3 minute read
SAPEVATE CHE
IL BACIO SOTTO IL VISCHIO:
UNA TRADIZIONE CHE DERIVA DA UN MITO NORDICO?
Advertisement
di Redazione.
La tradizione di baciarsi sotto il vischio, tipica delle feste invernali. Chi non ne ha mai sentito parlare? Le leggende legate a questa particolare pianta, un piccolo ramoscello dalle foglie color verde brillante e bacche bianche che si sviluppa senza radici, sono diverse e molto antiche. L’usanza del bacio nascerebbe tuttavia dalla rivisitazione di una leggenda nordica. Il mito nordico in questione è quello della morte di Baldr.
Figlio di Odino e Frigga, che nella mitologia norrena è dio di luce, bellezza, giovinezza e coraggio, viene infatti ucciso a causa di un inganno ordito per gelosia dal fratello, il Dio Loki, l’ingannatore.
Tormentato da terribili sogni che avrebbero anticipato la sua morte, Baldr suscita la preoccupazione di Odino, il quale preso da grande preoccupazione decise interrogare una volva sul suo destino, scendendo negli inferi, il regno di Hel. Alla conferma del triste presagio, Frigga fece giurare fedeltà ai quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco), a tutti gli animali e alle piante per proteggerlo da tale minaccia.
Tutti confermarono che non gli avrebbero mai fatto alcun male, comprese le stesse malattie e i veleni, che si impegnarono a non colpirlo. Accortosi della grande protezione conferita dagli Dei a Baldr, il fratello Loki decise quindi di recarsi da Frigga travestito da donna per interloquire con lei. L’ingenua madre raccontò di avere fatto appello a tutte le forme di vegetazione tranne una. “Si tratta - disse Frigga - di una piantina che cresce a occidente del Valhalla, troppo giovane per essere sottoposta a giuramento. Il suo nome è vischio”.
Loki, una volta acquisita l’importante informazione, si affrettò a staccarne un rametto per poi fare ritorno dagli Dei, che nel frattempo si erano raccolti intorno a Baldr per testare la sua ormai totale invulnerabilità a qualsiasi attacco. Tutti tranne l’altro fratello, il Dio cieco Höor, che a causa della sua cecità era rimasto in disparte.
“Devi giocare insieme con gli altri, per dare a Balder lo stesso onore. Ti mostrerò io dove sta, prendi questa freccia ed eccoti l’arco”. Invitato da Loki a lanciare anche lui qualcosa a Baldr, che nel frattempo gli mise in mano la piccola pianta trasformata in freccia, l’ignaro Höor su indicazione del malvagio, e convinto di rendere omaggio al fratello, trafisse e uccise quest’ultimo con il vischio.
Come triste epilogo Höor verrà ucciso a sua volta in seguito al pur inconsapevole omicidio. Nemmeno Loki tuttavia sfuggirà al suo castigo. Imprigionato da Thor, sarà costretto alle catene fino al Ragnarok, mentre Baldr, rimasto negli inferi, attende di regnare sul nuovo ciclo della luce (la dea della morte, Hel, promise che egli sarebbe potuto tornare sulla terra se ogni creatura vivente avesse versato lacrime di dolore per lui. Ma un altro inganno di Loki travestito da gigantessa Thok, mandò a monte il piano. Le sue “lacrime asciutte” condannano infatti Baldr ad attendere la fine dei tempi.
Secondo una delle versioni attribuite al mito, Frigga stabilì dunque da quel momento che qualsiasi creatura si fosse trovata sotto un ramo di vischio avrebbe cancellato inimicizie e odio, cercando la riappacificazione con un bacio.
Nella realtà di un ulteriore approfondimento, al di là delle successive riproposizioni culturali e rivisitazioni, la morte di Baldr il Buono è dunque narrata nello scontro tra luce e tenebre, in un mito di sacrificio e rinascita. Nella Völuspá si racconta che Frigga non pianse per Baldr, che riflette prima di tutto il concetto del sacrificio, ma per il dolore di avere riconosciuto, che la sua morte presagiva la scomparsa degli stessi Dei nel Ragnarök.
La fine del mondo porterà al trionfo delle forze del caos e la fine del regno di Odino.