DREAM MAGAZINE

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non è la prima volta che le scrivo e spero che almeno questa volta lei prenda in considerazione la mia richiesta di dedicare la copertina al mio idolo di sempre, Claudio Baglioni. Giusy ... Eccoti accontentata mia cara Giusy. Mi dispiace se hai dovuto aspettare un po’ di tempo, ma purtroppo non sempre dipende da me. Gli artisti, in particolar modo quelli di un certo spessore artistico, sono abbastanza particolari e si concedono alla stampa solo in occasioni speciali, come l’uscita di un nuovo lavoro. In questo caso non è stato difficile, visto che Baglioni partirà con il progetto Q.P.G.A., l’album, il concerto, il libro ed il film. Quindi, ne avrai di materiale da raccogliere sul tuo beniamino.

È da tempo che desidero scriverle, ma non l’ho mai fatto per mancanza di tempo. Ma adesso mi sono decisa. Prima di tutto mi complimento per la rivista che credo sia, in parte, davvero molto curata. Dico in parte perché, essendo una casalinga, molto attenta a ciò che la televisione propone, mi rammarico nel vedere quanto poco spazio viene dedicato a quest’ultima e in particolar modo a notizie un po’ più piccanti di gossip nostrano. Sarei lieta se deste più spazio a notizie del genere. Antonella

... Purtroppo non sempre riusciamo ad accontentare tutte le richieste e questa è una di quelle. La televisione, lo spettacolo fanno parte degli argomenti trattati dalle nostra rivista, ma se per televisione intende gossip, allora non ci siamo. La rivista ha una sua linea, totalmente diversa da quella da lei descritta. Dei personaggi ci piace mettere in risalto le loro doti e non quello che fanno nella vita privata.

È chiaro che la discografia da tempo sta attraversando periodi non buoni, ma è altrettanto chiaro che a pagarne le spese sono in particolare gli artisti emergenti. Secondo lei, quanto i media possono supportare la musica? Francesco ... I media come internet possono essere di grande aiuto alla musica in generale. Come rivista, abbiamo da tempo realizzato la rubrica Dreamspace, che raccoglie brevi recensioni sui gruppi non molto noti, ma che hanno un loro spazio su MySpace. Inoltre, come potrai vedere, abbiamo allegato a questo numero, l’album di Sergio Favo, “Relativamente libero”. Un artista emergente che ha deciso di bypassare la burocrazia che impone la discografia, promuovendo a sue spese il primo disco.

Sconvolta da quanto ho letto nel suo editoriale dello scorso numero mi sono decisa a scriverle. Sono una vostra accanita lettrice, vi seguo da molto ormai e non trovo assolutamente giusta la scelta di portare l’uscita della rivista ad ogni due mesi. A cosa è dovuta questa scelta editoriale? Inoltre, mi chiedo perchè preferire, nell’allegato alla rivista, i giochi agli eventi. Elisa ... Spesso le scelte editoriali non vengono ben comprese dai lettori, ma hanno sicuramente un loro fine. In ogni modo, coloro che ci seguono potranno consultare il nostro sito web (www.dreammagazine.it) aggiornato quotidianamente. Per quanto riguarda gli eventi, anche per questi sarà possibile la consultazione online.

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Ho dei risparmi. Non ha senso dire se siano tanti o pochi per via del concetto di relatività. Ma in questi giorni di Borse al crollo (spero che al momento in cui leggete tutto si sia risolto) sono stato attraversato da preoccupazioni. Per quei risparmi, ma anche per la stabilità mondiale (l'altra volta andò a finire in una guerra mondiale, tanto per stare tranquilli...). Allora un tardo pomeriggio ho pensato: vado a ritirare i miei risparmi. In questo fregandomene della stabilità mondiale tanto più in pericolo quanto più si diffonde il panico. Vado a ritirare i miei risparmi, ho pensato. Poi sono andato avanti con l'immaginazione e allora sono mentalmente andato in banca per ritirarli sotto lo sguardo sarcastico del cassiere, li ho messi in una borsa... più

sicura della Borsa e sono uscito dalla banca. Subito fuori la porta ho incrociato una persona e istintivamente ho stretto la borsa sotto il braccio. Ma non era un rapinatore. Allora mi sono infilato in auto cercando di evitare più che mai incidenti visto che stavo portando i miei risparmi, sono tornato a casa e ho sparso i miei soldi sul letto. Erano in mazzette da cinque euro quindi sembravano tanti, ho tolto l'elastico e li ho sparsi, li ho sparsi sul letto finché non coprissero tutto. Poi li ho guardati a lungo. Li ho guardati da varie prospettive. Pezzi di carta. Allora ho immaginato che cosa potevano significare, un biglietto si è trasformato in una bottiglia di vino, un altro in una busta di pane, un altro in uno shampoo. Un po' di biglietti

messi insieme si sono trasformati in un biglietto aereo per un posto lontano. Altri in un televisore. Perché cavolo niente risultava entusiasmante? Poi due biglietti sono diventati un analgesico e allora mi sono accorto che potevano essere utili, un altro è diventato cibo per cinque giorni per un bambino povero. La tv di là ripeteva la frase del Papa: "I soldi non sono nulla". Li ho riguardati. Poi ho smesso di immaginare, quei soldi non li avevo mai ritirati dalla banca e anche il pensiero di farlo è improvvisamente scomparso (il mondo è salvo! eheheh). Solo immaginazione, eppure il mio rapporto col denaro, che non è mai stato di passione, ma freddo e consapevole, è cambiato. Non so in quale direzione sia cambiato, ma è cambiato.

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Ci battiamo tanto per abolire la pena di morte e poi parliamo di legittima difesa... Perché vogliamo che si abolisca la pena di morte? Perché nel momento in cui noi uccidiamo uno che ha ucciso, ci macchiamo dello stesso crimine... Ma procediamo con ordine: quasi sempre chi commette atti criminali, è certamente una mente malata, poiché una mente sana non può mai pensare nemmeno lontanamente di commettere un atto criminale o tantomeno illegale. La violenza non si combatte con la violenza, le menti malate andrebbero a mio avviso curate... Adesso parliamo delle menti sane: come può una mente sana, pensare di comprarsi un'arma con l'intenzione di usarla contro chi ci sta portando via qualcosa che ci appartiene? Certo, c'è tanta rabbia, ma questa rabbia non giustifica il fatto che quella persona vada privata della vita, per quel suo insano gesto. Tutti armati per difenderci, tutti pronti ad uccidere per legittima difesa.... ci difendiamo uccidendo.... Si vendono armi come caramelle, non c'è nessun controllo.... Si spara, si spara sempre e a tutte le ore per qualsiasi futile motivo. Abbiamo perso il valore della vita, ci ubriachiamo, ci droghiamo e ci uccidiamo... e l'unico rimedio è armarci per un'eventuale, ''legittima difesa''! Vogliamo un attimo ragionare? Vogliamo capire cosa sta succedendo? Vogliamo trovare dei rimedi? Cosa possiamo fare? Cominciamo a creare leggi serie, a creare strutture adatte, ad aiutare le forze dell'ordine, dando loro i mezzi di cui hanno bisogno! Finiamola di far scadere i termini di detenzione, cominciamo a fare seri e celeri processi e a riformare le carceri, creando dei veri RIFORMATORI!!!! Io credo che solo così si potrà legittimare la difesa in un mondo civile... 7


Evitate di agire d'impulso, senza riflettere. Altrimenti questo atteggiamento potrebbe crearvi dei dissapori sia con il partner che con il vostro socio in affari. Comunque sia, grazie alla concomitante congiunzione tra Marte e Venere si avrà un forte aumento della carica sessuale.

I prossimi mesi porteranno un superamento delle tensioni passate, ormai stabilizzatesi in un clima di armonia ed equilibrio. Grazie al passaggio di Marte e Venere potreste subire il fascino erotico di un partner lavorativo. Non sono comunque da escludersi situazioni competitive.

Vita mondana in aumento. Si apre un periodo eccezionale per la vostra vita sentimentale e per tutte le attività creative. Grazie ai numerosi pianeti di transito nella vostra quinta casa solare vi sentite particolarmente ricchi di verve, e riuscite ad attirarvi la simpatia di chi vi circonda.

Grazie al transito di Urano nella vostra nona casa, vi si presenterà l'occasione di allargare alquanto la vostra conoscenza del mondo e così di raggiungere larghezze di vedute mai avute fino a questo momento. Chi invece vorrà conservare una rigidità di vedute non sarà premiato.

Momenti imprevisti di erotismo per i nati della terza decade. Grazie al multiplo passaggio di diversi pianeti veloci nella vostra terza casa solare, potrete accorgervi di vedere con occhi differenti tutto il circostante. La vostra vita sociale ne trarrà senz’altro un arricchimento.

Momento decisivo per il proprio avvenire. Si consiglia di non fermarsi troppo sui bilanci, ma di agire completando ciò che finora è stato lasciato in sospeso, e di tagliare definitivamente con ciò che non vi appartiene. Ci si potrà tenere occupati nei programmi a breve e a lunga portata.

Grazie ai transiti di questo periodo vi sarà anche un notevole incremento delle vostre doti creative. Iperattività sessuale e numerosi incontri sentimentali per i nati della terza decade, maggiormente interessati dal transito di alcuni pianeti. Attenti con le parole dette al partner.

Sentirete il bisogno di prendervi cura degli altri senza aspettarvi alcuna ricompensa. Forte senso di abnegazione verso la persona amata, aspetto favorito dal passaggio dei pianeti veloci nella vostra dodicesima casa solare. Una storia d'amore potrebbe nascere in clandestinità.

Molti di voi saranno soggetti a trasformazioni così profonde da mettervi in contatto con la vostra reale natura. Per numerosi progetti e collaborazioni professionali il vostro partner si rivelerà indispensabile.Ricordate che l'amicizia porta amore e che l'amore porta amicizia.

Momento decisivo per il settore immobiliare soprattutto per i nati intorno ai primi giorni dell'anno. Possibile impegno per l'acquisto o il rinnovamento di un immobile. Periodo ideale per veder riconosciuti pubblicamente i propri meriti che porterà a promozioni e riconoscimenti.

A fine mese di dicembre vi sarà un momento eccezionale in cui sentirete il vostro livello energetico particolarmente alto. Grazie a queste forze ritrovate, potrete arrivare dove veramente vorrete. Incontri sentimentali con persone straniere verso le ultime settimane dell’anno.

Non fatevi mettere dal partner un abito che potrebbe calzarvi troppo stretto. Date assolutamente retta alla vostra individualità. La vostra anima dovrà essere liberata da ogni restrizione. I nati della seconda decade, dovranno trovare il modo di fare quello che più li aggrada.


