Biancoblù Magazine NR25

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nr.25 MAGAZINE


BIANCOBLù MAGAZINE

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IL CULTO DI CANTUCKY, CON BOLOGNA SERVE RIPETERSI RIPARTIAMO DA BRINDISI, A TESTA ALTA, CONTRO LA GLORIOSA VIRTUS

Fabrizio Provera

Il culto di Cantucky è per molti, ma non per tutti. Lunedì sera, a riprova che gli Dei del basket vivono ed agiscono ad insaputa del nostro umano agire, c’è stata una combinazione di emotività da custodire per lunga pezza. I protagonisti della rinascita canturina in prima fila (da Roberto Allievi ad Antonio Biella, da Angelo Passeri ad Andrea Mauri); un palazzo caldo e festante, presente in massa nonostante il giorno feriale; il talento americano classe 1997 Tony Carr che incendia la curva col morbidissimo appoggio che fa ciuff a meno di 1 secondo dal termine della partita contro la coriacea e mai doma Brindisi. Tutti ingredienti importanti che hanno reso lunedì scorso una serata magica, da andare a ripescare in futuro nel sacro libro dei ricordi legati a questa illustre società chiamata ‘Pallacanestro Cantù’. Oggi, però, con la plurititolata e gloriosa Virtus Bologna capitanata dal nostro ex Pietro Aradori, servirà quantomeno eguagliare le emozioni di lunedì scorso, se non crearne ancora di più. L’importante sarà esserci, a testa alta, perché sia Cantucky che la Bologna virtussina potranno sempre contare su quel velo di presunzione e fierezza che soltanto pochi altri club europei possono dire di poter meritare. Ma sappiamo bene, lo sappiamo tutti, che tutto questo non basta. Alla dimensione del sogno va accostata, da qui ai prossimi mesi, una programmazione ed una capacità di generare valore, interazione col territorio. Serve stimolare i potenziali investitori, serve ridefinire una ‘legacy’ di carattere emotivo tra la squadra, la società, la sua storia e il tessuto produttivo. BIANCOBLù MAGAZINE

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CLASSIFICA PT.

1 2 3 4 5 6 7 8

A|X ARMANI EXCHANGE MILANO

UMANA REYER VENEZIA %$6.(7 &5(021$

VANOLI CREMONA SIDIGAS AVELLINO OPENJOBMETIS VARESE HAPPY CASA BRINDISI SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA ALMA TRIESTE

34 28 26 24 24 24 20 20

PT.

9 10 11 12 13 14 15 16

ACQUA S.BERNARDO CANTÙ DOLOMITI ENERGIA TRENTINO BANCO DI SARDEGNA SASSARI

GERMANI BASKET BRESCIA VL PESARO FIAT TORINO

ORIORA PISTOIA GRISSIN BON REGGIO EMILIA

20 20 18 18 12 12 10 10

Classifica aggiornata alla ventesima giornata

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CALENDARIO TURNO ODIERNO: 21^ GIORNATA alma trieste - vl pesaro 09/03/2019 ORe 20:30

happy casa brindisi - fiat torino 10/03/2019 ORe 12:00

sidigas avellino - openjobmetis varese 10/03/2019 ORe 17:00

acqua s.bernardo cantù - segafredo virtus bologna 10/03/2019 ORe 17:00

vanoli basket cremona - oriora pistoia 10/03/2019 ORe 18:00

umana reyer venezia - banco di sardegna sassari 10/03/2019 ORe 19:05

germani basket brescia - dolomiti energia trentino 10/03/2019 ORe 20:45

grissin bon reggio emilia - a|x armani exchange MI 11/03/2019 ORe 20:30

prossimo turno: 22^ GIORNATA fiat torino - segafredo virtus bologna 17/03/2019 ORe 12:00

a|X armani exchange milano - umana reyer venezia 17/03/2019 ORe 17:00

openjobmetis varese - vanoli cremona 17/03/2019 ORe 17:10

vl pesaro - acqua s.bernardo cantù 17/03/2019 ORe 17:30

dolomiti energia trentino - alma trieste 17/03/2019 ORe 18:00

oriora pistoia - banco di sardegna sassari 17/03/2019 ORe 18:30

sidigas avellino - grissin bon reggio emilia 17/03/2019 ORe 19:00

germani basket brescia - happy casa brindisi 17/03/2019 ORe 19:15

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GAME DAY

10.03.2019

17:00

Paladesio

eurosport 2 Eurosport player

radio cantù

ACQUA S.BERNARDO CANTÙ

Allenatore:

Nicola Brienza

GIOCATORE

RUOLO

NATO NAZ

#0

Frank Gaines

Play/Guardia

1990

USA

#3

Tony Carr

Play/Guardia

1997

USA

#4

Gerry Blakes

Guardia

1993

USA

#7

Biram Baparapè

Guardia

1997

ITA

#8

Salvatore Parrillo

Guardia

1992

ITA

#9

Shaheed Davis

Ala/Centro

1994

USA

#10 Maurizio Tassone

Guardia

1990

ITA

#11 Andrea La Torre

Guardia/Ala

1997

ITA

#17 Luca Pappalardo

Centro

1999

ITA

#33 Tyler Stone

Ala/Centro

1991

USA

#41 Davon Jefferson

Ala/Centro

1986

USA

SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA

Allenatore:

Stefano Sacripanti

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GIOCATORE

RUOLO

NATO NAZ.

