Dream Magazine

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È inevitabile, la stagione primaverile impone un confronto con il proprio corpo. Questo perché, a differenza dell'inverno, quandosiamo ben coperti, in primavera iniziamo a svestirci e quei "chiletti" di troppo sono un vero problema, soprattutto per le donne. Quando ci si confronta con lo specchio, non bisogna lasciarsi influenzare da quelle immagini perfette che i mass media ci propongono ogni giorno, ma cercare di soffermarsi sul proprio risultato e su quello che si desidera ottenere. Molti medici, ad esempio, consigliano una corretta alimentazione, senza eccessi di carboidrati, ricca di frutta e verdura. Quindi, per cercare di mettersi in forma ed eliminare la pesantezza accumulata durante l’inverno, in breve tempo e senza troppi disagi, è necessario seguire un programma benefico e salutare. Per affrontare bene la giornata, prima di dedicarsi ad una buona colazione (uno yogurt magro e dei cereali, uno succo di frutta o un bicchiere di latte scremato, o per gli amanti della caffeina un caffè con dolcificante e due frollini) è consigliabile bere un bicchiere di acqua tiepida, utile a espellere, nell'arco della mattinata, alcuni liquidi in eccesso che solitamente non vanno via. Non vanno sottovalutati gli spuntini mattutini e quelli pomeridiani (un frutto di stagione o uno yogurt magro): questi aiuteranno non solo la digestione, ma anche la stimolazione del metabolismo. A pranzo e a cena occorre ridurre la pasta, mai accompagnata dal pane, ed evitare le bevande gasate, pochi dolci e abolire del tutto i cibi fritti e ricchi di con8

servanti. Questo tipo di alimentazione deve essere associata ad una sana attività fisica: una piccola corsa quotidiana, accompagnata da un buon sottofondo musicale, potrebbe giovare, sia alla perdita di peso sia alla tonicità muscolare. Se la corsa non è la tipologia di sport da voi apprezzata, il rimedio potrebbe essere una pedana vibrante, uno step oppure un tapirulan, attrezzi che permettono perdere peso, risparmiando un bel po' di energie.


È indispensabile stare molto attenti ai rischi di una dieta troppo rigida. Gli psicologi hanno raccolto e continuano a raccogliere testimonianze di donne che solo per qualche chilo di troppo si sono trovate a fare i conti con la propria mente: da lievi fisime mentali fino ad arrivare a depressioni e in casi più gravi ad anoressie. Se dall'inadeguatezza della vostra taglia passate a sentirvi in colpa ogni volta che toccate cibo, siete sulla strada sbagliata. Il passo successivo potrebbe essere il vomito forzato e tutto senza accorgervene. Molte ragazze, adolescenti e non, per mancanza di affetto, per traumi subiti o per essere considerate da altri un po' "pienotte", sfogano la propria frustrazione lottando contro l'istinto naturale alla nutrizione. Poi, si guardano allo specchio e si compiacciono nel guardare il proprio corpo deperire sempre più. E come sostiene il Dottor Raffele Morelli: «In realtà la "taglia perfetta" non esiste, è una proporzione tra altezza, massa corporea, età e tant'altro. E poi, siete sicure che gli uomini amano le donne perfette? E chi è per un uomo la donna perfetta? Sulla spiaggia guardati intorno, vedrai, ci sono tante donne non tutte alte, magre e slanciate, ma i sorrisi del proprio partner dimostrano la perfezione ai loro occhi. Affronta, perciò, la prova costume con la massima serenità, perchè "ciascuno è perfetto" così com'è.»

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Nella dieta da noi proposta non sono previste grosse rinunce alimentari. Ăˆ un vero e proprio programma strutturato e studiato per ritrovare l'equilibrio del nostro corpo, eliminando quei chili in eccesso messi su durante l'inverno. Portando in tavola alcuni degli alimenti tipici di questa stagione, si potrĂ , con l'aiuto di una moderata e costante attivitĂ fisica, liberare il corpo dalle scorie e risvegliare il metabolismo. Il programma che ti proponiamo, consiste per l'appunto, nel non eliminare la pasta, il pane, il riso, le patate e qualche dolce, pur se contengono un alto contenuto glicemico. Suggeriamo, quindi, un metodo per inserirli nella nostra dieta e al contempo perdere i chili di troppo. Si consiglia l'introduzione di molte fibre alimentari e l'assunzione di pane a pasta integrale. Il programma di alimentazione è strutturato in sei giorni da ripetersi nel tempo per due mesi. Per il settimo giorno lasciamo a voi la scelta di decidere cosa mangiare, ovviamente non esagerando sulle quantitĂ e sui condimenti. L'apporto calorico comprende 1000 Kcal giornaliere.

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Un modo simpatico e al passo con i tempi per mantenersi in forma è praticare yoga. Se non avete tempo o denaro per un insegnante personale, la Cinehollywood fa al caso vostro: infatti il catalogo dell'azienda di distribuzione e produzione documentari più famosa d'Italia, dispone di un vasto assortimento di corsi privati in DVD. Con una spesa che va da euro 9,90 a euro 12,90 potrete cimentarvi direttamente a casa vostra nello yoga base, avanzato, post parto o dance. È persino disponibile un programma per ogni livello di allenamento in compagnia di Geri Halliwell. Scommettiamo che con un po' d'impegno persino l'ex Spice Girl invidierà da morire il vostro fisico. www.cinehollywood.it

In attesa di decretare i prossimi tormentoni estivi, sarà meglio darsi da fare ascoltando le ultime hit regalateci dalla primavera. Ma dove trovare Lady Gaga, Black Eyed Peas, Ke$ha, Rihanna e i migliori DJ del momento in un'unica compilation? Semplice, sulla nuova "Hot Party". L'ultimo arrivo della celebre collana Universal non delude: due CD al prezzo di uno, per un totale di quaranta successi dal mondo del pop e della dance. Musica tutta da ballare e da usare come sottofondo per gli esercizi fisici più sfrenati, ma anche per una rilassante pausa bibita insieme a Jovanotti, Robbie Williams e Valerio Scanu. Prezzo consigliato: euro19,90 12


La Nintendo Wii si conferma l'ultima frontiera del divertimento, anche e soprattutto sportivo. È già un successo l'edizione Plus del celebre "Wii Fit", l'unico videogame che permette di praticare esercizi muscolari, aerobici e di equilibrio interagendo con lo schermo del televisore. Attraverso una particolare bilancia allegata al gioco, saranno assegnati dei punti alla vostra destrezza fisica, permettendovi di verificare costantemente eventuali miglioramenti e di organizzare sfide fino a otto giocatori. Prezzo consigliato: euro 99 (se già disponete della Balance Board, vi basterà acquistare soltanto il software su disco ad un prezzo indicativo di euro 20).

Il Festival del Fitness compie 22 anni e si sposta al Foro Italico di Roma. Dal 10 al 13 giugno la capitale sarà invasa dai migliori sportivi in circolazione, che si esibiranno in dimostrazioni, sfide, parate, nonché veri e propri spettacoli per la gioia di tutti gli appassionati. Oltre alle classiche discipline, tanto spazio anche per l'hip-hop, il pilates e l'alpinismo: un'occasione unica per mettersi alla prova ed assistere ad un evento assolutamente imperdibile. Abbonarsi alle quattro giornate del Festival costa solo euro 30, e i bambini sotto i 12 anni hanno diritto all'ingresso gratuito. Per maggiori informazioni: www.fitfestival.com

Il ciclismo è lo sport ideale nelle giornate primaverili, ma non a tutti piace pedalare con i rotoloni di ciccia in bella mostra. Per fortuna, i più riservati aspiranti magri possono fare affidamento sulla miracolosa Orbitrek Elite, l'attrezzo ideale per allenare sia la parte superiore che inferiore del corpo comodamente in casa propria. Nessun limite di età, chiunque può ottenere muscoli definiti e bruciare fino a 800 calorie in un'ora, divertendosi come se si stesse esercitando all'aria aperta. L'Orbitrek Elite è disponibile solo nei migliori negozi di articoli sportivi, oppure è ordinabile su Mediashopping al prezzo di euro 199,90 dream m a g a z i n e 13


Seduti a bordo di una felucca che attraversa quello spicchio di Nilo metropolitano che al tramonto si tinge dei suoi colori più intensi, Il Cairo appare come una distesa di luci che lascia solo intuire il caos vibrante che accoglie dentro di sé, di giorno come di notte. Dietro lo skyline dei grandi alberghi che costeggiano il Nilo si nascondono le trame di una città che contiene dentro di sé un mondo di storie, volti, scorci, odori, paesaggi irriducibili ad unità. La mancanza stessa di un centro rende ancora più intrigante la visita del Cairo, una megalopoli di venti milioni di abitanti che vale la pena vivere come esperienza a sé, invece che farne solo una necessaria tappa da cui partire per le Piramidi.

