DREAM MAGAZINE

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Ben ritrovati a tutti. Eccoci finalmente di ritorno dopo una breve pausa estiva, servita a raccogliere idee ed esperienze utili per un nuovo inizio. E come direbbe Adriano Pappalardo, ad alta voce e con tutta la sua grinta …"Ricominciamo"!!! Già, perché, anche se qualcuno ha ancora la testa tra mare e spiaggia, l'estate sta davvero finendo, le città tornano ad essere più affollate che mai. Tutto torna alla normalità, anche noi, che siamo rientrati con qualche settimana di anticipo, siamo ritornati alle nostre scrivanie, strapiene di fogli da sistemare, mail a cui rispondere e giornate da organizzare. Ed è proprio in riferimento alle tantissime mail che ci sono pervenute che ho pensato di dedicare uno spazio di posta, in cui ogni destinatario potrà leggere la sua risposta direttamente sulla rivista, questo, però, a partire dal prossimo numero. Nel frattempo ho pensato che fosse più giusto mettervi al corrente delle scelte editoriali applicate per questa uscita. Molti di voi, sicuramente si saranno posti delle domande sul perchè un cambio di logo di testata. La risposta è semplice: dopo aver fatto accurate ricerche e diverse riunioni di redazione si è ben pensato di dare un tocco di innovazione alla rivista, forse perché non si è mai soddisfatti abbastanza, ma d'altronde questo è uno dei motivi che ha reso possibile la nostra riuscita e permanenza sul mercato. Modificare o cambiare totalmente l'aspetto grafico della rivista non vuol dire assolutamente che siano state scelte delle argomentazioni diverse da quelle finora affrontate. Tutto resta come prima, o meglio, tutto tranne l'uscita che non avrà più una cadenza mensile, bensì bimestrale e l'allegato, Dm Shopping & Games, che da questo numero sarà arricchito di curiosità e giochi. A questo punto dovrei concludere e auguravi come sempre una buona lettura, ma visto che il 29 settembre Dream Magazine compirà sei anni, sento il dovere di ringraziare tutte le persone che in questi anni hanno creduto, amato e coccolato questa rivista con amore e devozione, primo fra tutti una persona per me speciale, il direttore editoriale Giuseppe Dado, che oltre alla sua passione ci ha messo "l'anima" e ancora, il mio braccio destro Paola Bevar, o' boss Ettore Dado, la mia cara sorella Cristina Maresca, il mio caro amico vulcanico ed intraprendente Nicola Garofano, gli straordinari collaboratori, e aggiungo amici, Fabio De Silva, Paquito Catanzaro, Simone D'Antonio, Armando Fusco, Felice De Martino, che ci seguono dall'inizio, altri che si sono aggiunti dopo, come Rosario Perone, Fabio Esposito, Gregorio Iovieno, Maria Grazia Langellotti, la cara amica Roberta D'Agostino, Paolo Cassiani e Paolo Manzo, tutti quelli che hanno collaborato nelle uscite precedenti e quelli che lo faranno in futuro, gli uffici stampa, gli addetti ai lavori e tutti gli artisti che ci hanno gentilmente concesso il loro tempo. Inoltre, un ringraziamento speciale va agli artisti ,ed anche qui preferisco dire amici, che ogni mese ci fanno compagnia con le loro storie: Ernesto Mahieux, Marco Liorni e Maria Bolignano. Sicuramente avrò dimenticato qualcuno, ma spero non me ne vogliate… Alla prossima e buona lettura!

Virginia Maresca



Se avete voglia di leggervi un libro che vi porti dentro una dimensione diversa pur stando saldissimo dentro le realtà, un libro che non è un romanzo, ma forse sa far immaginare e sognare anche di più. Se infine avete voglia di rinnovare i vostri occhi e le vostre idee sul mondo senza per questo sentirsi plagiati... beh un consiglio ce l'avrei: La scommessa della decrescita. E' un libro attuale come uscisse ora dalla tipografia. L'ha scritto Serge Latouche. Non ho la presunzione di voler fare una recensione di questo libro e neppure serve, serve solo leggerlo per capire che siamo tutti, il mondo intero intendo, come dentro una grande nave da crociera che sta andando dritta a infrangersi sulla scogliera, ma invece di invertire la rotta il capitano ordina di rallentare un po' la corsa, in attesa che l'industria navale inventi un sistema per... sorvolare la scogliera! E' quello che sta accadendo nel mondo, ormai lo sappiamo tutti, abbiamo depredato e stiamo depredando le risorse, abbiamo grosse responsabilità nelle malattie della Terra. Tutto questo semplicemente non è più sostenibile. Latouche ha una ricetta: dobbiamo tornare indietro. E non sarebbe male, dài, tornare per tante cose - che so - agli anni '50/'60... Per una vita da vivere appieno, questa non ci sta rendendo più felici, diciamocelo chiaramente. Solo che certe domande fonda-

mentali sono proprio assenti dal dibattito pubblico. Si parla solo del PIL che rallenta. E allora vi saluto con una frase di Robert Kennedy: il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria, le sigarette, le corse delle ambulanze che raccolgono feriti sulle strade. Comprende la distruzione delle foreste e della natura… Mentre invece non tiene conto della salute di tutti noi, della

qualità delle scuole per i nostri bambini, del divertimento, dei giochi, della bellezza della nostra poesia e delle nostre canzoni, della solidità dei matrimoni. Non considera il coraggio, l'integrità, l'intelligenza, la saggezza. Insomma il PIL misura tutto, tranne quello che rende la vita degna di essere vissuta. Buona lettura!

