Portogruaro.Net Magazine

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MAGAZINE Oltre Confine

P R I M A V E R A

Attualità

Teglio Veneto tra storia, arte, tradizioni e natura

Hospice Portogruaro: quale futuro per il servizio?

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L’acquolina in bocca L’evoluzione della cucina: internet e tecnologia

In copertina

RIDIAMO LUCE AI TEATRI

La cultura è uno dei settori che ha subito maggiormente gli effetti devastanti della pandemia. Tuttavia, sta dimostrando di non voler arrendersi. Teatri e compagnie, anche nel nostro piccolo, navigano a vista per tornare alla ribalta Stampato in 11.000 copie e distribuito gratuitamente casa per casa a Portogruaro e frazioni

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L’editoriale

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ANNO BISESTO, ANNO FUNESTO

di Vincenzo Zollo

È

COME RECITA UN VECCHIO ADAGIO POPOLARE, È BENE GUARDARE CON SOSPETTO GLI ANNI BISESTILI, PORTANO SEMPRE QUALCHE SORPRESA. E NON POSSIAMO DI CERTO DIRE CHE IL 2020 ABBIA TRADITO LE ASPETTATIVE

tempo di bilanci per un anno, il 2020, che di certo non può essere definito “normale”. «Forse c’era da aspettarselo, prima o poi qualcosa doveva accadere - riferisce un nostro lettore - stavamo correndo, tutti, a più non posso, non si sa bene verso cosa. L’economia, la famiglia, il lavoro, il tempo libero: tutto di fretta, senza aver mai tempo per niente». E non possiamo dire che tutto ciò non sia vero, e che rallentare un po’ non giovi alla nostra vita, ma di certo quel che succede ormai da un anno non può essere ricondotto unicamente a questo, anche se in qualche misura ne è certamente figlio. Di sicuro abbiamo capito che non eravamo preparati. Non siamo stati in grado di comprendere ciò che avveniva, né poi di creare una strategia di comunicazione coordinata che consentisse di informare in maniera univoca ed inequivocabile su come comportarsi, né infine capaci di organizzare un piano di interventi strutturati in grado di supportare cittadini ed imprese in questo tortuoso, e purtroppo non sappiamo ancora quanto lungo, cammino. Abbiamo navigato a vista, ogni giorno qualcuno affermava l’opposto di quanto dichiarato il giorno prima, lasciando spazio all’insinuazione di miti e leggende che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, destabilizzando l’opinione pubblica e creando un clima di tensione ed incertezza verso il futuro. È stata l’ennesima dimostrazione che la razza umana ha la tendenza, e forse direi la capacità (limitata), di guardare solo al breve termine. Ha la memoria corta. E non riesce a vedere più in la del proprio naso. Altrimenti non ci si spiegherebbe come sia possibile continuare a compiere sempre gli stessi errori. E come non si riesca poi a fare programmazione a lungo termine. Siamo in grado di risolvere solo problematiche temporanee, che guardano fino a domani, poi… chi vivrà vedrà. Come sia possibile che la specie che ha conquistato e cambiato il pianeta non abbia tali capacità è davvero inspiegabile. E così oggi ci troviamo, esattamente a 12 mesi dall’avvio dell’era Covid-19, e dal primo lockdown in Italia, non dico come appena cominciato il tutto, ma quasi. A livello scientifico, per fortuna, si è lavorato molto ed i tanto attesi vaccini sono finalmente oggetto di una campagna globale che sicuramente segnerà una svolta decisiva nel regresso della pandemia. Anche se dal punto di vista sanitario, come sottolineano Filippo Palumbo, già Direttore Generale e Capo Dipartimento del Ministero della salute, e Maria Giuseppina La Falce, già Dirigente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in un articolo pubblicato su Quotidiano Sanità, «resta l’interrogativo del perché non si sia operato in funzione di una competenza esclusiva dello Stato (prevista dall’articolo 117), che avrebbe consentito di adottare, con

la potestà regolamentare esclusiva, i decreti del Presidente del Consiglio aventi efficacia vincolante sull’intero territorio nazionale, evitando così quel balletto di avanti e indietro degli amministratori locali nell’adottare ordinanze difformi o più restrittive». A livello sociale ed economico, invece, non troppo bene. Per quanto riguarda il primo, non siamo stati in grado di definire delle politiche di aiuto e supporto alle persone. La chiusura forzata in casa porterà di certo nel lungo periodo ad effetti pesanti sul comportamento e le relazioni interpersonali, soprattutto dei più giovani, ma al momento la cosa sembra non toccarci (lasceremo, a quanto pare, i problemi da risolvere a chi verrà, quando invece intervenendo in questa fase i problemi si potrebbero evitare o perlomeno ridurre). Per quanto riguarda il secondo, ahimè, l’occupazione sul

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PRIMAVERA 2021

territorio, come evidenziato dai dati di Confartigianato Imprese Veneto Orientale, è in stallo (-1%), salvata dal tracollo solo dal blocco dei licenziamenti imposti dal governo e dalla cassa integrazione. Le imprese del commercio, come riferisce in una nota Confcommercio Portogruaro-BibioneCaorle, nel portogruarese hanno perso il 30% del fatturato, percentuale che si alza ancora di qualche punto se guardiamo nello specifico le attività turistiche di Bibione e Caorle. Le misure disposte a sostegno delle ditte risultano purtroppo inadeguate e non sufficientemente inclusive rispetto alla platea di aziende in difficoltà. Per i più superstiziosi, a questo punto, possiamo dire che abbiamo tre anni di tempo per cercare di lavorare al meglio e debellare la piaga del Covid-19, prima dell’arrivo del prossimo anno “bisesto”. Molto c’è da fare!

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Sommario Editoriale Un anno di Covid

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In copertina La situazione dei teatri

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Accadde Oggi 1933: la strage di Gruaro

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Oltre confine Passeggiata a Teglio Veneto

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Attualità L’Hospice di Portogruaro

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Ritorno al futuro Cambiamento e tradizione

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L’acquolina in bocca L’evoluzione in cucina

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Giocherellando Cruciverba e crucipuzzle

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Portogruaro.Net Magazine Supplemento a: www.Portogruaro.Net del 29/03/2021 Reg. Trib. di Venezia - n. 10 del 05/05/2006 Direzione e Redazione: Borgo San Gottardo, 55 - 30026 Portogruaro (VE) Tel. e Fax 0421 280444 Email: magazine@portogruaro.net Direttore Responsabile: Vincenzo Zollo In redazione: Maurizio Conti, Vito Digiorgio, Mariangela Flaborea, Gloria Morettin, Andrea Rubin “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento.