L’anima del Cairo è racchiusa nella parte più antica. Nel suo dedalo di stradine conduce al colorato bazar di Khan el-Khalili dove i turisti si mescolano agli abitanti del posto nell’acquistare ogni genere di mercanzia. Dalle lampade in vetro, alle spezie e ai tappeti, passando per i gioielli creati dagli artigiani cairoti, per qualunque cosa contrattare è d’obbligo, ma attenzione al made in China o alle classiche trappole per turisti. Non fa parte di questa categoria il Cafè Fishawi, dove Naguib Mahfuz (scrittore premio Nobel per la letteratura nel 1988) amava recarsi per scrivere opere e osservare i vicoli di Khan el-Khalili. Ma è dall’altra parte della strada, da attraversare rigorosamente mediante un ponte pedonale sopraelevato per evitare di destreggiarsi fra i taxi in corsa, che è possibile ammirare alcune delle più belle moschee dell’intero mondo islamico. Tra queste spiccano la Moschea ElAzhar, che dà nome alla celebre università che sorge alle sue spalle, ma anche la Moschea El Hakim, fra le più antiche costruzioni dell’intera città. 14

L’influenza urbanistica europea è particolarmente forte nelle grandi strade che dal Cairo Islamico conducono verso il Museo Egizio e proseguono poi per Garden City, il quartiere delle ambasciate. Edifici di pregio costruiti tra fine Ottocento e prima metà del Novecento incorniciano quello che è ancora considerato il cuore commerciale della città, tra negozi kitsch e pasticcerie storiche che si alternano a cinema e fast food in versione egiziana. Ma l’attrazione principale del quartiere è senza dubbio il monumentale Museo Egizio, a cui va dedicata almeno una mezza giornata per visitare i pezzi più importanti. A colpire di più il visitatore non è tanto la bellezza di sarcofagi o maschere funerarie, come quella celeberrima di Tutankhamon, bensì il pessimo stato di conservazione dell’intera collezione, che rischia di deperirsi nel giro di pochi decenni a causa del cattivo allestimento. Un motivo in più per visitarla al più presto.


Il quartiere della ambasciate e dei grandi hotel è un punto di passaggio necessario per giungere a Gezira, la grande isola sul Nilo fra Cairo e la riva occidentale che ospita il vivace quartiere di Zamalek, celebre per la qualità dei suoi negozi (da non perdere la libreria internazionale Diwan) e la vivacità della sua vita culturale. Fra gallerie d’arte e ristoranti di qualità (assolutamente da provare il raffinato Abu Al Sid), Zamalek è assieme a Mohandisen il centro della vita notturna cairota. Cucina di pesce libanese di qualità a prezzi modici contraddistinguono l’offerta di quest’ultimo quartiere ricco di bar in cui è possibile fumare il narghilè assieme a giovani e famiglie del luogo. Una valida alternativa è offerta però dagli alberghi delle grandi catene poste tra Zamalek e Garden City, che ospitano alcune fra le più rinomate disco cairote, popolate soprattutto da turisti e alta borghesia cairota. I bar di Hilton e Marriott restano i places to go per chi vuole assaggiare il lato più intrigante della night life cittadina.

Impossibile lasciare il Cairo senza visitare il quartiere cristiano, che ospita luoghi di culto di grande valore artistico come la Chiesa greco-ortodossa di San Giorgio e ancora conserva un’atmosfera particolare tra i vicoli che testimoniano la natura multietnica e multiconfessionale del Cairo. Proseguendo verso sud si incrociano Giza e poco lontano dal tentacolare centro urbano le Piramidi, che, nonostante l’assedio di turisti vocianti e l’avanzare della città, mantengono intatto il loro fascino millenario. Da non perdere anche le meno conosciute Saqqara e Dahshur, più lontane dal centro cittadino ma visitabili con tour organizzati o autisti privati.

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È uscito il tuo primo libro "Racconti in outlet" di che cosa si tratta? «Sono sei racconti divertenti o umoristici o sarcastici (che dir si voglia) diversissimi l'uno dall'altro, ma con una peculiarità che li accomuna: lo stile della scrittura, che a volte esula quello classico del racconto. Si parte con Filastrocca della Cumana, nato per Raccontami (la manifestazione di Maggio dei Monumenti) dove ho reinventato in chiave moderna ed ironica il mito della Sibilla e si finisce con Profumo di donna che racconta l'esperienza di un uomo che ritorna alle sue origini per dimenticare il passato. Passando per Terapia di gruppo che narra, appunto, l'esperienza di tre giovani alle prese con una stravagante quanto inutile terapia analitica. Troverete anche degli omaggi ad Ardone, Peluso, Massa e a Paolo Caiazzo, con i quali ho spesso condiviso il palcoscenico. Il libro è edito 16

dalla Albatros e Maurizio Casagrande ne ha curato la prefazione (tra l'altro divertentissima) nella quale , in realtà, spiega anche come è avvenuto il nostro incontro.» Come è nata l'idea di questo libro? «Racconti in outlet nasce quasi come un'appendice del mio lavoro: quello di attrice. Recitare e

scrivere hanno, infatti, un comune denominatore, quello di raccontare. Ma un racconto non è tale se non è condiviso. Un'attrice ha bisogno del pubblico. Un racconto ha bisogno di essere cacciato dal cassetto e mostrato, di essere condiviso con chi ha voglia di leggerlo. Certo, può emozionare o deludere, ma se non è condiviso è come


se non esistesse. Quindi, ho pensato: proviamoci!» Tu sei da sempre impegnata nel sociale, infatti, anche il ricavato del libro andrà in beneficenza. Un sodalizio, quello con "Trame africane" che dura da molto tempo? «Mi fa piacere che tu mi abbia fatto questa domanda. Infatti, i diritti d'autore vanno interamente devoluti a Trame africane onlus, un'associazione con la quale collaboro da anni. Non perché io sia la donna più buona del mondo, anzi chi mi conosce sa che quando voglio sono una "janara", ma solo perché credo che sia nostro dovere ringraziare l'universo per la fortuna che accompagna la nostra vita. E questo è un modo per farlo. Poi, Pasquale Coppola che è il presidente di "Trame Africane" porta personalmente i fondi in Kenia, dove abbiamo adottato un villaggio e dove da poco hanno terminato di costruire un ospedale.» In passato ha fatto anche radio, quindi, si può dire che ha vissuto tutte le esperienze artistiche possibili, ma in quale ti senti più a tuo agio? «Ti dirò quello che dicono tutti gli attori: il teatro. E non è retorica. L'applauso, e nel caso del teatro comico, la risata, sono una droga di cui difficilmente si riesce a fare a meno una volta provati. Ovviamente anche quando faccio la fiction mi sento a mio agio soprattutto quando, come è accaduto sia con Due Imbroglioni e mezzo che con I delitti del Cuoco, lavoro con persone preparate da cui imparo molto , ma allo stesso tempo, umane ed affabili con cui si riesce ad istaurare un rapporto che va al di là di quello strettamente professionale.» In pubblico sei una donna espolsiva, dinamica, ma nel privato come sei? «Grazie per gli aggettivi "esplosiva e dinamica", non pensavo di arrivare a tanto. Credo di apparire come sono nella realtà, anche nella vita privata. Con le dovute eccezioni che il privato, fortuna-

tamente, consente.» E in cucina come te la cavi? «Nelle faccende domestiche sono una frana, ma in cucina me la cavicchio abbastanza bene. Soprattutto con i primi piatti. Proprio così ho conquistato mio marito. A parte il sex appeal, ovviamente.» Hai dei piatti che prediligi? «Amo la cucina poco pasticciata. E, pur essendo napoletana DOC (anzi vesuviana DOC), adoro i risotti.»

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La lunga storia dei Mondiali inizia in Uruguay. È il 1930, partecipano solo tredici squadre. La squadra di casa è la prima a scrivere il nome nell'albo d'oro, dopo aver battuto l'Argentina, 42. L'Italia del mitico commissario tecnico, Vittorio Pozzo, è la prima nazione del vecchio continente ad organizzare e vincere il mondiale. Gli Azzurri superano gli USA, la Spagna (dell'insuperabile portiere Zamora) e l'Austria. Nella finale di Roma due oriundi, Orsi e Schiavio, decidono la partita, con i cecoslovacchi, vinta 21 dopo i supplementari. Quattro anni dopo l'avventura degli italiani parte da Marsiglia, dove iniziano battendo la 18

Norvegia, poi, con un' inedita maglia nera, vincono sulla Francia. Mentre in semifinale viene superato il Brasile che, sicuro di giocare la finale, non utilizza il suo miglior uomo, Leonidas. La finale si gioca allo stadio Colombes, di Parigi, quello utilizzato per girare Fuga per la Vittoria, film con Stallone e Pelè. Quel giorno l'Italia demolisce l'Ungheria, finisce 4-2. Il primo mondiale del dopoguerra vede la presenza dell'Inghilterra. Gli inventori del calcio si consideravano superiori, ed i primi tre Mondiali non li giocano, il primo è fallimentare. Quel Campionato è l'unico che si chiude con un girone all'italiana. Nell'ultimo

match al Brasile bastava un pareggio con l'Uruguay, che vince, per 2 a 1. A fine partita un centinaio di persone si tolgono la vita per la disperazione. La competizione calcistica internazionale Fifa del 1954, la prima trasmessa in televisione, a sorpresa, vede la Germania imporsi sulla grande Ungheria di Puskas. Poi, è la volta del Brasile di Pelè, il quale a diciotto anni vince il primo Mondiale, segnando due gol in finale contro gli svedesi. La squadra del Brasile , fortissima, vince senza Pelé anche nel mondiale cileno, in finale i cechi, sono la vittima sacrificale, finisce 3-1. Nel mitico stadio di Wembley l'Inghilterra vince, nel 1966, la


