Camminiamo Insieme febbraio 2022

Page 1

Camminiamo

Insieme

Dodici Morelli, Bevilacqua, Galeazza e Palata Pepoli FEBBRAIO n. 9• 2022

Comunità senza preti? UNA SFIDA EDITORIALE

da pagina 2

CARITAS E MISSIONI

a pagina 4

FORMAZIONE

da pagina 5

ORATORIO

pagina 9


Camminiamo

editoriale

Insieme

IL COMPITO DELLA COMUNITA’ CRISTIANA DI TRASMETTERE LA FEDE

Iall’epoca nterpretare i segni dei tempi era quello che si diceva spesso del Concilio Vaticano II e negli anni successivi. L’in-

vito era quello d’imparare a leggere gli eventi alla luce della parola di Dio, per capire che cosa il Signore ci chiede nelle circostanze della vita, comprese quelle meno favorevoli. Forse, è giunta l’ora di ricorrere a questo modo di vedere la realtà che abbiamo dinanzi, vale a dire non semplicemente nella sua realtà nuda e cruda, ma come se contenesse qualcosa che Dio ha da dirci, che necessita di un’interpretazione, di uno sguardo diverso. Si potrebbe, allora, leggere in questo modo e cioè, come un segno dei tempi, il calo inesorabile dei preti che, più che una tragedia, è un dono che il Signore ci chiede di accogliere e di capire. Se riuscissimo a vedere questa situazione in questa prospettiva, smetteremmo di piangere e di tirare il collo ai pochi preti superstiti, riusciremmo ad impostare la pastorale in un modo nuovo. In fin dei conti, la comunità è da sempre chiamata a trasmettere la fede e, di conseguenza,

ogni battezzato è in grado di mettersi a servizio della comunità in questo compito. I pochi preti rimasti, allora, invece di tirarsi il collo cercando di fare tutto il possibile per fare in modo che nessuno si accorga della mancanza di personale, dovrebbe iniziare ad attivare percorsi formativi per aiutare i fedeli laici per fare in modo che loro stessi diventino protagonisti dei processi di evangelizzazione. Visite alle famiglie, esequie, benedizioni, predicazioni nelle novene o in varie circostanze, portare la comunione agli ammalati: sono un esempio di alcuni servizi che i laici possono assumere e che, da diverse parti, già stanno facendo. A volte, più che le parole, i discorsi, le analisi, basta un po’ di azione o, come direbbe papa Francesco, l’umiltà di prendere l’iniziativa e partire, affinché gli altri possano vedere ciò che è possibile fare. Noi siamo partiti.

IL TEMPO DEI FIGLI

Don Paolo

INCONTRO GENITORI

QUATTRO PARROCCHIE SABATO 22.1.2022 – ORE 15,30 1 Non fare troppo per i tuoi bambini. Non cercare di riempire la vita dei tuoi figli di decine di attività, anche se ti può sembrare utile per la loro crescita e per ottimizzare il tempo quando sei fuori per lavoro. Allo stesso tempo non riempirli di cose, di oggetti, di giochi con i quali passare il tempo, anche se sono giochi educativi. Se vuoi davvero educare e infondere i tuoi valori nei tuoi bambini, è meglio che passi del tempo con loro facendo attività insieme. Ci vuole pratica, ripetizione e soprattutto dedizione per avere un impatto positivo sullo sviluppo del carattere dei tuoi bambini. Lasciare degli spazi vuoti per stimolare la creatività dei figli. 2 Impara a delegare. Uno dei più grandi sprechi di tempo nella tua famiglia è che tu, come genitore, cerchi di fare tutto. Delega! Ai bambini possono essere assegnate alcune faccende domestiche: se possono camminare e parlare, sono esseri umani capaci. Possono fare i loro letti, raccogliere i loro giochi, aiutarti a caricare la lavastoviglie, buttare nella pattumiera il pannolino che gli hai appena cambiato e con un po’ di inventiva e buon senso puoi coinvolgerli nelle attività quotidiane. Bisogna dar loro fiducia. 3 Stabilisci le priorità. Quando dici sì a un’attività, stai dicendo no a qualcos’altro, perché non puoi fare tutto. Se la tua priorità è quella di trascorrere del tempo di qualità con i tuoi figli, allora dedicare la tua attenzione ad altre attività potrebbe non essere allineato con i tuoi valori. Devi prima decidere quali sono le tue priorità e

incontro formazione catechisti 9 febbraio

cos’ha più valore nella tua vita. Poi, quando ti vengono presentate opportunità che richiedono tempo – e capita più spesso di quanto pensi – puoi essere più preparato per determinare a quali cose vuoi dire sì e quali vuoi rifiutare. Imparare a organizzare le proprie attività quotidiane e a sfruttare bene il tempo è importante anche per i bambini. Andare a scuola, fare i compiti a casa e avere anche tempo per giocare… si può fare tutto con un po’ di pianificazione e se i genitori riescono a insegnare ai bambini che a ogni attività è riservato un momento preciso. Gli orari di mamma e papà condizionano la vita quotidiana dei più piccoli. Quando entrambi lavorano tutto il giorno o quando solo uno dei due può occuparsi della casa, si tende a riempire la vita dei figli di attività. In questo modo si finisce per stravolgere completamente la loro gestione del tempo. Che i bambini saltino da un’attività all’altra, tuttavia, non significa che sappiano sfruttare bene il tempo. È anzi probabile che anche noi, in quanto genitori, non riusciamo a gestirlo al meglio. Eppure, insegnare ai bambini a organizzare il proprio tempo è senz’altro importante, trattandosi di una competenza che farà parte del loro bagaglio educativo. Don Paolo

2


Camminiamo

catechesi

Insieme

LA PRIMA COMUNITÀ CRISTIANA E IL DONO DELLO SPIRITO SANTO In queste lezioni con don Paolo, abbiamo appreso che le prime comunità cristiane erano assidue nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Tutti i credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune, ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane e si aiutavano sempre tra di loro. Dovremmo prendere esempio da loro. Beatrice e Sara Lo Spirito Santo è il Signore che viene dentro di noi, si manifesta sotto il simbolo della colomba e ci consola quando siamo tristi. Lo Spirito Santo ci aiuta a ricordare ciò che Dio ha detto e ci rende capaci di fare quello che Gesù ha fatto. Giulia e Ilaria

MESSA DELLA PAROLA DI DIO 3

visione del film su Don Milani


Camminiamo

carits e missioni

Insieme

Un amico ci parla della missione di Padre Gabriele

Poiché sono in quarantena ho il tempo di ruminare tutto ciò che ho sperimentato in questo viaggio, e mi accorgo sempre più che è stato un pellegrinaggio ad una Chiesa nascente. Fino ad ora si basava su visite d’obbligo per la celebrazione e il rinnovo dei sacramenti (2-3 volte l’anno); adesso c’è lo sforzo di camminare insieme, alla luce, per quanto è possibile, del Vangelo; nello stile di Gesù che andava di villaggio in villaggio, spesso in mezzo agli ammalati, ma sempre in mezzo ai poveri, agli emarginati, ai lebbrosi, ai peccatori, e portando la buona notizia dell’amore di Diopapà. Così anche nella Missione

dell’Amazzonia i nostri Gabriele vanno di comunità in comunità portando il buono che hanno dentro e qualche aiuto per vivere meglio. Allora, nella prima assemblea delle comunità a cui ho partecipato per un giorno, ho visto e sentito il nascere di questo cammino, che lì si faceva comune, che si faceva Chiesa. È appassionante trovarsi in una Chiesa che nasce, anche se le difficoltà sono tante ed il cammino si farà lungo. Sento il bisogno di scrivere queste cose, anche se la quarantena mi costringe a stare chiuso. Grazie molto ai nostri due Gabriele, alla Diocesi di Reggio, ed alle parrocchie che accompagnano. don Eugenio

È AFFONDATA LA BARCA DI PADRE GABRIEL getazione lussureggiante e di tanto in tanto si vedevano spuntare i golfin (delfini d’acqua dolce) e i beloa grossi pesci di colore rosa… poi gli uccelli e i falchi che si dilettavano a procurarsi il cibo in queste acque ricche di pesce e i pescatori che ritiravano le reti dopo averle messe la sera prima. È una vita che accompagna il corso del fiume, con i suoi ritmi e con le sue regole; adesso siamo nella stagione dove il fiume è basso, quindi per arrivare alle comunità bisogna risalire la sponda, questo non sarà così nei mesi di maggio-giugno quando il fiume si alzerà di almeno 5 metri e anche le case che sono sulla sponda, nonostante che siano su palafitte, rischieranno di essere allagate. Mangiamo mentre navighiamo sul fiume, e verso le 15,30 siamo di nuovo a casa, rossi come i peperoni ma direi contenti. don Luigi Gibellini TAPPI – RICICLO - SOLIDARIETÀ

Un caro amico prete e missionario - don Luigi - è stato nel mese di gennaio a trovare padre Gabriele Carlotti, che conosciamo grazie alle sue suggestive lettere, e ha scritto alcune riflessione dalle quali stralciamo questo brano: …Il giorno seguente ci siamo recati al porto per cominciare a caricare le cose necessarie per potere partire venerdì per visitare alcune comunità riberinhe insieme con pe. Gabriel Carlotti e la sorpresa, e che sorpresa, è stata vedere la barca affondata; tutta la parte posteriore era sott’acqua e le cose che erano nella barca galleggiavano dentro la barca. Ho visto Gabriel un po’ spaventato ma non arrabbiato. Quindi con calma abbiamo cominciato a tirare fuori quello che si poteva ma senza successo. Ci si è rivolti alla prefettura (Comune) che con una chiatta e dei sollevatori sono riusciti a rimettere la barca a galla; adesso bisogna vedere come fare per tamponare i buchi e rimettere in moto il motore, sperando che non abbia subito grossi danni. Il programma quindi cambia, non si va più per celebrare ma si va per avvisare le comunità che non ci sarà celebrazione se non il prossimo mese, barca permettendo. Con una barca più piccola con il motore fuori bordo, si parte venerdì mattina, insieme con Moises, il fedele motorista e pe. Gabriel. Ci infiliamo sul fiume Içã, affluente del Rio Solimões, che arriva fino ai confini con la Colombia (358 km) e dopo 3 ore di navigazione arriviamo alla prima comunità, São Vicente. Lasciamo il messaggio e invitiamo all’assemblea che si terrà alla fine del mese a Sant’Antonio do Içã; facciamo così in tutte le comunità, 5 in tutto e poi rientro. Il paesaggio è da urlo, una ve-

4

il riciclo “sostenibile che sostiene”!

Si possono raccogliere i tappi in plastica PET e HDPE utilizzati per: •

bottiglie in plastica di acqua, bibite e succhi di frutta …

creme spalmabili come quelle della cioccolata

tappi penne

contenitori a brick

tubi di colla stick

contenitori in Tetrapack, come quelli del latte

capsule che contengono le sorprese degli ovetti di cioccolato!

• tappi pennarelli •barattoli del caffè • flaconi dei detersivi • tubi della maionese

• dentifricio

I proventi della raccolta sono utilizzati da un’associazione per l’acquisto di materiali per disabili

NB: la raccolta viene fatta nelle parrocchie. I responsabili sono gli incaricati Caritas delle rispettive parrocchie


Camminiamo

caritas e missioni

Insieme

LA SODDISFAZIONE DI SERVIRE CHI HA BISOGNO Nel Gennaio 2018, quando sono diventato pensionato ho deciso di dedicare parte del mio nuovo tempo al volontariato. Infatti, durante il mio ultimo anno di lavoro nella cittadina di S.Matteo della Decima ho conosciuto alcuni volontari della locale Associazione “Centro Assistenza SAN MATTEO” che mi hanno illustrato le loro attività e mi hanno sollecitato, appena avessi potuto, a diventare anch’io un volontario. Visto l’impegno e l’entusiasmo, con cui ogni giorno si mettevano al servizio di persone anziane e/o disabili, ho maturato la decisione di accettare la proposta e di mettermi al servizio di chi ha bisogno. Il “Centro Assistenza SAN MATTEO” di S. Matteo della Decima è una Associazione di Pubblica Assistenza associata ANPAS che si occupa di trasporti sociali e servizi alle persone anziane sole o che non hanno parenti vicini ed ai disabili o persone con difficoltà motorie, tutte con necessità di essere accompagnate presso ospedali, ambulatori, centri medici delle province di Bologna, Modena, Ferrara ed anche in altri luoghi dell’Emilia-Romagna o di regioni limitrofe, per visite mediche, terapie e riabilitazioni. Si effettuano anche servizi di trasporto presso Sedi INPS, INAIL o altre sedi assicurative per pratiche pensionistiche o infortunistiche; l’esecuzione di servizi di trasporto con altri scopi vengono di volta in volta valutati dal Comitato Direttivo dell’Associazione. Il Centro Assistenza è dotato di: - 5 autovetture, di cui 4 allestite per il trasporto di disabili e con carrozzina per gli spostamenti all’interno delle varie strutture di destinazione; - 1 speciale sedia “montascale” per far salire e scendere le scale a persone non in grado di camminare e che abitano in abitazioni prive di ascensore; - 1 magazzino nel quale sono disponibili letti con spondine e con movimenti idraulici, carrozzine, girelli, stampelle, ed altra attrezzatura per persone inferme e/o con difficoltà motorie che vengono prestati per brevi periodi e/o in attesa della fornitura degli stessi da parte della Sanità Pubblica.

L’Associazione non è dotata di ambulanze pertanto sono escluse richieste di Pronto Intervento e/o di trasporto di persone allettate. L’opera del “volontario” consiste nel dedicare qualche ora del mattino o del pomeriggio, due o tre volte la settimana, per guidare le autovetture e/o per accompagnare ed aiutare durante il servizio, anche con l’uso di sedie a rotelle e del montascale, gli assistiti, sia presso le loro abitazioni che negli ospedali, ambulatori ecc..; alle suddette prestazioni va aggiunta anche l’attività d’ufficio eseguita a turno da alcuni volontari, solo alla mattina dal lunedì al sabato, per ricevere ed organizzare le prenotazioni dei servizi e per la gestione amministrativa-contabile. Il “Centro Assistenza SAN MATTEO” è stato fondato con lo scopo di fornire i propri servizi di Pubblica Assistenza ai cittadini di S.Matteo della Decima, ma previa valutazione ed autorizzazione del Comitato Direttivo vengono accettate richieste provenienti dai paesi vicini, in particolar modo da quelli sprovvisti di analogo servizio, e si sostiene economicamente con i contributi devoluti dalla Partecipanza di San Giovanni in Persiceto, con le destinazioni volontarie del 5 x 1000 delle imposte IRPEF, con i contributi delle Tessere Socio Sostenitore, e con le oblazioni di chi usufruisce dei servizi, per i quali non sono state stabilite delle tariffe fisse, ma si accettano offerte libere. Naturalmente il volontario presta la propria opera a titolo totalmente gratuito. Dopo questi 4 anni di servizio, passati con non poche difficoltà ed apprensioni a causa del Covid 19, sono molto soddisfatto ed orgoglioso di far parte di questa Associazione di volontari e di servire chi ha bisogno, tanto che, se per qualche giorno non ricevo chiamate, vado in sede a scambiare qualche parola e nel frattempo qualche cosa da fare arriva sicuramente. Se chi legge queste righe fosse interessato e curioso di provare a fare una nuova esperienza, sappia che c’è sempre bisogno di nuovi “volontari” che possano dedicare qualche ora del proprio tempo per servire chi ha bisogno. Giacomo Tampellini - Palata Pepoli

NOTIZIE DALLA MISSIONE DI SUOR MARIVALDA Nell’ultimo numero del giornale Camminiamo Insieme, nella rubrica L’intervista del mese, suor Marivalda, attualmente a Galeazza, ha parlato degli anni trascorsi nella missione in Brasile. Ci sembra opportuno riportare alcune foto della comunità in cui suor Marivalda ha lavorato per tanti anni e, in modo particolare, del gruppo di collaboratori della pastorale dei bambini che, in Brasile, opera sin dagli anni ’70 del secolo scorso per aiutare le famiglie con bambini piccoli in difficoltà. (red.)