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La nascita volendo la si può programmare, una coppia etero se decide di mettere al mondo un figlio lo può fare tranquillamente e addirittura volendo può decidere, non dico il giorno esatto della nascita, ma sicuramente il mese. La morte no, non la si può programmare, naturalmente parlo di morte naturale... Ma voi ci pensate quante cose cambierebbero se ognuno di noi sapesse il giorno esatto della propria morte? Il giorno prima potremmo liberare la coscienza da tanti pesi... Per esempio: confessare quel delitto per il quale quel povero innocente sta pagando per un'altro, potremmo stanare molti delinquenti, potremmo urlare quei tanti stronzi che sono rimasti dentro di noi, potremmo dire

tutto su tizio e su caio, potremmo sgonfiare tanti palloni gonfiati, urlare i nomi di gente che ruba, di gente che sfrutta, confessare tanti miracoli mai accaduti, potremmo urlare lo schifo di certa politica... Insomma oltre che liberare la nostra coscienza, potremmo liberare il mondo da tante cattiverie... Potremmo addirittura ammazzare... quegli energumeni che hanno commesso e commettono i reati più atroci, quelli che approfittano dei deboli, dei vecchi e dei bambini; i pedofili, gli stupratori, oppure coloro che distruggono l’ambiente, che sotterrano rifiuti tossici, causa di malattie mortali... Ma uccidendoli poi diventeremmo più delinquenti di loro, ci macchieremmo di un crimine

per dei criminali? No!... io sono contro la pena di morte, violenza contro violenza non porta da nessuna parte. Allora credo che l'unica cosa che possiamo fare è parlare, denunciare, ma non isolatamente, in massa, perchè di bella gente ce n’è tanta!.. Siamo solo impauriti da una losca minoranza di cui possiamo tranquillamente liberarci se restiamo tutti uniti e formiamo una massa sana... Sarò banale ma le serate in Piazza Plebiscito mi hanno aperto il cuore alla speranza... Ho sentito qualche fischio in alcuni momenti, che per me sono stati dei chiari segnali che qualcosa sta cambiando... Siiiii, forza Napoli!!! Ce la possiamo fare, risorgerai!!!



"L'estate sta finendo" cantava una nota canzone degli anni '80 e con lei il tempo di vacanze, mare, sole, spiaggia e... TOPLESS. Si, proprio così, "topless". Topless possibili e impossibili. La maggior parte della popolazione femminile, a partire dai primi di giugno,crede di subire una metamorfosi istantanea. Da brutti anatroccoli invernali, ci trasformiamo tutte in... ENORMI RANE ESTIVE. Si sceglie la spiaggia ( con volontà strategicamente masochistica), si posiziona il lettino, l'asciugamano, la bella cremina abbronzante e…. PATATRAC! Avviene l'irreparabile. Anche chi non può permetterselo, mette la merce "SUL BANCARIELLO". Ed è proprio a proposito di "bancarielli" che, mentre scrivevo questo pezzo, mi è tornato in mente un episodio di qualche tempo fa. Tutti noi napoletani, poco prima dell'estate, fummo sconvolti da una notizia incredibile. Così incredibile che meritò la pagina d'apertura del Tg più intellettuale della nostra televisione: IL TG4 di Emilio Fede. La notizia era la seguente: "TUTTA LA CITTA' DI NAPOLI E' STATA COINVOLTA IN UN ABNORME INGORGO STRADALE NEL BEL MEZZO DELLA FAMOSA (o meglio famigerata n.d.r.) VIA MARINA. INGORGO CAUSATO DA UN'IMPROVVISA APPARIZIONE". Non parliamo di un'apparizione soprannaturale né di un oggetto

non identificato, bensì di un CARTELLONE PUBBLICITARIO, grosso quanto un appartamento, su cui apparivano due enormi tette. Tette per pubblicizzare cosa? L'allattamento materno? No. Un nuovo abbronzante che protegge le parti più delicate? NO. Ci sono! Un nuovo reggiseno miracoloso. Neanche questo. Le tette in questione pubblicizzavano… pubblicizzavano… e chi se lo ricorda? Siamo stati così distratti da quel "ben di Dio" che manco ci ricordiamo cosa volesse pubblicizzare quel cartellone… Fatto sta che da quel giorno le SIGNORINE in mostra sono state costrette ad essere coperte da due gomiti affinché il traffico partenopeo riprendesse i suoi ritmi. Ora, come diceva qualche tempo fa un noto presentatore televisivo, LA DOMANDA NASCE

SPONTANEA: "nel caso specifico, la tetta in bella vista ha recato danno? Oppure ha regalato alla nostra città un bel momento di socializzazione di massa?" e ancora "quei gomiti che hanno parzialmente ostruito la visuale ai tanti maschi napoletani, non hanno recato un danno peggiore dell'ingorgo? Sottraendo all'automobilista, chiuso in macchina da chissà quante ore, un momento di svago tra un parolaccia e l'altra?". Ai POSTER che seguiranno, l'ardua sentenza. Intanto, chi avesse presente l'oggetto pubblicitario di quella campagna promozionale, è pregato di comunicarlo in redazione. Ma, in confidenza, non credo esista, IN VITA, qualcuno che possa ricordarselo veramente. A questo punto non mi resta che augurarvi buon rientro dalle vacanze… a chi ha le tette e a chi, come me, non ne ha!!!


È Margaret Mary Emily Anne Hyra il vero nome di Meg Ryan, la star americana, che in occasione della sua partecipazione al Festival di Giffoni, si racconta tra aneddoti, curiosità e riflessioni riguardanti non solo il mondo del cinema, ma anche alcune delle sue ispirazioni, una fra queste il sogno di fare la giornalista. "Diventare attrice è stata più che una decisione, una scelta obbligata. Non avrei mai immaginato che questo potesse divenire il lavoro della mia vita e che potessi diventare un volto celebre di Hollywood. In realtà è stato un processo lento, frequentavo per l'appunto l'università a New York per diventare giornalista, ma poiché avevo bisogno di guadagnare per pagarmi gli studi,

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iniziai a lavorare in alcuni spettacoli Tv. Da lì, il passo verso Los Angeles è stato breve, mi sono trovata a prendere lezioni di cinema con dei mostri sacri del calibro di Nicolas Cage, Sean Penn, e AnJelica Huston. Inizialmente devo dire che non mi sentivo minimamente ai loro livelli, motivo per cui decisi di studiare seriamente per diventare quella che sono oggi". La Ryan, infatti, dopo aver interpretato un ruolo secondario in Top Gun, riesce in qualche modo a farsi notare e a ricevere i primi apprezzamenti dal pubblico. Ed è proprio grazie a questa sua popolarità che ottiene il ruolo da protagonista in Salto nel buio, film in cui incontra Dannis Quaid, col quale poco dopo convola a nozze e dalla cui unione


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nasce Jack Henry. Ma il grande talento della "fidanzata d'America” emerge in Harry ti presento Sally, diretto da Robert Reiner e in altri due film scritti da lei: Insonnia d'amore e C'è posta per te. Con una trentina di film all'attivo, prossimamente la rivedremo sul grande schermo in The Women, remake del classico del 1939 di George Cukor, in The deal, film che racconta da dentro il mondo, non sempre patinato e dorato di Hollywood, in Waitress pellicola girata in soli 15 giorni con un budget ridottissimo, interamente girato in un bagno e in Serious Moonlight. Infine, ha in mente di mettere su un film da regista che dovrebbe intitolarsi The human comedy (La commedia umana).

