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www.uduaq.org Pubblicazione a cura dell’UdU - Unione degli Universitari - L'Aquila Via del Gatto 2, c/o Casa delle Associazioni 67100
Quando si dice che gli studenti italiani vivono nell’incertezza, si commette un errore. Noi studenti, infatti, anche a L’Aquila, di certezze ne abbiamo tante. Siamo certi che anche quest’anno dovremo lavorare in nero, perché tanto la borsa di studio, se arriva, lo fa molto, troppo tardi. Siamo certi che avremo bisogno di tanta pazienza quando la mattina, alle 8:15, dovremo sgomitare per prendere un autobus. E, ancora, che qualche mattina saliremo senza biglietto, rischiando una multa perché, in città, i biglietti non si trovano da qualche giorno. Lo studente fuori sede, poi, di certezze ne ha ancora di più. Quando si reca in stazione e trova la biglietteria ferroviaria chiusa, e quella automatica rotta, è certo che dovrà litigare o fingere di piangere con il capo treno per evitare una multa. O magari, al ritorno, sa già che ne avrà di strada da fare a piedi con la valigia carica di sughi e lasagne congelate, visto che la domenica gli autobus non arrivano dappertutto. Ma, del resto, non lo fanno neanche nei giorni feriali… Vedete, il punto non sono le certezze/incertezze di noi studenti. Quelle da rimettere in discussione sono le certezze di chi ci governa. Perchè se al Comune, alla Provincia, alla Regione sono certi che gli studenti universitari non hanno bisogno di nulla, stanno commettono un grave errore. E ancora, se sono convinti che gli studenti universitari siano disposti a vedersi ogni giorno calpestare i propri diritti, non sanno chi hanno di fronte. E allora, sta a noi distruggere le loro di certezze, siamo noi a dover pretendere che le cose cambino davvero, come studenti e come cittadini. Forse “loro”, dovrebbero interrogarsi sul fatto che la copertura provvisoria delle borse di studio è ferma al 30%. La Regione dovrebbe allargare gli spazi di partecipazione e di democrazia,
FOTONOTIZIA: MARCIA DELLA PACE 2007 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Eppure, ancora oggi, alla vigilia del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, centinaia di milioni di persone sono costrette a sopravvivere e spesso a morire senza conoscere il sapore della pace, della libertà, della giustizia e della democrazia. Quest’anno la Marcia ha rivolto l’attenzione a “Tutti i diritti umani per tutti”. Oltre 200.000 partecipanti (150 dall’Aquila) sono partiti da ogni provincia d’Italia alla volta di Perugia, per raggiungere obiettivi concreti, a partire dalla costruzione di una politica nuova e di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. L’appello della Marcia recitava: “I diritti umani sono il nome giuridico dei bisogni vitali delle persone e si propongono come obiettivi concreti della politica da perseguire a tutti i livelli, da quello locale a quello nazionale, europeo e internazionale, dalle nostre città fino all’Onu. Essi sono la bussola legale, politica, morale per fronteggiare la grande crisi planetaria che sta colpendo centinaia di milioni di persone e minaccia la sopravvivenza dell’intera umanità”. L’appello chiede, a tutti, di agire insieme per la pace e i diritti umani. L’UdU c’è e ci sarà. e non ridurre la rappresentanza studentesca, accompagnando questa operazione con lo slogan della riduzione dei costi della politica. Forse all’ Ama dovrebbero interrogarsi su come risolvere i disagi dei propri utenti piuttosto che sfornare slogan, neanche troppo originali, che sortiscono proprio l’effetto contrario. Perché se l’anno scorso eravamo noi studenti a scrivere che
“l’Ama non ci ama” quest’anno scriveremo “L’Ama ci ama, noi la odiamo”. Le prossime settimane saranno le più importanti. Lo scorso anno, con le nostre mobilitazioni siamo riusciti ad ottenere grandi risultati, primo tra tutti il raggiungimento della copertura totale delle borse di studio. Per questo vi invitiamo a partecipare in massa. Perché un
Paese che non mette al centro la formazione e il sapere, un Paese che non offre a tutte e a tutti la possibilità di studiare, un Paese che non cerca di migliorare le condizioni di vita delle persone, un Paese così, noi non lo vogliamo. E questa è un’altra delle nostre certezze. Cristina Palombizio
Articocolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“