PORTOGRUARO - Viale Matteotti, 9 - Tel. 0421 274833 - Fax 0421 390280 FOSSALTA DI PORTOGRUARO - Viale Marzotto, 30 - Tel. 0421 274833 - Fax 0421 390280 CONCORDIA SAGITTARIA - Via Gramsci, 28/e - Tel. 0421 274833 - Fax 0421 390280 LUGUGNANA DI PORTOGRUARO - Via Vescovado, 56 - Tel. 0421 274833 - Fax 0421 390280 CINTO CAOMAGGIORE - Via Roma, 104 - Tel. e Fax 0421 209406

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In copertina

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PRIMAVERA 2021

Teatri e attori messi da pARTE CULTURA E COVID NON VANNO D’ACCORDO. LA PANDEMIA NON DA SEGNALI DI TREGUA, MENTRE IL MONDO DEL TEATRO CERCA DI RESISTERE AGLI ATTACCHI. COM’È LA SITUAZIONE NEL PORTOGRUARESE?

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l teatro è una rappresentazione dal vivo di alcuni attori per un pubblico. È un’arte complessa caratterizzata dal bisogno di spazi per la messinscena e per gli spettatori, di tempo, di strumenti, di idee, ma soprattutto di persone. Ecco perché, in tempi di pandemia, il teatro è stato visto come una forma di “assembramento”, divenendo una delle vittime sacrificali del Coronavirus. Il debutto tanto atteso, lo spettacolo regalato per il compleanno ad una persona cara, il ruolo che rende felici quando si è sul palco: tutto sospeso a “data da destinarsi” per questa pandemia che non dà certezze sulla sua fine. Una luce in fondo al tunnel era stata intravista ad inizio anno quando il ministro della Cultura Dario Franceschini aveva annunciato possibili aperture per teatri e cinema, in zona gialla, dal 27 marzo, Giornata mondiale del teatro. Il Governo Draghi aveva regalato una piccola iniezione di fiducia al settore, rivelatasi poi un fuoco di paglia. Da quanto previsto dal Dpcm di fine febbraio, infatti, in vigore almeno fino al 6 aprile, ovvero dopo Pasqua, non ci sarà la possibilità di rialzare il sipario. Il mondo dello spettacolo, già in ginocchio, deve far fronte ad un ulteriore stop forzato. Una continuazione del già prolungato periodo che ha dovuto affrontare da marzo 2020. I problemi legati al settore dell'intrattenimento dal vivo sono diversi e hanno coinvolto molte figure tra attori, musicisti, danzatori, scenografi, costumisti e tecnici vari. Non sono mancate infatti le mobilitazioni. Dopo gli appelli di Culturae Italiae e di Agis, anche Unita, l’Unione nazionale di interpreti dell’audiovisivo, teatro e spettacoli dal vivo, ha inviato il proprio messaggio, condiviso poi da molti attori. “Non siamo tempo libero. Siamo lavoro e molto di più - si legge nella nota -. Non condividiamo le decisioni prese su cinema e teatri, e non da oggi. Come intendete sostenere i lavoratori? Perché non ci ascoltate, rispondendo alla nostra richiesta di un incontro?”. Dopo un

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anno in cui gli aiuti dal Governo sono stati pochi e insufficienti, l’approvazione del Decreto Sostegni 2021, che destina un miliardo di euro per la cultura, è una buona notizia. È prevista, infatti, un’indennità straordinaria di 2.400 euro per tutti i lavoratori dello spettacolo che hanno svolto regolarmente sette giornate lavorative e che attestano un reddito inferiore a 35.000 euro. Saranno interessati anche coloro che, con almeno trenta giornate lavorative, hanno un reddito inferiore ai 75.000 euro, a differenza delle precedenti erogazioni in cui il reddito massimo ammesso a contributo non doveva superare i 50.000 euro. La speranza è che la scia positiva di questi aiuti porti verso la strada di una, anche minima, ripresa del settore che non vede sconti da parte del Coronavirus in tutta Italia. Nel Portogruarese, la cultura ha sempre avuto un ruolo rilevante. Spettacoli e concerti hanno animato i teatri “L. Russolo” di Portogruaro e il “R. Pascutto” di San Stino di Livenza e la loro mancanza si fa sempre più sentire. In questo periodo di pandemia, entrambi i teatri hanno fatto diversi tentativi per riprogrammare gli spettacoli sospesi della stagione teatrale 2019/2020, ma il prolungarsi di questo clima di incertezza ha spinto il Teatro “L. Russolo” ad annullare definitivamente gli eventi. Questa decisione, però, non è ancora stata presa dal teatro sanstinese. “Vogliamo recuperare gli spettacoli sospesi, programmati con Arteven - afferma l’assessore alla Cultura, Rita Fanton -, sono già stati ripianificati tre volte, ma vogliamo attendere il miglioramento della situazione. Abbiamo diversa carne al fuoco, stiamo lavorando in maniera silenziosa e sotterranea per poi poter tornare ad una quasi normalità”. Per colmare questo vuoto, Arteven, circuito teatrale regionale veneto, ha pensato al progetto “Schiusi” che ha riaperto le porte di alcuni luoghi di cultura e spettacolo per girare dei video volti a far conosce-


In copertina re le loro storie e le loro particolarità, con la partecipazione di attori e danzatori. Protagonista dell’iniziativa a fine gennaio è stato anche il teatro “L. Russolo”, presentato e raccontato dal sindaco di Portogruaro, Florio Favero, dall’attrice Giuliana De Sio e da Paolo Pellarin, allora presidente della Fondazione Musicale Santa Cecilia. C’è stata anche l’iniziativa “Facciamo luce sul teatro”, organizzata da Unita, alla quale hanno partecipato sia il “Russolo” che il “Pascutto” illuminando e tenendo aperti i propri edifici per chiedere che si torni a parlare di teatro e di spettacolo dal vivo e che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi.