Tantissimi sono i personaggi interpretati dalla Ryan, ad ognuno dei quali si è sentita legata da un rapporto profondo e complesso, secondo quanto ha dichiarato: "Mi capita di entrare così a fondo nella psicologia dei ruoli che interpreto, da starci veramente male. Anni fa ho vestito i panni di una donna depressa e per tutta la durata delle riprese ho sentito una tristezza di fondo che non riuscivo a spiegare. Solo dopo che il lavoro era terminato ho capito che quello che mi stava succedendo era dovuto al fatto che quel personaggio era entrato profondamente in me, al punto tale da farmi provare sentimenti che non appartenevano a quel momento della mia vita, ma solo alla realtà creata dallo sceneggiatore". A lasciare un ulteriore segno nella carriera cinematografica dell'attrice americana, tra i diversi registi con i quali ha avuto modo di collaborare, quella che l'ha colpita in particolar modo è stata la regista australiana Jane Campion, con la quale ha lavorato in In the Cut. "Lavorare al suo fianco è stata un'esperienza straordinaria, forse perché Jane lavora in maniera del tutto sperimentale con i suoi attori. Lei , che è anche antropologa e pittrice, ha adottato un metodo di approccio così diverso che mi ha fatto scoprire, dopo anni, un modo di lavorare a me del tutto sconosciuto. Quella con Jane è stata prima di tutto un'esperienza umana, poi lavorativa. Sono del parere che per far sì che un film abbia una buona riuscita è fondamentale che si crei un buon feeling tra l'attore e il regista. L'attore deve sentire che il regista si fida di lui ciecamente e questa collaborazione deve essere tale fin dai primi incontri, diventando sempre più una sinergia . Deve stabilirsi un legame basato principalmente sul rispetto reciproco, non per forza caratterizzato da lunghi preamboli". Essere una star, però, non significa solo godere dei vantaggi di una carriera ben costruita, con un pubblico pronto ad acclamarti ad ogni tua uscita. Vivere da star, molto spesso, significa vivere nel mirino dei paparazzi, pronti a carpire ogni tua minima mossa. La bionda attrice americana dagli occhioni blu è stata spesso protagonista del gossip, specie nel 2001, a causa della relazione scandalo con Russell Crowe conosciuto sul set di Rapimento e riscatto, situazioni che segnò la fine del suo matrimonio con Dennis Quaid. Ed è proprio in virtù di questa esperienza negativa che la Ryan sostiene: "È davvero noioso vedere cose false sulla tua vita esposte sulla pubblica piazza. Esiste una stampa cinica e cattiva che fortunatamente è in minoranza. Peccato davvero perché il mestiere del giornalista è meraviglioso. Purtroppo, non si possono correggere i sentimenti delle persone, l'opinione che la gente ha di te. Ma nonostante tutto resto del parere che un attore non debba necessariamente essere visto come un modello di vita, poiché è una persona come tutte le altre, con i suoi pregi e i suoi difetti".


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Reduce da due grandi successi, cosa significa essere attore e soprattutto cosa deve saper trasmettere un attore per essere tale? «Un attore non è necessariamente uno legato a termini astratti quali successo, carriera, visibilità attraverso la televisione. L'attore è uno che a 18 anni insieme a dei ragazzi al liceo, condivide una passione e per alimentarla fa diversi sacrifici, rinunce, studia, approfondisce, fatica e tutto questo porta col passar del tempo a dei risultati, nonostante si decida di farlo nelle nostre terre. Questo è il segnale più importante che con molta modestia vorrei dare al pubblico, al di là del fatto che i miei ultimi due film, Gomorra e Il Divo, hanno avuto successo. Il lavoro artistico, teatrale, cinematografico che si svolge nella nostra città, nella nostra terra può essere, per una platea di ragazzi, di persone che si stanno formando, un motivo di esempio e di testimonianza.» Ultimamente ha dichiarato di voler interpretare un personaggio comico. Quale è il tipo di comicità che farebbe al caso suo? «Il tipo non lo so, a volte lo dico come una battuta, a volte ci credo davvero, per due ragioni: in teatro ho avuto la fortuna, per mia scelta ed essendo mie le regie, di interpretare più di una volta ruoli comici. Al cinema, invece mi è capitato molto poco, forse L'Uomo in più di Sorrentino aveva qualche nota comica, oppure il personaggio che interpretavo in Lascia perdere Johnny di Bentivoglio. E’ una possibilità che un attore si augura sempre per potersi rin-

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novare nelle sfide e nei generi e soprattutto per uscire da certi personaggi come quello che interpretavo ne Il commissario e la ragazza sul lago, oppure il ragioniere Titta de Girolamo de Le conseguenze dell'Amore. Questi personaggi inclinano verso un eccesso di malinconia che rischia di etichettare il lavoro di un attore. Anche adesso nel Goldoni che sto portando in teatro, vesto i panni di un cicisbeo del settecento ed è per me motivo di grande soddisfazione quando persone che vengono a teatro, che mi hanno visto soltanto al cinema, non riconoscono in me lo stesso attore. Chiunque faccia il mio mestiere, coglie la possibilità di poter muovere il proprio lavoro su atmosfere, su umori, su personaggi completamente diversi.» Durante un'intervista ha parlato in maniera critica del successo. Quali sono gli aspetti positivi di questo? «In teatro ho sempre interpretato "il successo di uno spettacolo", anche se preferisco dire "la riuscita di uno spettacolo", un modo di dire che mi piace di più, come la possibilità di poterne fare un'altro; un'altro che corrisponda al tipo di teatro, di cinema che vuoi fare, al poter scegliere gli argomenti, il modo ed il linguaggio in cui si vuole fare. Un'opera riuscita offre l'opportunità di azzardare su un' altra, mantenendo fede a se stessi e rimanendo coerenti.» E gli aspetti più controversi, quelli che meno ama della notorietà? «Sono proprio quelli legati a questa genericità, appunto vuota, un cambiamento totale della vita, insomma quello lo

