TEMPO DI SPERANZA
La liturgia accompagna i passi della no stra vita di fede. Entriamo nel tempo di Av vento con una nuova possibilità che ci vie ne offerta di rendere la nostra esistenza più aderente al Vangelo. Uno dei messaggi del tempo di Avvento è la speranza: questo è un dato interessante. Iniziamo l’anno liturgico e siamo stimolati a sperare, a non permet tere, cioè, che il negativo assorbito nella vita quotidia na prenda il sopravvento e condizioni le nostre scelte. Speriamo che la pandemia fi nalmente spa risca dalla no stra vita. Speriamo che la guerra tra Russia e Ucraina giunga al più presto al termine. Soprattutto, però, speriamo di vivere in un mondo più umano, d’incontrare persone che hanno il tempo di sedersi per fare due chiac chiere disinteressate. Speriamo d’imparare a non classificare le persone dai soldi che hanno, dal colore della pelle, dalla religione o dal sesso. C’è, dunque, una nuova possi bilità che viene offerta alle persone che si
riconoscono nel messaggio del Vangelo, di costruire comunità che siano segno di una diversità di stile di vita che provoca l’attenzione del mondo. Comunità che abbandonano il formalismo religioso per in vestire su relazioni umane autentiche e che pongono al centro della vita l’attenzione nei confronti dei fratelli e delle sorelle più povere. Speranza significa non abbandonar si allo scon forto, anche quando l’evi denza sembra distruggere ogni possibi lità di cam biamento. L’evidenza della croce di Gesù non ha tolto la possibilità della sua resurrezione. Speriamo, dunque, con coraggio, che l’a more vincerà l’odio, la giustizia tutte le forme di disuguaglianza e che in questo processo di trasformazione ciascuno di noi farà la sua parte. Speriamo. Don
Paolocatechesi
Celebrazione della Parola per i bambini del Catechismo
Da molti anni si cerca di adattare la Celebrazione eu caristica alla presenza dei bambini del catechismo delle elementari; la Messa è molto articolata e piena di segni difficili da comprendere per chi sta facendo i primi passi dell’inizia zione ai Sacramenti, inoltre la con temporanea presenza degli adulti comporta una sensibilità diversa di cui bisogna tenere conto.
Anche l’orario anticipato dell’uni ca messa comunitaria non è l’idea le per favorire la partecipazione dei bambini.
Quest’anno a Bevilacqua si è pen sato di proporre ai bambini delle elementari, dopo il catechismo do menicale, una celebrazione della Parola alle ore 11.00, guidata da un laico istituito, curando la disposi zione in chiesa che faciliti la par tecipazione, con canti, preghiere e letture della messa, commenti adat ti alla loro esperienza semplice di fede, preghiere dei fedeli parteci pata, distribuzione della comunio ne per chi ha già ricevuto la prima e apposita preghiera per riceverla in spirito. Così si dà loro la possibilità di
festeggiare il giorno del Signore anche in assenza del Sacerdote.
Per le nostre zone è una novità già presente in altre parrocchie della Diocesi e in terra di missione dove il sacerdote passa nella comu nità una volta al mese se non meno spesso.
I bambini si sentono molto coinvolti e partecipano con entusiasmo, riescono con la loro gioia a rendere bella la celebrazione; anche dai ge nitori provengono apprez zamenti e incoraggiamenti a proseguire.
In questo modo i bambini entrano per gradi nella com prensione della celebrazione dell’Eucaristia domenicale che è il traguardo e culmine della vita di ogni cristiano.
Eugenio C.LA FESTA DEL PERDONO
Sabato 19 novembre 11 bambini (due erano assenti per malattia) del gruppo di 4ª di Dodici Morelli, si sono acco stati per la prima volta al sacramento della Riconciliazione. Ci siamo tro vati alle ore 16 in cappellina, bimbi, catechista, genitori e don Paolo che, con una breve meditazione ha spie gato l’importanza del sacramento, poi individualmente li ha confessati. Dopo la confessione ognuno ha let to il versetto indicato da Don Paolo sulla Bibbia; abbiamo terminato con una preghiera insieme. I bambini, emozionati, hanno fatto esperien za dell’abbraccio di un Dio ricco di Misericordia sempre pronto ad acco gliere i suoi figli che tornano a Lui. A seguire abbiamo partecipato tutti alla S.Messa e la giornata si è conclu sa con giochi e pizza tutti insieme in oratorio.
Camminiamo Insieme
LE IMPRESSIONI DI FRATE ANTONELLO
Le cose più belle e significative nascono in sordina e nei modi più insoliti come lo è stato per un cer to don Lorenzo Milani che si è vi sto catapultato in un “Non paese” chiamato Barbiana dove grazie a lui il silenzio è diventato Parola. Un pomeriggio di luglio, ai giardi ni pubblici di Reggio Emilia, due amici di vecchia data, uno frate e uno prete, si son ritrovati dopo tan to tempo a fare due chiacchiere e a raccontarsi un po’. Oltre i ricordi, i progetti realizzati e da realizzare… La voglia di fare di nuovo qualco sa insieme ha preso il sopravvento e, con agenda alla mano, si è con cordata una full immersion milaniana per le tre parrocchie di Dodici Morelli, Bevilacqua e Palata Pepoli per il 5-6 novembre.
Conoscendo da oltre quarant’anni don Paolo non mi son meravigliato quan do mi ha inviato il programma della iniziativa: 4 omelie, una conferenza, 3 incontri ed uno spettacolo finale… tut to nell’arco di meno di 24 ore… ma le sfide proposte dagli amici si accettano punto e basta.
Arrivo a Dodici Morelli il sabato pomeriggio… mentre mi avvicino al centro abitato vedo intorno a me campagna: prati e ancora prati, gran di appezzamenti di terreno… Un pa esaggio semplice, che parla di altri sapori rispetto a quelli della città: mi sento subito a casa, accolto ancor pri ma di conoscere le persone. E subito dopo incontro delle voci ancor prima dei volti: il coro dei bambini di Dodici Morelli che fa le prove di canto. Che
bellezza!!! Canti eseguiti con gioia, con voglia di lodare, ringraziare e fare festa. Mi attendono un incontro con i ragazzi che l’anno scorso hanno realizzato un progetto sul priore di Barbiana e omelia alla Santa Messa delle 17 e 30, poi tutti in teatro per una conferenza-racconto-dialo go sulla vita di don Lorenzo e una cena condivisa. La cena (grazie allo staff della cucina per i cibi squisiti) è stato per me il momento per iniziare a rompere il ghiac cio con i nuovi amici della “Bassa ferra rese”: un momento conviviale conclusosi con vino novello e ciambellone… vista la vicinanza della festa di San Martino.
Oltre agli incontri con le comunità di Dodici Morelli Bevilacqua e Palata Pe poli, tre eventi hanno lasciato un segno nel mio animo. La liturgia della Parola con i bambini Domenica mattina a Be vilacqua. Un momento tutto per loro: canti animati, parole semplici, ma soprat tutto l’incanto e lo stupore dei piccoli e dei grandi nell’ascoltare nell’omelia il racconto pieno di speranza (tema della
liturgia della Parola di quel giorno) del ponte di Luciano… “Grazie, sembrava di ascoltare un racconto di una volta”, mi ha detto una coppia di genitori all’uscita dalla chiesa… Regalo più bello non po tevo riceverlo.
E poi l’incontro che temevo di più: quel lo con i ragazzi delle superiori: l’età è difficile ed io son più legato al mondo dei bambini e degli adulti… Ma la ma gia barbianese ha preso il sopravvento: abbiamo parlato di scuola a ruota libera e ciascuno ha “vomitato” ciò che non an dava… un bel caos di idee che abbiamo cercato di riorganizzare intorno a due o tre principi chiave… Beh… mi son sen tito nell’aula di Barbiana: il libro “Lettera a una professoressa” è nato così. Grazie giovani … di questo dono e di questa sintonia che ho vissuto in voi. Oramai stanco e con lo zaino pronto per tornare a casa… Domenica sera si va a Bevilac qua per una rappresentazione teatrale in chiesa dal titolo “I Care”… Il titolo non lascia dubbi sull’argomento. Di spettacoli teatrali ne ho visti tanti su Barbiana… ma quando l’amico Gianni è entrato in scena con la bicicletta sull’altare con la talare nera impersonando don Lorenzo ho iniziato a emozionarmi… poi i sette ragazzi (ognuno impersonificava con tanto di nome e cognome uno dei primi alunni del priore) hanno reso viva quell’esperienza. Una bicicletta, una porta a cui bussare, una lavagna, un tavolo e un mosaico di carta… poche cose e tanto amore hanno dato vita al messaggio vero del Priore: essenzialità, povertà, parola donata e acquistata e amore.
Grazie Gianni e ragazzi per questa semplice ric chezza donata!E grazie e arrivederci a tutti voi che mi avete accolto e fatto sentire a casa.
Fr. AntonelloUN PIACEVOLE INCONTRO
Sabato 5 Novembre 2022, abbiamo conosciuto un frate spe ciale di nome Fra’ Antonello che ha conosciuto diversi alunni della scuola di Don Lorenzo Milani. Con grande entusiasmo e una forte sensibilità ci ha raccontato altri momenti della vita del Priore che non conoscevamo e che rappresentano i simboli di Barbiana. Con un po’ di astuzia Don Milani ha voluto far costruire ai suoi ragazzi una piscina per far passare loro la paura dell’acqua, nel contempo ha insegnato loro in maniera alternativa diverse materie: la geometria nel fare il progetto della piscina, la tecnologia per studiare il materiale adatto per rivestirla, la scienza perché ha spiegato loro la reazione del corpo umano a contatto con l’acqua ed infine l’inglese per ché chiamò un insegnante americano per spiegare come fare a nuotare. Ci ha raccontato di Luciano un bambino che abitava lontano e per arrivare alla scuola impiegava diverse ore e do veva attraversare un bosco ed un torrente. Un giorno, a causa delle forti piogge, il torrente si era ingrossato e nell’attraver sarlo Luciano cadde in acqua e si bagnò. Arrivato a scuola infreddolito Don Milani decise di fare, insieme agli alunni, una protesta e, con pentole e cucchiai, reclamarono sotto le finestre del sindaco la creazione di un ponte. Grazie a questo ottennero una lastra di cemento che collegava le due sponde del torrente. Il ponte simboleggia il passaggio fra ignoranza e conoscenza. Il Santo scolaro, che abbiamo visto quando sia
mo andati a visitare la chiesa di Barbiana, è un mosaico di vetro che i ragazzi hanno costruito assieme e che raffigura un pic colo monaco che ha il volto coperto da un libro per rappresenta re che dietro a quel li bro ci siamo tutti noi. Questo mosaico si trova sopra un altare laterale; Don Milani è stato l’unico educatore che ha messo i suoi ragazzi sull’altare. I ragazzi hanno costruito anche l’astrolabio con dei portacandela e con quello che avevano a disposizione in parrocchia e, grazie alla collaborazione di tutti, sono riusciti a vedere il cielo e studiare le stelle; questo simboleggia che le cose devono essere fatte assieme.
L’insieme di questi simboli è uguale ad AMORE.
I ragazzi della I° Media
Giorgia C., Valentina, Martina G., Martina M, Lorenzo, Alyssa, Giorgia T.
Progetto don Milani a Bevilacqua… lo spettacolo catechesi
tori, gli attori e il pubblico che si è conclusa con un sus seguirsi di applausi a significare che lo spettacolo è stato gradito e apprezzato.
Don Paolo ha sottolineato che queste iniziative sono molto interessanti e formative perché un progetto si sviluppa in tanti fasi dove sono coinvolti ragazzi, catechisti e genitori.
Domenica 6 novembre, in chiesa a Bevilacqua, catechisti e bambini di prima media, hanno portato in scena lo spet tacolo I CARE nato dal progetto di lavoro su un’opera eseguita dai bambini della scuola di Barbiana intitolata Il santo scolaro.
Il santo scolaro è un mosaico ad altezza d’uomo che si trova nella chiesa di Sant’Andrea di Barbiana dove è sta to parroco don Milani dal 1954 al 1967.