sua prima Coppa del Mondo. Una squadra fortissima, con un grande capitano, Bobby Moore, che, sotto gli occhi della Regina Elisabetta, sconfigge i tedeschi, per 4-2 dopo i supplementari. Il Campionato Mondiale messicano si ricorda per una memorabile semifinale vinta dagli Azzurri sulla Germania per 4 reti a 3. L'Italia divisa tra Rivera e Mazzola cede nettamente in finale al Brasile, che conquista il terzo mondiale, 4-1. La grande Olanda di Cruyff è protagonista sfortunata dei mondiali del 1974 e del 1978. L'Olanda del calcio totale, bellissima da vedere, rivoluzionaria dentro e fuori dal campo, è stata sfortunata, avendo incrociato nelle due finali, i padroni di casa. Prima i tedeschi, di Beckenbauer, poi, l'Argentina, che privano gli olandesi del mondiale. Il Mundial del 1982 è quello che segna il terzo successo dell'Italia. Una grande squadra guidata da Bearzot. L' avvio è balbettante, ci sono tre pareggi con tre avversari modesti. Poi, i successi sull'Argentina di un giovane Maradona, sul Brasile di Falcao, e sulla Polonia. La finale al Bernabeau, contro i tedeschi, è ancora negli occhi degli appassionati. L'esultanza di Pertini in tribuna e l'urlo di Tardelli rappresentano il simbolo di una serata meravigliosa. Messico 1986 è il mondiale di Maradona. Partito per vincere, ci riesce praticamente da solo. Ai quarti di finale, prima segna di mano, poi parte da metà campo, dribbla sette inglesi e supera Shilton. La finale è contro i tedeschi, che (come al solito) non mollano mai, sotto di due gol, rimontano, provano a vincere, ma perdono. Maradona si afferma come numero uno assoluto. I Mondiali di Italia 1990 sono indimenticabili per gli italiani di ogni età. L'Italia "deve" vincere. La buona stella di Schillaci accompagna gli Azzurri fino alla semifinale, dove l'avversario è Maradona. Ma una papera di Zenga rovina tutto. Ai

rigori s'impone l'Argentina. Le “Notti magiche” finiscono nel peggiore dei modi. La Germania, con un rigore dubbio, batte l'Argentina, e vince il terzo Campionato. Quattro anni dopo, negli USA, l'Italia di Sacchi si trova in finale, grazie ad una buona dose di fortuna. Il grande protagonista è Roberto Baggio. Proprio lui, però, sbaglia dal dischetto. A vincere è il Brasile, che a Pasadena, dopo i calci di rigore, si prende il quarto Mondiale. La Francia, nel 1998, schiantando il Brasile in finale, con una doppietta di Zidane, vince in casa la sua prima Coppa. L'Italia, per la terza volta consecutiva, viene eliminata ai calci di rigore, in quarti dai padroni di casa, a Parigi. Il primo mondiale asiatico è un fallimento per gli

Azzurri, fuori agli ottavi. Il Brasile, con una doppietta di Ronaldo, batte la Germania. I Mondiali vinti sono cinque. L'ultimo Campionato del mondo è un dolce ricordo. L'Italia di Lippi riporta a casa la Coppa del Mondo, sfatando anche il tabù dei calci di rigori. Un gruppo fantastico, con un Cannavaro capitano sontuoso ed insuperabile. Gli Azzurri arrivano senza patemi alle semifinali, dove ai supplementari vengono superati i tedeschi. In finale, l'avversario è la Francia di Domenech. L’Italia recupera dopo il gol in avvio di Zidane, espulso per la testata a Materazzi, autore del gol del pareggio. Dal dischetto chiude i giochi Grosso. Gli Azzurri per la quarta volta sono Campioni del Mondo.

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È l'eroe di Berlino e nell'immaginario collettivo, la foto di Fabio Cannavaro che alza la quarta Coppa del Mondo resterà indelebile per tutti gli italiani. Con quella immagine si aprono i prossimi Mondiali 2010, dove tutti daranno la caccia all'Italia. Alle soglie dei trentasette anni, Fabio giocherà il suo ultimo Campionato da capitano e forse chiuderà la sua carriera, partita. da Napoli e proseguita poi tra Parma, Inter, Juventus, Real Madrid ed ancora Juve. Nel '93 Marcello Lippi lo lancia, giovanissimo, nel Napoli e, con la maglia Azzurra della Nazionale, Fabio mostra a Lippi le sue prestazioni nel Mondiale tedesco. Nello scrigno dei ricordi di Fabio ci sono i tre scudetti vinti, la Coppa Uefa, ma soprattutto il Mondiale ed il Pallone d'Oro vinto nel 2006 (prestigioso se si pensa che è il terzo difensore nella storia, ad aver vinto questo premio). Fabio, papà di tre bimbi, ha sempre mantenuto un fortissimo legame con Napoli, dove ora gioca suo fratello Paolo. Cannavaro ha due grandi passioni: una per il mare, l'altra per la collezione di statuette di Lupin, ma il record di cui va più orgoglioso è quello delle presenze in Azzurro. Alle soglie del quarto mondiale, le presenze sono 132, mai nessuno ha giocato così tanto con l'Italia. La centesima proprio il giorno della finale con la Francia. Sarà Cannavaro, insieme all'amico Buffon, a cercare di regalare all'Italia un'altra grande soddisfazione. dream m a g a z i n e 21


ph. Felice De Martino

Il primo a lanciare la sfida all'Italia di Lippi è Marek Hamsik, che il 24 luglio incrocerà gli Azzurri con la sua Slovacchia. Hamsik, che a luglio compirà ventitré anni, è la stella del Napoli, ed il cuore di molti tifosi 22

partenopei in quel giorno sarà diviso. Lo slovacco, arrivato in Italia giovanissimo, ha esordito in Serie A con il Brescia, appena diciassettenne. Il suo talento era nitido e nell’estate del 2007 il Napoli è stato il più lesto a prenderlo. In questi tre campionati,

Hamsik ha deliziato i tifosi partenopei. A gennaio ha superato le cento presenze in maglia azzurra e recentemente ha sfondato il muro dei trenta gol. Sotto porta Marek ha numeri strepitosi. È uno dei centrocampisti più prolifici in Europa, solo due fuoriclasse come l'inglese Frank Lampard (del Chelsea) e lo spagnolo Fabregas, (dell'Arsenal) hanno fatto meglio di lui in stagione. Ècresciuto con il mito di Pavel Nedved. Quest'anno si è esaltato proprio contro la ex squadra di Nedved, la Juventus, cui ha segnato una doppietta nell'ormai memorabile sfida di Torino. A Napoli è diventato scaramantico, ha legato con Santacroce, già compagno nel Brescia, sempre pronto a bacchettarlo per il mancato uso degli articoli in italiano. Marek è un ragazzo tranquillo, che ha scelto di vivere a Castel Volturno, insieme alla sua compagna Martina, conosciuta da bambino. La scelta di prendere casa nelle vicinanze dove solitamente la squadra del Napoli si allena, nasce dall’esigenza di tranquillità e di riposo: «Solo così - sostiene il calciatore - ho la possibilità di schiacciare un pisolino tra un allenamento e l'altro». Ultimamente, però, dormire tranquillamente nella nuova dimora non è così facile, visto che è da poco diventato papà di Christian. Hamsik è famoso anche per le sue acconciature, su tutte la mitica cresta. A quanto pare, però, sembra che Hamsik voglia presentarsi ai Mondiali con le treccine alla Drogba. A proposito di capelli, sembra che Mazzarri gli abbia ordinato di non tagliarseli più prima delle partite perché, come Sansone, quando se li taglia non fa mai gol. Al prossimo Campionato, nonostante la giovane età, indosserà la fascia di capitano della sua Slovacchia.


testa, nella finale di Roma contro il Manchester. Nel suo palmares ci sono anche tre campionati spagnoli, le Olimpiadi di Pechino, il Pallone d'Oro nel 2009 (anno in cui il suo Barcellona vince cinque trofei). È l'unico che si avvicina a Maradona. Sa fare tutto con i suoi due piedi magici. Il baricentro basso lo avvantaggia, è veloce ed è difficilissimo buttarlo giù. L'ennesima dimostrazione l’abbiamo avuta un po’ di tempo fa in Champions League contro l'Arsenal. Nella gara di ritorno, al Camp Nou, Lionel Messi ha realizzato quattro gol davvero indimenticabili. Nel 2006, appena diciannovenne, partecipa ai mondiali, ma gioca poco. L’Argentina, dopo i calci di rigore, esce ai quarti battuta dai tedeschi. A quattro anni di distanza dagli scorsi Mondiali, Messi diventa il protagonista in assoluto. Sul campo, infatti, il calciatore, indosserà la maglia numero 10, qualla del suo idolo di sempre, Maradona, che sarà in panchina a guidarlo. In Sudafrica sono tutti impazienti e aspettano con ansia le magie di Leo Messi. Lionel Andrés Messi, detto la Pulga (la Pulce) è senza dubbio il calciatore più forte al mondo. Gli occhi di tutti gli appassionati saranno puntati su di lui in Sudafrica. È lui l'erede di Diego Armando Maradona. Il Pibe De Oro, infatti, punta tutto su Leo Messi, per riportare l’Argentina sul tetto del mondo. Il suo soprannome nasce da lontano. A causa della bassa statura, comincia a muovere i primi passi nel calcio all’età di cinque anni nel Grandoli, squadra allenata da suo padre Jorge, oggi suo procuratori. Nel 1995 passa ai Newell's Old Boys e all’età di 11 anni riceve una notizia sconvolgente. Gli viene diagnosticata una deficien-

za dell'ormone della crescita, una rara forma di nanismo che cambierà per sempre la sua vita. Nonostante l'interesse da parte del River Plate, non ci sono abbastanza soldi per assicurargli le cure necessarie. Ma come solitamente accade nelle favole, tutto si risolve a lieto fine. A puntare gli occhi sul fuoriclasse è il Barcellona, che sposa la causa e si avvale di tutti i costi necessari alle cure del calciatore. Messi si trasferisce in Sapgna e con lui tutta la famiglia. La pulce non è diventato un gigante, è un metro e sessantanove, un centimetro più alto rispetto a Maradona, ma in campo fa scintille. Due sono le Champions League vinte, l'ultima suggellata con un suo gol di dream m a g a z i n e 23







Ogni giorno che passa si fa sempre più interessante. Il vostro cuore inizia a palpitare e il finale risulta travolgente e ricco di allegria. Non abbiate timore di uscire dagli schemi, scegliete le soluzioni più folli, si riveleranno le più saggie.