lascerei volentieri a chi fa di questo mestiere un qualcosa legato solo alla sfera della vanità e del narcisismo.» Quando ha interpretato L'Uomo In Più di Sorrentino, presentiva che potesse essere il momento della svolta della sua carriera? «No. Ho affrontato quel personaggio sapendo che era la prima volta, grazie a Sorrentino, che mi si offriva la possibilità di vestire il ruolo del protagonista al cinema e l'ho fatto con l'impegno necessario.» Cosa ha cambiato il fatto di aver raggiunto questo successo nella sua maturità? «Ha fatto in modo che non avessi grilli per la testa o vane illusioni, facendomi ridimensionare il successo, che ho accettato, con equilibrio e semplicità.» Lei è equamente diviso tra teatro e cinema , cosa il teatro può raccontare che il cinema non può e viceversa? «Il teatro lavora per metafore, mette insieme delle persone, fa credere loro di essere in un posto, in un tempo per convenzione, una convenzione legata al mettersi d'accordo su un aspetto poetico al quale credere per due ore, lasciando il mondo fuori. Il cinema porta dentro il mondo e la realtà con cui bisogna avere a che fare, quindi è tutta un'altra strategia di racconto e di interpretazione.» Quale è il sogno lavorativo che vorrebbe realizzare? «Non ho sogni, affronto la realtà momento per momento, cercando di individuare le cose che ho realmente da dire.» E recitare le hai mai salvato la vita? «Assolutamente no. Non credo che recitare salvi la vita.»


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Dopo il successo ai botteghini di “Sex and city”, a Hollywood si è sparsa la voce che i sei strampalati protagonisti della più divertente sit com degli ultimi dieci anni stiano per riunirsi al fine di girare un film per il grande che schermo che avrà come regista David Schwimmer (il Ross della serie).

L’indisciplinato agente Alex Foley è pronto a tornare. Eddie Murphy sta per rivestire i panni del mitico poliziotto che lo ha consacrato star a livello internazionale. Onde evitare che il film sia un flop la produzione ha deciso di ingaggiare un’altra star di cui ancora non si conosce il nome.

“Niente extraterrestri e pochi effetti speciali. Si ritorna al realismo dei primi episodi. Farà paura e la love story (tra Mulder e Scully n.d.r.) non sarà platonica stavolta.” Dichiara David Duchovny riguardo X-Files: I want to believe. Resta l’incognita pubblico non più quello degli anni ‘90. 16

Jessica Alba è la protagonista di questo thriller diretto da Joby Harold. Per questo ruolo agli ultimi Razzy awards, che sono la versione contraria degli oscar, l’attrice californiana ha ricevuto le nomination per la peggior interpretazione femminile e per la peggior coppia vista su uno schermo.


Il film narra la vita di Manuel Rodríguez, il famoso torero più noto come Manolete, morto nell'arena a soli 30 anni. Si tratta di una produzione spagnola che vede Adrien Brody indossare le vesti del grande Manolete. La enorme somiglianza tra i due vale da sola il prezzo del biglietto.

L'uomo che ama è un film opera seconda della regista Maria Sole Tognazzi, con Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino. Il film, le cui riprese sono iniziate nel febbraio 2008 tra il Lago d'Orta e Torino, racconta la vita di Roberto, un farmacista quarantenne alla prese con il lavoro, la famiglia e le donne. La colonna sonora è interamente curata da Carmen Consoli.

WALL-E è il nono lungometraggio d'animazione realizzato da Pixar Animation Studios in coproduzione con Walt Disney Pictures, diretto da Andrew Stanton (già regista di Alla ricerca di Nemo, con il quale vinse il premio Oscar come miglior film d'animazione). Il protagonista del film è il robot WALL-E, unico abitante di un pianeta Terra, abbandonato dall'umanità dopo averlo riempito di immondizia e inquinamento oltre il sostenibile. Il compito di WALL-E è proprio quello di ripulire il pianeta.

Vincenzo Salemme, dalla disavventura del furto della sua Mercedes, è stato ispirato per un film in cui recitano, accanto a lui, Sergio Rubini, Giorgio Panariello e l'esordiente Cecilia Capriotti. "E' la storia di Arturo Cremisi, star Tv che, da un bambino senza padre, viene identificato come il suo vero genitore - ha raccontato il regista in un’intervista. E nascono una serie di problem.” No Problem dovrebbe essere nelle sale ad ottobre. 17 17


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Antonio Barracano, il protagonista de Il Sindaco del rione Sanità era il personaggio più amato da Eduardo... «Eduardo, diceva che Antonio Barracano era tra i suoi personaggi, quello che preferiva, il meglio riuscito. Barracano, un guappo della Sanità di 50 anni fa, era considerato quasi un santo, uno dei guappi che gestivano la città di Napoli, come O' Spavone a Posillipo, Settebellizzi alla Ferrovia. Il guappo che ispirò Eduardo, si chiamava in realtà Campoluongo, detto Nas' 'e cane, perché in una lotta, il suo avversario gli aveva mangiato il naso. Barracano, cioè Campoluongo, era quasi un Robin Hood, rubava ai ricchi e proteggeva i deboli, i diseredati, gli ignoranti senza usare né violenza, né vendetta e a differenza dei boss della camorra di oggi, era contrario alle faide. Ho conosciuto personalmente Campoluongo nel '55, quando giravo a Napoli un film con Giacomo Rondinella e Maria Fiore; in quel periodo ricordo che fummo invitati per una festa alla Sanità e per l'occasione Rondinella cantò delle canzoni ed io recitai delle poesie, sembrava una festa elegante a casa Agnelli, si respirava serenità. A fine serata poi ci salutò dicendo: "Se avete bisogno di qualcosa chiamatemi". Dopo qualche giorno rubarono il borsello ad un nostro collega al ristorante La Bersagliera, così chiamai Campoluongo e gli dissi "Hanno rubato il borsello ad un collega", lui mi chiese: "Dov'è successo?", "A Santa Lucia", risposi, e lui, "Non è zona mia ma provvederemo". Mezz'ora più tardi, gli fu consegnato il borsello. Questo episodio, fa comprendere che fra i guappi c'era una certa complicità, una solidarietà, un'alleanza, oggi, invece, i boss si ammazzano a vicenda per appropriarsi di un quartiere. Campoluongo era amico di Eduardo, ricordo quando andava nel suo camerino. "Accomodatevi", "Vulite na tazza 'e cafè?", diceva Eduardo. Chiacchieravano un po', poi 19