L’originale è un mosaico fatto con pezzetti di vetro colo rati e il nostro, attualmente esposto in chiesa, è stato fatto con pezzetti di carta colorata per evitare che i bambini, durante la fase di realizzazione, si tagliassero.
Lo spettacolo, suddiviso tra momenti di narrazione, mu sica e scene della durata di circa 50 minuti, è stato molto bello e tutti gli interpreti si sono impegnati per fare bella figura.
Eravamo emozionati per il “debutto “ ma tranquilli per ché ogni momento dello spettacolo era stato provato e riprovato diverse volte.
Avere visto il film, studiato e analizzato i comportamenti di don Lorenzo e dei suoi ragazzi, ci ha permesso di en trare di più nella parte dei protagonisti e, alla fine, tutto si è svolto nel migliore dei modi.
Erano presenti molte persone che, anche per merito dello spettacolo, hanno potuto conoscere meglio la figura di un grande parroco e dei suoi ragazzi.
Hanno assistito allo spettacolo anche i nostri amici di pri ma media di XII Morelli con i loro catechisti che avevano già fatto lo spettacolo su don Milani in Giugno e, oltre che farci tanto piacere, ne abbiamo approfittato per fare delle fotografie tutti insieme.
Tra gli spettatori era presente anche frate Antonello Fer retti, grande conoscitore della figura di don Milani, su cui ha scritto un libro, e socio sostenitore della fondazione don Milani di Firenze.
Prima dello spettacolo ci ha incoraggiati e raccontato al cuni episodi poco conosciuti della scuola di Barbiana che ci hanno poi aiutato a vincere la tensione.
Quando ha visto il lavoro che abbiamo fatto su Il santo scolaro, si è emozionato tantissimo apprezzandone l’im pegno e la somiglianza con quello originale pregando don Paolo di esporlo fisso in chiesa.
Il quadro a collage de Il santo scolaro è piaciuto anche a tante altre persone per i suoi colori, per le sue forme e anche per le dimensioni.
Indubbiamente è stata una bella festa per gli organizza
Si ringraziano tutti quanti hanno collaborato per la realiz zazione de Il santo scolaro e per lo spettacolo. Per dare la possibilità a quanti non hanno potuto assistere allo spettacolo, in tempi brevi questo sarà ripetuto e il pe riodo potrebbe essere quello delle feste natalizie.
Un grazie a frate Antonello che nei due giorni trascor si nelle nostre quattro parrocchie, nei suoi incontri ci ha coinvolto sia con spiegazioni sia con filmati sulla vita di Barbiana.
Chissà che non si ritorni a fare una visita a questo luogo… magari accompagnati da lui. Concludo questo articolo con il testamento che don Loren zo Milani ha lasciato ai suoi ragazzi “Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sotti gliezze e abbia scritto tutto al suo conto.
Un abbraccio, vostro Lorenzo”.
Gianni Battaglioliragazze di seconda media preparando il catechismo della domenica
COPERTE “SCALDA CUORI” caritas e missioni
Da qualche tempo ho il privilegio di lavorare presso la cooperativa sociale La Venenta di San Giorgio di Piano (BO), che gestisce diversi progetti a favore di persone disagiate. “Privilegio” perché questo lavoro mi mette a contatto con realtà difficili che ogni giorno mi insegnano qualcosa, e mi danno la possibili tà di vedere in diretta quanto può fare la differenza un gesto di ca rità. Sono stata inserita in un pro getto di Case di Accoglienza Stra ordinaria (CAS) in cui gli ospiti sono giovani uomini stranieri ri chiedenti asilo, quelli che vedia mo alla televisione che sbarcano sulle nostre coste del sud. Storie complicate di paure, preoccupa zioni e brutti ricordi che si mesco lano con una nuova quotidianità tutta da imparare a gestire, anche nelle piccole cose (come ad esempio il rispetto di turni di pulizia, la gestione della raccolta differenziata, la non facile convivenza con persone di culture e lingue diverse, il doversi muovere con i mezzi pubblici - e per qualcuno significa raggiungere a piedi la fermata della corriera con un’ora di cammino -, ecc.).
Una delle case di accoglienza ha un problema con il ri scaldamento, e ancora non si sa quando verrà risolto. Le coperte che avevamo a disposizione erano di panno legge ro o di pile, e comunque non sufficienti per tutti gli ospi ti della struttura. Abbiamo fatto appello ad alcune Caritas del territorio, e con grande sti ma ringrazio di cuore la Caritas di Renazzo e di Dodici Morelli che, per prime, si sono rese di sponibili e con estrema rapidità, donando coperte-piumoni nuo ve. Da questa settimana ognuno dei ragazzi potrà avere una co perta per dormire al caldo grazie alla “calorosa” generosità delle nostre comunità. Che macchina meravigliosa la solidarietà quan do si mette in moto! Sapere che questi ragazzi potranno ricordare da parte nostra un gesto gentile dopo tanta sofferenza mi fa sperare che possano tornare ad amare qualcosa della loro vita, e a continuare a desiderarla. Ancora GRAZIE.
Rita BarchettiDon Gabriele missionario a Bevilacqua
po e non estranei. Abbiamo vi sto che la diversità nel vestire e relazionarsi non è mai un osta colo ma occasione di crescita, di allargare il nostro orizzonte per andare verso gli altri con spirito di servizio senza giudi care.
La Messa celebrata a Bevilacqua da Don Gabriele missionario in Amazzonia ha suscitato interesse da parte dei presenti per almeno due motivi. Per primo il vestito liturgico (si chiama così normalmente) in dossato; una camiciola lunga con tanti disegni che, come ci ha spiegato, hanno uno specifico significa to nel contesto missionario dell’Amazzonia in cui si trova a esercitare il suo ministero di sacerdote. Il secondo motivo è stata la capacità di creare una relazione immediata con i presenti con gesti, parole, atteggiamenti che hanno permesso di sentirsi subito in sintonia come persone che si conoscono da tem
Credo sia doveroso riconosce re come nei tempi passati la fi gura del missionario o missio naria ha sempre suscitato nelle nostre comunità un vivo inte resse dovuto anche al fascino di conoscere posti sco nosciuti, lontani, pieni di insidie dove far conoscere il Vangelo e mandare aiuti economici rimanendo tranquil li nelle nostre abitudini. Ora l’invito di Papa Francesco è di sentirci noi stessi missionari, di cogliere gli esempi che ci arrivano in maniera anche molto forte come Don Gabriele, per essere presenti nella nostra società con lo stesso stile dei missionari, essere semplicemente testi moni credibili dell’amore che Dio ha per noi.
caritas e missioni
COMUNE DI CENTO: DISPONIBILI CENTOMILA EURO PER PAGARE LE BOLLETTE
Aperto il bando per l’ottenimento del con tributo una tantum a parziale rimborso dei rincari sulle spese per il pagamento di bol lette di energia elet trica e gas naturale Il Comune di Cento ha approvato il bando per assegnare contri buti economici ai pro pri cittadini sulle spe
se sostenute nei mesi da gennaio 2022 a ottobre 2022, per il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica e gas naturale a supporto degli aumenti tariffari. I contributi saranno erogati fino ad esaurimento delle risorse disponi bili e previa pertinente verifica dei requisiti da parte degli uffici competenti. E’ possibile presentare la domanda esclu sivamente on line dalle ore 12.00 di venerdì 18 novembre, fino alle ore 12.00 di domenica 4 dicembre 2022. Qui tutte le informazioni dell’Avviso pubblico e come accedere alla procedura telematica (è necessario essere in possesso di SPID o CNS tessera sanitaria) https://bit.ly/contributouna tantum_bollette via Comune di Cento https://ift.tt/oa8Oe tN
Cantieri Caritas. A Bologna, incontro con tutti i volontari e i collaboratori
E’ stato un vero e proprio «Cantiere sinodale» l’As semblea diocesana delle Caritas parrocchiali che si è tenuto sabato mattina al Mast di Bologna. Vo lontari e collaboratori hanno gremito il prestigio so centro congressi per riflettere e confrontarsi. Ad aprire i lavori quattro workshop tematici dedicati a nuove povertà, ascolto, abitare e cibo e, a segui re, il dialogo sul tema «Provocati a un nuovo sguardo» fra don Mas simo Ruggiano, vicario episcopale per la Carità, don Matteo Prosperini, direttore della Caritas diocesana e Isacco Ri naldi della Caritas di Reggio Emilia.“È ne cessario insistere sulla funzione pedagogica delle Caritas – ha spie gato don Massimo Rug giano - Se è ovvio che il nostro impegno va nella direzione dell’aiuto con creto agli ultimi non deve mancare la sensibilizza zione delle comunità ai temi delle povertà. È fonda mentale puntare sull’ambito della carità in un’ottica di Zona pastorale, perché cresca la collaborazione fra le varie parrocchie”. “Questo evento – ha ri cordato don Matteo Prosperini – si svolge a cavallo tra la festa di San Martino e la Giornata dei poveri. San Martino dividendo il mantello ci insegna che per soccorrere gli altri bisogna imparare ad avere
freddo: la carità è anche un’azione personale. La Gior nata dei poveri ci invita ad aprire gli occhi sulle nuove povertà e a lasciarci provocare”. La Caritas diocesana rappresenta il lavoro fatto da anni da tante persone nel le parrocchie. “Il Covid e il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo come società e Chiesa – ha sottolinea
to Isacco Rinaldi, membro della Caritas diocesana di Reggio Emilia-Guastalla – ci impongono di modificare i nostri modelli classici. Dobbiamo riuscire a spostare il focus del nostro agire dal bisogno alla relazione perso nale: solo così potremo vedere chi vive le povertà come un soggetto attivo della Pastorale e non come mero og getto di benevolenza”.
Chiara, Grazia e Mirna
formazione
LO STUDIO BIBLICO DEL LUNEDÌ SERA
Lo studio biblico on line del lunedì sera è un appun tamento, già consolidato da 2 anni a questa parte, è diventato momento fondante per la crescita e la manutenzione spirituale di chi apprezza le proposte spirituali di Don Paolo Cugini parroco delle 4 Parroc chie. Si tratta di un’opportunità di collegamento on line, della durata di un’ora al lunedì con inizio alle ore 20,45 assieme a persone, fra cui diversi volti amici con cui condividere la mede sima passione per lo studio della Parola. È pensato per chi è già cre dente o è in ricerca e desidera porre basi solide alla propria fede e poterla giustificare. Le verità di fede, non possono essere dimostrate con prove scientifiche inoppugnabili, ma l’adesione a Cristo non ha nulla a che vedere con la creduloneria, non è una scelta ingenua fatta da persone ignoranti disposte ad accettare acriticamente tutte le favole. A volte si crede che la Bibbia basti aprirla e dare un’occhiata superfi ciale per trarne qualche beneficio come fosse solo una
buona parola, un buon consiglio spesso indirizzato più agli altri che a noi stessi. Spesso bisogna leggere un versetto diverse volte prima che il messaggio meraviglioso di amore e di potenza che Dio ci ha messo appaia. Bisogna riflet tere sulle parole prima che la loro forza e bellezza ci trasformino. Da ottobre si è iniziato con la lettura sistematica del Vangelo di Gio vanni. Siamo solo al 1° Capi tolo e, grazie allo stile sintetico ed incisivo di spiegare la Parola con la Parola, per quanto è pos sibile, ci vengono indicati diver si brani nella Bibbia sul tema, già abbiamo pregustato un Dio innamorato che non deve esse re cercato ma accolto in Gesù… un Dio tutto da scoprire con una certezza in cuore che… da questa lettura …”il me glio deve ancore venire”. Arrivederci a lunedì sera allo Studio biblico di Don Paolo: https://meet.google. com/kjh-kyta-wvd.
Lorena MolinariLa Chiesa? Una bottega!
Ci sono immagini, storie, musiche, fra si che, ascoltate nell’infanzia, restano impresse nella mente.