Vi sembrerà strano detto da una che, come me, nella trasmissione Telegaribaldi continuava a ripetere, nel suo accento napolegnoucraino: "Signore non c'è torna domani… se volere lasciare messaggio dopo segnale", ma io odio i tormentoni. E non mi riferisco solo ai tormentoni televisivi, che, ahimè, spesso vengono studiati a tavolino e che, per fortuna, sembrano finalmente passati di moda. Esistono una serie infinita di TORMENTONI QUOTIDIANI, che iniziano a "TORMENTARCI" da piccoli e continuano fino a che non cadiamo a terra stecchiti, invocando pietà. Da donna posso testimoniare che questa tortura (perché non si può definire diversamente) attraversa fasi diverse e diverse intensità. Si inizia col primo tormentone che è: "cosa vuoi fare da grande?". La domanda potrebbe anche sembrare affettuosa, se non fosse che ESSA ti viene posta la prima volta alla tenera età di tre anni e ti verrà ripetuta fino ai dieci, tredici anni. Dieci anni in cui ti sei posta il problema di cosa avresti fatto da grande. Solo che, nel frattempo, ti sei fatta grande… e a forza di pensare a cosa avresti fatto da grande… ti sei persa gli anni migliori della tua vita! Ma non finisce qui. Più diventi GRANDE (leggi vecchia) e più l'intervallo tra un tormentone e l'altro diminuisce. Dai diciotto ai ventitre scatta il

tormentone: "sei fidanzata?" Dai ventitre in su "ma quando ti laurei?" Dai ventisette "ma quando ti sposi?", ti sposi "ma quando lo fai un figlio?" Hai un figlio" ma quando lo fai il secondo?" BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.

ne. Io nella vita, per fortuna, sono riuscita a mantenere la mia strada (certo con qualche deviazione) e credo che FARE CIÒ CHE SENTIAMO NEL CUORE e non nelle orecchie, sia la più grande vittoria che ogni donna (o uomo) possa riu-

Mica possiamo continuare a fare cazzate solo per non sentirci fare le solite domande? E poi ci chiediamo come mai continuano ad aumentare i casi di depressione e ansia nelle donne over 40. A parte le esagerazioni, la mia era, ovviamente, una provocazio-

scire ad ottenere dalla vita. E se gli altri non sono d'accordo sul fatto che a dieci anni non sappiamo cosa fare della nostra esistenza e a trenta ci stiamo ancora pensando… chi se ne frega!!! DON'T WORRY BE HAPPY. Buona vita a tutti. 9


Parliamo della sua carriera cinematografica. A cosa sta lavorando ultimamente? «Sto girando a Londra, Nine un film tratto da un celebre musical di Broadway, a sua volta ispirato al magnifico Otto e mezzo di Fellini, per la regia di Rob Marshall, regista anche del musical Chicago. Le riprese sono iniziate da qualche mese e la trama racconta la vita di Federico Fellini. Il mio personaggio è stato aggiunto nel copione in un secondo momento. Interpreto la madre di Fellini. Non ho mai fatto un musical in vita mia, sicuramente mi divertirò moltissimo a lavorare in un ambiente meraviglioso dove la musica farà da protagonista.» Nel 1950 ha partecipato a Miss Italia aggiudicandosi la fascia di Miss Eleganza. Quali differenze nota tra il concorso di allora e quello di oggi? «Le ragazze che oggi partecipano al concorso di Miss Italia sono diverse, come diverse sono le esigenze per le quali partecipare. Quando ho preso parte a Miss Italia non ero per nulla preparata al dialogo, all'esibizione, alle sfilate. Oggi le aspiranti miss hanno da dimostrare qual10

cosa in più. Sono bravissime e preparate, sanno ballare, cantare, recitare, e in particolar modo sono pronte ad iniziare una brillante carriera nel mondo dello spettacolo.» In passato ha interpretato il ruolo di Sisina, una giovane ragazza di venti anni, nel film musicale di Ettore Giannini, Carosello Napoletano. Cosa ricorda? «Quel musical ancora oggi possiamo paragonarlo ad un vero e proprio miracolo napoletano del cinema italiano, che narrava la triste vicenda di un cantastorie costretto ad abbandonare la casa, insieme alla sua famiglia, e a girovagare per le strade di Napoli. Sicuramente, Giannini, realizzò un grande capolavoro, senza paragoni, né confronti con i musical americani.» Tutto il mondo è a conoscenza del periodo difficile che la città di Napoli sta attraversando. Crede nella possibilità di una rinascita? «Purtroppo il fatto che Napoli stia attraversando un periodo di crisi non possiamo negarlo, nè tantomeno sottovalutarlo. Da vera napoletana posso dire che la nostra Napoli, nonostante

l'allarme di degrado, è una città pulita, meravigliosa e nessuno può togliercela. Sono certa che il turismo rinascerà.» Pensa che i problemi si possano risolvere solo grazie all'intervento delle istituzioni? «Quello è fondamentale, ma non basta. Ciò che veramente può aiutare questa città è la collaborazione da parte di tutti, solo così Napoli sarà pronta ad accogliere nuovamente i turisti.» Per il secondo anno di seguito, Piedigrotta è ritornata a vivere. Quali sono i suoi ricordi personali della festa di quando era ragazza? «Ricordi molto lontani, ma anche tanto vicini. Erano sicuramente altri tempi, tempi in cui vivevo in situazioni diverse. Da Pozzuoli venivo a Napoli per la Piedigrotta insieme con mia sorella, e la nostra speranza stava nel cercare di comprare il torrone, ma purtroppo non avevamo abbastanza soldi.» C'è una canzone napoletana che ama particolarmente? «’O surdato nammurato.» Un’ultima curiosità: com'è la Loren nonna? «Felice, sono veramente innamorata dei miei nipoti.»


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Continua il casting per il nuovo Batman diretto da Christopher Nolan che vede sempre come protagonista Christian Bale. Il nome nuovo che farà felici molti fan è quello di Johnny Depp che dovrebbe interpretare “l’enigmista”, personaggio che già fu portato magistralmente sul grande schermo da Jim Carrey.

Buone notizie per i numerosi fan del mitico John Rambo: sembra ormai sicuro che Sylvester Stallone sia già al lavoro sulla sceneggiatura del quinto episodio della saga, con tutta l'intenzione di portare sul grande schermo anche un sesto film. Se non ci saranno problemi con le case di produzioni le riprese inizieranno il prossimo gennaio in Bulgaria. Quasi sicuramente il vecchio Sly sarà dietro la macchina da presa per firmare sia il quinto che il sesto episodio della saga.

Finalmente è tornata sul grande schermo Julia Roberts, tra l’altro in un film strappalacrime che la vede impegnata accanto a Willem Defoe. Per tutti i fan di Julia è un film da non perdere poiché la diva ha annunciato di voler avere un altro figlio e quindi rimanere lontana dai set per qualche anno ancora.

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È la vera sorpresa dell’anno. Dopo aver vinto il festival di Cannes il film si prepara a conquistare il mercato americano. L’opera esplora i problemi dell’istruzione giovanile, soprattutto tra i ragazzi provenienti dai quartieri poveri. Una cronaca serrata unita a un linguaggio filmico forte e poetico.


Il regista Alexander Borojanski è pronto a girare “Il cervello di Lenin”. Set e denaro sono pronti, c’è solo un problema: la risposta di Leonardo Di Caprio che tuttora non è sicuro se interpretare il leader della rivoluzione bolscevica. A guardare le foto che ritraggono l’attore americano e il politico russo non si può non rimanere meravigliati per l’enorme somiglianza tra i due. Il film racconterà la storia di un clone di Lenin che si prefigge lo scopo di diffondere il socialismo negli Usa.

Miracolo a Sant’Anna segna il ritorno del grande Spike Lee che per questo film si è avvalso di una produzione italiana. Si tratta di una storia realmente accaduta in Toscana durante la seconda guerra mondiale dove un soldato afro americano rischiò la vita per salvare un bambino italiano.

Questo cartoon argentino ha sbancato i botteghini di tutti i cinema sudamericani. La storia biblica è ripresa con fedeltà però ciò non ha impedito agli autori di creare situazioni spassose dovute all’odio tra i differenti animali saliti sull’arca e tra i famigliari del vecchio Noè. Sempre più instancabile Woody Allen che oramai ci ha abituato a vedere un suo film ogni otto mesi. Con quest’opera chiude il suo ciclo europeo e lo fa dalla Spagna dove ci troveremo di fronte a un triangolo di fuoco formato da Penelope Cruz, Scarlett Johansson e dal fascinoso Javier Bardem. 13


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Lei è una certezza per la tv, ma quale motivazione ha per farne ancora parte? Perché di anni ne sono passati... «C'è sempre una peculiarità, però, non ho mai fatto, tranne che nel periodo di Carràmba, degli spettacoli continuativi. Mi sono sempre allontanata per uno o due anni. Addirittura sono mancata per cinque anni dalla televisione italiana, andando a fare un programma in Spagna. Qui c'è gente che fa anche due spettacoli all'anno. Sono contro la teoria di Pippo Baudo che bisogna stare in tv sempre. Sono tornata dopo due anni, perché tutti mi chiedevano il perché non tornassi. Quando mi chiamò il direttore di rete, la mia intenzione era di voler proporre qualcosa di nuovo, però, mi chiese un programma consolidato come Carràmba.»

Auditel, share sono parole che la interessano? «Non parlo mai di ascolti, perché non me ne intendo. Non faremo mai la battaglia come è successo con altri programmi del sabato sera, di tirarli più a lungo, perché poi si vince con lo share, i milioni e cosi via. In questa edizione di Carràmba finisco massimo per le 23.20, quindi se qualcuno nelle altre reti va più avanti e vince, pazienza. Mi accontento di fare un programma pulito, onesto, leale, divertente e professionale. La gente mi vuole bene ed è per questo che sarò sempre ben vista nei mie errori, nella mia allegria o esagerazione. Ma non vado a cercare l'ascolto. Questo è il compito che cerco di svolgere nel miglior modo possibile. Molte persone che mi scrivono da sempre, mi ringraziano per

l'allegria e l'energia che infondo loro e se ciò è vero, Carràmba esaudisce.» Oltre Carràmba! Che fortuna, c'è anche un altro suo programma per la Rai… «Sì. Precisamente su Raitre. Il Gran Concerto, questo è il nome, è la mia soddisfazione più grande. Un programma per bambini in tredici puntate, in onda ogni domenica alle 9.05 e condotto da Alessandro Greco. È un progetto bellissimo, nato pensando agli occhi di un bambino, ma anche di un adulto. Consiste nell'avvicinare, facendoli divertire, i bambini alla musica classica, con l'orchestra diretta dal primo violino Alessandro Milani. L'idea è nata da me e Sergio Japino e per me creare è meno faticoso che apparire. La parte più bella di questo mestiere, a mio parere, è proprio 15


la creatività. Oggi mi vedi truccata, i capelli preparati, ma normalmente vado in giro come una strega, con i capelli tirati e quando m'incontrano, mi dicono che sto bene. Perché sono me stessa ed amo creare cose nuove. Mi piacerebbe fare anche un programma in seconda serata dove intervisto ospiti e canto con loro, ma è tutto pieno.» Nel momento in cui ha visto programmi che hanno copiato Carràmba di sana pianta, cosa ha provato? «Molto fastidio. Anche se devo dire la verità sui giornali non ho letto a caratteri cubitali, che ci fosse un programma uguale a Carràmba. Da me si pretende sempre tutto nuovo, nuovo, nuovo. La novità, lo so un po' mi spetta, ma il perché non si sa. Comunque trovare idee nuove