"Facciamo luce sul teatro" a San Stino

Il mondo del teatro locale In tutti questi mesi gli attori, e in particolare le compagnie teatrali, hanno cercato di reinventarsi, proponendo contenuti su piattaforme diverse, in particolare sui social. Nonostante tutto, riescono a mantenere uno spirito positivo e propositivo che ha salvaguardato la voglia di rilancio, spesso però minacciata dallo spaesamento e dalla mancanza di fiducia nei confronti del sistema. I gruppi di teatranti, professionisti e amatoriali, si sentono privati di un elemento importante che da valore al loro ruolo: il contatto con il pubblico. A confermarlo sono le stesse compagnie del territorio che hanno raccontato a Portogruaro.Net come hanno reagito alle continue battute d’arresto dovute al Coronavirus. “Abbiamo riversato molte delle nostre attività nell’online, a partire dai laboratori per adulti e ragazzi - spiega Massimiliano Bazzana, uno dei fondatori della compagnia teatrale portogruarese Artivarti -. Manteniamo il contatto attraverso la nostra pagina Facebook e il nostro canale YouTube. Il teatro è relazione di corpo e non riuscire ad incontrarsi fisicamente per lavorare è deleterio. Stiamo puntando molto al rapporto con i giovani, organizzando YOLO, ovvero degli incontri in streaming attraverso i quali dar voce all’universo silente dei ragazzi, i quali in questo anno difficile continuano a vivere un castigo senza colpe dettato dalla pandemia, che toglie loro la possibilità di esprimersi e di sperimentarsi nel mondo. Vorremo tanto ampliare l’iniziativa anche a livello nazionale. A maggio, inoltre, Covid permettendo, dovremo debuttare con un nuovo spettacolo sulla tematica del cyberbullismo”. Artivarti, assieme ad altre compagnie professioniste del Veneto, fa parte di RES (REte Spettacolo dal vivo) che sta portando avanti una “campagna” per richiedere alla Regione Veneto più risorse a favore della cultura. “Abbiamo strappato alcune promesse e ricevuto qualche piccolo aiuto - aggiunge Massimiliano Bazzana -, ma non è ancora abbastanza”.

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PRIMAVERA 2021

Giuliana De Sio al Teatro Russolo di Portogruaro La mancanza di contatto, del potersi incontrare è sentita molto anche dall’Associazione Teatrale La Gazza Ladra di Portogruaro. “Già normalmente facevamo fatica a trovarci per le prove, ora è ancora più difficile - afferma il presidente Andrea Vinante -. Non comprendiamo le chiusure dei teatri, nonostante tutti i protocolli di sicurezza attuati. Abbiamo cercato di colmare questo vuoto attraverso le varie piattaforme social, ma non è la stessa cosa, c’è bisogno di presenza, di contatto. In questo momento c’è il rischio di perdere il rapporto con il pubblico, tutti gli stimoli, ma anche alcuni componenti della compagnia,

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soprattutto quelli meno legati ai progetti. Non credo che il nostro settore ripartirà di punto in bianco: auspichiamo che nella ripresa ci siano delle agevolazioni per l’utilizzo degli spazi da parte dell’Amministrazione comunale”. Si sentono privati della propria valvola di sfogo e della possibilità di veicolare la propria passione per quest’arte, invece, i componenti del Laboratorio Teatrale Portogruarese. “Il teatro è un’attività da vivere assieme sul palco - sostiene la presidente e attrice Debora Bassi -. La pandemia, tuttavia, ci ha portati a sfruttare maggiormente i so-

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cial, che in precedenza aggiornavamo in occasione dei nostri spettacoli. Ci siamo incontrati online con costanza per leggere assieme il copione della messinscena che stavamo preparando, mantenendo il contatto tra noi amici e attori. Non abbiamo voluto modificare il nostro repertorio, non abbiamo presentato nulla di nuovo anche perché il nostro ultimo lavoro confezionato è una commedia molto fisica, avrebbe perso la sua efficacia. La formula “online” può suscitare la presenza, può mantenere i contatti, ma non può tradurre il teatro al quale eravamo abituati. Stiamo attendendo il momento più propizio per tornare sul palco, siamo fiduciosi nella campagna vaccinale. Se ci saranno nuove formule per poter riprendere le nostre attività per l’estate, le prenderemo sicuramente in considerazione”. Non demorde neanche la compagnia teatrale La Guantera di Portogruaro. “Non abbiamo mai pensato di mollare - spiega Tina Loprete, attrice e responsabile della comunicazione -, anche se non abbiamo più soddisfazione nell’incontrare il nostro pubblico. In questo periodo non abbiamo potuto preparare niente, abbiamo tentato di trovarci in sicurezza, ma abbiamo dovuto smettere perché non era fattibile. Abbiamo mantenuto il contatto con chi ci segue pubblicando foto e video sulla nostra pagina Facebook e siamo rimasti stupiti dai tanti commenti ricevuti. Tutte le date programmate sono state disdette e posticipate: la speranza è di poter tornare a fare teatro per il nostro territorio”. Per la Compagnia Teatrale La Bottega di Concordia Sagittaria, invece, c’è la speranza di poter celebrare al meglio il 40° anno di attività. “Stiamo programmando i festeggiamenti che ci piacerebbe fare in concomitanza della riapertura del Cinema C dopo i lavori di ristrutturazione - anticipa il regista Filippo Facca -. Se la pandemia ci darà tregua, abbiamo pensato di organizzare una settimana intera di rappresentazioni. Stiamo anche lavorando su tre nuovi progetti da portare in scena: al momento ci limitiamo ai copioni, siamo contrari alle prove online. Tuttavia, aggiorniamo costantemente la nostra pagine Facebook e mensilmente organizziamo la lettura di monologhi tratti dalle nostre rappresentazioni. Quello che facciamo non è teatro, ma un suo surrogato che ci fa tenere in piedi e ci dà visibilità”. Come tutti i gruppi precedenti, naviga a vista anche la compagnia teatrale La Goldoniana di San Stino di Livenza. “Per noi è tutto fermo, ci siamo limitati a pubblicare in rete le nostre commedie - spiega Rita Fanton, componente del sodalizio e assessore alla Cultura -. Non ci possiamo trovare e online si sprecano tante energie, lavorare in presenza è tutt’altra cosa. La ripartenza sarà graduale, ma non possiamo aspettarci il teatro di sempre, impossibile da sostenere, economicamente e socialmente parlando, con un pubblico di cinquanta persone”. Gloria Morettin


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Accadde oggi

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IL CASO DELLA DIFTERITE A GRUARO NELLA PRIMAVERA DEL 1933 LA CITTADINA VIENE SCELTA PER LA SOMMINISTRAZIONE DI UN VACCINO SPERIMENTALE. UNA PAGINA OSCURA DELLA STORIA LOCALE CHE COSTÒ LA VITA A 28 BAMBINI

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tiamo facendo i conti, ormai da più di un anno, con la pandemia da Coronavirus che ha scatenato un’immediata risposta da parte del mondo scientifico internazionale nello sviluppo di un vaccino in grado di indurre l’immunità contro il Covid-19. Grazie alla collaborazione tra industria farmaceutica internazionale e governi si è giunti alla scoperta di vaccini per combattere il virus. A marzo di quest’anno sono 12 i vaccini autorizzati da almeno un’autorità nazionale di regolamentazione per l’uso pubblico. Oltre 300 milioni le dosi iniettate in tutto il mondo. Superato anche il caso AstraZeneca, il vaccino sospeso nei Paesi europei in quanto associato ad eventi avversi nelle somministrazioni. Il 18 marzo è arrivata la pronuncia dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco: “il vaccino è sicuro ed efficace”. Il verdetto ha consentito la ripresa del piano vaccinale, interrotto appunto in attesa del pronunciamento dell’Ema.

