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SCIAMANESIMO E SPIRITUALITA'

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EDITORIALE

EDITORIALE

DEI O UOMINI?

LA PARTE UMANA DELLA DIVINITA’ ANCHE NELLA CULTURA NORDICA

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La differenza tra il divino e il terreno, tra l’etereo e il materiale. Così come gli eroici protagonisti delle saghe possono essere considerati a tratti la versione umana delle divinità, cosa c’è di noi negli Dei? Un cambio della prospettiva, anche nella cultura, ci suggerisce che essi riescano ad affascinarci forse anche per il loro essere, in fondo in fondo, degli umani.

Di Stefano Ragazzo

Quando si pensa agli Dei si ha la cattiva abitudine di pensarli eterei, quasi incorporei e perfetti. Chi segue questo culto sa che non è così. Durante il mio percorso ho capito che più si studia, più si vivono gli Dei, più ci si rende conto della loro materialità.

Mi spiego meglio. In questo piccolo articolo voglio soffermarmi e farvi pensare ad una questione poco discussa (da quel che vedo in giro), ovvero la parte umana degli Dei. Da dove traggo questo pensiero? Il primo riferimento va ovviamente fatto alla Saga degli Ynglingar, dove possiamo quasi ripercorrere passo dopo passo il percorso intrapreso da Odino; vederlo sotto il ruolo di comandante di un esercito per poi morire non per il Ragnarok, ma per cause umane.

Quando lessi questo passaggio in live sul mio canale YouTube, rimasi stupito e con me molti altri. E da questo punto in avanti mi sono spesso domandato: ”Vi è davvero una differenza tra l'Odino dio e l'Odino comandante? Oppure, più semplicemente, sono entrambe due facce della stessa medaglia?”.

Come capitò anche per il dio Bragi potremmo seguire il medesimo ragionamento: una persona talmente abile nelle poesie e talmente amata dalla popolazione che venne elevato a divinità. E la conferma mi è arrivata leggendo il primo libro delle Gesta Danorum, dove vediamo riportato lo stesso peregrinare di Odino citato nella Ynglingar, ma da un punto di vista diverso.

Tuttavia, si tratta delle stesse vicende. Quindi che differenza troviamo tra divinità e umano? Dove si segna la linea per distinguere questa differenza? A parer mio la si traccia per comodità di espressione, nel senso che per trasmettere un messaggiounivoco e di etica, ci si affida al lato mistico/divino (prendiamo ad esempio l'Havamal, per intenderci).

Per capire invece il perché di tale grandezza, arrivata fino ai giorni nostri, si deve esaminare per forza la storia umana di tali divinità. Prendendo ispirazione da entrambe le facce di ogni divinità si può costruire il proprio percorso: uomini innalzati grazie ad un percorso interiore, come lo stesso Odino fece. E come lui molte altre divinità.

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