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per la televisione non è semplice. Tutto è stato fatto. Lo stesso Enzo Tortora si ispirò ad un programma americano che si intitolava That's your life del '54, traducendolo e facendolo diventare un grande successo. Lo stesso Carràmba deriva dal format inglese Surprise surprise, dove c'è il germe della sorpresa, ma tutto il resto lo abbiamo inventato e fatto nostro.» Vede una sua erede nella televisione? «Non se ne può più di questa storia dell'erede. Ognuno ha il suo colore, il suo modo di essere. Ci sono tante ragazze che possono diventare ancora più famose di me, però la televisione dovrebbe curarle di più. Oggi la tv va troppo veloce, ci vorrebbe qualcuno che curasse, un po' più da vicino, questi

ragazzi, per farli crescere. Appena diventi un po' famoso, sei preso dai manager, dagli agenti che ti portano ad inaugurare un negozio, una discoteca, quindi non hai più il tempo di migliorare. Io, il manager non ce l'ho. Non l'ho mai voluto. Però, onestamente questi ragazzi appena diventano un po' famosi e vedono il denaro, danno di testa.» Come donna, è stato difficile l'inizio della sua carriera? «La mia carriera è stata molto strana: volevo fare la coreografa e ho cominciato a studiare danza classica, poi mi sono trovata al Centro Sperimentale di Roma a fare l'attrice. Ho iniziato a fare il cinema, il teatro, ma il mio sogno oramai era svanito. Insomma, la vita mi ha preso per mano e mi ha portato, dopo un periodo di tempo, ad incontrare la televisione. Ho frequentato grandi professionisti che mi hanno aiutata a diventare qualcuno. Oggi, purtroppo, si vive più di immagine che di interiorità. La partenza, lo dico sempre a tutte le ragazze, è sentire prima dentro e poi esprimerlo fuori. Questo è stato il mio cammino e onestamente ho avuto fortuna.» Non è mia intenzione rinnovarle un dolore, ma vorrei capire se nel suo cuore rimane la minima speranza di riprendere un giorno la trasmissione, Amore… «Dal mio cuore non potrà mai sparire un programma sui bambini. Troppo difficile, non andava bene il sabato sera. Quando dicono che sono una donna di potere, posso solo rispondere che ho un piccolo potere, quello di convincere le persone. Mi piacerebbe convincere il direttore ad occuparsi di questo format, non dico un programma intero, ma uno special per mantenerlo vivo. Lo spero, ci provo con molta calma e forse, ottenendo un bel risultato con Carràmba, un programma commerciale, mi premieranno con qualche cosa di più profondo.»


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Una lunga esperienza televisiva come ballerina e modella di pubblicità, quali sono le tue aspirazioni nel mondo dello spettacolo? «Sto studiando per diventare una brava attrice e una brava show-girl. Mi piacerebbe molto condurre un programma in prima serata e fare l'attrice.» Sei stata scelta per la promozione del Re-Invention Tour di Madonna. Come è stato lavorare per la regina del pop? «E’ stata l’esperienza più bella ed emozionante in assoluto. In quel momento ero cosi incosciente da non rendermi conto di quello che stavo vivendo.Questo, in un certo senso, mi ha aiutata a mantenere più freddezza e a gestire meglio la situazione.» Hai lavorato negli Stati Uniti come modella: è diverso il modo di concepire questo lavoro tra Italia e States? «L'emozione è la stessa ed i pro-

Quella de L’Eredità è una squadra consolidata e affiatata. Che rapporti ci sono all'interno del gruppo di lavoro? «Siamo una vera e propria famiglia. Angela ed io abbiamo anche

fessionisti non hanno stili diversi in base alla nazionalità, ma solo in base al loro modo di essere.» Uno dei tuoi gruppi preferiti sono i Massive Attack. Cosa trovi nella loro musica che altri non hanno? E se ti fosse data la possibilità di incontrarli, cosa chiederesti loro? «Dei Massive Attack mi piace la ricerca musicale che c'è dietro ogni brano. Sono una ballerina e perciò tutta la musica che ascolto la ballo nella mia testa anche quando sono in macchina. In loro trovo dei piccoli particolari, degli accenti musicali, davvero fuori dal comune. Inoltre, penso che dentro ogni nota ci sia una sorta di malinconica introspezione. Mi ritrovo molto in questo aspetto della loro musica. Più che una domanda mi piacerebbe sapere come vivono la loro quotidianità. Immagino una vita straordinaria fatta di prove ed "esperimenti" musicali. Mi affascina molto questo mondo che ho idealizzato.» Tra le tue passioni spicca sopratutto il cinema, hai mai

pensato di fare il salto dalla tv al grande schermo? «Mi piacerebbe lavorare con Woody Allen o con Almodovar, alla fine se bisogna sognare facciamolo bene! I ruoli femminili che questi due registi portano sullo schermo sono davvero eccellenti e fuori dal comune. Forse reciterei anche in un film in costume… perché no!»

vissuto insieme per un periodo. Tra noi ragazze e Carlo c'è un ottimo feeling lavorativo e di amicizia.» Hai una grande passione per gli animali, cos'è, secondo te, che gli animali hanno e che invece manca agli uomini? «Tutto! Scherzi a parte, penso che chi sostiene che gli animali non hanno sentimenti commette un errore madornale. Il mio cane, un boxer di nome Zeus, è la prova vivente di quello che dico. Se lo sgridi ci rimane male, se lo coccoli ti guarda con gli occhioni, è davvero come un bimbo. Ti dirò di più: credo che se gli esseri umani assomigliassero più agli animali il mondo sarebbe un posto migliore.» Le professoresse de L'Eredità hanno una caratteristica fondamentale rispetto a figure televisive a loro accostabili, cioè quella di non essere mute, sempre eleganti e di non sca-

dere nel volgare… «Sono contentissima di far parte di una squadra come quella de L'Eredità, dove abbiamo il nostro spazio per esprimerci e farci conoscere per quello che siamo. Il nostro look è concepito in modo da non fare del nostro corpo l'unica arma vincente.» Quella del cinema è una strada che vorresti percorrere? «Il cinema è una mia grande passione, sto studiando recitazione per continuare la strada che ho intrapreso tempo fa.» C'è un momento particolare nella storia de L'Eredità che non scorderai mai? «Sicuramente il primo provino. E' stato emozionante e gratificante perchè mi hanno interrogato su nozioni di cultura generale e su materie che hanno a che fare con la facoltà che frequento. Questo è lo spirito con cui abbiamo cominciato ad essere delle "Professoresse ereditiere".»


Sei la più piccola del gruppo, sei anche la più coccolata? «Certe volte sì, altre invece, proprio perché sono la più piccolina, mi prendo delle belle "tirate di orecchie".» Hai pubblicato un libro: che tipo di esperienza è stata quella della scrittura e come è nata l'idea di scrivere Esami di ammissione? «Si, è stata un'idea che mi è venuta dopo aver partecipato a Miss Italia. E' una versione un po' ironica della "vita da miss". In esclusiva posso dirti che forse ci sarà un volume 2.» Una passione per la musica che consumi con i tuoi amici suonando la chitarra. Che generi proponete e che tipo di musica ascolti? «Non suono, "strimpello!" Con i

Hai lavorato come modella e poi sei passata alla televisione, ma vorresti fare l'attrice. Qual'è un film al quale avresti voluto prendere parte? «Mi piacciono i colossal americani. Il mio sogno sarebbe stato quello di recitare in un film come Il Gladiatore.» Qual'è secondo te la differenza fondamentale tra voi professoresse de L’Eredità e figure quali veline o simili? «La prima cosa che mi viene in mente è solo l'abbigliamento, altre differenze non ne vedo. Noi ragazze "ereditiere" abbiamo avuto la fortuna di poterci esprimere e di farci conoscere dal pubblico anche per le nostre conoscenze culturali. Questo però non vuol dire che le ragazze che lavorano in altri programmi non abbiamo queste conoscenze, ma solo che, per il ruolo che rivestono, hanno meno opportunità di esprimersi.»

ragazzi del gruppo facciamo musica soul, black e jazz, anche se ora suoniamo solo per gli amici e in circostanze informali. Quando non devo cantare ma solo ascoltare, preferisco la musica leggera.» Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Vista la giovane età, cosa vuoi fare da grande? «Vorrei laurearmi presto e continuare a lavorare nel mondo dello spettacolo.» Cosa ne pensi di tutte quelle ragazze che fanno del proprio corpo l'unica cosa importante? Credi ci siano delle responsabilità da imputare anche alla tv per questo? «In tv l'aspetto conta e anche tanto. E' inutile prendersi in giro! Fortunatamente a L'Eredità si punta più sull'essere che sull'apparire. Ma fuori dal nostro studio le cose sono completamente diverse: sei sempre espo-

sta al giudizio del pubblico che inevitabilmente, come primo impatto, tende a giudicare il tuo aspetto fisico. Ma occhio a non esagerare!»

Sono ormai diversi anni che lavori con le tue colleghe, che rapporti avete fra di voi al di fuori degli studi televisivi? «Siamo grandi amiche. Una vera

e propria famiglia all’interno della quale lavorare è molto divertente.» Sei nata in Svizzera e cresciuta ad Avellino. Cosa pensi ci sia in te di rappresentativo della tua terra? «Della Svizzera ho "ereditato" la precisione, sono fin troppo perfezionista. Mentre della Campania ho acquisito la solarità. Sono legatissima ad Avellino, la sento in tutto e per tutto la mia terra.» Cosa credi manchi attualmente nella nostra televisione, e cosa, a tuo parere, andrebbe ripensato? «Penso che la tv degli ultimi tempi stia davvero migliorando. Mi piacciono le trasmissioni in seconda serata come Porta a Porta, Matrix o Anno Zero. Ma anche l'intrattenimento pomeridiano come ad esempio i quiz, non solo L'Eredità, ma anche quelli trasmessi da altre reti. Insomma, da "professoressa" posso affermare che questa televisione, per quanto mi riguarda, è promossa.» 19


Dalla metà di ottobre sarà impegnata in una sit com su Telenapoli 34... «Si chiamerà Chiacchiere e distintivo ed è una sit com all'americana. Il titolo nasce dalla condizione lavorativa dei protagonisti: io sono Marisa, un ispettore di polizia integerrimo, amante delle armi, Paolo Caiazzo è il mio fidanzato poliziotto scansafatiche e Ciro Ceruti mio fratello, scommettitore accanito, sempre nei guai. Ci affiancheranno Floriana De Martino (vedi Fuori Corso), Silvana Marconi (sorella di Carolina del Grande Fratello), gli Arteteca (un duo comico emergente della Tunnel), Nello Iorio ed il grande Gino Cogliandro dei mitici Tretre. La regia è di Benedetta De Luca. Non mancheranno guest che si alterneranno durante l'arco delle 30 puntate. Ci sarà molto da ridere!» Ci racconta qualche aneddoto divertente accaduto durante la lavorazione della sit? «Alcune puntate prevedevano delle scene di seduzione tra me ed il mio fidanzato Paolo (Paolo Caiazzo). Ovvero lui cercava di sedurmi mentre io non ne volevo sapere. In una di queste scene, finalmente, dopo numerosi tentativi, si arriva al punto e... non ci crederete ma abbiamo dovuto fingere di fare sesso violento dietro un divano... vi lascio immaginare il risultato!» Come è nato l'incontro con Ciro Ceruti? «Nel modo più classico possibile: lui aveva questo progetto, me ne ha parlato, a me è piaciuto, et voilà. Devo anche aggiungere che, ad onor del vero, la mia candidatura è stata molto appoggiata dall'editore della rete, il dottor Germanesi.» Da chi sono firmate le musiche? «Dal grande Federico Salvatore.» Crede che le tv regionali possano essere solo un trampolino di lancio per gli artisti, o riescono a garantire ancora prodotti di qualità? 20

«Ho sempre creduto nella tv regionale e nella possibilità che possa sfornare prodotti di qualità. Certo è anche un modo, come lo è stato per molti di noi, di testare qualcosa da poter, poi, proporre sul nazionale, ma non esclusivamente.» E' una delle poche donne che nei suoi spettacoli affronta la femminilità con autoironia, quanto è difficile lavorare nel mondo dello spettacolo da donna ed in modo "intelligente"? «La ringrazio per l'"intelligente". Non so se quello che faccio sia intelligente o meno. So che l'autoironia è un'arma, soprattutto ti aiuta a prendere la vita nel verso giusto. Certo, non è facile ridere di sè. Io ci sono riuscita e, attraverso il mio spettacolo Zitellandia, spero di aver convinto tante donne a fare lo stesso.» Quando lavora fuori Napoli viene considerata una napoletana atipica per la sua professionalità sul lavoro: è un complimento, ma un'immagine stereotipata dei napoletani. Cosa pensa di Napoli in questo particolare momento storico? «E' un complimento e un'offesa. Allaccio la cintura, mi fermo ai semafori, faccio la differenziata ma, soprattutto... arrivo in orario agli appuntamenti di lavoro. Più atipica di così. Sul set di Un Ciclone in famiglia lo scorso inverno, Carlo Buccirosso mi disse : "Sono stufo di dover giustificare la mia città. La gente mi conosce e capisce che i napoletani non sono solo quelli della monnezza e dello scippo. Questo posso fare per la mia città". Io condivido in pieno.»