#0 Kevin Punter

Guardia

1993

USA

#1 Kelvin Martin

Ala

1989

USA

#2 Yanick Moreira

Centro

1991

ANG

#6 Alessandro Pajola

Playmaker

1999

ITA

#7 Tony Taylor

Playmaker

1990

USA

#8 Filippo Baldi Rossi

Ala/Centro

1991

ITA

#9 Alessandro Cappelletti Playmaker

1995

ITA

#11 Dejan Kravic

Centro

1990

CAN

#21 Pietro Aradori

Guardia

1988

ITA

#23 Matteo Berti

Centro

1998

ITA

#24 Amath M’Baye

Ala

1989

FRA

#25 David Cournooh

Play/Guardia

1990

ITA

#41 Brian Qvale

Centro

1988

USA

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SHARINGDREAMS


Cantù-BOLOGNA: precedenti CANTÙ-VIRTUS BOLOGNA, UNA CLASSICA DEL BASKET ITALIANO. OGGI LA SFIDA NUMERO 164

Alessandro Palermo

Già di per sé sarà una partita di grande fascino e dal richiamo unico, tra due squadre che hanno dalla loro una storia pluridecennale, una passione atavica ed una tradizione cestistica che - perlomeno in Italia – poche altre società possono vantare. Pallacanestro Cantù contro Virtus Bologna è, da sempre, una classica del basket italiano, un confronto tra due realtà che hanno scritto capitoli interi sulla palla a spicchi. Pagine su pagine e con inchiostro indelebile. Complessivamente saranno ben 45 i trofei in campo questo pomeriggio per la sfida numero 164 tra le due formazioni, questa volta una di fronte all’altra per la ventunesima giornata del campionato di Serie A PosteMobile 2018-’19. Sono 163 in tutti i precedenti tra Pallacanestro Cantù e Virtus Bologna, una grande classica del basket italiano e non solo. Il bilancio con le sfide del passato premia i virtussini, avanti 92 a 71 nei confronti diretti. In terra brianzola, però, i canturini possono contare su un bilancio a proprio favore, con 53 affermazioni contro le 30 vittorie esterne di Bologna. La passata stagione i biancoblù vinsero entrambe le sfide, sia la gara di andata a Desio che quella di ritorno al “PalaDozza”. Acqua S.Bernardo Cantù e Segafredo Virtus Bologna si affrontano domani per la sesta giornata del girone di ritorno, in campo al “PalaDesio” alle ore 17:00. Diretta televisiva su Eurosport 2 ed Eurosport Player, radiocronaca del match su Radio Cantù 89.600 FM e streaming su radiocantu.com. Ad arbitrare l’incontro saranno i signori Carmelo Lo Guzzo, Luca Weidmann e Fabrizio Paglialunga. Prima della palla a due la Pallacanestro Cantù sosterrà ADMO Lombardia, Associazione Donatori Midollo Osseo, con alcune iniziative che prenderanno il via poco dopo la presentazione delle due squadre. BIANCOBLù MAGAZINE

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EX CANTURIUM: CHICCO 6 UNO DI NOI Carlo Perotti