Da adolescente andavo con i miei ge nitori a trovare mia nonna Elide a Dolo (VE). Abitava in una palazzina, all’ul timo piano, con una vista sul paese e la piazza sottostante che terminava sul la sponda destra di un ramo del fiume Brenta, il Bacchiglione: a destra della piazza lo “Squero” una struttura che usavano gli artigiani per costruire e ri parare le barche, mentre sulla parte opposta vi era il mulino le cui pale era no azionate dall’acqua del canale. Sul la riva opposta la strada principale era affiancata da una serie di case collegate tra loro, con attività artigianali e com merciali che terminavano in prossimità della chiesa che si caratterizzava per il suo imponente campanile. Andavamo a trovare mia nonna nei fine settimana, la domenica soprattutto, per cui mi fer mavo alla finestra ad ascoltare il suo no delle campane e il via vai di fedeli che si recavano alla Santa Messa. Mia nonna un giorno mi disse: “Anche tuo nonno era solito fermarsi a guardare e commentava: la chiesa è una bottega!”. Mio nonno paterno (non ho avuto la fortuna di conoscerlo) è venuto a man care poco prima che io nascessi e per questo porto il suo nome: Giulio. Oggi, ripensando a quelle parole, mi rendo conto di quanto siano attuali: si stan
no chiudendo le botteghe (Parrocchie) più piccole per mantenere quelle più grandi, dove si concentreranno tutte le iniziative di carattere Cristiano. Que sto succede a favore delle città e del le parrocchie “commercialmente” più importanti, che se si trovano nelle zone più esclusive le cosiddette “ZTL”, fi nendo così per penalizzare le periferie quelle che maggiormente hanno biso gno di aiuto e assistenza. Un prelato curiale, che si occupa delle strutture parrocchiali, intervenuto in una delle nostre 4 parrocchie per una valutazione in merito ad una ristrutturazione così si è espresso: “Ma cosa volete, quando andrà via Don Paolo, qui non verrà più nessun parroco, per cui andrete a Re nazzo o a Cento ….”
Tradotto: le piccole botteghe (4 parroc chie) chiuderanno. Il motivo? Manca il sacerdote. La Chiesa, in crisi pro fonda, piuttosto che aprirsi con deci sione ai laici, donne e uomini che con il loro servizio potrebbero garantire la vita cristiana nelle periferie, preferisce chiudersi difendendo con i denti il pro prio orticello. Sempre nei miei ricordi d’infanzia vi è l’incontro con Mons. Enelio Franzoni (1913-2007), cappel lano militare fatto prigioniero in Rus sia nel 1942 nel campo di prigionia n. 74 di Oranki, il quale di fronte alle in sistenze dei soldati: “Cappellano, dicci la Messa” lui rispose:“Non è possibile
manca il pane e il vino!” “…e fu così che un giorno cominciammo la funzio ne senza pane e vino, la chiamammo: La Messa secca”. Questa è la Chiesa vera, quella che nonostante le difficoltà non si gira dall’altra parte ma affronta la realtà, anche se scomoda e difficile. Caro nonno Giulio, quanto avevi ra gione! Dalle botteghe, siamo passati ai centri commerciali! Il prossimo passo sarà la parrocchia presso “Amazon”, dove con un clic potrai ordinare il Kit composto da: acqua benedetta, vino, pane ecc. che, dopo aver regolarmente pagato, ti sarà consegnato dal corriere.
Giulio BedendiCamminiamo Insieme formazione
LECTIO DIVINA (LC 21,5-19)
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai pa renti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Queste Parole di Gesù, colpiscono un giovanissimo presente alla Lectio Divina a Cento: “Sono molto dure- dice-non so se vale la pena mettersi contro fra telli, parenti e amici, per la religione.” Come una frec cia scagliata che va dritta al bersaglio, questo ragazzi no va dritto al cuore del Vangelo. E’ presente alla Lectio, con la sua bella famiglia e alcuni amici. La sinceri tà del ragazzino è spiazzante: “Non sono in grado di mettermi contro tutti per Gesù”. Questo dubbio del giovane fanciullo colpisce tutti. Mi torna in mente nei giorni successivi e mi vengono in mente anche alcu ne parole di don Paolo: il Vangelo non è un insieme di pratiche o riti religiosi, ma è di più, molto di più, richiede una fedeltà, una perseve ranza che per alcuni è spingersi fino al martirio. Dopo alcuni giorni, ho letto alcune pagi ne di Edith Stein, quando lei annuncia alla famiglia ebrea il suo ingresso nel Carmelo. La famiglia tenta di dissuaderla, vedendoci un tradimento della sua fa-
miglia ebrea, proprio nel momento in cui la perse cuzione nazista si intensifica. La nipote dodicenne, dopo anni scrive: “Un fossato s’era aperto tra lei e la sua famiglia, un baratro incolmabile”. Quanto alla madre, ebrea praticante, ne fu profondamente ferita e per molti anni neppure le scrisse. Edith Stein scrive: “Mettere l’amore di Cristo al di sopra di tutto, non soltanto nel convincimento teorico, ma piuttosto nel la disposizione del cuore e nel le attività della vita, è questo che significa essere liberi da tutte le creature, dalle false im magini che uno s’è fatto di sé e degli altri, e questo è anche il senso spirituale più profon do della purezza.” Edith Stein morirà il 9 agosto1942 con altri ebrei nel campo di ster minio di Auschwitz. Conclu do con le parole incoraggianti di Edith Stein: “Di fronte ad ostacoli umanamente insormontabili, la relazione con il direttore spirituale e la fedeltà alla preghiera diventano i migliori bastioni di difesa”.
Lia ManconeCIRCOLI BIBLICI NELLE FAMIGLIE NEL TEMPO DI AVVENTO
decide di essere disponibile al progetto lo comunica al parroco, per meglio organizzare il percorso. Come funziona un circolo biblico in famiglia? Lo schema può essere lo stesso di quello che facciamo ormai da due anni nello studio biblico e che schematizzo brevemente.
Preghiera iniziale (un’invocazione allo spirito santo, un canto, un’Ave Maria, ecc.)
Il Consiglio Pastorale Unificato che si è incontrato in modo straordinario per preparare il tempo di avvento nelle quattro parrocchie, ha preso in considerazione l’indicazio ne della Nota Pastorale “Entrò in un villaggio” dove parla del cantiere dell’ospitalità e della casa. Durante i lunedì del tempo di avvento, che inizierà domenica 27 novem bre, al posto del consueto e settimanale studio biblico sul Vangelo di Giovanni, attiveremo dei centri d’ascolto della Parola di Dio nelle famiglie che aprono gentilmente la pro pria casa a questo servizio. Come funziona la proposta? In ogni parrocchia si attivano dei centri di ascolto della Parola settimanali, che medita no sulle letture della domenica successiva. La famiglia che decide di aprire la porta a questo servizio s’incarica di in vitare amici, vicini, parenti: chi vuole. Quando la famiglia
Ascolto delle letture della domenica successiva Silenzio per permettere ad ognuno di rileggere i testi Condivisione. È il momento in cui chiunque può intervenire per condividere una riflessione legata anche al proprio vissuto personale. L’obiettivo è che la Parola di Dio entri nella vita.
Conclusione: può essere fatta con una preghiera o aprendo a delle preghiere spontanee dei fedeli.
Facilitatore: in ogni circolo biblico è bene che ci sia una persona che guidi il momento di riflessione. Se chi ospita non se la sente, può invitare qualcuno che ritiene in grado di farlo. In ogni modo, il circolo biblico non è lo studio biblico. La priorità di un circolo biblico è aiutare le per sone ad esprimersi, a fare in modo che la Parola possa illuminare la vita. Nelle domeniche di Avvento ci troveremo a Dodici Morelli dalle 17 alle 18 con i facilitatori dei Circoli biblici per preparare l’incontro del lunedì.
L’ALLEANZA NELLA BIBBIA, L’ANTICA E LA NUOVA
Nel secondo incontro di formazione biblica per noi catechisti, abbiamo affrontato il tema dell’Alleanza. Questo termine in ebraico si dice Berith, e significa “tra due” cioè un accordo, un patto, tra due soggetti che, in questo caso, sono Dio e il suo popolo. Nell’Antico Testamento il termine Alleanza compare per la prima volta in Genesi, dove Dio promette a Noè di salvarlo dal diluvio assieme alla sua famiglia. Questa benevo lenza di Dio viene concessa e formalizzata nell’ Alle anza, con la promessa che la terra non sarà più distrut ta e gli uomini mai più minacciati dall’ira di Dio. Con Abramo vediamo che Dio stipula un’alleanza nella qua le promette che i figli di Abramo, saranno numerosi e avranno il possesso della terra promessa, in cambio di
fedeltà assoluta. In queste due Alleanze è Dio che, nella sua sovranità, stipula il patto con i patriarchi: ognuno di essi rappresenta l’intera famiglia e comunità. Un’alleanza par ticolare è quella tra Dio e il popolo d’Israele, attraverso la quale promette la liberazione del popolo dalla schiavitù e la promessa di una terra che viene sancita sul monte Sinai, con Mosè mediatore. Sul roveto vediamo che Dio è dentro la storia, e stabilisce un accordo scritto (i dieci Comandamen ti), diverso dalla promessa verbale fatta a Noè o ad Abra mo. In questo patto si possono individuare la rivelazione di Dio, la stipulazione dell’alleanza, le benedizioni e le conse guenze nel caso si verificano violazioni. Purtroppo, la storia di Israele biblica è in gran parte una storia di violazione dell’Alleanza. I profeti accusano spesso il popolo di aver violato l’alleanza. Ma, nonostante le continue cadute, Dio rimane sempre fedele e promette una nuova alleanza eterna le cui leggi saranno scritte nei cuori degli uomini. Nel Nuo vo Testamento, Gesù porta a compimento la vecchia allean za: nell’ultima cena pasquale, con i suoi discepoli, parla in maniera molto esplicita del calice della nuova alleanza, che si manifesta con il sangue versato per molti attraverso la sua morte e risurrezione. Mediante il suo sangue noi saremo giustificati e introdotti al nuovo legame con Dio. Questa nuova alleanza è per tutti gli uomini, non più soltan to per un popolo. Gesù con la sua ubbidienza e il suo sacri ficio, ci insegna come resistere al peccato, e accostandoci a lui, rimarremo fedeli alla nuova ed eterna alleanza.
Cristina CIl percorso della Parola di Dio
Don Paolo ha affrontato, nel primo incontro di formazione dei catechi sti delle Quattro Parrocchie, il tema della Parola di Dio. Le pagine della Bibbia non rappresentano solo uno scritto ma devono essere, per noi, Parola viva, un aiuto indispensa bile per non smarrirci, come ben riconosce il Salmista che, rivolto al Signore, confessa: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,105). Come potremmo affrontare il no
stro pellegrinaggio terreno, con le sue fatiche e le sue prove, senza es sere regolarmente nutriti e illuminati dalla Parola di Dio che risuona nella liturgia? Certo non basta udire con le orecchie, senza accogliere nel cuore il seme della Parola, permettendole di portare frutto. Ricordiamoci della parabola del seminatore e dei diversi risultati a seconda dei diversi tipi di terreno (Mc 4,14-20). La parola ci fa vicini a Dio, non teniamola lontana.
CIRCOLI BIBLICI AVVENTO 2022
DODICI MORELLI
1.