Da cosa deriva il suo interesse per il mondo adolescenziale? «In realtà non è un interesse solo per loro. Ho scritto Scusa ma ti chiamo Amore, che parla di un 37 enne che vorrebbe tanto metter su una famiglia e conosce una diciassettenne. In Amore 14, ad esempio, ho trovato molto divertente, ricreare quello che era stato il mio romanzo di formazione, Il giovane Holden di Salinger. L'ho riproposto in una chiave completamente diversa, con una protagonista al femminile che racconta le cose proprio come il personaggio del giovane Holden.» Come riesce ad identificarsi nei giovani protagonisti delle sue storie? «Cerco di calarmi nei panni di un ragazzo, di immaginare come parlerebbe, come si comporterebbe, anche se non è così semplice, vista la loro pro proprietà di linguaggio. In questo romanzo sono stato molto attento proprio all'uso del lessico, non mi piace leggere romanzi falsi, che usano una terminologia diversa da quella che avrebbe avuto il protagonista. Ho voluto raccontare il dolore, l'amore, la passione e la prima grande delusione, che si vive tra i 13 e 14 anni quando improvvisamente ti accorgi che la vita non è solo fatta delle feste di Natale.» Quali sono le sue fonti per conoscere le mode del momento tra i giovani? «Navigo molto in internet e mi diverte leggere quello che i giovani mi scrivono e pensano. Sono i ragazzi che con il loro modo di parlare, di scrivere, con la loro velocità, mi trasmettono quelle

sensazioni che ripropongo in chiave mia.» I suoi libri sono diffusi anche all'estero… «Sono esterrefatto! In Germania ho trovato un pubblico stupendo ed io non parlo una parola di tedesco! Mi ha colpito la grande passione che unisce italiani e tedeschi. La stessa esperienza l'ho vissuta in Spagna, infatti alcuni ragazzi spagnoli sono

libro un capolavoro. Fortuna volle che al tempo andai avanti senza arrendermi, pubblicando il romanzo in una piccola casa editrice, Il Ventaglio. Se non l'avessi fatto oggi non starei qui.» Crede nel destino? «Credo che il destino ci offra delle occasioni. Tutto sta nella sensibilità, nella nostra attenzione, nel nostro cuore e soprattutto nella nostra intelligenza. Il

venuti in Italia per mettere il lucchetti sul famoso Ponte Milvio.» Nel 2004 è uscito Tre metri sopra il cielo, libro che aveva scritto 12 anni prima e che nessuna casa editrice aveva voluto pubblicare. Cosa ha provato in quel momento? «Mi sono divertito. Ho visto improvvisamente che tutte le case editrici che non mi avevano considerato prima, mi scrivevano, trovando stranamente quel

destino da solo non si crea, è qualcosa che va sottobraccio.» Sta già pensando alla prossima sceneggiatura? «Si, mi piacerebbe molto. Tutto sta nel trovare chi dovrà interpretare il ruolo di Carolina! Non sarà facile perché è una ragazza veramente esplosiva, divertente, simpatica e mi piacerebbe tanto che fosse una bandiera per tutte le sue coetanee. Per il momento sto lavorando ad una possibile sceneggiatura.» 21


Nome e cognome? «Claudio Mazzola.» Età? «Sedici anni...quasi diciassette.» Altezza? «Un metro e settanta.» Stato civile? «Fidanzato, per il momento.» Attore/attrice che preferisci. «Claudia Fichera.» Ti piace la televisione? «Sì, la seguo spesso.» Quali sono i programmi che preferisci? «Per il momento li seguo tutti, diciamo che non c'è un programma in particolare.» Ami leggere? «Non molto.» E cosa leggi? «Ogni tanto leggo Topolino.» Pratichi qualche sport? «In passato ho fatto pugilato, ora non faccio più nulla.» Il tuo hobby? «Correre con i motorino, lavorare con i motori, smontarli e rimontarli.» L'ultimo film che hai visto? «Proprio l'ultima puntata di Agrodolce.» Cosa ti piace fare nel tempo libero? «Stare con i miei amici, la mia ragazza, andare a Palermo e girare per i negozi.» Come dovrebbe essere la tua ragazza ideale? «Molto simpatica, carina, non 22

molto gelosa. Mora, bionda è la stessa cosa, basta che abbia queste caratteristiche.» Sei innamorato? «Innamorato è una parola grossa, assolutamente no.» Ti consideri romantico? «Quando bisogna esserlo sì.» Cosa ti piace del tuo lavoro? «Mi piacciono sia l'ambiente, sia le persone.» E cosa non ti piace? «Molte persone sono stressanti perchè ti stanno tutto il tempo addosso.» Cosa pensi quando ti rivedi? «Mi rendo conto degli errori che faccio nelle battute, ma è una bella cosa rivedersi.» Il peggior difetto della tua collega Marta Lunetta - Rosi Granata? «Che sta sempre in disparte e non parla mai con nessuno.» E il miglior pregio che ha? «Ascolta sempre i registi. E' una ragazza che segue tutto e tutti attentamente.» La tua peggior paura? «Non ho paura di nulla.» Sei bugiardo? «Assolutamente no. Le cose che ho da dire, le dico sempre in faccia, senza problemi.» La più grande figuraccia che hai fatto in vita tua? «Cadere dal motorino davanti a tutti.» Cosa vorresti non accadesse

mai nella tua vita? «Sicuramente non avere più un incidente col motorino.» Cosa non vorresti dicessero mai di te? «Che sono un bugiardo.» Cosa ti somiglia del personaggio che interpreti? «Tutto! Claudio e Ciccio sono perfettamente uguali. Molte persone confermano questa teoria.» In cosa saresti diverso? «Nel linguaggio. Io parlo in dialetto, ma nella serie non c'è neanche una battuta in siciliano!» Rosi Granata quando si accorgerà dei sentimenti che prova per Ciccio Serio? «Dovrete scoprirlo da soli, non posso dire nulla, solo che vi aspettano tanti colpi di scena che vi sorprenderanno.»


Nome e cognome? «Marta Lunetta.» Età? «Venti anni.» Altezza? «Un metro e sessantaquattro.» Stato civile? «Nubile.» Attore/attrice che preferisci... «Come attore Al Pacino, se invece parliamo di italiani, Giancarlo Giannini e Gianmaria Volontè. Come attrici italiane Mariangela Melato, mentre quelle straniere Cate Blanchett e Meryl Streep.» Ti piace la televisione? «Eh... si e no, dipende da quello che viene proposto.» Quali programmi preferisci? «In verità non guardo la televi-

sione.» Ami leggere? «Sì.» E cosa leggi? «Di tutto un po'. Mi piacciono gli scrittori sudamericani come Gabriele Garcia Marquez, e quelli dell'Est-Europa, come Dostoevskij.» Pratichi qualche sport? «Ho ricominciato da poco con il nuoto.» Il tuo hobby? «Leggere.» L'ultimo libro che hai letto? «Chiedi alla Polvere di John Fante.» Cosa ti piace fare nel tempo libero? «Leggo, e lavoro a maglia.» Come dovrebbe essere il tuo ragazzo ideale? «Eh... Intelligente… Sì, poi bello (ridendo n.d.r.).» Sei innamorata? «No.» Ti consideri romantica? «Si e no. Dipende dalle circostanze e dalla persona.» Sei fidanzata? «No.» Cosa ti piace del tuo lavoro? «Tutto. Recitare mi piace veramente tanto.» E cosa non ti piace? «E' un lavoro abbastanza stressante. Bisogna sempre trovare degli stimoli e se non vengono dall'esterno, devi fare un lavoro dentro di te e cercarli.» Cosa pensi quando ti rivedi? «Beh, non mi piaccio. Spero di farci l'abitudine. E' un po' come quando si ascolta la propria voce al registratore e la si trova sempre strana. Non riesco ad essere ancora giudice di me stessa, penso che ci vorrà tanto tempo per questo.» Il peggior difetto del tuo collega Claudio Mazzola Ciccio Serio? «E' cocciuto.»

E il miglior pregio che ha? «Come tante persone testarde, ottiene quello che vuole.» La tua peggior paura? «Non riuscire a fare quello che voglio. Non riuscire ad essere indipendente.» Sei bugiarda? «No, assolutamente no.» La più grande figuraccia che hai fatto in vita tua? «Ne ho fatte tante, perché spesso mi capita di parlare senza pensare prima a cosa dire. Una volta poi stavo guardando un ragazzo e lui guardava me, sembrava quasi un colpo di fulmine, mi seggo su una sedia a sdraio e la sedia a sdraio si rompe.» Cosa vorresti non accadesse mai nella tua vita? «Vorrei che le mie paure non si realizzassero mai.» Cosa non vorresti mai dicessero di te? «Che non so recitare.» Cosa ti somiglia del personaggio che interpreti? «Ci sono tante cose che ci accomunano, altrimenti penso che non sarei stata scelta. Rosi è una persona testarda da morire, però, allo stesso tempo è molto forte. Nel momento del bisogno sa quello che deve fare nonostante sia molto giovane.» Rosi Granata quando si accorgerà dei sentimenti che prova Ciccio Serio? «Questo veramente non lo so, vorrei saperlo anch'io.» Quale sarà la reazione alla scoperta dei suoi sentimenti? «Non lo so. In verità secondo me ora che ci ripenso, Rosi lo sa e non lo sa che Ciccio ha una cotta per lei.» Secondo te come reagiranno le famiglie Granata e Serio a questa liason? «Di sicuro la reazione non sarà assolutamente positiva.» 23


In arrivo l’album numero 2 di Paris Hilton, il cui lancio è già stato effettuato grazie all'uscita del primo singolo “My Bff ”. Il disco, in uscita a metà novembre, si intitolerà “Paris Hilton's My New Bff ”. Ad aiutare la bella Paris, Benjii Madden, fondatore e membro della band Good Charlotte e suo compagno da diversi mesi. Il singolo esce in contemporanea con il nuovo reality che vede Paris Hilton protagonista. Il reality ha per titolo quello del singolo che poi è contenuto anche nel nome dell'album ed è partito da qualche settimana su Mtv Usa. Nel testo della canzone cosi come anche nel reality, Paris cerca tra sedici donne e due omosessuali, il migliore amico o la migliore amica. Un progetto dedito alle vendite, al successo, ma soprattutto al business. In Italia, intanto, milioni di ragazzine, fanno la fila a Milano per vestirsi come Paris acquistando i capi della nuova linea d'abbigliamento firmata dall'ereditiera americana.