RINGRAZIAMENTO DALLA SVEZIA Caro Paolo, ti preghiamo di ringraziare tutti i tuoi parrocchiani per il vostro generoso contributo che ci avete mandato a sostegno delle nostre attività per la missione ecumenica qui in Svezia. Stiamo proseguendo nella sistemazione della stanza per l’accoglienza di uno dei tanti giovani afgani che sono arrivati qui senza genitori e che si trovano in una situazione di grande incertezza e con il rischio di venire rimpatriati. Dopo che hanno compiuto 18 anni lo stato svedese non dà loro alloggio e dipendono completamente dalla rete dei volontari delle chiese nella quale noi ci siamo inseriti. È importante per noi sentire la vicinanza di amici dall’Italia che ci sostengono in questo percorso di incontro e di dialogo bello ma a volte anche faticoso. Un abbraccio! Laura e Mario

5


Camminiamo

formazione Alla domenica vado a messa

Insieme

Per un cristiano partecipare alla messa della domenica è molto importante, perché è la messa della comunità, ossia è il momento in cui insieme ai nostri familiari, amici e a tutti i presenti, accomunati dalla fede, ci troviamo per accogliere Gesù, ascoltando la sua parola e ricevendo l’Eucaristia. Ma ci siamo mai chiesti come viviamo questo importante incontro? Assistiamo o partecipiamo alla messa? La liturgia attraverso segni, parole, canti, ecc. deve esprimere l’essenza di Gesù e pertanto deve essere molto curata e deve riuscire a coinvolgere i presenti in modo tale che vivano questo momento in modo attivo e significativo. Trovare la chiesa pulita, riscaldata, ornata di fiori, vedere che c’è qualcuno che si occupa dei servizi liturgici, del canto sembrano tutte cose scontate e dovute e invece non è così. Tanti di noi costantemente si danno da fare per garantire tutto ciò, e non ci impegniamo così perché non abbiamo altro da fare, anzi!, ma perché ne percepiamo l’importanza e la necessità. Nella nostra parrocchia da un po’ di tempo si è costituita un’equipe liturgica formata da adulti, giovani e catechisti, che, a turno, ogni domenica animano la messa. Anch’io faccio parte di questa equipe e, nonostante sia faticoso perché siamo in pochi, devo dire che è una grande ricchezza, intanto perché è un’occasione per conoscere e approfondire la parola di Dio ma soprattutto perché si instaura uno spirito di collaborazione, che ti fa sentire veramente parte di una comunità e,

unendo le forze, percepisci che si possono davvero realizzare tante cose. Ognuno di noi in base alle proprie capacità dà il suo contributo: c’è chi scrive l’introduzione, chi le preghiere dei fedeli, chi cerca le persone per i servizi ecc. Questo non vuol dire che tutto fili sempre liscio ma, imparando a confrontarsi, si matura insieme, ci si perdona e si riparte. Concludo dicendo che tutti sono ben accetti a collaborare affinché la nostra comunità cresca nella fede e le nostre liturgie siano veramente espressione dell’amore, della generosità, del perdono che caratterizza Gesù, nostro modello di vita. Balboni Angela

Riflessioni tratte dalle “serate dei martedì sullo studio biblico”

Atti degli Apostoli Cap. 15 “Controversia ad Antiochia” Ne “Gli Atti degli Apostoli”, il capitolo 15 può essere considerato la narrazione del primo Concilio Apostolico della chiesa, diventa lo spartiacque nella narrazione degli Atti degli Apostoli perché permette a Luca di concentrarsi quasi esclusivamente sulla missione di Paolo, e sull’effettiva apertura della ‘porta della fede’ ai pagani (14,27). Il messaggio che Luca vuole trasmettere al lettore attraverso la presentazione dell’assemblea che avviene a Gerusalemme è semplice: la controversia che avrebbe potuto gravemente ostacolare l’avanzata del Vangelo fra i pagani, viene risolta con un compromesso accettabile e saggio, e l’unità delle chiese provenienti dal giudaismo e dal paganesimo viene salvaguardata. Il capitolo tratta una controversia sorta nella comunità cristiana di Antiochia, dove “alcuni venuti dalla Giudea” erano convinti che, per essere salvi, bisognava essere integrati nel popolo di Dio e secondo la loro ottica i pagani dovevano sottoporsi alla circoncisione e alla Legge di Mosè. Paolo e Barnaba si opponevano a questa tesi. Come risolvere il problema della convivenza tra pagano-cristiani e giudeo-cristiani nelle comunità miste? L’interrogativo era rilevante: si può appartenere al popolo di Dio senza osservare le prescrizioni date da Dio al popolo giudaico? Bisogna assolutamente appartenere a Israele per essere salvati? La comunità di Antiochia, è in disaccor-

do e decide di inviare Paolo e Barnaba alla chiesa madre di Gerusalemme per esporre la questione agli apostoli e agli anziani perché prendano una decisione in merito. A Gerusalemme si riunisce l’intera comunità degli apostoli e degli anziani per affrontare la questione, la discussione scaturita sarà risolta solo con l’intervento di Pietro che difende l’operato di Paolo affermando “Dio ha concesso anche a loro lo Spirito Santo come a noi”. Si tratta dell’agire di Dio! Che guarda ai cuori e li purifica con la fede” e di Giacomo che raggiunge un compromesso e ne ricava un’applicazione concreta: il cosiddetto

6

‘Decreto Apostolico’, rinuncia a esigere la circoncisione (sconfessa così i sobillatori), ma esige alcune condizioni dai gentili (pagani) convertiti, perché possano coabitare con i giudei-cristiani: evitare ogni contatto con l’idolatria, rifuggire da ogni lesione del prossimo e da ogni comportamento sessuale disordinato. La decisione finale risolve la controversia, risulta un compromesso accettabile e saggio per tutta la chiesa. Luca utilizza la testimonianza degli apostoli per creare una nuova definizione di ‘popolo di Dio’, basata sulla fede cristiana piuttosto che sull’origine etnica o sull’osservanza rituale. Brunino


Camminiamo

formazione

Insieme

FESTA DELLA PRESENTAZIONE AL TEMPIO DI GESÙ (CANDELORA)

Candelora è il nome con cui è popolarmente nota la festa della Presentazione al Tempio di Gesù (Lc 2,22-40), celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 febbraio. Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi. Nel calendario tridentino la festa era chiamata “Purificazione della Beata Vergine Maria”. La riforma introdotta dal Concilio Vaticano II ha voluto manifestare più chiaramente la centralità della figura di Cristo. La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per essere benedette e tenere fede alla tradizione. Nella tradizione popolare la Candelora è considerata un momento importante di passaggio da una stagione all’altra, sebbene arrivi a inizio febbraio, quando ancora manca circa un mese e mezzo alla primavera. Tuttavia esistono numerosi proverbi relativi al tempo meteorologico della Candelora per cui se nel giorno della Candelora piove o nevica e fa vento, allora l’inverno è ancora lungo, se invece c’è il sole, allora sta per finire.

Mercoledì 2 febbraio, in chiesa a Galeazza, don Paolo ha celebrato la S.Messa per le quattro parrocchie e per le persone che desideravano partecipare, alle ore 16,30. La celebrazione è iniziata con la benedizione delle candele che si trovavano in fondo alla chiesa vicino alla porta centrale, la distribuzione delle stesse alle persone rimaste al loro posto e successiva accensione durante la processione iniziata in fondo alla chiesa e terminata davanti all’altare. Le candele sono rimaste accese fino alla proclamazione del Gloria. La partecipazione è stata buona; i posti erano praticamente quasi tutti occupati, considerando il distanziamento dovuto alla situazione pandemica, in ottemperanza alle disposizioni vigenti anticovid. La messa è stata animata dai partecipanti delle quattro parrocchie e i canti diretti dalle suore di Galeazza. In ambito cristiano, le candele rappresentano in genere la “luce di Dio”, o più precisamente la “luce di Cristo”.

Giovanni Maccaferri

La Chiesa è convocata in Sinodo 2021 - 2023

Di cosa si tratta?

Sinodo. Una parola, un programma. Camminare insieme. Ecco svelato l’arcano. In fin dei conti, come ha detto Papa Francesco “quello che il Signore ci chiede, è di camminare insieme: laici, pastori, Vescovo di Roma. È un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica”. Ecco quindi che il percorso Sinodale passa anche, soprattutto, dalle Parrocchie. Rappresenta un’opportunità ed un esercizio di ascolto e di condivisione dell’esperienza che l’essere Chiesa oggi comporta. Entrando più nello specifico, l’invito che ci viene fatto da Papa Francesco e dai nostri Vescovi è di condividere le nostre esperienze (non le nostre idee) facendo attenzione a dove risuona la voce dello Spirito. L’orizzonte di riferimento è come poter realizzare in modo più pieno quel “camminare insieme”, gareggiando nello stimarci a vicenda, che diventi un annuncio della

7

Buona Notizia nei fatti concreti della nostra vita quotidiana. Lo stile, lo ha delineato ai primi di ottobre il Santo Padre: “quando ascoltiamo con il cuore, l’altro si sente accolto, non giudicato, libero di narrare il proprio vissuto ed il proprio percorso spirituale. Vincendo il veleno della disillusione... facendo germogliare sogni, suscitando profezie e visioni, facendo fiorire speranze, stimolando fiducia, fasciando ferite, intrecciando relazioni, risuscitando un’alba di speranza, imparando l’uno dall’altro, creando un immaginario positivo che illumini le menti riscaldi i cuori e ridoni forza alle mani”. Interpellati dallo Spirito, lasciandogli spazi di fioritura nel nostro cuore, siamo chiamati a rispondere ad alcune domande concrete. Come mi sento accolto nella Chiesa? Quali sono per me “i confini” della nostra Chiesa? Nella mia esperienza di vita ci sono dei momenti particolarmente significativi di gioia o di fatica scaturiti dalla relazione con la comunità? Tentando di rispondere con molta umiltà, saremo già avviati ad un percorso di crescita. Ed aiuteremo la Chiesa a comprendere quali processi possono aiutarla a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione. Far fiorire speranza, far germogliare sogni. Nella Chiesa. In ognuno di noi. Massimiliano Borghi


Camminiamo

formazione

Insieme

LA LITURGIA NELLA VITA DELLA CHIESA GIORNATA DI STUDIO SUL DOCUMENTO

la Chiesa. Una cosa bella è l’idea che Gesù Cristo è venuto in mezzo a tutti. C’è anche il discorso della Chiesa dei primi secoli, che si trovava a leggere le scritture. Le nostre liturgie ci aiutano a raggiungere la conoscenza della verità? La lettura del testo ci ha portato alla considerazione che non abbiamo vissuto e sviluppato pienamente il dono battesimale. Non sempre questo dono viene assimilato. Siamo tornati all’immagine del subire la messa come un processo, più che godere della liturgia come momento edificante per poi predicare ciò che ha cambiato la nostra vita. Non sempre riusciamo a vivere nella liturgia il principio di uguaglianza. C’è il desiderio di educare i fedeli alla partecipazione attiva nella liturgia. C’è un desiderio di attenzione agli specifici cammini di ogni popolo. È il discorso dell’inculturazione. Ci sono dei punti nella SC che lasciano perplessi. Il clero dovrebbe essere formato liturgicamente in modo tale da trasmettere una formazione liturgica in conformità con le indicazioni del Concilio ai fedeli laici. Ci siamo interrogati per capire se la nostra partecipazione alla liturgia ci ha condotto a portare frutti di conversione negli ambienti di vita in cui siamo chiamati a vivere.

SACROSANTUM CONCILIUM (SC) LAVORI DI GRUPPO - SINTESI Necessità di adattare meglio la liturgia alle esigenze attuali. Intento di unire tutti i credenti per rinvigorire la fede. Esigenza di mettere Cristo al centro della vita della comunità. Il rito inteso nei suoi aspetti della liturgia deve essere capito e compreso da tutto il popolo. Importanza della testimonianza del cristiano con l’obiettivo di annunciare il Vangelo. Il Vangelo al centro delle celebrazioni sino ad arrivare al mistero eucaristico. Se la Chiesa diventa la ricerca di condividere i servizi, rischia di perdere importanza il ministro. Concepire la liturgia nella logica del servizio, i fedeli non solo spettatori. Il massimo obiettivo è arrivare alla disposizione d’animo per permettere alla grazia di Dio di lasciar trasformare la vita. Positivo è lo spazio dato al discorso sulla partecipazione liturgica. Il popolo fa fatica ad osservare le leggi. È un documento che in certi punti è ancora troppo legato alla tradizione passata. La liturgia non esaurisce il mistero del-

(redazione)

CONOSCERE IL CONCILIO VATICANO II Per chi come me è nato e vissuto dagli anni ‘70 in avanti dovrebbe aver almeno sentito parlare del documento Sacrosanctum Concilium che è stato firmato il 4/12/1963 durante il Concilio Vaticano II, ma ahimè, io ne ero completamente all’ oscuro quindi non potevo assolutamente perdere un’ennesima occasione che il don mi ha dato per approfondire le mie conoscenze e soddisfare le mie curiosità. Nell’incontro di sabato 12 febbraio parte da un accenno filosofico e da un accenno storico da cui si ricava che, dopo i primi 5 secoli in cui il cammino della Chiesa era stato caratterizzato dal cammino biblico e patristico dei grandi padri della Chiesa, dopo le invasioni barbariche si perdono i dati biblici ed entra una forma di materialismo e di devozionismo, che persiste per oltre 15 secoli. Interessante la sua premessa su come si è arrivati alla necessità di redigere questo documento che ha riformato una Chiesa nella quale al centro non c’era certo un Dio in mezzo al popolo ma anzi un Dio lontano irraggiungibile, un Dio che stava nel suo mondo. Mi rattrista pensare alla messa tridentina in cui il sacerdote, chiuso nel suo mondo, celebrava una messa fatta di riti, di posture, di gesti, in una lingua che conosceva solo lui ed era un dialogo a voce bassa tra lui ed il suo chierichetto con l’assemblea dei fedeli alle spalle che “assisteva” senza comprendere nulla. Con

8

la venuta del Concilio Vaticano II e con la firma del documento del Sacrosanctum Concilium entrano diversi cambiamenti, ne riporto alcuni: un grande cambiamento avviene nella liturgia che diventa il culmine della vita della Chiesa, la parola di Dio viene messa al centro e diventa il collante della liturgia stessa; viene permesso di celebrare l’eucaristia nelle varie lingue locali; vengono semplificati alcuni riti e vengono rivisti i riti sacramentali ed il rito della penitenza (a tal proposito il don non perde occasione per ricordarci che Gesù è venuto per i “malati” ed i “bisognosi” ed entrare in comunione con lui attraverso l’eucaristia ci dà la forza per rialzarci). Viene data attenzione all’assemblea dei fedeli che viene fatta partecipe in maniera attiva; viene coinvolta la comunità a cui possono essere dati alcuni ministeri. Viene dato spazio alla creatività musicale; e di questo ne posso dare testimonianza visto i bei canti che allietano le nostre celebrazioni. Dal Concilio Vaticano II ad oggi non tutto è passato soprattutto in certe realtà geografiche a causa di un forte radicalismo e, purtroppo, con alcuni pontefici si è anche fatto qualche passo indietro, ma voglio essere fiduciosa che la conoscenza e l’approfondimento possa aprirci le menti. Elena G.