Barbara-Sauro: via Dodici Morelli, 33
2. Cristina-Alex: Via Dodici Morelli, 83
3. Salvatore: via Borgatti, 10
4. Pina, Isabella, Elena: Via Giraldi, 34
5. Brunino-Mirna: Via Mae strola 53/1
6. Roberto-Leda: via Anita Garibaldi, 39
7. Paola-John: via Giraldi 14
PALATA PEPOLI
1. Angela-Manuel: Via Enrico Mattei, 300
2. Rita-Roberto: Via Enrico Mattei, 218.
3. Lucia Bernagozzi: via Cac ciatori 87
GALEAZZA
1. Lisa e Marco: via Provano ne 7084/C
2. Manuela-Enzo: Via Prova none 8425
3. Centro di spiritualità – suo re di Galeazza
BEVILACQUA
1. Marina e Mauro: via Riga 32
2. Chiara Boselli: via Riga 24
3. Gianfranco e Tiziana, via
4. Germana: Via Fiocchi 295
Camminiamo Insieme
formazione
Il Signor Raspail e la casa di Madeleine Delbrel
Al numero undici di Rue Raspail, in una palazzina a due piani con le finestre verdi, abitava Madeleine Del brel con le sue compagne. Madeleine stessa descrive così l’abitazione: «Il signor Raspail è un personaggio assai difficile da presentare, ho raccolto sul suo con to informazioni con traddittorie, [...] è un uomo di mezza età, né bene né male, piutto sto simpatico, piutto sto malvestito, dall’a ria soddisfatta della sua sorte. Le persone lo giudicano rivolu zionario, i pettegoli pensano che sia un ex seminarista, i maldi centi suppongono che abbia costumi equi voci... Tanta gente va da lui e cerca la sua compagnia… il suo mestiere difficile da definire, egli è adatto a fare ogni cosa…». Così tre giovani che desiderano vivere una vita contemplativa nel mondo (a cui se ne aggiunge ranno altre) decidono di partire per la periferia di Pari gi con l’intento di vivere insieme, lavorando in mezzo alla gente più povera, mettendo tutto in comune. Abi tano in via Raspail a Ivry sur Seine, un sobborgo pari gino che ha sul suo territorio 300 fabbriche, crogiolo di tensioni sociali e lotte operaie. Formano una comu
nità «casta, povera e obbediente» che ha come unica regola l’approfondimento comunitario del Vangelo. Sono persone esattamente uguali alle altre, legate alla parrocchia, ma dalla quale mantengono tuttavia un carattere autonomo. Le parrocchie nel mondo attuale “hanno le brac cia mutilate all’altezza dei gomiti” (scrive lei stessa). Ma deleine e le sue compagne de siderano essere gli avambracci che giungono là dove la chie sa ufficiale non arriva, stando accanto proprio dove Dio non è né cercato né invocato. Il vi vere insieme è per le équipe (così si defini sce il gruppo) una sorta di sa cramento perché Dio stesso ha promesso di essere là dove due o tre sono riunite nel suo nome. La vita comune permette allo Spirito di soffiare sulle ceneri e sui carboni di ognuna, ravvivando il fuoco del Suo Amore.
Maura MorettiLUI E’ LEI
Incontro con le superiori delle 4 P-Domenica 20 novembre
un grosso problema!!!!
Se non ci si pone questo interrogativo, non ci sarà mai consapevolezza e attenzione nell’e vitare la violenza. La violenza non è solo pic chiare, è molto più subdola e velenosa, nelle parole, nei commenti, negli atteggiamenti, nei messaggi, nei social.
IL SENSO DI INADEGUATEZZA
Spesso dietro ad un atteggiamento aggressivo e violento c’è un forte disagio e senso di inade guatezza. Tutti i ragazzi hanno ammesso que sto disagio-inadeguatezza nei confronti delle ragazze, per fortuna mai sfociato in aggressività.
Quando il Don ci ha invitati a dare una mano per l’incontro con i ragazzi delle superiori sul tema “la violenza sulle donne”, la domenica sera, fran camente pensavamo che alla fine sarebbe stato un incontro a tre, Andrea, Diana e il Don!! Invece, con grande stupore, si sono presentati 15 baldi giovani che non si sono lasciati fiaccare dal lavoro di came riere alla sagra della polenta o dalla solita routine domenicale.
Amore e violenza a volte diventano la stessa es senza!
Come può l’amore diventare violenza?
Ce lo siamo chiesti con i ragazzi delle superiori in sieme a Don Paolo; abbiamo preso spunto da un graffiante testo teatrale recitato dai bravissimi at tori Paola Cortellesi e Claudio Santamaria, in cui si evidenzia la mutazione di Lui, prima ragazzo timido ed insicuro, poi marito padrone-violento e di Lei ragazza sognatrice, alla ricerca del grande amore ideale, poi moglie disillusa, vittima di suo marito, ma sempre pronta a giustificarlo. Un finale triste-amaro, ma anche ottimista-coraggioso: Lei che lascia il marito senza sensi di colpa per ripren dersi la sua vita. Prendendo spunto da ciò i ragazzi si sono divisi in 3 gruppi (uno di ragazze e due di ragazzi) per parlare e discutere liberamente sulla violenza sulle donne.
Sono emerse varie tematiche molto interessanti: LA DIVERSITÀ
Uomo e donna sono diversi; manifestano i loro sentimenti in modo diverso, vivono i problemi in modo diverso, comunicano in modo diverso, han no punti di vista diversi, ma la diversità deve essere un valore nella complementarietà, come le due facce della stessa moneta. La diversità non deve far sentire uno migliore dell’altro e per questo autoriz zarlo a sopraffare l’altro.
LA CONSAPEVOLEZZA DELLA VIOLENZA
Abbiamo chiesto ai ragazzi se si sono mai posti il problema di essere violenti nei confronti delle ra gazze…. Nessuno si è mai posto il problema … e questo è
LA QUOTIDIANITÀ FAMILIARE
Per fortuna nelle famiglie dei ragazzi non sono emersi episodi di violenza o sopraffazione sia fisica che psico logica. Entrambi i genitori lavorano, tutti contribuisco no alle faccende domestiche e nessun papà si siede sul divano con i piedi sul tavolino mentre la moglie fa la “sguattera”. … grazie al cielo le Donne di Tiramolla già da tempo hanno demolito il sistema patriarcale!! Con gioia abbiamo riscontrato che nelle famiglie dei nostri ragazzi non ci sono modelli malati di prevarica zione dove l’uomo si erge padrone.
I MODELLI SBAGLIATI
Che fatica, che stratagemmi dovevano inventarsi i gio vani dei nostri tempi per vedere un fondo schiena o un seno nudo… i giornalini dal barbiere… poi, per decoro è meglio non approfondire!!! Ora con un click puoi accedere in un attimo ad un “wiki pedia pornografico” che ti lancia in un mondo virtuale dove la sessualità è solo per supereroi e la donna è con siderata come un oggetto ed una bambola giocattolo. Allo stesso tempo Donne che commercializzano la loro immagine cercando scorciatoie alla ricerca del facile successo; oppure Donne costrette a scendere a compro messi, che sminuiscono la loro dignità femminile per trovare un lavoro, avanzare in carriera e ritagliarsi un ruolo nella società.
Modelli sbagliati che si insinuano come parassiti nelle menti dei nostri giovani distorcendo l’immagine fem minile, riducendo la donna ad un corpo, un oggetto, uno strumento di piacere. Siamo facce della stessa moneta, apparentemente opposte, ma che sono la stessa moneta. Siamo il sole e la luna, che non si incontrano mai, ma che giorno e notte illuminano la terra Siamo Lei e Lui, Lui è Lei Maschio e Femmina, la stessa moneta, la stessa luce che illumina la vita.
Area 51-In occasione dell’incontro di Frate Antonello con i ragazzi delle superiori
Da quando è precipitata in mezzo alle 4 parrocchie della bassa la stella cometa di Don Paolo, stanno suc cedendo strane cose, che mi ricordano il film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Periodicamente compaiono personaggi, che potrei definire “alieni della cristianità moderna”, che scalfiscono il mio duro cuore di pietra e penetrano nella mia malandata anima di cristiano sbia dito. All’inizio pensavo fosse un caso, poi mi sono reso conto che non è frutto della casualità, ma della volontà del nostro Don di risvegliarci dal torpore della nostra fede letargica; della sua volontà di portare nella realtà quotidiana di quaggiù le cose di lassù, attraverso persone che vivono la fede non nella teoria, ma nella pratica in mezzo alla gente, per la gente, con la gente. Per tanto tempo ho percepito preti e sacerdoti pieni di una fede teorica, ma molto poco pratica, lontana da me, dalla mia quotidianità e dalla mia vita. Nell’ultimo pe riodo, potrei citare vari “alieni” atterrati in parrocchia lasciandomi un profondo segno, come una mano amo revole che ogni volta vuole aumentare di una marcia la mia fede rallentata: es. il missionario Don Gabriele, il nostro Vescovo Maria Zuppi ed in ultimo Frate An tonello. Frate Antonello l’ho conosciuto in occasione del suo incontro con i ragazzi delle superiori domenica 6 novembre a Dodici Morelli. Quando l’ho visto per la prima volta, era comodamente “spalmato” sul divano verde dell’oratorio mentre conversava piacevolmente con due educatrici delle medie; spettacolare vederlo a suo agio come se fosse sempre stata casa sua. La ma gia più grande è stata quando di domenica pomeriggio è arrivato un nutrito numero di ragazzi delle superiori per ascoltarlo. Frate Antonello ed i ragazzi sembrava si conoscessero da sempre e fin da subito si è instaurata una grande sintonia. Tutti comodamente svaccati sulle proprie sedie si è parlato di “cosa non va a scuola” e ne abbiamo sentite di tutti i colori: i ragazzi si sono aperti in pieno agio, sviscerando tutto il loro disagio nei confronti di una scuola che non sa dar loro un fu turo e di insegnanti spenti, freddi, smaronati, lontani dagli studenti. Dopo l’outing generale tipo “anonimi alcolisti” Frate Antonello ha formato due gruppi e ha chiesto loro di fermarsi a riflettere 10 minuti per tro vare proposte per migliorare la situazione della scuola. Dai due concistori sono emerse proposte molto inte ressanti che si incentravano soprattutto nel far sì che la scuola formi concretamente verso una professione e
che esista una sorta di simbiosi ed empatia educativa tra studente e professore. Frate Antonello, per raggiungere questo scopo, ha suggerito ai ragazzi un modello ed un metodo, quello di Don Milani: Il DIALOGO e la COMUNIONE. DIALOGO: cioè cercare una modalità mite e mode rata per parlare con i professori al fine di migliorare le problematiche scolastiche che affliggono gli studenti; il tutto senza mai arrivare allo scontro.
COMUNIONE: cioè condividere tra tutti i ragazzi le problematiche emerse e tutti insieme portarle sul ta volo del confronto con i professori. Che dire!! Non ho mai visto i ragazzi aprirsi con così tanta spontaneità e mettere a nudo senza vergogna tutte le loro paure, ansie, rabbie, insoddisfazioni. In un’ora scarsa con frate Antonello, ho avuto l’oppor tunità di conoscere lo stato d’animo dei ragazzi nei confronti dell’istituzione scolastica, scoprendo con grande gioia che i nostri ragazzi sono molto più ma turi, consapevoli, profondi e responsabili di quello che pensiamo. Che bello aver potuto conoscere un altro “alieno” tutto barba e capelli che sprigiona fede, non quella incagliata nell’alto dei cieli, ma quella che piace a me, quella che tocca per terra e striscia in mezzo alla gente, in mezzo a noi. La mia speranza è che la nostra terra delle 4 Parrocchie diventi l’AREA 51 della bassa, dove da Lassù piovono alieni mandati per accrescere la fede di noi di quaggiù.
Andrea PasseriniLAVBORATORI MUSICALI A DODICI MORELLI
MARTEDÌ 10 GENNAIO
ORE 19 INCONTRO CON I GENITORI INTERESSATI
Dopo aver preparato una sala al secondo piano sonorizzandola e mettendo una porta di sicurez za (costo complessivo: seimila euro), e dopo essere entrati in contatto con alcuni gruppi musicali dei dintorni per l’utilizzo
della sala prove, possiamo finalmente annunciare l’inizio dei la boratori musicali.
Martedì 10 gennaio 2023 alle ore 19 in oratorio a Dodici Morelli, incontro con Marco Stolfi che ai genitori presenti illustrerà il pro getto musicale delle percussioni e con Andrea Cozzo per le lezioni di chitarra.