gna vaccinale. Ad essere contrari sono anche i parroci della comunità locale, che vengono costretti a convincere la popolazione sulla bontà e affidabilità di questa sperimentazione. In una settimana sono 254 i bambini a cui viene inoculato il vaccino. Il 18 aprile l’ufficiale sanitario comunale riscontra il primo caso avverso, un bimbo colpito agli arti inferiori. Nei giorni successivi si moltiplicano i casi di paralisi. Alcuni bambini vengono ricoverati all’Ospedale di Padova, altri a Portogruaro, ma è troppo tardi, la situazione è drammatica. Si verificano i primi decessi. In tutto sono 28 i

Testimonianze e ricerca storica Le autorità pubbliche cercano di insabbiare le prove cliniche su queste morti. Una vicenda dolorosa per la comunità locale, su cui è calata subito la cortina del silenzio. Sparita la documentazione statale, anche postuma. Così come i documenti relativi alla costruzione di due cappelle, una nel cimitero di Gruaro e una nella località di Bagnara, dove sono riportati i nomi delle vittime. Il libro di Dario Bigattin è riuscito

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La terribile puntura Il tema vaccino ci fa riportare indietro di 88 anni, risalendo ad una pagina di oscura storia locale nota come la “strage di Gruaro”. Corre l’anno 1933, quando le autorità pubbliche decidono di avviare la sperimentazione di un vaccino antidifterite nel Comune di Gruaro. In una settimana vengono vaccinati 254 bambini, di età compresa tra i 13 mesi e gli 8 anni. Dopo alcuni giorni iniziano le segnalazioni dei primi casi avversi. La situazione presto precipita. Saranno 28 i bambini ad andare incontro alla morte, senza contare i diversi casi di danni neurologi permanenti. Ad inoltrarsi tra le pieghe di questa vicenda è stato lo studioso di storia locale Dario Bigattin che nel 2014, dopo avere raccolto testimonianze dei parenti delle vittime e scavato il difficile terreno della documentazione storica, ha pubblicato La maledetta puntura del 1933. Questi i fatti. Il 3 dicembre 1932 il prefetto Giovanni Battista Bianchetti invita il podestà Adami a predisporre una vaccinazione contro la difterite per i bambini di Gruaro. Decisione motivata con il continuo diffondersi di casi di questa malattia che provoca problemi alle vie respiratorie. Betti Bettino, allora ufficiale sanitario del Comune, tenta di opporsi alla decisione riferendo al podestà che negli ultimi anni si erano verificati solamente due casi, peraltro regolarmente denunciati all’autorità sanitaria. Il 10 gennaio del 1933 il prefetto riferisce che la vaccinazione è da considerarsi misura profilattica, imponendo dal 20 marzo la campa-

bambini che perdono la vita.

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nell’impresa di ricostruire il contesto di lontananza e marginalità di Gruaro in cui il regime fascista ha potuto operare la somministrazione del vaccino contro la difterite. I riflettori sulla strage di Gruaro si riaccendono nel 2008 a seguito dell’intervento sulle pagine del Gazzettino da parte di Adamo Gasparotto di Spinea, uno dei sopravvissuti alla vaccinazione del 1933. Una testimonianza con l’obiettivo di non dimenticare, scritta in occasione dei casi di meningite avvenuti nel trevigiano. In un’altra letteratestimonianza, inviata nel settembre 2013 al sindaco di Gruaro, Adamo Gasparotto ricorda i racconti della madre che parlano di autorità salite a Gruaro per fare sparire ogni traccia del vaccino. Questa la causa dell’alto numero di vittime: un contenitore di siero proveniente dal laboratorio di Napoli non era stato fatto bollire e a Gruaro erano arrivate dosi di vaccino vivo, una sostanza letale. Un errore generato da cattiva gestione, dunque. Ma il cesello dell’indagine storica cerca di approfondire ulteriormente. Gianni Strasiotto, studioso di storia locale, ex sindaco di Pravisdomini, in una ricerca sulla storia della diocesi di Concordia, conferma come Gruaro assieme a Cavarzere, altra piccola località del Veneto, fosse stata scelta dal regime per la sperimentazione del vaccino. “Così ci hanno utilizzati, come cavie umane. Un atto mostruoso!” tuona Gasparotto nella lettera aperta al sindaco di Gruaro. Della vicenda si è occupato un altro storico locale, Ariego Rizzetto. “Tale comunque fu il dolore non solo dei famigliari ma di tutta la cittadinanza che, quando nel 1941 la vaccinazione divenne obbligatoria per legge - scrive lo storico nel libro Gruaro: venti secoli di storia - nessuna famiglia di Gruaro, nonostante le rassicurazioni del dott. Amedeo Pellegrini, dei parroci e delle maestre, volle che i propri figli vi si sottoponessero”. La strage di Gruaro è diventata subito memoria condivisa. A seguito della pubblicazione dello storico Dario Bigattin, sui tragici fatti si è acceso l’interesse di Lucia Pellegrin, ricercatrice e regista della Compagnia Teatrale La Lanterna, che ha ricavato una stesura teatrale andata in scena con grande successo nel 2015 di fronte al pubblico gruarese e poi al Teatro Russolo di Portogruaro. La piazza di Gruaro, nella pièce, diviene il luogo del confronto, dei dubbi, delle mezze verità su una tragedia che non possiamo dimenticare. D.V.


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UNA PASSEGGIATA TRA TEGLIO VENETO E CINTELLO

PASSEGGIANDO PER TEGLIO VENETO HO SCOPERTO UN COMUNE RICCO DI STORIA, ARTE, TRADIZIONI E NATURA stico e di significativo valore storico per il Comune.

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l nome stesso della località ci riporta indietro nei secoli: l’etimologia si rifà alla pianta del tiglio (tilia), albero un tempo diffuso nei boschi nella nostra pianura, che probabilmente ha suggerito anche il nome del grande fiume che attraversava un tempo questo territorio, il Tagliamento. Le fonti latine citano infatti due tracciati antichi del fiume alpino, il Tiliaventum Minus e il Tiliaventum Maius, proprio il maggiore scorreva in territorio tegliese. Il nucleo originario del centro storico di Teglio Veneto, curato e raccolto, si snoda lungo la Lugugnana, roggia che scorre anche tra le due chiese principali del paese: l’antico oratorio di S. Antonio Abate e la parrocchiale ottocentesca intitolata a San Giorgio Martire, patrono locale. Consacrata nel 1896, custodisce all’interno un elaborato altare ligneo in cui è incastonata la seicentesca pala della Vergine del Rosario, commissionata al pittore carnico Osvaldo Gortanutti dalla locale omonima Confraternita. L’Oratorio di Sant’Antonio, attestato già nel XIII secolo, presenta un atrio porticato presso il quale si riunivano in assemblea i capifamiglia del paese. Per ammirare il fianco destro dell’Oratorio, caratterizzato da una raffinata decorazione ad archetti sotto gronda, ho imboccato via Parz e sulla destra ho potuto riconoscere Villa Brezzi Dell’Anna, imponente ed elegante architettura che evoca la presenza veneziana in terraferma. Continuando su quella via che ad un certo punto diviene sterrata, ho raggiunto i “Prati delle Pars”, appezzamenti che nei secoli passati furono ad uso collettivo della comunità di Teglio: oggi è un’area di pregio naturali-