giorno successivo si inventava, si recitava a braccio cercando di aumentare i lazzi, per far ridere gli spettatori. La vera comicità, nasce dal dolore, dal dramma ed i grandi comici come Chaplin, Petrolini, Eduardo, Totò, Troisi con una battuta comica sdrammatizzavano la tragedia della vita, lasciando un segno.» Nel corso della sua carriera di attore si è spesso alternato tra teatro e cinema. Cosa rappresenta per lei il teatro? «Il teatro è tutto per me, è la mia vita. Quando ero ragazzo, non immaginavo alternative. Avevo dieci anni, recitavo in un collegio e già sapevo che in futuro avrei fatto l'attore, così, ho frequentato l'accademia d'arte drammatica. Rispetto al cinema il teatro è una cosa viva, capace di creare osmosi tra platea e palcoscenico.» Come attore cinematografico ha preso parte a numerose pellicole, vestendo svariati ruoli, fino all'ultima intensa interpretazione di Geppetto nel film di Benigni, Pinocchio…

Campoluongo andava in platea a vedere lo spettacolo. La commedia di Eduardo Il Sindaco del rione Sanità, è apprezzata dal pubblico perché è dolce e commovente. Quest'anno ha ricevuto il Biglietto d'oro come spettacolo che ha registrato il maggior numero di spettatori. Anche il Presidente della Repubblica Napolitano è venuto al Teatro Quirino di Roma a vedere la commedia. In seguito gli ho riferito che avrei riportato in scena Il Sindaco del rione Sanità, per tre settimane al Teatro Trianon di Napoli. Lui ha affermato: "Questo spettacolo a Napoli dovresti farlo per un anno, con la speranza che lo vedano in tanti e magari anche qualche camorrista".» Quale ricordo conserva dei grandi maestri, Eduardo e Totò, con i quali ha lavorato?

«Li ho talmente assimilati che sono diventati protesi che ormai porto dentro. Cerco di fare una sintesi tra quello che mi hanno insegnato e quello che personalmente ho assorbito da loro.» Prima di una rappresentazione si impegna nel curare l'adattamento e la regia... «Le ripropongo e le rimetto in scena attraverso l'adattamento e l'aggiornamento, ritraducendole e rimodernandole. Come nel caso del capolavoro di Scarpetta, Miseria e Nobiltà, scritto in vernacolo napoletano dell'800, ho tradotto il testo originale e l'ho riproposto, rigenerandolo. Ho raccontato la storia di una farsa, ma con un'enorme drammaticità. Gli attori della commedia dell'arte, infatti, portavano in scena tragedie, sdrammatizzate dal lazzo e se in sala non c'era abbastanza pubblico, il

«Considero il cinema un lavoro, non l'ho mai ritenuto arte, bensì artigianato. Il cinema appartiene al regista, magari l'attore fa una bella scena, con concentrazione e passione poi al montaggio viene tagliata. Per quanto riguarda Pinocchio, tanti sono stati i primi piani di Geppetto eliminati, riducendo il personaggio ad un ruolo secondario, senza alcuna poesia. Quindi, del cinema non me ne frega niente, per il teatro invece impegno tutte le mie energie, fisiche e mentali.» Secondo lei come deve comportarsi un giovane aspirante attore? «Deve seguire la propria passione, affrontando le difficoltà che comporta il mestiere dell'attore. Non si diventa attori seguendo una logica, un calcolo, non è come fare il ragioniere, è qualcosa di diverso.» 21


Prima di parlare degli esordi della tua carriera, partiamo subito con i tuoi progetti futuri e in particolar modo quelli imminenti... «Attualmente sono impegnato sul set della fiction Piper, in cui vesto i panni di un giudice, sempre un ruolo istituzionale. La fiction è ambientata nel celebre locale romano che negli aani '60 ha permesso a molte stelle del mondo della musica italiana di diventare famose, prima tra tutte Patty Pravo. Per quanto riguarda invece la mia avventura con Carabinieri non è prevista per il momento l'ottava serie, mentre per il teatro, porterò in scena lo spettacolo, A me… mi manda Picone, una riscrittura del film di Nanni Loy a cura di Elvio Porta, con la partecipazione straordinaria di mio padre, di cui io curerò la regia. Non posso scendere nei particolari perché la stesura della storia potrebbe subire cambiamenti, quel che è certo è che vestirò i panni di un politico che deve cercare suo padre, Picone.» Ma il personaggio politico in questione, si ispira a qualcuno in particolare? «È una storia completamente inventata, legata al mondo degli onesti che qualche volta sono disonesti, intellettualmente parlando e non dal punto di vista penale, anche se qualche volta qualcuno è un po' meno onesto sul piano morale, ma lo è molto di più sul piano intellettuale. Lo spettacolo debutterà i primi di febbraio e per la maggiore solo 22

in Campania, poi, nell'altra stagione, gireremo il restante dei teatri italiani.» E riguardo lo spettacolo Io speriamo che me la cavo? «Ho pensato di non riproporlo quest'anno, anche perché è uno spettacolo alquanto complicato. Lavorare con i bambini non è cosa semplice, poi, quelli che abbiamo selezionato due anni fa oramai sono cresciuti, quindi bisognerebbe rifare da capo i provini ed onestamente per pochi mesi non ne vale la pena.» Del teatro abbiamo capito che non ne puoi fare a meno, della televisione altrettanto, e il cinema l'hai abbandonato? «Veramente è il cinema che ha abbandonato me! Sai cos'è, tra una cosa e l'altra non riesco a farlo, perché i tempi delle fiction sono molto lunghi e mi occupano molti mesi. Il restante del tempo lo dedico al teatro, qualche giorno di riposo, poi succede che ti propongono un film e devi per forza rinunciare.» Nonostante i precedenti lavori, il debutto sul grande schermo arriva con l'Amico del cuore, film di Vincenzo Salemme. Ci sono mai stati dei conflitti tra di voi? «Diciamo che il rapporto lavorativo con Vincenzo è sempre stato ottimale per una semplice ragione: la soluzione sta nel rispettare i ruoli. Con Vincenzo non ci sono mai stati grandi conflitti, poiché ho sempre accettato il suo essere regista, autore delle storie che portava in scena, e lui dal suo canto ha