“All the Lost Souls” è l'ultimo disco dell’artista inglese, in versione deluxe, contenente brani inediti e un dvd con le migliori performance live del cantante rivelazione di questi anni. Ad aprire le danze il singolo “Love, Love, Love” che si può acquistare su iTunes ed altri store digitali. Un singolo in pieno stile Blunt, accattivante, speciale, romantico, con un ritornello sempre in crescendo ed un ponte messo in evidenza dalla presenza di un coro dalle sonorità anni '70.

Nuovo album ed un brano in download gratuito con sorpresa. Hanno vinto tantissimi premi con “All the Right Reasons”, pubblicato quasi un anno fa in edizione speciale, contenente cd, dvd e bonus track registrate dal vivo. Il loro successo si estende in diversi paesi del mondo, dalla loro Vancouver fino al nostro paese dove sono diventati famosi grazie a “How you remind me”, “ e “Photograph”. L’ultimo album “Dark Horse” è preceduto dal singolo “Gotta Be Somebody” che è presente sulla pagina dedicata alla band del sito della casa discografica in versione download. Un regalo che i Nickelback riservano però solo ai residenti in America ed in Canada. 24

Lo scorso ottobre è uscito “Zero infinito”, la nuova raccolta di Renato Zero in un cofanetto di tre cd che contengono i brani più rappresentativi del cantastorie romano, dei veri capolavori realizzati negli anni ’70 e rimasti come pietre miliari della sua carriera. Un “best of ” davvero originale se consideriamo le versioni inedite in spagnolo e in inglese. Inoltre, sempre nel cofanetto vi sono delle extended version fino ad oggi inedite, oltre ai capisaldi e a qualche chicca della produzione artistica di Zero. L’album, pubblicato da Sony Bmg, va ad anticipare il nuovo album di inediti, dal titolo ancora sconosciuto, la cui uscita è prevista per i primi mesi del 2009.


Proprio adesso che aveva ritrovato il successo agli Mtv Video Music Awards, è arrivato come un fulmine a ciel sereno, l'esistenza di un video che la ritrae completamente nuda, girato dal suo ex fidanzato, il paparazzo Adnan Ghalib che sembra la stia ricattando. La sfortuna proprio non vuole lasciare libera Britney Spears! Gli scandali che l’hanno vista coinvolta in prima fila, dalla perdita dell’affidamento dei suoi due bambini allo sfasciamento del suo corpo, sembravano conclusi. Britney è ormai da un po’ che è tornata ad essere quella di un tempo. Ha di nuovo i suoi lunghi capelli biondi curati, un fisico normale ma soprattutto si sta rimboccando le maniche per la sua carriera. Ma anche se le cose per lei sembrano andare per il verso giusto, non può tirare un respiro di sollievo. Infatti, nel filmato la Spears sarebbe completamente nuda, con indosso solo una parrucca rosa. Una scena che, resa pubblica, potrebbe creare un ennesimo scandalo.

Dopo un estate davvero calda, dedita a mille spostamenti tra Milano e Londra con il fidato collaboratore e produttore Michele Canova, Tiziano Ferro torna con un nuovo lavoro discografico, “Alla Mia Età”, che lo vede non solo interprete, ma anche autore dei 12 brani in esso contenuti. Un disco pronto ad essere pubblicato contemporaneamente in ben 38 paesi, con una versione in lingua spagnola per la Spagna ed il Sudamerica dove Tiziano è particolarmente amato ed apprezzato. Non è un caso se Mina per il suo disco in lingua spagnola “Todavìa” ha scelto Ferro per duettare con lei in “Cuestiòn de Feeling”. Impegnato anche per la preparazione dell'esordio di Giusy Ferreri in qualità di produttore, l’artista si dice sereno e felice in attesa di scoprire se anche questo album, il quarto della sua giovane carriera, scalerà le classifiche come il precedente “Nessuno è solo” del 2006.

Si intitola “Primavera in anticipo”, il nuovo album inedito di Laura Pausini, a quattro anni di distanza da Resta in ascolto. Intanto, sul web sta spopolando il brano cantato in spagnolo “En Canbio no” , che in italiano dovrebbe essere “Invece no”, una ballata intensa e struggente per il ritorno dell’artista. L’album, pubblicato su etichetta Atlantic (Warner Music) e realizzato tra Los Angeles, Londra e Italia, contiene anche un duetto con James Blunt. 25




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In occasione dell'incontro ufficiale con la stampa, tenutosi a Roma sulla Terrazza degli Aranci dell'Hilton, Baglioni, ha introdotto il discorso di Q.P.G.A. 2008: «Se anni fa non avessi fatto questo disco, probabilmente oggi non sarei qui a parlare di questo nuovo progetto dal titolo Q.P.G.A.. Nel 1969 ho cominciato a scrivere le prime note di questa canzone che all'inizio si chiamava Piccolo grande amore, poi in seguito si è pensato di chiamarla Questo piccolo grande amore. A metà strada però, tra il 1970 e il 1971, la mia casa discografica di allora, che guarda caso è la stessa di oggi, mi spedì in Polonia per partecipare ad un festival internazionale. Non so come, ma vinsi il premio della critica e in poco tempo diventai improvvisamente famoso. Ogni sera per un concerto guadagnavo quello che guadagnava un ingegnere in un mese. Avevo tutto. Avevo 19 anni, la cosa più importante di tutte, avevo ragazze che mi portavano fiori ed altri doni, soprattutto avevo un sacco di soldi, ma purtroppo la loro valenza economica non era la stessa in Italia. Fu un'esperienza meravigliosa, al punto tale da non voler più ritornare in Italia. Insieme ad Antonio Coggio, che è stato un po' il disciplinatore dell'opera Questo piccolo grande amore, cominciammo un'idea che nel nostro piccolo era veramente rivoluzionaria, cioè quella di non fare un disco di canzoni, ma un disco che fosse una storia, ovvero il racconto di tante piccole storie che fanno poi la grande storia. Tutto questo all'insaputa della casa discografica, un'operazione velleitaria, ambiziosa, al punto di cominciare a registrare di nascosto tantissimi di quei momenti. Quando feci ritorno in Italia, provai a raccontare questa esperienza incredibile, ma nessuno mi capiva. Preso dalla disperazione decisi di non voler finire il disco. Fortuna volle che durante un festival, l'allora pianista di questo disco, mi convinse che dovevo 30

a tutti i costi terminare l'album: "Guarda Claudio che questo disco è una cosa bellissima, non l'ha mai fatto nessuno in Italia e ci sono anche pochi esempi al mondo". Quella frase mi spinse a terminare l'opera, ma senza alcuna speranza. Dopo due settimane che avevo ripreso gli studi di architettura, tornato alla RCA, una segretaria mi disse: "Il disco è secondo in classifica". In quel momento ho cercato di darmi un atteggiamento disinvolto, poi sono crollato die-

tro il primo angolo e… (con aria molto emozionata n.d.r.) faccio questo mestiere per questo motivo.» Quando ha sviluppato l'idea di realizzare Q.P.G.A.? «Sono diversi anni che si pensa di sviluppare un progetto che ne abbia altri abbinati. La cosa si è consolidata a partire dall'inizio di quest'anno, principalmente per l'irruenza dell'Aurora e della Medusa Film, dalle quali ho ricevuto una proposta che forse in altri tempi non avrei accetta-


to. Da lì si è pensato di allargare il piano di lavoro in quattro anime. Sì, perché ognuna racconta un pezzo che l'altra non riesce a raccontare. Il disco è completamente inedito, è stato riscritto interamente e si avvale di quell'opera prima, anche se non c'è una nota, un accordo, un suono che non sia stato rivisitato. Così sarà il concerto, mentre il libro racconterà qualcos'altro di quegli anni. Il film, invece, si avvale di un genere curiosamente misto dove la musica è importante. Spero, di poter raccontare quel passaggio dell'ultima generazione che ha veramente sognato tutta insieme e della prima bella grande storia d'amore che non dura tutta la vita, ma te la cambia per sempre. A me piace raccontare questa storia, dove il sogno si infrange nella politicizzazione.

credo che anche in Q.P.G.A., nel rivederlo tra cinque anni, ci saranno delle cose che non mi piaceranno. La sensazione più che altro è sentimentale. È vero, il volo l'ho fatto, ma il volo è bello e al tempo stesso anche doloroso, questo perché viene a mancare il tempo che intanto è passato. Questo nuovo progetto l'ho riscritto con la sapienza di oggi, anche se certe sonorità dell'album si rifanno a quegli anni. È un'opera composita, nell'insieme un lungo racconto attraverso più voci.» Secondo lei qual è il vantaggio di chi fa un mestiere come il suo? «Penso che il vantaggio sia quello di raccontarsi, e la cosa incredibile è che noi ci raccontiamo come lo fanno anche altre persone, alcune delle quali addirittura

o si suicida, oppure cerca di spintonare la cosa come gran parte dei miei colleghi. Prendi De Gregori con La donna cannone, De André con La Canzone di Marinella. Una volta addirittura ho rischiato anche le botte. Ero a Palermo e una mia coetanea dandomi del lei mi disse: "Lei non si deve permettere di cantare e suonare questa canzone, perché non è più sua, ma nostra". In quel momento ho reagito come Anna Magnani faceva nei suoi film e con le mani sui fianchi le dissi: "Come sua? Questa canzone è mia, ci ho sudato sopra!" Anche se in fin dei conti aveva ragione, poiché secondo me è questo il destino delle canzoni popolari.» Come il suo primo concept

Ne parla uno che ha subito nei primi otto anni della sua carriera linciaggi autentici sotto questo punto di vista, poiché non appartenevo a quella congrega. Quindi ho deciso di raccontare proprio il senso della dismisura, perché in quel periodo la gente volava. Quando mio padre e mia madre si sono spostati dalla campagna umbra e sono venuti a Roma non hanno viaggiato, hanno volato. Volavano perché volevano migliorare la loro esistenza. E questa è anche la storia che c'è nel libro, di tanta gente che vola verso qualcosa di meglio.» Che effetto le ha fatto e soprattutto quale emozione ha suscitato in lei rispolverare il passato? «Innanzitutto un senso di imbarazzo e di disagio, perché ci sono anche delle cose orrende. Ma

danno dei soldi ad un analista che li ascolti, noi invece ci raccontiamo e ci danno pure i soldi.» Qualche anno fa ha dichiarato di essere stanco di cantare Questo piccolo grande amore. Oggi qualcosa è cambiato. Che rapporto ha con la canzone? «Già all'epoca non sopportavo l'idea che questa composizione si mangiasse tutto l'album, che per me era così importante, anche perché col passar degli anni si è mangiata anche tutta la mia arte, la mia produzione. Secondo me nessuno di quelli che fa il mio mestiere sopporta di essere etichettato. Per anni i titoli dei giornali hanno riportato titoli come: “Questo piccolo grande Baglioni, questo piccolo grande concerto, questa piccola grande storia”. Allora, dopo un po', uno

album, quello che sta per presentare si potrebbe definire un altro dei suoi progetti rivoluzionari? «Qualche anno fa, durante un concerto, il primo che si teneva all'Olimpico, con lo stadio tutto intero, raccontai un aneddoto che riguardava il mio rapporto con Peter Gabriel. Stavo finendo un disco nei suoi studi è una sera ci trovammo a parlare degli artisti veterani, quelli che possono vantare diverse missioni alle loro spalle. Si discuteva sul fatto che un artista ad un certo punto della sua carriera inizia ad uscire fuori dagli argini, cominciando a fare anche delle altre cose, per le quali, forse, non è nemmeno così competente, agendo sul personale. Però d'altro canto, penso che, in un momento generale, in cui tutto si ferma, tutto è abbastanza 31