Ritornata in centro, osservando Villa Rais dalla cancellata, mi sono ricordata che qui abitò Augusto Marin, zio di Ippolito Nievo. Pensando, quindi, alle giornate che lo scrittore trascorse nella villa dei parenti a correggere le sue opere, ho ripreso la passeggiata in direzione della frazione di Cintello.

Passando tra il campo sportivo e il cimitero mi è venuto in mente che proprio nel sito dell’attuale camposanto si trovava la chiesa originaria del paese, di probabile fondazione medievale, circondata dalle antiche sepolture. L’edificio fu demolito nel 1886, in quanto era iniziata da qualche anno la costruzione della nuova parrocchiale in centro, e soltanto il cimitero rimane oggi ad attestare la valenza storica del sito e a mantenerne la continuità. Attraverso la Ferrata, e … raggiungo

Cintello. Nel cuore del piccolo centro, sulla sponda sinistra del fiume Lemene, si erge la storica chiesa di San Giovanni Evangelista. La struttura in mattoni, elegante nella sua essenzialità, ne rivela l’origine medievale. Qualche decennio fa, su una delle pareti interne, è stato recuperato e restaurato un interessante affresco di epoca romanica con raffigurati i Patriarchi, San Cristoforo e la scena del bacio di Giuda. In chiesa si custodiscono anche pregiate sculture lignee cinquecentesche. Dopo aver fatto una sosta sull’argine del Lemene, che qui, nascosto dalla fitta vegetazione di sponda, scorre tra campi ancora delimitati da fossi e siepi, riprendo la passeggiata per raggiungere la piccola chiesa di S. Antonio da Padova, ultima tappa del mio itinerario. L’antico capitello, ampliato nei primi anni del Novecento e ben visibile dalla strada statale, era originariamente intitolato a Sant’Urbano.

Venezia Orientale un territorio da scoprire visite guidate, escursioni e laboratori all’insegna di arte e natura APPUNTAMENTI FISSI Mercato a Portogruaro tutti i giovedì ore 9.30 Mercato a Concordia Sagittaria tutti i lunedì ore 9.30 Visita al Cortino del Castello di Fratta tutti i giorni, su richiesta Visita a San Vito al Tagliamento e Villa Manin tutti i giorni, su richiesta Visita in Cantina tutti i giorni, su richiesta Con aperitivo o degustazione Visita in salumificio tutti i giorni, su richiesta con degustazione o pasto

CALENDARIO Dal 5 aprile al 23 maggio: Concordia-Portogruaro Tour in barca e bici, ore 15.00

Ma Teglio è ricordato anche per essere il paese del “Palio dei mussi” poi “Palio Tegliese”, un’iniziativa che veniva organizzata per mantenere viva la memoria di tradizioni e costumi propri della comunità del paese, legati in particolare al mondo contadino.

18 aprile: Sesto al Reghena Passeggiata naturalistica, ore 14.30 24 aprile: Fossalta di Portogruaro Le praterie vallive, ore 14.30 9 e 16 maggio: Concordia-Caorle Crociera fluviale, ore 9.30 29 maggio: Villanova Santa Margherita tra vino e storia, ore 14.30 20 giugno: Fossalta di Portogruaro Visita e laboratorio, ore 14.30

PER INFO, COSTI E PRENOTAZIONI

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Osservo che nella segnaletica stradale Teglio Veneto è citato quale “paese della poesia”, questo perché viene organizzata una manifestazione culturale che propone iniziative ed eventi dedicati alla poesia, alla letteratura, alla musica, al teatro e alle arti in genere.

Infopoint: Cortino del Castello di Fratta • Via Castello, 1 – loc. Fratta Fossalta di Portogruaro (VE) • Tel. 0421 248 248 • Email info@tvo.srl

MEMBRO DI

Rientrando ripenso a tutto ciò che ho scoperto e ammirato oggi a Teglio: ho esplorato un altro “pezzo” di questa nostra terra di confine, tra Veneto Orientale e Friuli Venezia Giulia, da raccontare in una visita guidata che sarà programmata prossimamente. Mariangela Flaborea


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Attualità

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IN DISCUSSIONE IL FUTURO DELL’HOSPICE FORZE POLITICHE E COMITATI PORTOGRUARESI SI SONO MOBILITATI PER MANTENERE QUESTO IMPORTANTE SERVIZIO

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ono ancora i temi della sanità ad agitare la politica portogruarese. Infatti, dopo le animate discussioni degli anni scorsi sulla possibilità di chiudere il nosocomio della Città del Lemene per realizzare un nuovo grande complesso ospedaliero con San Donà di Piave, oggi a tenere viva l’attenzione è la sorte dell’Hospice situato all’interno dell’I.P.A.B. Residenza per Anziani “Giuseppe Francescon” in Borgo San Gottardo a Portogruaro. Discutere dell’Hospice significa affrontare il tema molto delicato delle cure palliative e del fine vita giacché si tratta di una struttura d’accoglienza e ricovero che ha l’obiettivo di offrire le migliori cure palliative ai pazienti oncologici (e non solo), quando non hanno più la possibilità di essere seguiti dal programma di assistenza domiciliare integrata e specialistica. Diverse sono le posizioni su come gestire il periodo di fine vita, se con cure prestate presso la propria abitazione oppure, appunto, all’interno di un Hospice che a Portogruaro è presente dal gennaio del 2008. “All’interno della nostra struttura spiega Sara Furlanetto, presidente dell’I.P.A.B. “G. Francescon” - il nuovo Hospice è stato inaugurato nell’aprile del 2018 in occasione della ristrutturazione dei quattro piani del padiglione Santo Stefano, iniziata nel 2013 per un costo complessivo dell’intera opera pari a circa quattro milioni di euro”. Un’attività importante quella svolta dalla struttura portogruarese a cui si affianca, all’interno dell’Ulss4 Veneto Orientale, quella dell’I.P.A.B. “Monumento ai Caduti” di San Donà di Piave. Otto infatti gli infermieri presenti a cui si aggiungono sei OSS con otto posti letto a disposizione