sempre rispettato il mio essere attore.» Hai studiato canto al Conservatorio di San Pietro a Majella, suoni batteria, pianoforte, contrabbasso e chitarra. Come mai hai deciso di seguire la strada della recitazione piuttosto che quella della musica? «Diciamo che non è stata una vera e propria scelta. Mio padre aveva una scuola di recitazione, allora cominciai a frequentare i corsi per il gusto di farlo, poi non dovendomi preoccupare neanche del costo, essendo mio padre a capo della scuola, tutto per me era gratis, anzi in qualche modo venivo retribuito poiché impartivo qualche lezione di solfeggio ai ragazzi con cui studiavo. All'inizio riuscivo a svolgere entrambe le due passioni, poi quando ho iniziato a lavorare tanto per il teatro, ho dovuto prendere una decisione, anche se una decisione vera è propria non c'è mai stata. Ho scelto quello che in quel momento mi conveniva di più.» Quanto ha influito nella tua carriera essere figlio di un grande artista? «Sicuramente ha rappresentato un aiuto. Avere delle porte aperte è stato senza ombra di dubbio un vantaggio e non parlo di raccomandazioni. Mio padre si è sempre ben guardato dal "consigliarmi", questo perché riteneva che non avrei fatto una buona carriera se fossi stato appoggiato da lui. Però è ovvio che quando mi presentavo ad un provino,


il fatto di essere figlio di Antonio, in qualche modo mi aiutava a restare più impresso al regista. La cosa negativa è stata quella di dover combattere contro i paragoni. Al mio primo spettacolo, un signore, molto stupido ovviamente, si avvicinò e mi disse: "sei bravo ma tuo padre è molto più bravo di te". E ci mancava pure! Mio padre all'epoca aveva già vent'anni di carriera, mentre io ero appena all'inizio. La forma di paragone è andata avanti per diversi anni, ma l'ho

vissuta sempre con grande superficialità.» Oggi possiamo dire che quel periodo è lontano? «Sicuramente per le scelte che ho fatto. Potevo optare per un teatro più vicino a quello che aveva fatto mio padre, invece ho preso delle decisioni anche rischiose: ad esempio la scelta di lavorare con Salemme è stata abbastanza azzardata, poiché in quel periodo Vincenzo non valeva niente, non era certo il Salemme di oggi.»

Da ragazzo le tue parole d'ordine erano libertà e rispetto per le opinioni altrui. Oggi invece quanto è cambiato quel ragazzo? «Da quel punto di vista porto ancora avanti quei valori, anzi mentre da ragazzo alcune volte non mi rendevo conto di non rispettare alcune opinioni , oggi riesco a capire di più che c'è gente che la pensa in maniera diametralmente opposta alla mia e che non necessariamente queste persone sbaglino.» 23


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Come nasce il "tamarro" e l'idea di farlo diventare famoso attraverso di te? «Il tamarro non nasce. Il tamarro è. E' sempre esistito e sempre accompagnerà l'uomo nel corso della sua storia. Io ho solo osservato il suo comportamento e l'ho descritto nelle mie canzoni.» Com'è cambiato il tamarro rispetto a venti anni fa? «Venti anni fa il tamarro si faceva notare per l'abbigliamento. Oggi si fa notare anche per quello che mangia. Venti anni fa i tamarri mangiavano "genuino", meglio di come mangiavano i signori. Oggi il tamarro si "abboffa" di schifezze. Sta diventando chiatto come suo cugino: il tamarro 'mericano".» Dopo il premio Carosone, quest'anno il premio Trosi… il tamarro sta diventando "serio"? «Tony Tammaro sta diventando serio. Il tamarro, serio non lo è mai stato. Ho realizzato dentro di me che quel che ho fatto in questi venti anni non è frutto solo di goliardia, ma di una osservazione attenta dei costumi che cambiano.» Cosa ha apportato al tuo bagaglio artistico la macchietta napoletana e quali sono i tuoi artisti preferiti? «Sono cresciuto a pane e canzoni napoletane, il mio papà, Egisto Sarnelli, è stato un meraviglioso interprete di canzoni napoletane, purtroppo di lui

oggi si ricordano in pochi. La macchietta l'ho ascoltata fin da piccolo ed ho assimilato le lezioni di grandi autori quali, Pisano e Cioffi e Nicola Maldacea. Tra i miei artisti preferiti, un posto speciale è per Renato Carosone» Come festeggi i tuoi vent'anni di carriera? «Scrivendo canzoni e facendo concerti.» Perche ti auto produci? «Perché il genere che faccio non rientra nei parametri scelti dalle multinazionali del disco che preferiscono puntare sui rappers di casa nostra. Sono sinceramente dispiaciuto per le multinazionali che sono in crisi, mentre io, da solo, ho prodotto una mia raccolta che ha venduto 35.000 copie, che di questi tempi è una bella cifra…» La canzone a cui tieni di più? «Sono molto affezionato a Patrizia. Mi ha permesso di comprare casa.» Lo vogliamo dire una volta per tutte che il tuo personaggio non nasce per esaltare i tamarri ma al contrario per sottolineare in maniera divertente i loro lati peggiori? «E perché, non lo avevate ancora capito?» In una tua canzone, Il Tricheco, attacchi Maurizio Costanzo, ma negli anni '90 sei stato più volte suo ospite, come mai? «E chi l'ha detto che il Tricheco è Costanzo?»