Quel mercoledì 23 dicembre del 1999 faceva un freddo cane a Cantù. Una di quelle notti così gelide che entrare fra le lamiere del Pianella era un vero atto di fede in cui ci si doveva preparare ad una lenta agonia col gelo che ti entrava nelle ossa, non c’era neppure una partita particolarmente eccitante: la Canturina Servizi di Terrence Rencher ed Antonello Riva, guidata da coach Ciani, affrontava la Bipop Reggio Emilia di Dado Lombardi, ultima in classifica. Eppure in campo stava accadendo qualcosa di magico, un ragazzo dagli occhi furbi ed un sorriso sghembo, con un’enorme voglia di giocare a basket, stava scaldando un Pianella sonnacchioso e semivuoto. Giocate geniali ed allegre, in velocità, e due triple dalla stessa piastrella nel mezz’angolo destro ed un canestro in passo e tiro che nei minuti finali portano la squadra brianzola alla vittoria. Ed il Pianella risponde, si riscalda, impazzisce. A fine partita quel ragazzo con il numero sei sulla maglia bianca salta sulla balaustra degli Eagles che lo strapazzano di gioia. Si chiamava Enrico “Chicco” Ravaglia e con quella sua prestazione da 23 punti con 3-4 da due e 4-7 da tre punti aveva appena giocato la sua ultima partita prima di entrare tragicamente per sempre nei cuori dei tifosi canturini. Nato a Castel San Pietro nel 1976 ma cresciuto ad Imola dove il papà Roberto era stato una leggenda del basket locale oltre che giocatore di serie A negli anni ‘70, come ogni figlio d’arte che si rispetta comincia a giocare a basket ed è talmente bravo che parte una battaglia per reclutarlo fra la Virtus e la Fortitudo Bologna ma Bob, tifoso virtussino a differenza di mamma Morena tifosa di Milano, lo indirizza verso le V Nere dove viene allenato da Piero Bucchi sino ad arrivare a orbitare attorno alla prima squadra a 18 anni. Il talento è cristallino ma la Virtus decide di mandarlo in prestito prima a Cento in B1 e poi con un accordo biennale a Varese per fargli fare le ossa. Ed il suo impatto nella città giardino è subito esplosivo. A Settembre del 1995 Pozzecco e Matteo Panichi vanno a prendere in hotel il nuovo arrivato per accompagnarlo in palestra, Chicco si siede sul sedile posteriore e qualche minuto dopo all’improvviso esclama “Pozzecco! Mi sa che quest’anno fai della gran panchina ora che sono arrivato io!” Il Poz inchioda, si gira lentamente, lo guarda negli occhi e gli risponde in BIANCOBLù MAGAZINE

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EX CANTURIUM: CHICCO 6 UNO DI NOI bolognese “Mò và a caghèr!”, in quel momento sboccia il loro grande amore cestistico, quel ragazzino gli piace, era un mattacchione come lui... A Varese trova tanto spazio anche per i problemi fisici proprio di Pozzecco e fa così bene che non solo diventa il beniamino dei tifosi varesini ma che la Virtus lo rivuole indietro in anticipo rispetto al pattuito per sostituire l’infortunato Galilea, poche settimane dopo l’inizio della seconda stagione varesina, e per ottenerlo manda in cambio con un prestito gratuito un inviperito Ricky Morandotti alla Cagiva. Appena tornato a Bologna gioca pochi minuti a Treviso ma il suo vero esordio in maglia virtussina è contro la Polti Cantù, Ravaglia entra dalla panchina e dà la scossa: una penetrazione, un altro canestro e poi una bomba ed un gran assist a Zoran Savic. La Kinder vola a vincere 103-75 ed il palazzo impazzisce per il ragazzino tornato a casa. Pur non segnando molto Ravaglia sarà il trascinatore della Kinder in semifinale contro Verona e vincerà le Final Four di Coppa Italia 1997 a Casalecchio ancora contro la Polti di Thurl Bailey. La stagione seguente Ravaglia ritrova Predrag Danilovic, appena ritornato dall’esperienza americana, il grande Sasha è sorpreso, poco tempo prima Chicco era il ragazzino che gli passava la palla nelle sue lunghe sessioni di tiro a fine allenamento ed ora se lo ritrova come compagno di squadra ma presto entra nelle grazie del campione serbo “Era allegro e spensierato ma con una gran voglia di dimostrare la sua forza ai vecchi... in questo mi rivedevo in lui. Aveva talento, faccia tosta ed un gran tiro ma sapeva condurre il contropiede e non aveva paura di sbagliare” ricorderà poi Danilovic che sarà un altro suo punto di riferimento della sua breve ed appassionata vita. Chicco era anche un ragazzo che amava frequentare i suoi amici fuori dall’ambiente cestistico, godersi la vita e staccare la spina, sapeva mettersi alle spalle le sconfitte ed affrontarle con un sorriso ma aveva soprattutto una naturale empatia cogli altri, la capacità di fare amicizia e di capire al volo la gente. A questo punto della sua carriera Ravaglia sembra ormai sulla rampa di lancio ma il destino lo aspetta beffardo sotto forma di una osteocondrite diseccante al ginocchio sinistro, una malattia a causa della quale la cartilagine del ginocchio si sbriciola. Un genere di infortunio che generalmente chiude definitivamente la carriera di un giocatore. Chicco viene operato ma non riesce a rientrare in campo, con la dirigenza della Virtus le cose si fanno tese, ci sono contrasti. Un calvario di due anni in cui Ravaglia vince scudetto e coppa dei Campioni senza poter metter piede in campo se non per sole cinque gare. Di sua iniziativa allora decide di farsi operare una seconda volta dal dottor Lelli mentre Bologna lo scarica senza troppa classe. Passa allora l’estate del 1999 a cercare una squadra, giunge a Reggio Emilia per un provino con la Bipop ma viene scartato nonostante la volontà di Dado Lombardi di tenerlo. A Cantù nel frattempo l’era Polti era drammaticamente finita con la squadra a pochi centimetri dall’esser trasferita a Pesaro e salvata dal ragionier Corrado. Ci sono pochi soldi, la squadra viene affidata a Franco Ciani, coach friulano affetto da focomelia agli arti superiori, ed ha due americani giovani: il mancino Rencher che aveva fatto bene in Germania ed un bianco atletico come Casey Shaw, poi c’è un vecchio veterano di nome Craig Robinson (nonché fratello di Michelle Obama), Max Reale un coraggioso gaucho italoargentino e tutti ragazzi della cantera brianzola guidati dal vecchio bomber Antonello Riva. L’obbiettivo è di salvarsi senza troppi voli pindarici ma il play Eros Buratti, pure lui in difficoltà a recuperare da un infortunio ai legamenti del ginocchio, non riesce ad offrire il suo consueto rendimento cosicché Bruno Arrigoni prova a chiamare Ravaglia che giunge in Brianza col suo consueto BIANCOBLù MAGAZINE

