Febbraio 2009
Onda anomala FACCIAMOCI SENTIRE. SEMPRE. "...dove si è solo un numero, dove lo studente non è persona: Non c'è peggiore uguaglianza che quella applicata a diseguali" Recitava così una storica frase di Don Lorenzo Milani, uno dei primi promotori in Italia del diritto allo studio. E il suddetto principio è stato il comune denominatore delle molteplici proteste del movimento studentesco dell’Onda nell’autunno appena trascorso. Da tempo la “società” considerava noi studenti relegati in un abulismo “civico” e sociale dal quale sembrava non potesse scorgersi una benché minima reazione. Gli studenti hanno però rotto questi schemi: hanno reagito, hanno protestato e fatto sentire la propria voce per il loro futuro e per l’istruzione pubblica italiana accessibile a tutti. Migliaia di studenti e studentesse hanno protestato in difesa del
diritto allo studio e in difesa dell’ università pubblica, libera e democratica. La legge 133 e l’ultimo bilancio regionale hanno annientato tutti i progressi che fin qui erano stati fatti. Due milioni e 400 mila euro tagliati per il fondo sul diritto allo studio dall’ultimo bilancio regionale e ben 1 miliardo e mezzo di euro di tagli alle università con la legge 133. Non ultima in termini di importanza lo scandaloso art. 66 della Legge 133 che prevede la possibilità di trasformare le facoltà in fondazioni di diritto privato (di fatto la trasformazione da università pubblica a università privata). Ma ecco arrivare, dulcis in fundo, la proposta più vergognosa del ministro Gelmini. Ultima in termini temporali, ma sicuramente prioritaria nella sua gravità. L’Abolizione del valore legale al titolo di studio. Questi sono solo dei numeri che possono far ben capire come “l’assalto” all’ istruzione della
“nostro” Governo sia già iniziato. Anche l’ultimo bilancio universitario ci consegna dati alla mano a dir poco sconfortanti con un inadeguato finanziamento alle strutture a dir poco preoccupante e il rischio, negli anni futuri, dell’ innalzamento della contribuzione studentesca. L’Udu dell’Aquila ha sempre lottato, lotta e lotterà per garantire il diritto allo studio e l’ istruzione pubblica. Tutti noi studenti, prendendo coscienza dei vergognosi “assalti” al sistema di formazione pubblico, dobbiamo lottare per il nostro futuro. Noi non possiamo permettere a questo governo di togliere soldi alla formazione per regalarli alla banche in crisi. Continueremo ad urlarlo: Noi la crisi non la paghiamo! Udu L’Aquila
ALL’INTERN NO E’ ora di svegliarsi
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Bilancio: gioie e dolori
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Libera Chiesa in Libero Stato. Ma dove?
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Continuano le mobilitazioni, difendiamo il valore del titolo di studio
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Un caldo autunno
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Titolo offerta formativa
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Tirocinio, è l’ora di prenderselo. Sul serio.
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Flash dalle facoltà
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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“