Nel 1989 hai pubblicato la Prima cassetta di musica tamarra con 15.000 cassette vendute, ti aspettavi il successo che poi hai registrato? «Veramente in prima battuta stampai per prudenza solo 300 cassette. Non immaginavo affatto di dover fare delle ristampe.» Dieci anni dopo hai condotto Tamarradio, sulla rete campana Teleoggi - Canale9. Un grande successo. Perché non ripeterlo? «Perché a Napoli è già un miracolo se riesci a fare una trasmissione televisiva. Figuriamoci trovare una emittente che te la fa rifare! Nel 1999 ci fu uno "stato di grazia" dell' emittenza locale campana, vennero prodotti oltre alla mia Tamarradio anche altri importanti programmi televisivi che fecero scuola, primo tra tutti Telegaribaldi, ma quella esperienza servì solo alla Rai e a Mediaset per procurarsi bravi artisti senza dover fare provini. Oggi in Campania si produce ben poco. Probabilmente le televendite e le chat erotiche rendono di più.» A quando la prossima cassetta tamarra, anzi il prossimo cd tamarro? «Sono a buon punto. Spero di farcela per Natale 2008.» A cosa stai lavorando? «Ad un musical tamarro e ad un disco.» 25




Come descriveresti l'esperienza di I love you more live tour? «E' stata un'esperienza di grande integrazione, umana e personale. Un concerto è questione di minuti, attimi alcune volte, e in quell'unico istante si crea un feeling tra musicisti, coriste e cantante, che esprimiamo al pubblico, che lo fa proprio e te lo rimanda, e secondo me è proprio questo il successo di un live.» Quali sono i progetti per il prossimo autunno? «Ho urgenza di chiudermi in studio per raccogliere la mole di

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materiale che ho sparso un po' ovunque, dall' i-pod ai foglietti di carta; ho bisogno di tempo per mettere insieme appunti ed idee e registrare quanto ho messo insieme nei due anni di tour.» Indubbiamente sei stato una novità musicale nel panorama italiano, ti aspettavi questo riscontro? «Discograficamente all'inizio no. Quello che mi sono sentito ripetere mille volte dai discografici è che gli italiani non avrebbero mai ascoltato questo genere musicale, dopo anni posso dire che non è vero che gli italiani ascoltino solo musica melodica ma che sanno apprezzare anche altri generi. Quando proponevo le mie cose ai discografici, mi veniva sempre detto che "per questo" ci sono gli americani.» Cantare in inglese è stata una scelta o una necessità per il genere musicale che fai? «Fondamentalmente la scelta dell'inglese mi appartiene da molti anni, è stata una mia ricerca, una mia passione verso questo tipo di musica cantata in inglese. Ho provato anche a esprimerla in italiano, però la risposta dei discografici è sempre stata: "così non è vendibile". Poi ho deciso di applicarmi solo a quello che volevo dire, a fare un album non per vendere i dischi, ma solo per comunicare qualcosa

di bello a chi volesse ascoltarlo, con l'idea di non puntare sul mercato discografico italiano come primo obbiettivo, ma di spostare l'attenzione ad altre realtà europee e non, quali Inghilterra, Francia, Germania, Giappone dove c’era una grande richiesta; e invece il risultato ci ha stupito, perché sembrava che l'Italia non aspettasse altro.» Ci sono state anche delle collaborazioni molto riuscite nella tua carriera, il duetto con Amalia Grè a Sanremo e quel-


lo con i Neri per caso, come sono avvenuti questi incontri? «Nel caso di Amalia la collaborazione è nata grazie a Paolo Romani (discografico n.d.r.), mi propose questa cosa del duetto a Sanremo. Conoscevo già Amalia artisticamente e mi piaceva molto, poi, ascoltando il brano, me ne sono innamorato perché Amami per sempre è un pezzo bellissimo. Con i Neri per Caso ci siamo conosciuti tramite My Space e mi hanno proposto di partecipare al loro lavoro, il che

mi ha entusiasmato perché li conoscevo e li stimavo, ho sempre avuto una passione per i gruppi vocali come il loro.» Scontate sono le influenze della musica americana nel tuo sound, ma c'è anche un influenza della tua terra in quello che suoni? «Di siciliano c'è tutto, amo tantissimo la musica italiana e siciliana, perché ci sono cresciuto, ho ascoltato di tutto e da tutti ho tratto e continuo ad imparare. Ho ascoltato tantissima musica,

anche italiana, come quella di Concato, che ovviamente mi ha influenzato nel tempo.» Che musica ascolti di solito? «Nell'ultimo periodo, Giovanni Amato, il trombettista che sta girando con me, mi ha consigliato un disco di Johnny Hartman, poi ho nell'i-phone l'ultimo disco di Sergio Mendes, ascolto sempre volentieri Franc Maccomb, o Carmen Mcrea, che è sempre stata una delle mie artiste preferite, ma anche gli Earth Wind and Fire.» 29


Ogni disco di Biagio Antonacci è un viaggio, fatto nei meandri dell’anima. Per questo motivo in occasione dell’uscita del suo nuovo disco, in autunno, il cantautore ha deciso di condividere, con chi lo segue da anni ed ama la sua musica, tutte le fasi di lavorazione in studio. L’album, che si intitolerà ‘Il cielo ha una porta sola’, conterrà brani nuovi e rivisitazioni di vecchie canzoni. In attesa di vederlo nei negozi di dischi è stato creato un sito www.ilcielohaunaportasola.it che permette di fare un viaggio virtuale, accompagnando l’artista in tutte le fasi di lavorazione del disco.