Oratorio oggi… grazie Francesco Santarello
Spesso mi sono chiesto se ha ancora senso parlare di oratorio oggi, dove tutto è a portata di mano, o meglio di smartphone, dove i nostri figli hanno tutto e subito e nella maggior parte dei casi, senza neanche avere il bi sogno di chiederlo, ci pensa mamma e papà a spianare la strada, a facilitare il cammino. Spesso mi sono chiesto quali sono i valori che io geni tore posso trasmettere a mio figlio e come trasmetterli, facile mi sono detto, basta ripeter loro all’infinito cosa è giusto e cos’è sbagliato, come occuparsi degli altri, come sia bello mettersi a disposizione degli altri. Già, tante belle parole, parole su parole che lasciano il tem po che trovano, che passano da un orecchio all’altro senza neanche sfiorare lontanamente la coscienza dei nostri figli, delle nostre future generazioni, dei nostri futuri ingegneri, operatori ecologici, dottori, avvocati, insegnanti, meccanici, poliziotti. Ed eccolo là, puntuale apparire dalla penombra e venirmi incontro, sempre più grande e mostruoso il sen so di impotenza, di rassegnazione. Mi fermo un attimo e ripeto a me stesso non è compito mio, abbiamo le istituzioni, abbiamo la scuola, abbiamo le associazioni sportive, e mi gioco la carta del ci pensano loro. Ed eccomi più leggero e rilassato, se sbagliano, sba gliano gli altri, io ho sempre ripetuto a mio figlio le cose da fare e quelle da non fare e sono “a posto” così, il dovere da bravo papà è compiuto. Dura poco la sensazione di benessere, riappare uno strano stato d’animo, fanno gli altri giusto? Ed io sto a guardare? Poi posso sempre dire dovevate fare così, si poteva fare questo e non quello ed è proprio mentre salgo in cattedra che mi ritornano in mente le parole di Don Paolo “siamo noi la comunità”, “siamo noi la Chiesa”, una Chiesa al servizio della comunità. Ora torio oggi per me, più che mai deve essere circolarità, una società, fatta da famiglie che mette a disposizione del tempo per condividere con gli altri: passioni, in teressi, professionalità. Una società che si occupa del bene più prezioso che Dio ci ha dato, i nostri figli e così facendo si occupa di sé stessa e del nostro futuro. Bella l’idea, ma in pratica come mi muovo, cosa fac cio, sarò in grado? Ed ecco che il nostro Don Paolo che legge i cuori e anticipa le nostre richieste ci invita, dopo la messa di sabato sera, a incontrare un educatore che dall’età di dodici anni si occupa di oratorio. Con Francesco Santarello condividiamo idee, difficol tà e scopriamo che non esiste una ricetta perfetta, una formula magica che risolve tutti i problemi, ma che
esiste uno spirito Cristiano che accomuna le persone che con misericordia si occupano degli altri, senza nulla in cambio se non il benessere dei propri figli e della propria comunità. Ciri, così chiamato da Don Paolo, sua vecchia conoscenza che li ha visti collabo rare per anni a Reggio, ci ricorda di non essere invadenti, di non imporsi, ma di avvicinarsi ai ragazzi con discrezione, camminando al loro fianco. Non parlia mo sempre noi, ma facciamo un passo indietro, dando voce ai nostri ragazzi, rimaniamo fermi ad ascoltarli, oggi più che mai dove tutti parlano di tutto e nes suno ascolta più nessuno. Stimoliamoli con il nostro esempio ad aprire i loro cuori a più punti di vista, a più “chiavi di lettura”, come le chiama Francesco, del mondo e di sé stessi, sarà solo così che i nostri ragaz zi, il nostro futuro ci inviteranno ad entrare nel loro mondo. Serviranno rispetto, pazienza e lavoro, ser virà “spezzarsi”, evolversi per i nostri figli, ma è fon damentale affinché il legame non diventi perpetuo, ma che sia così forte da continuare anche senza di noi, per forza di cose dopo aver camminato fianco a fianco “sparisce”, si sposta per lasciare andare i nostri ragazzi nel mondo con le loro gambe. Osserviamo i nostri figli, sempre e comunque, osserviamoli in ogni loro attività e insieme camminiamo nel nostro pro getto di vita che non perda mai di vista gli altri e così facendo non perderemo mai di vista noi stessi, così come ci ha insegnato nostro Signore Gesù Cristo.
AndreaAPRONO I LABORATORI MUSICALI NELL’ORATORIO A DODICI MORELLI
Dopo aver sistemato durante l’estate la stanza del secondo piano per adibirla a stanza di prove e di insegnamento di strumenti musicali, finalmen te abbiamo la data d’inizio del progetto. Sarà martedì 10 gennaio alle ore 19. In questa data ci sarà l’incontro con i
genitori dei bambini che inten dono entrare nel laboratorio di percussioni. Sarà, infatti, que sto il primo dei laboratori mu sicali che l’oratorio di Dodici Morelli attiverà. Il coordinato re del progetto, ci ha infatti an nunciato che prima di iniziare desidera avere un dialogo con
i genitori per mostrare loro il percor so. Sono dunque aperte le iscrizioni nella segreteria parrocchiale (5 euro al mese).
Il coordinatore dei laboratori musica li è John Strada: chi volesse proporre qualcosa in merito o solo chiedere in formazioni, dovrà rivolgersi a lui.
Il Galeazza calcio e l’importanza dei giovani
In una comunità delle nostre 4 parrocchie, esiste una società calcistica che crede molto nei giovani e fa di tutto per poterli coinvolgere. Ne è testimonianza la media di età dei giocatori presenti nella prima squa dra che milita nel campionato di “Prima categoria” e la volontà di portare avanti un campionato di “Under 19”, in cui il giocatore più vecchio ha 18 anni e il più
squadre in seno alla società. Una formata da calciatori giovani e meno giovani che milita nel campionato di prima categoria nella provincia di Ferrara e una for mata da giovani che milita nel campionato Juniores Under 19 della provincia ferrarese, con ottimi risul tati per entrambe. La forza dell’A.S.D. Galeazza di
giovane ne ha 16. La società è l’A.S.D.Galeazza, fon data nella parrocchia di Galeazza nel 1980. Paesino che, con i suoi 150 abitanti, è una delle frazioni più piccole dell’Emilia. Grazie al lavoro del presidente Gianluca Pirani, del past president Primo Zambelli, pilastro e colonna portante della società e dei soci che vivono nella comunità galeazzese e in quelle vicine, questa società non ha nulla da invidiare a quelle di comunità più grandi dell’Emilia-Romagna. La pas sione che mettono in campo queste persone in quello che fanno, va oltre l’amore per lo sport. Persone che sottraggono tempo ai loro interessi e lo dedicano alle varie mansioni per far sì che il cammino della società A.S.D. Galeazza continui. Vi garantisco che le cose da fare sono tante. Come dicevamo prima, ci sono due
La squadra amatoriale di calcio a 11 “TBF XII Morelli”, con presidente Davide Bandiera, anche quest’anno partecipa al campionato Uisp provin ciale di Ferrara. Ringio vanita grazie all’arrivo di diversi ragazzi di XII Mo relli e Renazzo, la squadra è partita molto bene col lezionando 5 vittorie e 2 sconfitte in 7 partite. Oltre all’attività sportiva i ragaz
continuare in questo cammino, non proviene solo dai soci e dall’aiuto di qualche sponsor, ma anche dalla SAGRA del PESCE di MARE che si svolge in que sta comunità nel mese di giugno (segnatevi la data). Tale sagra è molto conosciuta anche nelle province confinanti di Ferrara e Modena. Nelle tre settimane in cui si svolge, sono quasi cento i volontari che, in un asportivo, credo sia questa capacità di creare relazio ni che renda bello stare in questo gruppo.
Luppi DavideAMATORI DODICI MORELLI
zi fanno parte dell’organiz zazione del Tiramolla Beer fest (utile al sostentamento della squadra), della “ Fio rentinata “che si svolgerà il 28 gennaio 2023 nella sala polivalente e della manuten zione del campo parrocchiale per renderlo fruibile e acces sibile ai ragazzi del paese.
Matteo RighettiDA BEVILACQUA AL TRIONFO DI ROMA: EDOARDO LANDI CAMPIONE DEL MONDO DI SUBBUTEO CALCIO TAVOLO!!!
Nelle giornate del 17 e 18 settembre, si è svolto presso il teatro 1 di Cinecittà a Roma, l’attesissimo campio nato mondiale di subbuteo calcio tavolo, individuale e a squadre. Da record assoluto il numero delle nazioni rappresentate, ben 24, con atleti provenienti da ogni parte del pianeta. Tanti anche i curiosi, gli appassio nati e i tifosi che hanno trovato posto sulle immense gradinate della location romana e contribuito a rendere l’atmosfera colorata e colma di passione. In un week end che è stato un tributo alla magia del calcio in punta di dito, è accaduto ciò che nessuno alla vigilia avrebbe previsto: il nostro Edoardo Landi, be vilacquese purosangue, ha conquistato il titolo di cam pione del mondo nella categoria under 12. Ed è stata un’autentica impresa quella compiuta dall’atleta classe 2011, in forza al Subbito Gol Ferra ra, che è salito sul gradino più alto del podio dopo una giornata intera di partite ed emozioni. “Edo”, che ha iniziato a giocare all’età di 5 anni, è giunto a Roma da vice campione italiano e fresco di vittoria alla tappa ferrarese del Guerin Subbuteo, im portante torneo nazionale, ma non con i favori del pro nostico.
Invece, sostenuto dai consigli sapienti del professor Luca Bisio, CT milanese della Nazionale Under 12 e da un tifo italiano a tratti da stadio, il giovane fer rarese ha inanellato una serie di vittorie ampie, dalla fase a gironi fino alla finalissima, giocata al cospetto del forte spagnolo Marti Rosa, in un ultimo atto in cui Edoardo ha trovato le risorse mentali e fisiche per do
minare la gara dall’inizio alla fine, per un 3-0 finale che esprime a pieno i me riti del talento estense, in grado di proporre giocate a tratti veramente spetta colari (memorabile il gol al volo del 2-0 a Rosa!) Poi tripudio finale, lunghi festeggiamenti e occhi lu cidi sulle note dell’Inno di Mameli, per un risultato clamoroso e meritatissimo che il campioncino ha vo luto dedicare ai compagni del Subbito Gol Ferrara e agli amici della Nazionale under 12.
Una dedica speciale però è anche per Bevilacqua, che pur non essendo Roma ha saputo allietare i tanti al lenamenti estivi sostenuti nello studio della casa di via Riga, col suo profumo di granoturco e gli strug genti rossi tramonti lag giù, oltre la Madonnina della Valle, dove i campi sfumano lievi nel vapore azzurrognolo del cielo di pianura.
Esiste un posto migliore della tavola per fraternizzare? Può darsi, ma sicuramente ne esiste uno che ha a che fare con la tavola ed è molto più stimolante e creativo. Stiamo infatti parlando della cucina. Questa è la scommessa di un piccolo gruppo di mamme che, dal mese di Novembre, nei locali della nostra parroc chia si cimenta nella parte più golosa dell’arte culinaria, ovvero la realizzazione di un laboratorio di cucina dedi cato ai piccoli chef, che coinvolge i bambini nella prepa razione di semplici ricette. Si è partiti proprio dai dolci, quale irresistibile attrazione e perfetto ambito di lavoro per
elaborare piccoli capolavori. Un pizzico di entusiasmo, una buona dose di “savoir fai re” che ogni mamma possiede in modo di verso ma che ben si integra nel gruppo, un po’ di chiassosi disastri nella preparazione, e magicamente gli ingredienti vengono me scolati tra loro prendendo forma negli appo siti stampini, pronti per poter essere inforna ti. Ora viene il momento più bello dove la cucina si riempie di profumi e si gioca tutti insieme, aspettando la cottura e scrivendo le ricette di quanto realizzato. Una magica fantasia di dolcetti, biscotti e muffins, stimo la (oltre alla gola) il lavoro di squadra e la divisione dei compiti atta a perseguire un risultato collet tivo da condividere una volta sfornato. Otto giovani chef coadiuvati da tre mamme assistenti di cucina sono i pro tagonisti di questa esperienza, e anonime fonti riportano che i prodotti realizzati sono assolutamente eccezionali: l’impegno e la passione danno sempre grandi (e in questo caso anche dolcissimi) risultati!