Tenete duro, in arrivo piccoli problemi. Date priorità al lavoro, un traguardo che sembrava lontano è ormai alle porte. Prendete coscienza di tutte le difficoltà che si presenteranno, acquisterete maggiore consapevolezza e capacità di giudizio.

Dubbi e incertezze lasceranno presto il posto a una beata spensieratezza. Approfittate di questo momento per dire tutto quello che pensate. Agite in sintonia con quello che il vostro animo vi spinge a fare e difendete le vostre scelte.

Venere e Toro creano un magico feeling tra voi e il vostro partner. Per i single invece, ci sarà un incontro improvviso, un'amicizia di vecchia data che si accenderà di nuovi colori. Aspettatevi di tutto e naturalmente lasciate aperte le porte del cuore.

In questo periodo Marte entrerà nel vostro segno e la vostra energia salirà alle stelle. Generalmente è un bene, ma nel vostro caso, che avete già energia da vendere, potrebbe essere un rischio. Fate bene attenzione e calcolate bene le vostre mosse.

Questo per voi potrebbe essere un periodo molto confuso. Affrontate con calma qualsiasi problema e non illudetevi di risolvere tutto con un colpo di bacchetta magica. Comunque non disperate, presto si risolverà tutto con un pizzico di fortuna.

Questo sarà un periodo per voi in cui inizierete a cogliere la bellezza delle cose anche nelle situazioni più difficili. La vostra presenza sarà una medicina per tutte le persone chi vi circondano. Emanate vibrazioni positive e gli altri non potranno fare a meno di ascoltarvi.

Riuscirete a stupire chiunque, state per indossare i panni del saggio. Darete prova di grande esperienza e di equilibrio. Venere e Marte vi regaleranno momenti di allettanti promesse. I pianeti aumentano il vostro fascino. Il vostro charme potrà raccogliere schiere di ammiratori.

Dal 10 del mese un incredibile Marte vi restituirà vitalità ed energia. Il top sarebbe partire per un viaggio in paesi lontani, con zaino e sacco a pelo in spalla. Se non potete partire, provate a praticare sport estremi, questo vi servirà a scaricare la vostra adrenalina.

Marte vi è stato ostile negli ultimi due mesi, ma non tutto il male viene per nuocere. In questo periodo siete più sicuri di voi stessi e tranquillamente aperti ad assaporare la giusta ricompensa. Venere vi porterà immenso fascino. Buttatevi.

Venere e Marte vi ignorano. Se siete una coppia, preparatevi a dure battaglie con il vostro partner. Se single, potreste scoprire da una recente conquista, che non potete dare quello che chiede. Il sereno arriverà presto solo per i nati prima del 2 febbraio.

È giunta l'ora di vestirvi da lupi. Non dovete interagire con gli altri in modo aggressivo, ma neppure subire ogni volta, come spesso vi è capitato di fare ultimamente. Fuori gli artigli e niente paura, non è questo il momento di trattare. dream m a g a z i n e


Dopo “Sacro e profano”, Madonna torna dietro la macchina da presa per narrare l'amore scandaloso tra Wallis Simpson e il sovrano d'Inghilterra Eduardo VIII. La relazione fu un vero precedente in Gran Bretagna poiché spinse il sovrano ad abdicare per sposare l’amante divorziata. Ci sono ancora molti dubbi sul cast poiché la regina del pop vorrebbe puntare su attori poco conosciuti. L’obiettivo è di metter in piedi un’equipe di lavoro alle prime armi, poiché, la stessa Madonna, pur dimostrando di aver talento, è ancora agli inizi con la macchina da presa.

Con “Notte folle a Manhattan” Ritorna Steve Carrell con Tina Fey come partner. Si tratta di una coppia nuova per il pubblico italiano, ma negli USA il successo della Fey è anche superiore a quello di Carrel. Il film non è nulla di nuovo rispetto a ciò che propone il mercato americano, ma solo i due attori, valgono più del prezzo del biglietto. È un film di Shawn Levy del 2010. Prodotto in USA. Durata: 88 minuti. Distribuito in Italia da 20th Century Fox.

Quando Hollywood è in crisi d’ispirazione, ricorre alle star e ai classici della letteratura, poiché difficilmente ci si rimette il denaro. A ciò si aggiunge che l’ultimo film di Ridley Scott aprirà fuori concorso la prossima edizione del “Festival di Cannes” che avrà come presidente della giuria Tim Burton. È un film di Ridley Scott del 2010. Prodotto in USA e distribuito in Italia dalla Universal Pictures. 30

Come tanti film indipendenti, anche la nana ha faticato a trovare una sua distribuzione in Italia. Bisogna ringraziare Nanni Moretti che ha voluto fortemente questo thriller al Festival di Torino. Un film di Sebastián Silva, con Catalina Saavedra e Claudia Celedón. Prodotto in Cile e distribuito in Italia da Bolero Film.

Arriva nelle sale italiane il film “About Elly” di Asghar Farhadi, vincitore dell’Orso d’Argento per la miglior regia al Festival di Berlino 2009. Il film lascia i brividi sulla pelle per la capacità di coniugare tanti personaggi in un caos frenetico in cui vige l’incomunicabilità. Prodotto in Iran e distribuito da Mediaplex Italia. Nel cast: Golshifteh Farahani e Shahab Hosseini.


Insieme a Cella 211, Gordos (che in italiano significa obesi) ha rappresentato in Spagna la vera sorpresa del 2009. Si tratta di una commedia che analizza, con il sorriso, tutte le insicurezze che possono derivare da un aspetto fisico non gratificante. È un film di Daniel Sánchez Arévalo del 2009, con Leticia Herrero, Raúl Arévalo e Roberto Álamo. Prodotto in Spagna. Durata: 120 minuti.

“Due vite per caso”, costituisce un esordio più che promettente per il nostro cinema. Il giovane regista Alessandro Aronadio, pur tenendo presente la lezione di grandi maestri come Godard e Truffaut, sembra avere uno stile tutto suo. È un film del 2010, con Isabella Ragonese, Lorenzo Balducci, Rocco Papaleo, Niccolò Senni. Prodotto in Italia e distribuito da Lucky Red.

La voce circolava in giro da un bel po’, ma ora è ufficiale: Paolo Sorrentino debutta alla regia di una pellicola in lingua inglese. Del cast non si sa ancora nulla, l’unica certezza è che il protagonista del film sarà Sean Penn. Indefinita rimane anche la data di inizio delle riprese dato che, il regista italiano e l’attore americano, hanno deciso di dar vita al progetto compatibilmente con gli impegni di Penn, che al momento è impegnato contemporaneamente sul set di “The Three Stooges” e dello spy game Cartel.

Dopo una lunga attesa tornano sul grande schermo le quattro amiche della serie HBO Sex and the City, questa volta per presentare “Sex and the City 2”, il sequel del film tratto dalla serie televisiva di successo. Carrie (Sarah Jessica Parker), Charlotte (Kristin Davis), Miranda (Cynthia Nixon) e Samantha (Kim Cattrall) saranno alle prese con un viaggio tra donne ad Abu Dhabi. Una piccola vacanza, per allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, divisa tra mariti, figli e amanti. Ad animare il soggiorno sarà l’incontro di Carrie con il suo ex Aidan Shaw (John Corbett).

Dopo aver rinunciato a un mucchio di soldi per cedere i diritti di un biopic ufficiale sul compianto Kurt Cobain, Courtney Love, ha deciso di produrre un film sul leader dei Nirvana. “Heavier than Heaven” è il titolo provvisorio della pellicola. Secondo il periodico The sun, l’ex signora Cobain aveva scelto Robert Pattinson, ma la notizia è stata smentita dal manager di Courtney Love, Jonathan Daniel. dream m a g a z i n e 31


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Come nasce questa nuova avventura da dj? «Nasce dall’amore per la musica che ho da sempre. La mia famiglia mi ha fin da piccola inculcato la passione per la musica e adesso io lo sto facendo con i miei figli. Infatti, Gabriele, l'ultimo arrivato, ascolta i miei cd e per giunta mi ha rovinato l'intera collezione. A volte mi chiedo con quale criterio sceglie un disco piuttosto che un altro. Questa cosa mi fa morire dal ridere.» Com'è nata l'ispirazione? «Un mio amico, che gestisce una discoteca da tanti anni, un giorno mi ha detto: "Lo sai che ti vedrei benissimo come dj". Inizialmente, questa affermazione mi ha fatto molto ridere, poiché sono una donna totalmente antitecnologica. Mi si può portare in riva al mare, a fare una bella passeggiata in un bosco, ma davanti alla tecnologia io mi blocco. Ma lui non si è arreso e mi ha proposto di iscrivermi ad una scuola per dj e così è successo. Abbiamo passato in rassegna tutti i generi musicali, dal country, al rock, alla musica classica, fino a quella dei cantautori italiani. Mi piace molto la lounge e le raccolte dei buddha bar, dei cafè del mar. Il lavoro più grande è stato di dover informarmi su tutta la cultura musicale prettamente discotecara, che ad essere sincera mi mancava. Prova dopo prova, finalmente ho superato anche questa empasse, facendo morire dal ridere tutti i miei amici.» Sa suonare anche qualche strumento musicale?