Camminiamo

oratorio

Insieme

DOMENICA INSIEME CON I CRESIMANDI

Domenica 6 febbraio noi cresimandi delle quattro parrocchie ci siamo trovati per la prima volta insieme in oratorio a Dodici Morelli per conoscerci meglio. Siamo andati alla messa delle 17,30 e dopo ci siamo recati in oratorio dove si può giocare (ping-pong, biliardo, giochi da tavolo) e scherzare. Appena suona il campanello sentiamo il don gridare: sono arrivate le pizze! Allora, ci siamo messi a sedere e, a due a due, siamo andati a prendere i pezzi di pizza. La pizza era buonissima! Dopo, il don e la Gloria ci hanno diviso in squadre per fare la caccia al tesoro, durante la quale abbiamo messo a soqquadro tutto. Le domande che ci sono state rivolte durante la caccia al tesoro riguardavano gli argomenti svolti durante il percorso di preparazione sul tema della Chiesa e dello Spirito Santo, che abbiamo svolto utilizzando la Bibbia e, in modo particolare, gli Atti degli Apostolo, il Vangelo di Giovanni e la lettera ai Galati di San Paolo. Alla fine ha vinto il gruppo tre, composto da: Giulia, Adele e Marco. Per fortuna hanno condiviso le caramelle vinte con tutti. Finita la caccia al tesoro ci siamo messi tutti a giocare. Questa esperienza è stata bellissima, soprattutto perché abbiamo conosciuto nuovi amici. Sara

Incontro 2009 4 Parrocchie – domenica 13 febbraio Domenica 13 febbraio ci siamo trovati in Oratorio a Dodici Morelli con i ragazzi del 2009 delle parrocchie di Palata, Bevilacqua, Dodici Morelli e Galeazza. Prima abbiamo avuto circa una mezz’oretta di tempo libero, in attesa di andare tutti insieme a Messa, dove il don ci ha aiutato a riflettere su alcuni concetti cristiani da riscoprire come l’uguaglianza, la generosità, l’aiuto al prossimo, in particolare ai poveri e agli emarginati. Finita la Messa abbiamo mangiato la pizza in oratorio e dopo cena, attraverso un piccolo gioco, ci siamo presentati l’uno con l’altro per conoscerci. Ogni

ragazzo ha presentato il suo vicino di sedia e sono anche uscite cose buffe. Dopo la presentazione don Paolo ha mostrato un video dove venivano poste alcune domande ai giovani per riflettere su alcuni temi come amicizia, amore, solitudine, famiglia, fede. In seguito c’è stato un bellissimo dibattito in cui ogni ragazzo del 2009 ha espresso un po’ le sue idee e le sue sensazioni sugli stessi temi. Abbiamo concluso con un gioco molto divertente. È stato un pomeriggio molto bello, speriamo di avere ancora tanto tempo insieme! Lucia

FESTA CAMPO INVERNALE DI MINOZZO

9


Camminiamo

oratorio

Insieme

Oratorio di Bevilacqua: detto…fatto! Parola d’ordine: due settimane per ideare, reperire, allestire e attivare definitivamente l’Oratorio parrocchiale… impossibile. Pronti via, ordini online, trapani, pennelli, avvitatori ed istruzioni in cinese sono stati gli strumenti di lavoro dei designer in erba nel montaggio di mobili, arredi, tavoli da ping pong, biliardini e divani. Un lavoro congiunto di volontari, ragazzi e genitori della Comunità, ognuno per quel che sa e non sa fare, ha consentito di completare la ristrutturazione e l’arredo delle sale destinate all’oratorio all’interno dell’ex asilo parrocchiale. Uno stile da far invidia ai più gettonati locali della movida milanese fa da cornice alla dotazione di giochi da tavolo e tecnologia all’avanguardia pronta per le serate a base di tv, sport, pizza e musica. Oltre al divertimento è stato riservato un occhio di riguardo alla predisposizione di spazi idonei allo studio individuale e di gruppo, al catechismo, alla lettura biblica e all’approfondimento. L’estate si avvicina, l’Oratorio è pronto. Elena Bavieri

SERATA DI FORMAZIONE SCOUT

Nella serata di giovedì 10 febbraio, noi, clan del gruppo scout Casumaro 1, abbiamo incontrato per la prima volta, a Palata Pepoli, don Paolo Cugini, assistente ecclesiastico del gruppo e parroco delle nostre parrocchie. L’incontro è nato dalla nostra volontà di approfondire l’incontro con la fede con qualcuno che ha dedicato ad essa la propria vita. Durante la serata, assieme a don Paolo abbiamo dato vita ad un vivace dialogo, che è partito da alcune nostre domande (E.G., quale sia il punto focale che divide la fede in Cristo dal seguire una propria morale inevitabilmente basata sul pensiero occidentale e, perciò, cristiano) e, come si diceva, da queste domande si è giunti ad una riflessione sulle testimonianze di don Paolo in merito ai viaggi missionari in Brasile e a considerazioni tratte dalla lettura di passi biblici. Il riscontro all’interno del nostro gruppo è stato molto positivo e, perciò, probabilmente potremo portare avanti un percorso di incontri formativi. Un giovane del gruppo

CALENDARIO POST CRESIMA FEBBRAIO APRILE 2022

FEBBRAIO Domenica 6 febbraio 2010 (Dodici Morelli) Caccia al tesoro biblica Sabato 12 febbraio SUPERIORI (Dodici Morelli) Domenica 13 febbraio - 2009 (Dodici Morelli) Sabato 26 febbraio 2010 (Palata Pepoli) visione del film su san Paolo Domenica 27 febbraio SUPERIORI (Palata Pepoli) MARZO Sabato 5 Marzo - 2009 (Palata Pepoli) Domenica 13 marzo SUPERIORI (Bevilacqua): presentazione del progetto Estate Ragazzi 2022 Sabato 19 marzo - 2010 (Bevilacqua) Domenica 20 marzo superiori (Dodici Morelli): presentazione di ER 2022 Sabato 26 marzo - 2009 (Bevilacqua) Domenica 27 marzo Superiori (Dodici Morelli): la proposta educativa degli oratori

con la sessuologa Elena Ferrari (Palata Pepoli) Lunedì 18 aprile: Gita a Chioggia SUPERIORI Sabato 23 aprile -2009 (Palata Pepoli) Lunedì 25 aprile: gita con i 2009

MAGGIO Domenica 8 maggio - 2010 ore 15 incontro con Cecilia e Giorgia Domenica 22 maggio - 2010: 14,30 pomeriggio di spiritualità a Galeazza

APRILE Domenica 3 aprile - 2010: ore 15 visita alla casa di carità (forse) Sabato 9 aprile - 2009 (Dodici Morelli) Domenica 10 aprile SUPERIORI: educazione affettiva e sessuale

10

incontro dei ragazzi del 2006 di Bevilaqua


eventi

Camminiamo

Insieme

MUSICA CHE UNISCE Due momenti indimenticabili: una “Sinfonia di strumenti e voci” sostenuta dalla Proloco di Renazzo in una serata in ricordo di Don Ivo Cevenini e l’ormai tradizionale pomeriggio di “Bimbilacqua in musica” promosso e sostenuto dall’Associazione di Volontariato Bimbilacqua ODV di Bevilacqua. Due occasioni in cui musica e arte hanno avuto la parola, grazie alla sinergia tra due paesi limitrofi, tra i parroci ed i parrocchiani, tra le associazioni del territorio ed un insostituibile collante: il direttore artistico maestro Michele Santi. Questi gli ingredienti che hanno permesso di far risuonare le chiese di Bevilacqua e Renazzo delle voci e delle note prodotte da tutti gli artisti che, a diverso titolo, hanno donato con generosità la loro tecnica e la loro passione. Numerosi i musicisti ed i cantanti che si sono esibiti: personalità note a livello locale e internazionale, professionisti e semplici appassionati

che ci hanno fatto emozionare con le loro voci ed i loro strumenti e che hanno saputo valorizzare nel contempo, gli organi storici presenti nelle nostre chiese: organo storico Abele Marenzi XIX sec. presente a Bevilacqua, recentemente restaurato; organo storico Adeodato Bossi-Urbani del 1859 presente a Renazzo. Li vogliamo citare e ringraziare tutti: il Corpo Bandistico Renazzese, presenza ormai fissa dell’evento, la corale di Santa Cecilia da Renazzo, la soprano Anna Gilli, l’oboista Silvia Tortura, all’ensemble di trombe Barocche “I Fiati Gloriosi”, i direttori di coro Mark Alberghini, Teresa Gallerani, Alessandra Vincenzi, la tromba di Bruno Bocci e il maestro Davide Casari che ha suonato gli organi storici presenti nelle chiese. I musicisti hanno dato vita ad una serata ed un pomeriggio in musica, permettendo ai partecipanti di trascorrere qualche momento insieme, all’insegna della spensieratezza e delle suggestioni prodotte dai brani eseguiti. Un grazie sentito quindi alla Proloco

di Renazzo, all’Associazione di Volontariato Bimbilacqua ODV, a Michele Santi, ai parroci Don Paolo e Don Marco, ai tecnici del suono Daniele Pirani e Daniele Sinofilo e a tutti quelli che, a vario titolo, hanno contribuito a donare ancora una volta momenti di cultura e incanto musicale alle nostre comunità. La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme’’ Ezio Bosso È possibile rivedere la serata del concerto di Renazzo sul canale Youtube al seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=R_WOOR0fW3s Corale di Santa Cecilia di Renazzo Ensemble di Trombe Barocche “I Fiati Gloriosi” Martina Dainelli e gli allievi del Conservatorio Girolamo Frescobaldi Vega Sofia Elena, Lorenzo Rizzuta, Ciro Grieco, Alexander Milev, Bruno Bocci, Marco Tampieri, Fabio Carraro e Michele Santi Corpo Bandistico Renazzese Davide Roncarati – Flauto traverso Cinzia Ferrarini – Flauto traverso Elisa Malferrari– Flauto traverso Stefano Dallolio – Clarinetto Marco Colletti - Clarinetto Riccardo Alboresi – Clarinetto Silvano Breviglieri – Clarinetto Chiara Frabetti – Sax soprano Marcello Colletti – Sax contralto Luca Rodolfi – Sax contralto Davide Collari – Sax contralto Michele Colletti – Sax tenore Stefano Gessi – Flicorno soprano Gianluca Lenzi - Tromba Roberto Frigieri - Tromba Mattia Colletti - Tromba Andrea Balboni - Tromba Maurizio Colletti – Flicorno tenore Giacomo Gallerani -Trombone Giorgio Vecchietti - Susafono Andrea Roncarati - Grancassa Pierpaolo Salani - Rullante Luigi Cavicchi – Piatti e percussioni

Incontro con Papa Francesco Mercoledì 9 febbraio, giorno del mio compleanno, ho avuto la grazia, grazie all’associazione Unitalsi, di accedere al baciamano del Santo Padre. Chiunque abbia una disabilità comprovata da certificazione medica può accedere seduto su una seggiola a rotelle fornita dall’Unitalsi. L’incontro con lui è stato emozionante perché ha quello sguardo di umanità che parla al cuore. Nell’occasione mi sono fatto portavoce consegnandogli una lettera scritta da Diana e Cristina le maestre del coro Trinity Angels. Paolo Testoni

Direttore: M° Silvano Breviglieri Valeria Foceri

11


Camminiamo

sociopolitica

Insieme

CASTELLO DI GALEAZZA ANDAMENTO DEI LAVORI IN CORSO

Il 20 e 29 maggio 2022 prossimi, ricorre un triste ed indimenticabile anniversario, ovvero i 10 anni dal sisma che ha colpito le nostre zone dell’Emilia. Anche a Galeazza ha lasciato dei profondi segni in quanto ha reso inagibile delle abitazioni, dei fabbricati, la chiesa ed anche il castello. A distanza di 10 anni, la chiesa dal 2017 è stata ripristinata e quindi agibile, rimangono da ultimare alcuni fabbricati e abitazioni, ma tutto sommato in questi anni dei lavori ne sono stati fatti. Fortunatamente a Galeazza non è morto nessuno a causa del sisma. Per quanto riguarda il castello invece, i lavori di ripristino vanno molto a rilento. La ricostruzione è iniziata circa sette anni fa ma ha attraversato parecchie vicissitudini, specialmente a livello burocratico e in più, durante il lookdown del 2020, i lavori si sono fermati per parecchi mesi. In questi ultimi 7/8 mesi, l’attuale ditta

che ha in appalto la ricostruzione, sembra che proceda con un buon passo ma tanto ancora rimane da fare. Allo stato attuale lavorano sulla porzione del fabbricato del castello sulla quale si eleva la torre che si vede dalla strada. Fino a circa le ore 4.00 del mattino del 20 maggio 2012, prevedeva, inoltre, una torretta di dimensioni più piccole che purtroppo è crollata ed è stata per me motivo di profonda amarezza, quando all’alba di quel mattino non si vedeva più. Da aprile del 1980 alla mattina del 19 maggio 2012, quando uscivo di casa la prima cosa che osservavo era la torre con questa torretta e la bandierina metallica installata su di essa che indicava la direzione del vento. Cenni storici: Galeazza è una borgata che prende il nome dal condottiero Galeazzo Pepoli, che nella seconda metà del ‘300 fece costruire una poderosa Torre di avvistamento e di guardia, nota appunto, come la Torre della Galeazza: si tratta della parte più antica dell’omonimo castello ed è certamente una delle più belle di tutta la valle padana. Il Pepoli fece erigere la Torre quando, dopo l’ennesima vittoria, stanco di combattere, decise di ritirarsi a vita privata, al fianco dell’amatissima moglie Anna. Secondo la leggenda popolare, sarebbe stata proprio la moglie a dare il nome

del marito alla Torre, in onore delle sue gloriose imprese. Galeazzo, per ricambiare tanto affetto, fece costruire in cima alla torre stessa un’altra torre, più sottile e aggraziata, che sembra quasi sbocciare come un fiore dalla corolla dei merli della prima, e la chiamò Anna. Anche se il castello venne costruito a più riprese nei secoli, le più corpose aggiunte furono fatte intorno al 1870, da Alessandro Falzoni Gallerani, un gentiluomo di Cento, che per dare una residenza estiva di lusso alla sua famiglia, acquistò il complesso e fece costruire accanto alla torre un palazzo con architettura neogotica. Con la speranza che tra 10 anni i lavori di ricostruzione del castello siano già ad un buon punto… Giovanni Maccaferri

Il Carnevale di ieri e di oggi

Qual è il periodo più spensierato dell’anno? Senza dubbio è quello del Carnevale. La data canonica di inizio è il 17 gennaio e l’ultimo giorno è il “martedì grasso”, prima che inizi la Quaresima. Il carnevale è sinonimo di festa e di allegria collettiva, che coinvolge i ceti popolari di varie parti del mondo; pur nel rispetto delle varie culture, il periodo di festa è pressoché il medesimo in tutto il mondo. Denominatore comune è il coinvolgimento emozionale della gente, ma il movente che spinge alla baldoria collettiva è sempre e ovunque un desiderio di rivincita sulle amarezze e sulle incertezze della vita quotidiana. Uno sberleffo alle difficoltà dell’oggi, che rischiano di compromettere la serenità del domani. Molte volte viene messa in atto un’azione di rivalsa nei confronti dei detentori del potere locale, nazionale o internazionale. I pupazzi di cartapesta e allegorie di vario genere, sono usati per mettere alla berlina il potente

di turno. A questi si aggiungono componimenti satirici, filastrocche, “zirudelle”, recite in vernacolo che contribuiscono a rendere più vivace e pungente il carnevale di oggi ma spesso espandendone il ricordo nel tempo, a futura memoria. Il territorio del cento-pievese è, per eccellenza, un esempio tangibile di queste varie forme espressive tant’è che la città di Cento è diventata negli ultimi trent’anni un vero e proprio polo carnevalesco che va ben oltre i confini locali. L’intraprendenza dei centesi, unita alle capacità manageriali di alcuni imprenditori del settore, le hanno consentito di arrivare al gemellaggio con il car-