Ora aspettiamo di assaggiare le prossime novità…
Francesca VignudelliLunedì 21 novembre alle ore 10 presso la parrocchia di Dodici Morelli ha avuto finalmente inizio il laboratorio per aiutare i pensionati ad utilizzare internet. L’obiettivo è quello di mettere in grado i pensionati delle nostre parrocchie di accedere ai servizi che si trovano su internet, come la cartella sanitaria, SPID, e altri. Chi desidera entrare nel percorso può farlo liberamente in qualsiasi momento, basta fare l’iscri zione nella segreteria di Dodici Morelli.
sociopolitica
Tutti ai mondiali di calcio. Anzi, l’Italia no!
Sono iniziati domenica 20 no vembre i mondiali di calcio in Qatar. Comunque finiscano, chiunque vinca, sono già sto ria. Innanzitutto perché si gio cano in autunno, sono i primi ad essere organizzati in un pa ese arabo, ma soprattutto per noi italiani, perché non ci ve dranno protagonisti. E’ la se conda volta dietro fila che non partecipiamo. E la cosa mi fa abbastanza arrabbiare. Dopo la Corea del Nord nel 1966, ci ha eliminato la Macedonia del Nord. Evidentemente il sentire parlare di “Nord” crea indigestione ai calciatori ita liani. Stare otto anni senza la gioia dell’incontro pre partita che paralizza(va) l’intera Penisola, catalizzando tutti davanti al video, ci mancherà. Il calcio, la nazionale in particolar modo, ha questa straordinaria capacità: unire persone che la fede calcistica divide tutto il tem po dell’anno. Interisti e milanisti, per non parlare de gli juventini, si ritrovano a trepidare insieme perché quel benedetto pallone entri nella porta avversaria. E che il gol sia regolare o aiutato dalla “mano di Dio” di maradoniana memoria, poco importa. Il calcio è bello perchè è essenzialmente un pallone e perché ci fa rivi vere quella necessaria e indelebile spensieratezza che avevamo da bambini. Caratteristiche che hanno valen za universale. Basta un pallone ed è possibile far gio care un gruppo di studenti terminata la scuola, ragazzi nella periferia di una città devastata dalla guerra, un bambino che corre da solo con la palla tra i vicoli del suo quartiere o i preti del seminario durante una pausa dalle loro meditazioni. Travalica ogni ostacolo, ogni nazione, ogni lingua: unisce tutti i popoli in un ab braccio fraterno, Il calcio insomma è pura passione e, come tale, è in grado di riportare la gioia in persone e in luoghi in cui si era spenta. Ma i mondiali non sono solamente sogni e poesia. Blatter, presidente della Fifa quando nel 2010 ci fu l’assegnazione dei mondiali al Qatar, ora dice che “è una nazione troppo piccola e il calcio troppo grande per quel Paese”. Peccato si scordi di dire che certi metodi all’origine della scelta li abbia “introdotti” lui. L’emiro del Qatar ha fatto le cose in grande. Sei nuovi stadi galattici, più altri rimodernati e il tutto in un perimetro di soli 70 km. Si potrebbe andare da uno all’altro in bicicletta. Per non parlare delle numerose infrastrutture, trasporti e hotel costruiti per questo evento. Se non ricordo male, ha costruito persino un aeroporto e una città artificiale. C’è però
un “piccolo” – grande neo. L’inglese “Guardian” ha fatto un vero e proprio scoop smascherando l’indici bile. In più di dieci anni di cantieri, sono morti 6500 lavoratori immigrati. La notizia è di una drammatici tà unica. Macron, dirà qualcosa al riguardo? Questi poveri uomini, sono stati costretti a lavorare a tem perature vicine ai 50 gradi, spesso senz’acqua, sog getti a punizioni corporali e a condizioni di lavoro disumane. Si è consumata un’ecatombe. Il costo di queste vite umane grida vendetta al cospetto di Dio. E a gridare forte, sono pure i dirigenti della Budweiser, main sponsor dei mondiali per la modica cifra di 75 milioni di dollari che ora si vede costretta a ren dere meno visibile il suo celebre prodotto, la birra, “per non turbare la popolazione locale”. Così hanno voluto i principi del paese arabo, in sintonia con il credo religioso che professano. Peccato che chi in veste, lo faccia per rendere il più possibile visibile il suo prodotto. Ci penseranno le tv a pubblicizzarla, fra una partita e l’altra. Anche perché sappiate che la Rai per questo mondiale senza l’Italia, ha speso qualcosa come 190 milioni di euro. Preparatevi ad un aumen to del canone. Chi non sta molto meglio dell’Italia a questi mondiali, è la comunità LGBTQ+, visto che il ministro del Qatar ha dichiarato che: “l’omosessuali tà è contro la legge ed è una malattia mentale”. Amen. Infine, se la cosa può consolare, gli italiani non sa ranno gli unici a non partecipare al mondiale. Pensate che questa “ipotetica” squadra: Donnarumma, Di Lo renzo, Skriniar, Alaba, Robertson, Barella, Lobotka, Verratti, Salah, Haaland, Kvaratskhelia, non andrà in Qatar. Magra consolazione.
Massimiliano BorghiLa scuola del merito e la sottana del prete
Ho iniziato le elementari più di 40 anni fa. Era il 1978, un anno particolarmente ricco di avvenimenti importanti, alcuni dei quali hanno contribuito al cam biamento del corso della storia degli anni a seguire. Il più importante o quantomeno quello che mi rimase maggiormente impresso nonostante i miei 6 anni, fu l’elezione a Papa di S.Giovanni Paolo II. Pochi mesi prima erano morti due Papi. Paolo VI in agosto e Gio vanni Paolo I dopo soli 33 giorni di pontificato. For tunatamente la mia giovane età mi risparmiò le varie teorie del complotto alla base di quest’ultimo decesso. Teorie che non mi sono state risparmiate dai media in questi anni. Il 1978 è anche l’anno delle dimissioni per lo scandalo Lockeed del Presidente della Repubblica Giovanni Leone e la conseguente elezione a Presiden te di Sandro Pertini. Sempre nel 1978 nasce la prima bimba “in provetta” con tutte le implicazioni del caso e la nascita della moderna bioetica e qui in Italia vie ne approvata la legge sull’aborto. Insomma, una sorta di predestinazione allo studio della teoria della com plessità che avrebbe segnato la vita di tutti noi nati in quell’anno. Al di là degli aspetti scherzosi, nonostan te la giovane età, ricordo molte delle cose accadute
perché in quella scuola, da subito, gli insegnanti ti accompagnavano allo studio e alla scoperta del sapere e i genitori non pensavano che amarci vo lesse dire assecondarci nei nostri più bizzarri vizi. E’ di questi giorni la polemica scaturita a segui to della scelta di cambiare il nome al Ministero di viale Trastevere in Ministero dell’Istruzione e del Merito. Mi è sembrata una sterile polemica quella di vedere un attacco all’uguaglianza l’accostare il termine merito a istruzione. Al di là che anche la Costituzione parlando di istruzione, cita il termi ne “meritevoli”, se da anni la scuola in Italia non è più una scuola egualitaria, lo si deve proprio a quel “merito” che anche ora viene attaccato come fosse un virus da cui liberarsi. In forza di questo, di una scuola che deve promuovere tutti perché tan to poi sarà la società a fare una selezione naturale, si sono formati insegnanti impreparati a trasmettere con passione il sapere. Il più delle volte sono per sone estremamente colte ma che hanno perso quella capacità pedagogica che deve accompagnare l’edu cazione e la formazione dei più giovani. Non credo occorra demonizzare il merito, perché non tutti nella vita, nella scuola, partiamo con le stesse opportunità. Credo occorra battersi perché la società permetta a tutti di partire con le stesse opportunità. Che è molto diverso. Ma anche molto impegnativo. La mia gene razione ha avuto la fortuna di crescere in una società dove bene o male la maggior parte di noi andava in parrocchia e i parroci, fra le altre cose, hanno aiutato tanti giovani a recuperare quel gap nei confronti dei più avvantaggiati. Ora che il solo “andar in Chiesa” pare una bestemmia laica, è venuto meno questo so stegno. Quando ti dicevano: “Stai vicino alla sottana del prete”, non lo facevano a mo’ di complimento, ma ci ha aiutato a non sentirci vittime del merito.
Massimiliano BorghiABOLIRE LA PROSTITUZIONE: A CHE PUNTO SIAMO?
Si concludono quest’anno gli in contri di approfondimento dell’Os servatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne (OIVD) e della Federazione Donne Evan geliche Italiane (FDEI) dedicati al tema della prostituzione attraverso due filoni di ricerca: Prostituzione e pornografia ci riguardano tutti e tutte e Religione e prostituzione. Attraverso questo ricco e signifi cativo percorso, abbiamo ascoltato le voci delle donne sopravvissute che lottano insieme per abolire la prostituzione e l’esperienza di chi opera concretamente sul territorio a sostegno delle donne prostituite. Abbiamo anche affrontato il tema attraverso i punti di vista delle di
verse religioni. Per orientare le nostre azioni future sulla base degli orizzonti che si sono aper ti in questo confronto, ci incon treremo l’1 dicembre 2022 alle ore 18 su zoom per ascoltare due donne impegnate nell’abolizio nismo.
L’avvocata Grazia Villa ci ag giornerà sulla situazione attua le del dibattito, sulle reti, sulle campagne abolizioniste e sul disegno di legge Maiorino. La giornalista Claudia Angeletti ci of frirà un report sul workshop dal titolo Come possono le chiese con tribuire alla prevenzione della vio lazione dei diritti umani nel settore della prostituzione? tenutosi durante
l’Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese a Karlsruhe (Germania), al quale è stata invitata come relatrice. Vi aspettiamo. Per richiedere il link: osservatorioivdonne@ gmail.com
sociopolitica
Le donne iraniane
In varie città dell’Iran sono in atto subbugli e agitazio ni. L’evidenza dei fatti mostra come siano le donne ira niane le vere protagoniste di questa protesta contro il regime teocratico di governo, con il taglio di una cioc ca di capelli. La teocrazia, in antitesi alla democrazia, pretende di guidare lo Stato in nome di Dio. Nei secoli passati, casi come quello iraniano si sono verificati in tanti altri Stati. Qui però c’è una particolarità: per mantenere il potere, gli uomini di governo si sono accaniti contro le donne escludendo dalla vita pubblica e control landole con la polizia “morale”. Il comporta mento di tutti dev’es sere irreprensibile, in particolare quello delle donne. Non a caso alcune iraniane, “colpevoli” di non aver indossato il velo in modo corretto, sono state punite, torturate e in alcuni casi uccise. Il taglio dei capelli da parte delle iraniane non è solo un atto di ribellione ma anche una sfida a quell’autoritarismo oscurantista che vuole isolarle dal resto del mondo che, grazie ad internet, conoscono molto bene e che risulta sempre più rappresentare lo stile di vita in cui si riconosco no. Il culmine dell’oscurantismo, mi pare si avverta, quando questi despoti vorrebbero l’annientamento dello Stato di Israele. Logica conseguenza di questo
pensiero, sono le enormi risorse che essi investono per creare una bomba nucleare, pur negando a paro le questa loro azione. E’ incredibile osservare come lo Stato iraniano, pur detenendo il primato di estra zione di petrolio (il migliore del mondo per qualità e quantità), in un periodo di crisi energetica come quello attuale, non abbia mai mes so in atto una strategia poli tico-commerciale finalizzata ad un miglior benessere dei suoi cittadini. Prevale un’i deologia che tende a produr re armamenti distruttivi e a reprimere il dissenso interno con botte e sevizie. In tutto questo marasma, le donne iraniane hanno deciso di op porsi a questa tirannia per raggiungere quell’emanci pazione che hanno le loro sorelle occidentali. Se tor niamo indietro nei secoli, fa rabbrividire pensare che questo popolo è il discendente di quella grande e ma gica civiltà che ha imperato nell’antica Persia. Quella civiltà che, in vari settori, dall’agricoltura, all’astro nomia, all’arte e alla matematica ha insegnato tanto all’intera Europa e all’Occidente. Grati al protagoni smo delle donne iraniane, al loro coraggio, porgiamo loro la nostra solidarietà nella certezza che otterranno quella parità che è nella natura stessa delle cose.