«No, sono totalmente negata.» Parliamo del suo nuovo EP musicale “Star of the night”? «Chiaramente c'è un'equipe che ha lavorato al disco, sia per quanto riguarda la musica che le parole. Io, in realtà, ho messo solo la voce.» “Star of the night” è il primo lavoro che incide? «No, in realtà è il secondo. Il primo, ironia della sorte, si chiamava The lady of the night. Purtroppo, quando hanno realizzato la canzone, non sapevano che in realtà il titolo fosse uguale al mio.» Qual è l'accoglienza che di solito le i viene riservata nelle discoteche? «Calorosissima! La gente è proprio carina ed io non posso chiedere di più. Oggi, fortunatamente, ci sono anche discoteche frequentate non solo da teenager ma anche da adulti, locali in cui è possibile anche socializzare e ballare, senza tutto quel frastuono che ci uccide le orecchie.» Sono passati circa dieci anni da quando ha lasciato definitivamente il mondo dell'hard, ma ancora oggi è considerata un'icona. Che cosa pensa a tale proposito? «Credo che la gente, in particolar modo i media, dovrebbero togliersi la maschera dell'ipocrisia una volta e per tutte, ed accettare che io sia stata un artista in tutti i sensi, a tutto tondo. Con la gente comune non ho alcun problema, perché ormai passa molto forte l'energia di Luce Caponegro, una donna che ha fatto delle scelte, che non ha

rinnegato il suo passato, ma che è andata avanti facendo per anni, teatro, televisione e programmi radiofonici. Il problema sorge con i media, che ancora oggi mi ancorano tanto alla vecchia immagine, forse perché questa cosa fa più notizia.» Ha messo da parte la sua carriera di attrice. Pensa di riprenderla in futuro? «Sarei ben disposta a poter recitare ancora, la recitazione rimane comunque il mio primo amore. Mi considero un'attrice, anche se ultimamente non mi propongono dei ruoli interessanti. E questo è un vero peccato anche perché la gente ne sarebbe entusiasta, ovviamente parlo del pubblico che mi segue. Mi piacerebbe, ad esempio, tornare a teatro, un lavoro che riesce a farmi sentire attiva al cento per cento anche quando sono distrutta.» Rocco Siffredi è tornato sulle scene dopo il suo ritiro di qualche anno fa. Farebbe mai una scelta del genere? «No. Già all'epoca mi offrirono tantissimi soldi per tornare indietro sulle mie scelte, ma li ho rifiutati e sono andato avanti.» Come vede il suo futuro artistico professionale? «È difficile rispondere a questa domanda, purtroppo non ho la sfera di cristallo. Comunque sia, non credo dipenda da me, ma dall'onesta di certe persone che sono al potere, sia della televisione che del cinema, dove il metro di giudizio diventa forse il fatto che uno ceda o non ceda a certi compromessi.» dream m a g a z i n e 33


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Non tutti sanno che Arisa non è un nome d'arte scelto a caso, ma un acronimo familiare. «Il mio cognome è Pippa e portarlo avanti sarebbe stato un po' pericoloso, poi volevo salire sul palco onorando comunque la mia famiglia nonostante non usassi il cognome e così è nato Arisa.» Hai avuto l’onore di conoscere Alda Merini, che ha recitato per te le parole di Sincerità. Che ricordo porti di lei? «Stimo moltissimo Alda Merini. È stata una donna che non aveva paura di dire ciò che pensava, non si curava del giudizio degli altri, infatti, è stata addirittura presa per pazza. Era una persona auto ironica e questo è ammirevole in un Paese dove si prendono tutti sul serio, dove tutti devono essere per forza i migliori e dimostrare di esserlo. Per queste cose la sento un po' simile a me. Anch'io nella mia vita ho detto e fatto alcune cose che agli occhi degli altri sembravano strane, lo dimostra il mio decidere di presentarmi a Sanremo in un modo "bizzarro", ma che lo sento del tutto mio. Se mi fossi fatta gestire, mi avrebbero chiesto di levarmi gli occhiali, pettinarmi bene i capelli e mettermi un determinato vestito, ma non sarei stata me stessa.» Anche in questo nuovo lavoro, mantieni forte la tua identità musicale, infatti, il tuo disco è stato definito come una produzione all'avanguardia proprio per la sua essenza vintage, nei suoni e nei testi. «Ricerco nella mia identità, quello che i miei genitori mi hanno insegnato, ciò che mi serve per andare avanti. Anche nella musica, cerco di continuare la mia strada musicale facendo tesoro di tutto quello che ho imparato negli anni passati. Gli italiani hanno una grandissima storia

melodica e dovrebbero valorizzarla molto di più.» Ti definisci un'ecologista dell'amore, cosa vuol dire? «Nel senso che vado a recuperare tutti i valori in estinzione. Soprattutto sentimenti come amore, rispetto e tolleranza, quelli per me sono imprescindibili. Mi piace regalare semplici emozioni e stimolare riflessioni attraverso le mie canzoni, ma senza la pretesa di poter cambiare il mondo.» Nell’album ci sono due canzo-

ni che hai scritto di tuo pugno, “Oggi” e “La Gioia Di Un Attimo”, c'è differenza tra il cantare una canzone tua ed una scritta da qualcun altro? «No, anche perché a scrivere la maggior parte dei testi delle canzoni è il mio fidanzato

Giuseppe Anastasi. Oltre al sodalizio sentimentale c'è quello artistico che funziona benissimo, siamo in simbiosi in tutto e per me non c'è differenza tra il cantare le mie o le sue.» Oltre all'amore tratti anche temi sociali come “in Pace” e nel brano “Il Condominio”. «Cerco di comunicare con le mie canzoni. Ciò che accomuna queste due canzoni è proprio la comunicabilità vista come punto di incontro e non di rottura per gli esseri umani. C'è bisogno di comunicazione oggigiorno, perché viviamo in un'epoca, dove ognuno pensa a se stesso.» In “Sai che c'è” illustri con ironia la realtà delle persone condizionate dalla televisione. Oggi viviamo una realtà televisiva fatta di emozioni effimere, che ci vengono date dai reality e dai talent show che l'hanno fatta da padrone anche a Sanremo. «Credo che i talent show, in questa crisi musicale che viviamo, sono una grandissima occasione per chi vuole fare questo lavoro. L'avvento dei talent, però, ha eliminato la gavetta, nel senso che non si dimostra con delle pubblicazioni il valore degli intenti, perché non basta avere la voce, bisogna dimostrare una certa cultura musicale, una preparazione. Bisogna scandire bene la televisione dalla musica, e soprattutto i talent da Sanremo.» In questi due anni, da “Sincerità a “Malamorenò”, quanto sei cambiata e quanto sei cresciuta artisticamente? «Sono cresciuta moltissimo. Poi, attraverso lo studio, cerco di andare avanti e migliorare sempre più. Come persona sono sempre la stessa. Canto per allietare gli animi delle persone in una società bigotta, senza prendere in giro nessuno.»

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The Cranberries tornano ad essere protagonisti della scena live internazionale. Il periodo di separazione è durato sette anni, nei quali i membri del gruppo si sono dedicati ai propri progetti individuali, Dolores O' Riordan, Noel Hogan, Mike Hogan e Fergal Lawler si sono decisi a tornare insieme programmando un tour e annunciando l'idea di incidere al più presto nuove canzoni. Il Reunion Tour dei Cranberries vede la band riproporre dal vivo i successi che ne hanno segnato la carriera. "Zombie", "Promises", "Salvation", "Stars" e "Ode to my family" sono alcuni dei brani che hanno avviato e sostenuto il successo del gruppo, che in circa 20 anni di carriera ha venduto oltre 40 milioni di copie nel mondo. I Cranberries hanno iniziato la nuova serie di concerti negli Stati Uniti lo scorso novembre, per poi girare l'Europa a partire da marzo. Nel mese di agosto arriveranno anche in Italia e toccheranno ben quattro città. Un evento che in molti definirebbero imperdibile.

Sono due le date importanti che i grandi Bad Religion terranno nel nostro bel Paese nel mese di giugno. La punk-rock band californiana quest'anno festeggia 30 anni di vita e lo fa con un tour davvero spettacolare. Per l'occasione sarà presente anche Mr. Brett, storico membro fondatore del gruppo e dell'etichetta discografica Epitaph Records. Questo si preannuncia un anno ricco di novità per i Bad Religion, infatti, entro fine anno pubblicheranno il nuovo disco, il quindicesimo della loro carriera. Le date Italiane: 2/06 MILANO (Alcatraz) 13/06 ROMA (Atlantico) 36

Dopo sette anni dall'ultimo cd in studio "100th Window" del 2003, il duo ha pubblicato lo scorso 2 febbraio 2010 il quinto disco d'inediti, "Heligoland" che si avvale di diverse collaborazioni vocali. Sarà l'artista inglese Martina Topley Bird, presente come cantante anche nel disco, a fare da supporto ai Massive Attack nella data torinese. Questo ritorno viene definito graditissimo da tutti gli addetti ai lavori e non solo. Dopo le date di Milano e Conegliano Veneto del novembre scorso, i Massive Attack tornano in Italia con due nuovi e importanti appuntamenti: il 5 luglio a Venezia - Parco San Giuliano (Heineken Jammin' festival) e il 6 luglio a Torino Reggia di Venaria.

