ci fa venire voglia di essere persone migliori. Attore e regista teatrale, ha iniziato la sua attività mentre frequentava il Liceo. A partire dagli anni 90’ si dedica totalmente alla professione di attore, lavorando con i maggiori teatri italiani, dal Piccolo Teatro di Milano al Teatro di Genova, in cui è stato protagonista di più di 60 spettacoli spesso rappresentati in tutto il mondo.

TEATRO STABILE DEL VENETO SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di William Shakespeare versione italiana e regia Giorgio Sangati; con Luciano Roman, Valerio Mazzucato e con Maria Anolfo, Giulia Briata, Riccardo Bucci, Elena Ferri, Riccardo Gamba, Gaia Magni, Marco Sartorello, Massimo Scola, Martina Testa, Paolo Tosin specialeteatro

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PRIMI PASSI A TEATRO

intervista a

Roberto Frabetti UN ELEFANTE SI DONDOLAVA domenica 10 aprile ore 17.00

È

la storia di un sogno, di una magia semplice come la fantasia, fatta di oggetti e di colori, che vengono tenuti insieme da una vecchia canzoncina che ha accompagnato l’infanzia di tutti. Intrecci imprevedibili e incontri inaspettati danno vita a storie dove i protagonisti sono elefanti equilibristi, ragni costruttori e molti altri animali. La narrazione è affidata a Roberto Frabetti. Cosa ci si deve aspettare da questo spettacolo? La storia è molto semplice e parte dalla filastrocca dell’elefante che si dondolava sul filo di una ragnatela. Ne nasce un racconto surreale e narrato con molte parole, in linea con l’intento artistico de La Baracca di proporre un teatro narrativo per i piccolissimi. Sembrerà di essere in un sogno in cui convivono diversi animali che ci porterà al piacere di immaginare che tutto quello che vediamo non sia solo 32

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il possibile, ma anche l’impossibile. Lo spettacolo è pensato appositamente per i bambini molto piccoli, è un primo approccio al teatro per chi non ha ancora avuto modo di frequentarlo. È un modo diverso per cercare di entrare a contatto con sempre più bambini e le loro famiglie, per aprire delle porte e per far sì che il teatro diventi uno strumento che consenta di vivere delle belle relazioni insieme. I bambini sono un pubblico tra i più difficili da gestire… Sono un pubblico particolare, bisogna avere un’estrema attenzione nel capire la loro complessità. Loro sono degli insegnanti straordinari per un adulto perché ti raccontano quanto è ricco e complesso un essere umano. Sono anche molto esigenti: se non gli piaci, te lo fanno capire senza problemi. Ho iniziato a fare teatro per bambini a 22 anni e non ho mai smesso. In 45 anni ho fatto spettacoli per tutte le età, dall’infanzia all’adolescenza. È difficile, ma anche talmente bello e appassionante che è un piacere infinito farlo. Io mi ritengo un uomo fortunato ad aver fatto questo lavoro, che è l’espressione della mia vita.

Roberto Frabetti è tra i fondatori de La Baracca, la compagnia di teatro per bambini che gestisce il Testoni Ragazzi, il teatro stabile per l’infanzia e la gioventù di Bologna, di cui è direttore. Per La Baracca è autore, attore, regista e conduttore di laboratori teatrali.

LA BARACCA - TESTONI RAGAZZI UN ELEFANTE SI DONDOLAVA di e con Roberto Frabetti/Gianluigi Marra e Lorenzo Monti regia di Valeria Frabetti oggetti e scenografie di Vanni Braga specialeteatro

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APERTURE BIGLIETTERIA PER INFORMAZIONI E ACQUISTO BIGLIETTI PRESSO IL TEATRO da martedì 26 ottobre a giovedì 25 novembre: martedì, giovedì e sabato 18.00-19.30 da sabato 27 novembre a sabato 18 dicembre: martedì, giovedì e sabato 9.00-12.30 e 17.00-19.30 da martedì 21 dicembre in poi: martedì, giovedì e sabato 18.00-19.30 nei giorni di spettacolo dalle ore 18.00 alle 21.00 (dalle 16.00 alle 17.00 per gli spettacoli pomeridiani) BIGLIETTERIA ONLINE www.vivaticket.com

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