12

nevale più importante del mondo, quello di Rio de Janeiro. L’entusiasmo dei centesi si perde nella notte dei tempi: le testimonianze ci sono fornite da quei componimenti poetici che alludono alle maschere e ci fanno rivivere le sfilate popolari di carri allegorici. In tutta questa baldoria e euforia collettiva, non vanno dimenticati i famosi “Veglioni”. Queste feste sono assurte a simbolo di gioiosità che dalle vie e dalle piazze si sono a mano a mano trasferite nei teatri e locali pubblici, culminando nel Berlingaccio (la sera del giovedì grasso). È evidente come i contenuti e la passionalità di ieri, siano i medesimi di oggi. Rispetto agli anni cinquanta del secolo scorso, il Carnevale centese si è struttura-

to grazie a società carnevalesche che hanno organizzato corsi mascherati nelle vie del centro. Nel contempo, nelle frazioni, l’emulazione e la tenacia hanno indotto quelli della campagna a concorrere con una sorta di Carnevale alternativo o, meglio, dedicato: quello per i bambini. Inutile dire che ha subito avuto un grande successo, specialmente quello di Dodici Morelli, anche se si svolge nelle domeniche successive alla Pasqua. I morellesi si sono sempre distinti, negli anni del boom economico, con la realizzazione di “Tiramollissima”, un veglione ad altissimo richiamo intercomunale che sintetizzava tutti gli aspetti gioiosi del Carnevale. Purtroppo, negli ultimi anni, la pandemia ha indotto alla sospensione di ogni sorta di aggregazione di persone: il Carnevale di Cento e delle frazioni sono stati tutti annullati. Peccato! Ma siamo certi che presto ripartiranno. Lucio Garutti


Camminiamo

Insieme

sociopolitica

MATTARELLA PRESIDENTE E LA CRISI DEI PARTITI Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica. Era nell’aria. Anche nella terna che avevo pronosticato il mese scorso. Una riconferma. Gli unici un po’ incavolati, pare siano stati i facchini che hanno dovuto riportare al Quirinale ciò che avevano traslocato il giorno prima. Beh, un po’ incavolato lo è anche qualche milione di italiani che ha dovuto assistere all’inadeguatezza della classe politica. Non ci si lamenti se sempre meno persone vanno a votare. È la crisi della rappresentatività. Metà dei nostri concittadini non si sente rappresentata da nessun partito. L’altra metà ha toccato con mano il completo e definitivo sfaldamento del sistema dei partiti. Vien naturale chiedersi: Partiti, ma per dove? Il centrodestra esiste come somma algebrica ma non come condivisione di programmi e di governo. I Cinquestelle annaspano, il centro è virtuale, la sinistra celebra una vittoria che non mi pare sia sua, mettendo sotto il tappeto divisioni interne che da qui a poco riesploderanno nella loro interezza. I partiti non riescono più ad assolvere al compito di creare consenso e formare una classe dirigente adeguata. Gli ideali che li hanno originati sono scomparsi dall’orizzonte socio-politico del Paese. Cause ed effetti sono come un gatto che si morde la coda. C’è un grosso problema culturale che si manifesta in partiti che non sanno più formare dirigenti adeguati ai compiti che un mondo globalizzato ci sottopone inesorabilmente ogni giorno. Abbiamo tanti novelli Masaniello, che il partito non lo vivono ma lo costruiscono in modo che ruoti attorno a sé. I social e più in generale la velocità di un’informazione che butta nel cestino alla sera ciò che ha prodotto al mattino, rende vetusta la capacità di intermediazione dei partiti. Il problema è complesso e facili soluzioni non se ne vedono. È sotto gli occhi di tutti, come il caro bolletta dovuto agli aumenti dell’energia di questi mesi, stia mettendo a dura prova la tenuta economico-sociale di tanti

nostri concittadini. Distribuire soldi a pioggia come negli anni passati, caricando i pochi giovani che abbiamo di un debito mostruoso, pare una pratica irrealizzabile. Dovremmo sentir parlare di europeismo, lotta all’evasione fiscale e riduzione del rapporto debito/PIL, sostegno a chi fa figli, sburocratizzazione dei processi amministrativi. Ma non pare in nessuna agenda politica. Al momento, oltre al conforto di un Presidente della Repubblica capace, godiamo dell’abilità di un tecnico, Mario Draghi, che da buon amministratore delegato sta cercando di sistemare le cose. Da qui ad un anno si andrà però a votare il nuovo Governo. Se quelle sopra sono le premesse, i risultati non saranno trionfali. Ma cambiare si può. Iniziando da quel processo di umanizzazione, di cui noi cattolici siamo stati maestri. Ma oggi, di buoni maestri ne abbiamo ancora? Massimiliano Borghi

Soggettività femminile e Giornata della memoria: una stretta correlazione

In occasione della Giornata della memoria 2022 l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (O.I.V.D.), ha realizzato una interessante conversazione con Lia Tagliacozzo, a proposito del suo libro (La generazione del deserto, Manni editore) e di molti altri temi inerenti alla memoria, alla trasmissione della Shoah, e molto altro ancora. [registrazione su facebook, postata il 31.1.22, https://www.facebook.com/osservatorioivdonne] Nel mio “benvenuto” iniziale, chiedevo attenzione sul nesso tra la questione dell’antisemitismo e quella che è la vocazione della nostra associazione: la dignità delle donne e la lotta contro la misoginia. Come ebbi già a dire in un mio articolo “Le acque dell’antisemitismo e del sessismo scorrono parallele e si mescolano”, in www.riforma.it [https:// www.riforma.it/en/node/22570 ] del 27 gennaio 2021:«Nel corso della Storia - e tuttora - violenze, vessazioni, ingiurie, torti, in forme assai diversificate, hanno colpito e colpiscono ebrei e donne. E i pregiudizi ne sono stati i mandanti. Focalizzandoci su questi ultimi, non pochi sono quelli che li accomunano. Mi rifarò al mito genesiaco e a ciò che, da Eva in

poi, sono stati i paradigmi dominanti del femminile nella cultura androcentrica. Eva era sleale, infida, carnale, era emblema di una natura oscura, ambigua, sfuggente, ostinata nella collusione col male; […] Non sono forse “stereotipi” che marchiano l’ebreo? Da entrambi, ebrei e donne - si dice - occorre diffidare, stare in guardia, difendersi subordinata, “ghettizzata”. Tale è anche l’ebreo per la civiltà cristiana o di derivazione cristiana». La rabbina Delphine Horvilleur, nella conferenza tenuta l’8 marzo scorso al Congrès Juif Européen, ha osservato anch’essa che le accuse contro gli ebrei

13

sono analoghe a quelle contro le donne. Entrambi sono elementi percepiti come minacce che turbano i dispositivi delle culture identitarie maschili (anche le donne vi partecipano, lo so ma qui si aprirebbe un altro discorso), ossessionate dalla perdita di status, ossessionate dalla degenerazione e dalla contaminazione. E terminava sostenendo che occorreva combattere congiuntamente sessismo, antisemitismo e razzismo. Sono stata lieta di apprendere questo comune convincimento. Paola Cavallari


Camminiamo

sociopolitica

Insieme

Odoardo Focherini, Giusto tra le nazioni Il 27 Gennaio scorso, Giorno della memoria, il Comune di Crevalcore ha promosso un’iniziativa dal titolo Odoardo Focherini e la memoria del bene. Ma chi era Odoardo Focherini? Di origine trentina, nasce a Carpi il 6 giugno 1907. Cresce e si forma nella realtà ecclesiale carpigiana, tra l’oratorio Realino e l’Azione Cattolica, dove sperimenta l’attenzione verso gli ultimi, l’amore concreto e solidale per il prossimo, anche grazie a figure come Don Zeno Saltini, futuro fondatore di Nomadelfia. Nel 1930 sposa Maria Marchesi: dalla loro unione nascono 7 figli. Nel 1936 è Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana. È animatore di diverse realtà quali la Confraternita San Vincenzo de’ Paoli, l’Unitalsi, l’Agesci e la stampa cattolica. Nel 1939 è direttore amministrativo de L’Avvenire d’Italia. Nel 1942 comincia l’attività continuativa di Odoardo a favore degli Ebrei. La sua opera in favore dei perseguitati si struttura in una complessa rete a favore dei perseguitati. Tutto fatto con l’appoggio pieno della moglie. La sua azione consiste nel tessere una rete di relazioni e aiuti organizzativi al fine di procurare documenti falsi e di portare

gli Ebrei al confine con la Svizzera. Fidato collaboratore sarà Don Dante Sala, parroco di San Martino in Spino, frazione di Mirandola. Gli uomini e le donne che l’hanno conosciuto, in quei drammatici frangenti, lo ricordano sempre sereno e sorridente. Viene arrestato l’11 marzo 1944, presso l’Ospedale di Carpi. Tradotto a San Giovanni in Monte a Bologna, viene trasferito a Fossoli poi al lager di Gries (Bolzano) e infine, il 7 settembre, al campo di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck. Una ferita non curata a una gamba gli procura una grave setticemia che lo porterà alla morte il 27 dicembre 1944. Di questi terribili mesi di prigionia rimane il corpus di lettere fatte pervenire alla moglie, alla mamma, agli amici. Lettere d’amore per la moglie, amata intensamente, il pensiero per i figli, lasciati piccoli e in un momento difficile e incerto, le preoccupazioni per il giornale. Molti i riconoscimenti, i più importanti dei quali sono quello di Giusto tra le nazioni (Gerusalemme, 1969) e la Medaglia d’oro al Merito civile della Repubblica Italiana. Il 15 giugno 2013 Odoardo Focherini viene proclamato beato della Chiesa Cattolica. Alla serata a Crevalcore ha partecipato Maria Peri, nipote di Odoardo, ricercatrice storica la quale si dedica alla promozione della memoria presso le scuole. Presente anche Valentina Arena regista del docufilm Al riparo degli alberi. Memorie di giusti tra le nazioni. Chi desidera approfondire, può consultare il sito Gariwo. La foresta dei Giusti e il MEB (Museo Ebraico Bologna). Mariarosa Nannetti

SUPER FRENCY

Non ci sono parole quando un figlio muore. Finisce la poesia e ogni parola diventa ipocrisia. Le certezze crollano i dubbi nella mente si affollano.

Dov’era Dio che ho tanto pregato, quando mio figlio se ne è andato? Dov’è la divina giustizia quando tuo figlio passa una vita in malattia e mestizia, ma in indomabile Letizia? Inadatto e fuori tempo per morire a 16 anni, caro Dio, Tu che sei padrone del tempo, perché hai sbagliato il tempo? A 16 anni Si dovrebbe giocare, cantare, limonare, non agonizzare! Eri fragile nella carne forte nella mente, immenso nello spirito

14

strappato dalla mia carne senza dir niente. Ora sei spirito e gioia senza carne opprimente libero di volare con la mente. Dove sei? Dove ti ritroverò? Non lo so. In questo momento non so chi sono dove andrò, cosa farò perché e per chi lo farò, ……………. se senza di te ce la farò. Come farò a staccarmi dal tuo odore, Il tuo sapore Il tuo candore? Come sopravviverò a tanto dolore? Sono un cane senza padrone, uno zoppo senza bastone, un rifiuto senza nemmeno un bidone.

sicuro. Nella tua mancanza cercherò la tua presenza in quei mondi che solo tu mi hai fatto vivere per aiutarmi a continuare a vivere nel dolore dell’assenza della tua presenza. Dov’è nero, Tu sei il bianco, Dov’è il vuoto, Tu sei il pieno, Dov’è la notte, Tu sei il mattino Dov’è tristezza, Tu sei la gioia Dov’è il meno, Tu sei il più Dov’è la morte, Tu sei la mia vita Vivrò, ………. sì vivrò………….ce la farò certo che un giorno ti rincontrerò. Sarai alto, forte e bello a fianco di Dio tuo Fratello. Ci sono i santi in cielo, quelli della Bibbia e del Vangelo e ci sono i santi in terra, quelli che non ti accorgi di avere vicino, mentre in allegria e amicizia ci mangi insieme un panino

Mi hai insegnato la vita, sempre aggrappato come tenaglie alla vita. Ogni respiro è vita e tu ben sai quanto era duro ogni respiro, A.P. sicuro che il tuo futuro non era


Camminiamo

si è sempre detto che...

Insieme

Si condanna il peccato ma non il peccatore

Tutti presto o tardi abbiamo ascoltato questo motto e tutti sentiamo di poterlo sottoscrivere. Ma oggi vogliamo provare a stanare una pericolosa ambiguità che questo detto porta con sé. Ogni cosa necessita di essere inserita dentro un ambiente che ne sveli il contesto e ne veicoli il significato. Questo detto sembra essere molto sapienziale e rispettoso della persona, sottolinea infatti che di fronte ad ogni errore o peccato che si possa commettere non è mai lecito condannare il peccatore, perchè le sue intenzioni non possono essere manifeste e c’è tutto un passato di ferite e di nebbie che impediscono di poter conoscere veramente una persona e le ragioni che lo hanno portato ad un certo gesto. Questo serve a preservare la persona evitando di identificarla con il suo sbaglio che, per quanto grave sia, non è mai rappresentativo della persona nella sua interezza. Anche per questo siamo contro la pena di morte, perchè ciascun uomo ha il diritto di poter fare un cammino di recupero, di revisione, di riconoscimento del proprio errore e compiere un cammino doloroso ma di risurrezione e scoprire che dalla propria persona può uscire una contro-storia fatta di luce e amore. Ma

questo modo di dire, ci ha portato a puntare il dito contro delle situazioni moralmente dubbie e controverse e a categorizzare dei peccati: i divorziati, le pratiche omosessuali, l’aborto, l’eutanasia. Siamo tutti convinti che non sono cose paragonabili, eppure qualcosa di sinistro, nel pensare collettivo, sembra accomunarli; infatti, questo poter giudicare il peccato parte dal pensare che ci sono delle situazioni oggettivamente disordinate. Non ho intenzione di affrontarle o di mostrare come l’operazione di mettere queste realtà una a fianco all’altra come fossero sullo stesso piano è di per sé disonesta. Mi interessa invece sottolineare come queste realtà non esistono come cose astratte, ma sono tali sono in riferimento a qualcuno che le vive. Dicendo che non si condanna il peccatore ma si giudica il peccato, non ci si rende conto che, se una persona rientra dentro una di queste realtà, facilmente si sentirà condannata come tale; infatti non esistono come astrazioni ma solo come atti che un individuo può compiere. Così facendo si perde la singolarità della persona e la si tratta come parte di una categoria; e se questa sentirà che qualcuno ‘giudica il peccato ma non il peccatore’, sarà in grado di

15

guardarsi dentro con libertà? Si sentirà libera di aprirsi con chi la pensa in quel modo? Sarà aiutata a capire come comportarsi di fronte a decisioni che deve prendere in coscienza, o piuttosto bloccata? Forse è meglio dire che non si giudica il peccatore e nemmeno il peccato, perché esistono solo delle persone. Queste possono anche compiere il male, ma questo va sempre contestualizzato. Ciascuno infatti porta dentro una propria storia fatta di bellezze ma anche di ferite. Forse è più utile cercare di considerare che ciascuno di noi è in cammino e va aiutato a maturare, facendo leva sul desiderio di bene che c’è dentro di noi e aiutandoci perché questo fiorisca in tutti i modi possibili. Il male è da combattere ma non in astratto, perché può essere anche molto comodo, piuttosto entrando dentro il vissuto delle persone coinvolte, favorendo la creatività nel bene e allontanando quelle paure che spesso sono l’anticamera dei tanti errori. Tutti siamo in dovere di camminare verso relazioni più autentiche, verso rapporti di amore più sinceri e fecondi; costruttori di una pace possibile, attraverso un percorso di liberazione che ciascuno in coscienza sente di dover realizzare. Pietro Rabitti


Camminiamo

oltre l’ascolto

Insieme

CI PRESENTIAMO… IN CONFIDENZA: “PRIMA PUNTATA”