Grande attesa per il Neapolis Festival 2010. È stato reso noto che saranno due i protagonisti d'eccezione del più grande evento del sud Italia: Fatboy Slim e Jamiroquai. Il primo artista sarà presente nella serata del 15 luglio, mentre il secondo nella serata del 16 luglio. L’evento si svolgerà a Napoli presso la Mostra d'Oltremare (ingresso da Piazzale Tecchio). Le prevendite sono già iniziate. www.neapolis.it


Anticipato dal singolo "Mondo", esce il nuovo best di Cesare Cremonini “1999-2010, THE GREATEST HITS”. Il nuovo lavoro arriva a due anni di distanza dal fortunato album "Il primo bacio sulla luna" e da due trionfali tour che hanno portato Cesare in giro per l'Italia. Anche quest’ultimo è stato partorito a Bologna dove Cesare ha costruito una "factory" con tanto di studio di registrazione e sale prove, ed è stato affidato, come i suoi ultimi dischi, alle cure di Steve Orchard. Nel disco sono presenti il suo amico bassista "Ballo" e il produttore di sempre, Walter Mameli.

Maggio segna il ritorno di una delle grandi cantautrici italiane, Paola Turci. Il suo nuovo disco di inediti, intitolato “Giorni di Rose”, è in tutti i negozi di dischi. È il secondo "capitolo" di una trilogia annunciata dalla cantante. Il primo capitolo si è aperto con "Attraversami il cuore". All'interno di questo nuovo lavoro ci sono le firme di alcune autrici italiane come Carmen Consoli, Marina Rei, Naif Herin e Chiara Civello. Grande novità di questo nuovo album sarà il duetto in una cover con Fiorella Mannoia.

"Mentre dormi" è il titolo del singolo di Max Gazzè, utilizzato come colonna sonora del film di Rocco Papaleo "Basilicata Coast to coast", in cui Max ha preso parte in veste di attore. Il brano ha anticipato il nuovo album “Quindi?” che contiene 12 brani inediti e segna l'ingresso dell'artista romano nella Universal Music.

Paolo Nutini torna in Italia per il suo nuovo tour estivo. L'artista italo-scozzese, dopo i 4 sold out del tour invernale si esibirà sui palchi di cinque tra i luoghi più belli d'Italia. La prima tappa sarà a Venaria Reale Torino (3/06 al Teatro della Concordia) Udine (16/06 in Piazza Castello) Ferrara (17/06 in Piazza Castello) Roma (18/07 al Cavea Auditorium) e Milano (21/07).

Ozzy Osbourne ritornerà in Italia. Dopo tre anni di assenza Ozzy è pronto per pubblicare il nuovo cd che, stando alle ultime dichiarazioni, dovrebbe arrivare in tutti i negozi a giugno. Dopo l'uscita del disco sarà immediata la sua partenza per un tour a dir poco speciale "il più grande che abbiate mai visto". Unica data prevista per l’Italia è quella del 5 luglio a (Piazzola sul Brenta) Padova, giorno in cui tutti i fan dell'ex-cantante dei Black Sabbath potranno godersi uno show unico e indimenticabile. dream m a g a z i n e 37


Simone Cristicchi, uno dei cantautori più originali degli ultimi tempi, a cinque anni dal pluripremiato album d’esordio Fabbricante di canzoni e a tre anni dall’ambizioso progetto Dall’altra parte del cancello, presenta dal vivo l’ultimo album Grand Hotel Cristicchi. Reduce dall’ultimo Festival di Sanremo, dove ha presentato Menomale, l’artista sceglie di sorprendere il pubblico con uno spettacolo tra teatro e canzone. Più che un concerto, quello che Simone sta portando in giro per i teatri d’Italia e che proseguirà per tutta l’estate, è un vero e proprio spettacolo, dove i musicisti non si fermano al loro ruolo classico, ma vestono anche i panni di attori

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molto importanti, la prima è "la verità è come il vetro, è trasparente se non è appannato, per nascondere quello che c'è dietro basta aprire bocca e dargli fiato", che rappresenta un po' la storia delle armi di distrazioni di massa. L'altra invece è quella in cui dico "i terremotati ancora in vacanza" e qui è importante l'uso della parola ancora, poiché se avessi detto "i terremotati in vacanza", sarebbe stato diverso. Il termine "ancora" vuol dire tante cose, la bugia, il fatto che esista ancora un grosso problema all'Aquila, che non possiamo vedere tutti i giorni, però, chi va lì, come me e il coro dei minatori, si rende conto di una realtà molto distante da quella che si vede in televisione.» Parliamo di “Grand Hotel Cristicchi”. Come mai hai scelto questo titolo per il tuo nuovo album? «S'intitola così per due motivi: le canzoni sono state composte nelle diverse camere d'albergo mentre viaggiavo per il tour, e poi ho immaginato il disco proprio come fosse un albergo con le varie stanze: la reception, le reti fognarie, il soffitto, il paesaggio che si vede a colazione. Ogni canzone con i suoi personaggi rappresenta questo piccolo mondo che ho voluto costruire e abitare. La camera d'albergo è un "non-luogo". Si tratta di posti

Partiamo dal brano che hai scelto di portare a Sanremo, "Menomale". Volevi solo trasmettere divertimento o altro? «Entrambe le cose, secondo me, sono inscindibili in questo pezzo. È un po' una filastrocca punk, una punkastrocca o un guazzabuglio letterario. Ci sono due frasi nella mia canzone che sono

che non hanno un'identità propria: siamo noi, nello stesso momento in cui ci entriamo, a dare loro la nostra identità. Ecco, è un po' quello che ho voluto fare io con questo disco. Proprio per questo motivo tante canzoni sono scritte in prima persona.» Tra i brani del nuovo album spicca “Meteore”, un'insolen-

te presa in giro ai talent show. Eppure quest'anno i cantanti provenienti dai talent hanno ufficialmente preso in mano il festival. «Sicuramente, la presenza di così tanti artisti provenienti dai talent show, ha portato un pubblico giovane al festival, e questo è un fatto positivo. La cosa che probabilmente cambierei è l'importanza del televoto. Anche se credo sia un fastidio per chi tiene alla gara e vuole vincere. A me, sinceramente, non interessava. In Meteore parlo di tutti quelli che partecipano ai talent e non riescono a mantenere accesa la luce della notorietà e invece di darsi allo sbando, decidono di aprire una pizzeria tutti insieme.» Attualmente stai portando in giro uno spettacolo-concerto nei vari teatri d'Italia. «Ho cominciato col fare delle brevi presentazioni delle mie canzoni che sono diventate, lentamente, sempre più lunghe e complesse, fino a diventare dei veri e propri monologhi. Pian piano, nel tempo, ho pensato ai miei concerti sempre più come degli spettacoli teatrali, con una storia centrale da raccontare e in mezzo delle canzoni. Centro d'igiene mentale, ad esempio, era uno spettacolo dove parlavo degli ex manicomi. Nello spettacolo con Il Coro dei Minatori di Santa Fiora, in cui il mio ruolo è quello del narratore esterno. L’ultima sfida è quella del monologo puro, con Li romani in Russia, per la regia di Alessandro Benvenuti. Era un mio vecchio sogno: sono un fan di Beppe Grillo, di Marco Paolini e Ascanio Celestini e ho sempre avuto in mente di realizzare uno spettacolo reggendolo totalmente sulle mie forze, senza la musica. Il tour teatrale proseguirà fino a maggio, dopodiché, fino a novembre porterò in giro contemporaneamente quattro spettacoli diversi. Mi capiterà di fare una serata con i, un’altra con Li romani in Russia, un’altra ancora con il quartetto d'archi.» dream m a g a z i n e 39


Il nuovo album di Zibba è già un successo. Forte di una distribuzione Universal, il cantautore ligure, accompagnato dagli inseparabili Amalibre, affronta con entusiasmo il lancio di Una Cura Per Il Freddo, disco fatto di storie che si muovono su un tappeto pop, rock e blues in grado di scaldare anche gli animi piÚ tiepidi

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Com'è stato tornare a lavoro dopo i tuoi precedenti successi professionali? «Intenso, a tratti anche emotivamente faticoso. Non ero sicuro di aver realizzato un prodotto all'altezza degli altri, ma le prime risposte sono ottime, quindi la paura di deludere critica e ascoltatori è passata. Queste cose sono tipiche di noi artisti: ci sembra sempre di fare poco. Per fortuna non siamo noi a decidere.» Deve essere stato piuttosto stimolante aver registrato tra Italia, Europa e Stati Uniti... «Tantissimo, soprattutto per la collaborazione con musicisti così vari e devoti al partecipare. Ho adorato viaggiare quasi senza meta a Dublino e a Parigi per ricercare suoni e spunti nelle strade, nei pub e nei bistrò. Volevo che ogni canzone avesse le sembianze esatte che le avevo attribuito durante la composizione. La ricerca e il non accontentarsi sono fondamentali, anche se ci sono di mezzo chilometri, aerei e tempi dilatati.» Nel disco si parla soprattutto d'amore, tema quasi abusato al giorno d'oggi. Qual è il tuo

modo di affrontarlo? «Sono devoto all'amore in ogni sua forma, e soprattutto credo ci sia un gran bisogno di sentimenti puliti. La mia missione è quella di arrivare al cuore delle persone e comunicare qualcosa. L'amore, che sia per me stesso o per gli altri o per la vita in genere, sarà sempre il tema principale dei miei racconti. Come disse mia sorella, ma anche Gandhi, Bob Marley e Jimi Hendrix, dovremmo volerci più bene. Non trovate?» Cosa ci dici, invece, di "Rockenrol"? «Parentesi carica di ignoranza positiva in un quadro ben dipinto. Come se la Gioconda avesse davvero un bel paio di baffi. Ci siamo divertiti.» Attualmente sei impegnato in un tour di ben settanta date. Come procede? «Alla grande. Siamo partiti con un sold out eccezionale, pronti a girare lo stivalone in lungo e in largo e a portare gioia e voglia di divertirsi ovunque. La band è piena di energia, i nuovi ragazzi si sono integrati perfettamente con i tre "vecchi" del gruppo: siamo una bella famiglia di appassionati musicisti in cerca di

gente che voglia emozionarsi e saltare. A maggio suoneremo anche a Piano di Sorrento e poi ancora in Campania a luglio. Non vedo l'ora di rivedere le terre che hanno dato i natali a Totò, mio grande maestro e ispiratore al quale sempre dedico i miei dischi.» Quanto è cambiata la tua musica rispetto a "L'ultimo Giorno" (2003)? «Cambia insieme a me, ogni giorno e ogni istante. Siamo passati dal rock italiano meno studiato ad una mescolanza di generi senza capo né coda, legati da un filo conduttore fatto di storie come le racconterebbe chiunque ad un amico. Forse ora, più che pensare all'ultimo giorno, è il prossimo che mi interessa. Credo sia un grande passo.» Come ti immagini tra un anno? «Con qualche chilo in meno, un paio di tatuaggi in più, e magari in attesa di un figlio. Per il resto, musicalmente parlando, sarò a scrivere qualcosa di nuovo come sempre e a godermi la bellezza di quanto io e i miei compagni di viaggio siamo in grado di attirare su di noi. Let it snow...»