dei malati terminali oncologici inviati dall’Unità di cure palliative dell’Ulss4 con cui l’I.P.A.B. “G. Francescon” ha una convenzione in scadenza alla fine di quest’anno. Una struttura quella della “G. Francescon” che ha visto una media del tasso di occupazione dei

posti letto scendere dall’80% del 2008 al 39.48% del 2019 con una durata media dei giorni di ricovero passata da 30 a 15 giorni. Recentemente però il tema della gestione degli Hospice presenti nell’Ulss4 Veneto Orientale è balzato al centro dell’interesse delle forze politiche e della cittadinanza per un progetto regionale mirato a ridurre i posti letto all’interno delle due strutture andando a costruire un nuovo complesso che garantisca il servizio di Hospice in una zona baricentrica che

potrebbe essere Ceggia. Un’ipotesi che subito ha mobilitato sia le forze politiche che i comitati portogruaresi e che ha portato alla nascita di un Comitato formato da: Circolo PD di Portogruaro, Comitato Civico TuttaUnAltraPortogruaro, Associazione Pensionati di Lugugnana OdV, Comitato Salute Bene Primario e Associazine Insieme in Festa. Detto Comitato Promotore ha organizzato una raccolta di firme (oltre 2500 le adesioni) in favore del mantenimento degli attuali posti letto nella struttura portogrua-

rese. I rappresentanti del Comitato hanno poi consegnato la petizione al

sindaco di Portogruaro, Florio Favero, membro peraltro dell’esecutivo della Conferenza dei Sindaci Sanità, che ha garantito l’impegno dell’Amministrazione comunale. “Il tema dell’Hospice - spiega Mario Pizzolitto presidente della Commissione Servizi Sociali - Socio Sanitari, Solidarietà, Istruzione Pari Opportunità del Comune di Portogruaro - è al centro dell’attenzione non solo dell’Azienda sanitaria, ma soprattutto della cittadinanza rappresentata dal Consiglio comunale, dalla Giunta e ovviamente dal nostro sindaco Florio Favero che si sta battendo affinché si possa mantenere l’Hospice a Portogruaro. Per una serie di ragioni – continua il dottor Pizzolitto -, tra le quali la difficoltà da parte delle RSA, dove attualmente è ubicato l’Hospice, di sostenere spese non compensate da entrate e convenzioni nonché il pericolo di contagi per i malati terminali in un periodo di alto rischio di entrata del virus tra gli ospiti delle stesse Residenze attigue, la Regione Veneto aveva indirizzato l’Azienda Sanitaria alla realizzazione di un Hospice unico per il Veneto Orientale. La nostra Azienda conseguentemente aveva deciso, con delibera, di avviare “una indagine di mercato” al fine di individuare una location baricentrica tra Portogruaro e San Donà di Piave a gestione diretta della Ulss4 stessa. Nella Conferenza dei Sindaci si sta tuttora discutendo per presentare alla Regione un documento volto al mantenimento dell’Hospice in entrambe le città di Portogruaro e San Donà, tenendo anche presente la possibilità di ubicare i posti letto per i malati terminali negli ospedali di comunità che sorgeranno in entrambe i centri: presso la RSA “G. Francescon” per Portogruaro e la “Monumento ai Caduti” di San Donà di Piave. Per il momento quindi l’iter Regionale ha subito uno stop”. Maurizio Conti


Ritorno al futuro

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IL CAMBIAMENTO MANTIENE VIVA LA TRADIZIONE LA TAGLIATELLA E LA PASTA E FASOI: LE SPECIALITÀ GASTRONOMICHE CHE CI SVELANO IL VALORE DEL SAPERE NON CODIFICABILE E L’INVENZIONE DELLA “TRADIZIONE”.

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al 1889, al Bureau International des Poids et Mesures di Sèvres, vicino a Parigi, è conservata una barra di platino iridio che definiva esattamente il metro, l’unità di misura della lunghezza. Presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, invece, è conservata una “tagliatella” in oro con le sue misure, manco a dirlo, “auree”: 8 millimetri di larghezza (pari alla 12.270^ parte della Torre degli Asinelli) equivalenti a circa 7 mm da cruda. È la Confraternita del Tortellino e l’Accademia Italiana della Cucina a depositare, il 16 aprile 1972, la ricetta e le misure della vera Tagliatella di Bologna. “La nostra tagliatella ha una larghezza di 8mm. Abbiamo una macchina che impasta ma poi la passiamo manualmente attraverso dei rulli per ottenere uno spessore non standard” ci dice Stefano Re, proprietario del pastificio La Fattoria del Re con sede a Fossalta di Portogruaro. Lo spessore, infatti, non è stato codificato nemmeno negli atti depositati. Il pastificio fossaltese nasce nel 2015 e produce in modo artigianale sia pasta lunga che pasta ripiena: dalle tagliatelle alle fettuccine fino ai tortellini e ai piatti pronti, sempre nel rispetto della “tradizione”. Si tratta di prodotti che hanno trovato riscontro tra i consumatori, in particolar modo nel circuito dei mercati promossi dall’iniziativa Campagna Amica di Coldiretti, ma, soprattutto, che hanno trovato anche nuovi spazi di commercializzazione. “Durante la pandemia abbiamo incontrato qualche difficoltà quando sono stati sospesi i mercati - conferma Re -, ma abbiamo accettato la sfida di provare a vendere i nostri prodotti online e, nel periodo marzo-maggio 2020, abbiamo avuto notevoli prenotazioni e ordini dall’e-commerce”. Tra i prodotti più apprezzati, manco a dirlo, la tagliatella. In Veneto, la tagliatella è la protagonista di un piatto tipico della cucina regionale: la pasta e fagioli (pasta e fasoi). Un piatto spesso associato alla cucina povera ma benefico anche per la salute. E la pasta e fasoi, insieme alla ricetta della tagliatella, è un ottimo esempio di sistematizzazione ex post della memoria. Nella storia delle ricette, infatti, si cela uno spaccato della società, a partire proprio dalla memoria della cucina contadina. Lo svela il recente libro di Luca Cesari, Storia del-

la pasta in dieci piatti (Il Saggiatore). Al momento dell’unificazione dell’Italia (sono ricorsi recentemente i 160 anni) – ricorda Cesari nel suo libro - c’erano zone molto depresse in cui le persone vivevano in condizioni disumane, per il mondo occidentale. Solo all’indomani del secondo conflitto mondiale, con il piano Marshall, avvenne una rapida transizione dell’economia da agricola a industriale e si sentì la necessità

di preservare, spesso in modo fantasioso e antistorico, la memoria, la storia e la gastronomia antica, quella di un mondo che si stava velocemente dissolvendo. È in questo periodo che nascono le accademie, il mito della cucina contadina e la codifica delle ricette. Verso gli anni ’60 si sente l’esigenza di fissare dei canoni assoluti e si codificano quelle che vengono definite “le vere ricette tradizionali”. Già