corretto, abbastanza a modo, proprio quelli come me che sono stati di pianura, che all'inizio venivano tacciati di una certa piattezza, di un certo conformismo, debbano prendere il coraggio di fare qualcosa di più. Peter Gabriel, infatti, diceva che non possiamo competere tutta la vita. Dopo quarant'anni di carriera devi saperti misurare con le tua capacità, gettando lo sguardo da un'altra parte e non pensare più a chi va subito in classifica, a quanti spettatori hai fatto e a quante cifre ti devi inventare ogni volta per dire che lo stadio era pieno.» Il vinile conteneva quindici canzoni, questo trentasei. Questa volta è riuscito ad includere anche pezzi che un tempo, per ovvie ragioni, si decise di omettere… «Quando parliamo di trentasei, più che canzoni, sono pezzi. Ci sono dei brani brevi che durano un minuto, un minuto e mezzo e servono narrativamente o in maniera impressionistica a passare da una cosa all'altra. In questa nuova versione, vengono recuperati i pezzi di allora, che per problemi di capienza e di scelta discografica non vennero inseriti e che raccontano il concetto del servizio militare che oggi non c'è più, il rapporto con le autorità, quello con i genitori e tra periferia e centro, la rivoluzione di noi ragazzi periferici, ovvero il volo, il riscatto da una vita meno bella.» Questo piccolo grande amore era uno dei primi concept album della nostra musica. Col passar del tempo questo tipo di album è stato prodotto sempre più raramente. Secondo lei perché? «Penso che siamo in un momento di frammentazione di qualsiasi opera, di qualsiasi proposta e manifestazione espressiva. Quando portiamo in radio un brano che dura più di tre minuti e quindici secondi è già un'infamia, quindi figuratevi un album a concetto. Questo richiede un altro tipo di tempo, di passione, 32

un altro approccio, un'altra voglia di ascoltare. Non è facile inventare una storia e cantarla e in genere c'è molto meno coraggio. Lo abbiamo dimostrato un po' tutti venendo meno a quello che è il nostro vero lavoro, quello di essere dei giocatori d'azzardo che non dovrebbero mai ritirarsi dal tavolo verde, anche a costo di buttare via tutta la posta in gioco. Purtroppo oramai facciamo sempre lo stesso.» Parliamo del libro: questa dovrebbe essere la sua prima opera narrativa… «Questo libro è un'occasione unica ed irripetibile, un esordio che molto probabilmente sarà anche un ultimo atto. Mi è stato chiesto di raccontare attraverso un libro una mia esperienza, ma visto che non ce l'ho fatta con le parole, abbiamo pensato di dare spazio alle immagini, una sorta di racconto fotografico con didascalia.» Quando è stata data la notizia di Q.P.G.A. film, alcuni lo hanno paragonato ad Across the Universe? «Alcuni accostamenti si possono fare, ma Across the Universe è una storia inventata attraverso le canzoni memorabili dei Beatles e poi quello era un film cantato. Invece in Q.P.G.A. nessuno canta veramente a parte il sottoscritto che fa da io cantante, non io narrante, ma nel film non mi si vede. La musica servirà da commento alle immagini.» Ultimamente si vedono nelle sale film che hanno un legame con la musica, vedi Alba chiara, lo stesso Across the Universe ed altri, tutti ispirati a quel periodo. Secondo lei è nato un nuovo filone? «Nel cinema si parla veramente di tutto, dello sport, della politica, di cose importanti e di cose meno importanti, ma comunque il rapporto tra musica e cinema c'è sempre stato. Forse oggi si parla più degli anni '60 e '70, probabilmente perché quelli che abbiamo avuto in seguito sono meno interessanti, meno creativi.»


È uscito il vostro primo album A24: come mai avete aspettato tanto tempo a pubblicarlo dopo il successo sanremese del 2007, Malinconiche sere? «È stata una scelta artistica ed economica in quanto la nostra è una etichetta indipendente, quindi era giusto aspettare un po', cercando di vedere il riscontro del singolo e impegnandoci a fare del nostro meglio per far uscire un buon prodotto.» Il tema di fondo del disco è il viaggio inteso come metafora di vita... «Sì, è un disco dove si parla soprattutto di amore, ma anche di altro. Infatti, in Fratello minore, a cui teniamo particolarmente, cerchiamo di dare consigli a chi è più piccolo di noi.» Le vostre sono canzoni autobiografiche? «Avevamo diverse canzoni a disposizione, abbiamo preferito per ora che a scrivere fossero altri per noi, siamo agli inizi, quindi è giusto così. I testi non sono tutti autobiografici, parlano della vita quotidiana, delle storie di tutti i giorni, dei giovani, poiché è a loro che ci rivolgiamo. Comunque sia, anche noi stiamo iniziando a scrivere e nel secondo album puntiamo a raccontare storie nostre.» Che effetto fa la notorietà a cantanti giovani come voi? «Un bell'effetto ovviamente. Ci fa piacere che la gente segua la nostra musica sia dal vivo, sia attraverso internet, e ci riferiamo al nostro spazio su Myspace, grazie al quale riusciamo a stare in contatto con i nostri fan.»

Il vostro genere musicale è un pop-melodico. Voi che tipo di musica ascoltate solitamente? «Prediligiamo la melodia italiana con qualche influenza straniera, anche se in quest'album c'è un

messo di viaggiare all'estero e conoscere gli altri artisti che hanno interpretato Tu sei la musica in me, in altre lingue.» I P-Quadro sono soprattutto amici...

recupero di sonorità anni '80. Ascoltiamo musica per passione, ma anche per capire cosa può interessarci. Gli artisti spaziano da Jovanotti a Tiziano Ferro da Craig David a Michael Bublè.» Come siete arrivati al contatto con la Disney che vi ha proposto la colonna sonora italiana per High School Musical 2? «È stata una conseguenza del Festival di Sanremo. In quell'occasione ci hanno scoperto e poco dopo è arrivata la proposta. Una bella esperienza che ci ha per-

«Inizialmente eravamo solo amici, con le nostre esperienze, i nostri gusti musicali. L'idea di lavorare insieme non è stata nostra, ma di un produttore che ci ha notato ad un concerto. Per il momento possiamo dire di essere molto affiatati e di non avere alcun problema.» Prossimi impegni? «Ci occuperemo di scegliere con cura la canzone da presentare alla Commissione selezionatrice di Sanremo, poi inizieremo a lavorare al secondo album.» 33


Perché Relativamente libero? «Credo che la relatività, unita al concetto di libertà, in definitiva delinei il modo di essere liberi. Noi crediamo di essere liberi da tutto, ma in realtà non è così. I single, ad esempio, credono di essere liberi, ma la verità è un’altra, ne senso che nel momento in cui tu decidi di fare qualcosa o di essere qualcosa, in quello stesso momento ti stai dando un vincolo, quindi la relatività nell'essere liberi sta proprio in que34

sto, fa parte del nostro quotidiano e la troviamo nel rapporto di coppia, nell'amicizia, nel modo d'essere di ogni persona. Nel brano c'è una frase che dice: "Planare in volo ma con un' ala sola", questo sta a significare che l'altra ala non si sa mai se è tua o di qualcun altro che si sta appoggiando.» Parliamo in maniera più dettagliata di questo tuo primo lavoro… «È un album composto da dieci

tracce, di cui la prima è Relativamente libero, che dà il titolo all'album ed è stata studiata attentamente per le radio. Al progetto hanno collaborato circa quaranta persone, tra cui undici musicisti. I testi sono scritti da me e da Alfredo Franciosa, tranne Un uomo, di Giovanni Truppi, duettata con lo stesso, e Tutto è diverso, scritto da me, Franciosa e Vincenzo Dolce. Poi c'è M'ama non m'ama, una ballad molto carina, che


parla di un ragazzo non proprio bello che incontra sempre alla fermata dell'autobus una donna bellissima della quale s'innamora ed ogni mattina che la vede, la osserva, la scruta e le compra fiori che non le darà mai. Ecco, abbiamo legato al concetto della frase m'ama non m'ama, tutti i "timidoni" che non riescono mai a farsi avanti quando sono innamorati di qualcuno. Gli arrangiamenti dell'intero album sono stati curati dal mio amico di sempre Giuseppe Spinelli. Inoltre, tra i brani presenti abbiamo pensato di inserire una traccia in napoletano ed una cover di Bixio, Vivere del 1927.» Perché la scelta è caduta proprio su questa canzone? «Volevamo inserire una cover che avesse un significato simile a quello del disco. Questa canzone è un invito a vivere tranquilli. Infatti, verso la fine il pezzo dice: “Ringrazio chi me l’ha portata via”ed è un verso rivolto ad una donna e significa che non sempre è faciletrovare delle persone giuste che ti danno una spinta verso il cambiamento.» Da questo primo lavoro si evince il tuo modo di concepire la musica, ma soprattutto l'amore di condiverla… «Quest'album è stato creato con la semplicità e l'amore che nutriamo nei confronti della musica. Non sono competitivo, ma amo tantissimo il poter cantare e collaborare ad un progetto insieme ad altre persone, poiché, credo che il confrontarsi sia un crescere e non un relazionarsi per dire se sei bravo o meno.» I testi sono autobiografici oppure ti ispiri a qualcosa o qualcuno in particolare? «Diciamo che ho cercato di riportare all'interno dei pezzi momenti di vita che sto vivendo e che in qualche modo ho vissuto. In particolare, nell'album c'è una canzone, Occhi grandi che più che autobiografica è una dedica ad

un amore, ad una donna e a quello che riesce ad esprimerti con i suoi occhi.» Per quanto riguarda la promozione del tuo album, hai voluto adottare dei canoni completamenti diversi da quelli generalmente utilizzati da altri tuoi colleghi. Cosa significa per un artista non molto conosciuto avvalersi di una produzione indipendente? Quali sono i pro e i contro? «Una produzione indipendente consiste nel vivere la musica in maniera diversa. È una grande responsabilità, ma allo stesso tempo ti rende libero di poter decidere e pensare con la tua testa. Per questo mio primo lavoro, ho pensato di stravolgere quelli che sono i canoni di distribuzione, occultando non solo il prezzo, ma, grazie a voi di Dream Magazine, allegando l'album, proprio da questo numero. Oggi un autore sconosciuto per immettere il proprio prodotto sul mercato deve sudare tantissimo, differenziarsi dalla massa, senza escludere i costi che deve supportare prima. Ad esempio, Relativamente libero è stato registrato a Londra, ed in fase di registrazione si è pensatodi far suonare dal vivo gli archi, i trombettisti ed i sassofonisti. Oggi, purtroppo, un'etichetta importante non ti considera se non hai un curriculum alle spalle che sia abbastanza ricco.