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Paolo, il nuovo album rappresenta la continuazione di un discorso iniziato quattro anni fa con l'uscita di "Dubfellas": un proverbio recita "non c'è due senza tre"... «Assolutamente. Vogliamo che la serie dei Dubfellas sia un appuntamento fisso. Una palestra per il collettivo Alma in stretta connessione con i nostri show, dove cerchiamo di sperimentare qualcosa di nuovo in termini di grooves e atmosfere.» La tendenza del gruppo sembra improntata alla ricerca di sonorità più dub/dance hall. Il dub, nonostante le tante sperimentazioni, continua a giocare un grande ruolo nelle vostre produzioni... «Il Dub più che uno stile musicale è un'attitudine a fare musica e a lavorare in studio secondo diversi parametri. Puoi suonare dub facendo qualsiasi genere musicale, è un approccio che noi abbiamo abbracciato sin dall'inizio. E direi che ha sempre avuto un ruolo fondamentale, poiché ti fa produrre musica in un certo modo e non in un altro.» La sperimentazione musicale procede di pari passo anche con il rinnovamento del gruppo. Quella che per molti può

apparire una scelta impopolare si traduce invece in un arricchimento costante. «Infatti, ci siamo sempre presi i nostri rischi, cercando di andare avanti e di sperimentare cose nuove, senza mai guardarci indietro. Non ti nascondo che in alcuni frangenti questo ci ha penalizzato. Ma fa parte del dna di questo progetto ed è una caratteristica di cui, in fin dei conti, possiamo andare fieri.» Marcello, come affronti il peso della grande eredità lasciata da Raiz e Lucariello? «Con gioia ed entusiasmo: mi sento parte del collettivo Almamegretta e sono felice di

Da Raiz a Lucariello, fino a Marcello Coleman: i camaleontici Almamegretta proseguono il loro percorso musicale presentando il nuovo album Almamegretta presents DUBFELLAS vol.2, uscito a fine aprile e anticipato dall'ep Drop & Roll. Un nuovo capitolo del viaggio del gruppo napoletano nell'universo Dub, una nuova sperimentazione che si avvale della collaborazione di Neil Perch (Zion Train) e dell'apporto vocale di Marcello C o l e m a n , J u l i e H i g g i n s Aka Princess Julianna e Raiz. Incontriamo gli Almamegretta a Roma, in occasione di una delle prime tappe del loro tour: sotto il palco del "Qube", in un perfetto mix di luci e suoni, i fan ascoltano, cantano e si muovono al ritmo della loro musica, sempre più coinvolgente e incalzante. Nuovo esperimento riuscito, Almamegretta vincenti e convincenti. Dopo il live incontriamo Paolo Polcari e Marcello Coleman, stanchi ma entusiasti

condividere con loro questa esperienza. Mi auguro di riuscire ad esprimermi al meglio ed è quello che credo sia alla base di ogni featuring che si rispetti. Le collaborazioni hanno sempre fatto parte del mio passato, del presente e saranno certamente uno stimolo in più per il futuro.» Paolo, il tour promette bene. «Fare un bilancio mi sembra un po' prematuro perché abbiamo appena cominciato, ma abbiamo buone sensazioni e le primissime date stanno confortando questo ottimismo. Il tutto esaurito di Roma fa ben sperare.» E dopo il tour? «Sicuramente ci metteremo a scrivere e a preparare materiale nuovo. Per il momento, però, il nostro sogno è portare in giro questo show, in cui crediamo molto, sperando di arrivare a più gente possibile e quindi, in occasione del nostro tour estivo vi aspettiamo numerosissimi.» dream m a g a z i n e 43


La poliedrica personalità musicale di Fabrizio Moro si riscontra nelle molteplici sonorità delle nuove composizioni contenute nel suo ultimo album Ancora Barabba (Warner Music), registrato in analogico e in presa diretta con una reale orchestra. Il cantautore romano, infatti, non seguendo un genere musicale, naviga tra il rock, il reggae e il grunge, dimostrandosi un eccellente musicista. I brani contenuti nell’ultimo lavoro discografico sono uniti dal fattore C, cioè Cuore, Coscienza e Cervello. In questo periodo Fabrizio è impegnato con una lunga tornée che lo vedrà in giro nelle diverse piazze italiane per tutta l’estate Per comporre "Non è una canzone", brano di protesta nei confronti della società, ma anche un inno alla libertà, presentato all'ultimo Festival di Sanremo, ti sei ispirato a Libero, tuo primogenito. È lui la tua fonte d'ispirazione? «Sì, da quando è nato Libero, la mia vita è cambiata in tutte le sfaccettature. In Non è una canzone, manifesto la speranza che in futuro lui non patisca tutto ciò che ha dovuto patire la mia generazione. Ancora Barabba contiene brani del precedente Barabba, insieme a sette brani inediti legati da un unico filo conduttore, l'amore. È l'amore che salva dal disagio sociale. Se riuscissimo a costruire intorno a noi una sfera affettiva, tutto il resto si risolverebbe senza troppi problemi. Il mio lavoro è fatto di alti e bassi, quando riesco a condividere i momenti sereni con la persona che amo, sono felice, ed anche quando attraverso un periodo difficile, diventa meno amaro se lo si condivide insieme. L'amore è il centro di tutto». Nei brani "Un pezzettino"e "Desiderare" esprimi il desiderio di dare il massimo nella vita, senza accontentarti mai. «Vengo da un quartiere di periferia, ho lottato nella vita per raggiungere dei risultati. Spesso ci accontentiamo di poco, un pezzettino di pane, un goccetto di vino e poi sputiamo sul governo senza far niente per cambiare le cose. Credo che possiamo dare di 44

più, anche in amore bisognerebbe dare il massimo per riceverne il massimo». In "Non gradisco", invece, canti la voglia di lottare, ricordando gli anni '50, un periodo in cui non ci si arrendeva di fronte alle difficoltà. «Avrei preferito nascere in quel periodo, quando si aveva la possibilità di sognare e realizzare i propri sogni. Oggi, per riuscire a sopravvivere nella nostra società, devi essere quasi un supereroe». Infatti, in "Barabba" parli della società moderna e della sua corruzione … «Barabba è il più noto brigante della storia, rilasciato al posto di Gesù. Ci sono troppi Barabba intorno a noi, troppe persone che cercano di gestire la nostra vita e non sono trasparenti. I Barabba non sono solo tra le figure istituzionali, ma anche tra la gente. Barabba è quello che ti raccomanda, il disonesto di turno che la sfanga sempre a svantaggio della persone oneste». L'album "Ancora Barabba" è stato registrato in analogico utilizzando strumenti a fiato. «È stato realizzato in due anni, registrato in analogico e in presa diretta con l'orchestra dal vivo.» Hai sperimentato anche altre sonorità oltre al rock, il reggae, il grunge e la musica anni '70. Possiamo dire che le qualità di un artista si vedono anche da queste caratteristiche che, purtoppo, non sono comuni a molti tuoi colleghi.

«Non etichetto la musica. Le sonorità rispecchiano il mio stato d'animo. Quando sono "incazzato" metto l'amplificatore a manetta è inizio a suonare, quando invece sono tranquillo, prendo il pianoforte e faccio un pezzo piano e voce, non seguendo nessuna regola.». Il successo per te è arrivato nel 2007 con il brano “Pensa”, diventato succesivamente un videoclip. Cosa ricordi dell'incontro con Rita Borsellino? «Riservo un bel ricordo di Rita Borsellino, una persona trasparente. L'idea di invitare Rita sul set è stata del regista Marco Risi. Da quel giorno io e lei siamo rimasti in ottimi rapporti, siamo molto amici ed è un piacere ogni volta rivederla». C'è ancora qualcosa in te di quel Fabrizio nato a San Basilio, quartiere della periferia di Roma? «Quel ragazzo di periferia sarà sempre dentro di me, non bisogna mai perdere il contatto con le proprie radici». Continuerà la collaborazione con altri autori? «Continuo a collaborare con Gaetano Curreri degli Stadio, insieme abbiamo scritto Quel fischio sopra la pianura il cui testo è stato scritto da Roberto Roversi, uno dei più grandi poeti contemporanei». Come vivi il rapporto con i tuoi fan? «Cerco sempre di ricambiare il loro affetto al massimo, di incontrarli e confrontarmi con loro.»