nel 1891, tuttavia, a sistematizzare e codificare la ricetta della tagliatella era arrivato, come già in altri casi, Pellegrino Artusi nel suo capolavoro La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891). Il titolo dell’opera è perlomeno curioso: cosa c’entra il sapere scientifico con la gastronomia? Molto. Artusi non è uno scienziato ma ammira e frequenta alcuni scienziati dell’epoca e il clima di entusiasmo e fascinazione per la scienza forgia addirittura il titolo del suo libro. Dopo un esordio stentato diventa un successo clamoroso, tuttora ristampato e tradotto in tutto il mondo tanto da far definire l’autore forlimpopolese “padre della cucina moderna”. In questa storia, al di là dell’interesse gastronomico, ci sono numerosi spunti che riguardano la conoscenza e il suo sviluppo, evidenziando il ruolo della conoscenza tacita come suggeriscono le parole stesse di Stefano Re quando descrive la ricetta: “È quella classica: semola e uova con una quantità di acqua che varia rispetto al tasso di umidità. Abbiamo imparato a dosare l’acqua per ottenere l’impasto ideale ma non c’è una quantità determinata. È una nostra conoscenza che ci trasmettiamo in famiglia”. Una conoscenza tacita, difficilmente verbalizzabile, che inevitabilmente, con il susseguirsi delle generazioni e il mutare dei gusti, tende necessariamente a rinnovarsi. Per queste ragioni, le ricostruzioni e reinvenzioni della tradizione (pensate a quante ricette “originali” della pasta e fagioli circolano oggi!) diventano in alcuni casi corpose falsificazioni o, talvolta, vere e proprie “fake news”. La tagliatella, infatti, è stata tradizionalmente preparata dalle massaie di tutto il nord Italia ma è stato necessario un gatekeeper come Artusi e successivamente l’Accademia Italiana della Cucina che con la sua opera e il relativo successo stabilì per primo un punto di riferimento. E poi c’è l’aspetto della tradizione che, come ribadisce molto chiaramente l’opera di Cesari, è sempre e inevitabilmente una reinvenzione con continui conflitti tra “scuole di pensiero”. Alla fine, la storia della pasta raccontata da Cesari ci insegna che l’unica costante della tradizione è il cambiamento. Andrea Rubin


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L’acquolina in bocca

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UN CLICK E IL PIATTO È PRONTO LA TECNOLOGIA IRROMPE IN CUCINA CON RICETTE SUGGERITE IN TV E NEI SOCIAL, MA LA CONOSCENZA E LA PASSIONE PER IL CIBO SONO BEN ALTRO

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hi non ricorda la ricetta che la nonna conserva nella credenza della cucina? Un foglietto ingiallito o un quaderno scritto con una calligrafia impeccabile. Questa tradizione scritta che sopravvive sicuramente in alcune famiglie sembra un ricordo sempre più lontano nel tempo. Dai tutorial ai corsi su YouTube la fonte di ispirazione in cucina si alimenta dell’etere social che ci circonda. La tecnica, nel senso etimologico del termine, ovvero il “saper fare”, la manualità e l’acquisizione di conoscenze trasmesse dalla tradizione, è accompagnata oggi dall’ingresso della tecnologia in cucina, un supporto sempre più consistente. Ma come si è evoluta recentemente questa attività che si svolge tra le mura domestiche?

Una cucina facile e veloce Preparare piatti in cucina, si sa, richiede molto tempo. Reperire le materie prime, elaborare gli ingredienti e cuocere sono attività che impegnano per qualche ora al giorno. Il recente lockdown stabilito a contrasto della pandemia ha portato molte persone a riscoprire diverse attività, tra cui la cucina. Ma vuoi la pigrizia, vuoi la mancanza di tempo, ci si affida comunque alla tecnologia. I robot da cucina, ad esempio, sono un efficiente alleato per ottenere un ottimo risultato senza faticare troppo. Diversi sono i modelli in commercio, tutto dipende dalle proprie esigenze e dal risultato che si vuole ottenere. Il robot multifunzione (o food processor) è il classico elettrodomestico dotato di accessori per tritare, mixare, montare, emulsionare. A caratterizzare il robot da cucina vero e proprio è la funzione della cottura, con le sue declinazioni che permettono di friggere, bollire, stufare. Infine, ci sono i robot che consentono di preparare impasti per dolci, pasta, pane e pizza.

novazione, alimentate da programmi tv e canali dedicati. “Creatività e tradizione - continua Alessandra - corrono su binari paralleli, ma ben distinti, meglio non confonderli”. E sull’approdo della tecnologia in cucina? “Il connubio tecnologia-cucina - sostiene - è sicuramente molto utile sui lavori di grandi quantità, ad esempio in un’attività ristorativa è possibile abbattere i costi del personale qualificato con l’impiego di forni e attrezzature. La tradizione si basa sulle lunghe cotture e personalmente non approvo l’alta tecnologia in cucina. Questo perché la

tecnologia non può sostituire il fluido dell’amore del cuoco, la pressione tattile sulla materia”. Sul Bimby il responso non può che essere negativo. “Il fatto di avere poco tempo a disposizione per cucinare è spesso una scusa - conclude -. Il robot da cucina è utilizzato da chi non ha grandi capacità e vuole ottenere un buon risultato”. Anche se quella di promuovere ricette è un’attività a livello ludico, emerge la componente divulgativa e il riscontro di pubblico è importante. “Come tutte le attività - ammonisce Alessandra - è necessario farsi pubblicità. Ma in que-

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Contano amore e passione La ricetta della maionese vegana. Come tagliare correttamente le verdure. Una crostata con frolla Milano e confettura di fragole. Il pesto fatto con il pistacchio di Bronte. Piatti della tradizione italiana e ricette venete. Consigli per ottenere deliziosi piatti. A fornirli sui canali social ai propri seguaci è Alessandra Buzzi, cuoca di Gruaro. “Si tratta di un’attività che faccio a scopo ludico - ci spiega - per promuovere il fai da te ed elargire consigli di buona cucina”. L’abilità in questo ambito è legata all’acquisizione di una serie di tecniche. Ma oggi vengono legittimate anche fantasia e in-

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sto ambito per apprezzarti la gente deve conoscerti e avere già mangiato bene”.