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EX CANTURIUM: CHICCO 6 UNO DI NOI ottimismo e riesce a fare la squadra. Durante il girone di andata gradualmente Chicco comincia a mostrare dei flash del suo talento. La Canturina va benino, Ravaglia viaggia a 8.8 punti a partita e si trova benissimo a Cantù tanto che agli amici confida la sua volontà di restare in Brianza a lungo mentre tutti imparano ad amarlo: dal presidente Corrado ai compagni di squadra sino alla gente comune che si diverte nel vederlo giocare con tanta passione. “A Cantù aveva trovato la sua dimensione” dirà in seguito Danilovic. Sino a quella gelida notte. Quella fredda notte in cui tutto il suo talento riesplode. Chicco è tornato. Negli spogliatoi è ebbro di gioia, abbraccia l’amico Christian Di Giuliomaria e non si stacca più “Per liberamene dovetti trascinarlo sotto la doccia” ricorda il compagno con cui legò di più. Il capitano Riva lo invita a cenare con la squadra ma Chicco vuole tornare nella sua Imola, i suoi amici lo aspettano, ha un appuntamento alla vigilia con Danilovic per scambiarsi gli auguri. Papà e mamma partono con la propria auto mentre Enrico si mette alla guida della sua Volvo V40 station wagon, si ritrovano ad un autogrill visto che Bob e Morena vogliono mangiare un boccone ma Chicco è troppo euforico e non ha fame. Alle 23.30 passa il casello di Melegnano. Pochi chilometri dopo vicino all’uscita di Piacenza Nord in una notte fredda e stellata Chicco va incontro al suo destino. L’auto sbanda, finisce sulla terra fra le rampe dello svincolo, risale parzialmente anche il terrapieno del cavalcavia e si ribalta in un campo sottostante. Da solo. Non c’è nessuno. Nessuno vede l’incidente. L’auto dei genitori passerà non molto dopo senza accorgersi di nulla. Bob vede una segnalazione di un incidente ed ha una sorta di premonizione chiedendo a Morena di chiamare il figlio che però non risponde al telefonino. Non avendo però visto nulla lungo il tragitto i genitori si tranquillizzano e guidano sino a casa. La stessa polizia quella notte andrà alla “caccia” di due incidenti che erano stati segnalati su quel tratto di autostrada senza vedere però nulla. I soccorsi lo troveranno solo l’indomani, con la luce del sole. Chicco non c’è più. La squadra è letteralmente scioccata tanto che dopo la sua morte perderà sei partite di fila. Il giorno otto gennaio del 2000, alla prima gara in casa dopo l’incidente, Cantù gioca contro i Varese Roosters del suo grande amico Pozzecco e proprio il Poz assieme ad Antonello Riva, in un momento di profonda commozione entrato nella storia dei due club rivali, onorano Chicco Ravaglia con il suo numero 6 per sempre ritirato dalla società canturina che sale verso il soffitto del Pianella. Tre giorni prima della sua morte, di mattina Chicco aveva telefonato a Pozzecco che stava dormendo beatamente “Oh Poz! Domenica vinciamo e vi passiamo in classifica, noi siamo più forti!” urlava dalla cornetta la guardia canturina a Pozzecco che voleva dormire e gli rispose col suo classico “Mò và a caghèr!” attaccando la cornetta. “Se avessi saputo che era l’ultima volta che lo sentivo – ricorderà poi Pozzecco – gli avrei detto che gli volevo bene”.

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