Lucio GaruttiSabato 12 novembre si è votato per il rinnovo delle Consulte. Questi organismi di partecipazione popola re alla gestione amministrativa della comunità locale, si rinnovano ogni cinque anni. In questa occasione, si potevano esprime due preferenze, purchè fossero di sesso diverso. Gli elettori erano 1844 e hanno votato 237 persone: quasi il 13%. Degli undici cittadini mo rellesi che si sono autocandidati, i primi sette eletti, in ordine di voti presi, sono: Matteo Malaguti (78 voti), Guaraldi Gloria (71), Carpeggiani Pierluigi (67), Borghi Alessandra (45), Guaraldi Anna (36), Govoni Manuel (32) e Tassinari Elena (29). Quello che emer ge è la totale assenza fra i candidati di ragazzi dai venti ai quarant’anni. La cosa fa particolarmente ri flettere. La politica non li attira più o non è che le idee e le istanze delle nuove generazioni, vengano a forza omologate in categorie pre-confezionate da persone a loro estranee? La domanda non è banale. Ma noi adulti, preferiamo evitare di affrontare l’argomento. Probabilmente perché le risposte che ne scaturirebbe ro, non ci piacerebbero. Pare che il dialogo interge nerazionale sia diventato impossibile. Di chi è colpa? Ma soprattutto: ci interessa ancora cercarlo? A volte, quasi sempre, mi pare che a cercare questo dialogo
sia rimasta solo la Chiesa. Pur con tutti i limiti dei suoi componenti. Ma quantomeno si sforza di cercare ancora di dare un senso ai giovani che incontra. Tor nando alle questioni di ordine “pratico”, si attende ora che il Consiglio Comunale ratifichi l’elezione dei sette consultori che dovranno poi procedere all’ele zione di un Presidente che rappresenta la Consulta. Chi sarà? Beh, ci sono 4 donne e potrebbero decide re di eleggere una di loro. Potere alle donne? Chis sà. Staremo a vedere. Nel frattempo, auguriamo ad ognuno degli eletti un buono e proficuo lavoro.
Gradite visite dal Camerun
Massimiliano BorghiFESTA DI SAN MARTINO A PALATA PEPOLI
Domenica 13 novembre si è festeggiato, a Palata Pe poli, San Martino nel parco della chiesa; evento ideato alcuni anni fa dal gruppo giovani per trascorrere alcune ore insieme e ormai divenuto un appuntamento fisso. Il via era previsto per le ore 18, ma nel primo pome riggio si sono ritrovati i bambini della scuola materna e primaria, prima allestendo il mercatino con frutta, verdura, libri ecc. poi realizzando delle lanterne, usate, dopo la merenda, per una fiaccolata per le vie di Pa lata. All’ora prevista ecco che sul palco (e che palco, tutto made in Palata!) sale il primo gruppo musicale, composto da quattro ragazzi davvero molto bravi, che con le loro note hanno accompagnato i tanti presenti in fila per poter gustare le frittelle, i panini farciti con salsiccia, cipolla e peperoni, le caldarroste, il balso ne bagnato dal vino novello o accompagnato dal vin brûlé o dalla cioccolata calda. Arriva poi il momento in cui salgono sul palco i protagonisti della serata, il “Trio Manbassa”... purtroppo però dopo le prime note musicali comincia a scendere una pioggia fastidiosa, per cui lo spettacolo viene sospeso ma… si smontano gli strumenti, tutti sotto le tensostrutture e lo spetta colo continua! Come gruppo giovani non possiamo che essere soddisfatti, il nostro impegno, unitamente a quello di tanti adulti, è stato ampiamente ripagato
Le suore in preghiera nella chiesa di Galeazza
Benedizione monumenti ai Caduti di Palata Pepoli
Messa per i defunti nei cimiteri delle nostre parrocchie
Camminiamo Insieme
PELLEGRINAGGIO AD ASSISI DAL 3 AL 5 FEBBRAIO 2023
E’ da tempo che come associazione Oltre l’A scolto, abbiamo nel cuore l’idea di organiz zare un Pellegrinaggio ad Assisi. La spiritua lità francescana è ormai scritta nella nostra “carne” e, dopo vent’anni di formazione e di studio su questo grande santo, avevamo il desiderio di condividere la conoscenza di Francesco con persone interessate e “curio se”. L’occasione ci è stata offerta la sera del 19 agosto scorso quando abbiamo organizza to due serate di spiritualità “STORIE DI RI BELLIONI: LE DONNE NELLA CHIESA”, insieme all’associazione Palata e Dintorni e con la collaborazione di don Paolo. Durante il momento conviviale, parlando con alcuni di voi, si è palesata l’idea di conoscere meglio San Francesco andando proprio sui luoghi da lui vissuti dando così al pellegrinaggio una connotazione spirituale e non semplicemente turistica.
Per molti anni abbiamo organizzato questi tipi di viaggi, ma ogni volta è una sorpresa, ogni volta ci viene regalato un “bagaglio” ricco di relazioni e condivisioni che va ad aggiungersi al cammino spirituale. In que sto articolo proviamo ad abbozzare un itine rario che potrebbe essere condiviso con voi nelle giornate dal 3 al 5 febbraio prossimo. Si pensava di partire il venerdì mattina del 3 verso le ore 7 da Dodici Morelli per arrivare direttamente ad Assisi intorno alle 11-11.30. La prima tappa potrebbe essere il Santuario di Rivotorto dove Francesco ha iniziato a vi vere con i suoi primi compagni. Da lì ci por teremmo alla Casa “Madonna della Pace” che si trova in Assisi, dove alloggeremo per le due notti restanti. Abbiamo scelto la pen sione completa per non avventurarci in giro a cercare i pasti; personalmente siamo già state in questa casa gestita da suore francescane e ci siamo trovate molto bene… anche come cibo!!. Il pasto è servito alle ore 13. Nel pomeriggio si pensava di visitare la Basilica di San Francesco, magari con una visita guidata attraverso l’arte che ci aiuterebbe a fare un percorso spirituale all’interno di questa meravigliosa chiesa. La cena è alle 19.45 quindi si potrebbe pensare di fare una serata in relax insieme o di soffermarci in preghiera presso la Tomba di San Francesco, luogo molto suggestivo ed intenso. Il sabato mattina sarebbe dedicato a visitare alcuni luoghi tra i quali la Basilica di Santa Chiara, il Convento di San Damiano e altre chiese che incon treremo lungo il cammino a piedi, significative per Francesco e Chiara. Ci piacerebbe poi far visita alla famosa Basilica di Santa Maria degli Angeli… vedia mo se riusciamo di sera o se è meglio la mattina della domenica.
La partenza è pensata dopo il pranzo di domenica 5, dopo aver partecipato alla Santa Messa. Il ritorno è
previsto entro sera, intorno alle ore 19.00. Ci tenia mo ad informarvi che il numero minimo di persone dovrebbe essere di 30 pellegrini. Il costo del pullman e della casa con pensione completa si aggira intorno ai 210 € e le iscrizioni si ricevono presso la segreteria parrocchiale di Dodici Morelli entro il 15 dicembre 2022.
Questo pellegrinaggio sarà preparato spiritualmente nei prossimi mesi con alcuni incontri che parleranno di San Francesco, non secondo la tradizione, ma se condo gli ultimi studi sui suoi scritti: questo per non partire completamente digiuni ma per accendere nei nostri cuori il desiderio e la curiosità su questa figura di santo.
Vi aspettiamo!!
Cecilia e Giorgiaparole che nutrono
L’iniziativa, la creazione e l’amore, vengono solo da un’apertura interiore
“.. lo sforzo esclusivo contro l’istinto fa perno sul rifiuto e prima irrigidisce, presto paralizza tutta la vita psichica in un atteggiamento abituale di inibi zione. Chi passa tutta la vita a frenare, a respingere e a calpestare, non riesce a proporre alla vita altro che gesti di negazione e di ripiegamento: l’iniziati va e la creazione, come l’amore, vengono solo da un’apertura interiore. Ecco la sorgente di quella tristezza opaca e un po’ ebete che troppo spesso ve diamo entrare e uscire dalle chiese e dai templi”. La parola di questo mese la prendiamo da Emma nuel Mounier, filosofo francese della prima metà del Novecento considerato il fondatore del personalismo comunitario. L’estratto è preso dal libro “l’avventura cristiana”, dove cerca di raccontare la vita cristiana accogliendo con serietà e onestà le provocazioni e le accuse di Nietzsche al cristianesimo. Penso che queste parole facciano molto bene anche ai genitori che hanno dei figli piccoli che si trovano a fronteggiare ed educare l’istinto dei loro figli, spesso in bilico tra repressione e concessione. Troppo spesso l’istinto è stato relegato a qualcosa di negativo che si può regolare solo con lo sforzo; che sia una strada sbagliata lo vediamo dalle conse guenze di rigidità che ha prodotto. Anche la conces sione illimitata di fare quello che ci si sente, senza nessun confine, ha prodotto una società di individui spesso incapaci di legami. Guardando i giovani ci accorgiamo di un’altra modalità che rischia di avere
lo stesso effetto del frenare e respingere: la tecnologia. Bambini e ragazzi addomesticati, tranquilli ma perché narcotizzati da un device che cerca di inibire la forza dell’istinto. Senza che ce ne accorgiamo diventiamo individui che pensano con la testa degli altri, servi del le regole del pensiero dominante, delle abitudini che solo all’apparenza sono buone perchè non sono frutto di una scelta e quindi non portano nessuna responsa bilità, presto diventano ripetitive e prive di attrattiva. Ancora oggi cadiamo spesso nell’illusione di pensare che la maturazione arrivi attraverso il cambiamento dei comportamenti che limitino l’istinto: fai il bravo, non bere, non fare tardi, studia, ama ma stai attento a quello che fai… Poichè il cuore è vulnerabile e l’i stinto pericoloso anzichè fronteggiarli li si bypassa, si cerca di rimuoverli o di programmarne il corso prima che vengano alla luce. Perchè non passare ad una fase propositiva e creativa piuttosto che cercare di limi tare i possibili danni e le possibili esagerazioni? La struttura ecclesiale, politica, ecclesiastica o familiare è votata alla vita solo se accetta di essere smontata ogni volta dall’umanità delle persone, vero vangelo dell’oggi, per essere sostegno e possibilità a quella dilatazione del cuore che solo può garantire vivibili tà e possibilità di espressione a ciascuno e per tutti. Passare dalla delega passiva alla propositività, fatta di iniziative, creatività e apertura del cuore.