Principalmente le case discografiche partono col farti presentare un paio di singoli, se questi dovessero ottenere un riscontro positivo, parte l'album, altrimenti non se ne fa nulla. Noi abbiamo preferito ovviare a questo tipo di clausole e distribuire in prima battuta l'intero album, allegando a Dream Magazine circa 20mila copie, regalando il disco e abbattendo i costi a monte.» A cosa è finalizzato il tuo progetto? «Ad una tournée che partirà verso fine novembre, inizio dicembre. I musicisti che mi hanno supportato nel disco e che mi accompagneranno in questo viaggio sono gli stessi che mi hanno seguito in ottocento concerti in sei anni, ovviamente prima di questa esperienza. Sono tutti dei veri professionisti e tutti fanno questo come professione. L'importante è riuscire a promuovere la nostra musica in giro, poi, tutto quello che verrà dopo ben venga.» www.sergiofavo.com www.myspace.com/sergiofavo

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Andiamo agli esordi e parliamo di com'è nato il gruppo? «Ci siamo conosciuti nel periodo in cui ognuno di noi, anche se in band diverse, suonava nei locali catanesi. Abbiamo visto che c'era feeling tra di noi e ci siamo uniti sotto il nome di Sugarfree. Inizialmente, il nostro progetto era quello di proporci come una cover band, nonostante avessimo preparato parallelamente dei pezzi inediti, e abbiamo fatto una sorta di gavetta che ha comunque arricchito il nostro bagaglio artistico. La svolta è arrivata quando abbiamo inviato un nostro album alla Warner Music Italy, che rimase molto colpita da Cleptomania.» Avete realizzato Splendida, per la colonna sonora di Appuntamento al Buio, com'è nata la collaborazione? «I produttori conoscevano i nostri pezzi ed il nostro stile e volevano una ballad. Splendida è piaciuta ed è stata ritenuta adatta nonostante il film fosse in inglese, così è entrata a far parte di questa produzione americana e questo ci ha fatto piacere.» 36

E nel caso di Scusa ma ti chiamo Amore? «È stato un po' diverso. Siamo stati invitati da Moccia a scrivere il pezzo con la sua collaborazione. Conosceva il nostro linguaggio piuttosto suggestivo, che si sposa bene con un tipo di narrazione cinematografica. Il brano è piaciuto molto e Moccia ha ritenuto opportuno farlo divenire anche il pezzo omonimo del film, una buona occasione per arrivare alla gente, visto che il film è risultato essere uno dei più visti. È veramente bello scrivere un pezzo nell'ottica di un film di cui conosci il soggetto, cercando di calarti in esso e usando un linguaggio adatto che possa esaltarne le scene.» Parliamo di Argento, il nuovo album... «In questi tre anni siamo stati sempre in giro per concerti, su e giù da un aereo, travolti dal successo, e s'era creato una sorta di caos dentro di noi. Tutto ciò è stata certamente una fonte d'ispirazione per il nostro ultimo lavoro, ma è stata anche una necessità di fare il punto della

situazione, di capire quali sono le cose che ci stanno realmente a cuore, che alla fine sono le piccole cose della vita. Siamo molto legati al pezzo e pensiamo che rappresenti bene l'attitudine del disco e la filosofia attuale degli Sugarfree. È una canzone abbastanza ermetica, meno immediata rispetto alle altre, quindi, richiede di essere ascoltata più volte, ma è un buon biglietto da visita per l'album. Sarebbe riduttivo, però, affermare che in Argento sia riassunto tutto il contenuto dell'album, poiché teniamo ad ogni singola composizione di questo nuovo lavoro e in ognuna ci rispecchiamo.» Quali sono le differenze rispetto al primo lavoro? «Sicuramente una maggiore maturità a livello artistico e umano, grazie al fatto che in questi tre anni abbiamo incontrato molte persone e molti artisti. Abbiamo cercato di fare le cose senza fretta, scegliendo con calma tra tanti pezzi, provandoli e cambiando le sfumature che non ci piacevano. Abbiamo dato davvero il massimo.»


Voglia di metal? Eccovi serviti. I Drammagothica nascono nel 2001, e da allora si sono imposti nella scena gotica campana. Il gruppo si avvale del soprano Laura Santangelo per creare veri e propri contrasti tra luce e tenebra nei propri brani. Con una ricetta fatta di chitarre, testi profondi e rabbia, la band, sebbene non ancora firmata ad alcuna casa discografica, produce l’album “Ira”, acquistabile tramite il suoMySpace. www.myspace.com/ drammagothica Classe ’60, bassista di origini sorrentine. Ciro Grieco ha alle spalle anni ed anni di esperienze con varie band locali che gli hanno permesso di esprimere la propria creatività tanto nel rock quanto nel funky o nel jazz. Non sono mancate le collaborazioni più importanti, che l’hanno portato anche a traguardi come dirette su reti nazionali. Tra un impegno con una band e l’altra, il musicista partenopeo trova anche tempo per impegnarsi in proprie improvvisazioni e composizioni: tutte da ascoltare su MySpace sono le sue canzoni a ritmo di briosità. www.myspace.com/cirogrieco

Quando li abbiamo ascoltati per la prima volta stentavamo a credere che fossero campani, o addirittura italiani. I Microlux sono semplicemente una delle più piacevoli scoperte del panorama indipendente regionale, un mix di sonorità minimaliste ed atmosfere da sogno. Dopo importanti esperienze professionali, come quelle all’Arezzo Wave o il Festival di Recanati, siamo impazientemente in attesa del primo album di questo duo che promette vere e proprie scintille. www.myspace.com/microlux 37


Un po’ Coldplay, un po’ Muse, un po’ Jeff Buckely. C’è chi preferisce non darsi etichette, ma agli Hybrida piace paragonarsi a grandi nomi. Presuntuosi? Forse, ma, in fondo, possono permetterselo. Con un curriculum che vanta di partecipazioni ad importanti festival in giro per l’Italia, il gruppo salernitano ha acquisito la giusta carica per poter scrivere, suonare ed incidere i pezzi giusti. Direttamente dal loro space, brani carichi di grinta che loro definiscono come rappresentanti dei comportamenti umani, dell’equilibrio instabile, di vergogne e geisha. www.myspace.com/hybridaonline

Nessuna informazione su di lui ed un brano che comincia con un urlo di terrore. Questo sì che è un ragazzo che incuriosisce. Napoletano, giovane ma ispirato a nomi leggendari del panorama elettronico e del rock d’autore. Fivegreen presenta sul proprio space quattro brani, l’uno più cupo dell’altro, in cui la chitarra si mescola a percussioni e sintetizzatori. Un consiglio per chi non può fare a meno del triphop. www.myspace.com/geniusmod

Direttamente da Torre del Greco, ecco che arriva Romu S. Questo ragazzo ha tutte le carte in regola per poter sfondare nell’ambiente elettronico: se volete farvi un’idea dei suoi brani, non basta altro che ascoltarli sul suo MySpace e divertirvi a ritmo di dance impegnata. Tra un set e l’altro in giro per diverse serate, chissà che Romu non decida di lavorare ad un vero e proprio progetto discografico. Glielo auguriamo caldamente. www.myspace.com/romusdj

Questa sì che è una band particolare. Mentre continua il boom delle rock band, ecco spuntare i Vidra, caso più unico che raro. Il gruppo capitanato dalla leader Giga accosta sonorità new wave ad elementi della canzone classica italiana, come fanno notare le musiche, i testi o le interpretazioni della cantante stessa.Il quintetto di Salerno, reduce dalla partecipazione a Sanremo Rock, è attualmente all’attivo con la demo “Origami”. www.myspace.com/vidra01 38


Ecco un esempio di emergente nostrano già esportato nel resto del mondo. Dany-T, giovane promessa napoletana della scena elettronica, è un produttore con la minimal techno nelle vene. Dopo diverse esperienze nella club scene italiana, il DJ ha firmato contratti per diverse etichette dance, che gli hanno permesso di pubblicare diversi progetti nel corso degli anni. Spicca, tra le varie collaborazioni, “The Lybra Vanity”, scritta da Boosta dei Subsonica. Dany sarà in Russia per tre DJ set tra Ottobre e Novembre. www.myspace.com/danytdj

Rabbia, dolore, paure e amore sono le parole chiave del rock secondo Gianni Motta. Il cantautore napoletano conosce sicuramente il significato di ognuna di esse: tutto nella sua musica, dalla voce alle basi, è chiaramente realizzato per dare libero sfogo ai propri sentimenti. Ispirato dalla psichedelica anni ’70, il cantautore ha avuto modo di partecipare a diversi contest e festival di rilievo nel corso della sua carriera. www.myspace.com/giannimotta

SudymoD “BeatMaker” presenta il mixtape “Il suono che unisce” e il titolo spiega l’unione della musica di nazioni e regioni. SudymoD si avvicina alla cultura Hip-Hop nel ‘98; negli anni a seguire crea lo s.y.D.Studio e da lì cominciano i suoi beat e featuring. Nel 2006 esce con il suo primo lavoro, il demo “Hope”, autoprodotto. Al momento, SudymoD sta lavorando ad un album personaleche vedrà luce nel 2009. Per l’acquisto del cd invia una mail: sudymod@hotmail.it www.myspace.com/ sudymodd

Nati nel 2003, i Salottica sono una di quelle band fedeli alle tradizioni del classico rock nostrano: la loro musica è caratterizzata da sonorità anni ’70 e testi rigorosamente in italiano. Il quartetto campano, che vanta due demo nel proprio curriculum, è risultato il vincitore assoluto di Stereolab 2008, festival salernitano dedicato alla musica indipendente italiana. www.myspace.com/salottica 39


Napoletano nel sangue, ma non nel sound. Ercole segue quel filone della dance minimalista tipicamente nordeuropeo. Armato di micro beat e sintetizzatori, l’eclettico produttore è in continuo movimento coi suoi DJ set in diversi locali della regione. L’artista ha recentemente realizzato “U.N.O.”, suo ultimo progetto musicale. www.myspace.com/ercolelongobardi

Dreamway Tales, tra le varie rock band locali, non potevano di certo mancare all’appello. Il quintetto casertano si forma nel 2007 dall’incontro di diversi amici per incidere una cover dei My Chemical Romance, momento in cui accade la magia. Ecco che la band trova una propria identità musicale, cominciando a scrivere e produrre brani inediti. Tra un adrenalinico concerto e l’altro in giro per la regione, i ragazzacci di Caserta non si fanno mancare partecipazioni a diversi contest. www.myspace.com/dreamwaytales Francesco, Vincenzo e Luca, tre ragazzi con l’adrenalina nelle vene. Dopo essersi formati nel 2002 con l’intento di creare musica ispirata a band moderne come Blink 182 o Sum 41, il gruppo cambia direzione con l’arrivo del cantante, che riesce ad evolvere il sound della band in un rock più classico. Il trio porta in giro la propria musica in locali campani e contest locali, ai quali partecipa con brani autoprodotti. www.myspace.com/misstakeband

Immaginate una fusione tra Depeche Mode e Marilyn Manson… Se non ci riuscite, dovete ascoltare gli Strip In Midi Side. Il trio salernitano gioca con chitarre elettriche, computer e sintetizzatori per creare musica che sa tanto di hard rock quanto di elettronica. La band sì è guadagnata anche una certa fama per le particolari esibizioni con le quali ha abituato il proprio pubblico note come “stripping experience”.www.myspace.com/thestripinmidiside 40


Vi ricordate le coloratissime bottigliette di Coca Cola Light, styled Patricia Field? Le più fashion addicted sicuramente si e altrettanto sicuramente saranno rimaste deluse dal fatto che quella simpatica iniziativa fu rivolta esclusivamente al mercato inglese. Ebbene, all'Italia penserà invece Roberto Cavalli: lo stilista toscano ha infatti realizzato tre diversi “vestiti” per la Coca Cola Light, tutti in super glamour stile animalier, disponibili in

È la figlia di Roby Facchinetti, il tastierista dei Pooh, che a lei ha dedicato l'album Alessandra, sorella del cantante Francesco e nel 2007 viene chiamata a succedere a Valentino nel ruolo di direttore creativo per tutte le collezioni donna della Valentino Fashion Group. Ha studiato all'Istituto artistico per l'abbigliamento Marangoni di Milano e nel 1994 inizia a lavorare nel mondo della moda per Miu Miu, dove rimane per sette anni, per passare poi per alcuni anni alla Gucci. A queste esperienze segue un breve periodo durante il quale lavora per la Moncler, per la quale rinnova il look dei "mitici" piumini dei paninari facendoli diventare capi di alta moda. Questo il curriculum professionale di Alessandra Facchinetti che ha assunto la pesante eredità lasciata dal re della couture, raccogliendola con grande talento e personalità.