Consapevoli del fatto che forse la nostra realtà può sembrare poco “catalogabile” e si fatica a metterle un’etichetta, proviamo a spiegare un po’ chi siamo e il senso della nostra scelta. Tutto nasce dal desiderio che ognuna di noi aveva, ed ha, di condividere un progetto che si basi sul Vangelo, che possa metterci in contatto con le persone, per condividere domande e dubbi sull’esistenza di Dio, sul suo volto e sulla Scrittura. Entrambe, in passato, abbiamo vissuto una intensa esperienza comunitaria in una fraternità francescana, attratte sia dalla vita fraterna, sia dal carisma di San Francesco. Negli anni trascorsi in questa fraternità sono state tante e diverse le esperienze che abbiamo vissuto, sia come vita comunitaria, sia nella costruzione di relazioni, che purtroppo avevano troppo poche occasioni per essere coltivate, con le persone che avevamo occasione di conoscere. Abbiamo avuto modo di approfondire, ognuna in modo ed in occasioni diverse, lo studio della Parola di Dio, ma soprattutto il desiderio di cercarla nella vita che viviamo ogni giorno. Se da una parte la vita nel mondo religioso offre numerose opportunità, dall’altra mette di fronte a scelte che non sempre sono condivisibili. Ecco allora la difficile decisione che abbiamo preso, prima una e dopo l’altra, di lasciare la fraternità, dove ognuna di noi ha vissuto un tempo più o meno lungo, ma in cui entrambe avevamo investito tanto della nostra vita. Dura la scelta, ma animata dal desiderio di riportare nella vita una Parola più viva

e più autentica. Ci siamo perse di vista per un po’, perché ognuna di noi ha iniziato a riprendere la vita “nel mondo” (così il mondo dei religiosi definisce chi non abita in convento) come poteva e là dove poteva. Ci accomunava però una cosa: il desiderio di scegliere la Parola di Dio come base per la crescita personale, umana e spirituale, della persona, e riuscire a trasmetterlo, creando un luogo familiare e conviviale dove poter condividere pensieri, riflessioni, e magari momenti formativi. Tutto questo però mantenendo uno stato di vita che non sia chiuso in un convento o che indossi un abito religioso. La consacrazione che è parte della vita di ciascun battezzato, può delinearsi, manifestarsi e prendere vita in modi differenti. Ogni persona ha il suo carisma, ogni coppia ha il suo carisma, ogni famiglia ha il suo carisma, e anche noi, come piccolissima fraternità appena costruita abbiamo il nostro carisma: dedicarci a diffondere, secondo il nostro modo, che la Parola di Dio è qualcosa che ci insegna a vivere, a crescere, a cambiare, ad amare… (to be continued) Cecilia e Giorgia

PERCORSI FORMATIVI IN INTERNET: DARSI PACE DI MARCO GUZZI Nel periodo del lockdown quando la maggior parte delle persone si è sentita oppressa, e soprattutto quando non era più possibile partecipare di persona ad alcun evento, tra il continuo bombardamento di notizie negative dei media, ho scoperto la possibilità di partecipare ad esercizi spirituali online. Un corso - che è un percorso - del gruppo “Darsi Pace” tenuto da Marco Guzzi presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Su YouTube, 2 corsi di 16 lezioni ciascuno:

Digita: “IMMERSIONI PER DONARSI Marco Guzzi”:

“Immersioni Per-Donarsi” ed “Accensioni per Imparare ad Amare”.

https://youtube.com/playlist?list=PLztqhEvd52qcjKaAQEnPan4hezOK2SCb0

Le lezioni partono dall’”io egoico”, (la personalità disfunzionale ferita della persona), con le sue problematiche psicologiche condizionato dal contesto socio-culturale contemporaneo, (“mondo”, “secolo”). Poi gradualmente, un video dopo l’altro, le lezioni di Guzzi rivelano il percorso spirituale che volge al vero “Io” libero, Incondizionato Originario.

“ACCENSIONI PER IMPARARE AD AMARE Marco Guzzi”: https://youtube.com/playlist?list=PLztqhEvd52qfQ4VQSecr6pRNIdSmo5cSQ Lauro

16


Camminiamo

musica e fede

L’INDIFFERENZA Gli Zombie dei Cranberries

Insieme

L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa” Liliana Segre

Anche quest’anno, come ogni anno, il 27 gennaio si è celebrata la Giornata della Memoria ed anche quest’anno, come sempre, l’argomento è stato affrontato considerevolmente e giustamente su tutti i fronti cercando di sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica nei confronti di uno dei periodi più bui della storia umana. Non voglio soffermarmi sul sottolineare quanto la storia dovrebbe insegnarci e quanto noi dovremmo farne tesoro perché, purtroppo è evidente, che tutto questo clamore risulti quasi inutile, tant’è vero che la storia continua a ripetersi. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale decine di conflitti armati continuano a mietere vittime in tutto il mondo ogni giorno: Afghanistan, Pakistan, Colombia, Brasile, Iraq, Yemen, Israele, Libia, Eritrea, Egitto... per menzionare solo quelle che mi vengono in mente. I presidenti dei più potenti stati mondiali sembra si divertano a piazzare carri armati, inviare truppe, lanciare missili come se si trovassero di fronte ad una plancia del Risiko, privando della libertà e della dignità milioni di persone... E noi? A noi basta cambiare canale, andare a berci un caffè, girare le spalle e riprendere la nostra strada che, non so per quale contorto ragionamento, riteniamo sia ben distante da quella di chi la guerra la subisce. Ma la morte di queste persone non può essere considerata più o meno rilevante rispetto a quella che la crudeltà umana ha riservato alle povere vittime della Shoah, eppure questi eccidi sembrano non avere valore, li viviamo quotidianamente attraverso notizie giornalistiche che spesso distrattamente non seguiamo neppure, tutto avvolto da una surreale e scandalosa indifferenza. E fu proprio questo terribile spirito di indifferenza nei confronti del conflitto Nordirlandese che spinse Dolores O’Riordan, indimenticata cantante della band irlandese The Cranberries, a comporre una fra le canzoni rock/pop grunge più belle che esistano: Zombie. Di seguito alcune strofe del brano che dovrebbero farci riflet-

CHIESA DI BOLOGNA

tere su come e quanto stiamo sbagliando e purtroppo temo che non sia una giornata istituzionale a cambiare le cose. ... Another mother’s breaking Heart is taking over When the violence causes silence We must be mistaken But you see, it’s not me It’s not my family In your head, in your head, they are fighting With their tanks, and their bombs And their bombs, and their guns Il cuore di un’altra madre è stato frantumato e portato via Quando la violenza causa il silenzio Ci siamo per forza sbagliati Ma mi vedi, non sono io, non è la mia famiglia E’ nella tua testa, nella tua testa che stanno combattendo, Con i loro carri armati, con le loro bombe, con le loro bombe, e le loro pistole ...

in collaborazione con

Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico

STAZIONI QUARESIMALI

CALENDARIO INCONTRI 2022 12 febbraio Uno sguardo d’assieme sulla Settimana sociale Don Paolo Dall’Olio

Direttore Ufficio diocesano per la Pastorale del mondo del lavoro, Bologna

Elisa Bianchini

Coordinatrice progetti NeXt Nuova Economia per Tutti

19 febbraio La strategia delle “alleanze”. Come potrebbe essere coinvolta l’Italia Leonardo Becchetti Professore di Economia Politica, Università di Roma Tor Vergata

26 febbraio Valutazione critica degli accordi internazionali della COP 26 Silvia Zamboni

Giornalista, Vice-Presidente Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna Gruppo Europa Verde

5 marzo

Per un’agricoltura che promuova il benessere della natura e delle persone (lavoratori e consumatori) Valentina Borghi

Presidente Coldiretti Bologna

12 marzo

Come possono allearsi i cittadini per sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili? Piergabriele Andreoli

Imprese che sposano battaglie ambientali e sociali: le società benefit e il Terzo Settore Raul Caruso Stefano Zamagni

Professore di Economia Politica, Università di Bologna

La transizione ecologica delle filiere produttive del territorio Enrico Bassani

Evento formativo accreditato dal Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali dell’Emilia-Romagna per n. 16 crediti formativi. E’ stato richiesto l’accreditamento al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti

METODOLOGIA Gli incontri si terranno in modalità mista, presenziale e on-line. Il primo incontro è aperto a tutti, fino ad esaurimento dei posti. Per partecipare all’intero ciclo di incontri viene richiesto di effettuare l’iscrizione.

SEDE Istituto Veritatis Splendor Via Riva di Reno 57 - 40122 Bologna

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI SEGRETERIA SCUOLA FISP Tel. 051 6566233; E-mail: scuolafisp@chiesadibologna.it

Franco Mosconi

Professore di Economia e Politica Industriale, Università di Parma

2 aprile

Cosa si propone il Comune di Bologna in tema ambientale nella nuova legislatura? Matteo Lepore Sindaco di Bologna

Tutti gli incontri si svolgono il sabato dalle 10 alle 12

Avviso sacro: “Imprimatur – Mons. Giovanni Silvagni, Vicario Generale, 4 gennaio 2022”

ACCREDITAMENTI

Gli incontri della Scuola sono rivolti a tutte le persone che sono interessate ad approfondire l’argomento proposto.

Segretario Generale CISL Bologna

DESTINATARI

­

Professore di Politica Economica, Unicatt Milano e Direttore Assobenefit

26 marzo

Direttore Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena

19 marzo

Elisa Ardizzoni

17

­ ­


Camminiamo

la nostra storia

Insieme

IL “RAGAZZO DI DON ZENO” E GLI ORATORI

Correva l’anno 2007 e, a San Felice sul Panaro, circolava voce che la Rai avrebbe girato in luogo le scene per una serie televisiva. Quelle voci divennero poco tempo dopo realtà e presso gli uffici della Polizia Locale, dove lavoro, arrivarono le richieste per l’occupazione di suolo pubblico e la chiusura delle strade durante le riprese. La location scelta per girare le scene del film era San Biagio, frazione di San Felice sul Panaro, famosa per la sagra della Beata Vergine delle Grazie o sagra del Contadino, con l’esposizione da parte di decine e decine di collezionisti, di trattori vecchi. San Biagio si prestava come set per girare le scene del film essendo un borgo con chiesa, casa del contadino, stalla, asilo: insomma un set ideale per girare la storia di Don Zeno Saltini, anche se il sisma del 2012 aveva parzialmente distrutto chiesa e caseggiati annessi. Don Zeno diventa sacerdote nel 1930 a Carpi e, qualche anno dopo, viene trasferito a San Giacomo Roncole, frazione del Comune di Mirandola, distante pochi chilometri da San Biagio. Il sacerdote inizierà lì la sua straordinaria vita dedicata ai ragazzi orfani e in povertà che lo porterà poi a fondare la comunità di Nomadelfia. Don Zeno arriva a San Giacomo insieme a un giovane soprannominato “Barile”, orfano e noto alle forze dell’ordine per via delle sue attività truffaldine; sarà lui il primo collaboratore di Don Zeno con il quale inizierà la sua straordinaria missione rivolta ai giovani più sfortunati. Ma torniamo al 2007; quel giorno mi trovavo a San Biagio e, come operatore di Polizia Locale, dovevo verificare le chiusure delle strade. In quel momento stavano girando una scena della serie televisiva e incontrai “Matteone”, un ragazzo del luogo che era stato ingaggiato come comparsa, il quale mi raccontava della semplicità e disponibilità di Giulio Scarpati, l’attore che interpretava Don Zeno. Fra gli altri interpreti vi era anche Luigi Monfredini (l’oste), che abbiamo conosciuto quest’estate quando è venuto a presentare il film “Il vegetariano” nell’ambito delle serate organizzate dall’associazione Palata...e dintorni. Mentre parlavo con “Matteone”, vedo arrivare una macchina che si ferma e parcheggia. Scende un signore di una certa età ma ancora in gamba; si avvicina chiedendomi se era possibile incontrare la troupe. Lo invito a pazientare il termine delle riprese e, nell’attesa, comincia a raccontarsi. Si chiamava Giacinto, era nato nel 1927 a San Giacomo Roncole, nel “Casinone”: l’alloggio dove abitava era composto da due stanze più una cucina. “….il bagno era all’esterno in comune con altre 50 persone, quindi capitava che alla mattina era spesso occupato per cui dovevo andare nei campi per fare i bisogni. In quei 2 alloggi più cucina vivevamo in 12: 8 figli, i miei genitori e due zii, entrambi “putti” o “varnèz”,

oggi si direbbe single. C’era una tal miseria che i topi entravano, ma quando uscivano avevano le lacrime agli occhi! I ragazzi andavano a scuola qualche anno poi abbandonavano per aiutare i genitori a sbarcare il lunario facendo lavori vari.” A quei tempi erano pochi i giovani che frequentavano la Parrocchia o che partecipavano alla messa festiva: “… stavamo in giro tutto il giorno mentre i nostri genitori erano al lavoro. Don Zeno capì quale poteva essere il modo per attrarre i giovani, con uno strumento che si era portato dietro da Carpi, un proiettore da utilizzare per vedere i film di cui era un grande appassionato. Fu così che nel casermone di San Giacomo Roncole adibì una sala interna per proiettare i film per i ragazzi; all’inizio eravamo in pochi poi il numero aumentò sempre di più e questo fece sì che noi giovani cominciammo a seguire Don Zeno che divenne per noi un punto di riferimento. Ricordo che alla sera, nei periodi estivi, all’aperto, Don Zeno proiettava i film per gli adulti e le famiglie, e anche in questo caso ebbe, poco per volta, un grande successo.” Mentre parlavamo Giacinto si commuoveva e nel frattempo le riprese si erano concluse, i tecnici stavano smobilitando ma, il “ragazzo di Don Zeno” sembrava non essere più interessato a parlare con la troupe. Infatti, nonostante gli avessimo detto che poteva entrare, ci fece un sorriso, ci salutò e tutto contento sì avviò verso la macchina, andandosene. Io e “Matteone” ci siamo guardati, forse il nostro amico cercava qualcuno con cui confidarsi, a cui consegnare questa storia, non attori o comparse, ma qualcuno che lo ascoltasse. Ho ripensato a questo episodio vedendo il grande lavoro e lo sforzo economico e non solo, fatto nelle nostre quattro parrocchie per allestire gli oratori, una grande scommessa di Don Paolo e delle nostre comunità. Non so chi abbia inventato gli oratori, ma di certo restano un importante punto di aggregazione e di crescita, soprattutto nei piccoli centri dove le occasioni di ritrovo fra i giovani sono davvero poche. Per cui evviva Don Zeno! Evviva gli oratori! Giulio Bedendi

QUANDO IL BENE DELLE PERSONE VIENE PRIMA DEL BEL PARLARE: LILIA MARCHESI

Lilia è stata la sorella che non avevo, la vera amica che tutti avrebbero voluto al proprio fianco, la persona più generosa di cui io e tanti compaesani abbiamo memoria. Lilia è nata nel 1936 a Scortichino, in un’epoca e in un luogo in cui vivere era molto difficile. Per aiutare la famiglia e, soprattutto, la madre Gina, Lilia fu costretta a diventare subito adulta e così, ancora ragazzina, andò a prestare servizio come colf presso una famiglia di Bologna. Quando, appena diciottenne, incontrò Aroldo,

uomo molto buono e onesto, Lilia non se lo lasciò scappare, lo sposò e diede alla luce Massimo e qualche anno dopo Gianni. Io la conobbi in quel periodo, quando faceva la barista instancabile al Bar Centrale di Bevilacqua, la madre attenta e premurosa, la moglie amorevole e affettuosa, l’amica mattacchiona e sempre allegra. Qualche anno dopo Lilia concepì il terzo figlio; nessuno poteva immaginare che pochi mesi dopo Aroldo si sarebbe ammalato e sarebbe salito al cielo, un mese prima che nascesse Roberto. Lilia aveva solo 31 anni ed era vedova con 3 figli di cui uno ancora da partorire…. Con gli occhi rossi di lacrime e fatiche e il sorriso che non faceva mancare ai figli, Lilia non si perse d’animo un solo momento: di giorno lavorava al negozio/edicola che nel frattempo aveva rilevato e la notte nella segheria Borgatti per potere guadagnare abbastanza da mantenere gli adorati figli e consentire loro di studiare e di diventare gli uomini in gamba che sono. La sua forza motrice era l’amore per i suoi “putlét”; il