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Reduce da un anno di successi più che meritati, Sal Da Vinci torna con un nuovo progetto. Dopo essersi classificato al terzo posto del Festival di Sanremo (2009) con il brano NON RIE SCO A FARTI INNAMORARE, cui è seguito l’omonimo tour, apprezzato da critica e pubblico, Sal approda nuovamente sul panorama nazionale con il nuovo album intitolato IL MERCANTE DI STELLE e con il nuovo spettacolo teatrale IO+VOI=NOI per la regia di Gino Landi. Il disco contiene dieci brani e sette grandi successi della musica italiana: GLI AMORI, VITA, CERCAMI, IL NOSTRO CONCERTO, TU CHE MI HAI PRESO IL CUOR, UN GRANDE AMORE E NIENTE PIÙ, UGUALE A LEI e tre inediti OROLOGIO SENZA TEMPO, FAMME VEDE’ e IL MERCANTE DI STELLE che dà il titolo all’album

Sono dieci i brani contenuti nel tuo nuovo album “Il mercante di stelle”, di cui sette sono dei grandi successi della musica italiana e tre sono del tutto inediti. Parliamo prima di questi ultimi. «Il mercante di stelle è nato per dare un'apertura positiva allo spettacolo, a dimostrare l'amore per la vita, la bellezza dei gesti semplici che ti accompagnano nel quotidiano. Ma anche come stimolo per chi si abbatte. Il mercante di stelle è un inno al "diamoci da fare", al reagire. Famme vedè, invece è l'unico testo in dialetto napoletano. Perché mi sono promesso che in ogni mio album non 46

abbandonerò mai le mie origini partenopee. È un dovere che sento, nel rispetto della mia terra e della mia cultura.» Il terzo è "Orologio Senza Tempo", un testo molto profondo che narra le sofferenze che l'amore lascia nell'animo dopo la fine di una storia. Come nasce questo brano? «Questo è un brano che sento particolarmente. È uno di quei testi che trovi "fuori dalla finestra". Non è uno di quelli che solitamente nasce a tavolino. Questo brano contiene emozioni che mi sono arrivate liberamente addosso e mi sono lasciato trasportare. Ma lo stesso è accaduto per gli altri brani.»

Con quale criterio hai scelto le sette cover appartenenti ad alcuni artisti del panorama della musica italiana? «Ho scelto quelle più vicine alle mie corde, al mio modo di cantare, pezzi che sono in grado di regalarmi un maggiore coinvolgimento emotivo. Ovviamente, è nato prima lo spettacolo e subito dopo le canzoni da interpretare. Desideravo che la gente andasse via dal teatro con un bagaglio di ricordi musicali positivo. Poi, la voglia di realizzare cose nuove, di spaziare, di usare il mio mezzo vocale per raccontare delle storie, ha preso il sopravvento ed ho aggiunto


anche i miei brani.» Nel tour “Non riesco a farti innamorare” hai aperto lo spettacolo proiettando le foto della tua infanzia assieme alla tua famiglia. Mentre in "IO +VOI=NOI", porti sul palco tuo figlio che si diverte a palleggiare mentre tu gli dedichi "Avrai" di Baglioni. A prova che il filo conduttore della famiglia prosegue. «È stato davvero un’esperienza emozionante vederlo al mio fianco. Mio figlio Francesco parteciperà al tour fino a quando mi esibirò in Campania. Per il restante delle tappe nazionali metterò sul palco un display con le sue foto, perché lui deve proseguire gli

studi e la sua vita qui a Napoli.» Durante l'intervallo dello spettacolo "IO+VOI=NOI", al pubblico viene chiesto di inviare un sms rispondendo alla domanda "a chi dedicheresti una stella?". Tu a chi lo faresti? «A tutte quelle persone che, nonostante le avversità della vita, vanno avanti. La dedicherei a chi ha come motto "chi la dura la vince", a quelli che possiedono grandi passioni e che hanno sempre accesa la fiamma dei sogni. È doveroso avere dei grandi ideali e non abbandonarli mai. Forse, la donerei anche a tutti quelli che hanno perso gli stimoli, alle persone deluse.»

E restando in tema di sogni, quale potrebbe essere un sogno che Sal Da Vinci non ha ancora realizzato? «Ci sono sempre dei sogni che ti porti dentro, ma che non hai ancora realizzato. Ma se hai la forza di portarli avanti, ogni giorno, con la giusta continuità, prima o poi li vedrai concretizzarsi. Avevo tanti sogni nel cassetto e con il tempo, molti di questi sono riuscito a vederli realizzati. Come desiderio attuale, preferisco augurarmi la serenità, una crescita interiore, vedere i miei figli crescere bene e vivere una vita ricca di salute che, credo sia la cosa capace di darti la forza di fare tutto.» dream m a g a z i n e 47


Il nuovo romanzo del premio strega 2009 è un racconto profondo che parte da un atto d'amore di un padre verso il figlio che sta per nascere, scrivendo un quaderno nel quale racconta le cose della vita, così come lui le ha conosciute. Il neonato Mario dovrebbe ricevere il quaderno all'indomani dell'adolescenza, momento in cui il padre sa che il figlio inizierà ad odiarlo forse proprio per aver tradito l'aspettativa inconscia di essere guidato alla vita. Il trauma di una malattia infantile e le rivelazioni sulla vera paternità di Mario apriranno scenari inattesi.

Il celebre autore spagnolo nel suo nuovo lavoro ci trasporta nella Calcutta degli anni trenta, dove in una notte di monsoni e oscurità, un terribile male attenta alla vita di due fratelli, Ben e Sheere, salvi solo grazie al sacrificio di un giovane ufficiale inglese. Ma le tenebre sono insidiose e poco inclini alla resa e il giorno del sedicesimo compleanno dei due fratelli si ripresentano per riscattare quello che gli appartiene. I nostri giovani protagonisti dovranno affrontare il terrore che si annida nel buio e risolvere il più oscuro enigma della storia della città dei palazzi.

Jamilia è una ragazza molto bella, ma sotto i vestiti nasconde un difetto fisico grottesco che renderà i primi anni della sua vita, privi di contatti sociali. Dopo la morte della madre Jamilia parte per gli Stati Uniti, dove spera di trovare uno specialista che possa aiutarla, ed è proprio mentre lavora in una casa di cura che conosce l'uomo che cambierà la sua vita, il Senor Peregrino, vecchio difficile e dal carattere enigmatico che condividerà con lei la storia della sua via e l'esperienza del suo pellegrinaggio a Santiago di Compostela.

In questo libro sono presenti oltre 2.300 ricette descritte nei minimi dettagli, per avere una visione completa della nostra cucina, rinomata in tutto il mondo. Tutti i suggerimenti per scegliere i "ferri" del mestiere, conservare i cibi e apparecchiare al meglio la tavola. Una suddivisione semplice che va per argomenti ricca di spiegazioni dettagliate ed esaurienti, integrate da consigli e varianti, capaci di trasformare ogni ricetta in un vero e proprio capolavoro. 48


New York, la grande mela raccontata di notte. Una raccolta di fotografie che esprime al meglio la bellezza trovata in uno spazio aperto che poco prima era invaso dal caos ma che ora, di notte, conosce solo il buio e il silenzio. Questa opera ci spinge a riscoprire il nostro essere più intimo, a mettere un freno alla nostra vita sempre di corsa, ad esprimere quello che intimamente sentiamo.

"Notti e giorni avvolti dalle ombre, dai dubbi, dal desiderio, dal temporaneo abbandono che non è mai rassegnazione..."; e prosegue "Ancora una volta Petri, spargendo grumi di terra martoriata e vento, ... ha aperto la sua anima ...". Questa la prefazione che Gioconda Marinelli ha curato per la raccolta di poesie di Arnolfo Petri. Il regista, il drammaturgo, il poeta, l'attore nonché il fondatore del teatro Il Primo di Napoli, si presenta a noi in una veste nuova quella di poeta, ma con lo stesso intento di sempre, coinvolgere il pubblico.

È un nuovo romanzo sulla la travagliata storia del Pakistan, raccontata attraverso le vicende di un giovane reporter e dell'incontro con la controversa figura di Benazir Bhutto (allora primo ministro, che a soli 35 anni fu la prima donna a ricoprire tale incarico in un Paese musulmano), un incontro che cambierà per sempre la sua vita. Il ragazzo, infatti, scopre l'amore, ma soprattutto le sue radici. Il racconto della sua esperienza, tra cronaca e flashback, si snoda fino al 27 dicembre 2007, giorno in cui Benazir Bhutto cade vittima di un attentato.

Anche in questa avventura l'autrice belga torna ad accuparsi di un tema a lei molto caro: la morte. La Nothomb riesce, con la maestria che le è propria, ad intrecciare una storia che riserva ai lettori una tela fatta di paranoia, sapienza, nonsense e autoironia il tutto incentrato sul tema fondamentale della perdita. Zoïle è un semplice impiegato, traduttore dell’Odissea, il cui scopo è di far saltare un aereo per ragioni personali. Il filo conduttore della vicenda è il “viaggio” degli stupefacenti e le pagine che lo descrivono risultano essere davvero molto efficaci.

Un grande classico della letteratura, nonché forse il titolo più noto di Orwell, 1984 racconta la storia di un futuro (solo rispetto alla pubblicazione originale del libro che è datato 1949) in cui il mondo vive diviso in tre enormi stati dittatoriali. La nostra storia si svolge in Inghilterra dove la società e amministrata dal partito socialista inglese e governata da un onnipresente Grande Fratello. Doverosa è la precisazione che il testo non ha nessun legame con il noto format tv, se pur quest'ultimo è almeno nel titolo un palese riferimento all'opera Orwelliana. dream m a g a z i n e 49





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