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EDITORIALE
ALLE RADICI STORICHE DELLA MODERNITA’:
IL RITORNO DELLA VECCHIA EUROPA.
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di Elisabetta Cardinali
Una nuova avventura editoriale è alle porte. Il primo numero di Paganesimo Nordico Mag è oggi, metaforicamente parlando, tra le nostre mani. Un’edizione originale nell’abito ‘etereo’ del formato digitale, eppure così fortemente presente nella propria essenza materiale, da farci percepire chiaramente la responsabilità di accompagnare il lettore lungo un percorso di approfondimento che non ha precedenti nella storia editoriale italiana.
Pur consapevoli della sfida che comporta il volere (e potere) riportare alla luce le innumerevoli argomentazioni relative ai diversi aspetti del culto pagano nordico, fondamentali ieri come oggi, la spinta entusiastica che caratterizza questo nuovo viaggio ci regala, per converso, la motivazione a fare sempre di più e meglio. Per accompagnarci, ed accompagnarvi, lungo questo antico percorso spirituale e religioso. Un cammino che ad una sensibilità più che attenta, si mostra, invero, mai così attuale.
Il fatto che la modernità occidentale sia per lo più figlia del paganesimo e non del Cristianesimo è oramai una questione sulla quale sarebbe pressoché inutile tornare a discutere, se non fosse per l’imperversare dell’annoso problema di un dibattito che ancora adesso vede la falsa contrapposizione tra radici cristiane e pagane dell’Europa. Lungi dal sollevare inutili disquisizioni note ai più, su quella che potremmo ribattezzare come una sorta di silenziosa, violenta e a tratti reciprocamente bendata convivenza, siamo certamente in grado di riaffermare con forza come in questa nostra Europa, il paganesimo non sia di fatto mai morto. La spinta della secolarizzazione partita già dagli ultimi decenni del secolo scorso non ne rappresenta in qualche modo solamente la conferma, ma la ragione della propria essenza naturale: la storia culturale e religiosa del continente europeo non affonda le proprie radici nel culto pre cristiano e in seguito cattolico, ed è proprio questa la limpida quanto semplice constatazione che nulla toglierà all’obiettività portata dalla ‘ragione del tempo’.
Nemmeno il sopraggiungere invasivo delle nuove confessioni religiose, con la transizione migratoria e nelle sue diverse alternanze storiche, ha potuto spegnere quella apparentemente muta presenza che nei secoli ha continuato a sopravvivere ai movimenti tellurici del tempo stesso e delle sue ‘intemperie’ culturali, economiche e sociali.
Al contrario, l’era post cristiana rappresenta l’esatto opposto modello delle pretese di un Cristianesimo al tramonto del proprio percorso di sviluppo storico, riproponendo ancora oggi con forza inusuale la propria antichissima eredità. Una essenza in sé, per l’appunto, e non una mera definizione per indicare un modo di essere o una religione.
Del resto lo stesso termine ‘paganesimo’ fu concettualizzato in seguito alla profonda divisione operata dall’apertura dell’Impero romano alla religione di Cristo. In questo senso, i concetti di identità e alterità altro non sono che paradigmi figli dell’età costantiniana. Identità della nuova religione imperante avversa all’accezione sostanzialmente negativa attribuita all’alterus sociale, l’altro religioso, il diverso da sé, il pagano.
La progressiva scomparsa dei culti tradizionali dell’era pre cristiana, a partire dal III secolo e fino a buona parte del V, si è sviluppata lungo un percorso crescente di opposizioni e sovrapposizioni fino a condurci all’attuale modello, peraltro ancora in continua e profonda fase di mutamento.
Ma se la costruzione della nuova religione cristiana fu in realtà (e ancora oggi si mostra) come il frutto di una gigantesca quanto evidente opera di ‘rapina’ di elementi appartenenti ai culti precedenti, siamo oggi a chiederci cosa davvero caratterizzi nell’epoca attuale la prima e assieme contemporanea identità del culto pagano nel nostro continente.
In cosa crede dunque un pagano nordico? In Europa, mai come oggi e per i prossimi anni, una simile questione di pertinenza religiosa e storica rimarrà più dibattuta. Non tanto per la complessità delle correnti esistenti e dell'avvento e relativa diffusione delle cosiddette nonché fuorvianti spiritualità o religioni neopagane (termine coniato dall’arrogante azione di rivisitazione religiosa dei decenni recenti) quanto per la missione di intraprendere la direzione dell’oggettività storica, o il massimo limite della sua comprensione, che la dimensione religiosa pagana nordica ha l'obiettivo di raggiungere.
Come perfettamente sintetizzato nel nostro articolo di fondo firmato da Siegfried Blazesson, tra la corrente scandinava e le tradizioni legate al paganesimo germanico della mitteleuropa, la complessità del panorama di culto pagano e le dovute differenziazioni portano a una riflessione fondamentale.
Siamo davvero noi i destinati seguaci della memoria storica e religiosa appartenente alla totalità degli antichi popoli europei di epoca pre cristiana? La risposta, come avremo modo di vedere, segue tra il resto la naturale logica culturale che ci conduce ad una interpretazione del credo religioso legato al neo coniato termine di Wolfsangismo, inteso come sintesi nuova e certo più idonea a rappresentare le caratteristiche del paganesimo germanico come eredità storica che senza dubbio ci appartiene, ovvero quella dell’Europa centrale. E’ così che lo sguardo attento dello storico si posa sull’importanza di riconoscere la relativa eterogeneità del culto nordico, che tuttavia si palesa in una veste ricca di compenetrazioni, seppure nella differenza. Il ritorno, o meglio la riscoperta di un’Europa pagana parte dunque da tale irrinunciabile presa di coscienza, che conduce ad una più profonda consapevolezza delle proprie radici di culto.
Attraverso queste pagine vorremo continuare a raccontare con l’impegno di restituire nella narrazione, al credo e alla storia, i propri passi perduti. Una nuova avventura editoriale dunque, che avrà bisogno sempre di nuovi stimoli e di occhi saggi e limpide intenzioni per guardare la realtà, ma soprattutto di quella sete di conoscenza che non dovrà mai mancare. Che il cammino abbia inizio.