18

suo desiderio più grande che andassero d’accordo e rimanessero uniti sempre. Lilia aveva la capacità straordinaria di donare agli altri più di quello che aveva e di trovare il tempo anche per aiutare gratuitamente chi aveva bisogno: a volte passava le notti con un compaesano anziano malato di distrofia muscolare, altre volte con una vedova del paese che aveva paura della solitudine. Una volta portò i propri abiti e la biancheria ad una vecchina indigente di S. Matteo della Decima. Lilia ha insegnato al paese di Bevilacqua l’amore per la famiglia, la forza nelle difficoltà, l’entusiasmo per la vita, la generosità anche nelle ristrettezze, l’umiltà e la dolcezza verso tutti, il sorriso e la battuta scherzosa anche nei problemi. Il 5 Febbraio scorso Lilia ha festeggiato il suo primo compleanno in Cielo; Dio la ricompensi per il suo cuore enorme. Roselisa, amica


Camminiamo

la nostra storia

Insieme

MEMORIA DEI NOSTRI PRETI

Don Antonio Lamborghini Foto fine ‘800. Gruppo probabilmente collegato a don Lamborghini - 3° in alto da sinistra don Lamborghini, il 5° dovrebbe essere il beato Ferdinando Maria Baccilieri Don Antonio, nativo di Cento, prese possesso della parrocchia di Palata nel 1862 e vi rimase fino alla morte avvenuta nel 1908. Proveniente da una famiglia benestante, in gioventù ebbe modo di essere istruito da un suo zio (o lontano parente) parroco di Renazzo. Don Lamborghini, parroco per 46 anni a Palata, quando prese possesso si trovò una canonica e una chiesa decadenti e piene di umidità (vecchie costruzioni dei Pepoli). Il vecchio parroco, il Rettore Don Matteo Morini, un uomo molto colto e qualificato, è fautore nel 1842 dello spostamento del vecchio cimitero addossato alla chiesa, al cimitero attuale. Avanti con gli anni, non ebbe molta cura né degli arredi né degli edifici della parrocchia. Fin dai primi anni del suo insediamento, Don Lamborghini iniziò giustamente a lamentarsi. presso il principe Alessandro Torlonia e il conte Carlo Pepoli (detentori in percentuali del giuspatronato della parrocchia), delle condizioni precarie della canonica e della chiesa. Nel 1870, dopo diverse peripezie, con la collaborazione del principe Torlonia, del conte Pepoli, del lascito del fu Don Matteo Morini e di Don Antonio Lamborghini, finalmente fu eretta la nuova Canonica. Ora, per Don Lamborghini rimaneva il problema del rifacimento della chiesa. Negli anni Settanta del’800 fu un turbinio di missive tra Don Lamborghini e il principe Torlonia in riferimento alla costruzione della nuova chiesa. Il principe voleva assolutamente ristrutturare la vecchia chiesa dei Pepoli, mentre Don Lamborghini, cosciente delle condizioni della vecchia chiesa, ribadiva al principe che sarebbero stati denari buttati al vento in quanto dopo pochi anni sarebbero sorti altri problemi. Poi all’inizio degli anni Ottanta del’800 le cose cambiarono improvvisamente, il principe scrive a Don Lamborghini che farà costruire la nuova chiesa e che la farà dirimpetto al palazzo padronale. A questo punto Don Lamborghini, felice ma nello stesso tempo disperato per la decisione a lui poco consona, scrive all’arcivescovo affinché intercedesse presso il principe Torlonia per far costruire la nuova chiesa nello stesso luogo di quella vecchia. Dopo un silenzio abbastanza prolungato del principe, improvvisamente arrivò una lettera nella quale annunciava che presto si sarebbe iniziato ad abbattere la vecchia chiesa per poi costruirne una nuova nello stesso luogo. Negli anni Settanta del‘800 il principe Alessandro Torlonia aveva dei seri problemi famigliari: muore a soli 19 anni la figlia Giovanna, poco tempo dopo gli muore la moglie Teresa Colonna ed inoltre non aveva tutto il giuspatronato della parrocchia di Palata ed era impegnato con il prosciugamento del Fucino. A mio avviso agli inizi degli anni ottanta dell’800 la situazione in casa Torlonia si era normalizzata, il principe aveva già oltre 82 – 83 anni, aveva avuto in dono il rimanente giuspatronato dal conte Carlo Pepoli e così finalmente il nostro Don Antonio Lamborghini ebbe la bramata chiesa nuova dove ora, giustamente, riposano le sue spoglie. Da non dimenticare che negli anni Settanta dell’800 Don Antonio Lamborghini fu l’autore diretto della costruzione del bellissimo Tempietto dedicato alla “Madonna di San Luca” posto a lato della via principale di Palata, nelle vicinanze della chiesa. Il tempietto fu costruito su di un lembo di terra donato dal principe Torlonia all’incrocio di due canali. Molti parrocchiani contribuirono alla costruzione del tempietto, chi si prestava con carri e buoi per il trasporto dei materiali, chi prestava manodopera gratuita, chi donò le pietre per la costruzione del tempietto, ecc Il tempietto è stato un punto di adorazione e richieste di grazie per molti nostri parrocchiani e viandanti.

Don Lodovico Avoni Don Lodovico Avoni (1872/1943) Don Lodovico Avoni fu parroco a Palata dal 1908 al 1943. Don Avoni anch’esso proveniente da una famiglia benestante, era nativo di San Pietro di Ozzano Emilia e quando gli fu assegnata la parrocchia di Palata prese con sé, come governante, una sua sorella. Don Avoni era molto benvoluto da tutti, seppe conquistare la fiducia della gente accogliendola in canonica come fosse la loro casa. Nel tempo libero Don Lodovico aveva la passione della caccia e non gli dispiaceva neanche, nella misura giusta, un buon bicchiere di vino. Per molti anni fu il cassiere della scuola di Banda di Palata. Non riesco ad immaginare nei suoi 35 anni di permanenza a Palata a quante gioie e a quante disgrazie è stato partecipe. Don Avoni, ha visto giovani e padri di famiglia partire per la prima e la seconda guerra mondiale e molti di essi non tornare. In quante famiglie sarà andato a dare una buona parola di consolazione alle mamme, ai papà, alle mogli e ai figli dei nostri compaesani caduti per la nostra libertà! Poi per 35 anni si è rapportato con i principi Torlonia di Roma proprietari per la maggior parte del territorio della parrocchia, della canonica e della chiesa. Don Avoni morirà nel 1943 all’ospedale di Crevalcore e dopo le esequie celebrate nella chiesa di Palata Pepoli, il suo corpo venne tumulato in un loculo nel cimitero di San Pietro di Ozzano Emilia. Tratto dal libro “Palata nella Storia II” di Daniele Gallerani (finito di stampare Dicembre 2021)

PILLOLE DI STORIA l fiume Reno, il Paratore e il Malaffitto Verso la metà del XII secolo l’alveo del Reno, in uno dei tanti percorsi che si era dato nei secoli (basti pensare ai tanti toponimi) cominciò ad alzarsi nel territorio centese cosicchè i suoi abitanti pensarono di premunirsi contro eventuali piene e straripamenti. Venne innalzato un argine sulla destra del fiume che ebbe, ed ha tuttora, il nome di Paratore serpeggiante verso nord. Le terre a destra del Reno vennero sovrastate da questo argine, sempre più alto, di ben sei metri con la conseguenza che questo territorio, coltivato e produttivo fin dai tempi antichi, divenne una depressione in quanto le acque non scolavano più essendo intercettate dal Reno stesso. Si formò quindi una vasta palude fra la via dove sorgeva la Chiesa (oggi via di Renazzo) e l’altra detta il Paratore (oggi via Paratore) che rappresenta il confine tra Renazzo e XII Morelli. Il Vescovo di Bologna e Signore di Cento e Pieve in data 20 febbraio 1209 concesse al Comune di Cento e di Pieve in perpetuo il diritto di pesca in tale territorio purché venisse corrisposto ogni anno l’importo di sei denari da ciascun uomo che avesse pescato con barca e una quantità di 70 litri di gamberi il giorno di Giovedì Santo ( basti pensare alla presenza del gambero di acqua dolce nello stemma del Comune di Cento per capire l’importanza che rivestiva il suo commercio e per l’alimentazione). Successivamente si avvertì la necessità di condurre il Reno in colmata di detto territorio al fine di eliminare le paludi e farlo ridiventare produttivo. A questo scopo fu infatti tagliato l’argine destro del Paratore per un tratto di quasi un chilometro e le acque, che ne sgorgarono con impeto, scavarono la depressione tuttora denominata dei Gorghi. Le acque fuoriuscite, che furono artificialmente separate in due rami, uno a ovest dell’attuale Chiesa di Renazzo (Renaccio) e uno a nord-est invadendo il Guadora, ci indicano ancora quale percorso avessero preso le ramificazioni del Reno (oggi scoli dei Gorghi e del Guadora) messo in colmata. I terreni che così vennero bonificati andavano a est del Paratore fino a Alberone (detto Malaffitto) e nell’anno 1255 furono concessi dal Vescovo di Bologna, previo pagamento di un corrispettivo, alle famiglie che avevano dissodato quel territorio. Solo pochi anni dopo, precisamente nel 1263, questo accordo fu mutato in enfiteusi ventennale, col patto di dividere fra le famiglie acquirenti il nuovo possedimento. Tale riparto aveva durata ventennale e al termine si doveva rifare fra tutti i discendenti (in linea maschile) delle primitive famiglie. Questa fu la prima origine delle due Partecipanze di Cento e Pieve di Cento. Però Il Reno non ne voleva sapere di restare tranquillo e successivamente si disalveò a Bagnetto nel territorio di Decima gettandosi fra Cento e Pieve e separando anche fisicamente le due Terre che, nell’anno 1387, si erano disgiunte e costituite in Comuni autonomi. Franco C.

19


Camminiamo

Insieme

cicloturismo culturale

LA SPIRALE DELLA CURIOSITÀ (IN GIRO PER LA BASSA ALLA SCOPERTA DI… CENTO)

Dalla Chiesa dei Servi a Porta Pieve

sedime della vecchia ferrovia “Ferrara-Cento-Modena” ed, una volta inseriti in questa ciclopedonale, dopo pochi metri incontriamo sulla sx una costruzione che rappresenta un vecchio casello della ferrovia. Proseguendo fin quasi alla rotonda in direzione Ferrara, possiamo svoltare a dx costeggiando la zona dei supermercati e raggiungiamo la rotonda su via di Mezzo. Qui svoltiamo a dx su via Ponte Alto e costeggiamo la nuova area umida che si comporta come una Cassa di espansione, nata con lo scopo di proteggere la Città di Cento da allagamenti conseguenti ad esondazioni del fiume Reno o a piogge di notevole entità. Rientriamo quindi su via Canale e raggiungiamo la zona del Cimitero di Cento. Qui giunti ed affrontato tutto il viale dei Cappuccini, ci dirigiamo verso il Corso del Guercino, ma svoltiamo subito a sx su viale Bonzagni e, alla fine di questa strada, ci inseriamo con una piccola deviazione a sx sui Rampari (struttura sopraelevata costruita lungo il perimetro di Cento nel tratto a sud-est a protezione della città nel caso in cui ci fosse una esondazione del fiume Reno) che percorreremo fino a raggiungere Porta Pieve. Porta Pieve sorge all’inizio di via Donati ed è un esempio di architettura fortificata trecentesca. È alta m. 13,80 e non ha subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Ai lati della porta sono presenti le fessure per il passaggio dei bolzoni* del ponte levatoio, adatti per un fossato largo circa 4 metri e mezzo.

Dalla bellissima e ricca Chiesa dei Servi in via Gennari, ci portiamo verso sud-ovest raggiungendo una Chiesa ora Chiusa al culto da molti anni che si trova in via Gennari all’incrocio con via Erri. Si tratta della Chiesa del “Santissimo Nome di Dio”. È una chiesa ora sconsacrata ed utilizzata negli anni per svariate attività: quali una falegnameria e ora uno studio tecnico. È stata la chiesa di una Confraternita ed al suo interno vi era il più famoso di tutti i dipinti del Guercino: “Gesù Cristo risuscitato che appare a Maria”. Di questo quadro in Inghilterra se ne sono fatte moltissime copie in incisioni. Da qui ci possiamo spostare verso la Stazione degli Autobus in viale Jolanda (era la Stazione del Treno Ferrara-Cento-Modena, linea attiva fino al 1956). Dalla Stazione attraversiamo via Bologna in direzione Nord-ovest e ci portiamo al Giardino del Gigante, artistico giardino realizzato da Marco Pellizzola con grande lungimiranza. Uscendo dal Giardino su via Giovannina, nei pressi del semaforo, possiamo dirigerci su via del Penzale e quindi alla Chiesa Parrocchiale del Penzale, intitolata a “Santa Maria ed Isidoro”, riaperta al culto dopo il terremoto del 2012 ed alla stupenda Chiesa Provvisoria , costruita a tempo di record dopo il terremoto e dove tutt’ora vengono celebrate alcune funzioni religiose. Proseguendo su via del Penzale verso nord, dopo meno di un km, si incontra sulla dx una piccola chiesa, la “ Crocetta”, che pare sia stata costruita proprio in quel punto perché, nel 1300-1400 ed a seguire, quello era un crocevia fondamentale ed un luogo strategico quale punto di appoggio e di ristoro per i pellegrini ed i viandanti che seguivano la strada per Roma (una delle vie Romee, definita anche via Altinate o Emilia Minor: da Modena raggiungeva le terre che lambivano il Fondo Centopievese e poi verso Ferrara deviando poi verso Este e Padova, collegandosi con la via Postumia e la via Annia che raggiungeva Aquileia). Pochi sono i dati certi sulla nascita dell’edificio che viene per la prima volta menzionato nel 1390. Il testo parla di un ingrandimento dell’Oratorio, il che lascia sottendere l’esistenza di una precedente struttura. La confraternita della Santa Croce ne entrò in possesso dopo il 1454, *Il Bolzone è una trave, imperniata al centro, che serviva per la manovra anno di istituzione del sodalizio. Svoltando a dx sulla strada che porta verso Cento (via Sant’Orsano), dei ponti levatoi Antonio Gallerani dopo circa 700 metri incrociamo la ciclabile che è stata costruita sul

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ANTONIO GALLERANI Il Fondo Centopievese ha una storia abbastanza recente. Le nostre terre, così come le vediamo ora, esistono dal 1500 in poi. Prima i fiumi ed i canali, così come le case e gli agglomerati urbani, avevano una diversa connotazione. Il Reno, il Panaro ed il Samoggia avevano corsi differenti. Nel corso degli anni attorno al 1000 il Reno scorreva all’incirca dove ora c’è Massumatico, a nord di San Pietro in Casale.E mentre Cento non poteva assolutamente esistere (lì vi erano solo palude, canali, isolotti, boschi e nulla più), Finale Emilia, situata su di una sopraelevazione di terra e roccia, possiede evidenze dell’Età del bronzo (3400-600 a.C.). Quindi tutto il territorio compreso fra San Pietro in Casale e Finale Emilia si è formato attraverso l’apporto di grandi quantità di terra e sabbia con le piene dei tre fiumi citati prima e con il grande lavoro dell’uomo.

IL CENTOPIEVESE NELLA STORIA: UN TUFFO NEL PASSATO E NEL PRESENTE!

Considerazioni all’aria aperta! Progetto 20222!