L‘obiettivo artistico di Alessandra, infatti, lascia intendere un modo forte di interpretare il romanticismo, conservando il fascino senza tempo dello stile Valentino, ma al contempo guardando con occhi nuovi alla donna del futuro. E la nuova Alta Moda Valentino (che non potrà farsi mancare il lussuoso rosso Valentino per la sera) si materializza nella collezione autunno inverno 2008/2009, presentata a Parigi nello storico atelier di Place Vendome la scorsa estate.

edizione limitata fino a dicembre 2008. "Mi sono molto divertito a creare tre “vestiti” differenti, per la mitica silhouette della “Contour” Coca Cola Light, seducenti e femminili in perfetto stile Cavalli e pensati per il mondo dei giovani che da sempre sono una mia importante fonte d’ispirazione" ha dichiarato a proposito dell'iniziativa Roberto Cavalli. 41


EX - J ha inaugurato a Roma, l’Excontemporarystore (new concept store for your mind) una nuova officina di idee pensata dall'eclettico ideatore, nonché titolare, Lello Colella, amato ed apprezzato nel mondo del made in italy per aver lasciato un segno nella storia del jeans 100%. Ad organizzare l'evento, al quale hanno preso parte volti noti del mondo della moda, del cinema e della televisione, Frédérique D'Abbronzo per LAB18fda.com, figura eclettica ed essenziale del fashion system, che da sempre segue tutte le iniziative di Lello Colella. Excontemporarystore, a detta di Fréderique D'Abbronzo, è un modo per confrontarsi e approfondire la ricerca, non un semplice negozio, ma una filosofia di vita, dove il cliente non viene solo per comprare un jeans, ma per affacciarsi sul mondo e guardare ciò che di innovativo può offrire il mercato, con un occhio alla tradizione e alle solide basi del made in italy.

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Dopo Armani, Liu.jo e Patrizia Pepe, anche Albano Scarpe realizza un cd musicale (www.fratellialbano.it). Quello tra moda e musica è un connubio che viaggia insieme da sempre ma è interessante come un'azienda del sud si avvicini a questa realtà (questa la vera notizia!) White è una compilation lounge che vanta nomi come Dj Gregory e questo è tutto merito di Gino Albano che ha curato la selezione. Quarantadue anni, promessa del mondo calzaturiero firmato made in Italy e proveniente dal sud, da sempre esperto di musica, sua grande passione, Gino è il creativo dell'azienda. Lo stilista esce dall'Accademia di Belle Arti di Napoli e, oltre alle scarpe, sue grandi passioni sono la musica e la pittura. "È molto bello e stimolante lavo-

rare con Gino – sostiene la nota fashion manager Frédérique D’Abbronzo - come me è molto attento a tutto ciò che succede intorno ed è uno dei pochi che non ha paura di osare e imporre sempre il suo stile con tutta la passione di un napoletano doc! Questo disco è stato una bella sfida per entrambi: Gino voleva bella musica da regalare agli amici ed io mi sono ritrovata a produrre il mio primo cd musicale con la mia azienda, la lab18fda.com. Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se non avessi avuto alle spalle l'appoggio di Federico Vacalebre (critico musicale de Il Mattino n.d.r.) al quale devo questa mia prima produzione… curo l'immagine di Albano da un po’ (ho ideato e prodotto le tre ultime campagne) e la musica è un'avventura

che non abbandoneremo facilmente. Dopo White seguiranno Red, Pink e… Insomma, il connubbio di Albano con la musica non è che l'inizio di una grande storia d'amore, con l'approvazione di Sergio (fratello di Gino) responsabile commerciale che ha creduto e appoggiato questa nostra avventura." 43


Come Presidente dell'Enit, numerosi impegni e riunioni la conducono di sovente a Napoli? «Con Napoli ho un rapporto singolare, la mia famiglia, impegnata nel settore del tessile e dell'abbigliamento, ha verso questa città un legame, un'attenzione particolare. Mio nonno Gaetano, nel sud dell'Italia, ha iniziato ad investire partendo proprio da Napoli. Ha fondato la Compagnia Italiana del turismo, oggi Jolly Hotels, costruendo tra il 1949 e il 1951, cinquantuno hotels. Mi ritengo ottimista ed idealista, ma per quanto riguarda Napoli, in questo momento, è necessario essere realisti. Sarebbe ora di 44

cercare le responsabilità, poiché i dati di quest'ultima stagione parlano chiaro, c'è stato un brusco calo del turismo. Occorre un lavoro di squadra, di concertazione. Napoli, in questi mesi, purtroppo, si è ritrovata ad essere l'immagine di un'Italia alla deriva. Giro il mondo e so cosa pensano di Napoli. Occorre seriamente un lavoro di squadra.» Quali sono i principali obiettivi che l'Enit si prefigge per cercare di rilanciare il turismo campano? «L'Enit è un ente che ha come obiettivo la promozione dell'immagine dell'Italia all'estero, attraverso l’incremento del numero dei turisti. Napoli deve

prendere coscienza che il turismo è un fondamentale settore dell'economia. Le città italiane devono comprendere l'importanza del turismo, e l'11,8% di contribuzione sul PIL nazionale non è sufficiente, in confronto al 20% della Francia. Occorre, quindi, evidenziare ciò che ogni città italiana ha di virtuoso ed enfatizzarlo.» Cosa pensa del progetto A Magic Style, realizzato dalla Provincia di Napoli e dalla


Camera di Commercio, rivolto alla valorizzazione della moda napoletana? «È un'iniziativa davvero virtuosa. Soddisfacente è l'aver capito che esistono delle eccellenze nel settore dell'artigianato da promuovere all'estero attraverso fondi europei. Non posso che augurarmi che in futuro ci siano spunti per mettere a sistema operazioni di questo tipo.» Tra l’altro, riveste l'incarico di Presidente dell'Enit da bre-

vissimo tempo. I prossimi mesi saranno determinanti per lo studio delle strategie e il raggiungimento degli obiettivi prefissati? «E' fondamentale mantenere una quotidianità attiva. L'Enit dovrà fare delle scelte che verranno affinate nei prossimi mesi e tornare ad avere un ruolo centrale per poter eseguire il proprio mandato. Da idealista, cerco di dare il mio contributo al Paese attraverso la mia attività,

cercando di metterci più passione possibile. Prevedo che verso il mese di dicembre dovremmo capire quale sarà la possibilità di incidere in futuro.» Quali sono, secondo il suo parere, gli ostacoli che bisognerà superare? «Le difficoltà sono tantissime, perché si tratta di svolgere un'attività quotidiana, comunque ci sono segnali positivi che permettono di portare avanti un lavoro consistente.» 45


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Da sempre la sessualità è stata avvolta da mistero e curiosità. Se fino a un decennio fa si utilizzavano giornaletti, videocassette e poi i telefoni erotici ora la rete è imperante. Il sesso virtuale, ossia quello vissuto in rete si esplica tra due o più partecipanti, che si scambiano descrizioni di atti fisici, affermazioni verbali e reazioni emotive. I rapporti sessuali su internet si hanno con soggetti che possono essere o meno del nostro stesso sesso, che possono fingere di essere del sesso opposto, che possono descriversi attraverso le fantasie più trasgressive. Non viene richiesto, comunque, di entrare realmente in contatto con l’altro per una relazione sessuale e/o sentimentale. Nel cyber-sesso viene eliminata la dimensione dell’interazione fisica e dunque questo può essere definito come un sistema in cui l’altro scompare a diversi livelli: a livello spaziale, temporale, di genere, di percezione. L’anonimato consente di esprimere parti di sé che nella realtà vengono nascoste o represse. E’ frequente l’uso di pseudonimi femminili da parte di maschi e viceversa, così come l’assunzione di ruoli sessuali differenti dalla realtà. Ciò comporta una tendenza alla disinibizione, uso eccessivo di proposizioni e termini di natura sessuale e generosità insolita. I rapporti sessuali sembrano, comunque, veri. C'è una sorta di spirito produttivo. Esistono. 48

Diventano reali. Il problema è che però quella diventa l'unica realtà.. Secondo recenti dati del Censis, il sesso on-line è in aumento in considerazione del fatto che il 59% degli uomini afferma di essere preoccupato riguardo alle performance sessuali. Il 43,9% di questi soggetti individua inoltre nella stanchezza la causa delle defaillance sessuali ed il 35,9% ha chiamato in causa il nervosismo.

Dunque, il sesso virtuale, praticabile nei ritagli di tempo, in situazioni e ambienti strutturati elimina l’ansia da prestazione ed aggiunge un enorme vantaggio: non contrarre alcuna malattia a trasmissione sessuale. Per tanti Internet diviene un rifugio da una vita sessuale “reale” poco gratificante e una modalità per alimentare le fantasie tese all’autoerotismo; per altri è l’unica opportunità di vivere la propria


sessualità senza inibizioni, grazie ad un altro sé che gioca e trasgredisce, rimanendo, però, nell’ anonimato.La ricerca di eccitazione on-line rappresenta per molti anche un semplice passatempo, un gioco intrigante ed appagante, a volte fine a se stesso. Da alcuni anni vi è l’emergenza di una forma di dipendenza da internet (IAD, ovvero Internet Addiction Disorder) che, come altre patologie da dipendenza, provocherebbe condizioni astinenziali, isolamento sociale, problemi coniugali e prestazionali, problemi economici e lavorativi. Nel caso specifico di Cybersex Addiction il soggetto è dedito e dipendente da attività di carattere sessuale svolte in rete mediante l’uso di servizi e-mail, IRC, canali CUSeeMe, etc..Negli USA si stima che 1/5 dei soggetti con diagnosi IAD sia dipendente da attività sessuali. Se, dunque, internet consente di giocare con la propria sessualità, sperimentandosi continuamente e senza inibizioni, può però rappresentare un pericolo per chi vede in internet un luogo in cui nascondersi grazie al quale evita di affrontare nella “realtà” l’incontro con l’altro, alimentando un disagio latente o, nei peggiori dei casi, stimolando il manifestarsi di una vera e propria condizione patologica. Il sesso on-line, in alcuni casi, diventa anche un modo facile per guadagnarsi soldi. In questi casi, il primo contatto avviene via chat.Si parla e si contratta la prestazione, cioè il costo del tipo di sexy cam a cui si vuole assistere: solo seno, nudo integrale, masturbazione, etc. Come tipologia di pagamento si può utilizzare Pay Pal e una volta che ci si accerta del pagamento, si può, ad esempio, essere invitati su Messenger, dove avrà inizio lo spettacolo. Le protagoniste delle sexy cam sono spesso giovanissime in cerca di denaro facile, o anche esperte professioniste. Non serve parlare: si digita sulla tastiera una fantasia e loro, riprese da una webcam, eseguono. Basta Pagare! 49





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