La parola allo chef Abbiamo visto come negli ultimi anni la tecnologia sia entrata prepotentemente nello scenario della cucina domestica. Di pari passo con l’evoluzione tecnologica in ambito professionale. Tanto da fare ritenere a qualcuno che il confine tra cucina professionale e cucina casalinga si stia assottigliando sempre più. A fornirci un quadro della situazione è lo Chef Michele dell’Agriturismo Noiari di Summaga di Portogruaro. “A livello di tecnologia - ci spiega Michele, che da anni lavora nel settore - la cucina è molto più agevolata. Si sono diffusi strumenti che aiutano ad organizzare il lavoro in modo più efficiente e a risparmiare tempo. Bisogna ovviamente sapere utilizzare questi attrezzi, avere le conoscenze tecniche adeguate”. Parliamo di soft cooking, ovvero di cottura a basse temperature, procedimento che consente di preparare cibi ad una temperatura uniforme ottenendo un risultato sicuramente superiore. “Questa tecnica - continua lo chef - è molto diffusa anche a livello domestico tramite l’utilizzo di forni che hanno la funzione di cottura a basse temperature. L’asticella tecnologica si è alzata sempre più garantendo un salto di qualità anche nella cucina casalinga”. Dal microonde al frullatore ad immersione, che hanno innovato la nostra cucina, fino ad arrivare all’abbattitore di temperature domestico e al Bimby. Strumento, quest’ultimo, che lo chef Michele definisce “perfetto per una famiglia” ma anche nei ristoranti stellati dove trova ampio uso. La mano dello chef, la sua creatività, sono però insostituibili. “Conta la capacità di saper scegliere i prodotti, in base alla qualità e alla loro stagionalità, e la loro presentazione”. In quest’ottica, la televisione, con i suoi programmi dedicati alla cucina ha avuto un impatto notevole. “Il cliente finale è più esigente - ci spiega -, si aspetta un piatto con una bella presentazione, dove la componente visiva e la decorazione la fanno da padrone”. La cucina è una finestra sul mondo, dove le conoscenze e la tecnica hanno un peso specifico maggiore rispetto alla tecnologia. Per citare il noto chef televisivo Carlo Cracco: “La cucina è come l’iPhone. Puoi limitarti a telefonare o entrare in un modo in cui è tutto facile”. Vito Digiorgio


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I O T O N F O A A N A O O G O R

G E M A N G I C I I E D E T C U

E N O I Z I S O P P A R T N O C

L A L R T O E P I C O O T R E S

A S C U S A O E C S M C A L O S

ORIZZONTALI 1. Lo è il collezionista - 7. Si lascia in garanzia - 11. Gioco con le pedine 15. Movimento tellurico - 16. Mettere in mare la nave - 18. Si contrappone al bonus - 19. Serve per sollevare l’auto - 20. La discesa dei barbari - 21. I modi... dell’educato - 22. Epoca geologica - 23. C’era prima di Mubarak - 24. Omerica figlia di Alcinoo - 26. Chiave 27. Chiave - 29. Li cita il testamento - 30. Ledere fisicamente - 31. Puntare l’arma - 33. Adesso napoletano - 34. Ciliegie asprigne - 36. Ortaggi da minestrone - 37. Centro di montagna - 38. La madre del somaro - 39. Lo sono le spugne - 40. Balia, bambinaia - 42. Tullio, il creatore di Cipputi - 43. Gravemente turbato - 44. Ambito premio svedese - 45. Non osservato, non rispettato - 46. Un’operazione del falegname

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T A E F T C T E S S S C L L P P

O P L O C A Z O R A O A I A A E

N C U A D C A M E H C S Z R S S

E Q I A T I L A N O T I I M C S

I O P M Z O V T I A A D I A F O

F S P I R A T A T L O C C A R R

D O L O R E G G E L G C P P T E

N U R O C I T E O P O U S E R E

P O M P A S I R I O M A G G I O

CRUCIVERBA

Cosa fu inaugurata nel 1886 a Portogruaro?

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C C O N T R A D D I T T O R I O

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VERTICALI 1. Cavità sotto il braccio - 2. Un dono dei re Magi - 3. Comprende la Cina 4. Tele Monte Carlo - 5. Confini d’Olanda - 6. Uscire dal carcere... senza permesso - 7. Creò “Corto Maltese” - 8. Mangiare a Londra - 9. Uno dei San Bernardo - 10. In fondo al bidone - 11. Sconfisse Golia - 12. Pesciolini da antipasto - 13. Ragazza triestina - 14. Ottimo formaggio veneto - 17. Dotate per il volo - 18. Povere, grame - 20. Graziosa, bellina - 21. Assistite dal medico - 23. Regalo natalizio - 25. Si usa per inalazioni - 27. Il killer a ripetizione - 28. Volersi tanto bene - 30. Sfarzo, magnificenza - 32. Piena di collera - 33. La “madre” di Cicerone - 35. Non tutti vengono per nuocere - 36. Cooperativa in breve - 37. Argomento da evitare - 39. Il computer in due lettere - 40. Cifra indefinita - 41. Calciatore d’attacco - 42. Iniziali di Venditti - 43. Ai lati del sentiero - 44. Il simbolo del sodio

CRUCIPUZZLE

Dove si trovavano le carceri di Portogruaro nel 1463?

ACCOPPIATA ALATO ARIDO ASPRO AVARO AVIDO CACAO CALLE CIRCO COLPO COMITATO CONTRADDITTORIO CONTRAPPOSIZIONE COPIA COSMO DISACCORDO DOLORE EPICO EPOCA

FAIDA FIENO FURIA GELATO GIOCO GORILLA GUGLIA IGNAME LATTEO LEGGE LINFA MOTTO OMAGGIO PIETÀ PIRATA POETICO POMPA PULIZIA QUOTA

Troppi dubbi sulla raccolta differenziata?

RACCOLTA REGATA REGIA ROSSO SCACCO SCHEMA SCOPO SCURO SCUSA SOLISTA SOSIA SPADA SPAZIALE SPESSORE TERMICO TONALITÀ TONFO TREND ZECCA

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

S A V O I A

A L O B M A B S R R T R

E R A R I O

V E R S A M E N T O U N

S C A D E N T E

P A R A N C O

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I N T E G R A L I S T A

O O S U I H C D P A T F

R I A A A M I A B T R A

O S L O P S M O A O A C

A S C H I R I O B R A G A L O M A L I T A N O N O N

S S R I S O L U T I V O

I P N O S I A U M L R T N T E L

A M M D A M S P O B A E E E O T

C A M P O E R D A I L N E E D I M

T O T N E M I L P M O C O T I A

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N S T M D E C R E T O I U A S C

Come funziona: Riconosce istantaneamente il prodotto e ti indica dove gettare le singole parti

Ti invia notifiche per ricordarti le giornate di raccolta porta a porta

Contiene le informazioni sui centri di raccolta e sui servizi di

Ti permette di inviare ad segnalazioni con foto e geolocalizzazione Disponibile in 10 lingue:

Info: www.asvo.it

R E T T O B A L T U R A O V I A



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