IL FONDO CENTOPIEVESE E attorno a queste terre, con un raggio ideale con al centro il Centopievese, otteniamo un cerchio approssimativo che raggiunge o sfiora vari paesi e piccole città. Quindi tutto un mondo articolato che intrattiene continui rapporti con Cento e Pieve di Cento, traendone linfa vitale. È un territorio con una densità abitativa tra le più alte d’Italia, segno di una condizione di re-

20

lativo benessere e anche delle azioni della Partecipanza Agraria, che invogliava gli abitanti a rimanere, pena il decadere del diritto ventennale di avere a disposizione le terre.Un territorio abbastanza uniforme che io ho voluto tenere racchiuso in un tracciato di 202,2 km ( proprio con gli stessi numeri dell’anno 2022 che stiamo vivendo). Seguendo questa CICLOVIA DEL FONDO CENTOPIEVESE, abbiamo la possibilità di scoprire le bellezze della nostra Terra di Pianura, bella ed ancora adesso un po’ selvaggia, ma ricca di Cultura e Laboriosità! Questo ed altro nel mio volumetto dal titolo: “PROGETTO 202,2: IL FONDO CENTOPIEVESE” Le Terre attorno a Cento nel quadrilatero San Pietro in Casale-Casumaro-Finale Emilia-Nonantola

Antonio Gallerani

Il volumetto è in vendita a 10 euro all’uscita delle Messe: a Palata alle 12,10 a Bevilacqua alle 11.00 e a XII Morelli alle 18.15 di domenica 27 febbraio. Inoltre potete richiederlo direttamente al sottoscritto al n. WhatsApp 3409806432. Sarà anche in vendita presso la Cartoleria Montanari in Via XII Morelli 51 a XII Morelli


Camminiamo

Insieme

voci dalla diocesi

NOTIZIE DALLA DIOCESI

Con questo numero inizia la pubblicazione della rubrica “Notizie dalla Diocesi” non solo per conoscere meglio la nostra Diocesi di Bologna ma soprattutto per sentirci Diocesi. È evidente che siamo geograficamente lontani dalla sede della Diocesi, ai margini del territorio che non vuol dire marginali come ha ribadito l’Arcivescovo nella visita pastorale. La diocesi di Bologna presieduta dal Cardinale Arcivescovo Matteo Maria Zuppi è formata da 410 parrocchie, a volte aggregate in unità pastorali, raggruppate in 50 zone pastorali che fanno parte di 12 vicariati. L’Arcivescovo ha sede nella Cattedrale di San Pietro con a fianco gli uffici amministrativi della Curia. Il sito web della Diocesi (https://www.chiesadibologna.it/) è di facile accesso e utile per rimanere aggiornati sulle attività che coinvolgono tutte le comunità parrocchiali e poter consultare la copiosa documentazione riguardante i vari ambiti diocesani. C’è inoltre un canale youtube (https://www.youtube.com/ user/12portebo) a cadenza settimanale trasmesso anche in alcuni canali TV locali. Ogni mese in rubrica si cercherà di pubblicare notizie di eventi o iniziative che possano essere di interesse generale lasciando, a chi è interessato, la possibilità di approfondire l’argomento con ricerche particolari in altre sedi. Notizie Dall’agenda degli impegni dell’Arcivescovo del mese scorso: Domenica della Parola con istituzione di 12 Ministri Lettori per il servizio alla Parola di Dio nelle varie parrocchie visita alla comunità parrocchiale della chiesa di San Michele degli Ucraini partecipando alla loro liturgia di preghiera per la situazione politica difficile della loro nazione (è un piccolo ma significativo gesto di sensibilità verso gli altri) nella Basilica di San Bartolomeo, messa in suffragio di Tancredi e di tutti i senzatetto morti per strada (realtà molto presente in città) Messa nella Giornata contro la tratta di esseri umani, in occasione della festa di santa Giuseppina Bakhita a Sant’Antonio di Savena

Iniziato il cammino sinodale con le varie proposte da implementare nelle singole realtà parrocchiali o altri ambiti civili. Continuano le proiezioni in varie sale del film “La Sorpresa“ sulla vita di padre Marella (frate conosciuto per la sua presenza costante in centro a Bologna anni fa a mendicare col cappello non per sé ma per sostenere tanti poveri e la Città dei ragazzi dove accoglieva ragazzi sbandati per aiutarli a diventare adulti liberi). Eugenio C.

LA PAROLA AL VICARIO

Nel tempo abbiamo imparato a dare un nome ad ogni cosa che riguarda la vita di Cristiana fino a creare un vocabolario ad hoc per ogni circostanza ed ogni evento, un vocabolario che spesso, negli ultimi tempi, ha dovuto aggiornarsi con parole che, di fatto o nella concretezza, sono veri e propri neologismi: Zona Pastorale, Moderatore, Facilitatore, Presidente, Vicario, Sinodo… Alcune parole di questo vero e proprio Zingarelli della vita cristiana “dal basso”, come si dice di questi tempi (altro aggiornamento!), hanno definito per anni la vita di Chiesa: “campanile”, ad esempio, è stato, da sempre e forse ancora oggi, più di un termine per

definire la torre campanaria diventando piuttosto, per esteso, sinonimo di orgoglio ed di identità ma anche, diciamolo con franchezza, di divisione ed autonomia. Poi ci sono parole bellissime e potenti come Parrocchia, forse uno dei più “casalinghi” da usare, o Comunità, ad esprimere la dinamica della Comunione. E poi ancora: Caritas, Gruppo del Vangelo, Gruppo del Catechismo, Centro d’Ascolto, Compagnia del Santissimo, Confraternità della Madonna…. Un vocabolario di grande ricchezza e forza! Ed ora, come detto, dobbiamo aggiornarci con la parola Sinodo. Come renderlo in questo vocabolario ecclesiale? Quale altra definizione dare, oltre a quanto emerso finora, quale riassuntiva per definirlo? Semplicemente con l’unica parola troppo depotenziata nel nostro parlare comune: Chiesa! Strano ma vero: l’unica vera parola che ci racconta come cristiani nel Mondo è quella meno usata nel comune parlare. Anzi, qualcuno addirittura fatica a pronunciarla senza storcere un po’ il naso, qualcuno ne prova quasi vergogna pensando solo ai suoi limiti evidenti, qualcuno la usa soltanto in senso negativo ed “estraneo”, pur vivendo la Parrocchia. Eppure…. Chiesa è ciò che siamo. E’ Dio stesso che raduna attorno a sé i suoi figli, li chiama parlando al loro cuore, li raduna cercandoli. Per questo, fin dal greco, questa parola prese il suono di Chiesa. Il Sinodo è, così, prima di tutto esercizio

21

di Chiesa. E’, per muoverci anche tra i vocaboli, rivedere e mettere in crisi la settorializzazione della Vita Cristiana: quel gruppo, il mio gruppo, la mia Chiesa…. E’ più di un esercizio di Campanile o di Parrocchia o di Comunità perché è più del “semplicemente noi”, sia questa un’affermazione orgogliosa (Campanile), quotidiana (Parrocchia), affettiva (Comunità) o tecnica (Gruppo). Il Sinodo è la dinamica che unisce l’essere Campanile, Comunità, Parrocchia o Gruppo per riavvicinarli ancora più, nella dinamica dell’ascolto e del guardare nella stessa direzione, quasi prendendosi per mano. E’ guardare oltre il gruppo, il settore, la Compagnia, la Confraternita per guardare più in là di ogni chiusura, fosse solo anche tecnica e necessaria. Chiesa è più di noi, più di noi qui, più di noi adesso. Sinodo è dialogo e pastorale condivisa fra le Parrocchie per tendere la mano a chiunque; è ascolto del presente e di chi ci circonda per costruire un “dopo” che non sia basato su noi ma su Cristo in mezzo a noi! Sinodo è esercizio di Ascolto reciproco che nasce nella Chiesa perché impariamo ad Ascoltarci, a Condividere, per poi poter Ascoltare il Mondo intero. Come potremo ascoltare uno “sconosciuto” se non ascoltiamo i fratelli? Ripartiamo allora dal 13 Marzo prossimo, in un pomeriggio insieme a Galeazza. Don Marco


Camminiamo

Insieme

economia

BILANCIO PARROCCHIA XII MORELLI 2021 PARROCCHIA Ss.TRINITA' BILANCIO 2021 Resoconto Entrate Uscite 2021

ENTRATE Offerte in chiesa, offerte varie

8716

Offerte da doposcuola, ER, uIlizzo sale

10200

Offerta da Bce Corporeno

500 Tot. Entrate

19416

Nota. Dal Conto comune 4P devon entrare 2160 euro amatori 1000 euro

USCITE Tasse e assicurazioni

4171,78

Materiale per chiesa, cera, fiori, libri liturgici

5150,13

Manutenzione e controllo impianI

6454,44

Riscaldamento

17129,79

Enel

4283,3

Acqua

424,87

Telefono, adsl, abbonamento RAI

1330,98

Cancelleria, ufficio di segreteria

370

Igienizzazione, materiale per oratoriando e catechismo

807,68

Sagrato

31971,27

Oratorio

7997,02

Giornalino, libri, conferenze

3055

RistruYurazione segreteria

2076

AZvità 4Parrocchie (cassa comune a Palata)

1350

Caritas

9705,47 Tot. Uscite

96277,73

Saldo

Conto Cassa Risparmio Cento Titoli BCE Palata Pepoli

-76861,73

89300 euro 20500 euro euro 25772,56 euro

22

1


Camminiamo

Insieme

intervista del mese

JOHN STRADA: UNA VITA TRA ROVI & ROSE

Partiamo dal nome d’arte… Intorno ai vent’anni, ero negli Stati Uniti Uniti e cercavo un nome d’arte che esprimesse il rock ma che fosse anche italiano. Non lo trovavo. A una festa in Florida ho conosciuto questo ragazzo, John Strada, e quando me l’hanno presentato ho detto: “Questo qua sono io!” e mi sono impossessato di questo nome. Hai cominciato presto a viaggiare. Dopo le scuole superiori, in Inghilterra e negli Stati Uniti spinto dai miei interessi e dal desiderio di conoscere ed esplorare. La “mia” musica era prodotta là quindi erano mete predestinate. Quando nasce la tua passione per la musica. Intorno ai 12-13 anni comincia il mio interesse per la musica senza avere gusti ben definiti. Ma ricordo un momento preciso da cui tutto ha avuto inizio. A XII Morelli esisteva un luogo di ritrovo per ragazzi “Il ranch dei salici”. I ragazzi più piccoli lo frequentavano dalle 17, dopo il film al cinema, fino alle 20. Dopo arrivavano i più grandi. Un giorno uno di questi, arrivato in anticipo, selezionò dal jukebox Hungry heart di Bruce Springsteen. Quando ho sentito l’attacco di quella canzone mi è venuta una roba di dentro indescrivibile, una vera e propria folgorazione. Da lì ha avuto inizio il mio viaggio verso la musica e verso me stesso. Quando hai imparato a suonare? Dopo questa folgorazione. Non venivo da una famiglia di musicisti. Ricordo che la domenica mattina si ascoltavano i dischi di Modugno e di Morandi. Sono andato a scuola di chitarra e di canto. Sei diventato però un rocker non Modugno. Devo dirti che Modugno e la musica italiana li sto riscoprendo da qualche tempo a questa parte. Il mio ultimo lavoro è molto più cantautorale italiano che americano. Sto riportando tutto a casa. La tua carriera. Il primo concerto al Calvi di Finale Emilia alla festa di Carnevale nel quarto anno delle superiori. Da lì non ho mai smesso. Poi ho militato in varie band. In gioventù, per qualche anno, ho avuto il gruppo

John Strada & the small town rockers. Poi sono partito, per la terza volta, nel 1996 per l’America. Un’estate come insegnante di musica in un Summer Camp. Sperduti in una località denominata Bear Mountains, ho insegnato e contemporaneamente preparato la mia tesi in inglese. Nei weekend andavo a New York a suonare nei club. Un giorno mi telefonò mia madre: mi aveva cercato il produttore di Zucchero che era interessato a una mia canzone. Non se n’è fatto niente ma mi ha la-

sciato per tre mesi nella speranza che succedesse. La tua produzione in numeri. 8 LP più 2 EP (dischi di 4 canzoni). Uno dei brani è dedicato al terremoto del 2012 ed è diventato la colonna sonora degli eventi del Comune di Cento. In più un DVD dal vivo realizzato al teatro sociale di Finale Emilia ed è diventato anche un documento storico perché questo spazio non c’è più. Adesso sto lavorando sul nono. Bruce Springsteen una grande passione. Ho visto più di 50 concerti principalmente in Europa ma il vero incontro c’è stato a metà gennaio del 2015 al festival Light of day dove ero stato invitato a suonare. Bruce era l’arti-

23

sta principale. Siamo saliti con lui sul palco io ed altri musicisti presenti, per eseguire le tre canzoni finali. Al termine, all’after show party sono riuscito a parlargli. Lui beveva tequila, io birra. È stato bello: un cerchio che si chiude. Cosa resta da dire? L’attività dell’Adelante, circolo storico dove stiamo programmando proposte interessanti: concerti a novembre e dicembre, attività la scorsa estate, senza dimenticarsi il concerto di Bobby Solo. Il 26 febbraio si riprende con il concerto del reggiano Graziano Romani per poi continuare in marzo. È una realtà molto bella perché il circolo adempie alla sua missione: proporre e fare arte nelle sue diverse forme anche musicale. Facciamo proposte diverse e, di solito, la gente ritorna perché riconosce la qualità. È un posto accogliente che si presenta professionale quando lo allestiamo per i concerti. In più c’è uno spazio esterno, una sorta di aia da film di Fellini. Molti ne sono rimasti affascinati, in primis Bobby Solo. In ultimo ma non per importanza. Il mio ultimo album Tra Rovi & Rose. Doveva uscire nel 2019 ma era slittato per la nascita di mio figlio l’anno prima e poi nel 2020 la pandemia; è uscito ufficialmente il giorno del secondo lockdown quindi la promozione è stata rallentata. Disco di 10 canzoni con un taglio molto diverso dalle mie precedenti produzioni; ha molte anime: americana, italiana e un po’ francese. Non più disco di classic rock americano ma di folk rock roots. In italiano cerco di raccontare varie cose: alcune molto impegnate. In Eneide 2020 la fuga di Enea con il padre sulle spalle la uso per parlare della tragedia dei migranti. Altro brano Il tempio di Demetra è dedicato alla nascita di mio figlio. Altre canzoni hanno argomenti più leggeri come una nottata ipercalorica al bar. Intervista raccolta da Mariarosa Nannetti


Camminiamo

Insieme

avvisi

NOTIZIE DALLA PROLOCO DI DODICI MORELLI

Il 2021, che ci ha visto impegnati nella realizzazione di alcuni momenti di intrattenimento, come ad esempio il cinema all’aperto nel campo parrocchiale, la festa in piazza e la sagra della polenta, ci ha regalato momenti in cui abbiamo rafforzato un rapporto di collaborazione tra volontari provenienti dalla fusione di associazioni che in precedenza erano presenti nella frazione, ci ha dato anche uno slancio per poter inserire altre attività che ci permettono di animare il paese, ad esempio nel mese di Marzo, è nostra intenzione organizzare assieme all’associazione “STRADE” (con la quale abbiamo già avuto collaborazioni) alcuni laboratori mirati a coinvolgere i bambini di età compresa fra i 5 e i 10 anni. Nel mese di aprile invece, se possibile, organizzeremo per i bambini uno spettacolo di Burattini, assieme a un burattinaio di Bologna, mentre per quanto riguarda il periodo estivo, sarebbe nostra intenzione riproporre il cinema all’aperto e organizzare altri momenti musicali, gastronomici e di convivio, il tutto subordinato dall’andamento pandemico, speranzosi di esserci ormai lasciati i momenti più bui alle spalle. Non appena saremo pronti vi faremo sapere con più precisione le modalità e dove verranno realizzati gli eventi. Govoni Enrico

NOVITÀ PER IL TEATRO DI DODICI MORELLI

In queste ultime settimane sono ripresi i rapporti tra la Parrocchia e la Diocesi per poter recuperare lo spazio dell’ex Cine-Teatro, per renderlo funzionalmente operante come Sala Polivalente. Ci saranno importanti lavori da eseguire sulla parte strutturale ed impiantistica, ma la Diocesi non si è sottratta al confronto, anzi ha dato disponibilità di contribuire al progetto. Si è attivato anche un canale comunicativo con la nuova Amministrazione Comunale, per verificare la possibilità di un loro sostengo (promessa fatta dalla precedente Amministrazione). Lo Studio Giovagnoni di Bologna e lo Studio Nicoli di Sant’Agata stanno provvedendo alla verifica dei progetti realizzabili. Non si arriverà a quel recupero pensato alcuni anni fa, in quanto troppo esoso per una struttura “già datata”. Gli interventi previsti consentiranno però una messa a norma degli impianti e delle dotazioni di sicurezza e renderanno nuovamente disponibile la struttura per attività a beneficio della Parrocchia e delle realtà aggregative locali. Matteo M.