Pietro RabittiSINODO: SGUARDO D’INSIEME la parola del vicario
Strapazzando un po’ l’etimologia di Sinodo si può dire che non solo questa parola, così distante dalla nostra routine, significa “sguardo d’insieme”, come corretto, ma anche “strada” (odos in greco antico) fatta “insie me” (sin), il che, francamente non è male. Del resto se guardare insieme nella stessa direzione è fondamentale per capire dove arrivare tutti, alla fine occorre partire per non essere solo sognatori. E partire comporta an che il coraggio sapiente di decisioni sagge. La prima è sempre quella di scegliere con un Senso e non solo con una direzione il cammino da fare. È, in fondo, la scelta tra fare una cosa perché si deve o fare una cosa perché si ama; è la scelta fra la teoria resa vezzo da circolo di iniziati ed il puro artigianato ecclesiale delle no stre Parrocchie; è la scelta tra il ridurre la Chiesa o il Sinodo ad “una cosa in più” rispetto al tanto che si fa mentre questa resta, invece, dinamica necessaria che ci fa essere in Comunione. Occorre camminare, certo, ma farlo insieme. Camminare insieme significa, per forza di cose, anche gettare la maschera e chie derci quanto davvero crediamo nell’essere Chiesa. So che parlare di Chiesa oggi divide spesso più che unire molto. Ma è impensabile che parlare di Chiesa sia im possibile fuori dal pregiudizio di chi ci vede da fuori e dalla polemica di chi la vive. Non si tratta di negare l’evidente impasse ma di scegliere la teoria del lievito
piuttosto che quella del piccone. Spesso ci confron tiamo su cosa sia utile per camminare come Chiesa, anche tra noi sacerdoti: è meglio fare un passo in avanti ed attendere che tutta la Chiesa ci raggiunga o meglio camminare con molta lentezza ma insieme a tutta la Chiesa per raggiungere la stessa meta? È evidente che io propendo per la seconda, con buona pace di altre posizioni ma la lentezza del passo, am metto, può essere confusa con l’immobilismo. Se da una parte è corretto uno spirito critico nel dirimere la questione è pure evidente che senza la necessaria fiducia che la Chiesa sia più di uno sforzo umano, ideale o sociale, allora la questione in gioco è la Fiducia nella Provvidenza dello Spirito. Ma anche questo è percepibile come atto di debolezza o giusti ficazione. Eppure… Camminare insieme, nel Sinodo e comunque sempre come Chiesa, non è solo contare l’uno sull’altro o su trascinatori capaci ma credere che esista un Pro getto Divino di cui noi diventiamo coprotagonisti e non solisti. Nel primo caso è garantita la Comunio ne e la Chiesa, al di là del presente e dei presenti; nel secondo il rischio di implosione è addirittura il minore dei pericoli.
Don Marco CeccarelliAPPUNTAMENTI DIOCESANI notizie dalla diocesi
Dottorato «honoris causa» per Zuppi all’Uni versità «La Sapien za» di Roma.
Il riconoscimento è stato assegnato per i meriti umanitari e sociali nel campo della cooperazio ne internazionale e dello sviluppo
Cefa, 50 anni di cooperazione: nuove sfide contro la fame «La cooperazione come risposta alle sfide globali»: que sto il tema dell’in contro «clou» delle celebrazioni per il 50° del Cefa. Domenica 16 ottobre in Piazza Maggiore è sta to riempito il più grande piatto vuoto del mondo. L’evento è stato organizzato da CEFA in occasio ne della giornata mondiale dell’alimentazione.
Nominati presidenti delle cinquanta Zone pastorali della diocesi che si sono riuniti la prima volta in Seminario nel Consiglio pastorale diocesano, presieduto dall’Arcivescovo: fra questi Massimiliano Borghi presidente Zona pastorale Renazzo e Terre del Reno.
Il Comune di Bologna ha conferito la cit tadinanza onoraria all’arcivescovo cardinale Mat teo Zuppi, che è anche presidente della Cei, a sette anni dal suo arrivo sotto le Due Torri.
23 Ottobre festa annuale della dedicazione della Cattedrale, Dall’omelia del Vescovo. “Tut ti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al ve scovo, principalmente nella chiesa cattedrale: lo insegna autorevolmente la costituzione conciliare sulla Liturgia, la quale afferma anche che c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella parte cipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprat
tutto alla medesima eucaristia, alla medesima pre ghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri”.
«Il Vangelo? Amore da vivere» . Un pas saggio dell’omelia pronunciata dall’arcivescovo sabato 29 ottobre in Cattedrale in occasione della Veglia Missionaria. «Di me sarete testimoni» (At 1,8) è il tema di questa giornata missionaria. Lo afferma e lo chiede Gesù prima di salire al cielo. Non manda da soli. Spesso noi ci sentiamo soli, ma perché confidiamo in noi e non in Lui, perché crediamo all’opera delle nostre mani e non delle sue. Questo spiega tante amarezze e anche tante paure.
Mercoledì 2 novembre l’Arcivescovo ha presieduto in Certosa una Messa nel giorno in cui la Chiesa ricorda e prega per i defunti.
Sabato 12 Novembre Assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali
Domenica 13 novembre Giornata Mondia le dei poveri : Messa dell’Arcivescovo in Catte drale
EX ATTIVITÀ SPORTIVE A PALATA PEPOLI SOCIETÀ CICLISTICA PALATA
All’inizio degli anni Settanta in Italia, con molto entusiasmo e con molta partecipazione si affer ma il ciclismo amatoriale che all’inizio coinvolse soprattutto gli uomini di mezza età, poiché vedevano nella bicicletta un’ottima opportuni tà per scaricare lo stress accumulato durante il lavoro quotidiano sempre più frenetico. Anche nel nostro territorio questo fenomeno si este se velocemente, in ogni cittadina o paesino si iniziarono a formare delle squadre di ciclisti re golarmente tesserati. A Palata, per l’impegno di vecchi appassionati di ciclismo si formò un grup petto di ciclisti amatoriali e, a questo gruppetto nel giro di poco tempo, grazie all’organizzazione e alla serietà della società, aderirono molti appas sionati ciclisti. Da subito si formò un gruppo di corridori dediti ai raduni e un gruppo di corridori che partecipavano alle corse amatoriali su circu iti stradali in vari paesi del nostro circondario. Ricordo molto bene quel periodo perché, cono scendo tutti i miei paesani, mai avrei pensato di vedere tante biciclette da corsa in paese. Gente che lavorava in svariati settori, li vedevi alla do menica mattina, con la loro bicicletta da corsa e vestiti con la divisa da corridore, felici e contenti, partire per un giro di allenamento, oppure per an dare ad un raduno ciclistico.
Per Palata gli anni Settanta del ‘900 furono anni d’oro per lo sport esercitato in paese: in poco tem po si consolidarono, oltre alla mitica Polisportiva (con incorporato il Motoclub), altre tre associa zioni sportive: l’Associazione Pesca Sportiva il Luccio, la Ciclistica Palata, la Sezione Cacciatori di Palata. Queste tre nuove associazioni coinvol sero molte persone del paese e dei paesi vicini al nostro territorio. La Ciclistica Palata ebbe il me rito di organizzare tante gare amatoriali e alcune anche a livello professionale femminile, portando a Palata autorità e tantissima gente. Normalmen te le gare si disputavano sul nostro famoso circui to: Palata, Casoni, Caselle, Palata, 12,070 km, per metà rettilineo. In questo circuito, subito dopo la guerra, si diedero battaglia il nostro Gildo Mona ri con il famoso Corrado Ardizzoni.
la nostra storia
Quando tornava dal giro, se la caricava sulle spalle e se la portava in casa. Per noi tutti fu una sorpresa, mai avremmo pensato che Pesci Mario, dopo tanti anni di sacrificato lavoro, comprasse una bici da corsa nuova; venimmo poi a sapere che in gioventù fu corridore ciclista. La squadra “Ciclistica Palata” era composta da: Erminio Mal pighi (sponsor della squadra ed ex corridore), Carlo Cipolli (presidente e corridore), Luciano Pareschi, Paolo Guerzoni, Arnaldo Gallerani, Lu igi Grandi, Ermes Ghelli, Galliano Pareschi, Pie tro Caniglia, Mario Pesci, Luigi Manzini, Sergio Lodi, Franco Vecchi, Libero Bernagozzi, Lauro Breveglieri, Corrado Vermeti, Ariodante Farina, Maurizio Cremonini, ecc.
Palata,
Giordano Capelli, grande appassionato di cicli smo e grande organizzatore di gare ciclistiche, nacque a Palata nel 1948, poi, appena finite le scuole elementari andò ad abitare a Crevalcore. Giordano non si è mai dimenticato del suo pae se natale, appena aveva possibilità e specialmente nelle occasioni importanti la sua presenza in paese non è mai mancata. Giordano Capelli organizzò tantissime gare a Palata, nell’occasione della foto in alto, aveva organizzato una corsa a cronometro.
Fino alla metà degli anni Novanta del ‘900…, nei mesi estivi, su questo circuito, venivano fre quentemente organizzate delle corse ciclistiche da svariate società, a volte le corse iniziavano al mattino e terminavano nel tardo pomeriggio. Mario Pesci, classe 1911, da sempre grande spor tivo, appena andò in pensione, si comprò una nuova e fiammante bicicletta da corsa. Quando la stagione lo permetteva, lo vedevi raggiante anda re in giro con la sua bella e pulita bici
corsa
Complimenti al Presidente prof. Carlo Cipolli, che per oltre 20 anni, con la sua grande maestria, bontà d’animo e la dedizione per Palata, ha sapu to condurre la Società Ciclistica.
Tratto dal libro “Palata nella Storia II” di Daniele Gallerani (finito di stampare Dicembre 2021)
BOB DYLAN E QUELLA INARRIVABILE RISPOSTA
Bob Dylan, cantautore, poeta e scrittore statunitense, insignito del premio Nobel per la letteratura, nel 1963 compose quella che ancora oggi è una delle più belle poesie musicate mai composte, dedicata alle vittime di guerra. “Blowin’ in the wind”, questo è il titolo del brano che venne alla luce durante la guerra in Vie tnam, ma che, purtroppo, è ancora tristemente attuale.
In questa meravigliosa canzone, icona del messaggio di pace e fratellanza, si susseguono una serie di do mande in cui sono presenti figure retoriche che ripor tano a situazioni tristi e drammatiche e le cui risposte aleggiano nel vento. Ci sono strade da percorrere, mari da navigare, palle di cannone da sparare, occhi che non vogliono vede re e orecchi che non vogliono sentire, eppure l’unico modo per dare un senso a tutto ciò sarebbe quello di cogliere quel soffio ed ascoltare. Sono trascorsi più di duemila anni da quando “queste risposte” hanno iniziato a soffiare nel vento, ma siamo davvero così pochi in grado di ascoltarle, di sentire quel messaggio di pace che ci ha trasmesso chi per noi si è fatto crocifiggere?
Quante strade deve percorrere un uomo Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve navigare una bianca colomba Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento
Per quanti anni può esistere una montagna Prima che sia lavata dal mare?
Sì, e quanti anni possono vivere alcune persone Prima che sia permesso loro di essere libere?
Sì, e quante volte un uomo può girare la testa Fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento
Quante volte un uomo deve guardare verso l’alto Prima che possa vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo Perché possa sentire la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento
l’angolo della poesia MAMMA E PAPÀ
In occasione della festa del 2 novembre, in ricordo dei nostri cari
Mamma e Papà
E’ finito il trasloco sala e salone tutto ora è vuoto. E’caduta la mela e la pera nuda è la pianta sotta questa luna nera. Hanno tolto coltello e forchetta della vita dei miei non è rimasta neanche una fetta. Si è rotto il filo e asola e bottone non chiudono più il caldo montone dell’antico caldo cantone. Si è sgonfiata la gomma attorno al cerchione ora la macchina va senza un pistone. Si sono spaccate le logore lenti del vecchio occhiale e non vedrò più i ricordi silenti dei miei ridenti.
Ho perso le scarpe sinistra e destra dei miei cari papà e mamma e più nulla mi resta. Sono terra in ombra senza sole senza luna.
Mi sono rimasti due solidi sgabelli dove sereno posso riposare sono i miei fratelli. Siamo uccelli e voleremo verso cieli dove troveremo Mamma e Papà ancora più belli.
di Andrea Passerini
AVVENTO 2022
Proposte dell’équipe liturgica
DODICI MORELLI E PALATA PEPOLI
Momento di preghiera in preparazione alla festa dell’Immacolata.
Ore 20.30 in cappellina
Giovedì 01 dicembre Venerdì 02 dicembre Martedì 06 dicembre Mercoledì 07 dicembre
Momento di preghiera in preparazione al Natale
Ore 20.30 in cappellina
Da martedì 20 dicembre a venerdì 23 dicembre
BEVILACQUA
Novena dell’Immacolata
Dal 29 al 7 dicembre ore 20 in cappellina/ oratorio, mentre sabato e la domenica alle ore 16 e adorazione alla domenica.
Novena di Natale
Dal 15 al 23 alle ore 20, cappellina/orato rio, mentre sabato e domenica alle ore 16