OGNI GIOVEDÌ ALLE ORE OTTO LODI E MESSA A GALEAZZA IN CHIESA CON LE SUORE 24


Camminiamo

Insieme

avvisi

Promuovono

“Le giornate culturali di Palata” PRIMA SERIE CONOSCERE IL CONCILIO VATICANO II Relatore: Don Paolo Cugini

Obiettivo

Il percorso intende offrire la possibilità di conoscere i principali documenti del Concilio Vaticano II (1962-65) che ancora oggi costituiscono il punto di riferimento dottrinale della Chiesa Cattolica. La proposta mira ad aiutare a comprendere l’attuale congiuntura ecclesia le, che vede proprio nei contenuti del Concilio il punto più problematico.

Metodologia

Di ogni documento preso in esame saranno analizzati struttura, contenuti e la recezione all’interno della Chiesa dal dopo Concilio ad oggi. Nel pomeriggio saranno atti vati seminari per leggere ed analizzare le pagine più significative del documento in questione.

Percorso Il percorso è strutturato in due incontri ognuno dei quali sarà dedicato all’approfondimento di un documento.

Sabato 12 Febbraio - La riforma liturgica operata dal documento: SACROSANCTUM CONCILIUM Sabato 5 Marzo - DEI VERBUM: la Bibbia di nuovo nelle mani dei fedeli

Note organizzative: Orario: 9-12; 14.30-17 - Nei locali della canonica Contributo: €10 per ogni incontro - – (per aiutare nelle spese di manutenzione dei locali, riscaldamento, pulizia, ecc.) Pranzo: c’è la possibilità di pranzare assieme, con il cibo che ognuno si procura da casa.

COVID-19: Gli incontri si terranno nel rispetto delle normative anticovid vigenti

25

RE


Camminiamo

avvisi

Insieme

LETTERA SINODO

PROGRAMMA QUARESIMA 2022 MARZO Mercoledì 2: le ceneri Ore 16,30: Messa e rito delle Ceneri a Galeazza (d. Paolo) Ore 20,30 rito delle ceneri a Dodici Morelli (Brunino) Ore 20,30: Rito delle ceneri a Bevilacqua (Eugenio) Ore 20,30: Rito delle ceneri a Palata Pepoli (Giovanni) Venerdì 4 20,45: I Venerdì Teologici: Credo nello Spirito Santo in Meet con la biblista Soave Buscemi Sabato 5 marzo 9-17: i sabati culturali di Palata. Conoscere il Concilio Vaticano II. Studio del documento Dei Verbum, sulla Parola di Dio nella Chiesa (dalle 9 alle 17 nella canonica di Palata Pepoli) ore 16,30: rito delle Ceneri bambini catechesi Dodici Morelli Venerdì 11 ore: 21: Stazione quaresimale a Sant’Agostino Venerdì 18: ore 21: Stazione quaresimale al Crocifisso di Pieve di Cento Venerdì 25 ore 21: Stazione quaresimale ad Alberone

Carissimi, come già sappiamo il percorso Sinodale passa anche dalle tappe Parrocchiali e Zonali, come ancora ribadito dal nostro Vescovo. Al di là di ogni fatica, per altro già espressa, quella del Sinodo da vivere nelle nostre realtà resta principalmente un’opportunità ed un esercizio di Ascolto e di condivisione dell’esperienza che essere Chiesa, oggi, comporta. Nella piena libertà di ogni realtà Parrocchiale ma anche nella convinzione del bisogno di crescere nel nostro essere Zona Pastorale, fosse anche solo in obbedienza al Vescovo, siamo a proporre tre momenti di strada insieme:

APRILE Venerdì 1° aprile ore 21: Stazione quaresimale a Mirabello Venerdì 8 ore 21: Stazione quaresimale a Corporeno Domenica 3 Settimana delle celebrazioni penitenziali 8-17: Ritiro Spirituale di quaresima per giovani e adulti in chiesa a Galeazza Lunedì 4 ore 20,45: liturgia penitenziale con assoluzione comunitaria a Dodici Morelli Martedì 5 ore 20,45 Studio Biblico in Meet Mercoledì 6 ore 20,45: liturgia penitenziale con assoluzione comunitaria a Galeazza Giovedì 7 ore 20,45: liturgia penitenziale con assoluzione comunitaria a Palata Pepoli Venerdì 8 ore 20,45: liturgia penitenziale con assoluzione comunitaria a Bevilacqua

L’incontro ed il dialogo come Equipe sui temi del Sinodo, su come viverlo e facendo già nostre, in un primo dialogo, le domande poste nelle schede di lavoro proposte da CEI e dalla Diocesi (cfr: https://www.chiesadibologna.it/ sinodo-2021-2023/). L’appuntamento è fissato per Lunedì 7 Febbraio p.v., per i Sacerdoti ed i membri tutti dell’Equipe. Per evitare un viaggio in più, di sera, in giorni di nebbia, l’incontro sarà in Meet e sarà posisbile partecipare cliccando a partire dalle 21 sul link: https://meet.google.com/okv-uxus-ead;

Il secondo momento è suggerito e lasciato all’iniziativa di ogni Comunità con il proprio pastore e riguarda il coinvolgimento di almeno il CPP nel porsi le domande contenute nelle Schede CEI e Diocesane ed aprire il dialogo tra i presenti. Sperando di esservi utili suggeriamo alle Parrocchie una scheda semplificata come spunto che trovate dopo queste righe. Infine, sempre nell’ottica di essere d’aiuto, qualora lo si creda opportuno la Presidente o il Moderatore o entrambi sono disponibili ad essere presenti.

Anche il terzo momento è suggerito e lasciato all’iniziativa di ogni Comunità con il proprio pastore sebbene sia sollecitato, da parte nostra, come unico momento dell’anno in cui incontrarci come Zona Pastorale, pur nel rispetto delle regole vigenti in materia di contrasto al Covid. Questo terzo Momento ruota attorno alla dinamica dell’Ascolto e fissa un momento di Ascolto della Parola ed una prima condivisione aperta ai presenti delle diverse Parrocchie che vorranno partecipare, cogliendo anche l’occasione di coinvolgere soprattutto i Catechisti, che hanno già fatto strada insieme alle altre Parrocchie, e i rappresentati dei diversi settori. Questo appuntamento è fissato per Domenica 13 Marzo, dalle 15.30 alle 18 presso il Centro di Spiritualità di Galeazza. In base alla situazione Pandemica si verificherà se sarà necessario completarlo o sostituirlo da un collegameno in Meet.

Nella speranza di camminare insieme fruttuosamente vi salutiamo cordialmente.

La Presidente ed il Moderatore

STRUMENTO DI DIALOGO PER IL SINODO Prendendo spunto dalla Schede CEI adattate in Diocesi L’invito che ci viene fatto da Papa Francesco e dai nostri Vescovi è di condividere le nostre esperienze (non le nostre idee) facendo attenzione a dove risuona la voce dello Spirito. L’orizzonte di riferimento è come poter realizzare in modo più pieno quel “camminare insieme”, gareggiando nello stimarci a vicenda, che diventi un annuncio della Buona Notizia nei fatti concreti della nostra vita quotidiana. Lo stile a cui siamo invitati è questo: “quando ascoltiamo con il cuore, l’altro si sente accolto, non giudicato, libero di narrare il proprio vissuto ed il proprio percorso spirituale” (Papa Francesco, Omelia del 10.10.2021) “vincendo il veleno della disillusione... facendo germogliare sogni. suscitando profezie e visioni, facendo fiorire speranze, stimolando fiducia, fasciando ferite, intrecciando relazioni, risuscitando un’alba di speranza, imparando l’uno dall’altro, creando un immaginario positivo che illumini le menti riscaldi i cuori e ridoni forza alle mani” (DP 32) Consapevoli che non è facile affidarsi alle mani (e alle orecchie) dei fratelli, consegniamo a Maria le nostre resistenze perché ci aiuti a non spaventarci del nostro limite e a non chiudere il cuore per difesa o per paura: - innanzi tutto, la tentazione di giudicare gli altri, - il desiderio di “apparire” e di essere all’altezza delle aspettative e del ruolo che riteniamo di avere, - il pensiero che tanto non cambierà niente, - il pensiero che la nostra esperienza non interessi a nessuno, - il dolore per quando qualcuno si è approfittato delle nostre parole e le ha usate contro di noi - il dolore di quando abbiamo “tradito” le confidenze di un’altra persona per poi parlarne male - l’abitudine alla critica e al chiacchiericcio

AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMA 2022 Centro di Spiritualità – Galeazza Il Centro di Spiritualità delle Suore Serve di Maria di Galeazza organizza e propone, a quanti desiderano partecipare, momenti celebrativi e di preghiera ispirati a Maria, Madre e Serva del Signore. Con questa comunicazione intendiamo aggiornare quanto pubblicato sul numero 6 del mensile “Camminiamo Insieme” lo scorso mese di novembre 2021 e protenderci verso il mese di giugno durante il quale si svolgerà l’importante appuntamento del XXX Capitolo Generale della nostra Congregazione, cadendo questo nel felice anniversario del 160° anno dalla fondazione delle Serve di Maria di Galeazza ( il giorno 23 giugno 1862 ).

1. Sabato 19 marzo 2022 - Festa di San Giuseppe Auguri a tutti i papà e vi invitiamo a dare lode al Signore, venerando S. Giuseppe, con una Celebrazione Eucaristica presieduta da Don Paolo alle ore 10.00 presso la chiesa di Galeazza 2. Domenica 3 aprile 2022 - presso la chiesa di Galeazza - recita del Vespro, con canti, a conclusione del Ritiro spirituale di Quaresima delle 4 parrocchie

Le domande sulle quali vi chiediamo di pregare, riflettere e condividere sono:

3. Sabato Santo 16 aprile 2022 - ore 10.00 in chiesa a Galeazza - celebrazione dell’ORA della MADRE in attesa della Risurrezione

1. Come mi sento accolto nella Chiesa? Faccio fatica o mi è facile condividere il mio cammino di fede? Ci sono ambiti in cui riesco a condividere il mio cammino di fede con facilità? Quali sono i motivi?

4. Sabato 30 aprile 2022 - ore 20.30 in chiesa a Galeazza Vigilia della festa di San Giuseppe Lavoratore con Veglia di preghiera per canti ed immagini sull’importante figura dello sposo di Maria e custode del Signore Gesù

2. Quali sono per me “i confini” della nostra Chiesa? Come mi sento rispetto a chi non partecipa? 3. Nella mia esperienza di vita ci sono dei momenti particolarmente significativi di gioia o di fatica scaturiti dalla relazione con la comunità?

5. Venerdì 1 luglio 2022 - Festa del Beato Ferdinando M. Baccilieri

L’invito è rivolto a giovani e adulti della nostra Zona pastorale, del Vicariato di Cento ed agli “Amici” e conoscenti della Famiglia Servitana.

26

Avremo circa 3 minuti per raccontare la nostra esperienza aiutati da queste domande, poi in un secondo giro potremo condividere le nostre risonanze: cosa ci ha mosso nel cuore di ciò che è stato detto da altri, cosa ci interpella profondamente, cosa ci suggerisce lo Spirito per la nostra vita di fede.


Camminiamo

avvisi

Insieme

SETTIMANA SANTA 2022

TRIDUO PASQUALE GIOVEDÌ SANTO 14 Ore 15-17 confessioni in chiesa a Palata Pepoli Ore 18: messa a Galeazza (don Remo) Ore 20,30: messa del Giovedì Santo delle 4 parrocchie a Dodici Morelli

Domenica 10 DOMENICA DELLE PALME ORE 10: Messa a BEVILACQUA Ore 11: inizio Quarantore a Bevilacqua ORE 10: Messa a GALEAZZA (don Remo) Ore 11: inizio Quarantore a Galeazza ORE 11,30: Messa a PALATA PEPOLI Ore 12,30: inizio Quarantore a Palata Pepoli ORE 18,30: Messa a DODICI MORELLI Ore 19,30: inizio Quarantore a Dodici Morelli

VENERDÌ SANTO 15 Ore 10-12: confessioni a Bevilacqua Ore 15: Palata e Bevilacqua (Via Crucis fatta dai laici) Ore 16,30: celebrazione a Galeazza Ore 18,30: celebrazione a Dodici Morelli Ore 20,30: celebrazione a Bevilacqua

LUNEDÌ 11 Ore 7 lodi ed esposizione del Santissimo (Palata Pepoli, Galeazza e Bevilacqua) Ore 7: Lodi, messa ed esposizione del Santissimo a Dodici Morelli Ore 16-18: confessioni in chiesa a Dodici Morelli Ore 17: reposizione e messa a Galeazza Ore 19: vespri e reposizione a Palata Pepoli, Bevilacqua, Galeazza e Dodici Morelli MARTEDÌ 12 Ore 7 lodi ed esposizione del Santissimo nelle parrocchie dove si stanno facendo le Quarantore Ore 19: Conclusione delle Quarantore in tutte le parrocchie (Bevilacqua, Dodici Morelli Galeazza e Palata Pepoli) Ore 20,30 Studio biblico sugli Atti degli Apostoli in meet clicca qui: https://meet.google.com/bsi-kzzr-ssx MERCOLEDÌ 13 Ore 16,30 Messa e vespri Galeazza Ore 17-19 confessioni in canonica a Galeazza

27

SABATO SANTO 15 benedizione uova Ore 10: a Palata Pepoli (Brunino) Ore 11: Dodici Morelli (don Paolo) Ore 10-11,30: ora della Madre a Galeazza Ore 11,45 benedizioni uova Galeazza (Giovanni) Ore 15: Bevilacqua (Eugenio) Messa della veglia pasquale: Ore 18: Galeazza (don Remo) Ore 23: messa della Veglia Pasquale 4 parrocchie a Palata Pepoli Altri appuntamenti del Sabato Santo Ore 16-18,30: confessioni a Dodici Morelli Domenica 17 PASQUA Ore 10 Messa a Bevilacqua Ore 10: Messa a Galeazza (don Remo) Ore 11,30: Messa a Palata Pepoli Ore 18,30: Messa a Dodici Morelli


Galeazza, Palata Pepoli, Bevilacqua e Dodici Morelli

I VENERDI TEOLOGICI

CREDO NELLO SPIRITO SANTO 4 MARZO 2022

È una proposta formativa per tutti coloro che desiderano approfondire la fede. L’obiettivo consiste nell’offrire un percorso triennale sugli articoli del Credo, presentati da alcune teologhe italiane: uno sguardo al femminile sula nostra fede.

Dopo i primi tre incontri realizzati nel mese di novembre sul tema di Maria madre di Dio, affrontati dalla teologa Selene Zorzi, nel mese di marzo sarà la biblista Maria Soave Buscemi ad aiutarci ad approfondire il tema dello Spirito Santo. L’incontro sarà in meet dalle 20,45 alle 22.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.