Un video per i suoi fan lo vede esibirsi in una canzone alquanto strana, una dichiarazione d'affetto alla sua maniera. Viene da chiedersi cosa sia successo all'artista che ha contribuito, con gli Articolo 31, a rendere noto al grande pubblico l'hip hop e la sua cultura. Non si tratta infatti di una novità dal punto di vista discografico, lì le opere di J Ax sono ferme al 2006 con il suo primo album da solista “Di sana pianta”. Questo nuovo pezzo, arrivato sulla piattaforma You Tube, porta in incipit una scritta precisa che dichiara che la canzone è dedicata a tutti i suoi fan. “Uno di noi”, questo è il titolo della canzone, vede molti artisti della scena hip hop e rap esibirsi accanto a J Ax, tra i quali anche il fratello, leader dei Gemelli Diversi, con il suo gruppo. E' un canto corale, quasi di comunità, in cui tutti insieme gridano che J Ax è uno di loro. Oltre ad essere una dichiarazione molto particolare di affetto ai propri fan, questo pezzo è anche un modo per dire da che parte sta J Ax, lontano dalla musica pop e neo melodica. Bhè l'originalità di J Ax è una delle sue peculiarità, chi conosce le sue canzoni sa che non ha peli sulla lingua e chi ancora non lo sapeva, oggi ha l'occasione per fare approfondita conoscenza con il re dell'hip hop nostrano. 30

"So what", ultima fatica della piccola e portentosa cantante americana. Si vociferava da tempo dell'uscita di un nuovo album di Pink. Conferme e smentite si sono rimpallate durante tutto l'anno appena trascorso. Solo il mese scorso ci sono state delle dichiarazioni ufficiali corredate di foto di Pink in studio di registrazione, tanto per essere sicuri che si dicesse la verità. Il nuovo album della splendida voce americana dovrebbe arrivare nei negozi il 28 ottobre prossimo. Ad anticipare lo stile e le caratteristiche sonore della nuova opera è stato annunciato un singolo “So what” in arrivo il 12 settembre. Il pezzo, molto intimo, tratta di eventi autobiografici dolorosi con la grinta sempre espressa nelle performance vocali dalla cantante.


Sembra che ci sia stato un furto d'autore a casa di Bono Vox, fatto da un fan davvero furbo che ha fatto andare il leader degli U2 su tutte le furie. Pare infatti che mentre Bono si trovava nella sua villa in Francia avesse deciso di dedicarsi alla composizione e all'ascolto dei pezzi già registrati per il prossimo album. Evidentemente però l'audio era così alto da aver destato l'interesse di un fan che con il telefonino alla mano, è riuscito a registrare una traccia tra quelle ascoltate da Bono. Subito dopo, ha registrato il brano su di un video fittizio e lo ha inserito su You Tube, facendo arrabbiare non poco Bono che ha denunciato il furto ed ha richiesto di eliminare il file da internet.

Sono state il sogno di ogni uomo cosciente su questa terra fin dal loro esordio nel 2005. Un prodotto musicale creato a tavolino come i Take That e le Spice Girls. Una forma di contemporanea miscellanea di etnie ed una spruzzatina di sensualità molto avvolgente ed attraente. Un successo, quello del primo album guidato dal singolo 'Don't cha' che ha fatto storia e ha permesso alle cinque ragazze di aggiudicarsi notevoli premi in America ed in Europa. Oggi, a pochissimo dall'uscita del primo disco solista della leader, di voce e d'immagine, Nicole Scherzinger, arrivano le prime immagini della cover scelta dalle ragazze e dai loro produttori per il prossimo disco in uscita per settembre. 'Doll Domination' è il titolo. Per il mercato italiano è già stato sfornato il primo singolo 'When I Grow up'

Mina duetta con Giorgia nel suo prossimo singolo. Sarà la prima volta per Giorgia che duetta con un'altra voce femminile e al suo fianco ci sarà una grande come Mina che ormai concede davvero molto poco di sé e che per la prima volta si è prestata ad una collaborazione presente solo un disco altrui. Il singolo 'Poche parole' che le vede duettare insieme uscirà il 10 settembre nelle radio e dopo qualche giorno nei negozi, simbolo di un grande onore per Giorgia. Un singolo che chiude in bellezza l'attività di 'Stonata', ultimo disco all'attivo, pubblicato nell'inverno scorso. 31


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Parliamo del tour che l'ha vista e la vedrà in luoghi come l'Arena di Verona. Ha detto che ogni serata sarà diversa, in che senso? «Questo tour si svolge in location molto prestigiose e di tipologia completamente diversa. Abbiamo iniziato con il Summer Festival, passando da diverse Arene del Mare, a Festival musicali. Arriveremo, poi, al Teatro di Verdura nella città di Palermo, all'Anfiteatro di Taormina, all'Arena di Verona, ma non ci fermeremo e toccheremo posti come l'Arena Flegrea di Napoli. La scaletta è sempre la stessa, con brani pop e rock che si alterneranno nella continuità di un linguaggio armonico. Sono diverse, perché diverso è il pubblico. Mi vengono a vedere persone di tutte le età e il mio approccio cambia in base a chi ho davanti, ma ovviamente la proposta è sempre la stessa. A Verona ci saranno delle sorprese, certamente, anche perché registreremo un dvd e poi,

l'Arena è un luogo storico per la musica. Ma le sorprese si tirano fuori all'ultimo momento, non si annunciano.» Lo so che è presto chiederle cosa succederà a Napoli a fine settembre, ma canterà qualcosa in napoletano, se sì cosa? «Potrebbe essere. Amo la canzone napoletana, la ritengo la migliore. La voglia di fare un disco di brani napoletani non mi è ancora passata, ma mi è mancato il tempo. Quando ho potuto ho interpretato Malafemmena e nel mio ultimo album, Spero che ti piaccia... pour toi, ho eseguito il brano Bambino in arabo, ma ci ho messo anche il napoletano. Non potevo fare Bambino e non sentire Napoli. Per i napoletani, oltre che per la musica, ho una particolare simpatia.» Il tour è stato anticipato dal video La bambola: ironico e irriverente, bambole gonfiabili che suggeriscono diverse interpretazioni. Qual è il suo messaggio? «La bambola nuova versione è

nata per caso. Durante le prove del tour il direttore artistico e tastierista del mio gruppo, ha preparato un nuovo arrangiamento, lo abbiamo provato ed è piaciuto a tutti. Allora l'ho incisa, e quando ho pensato al videoclip mi sono vista con un abitino nero, parrucca nera e trucco alla Amy Winehouse. Le bambole gonfiate sono per smitizzare, per divertirsi e per sottolineare che non ci sono più tante donne oggetto che si lasciano far girare dagli uomini, né il contrario. Tutto è un po' più di plastica!» Possibile che a distanza di 40 anni, La bambola, ha ancora successo, mentre oggi la canzone vincitrice dell'ultimo Sanremo, dopo un mese nessuno se la ricorda più? «Sempre di più, è stata incisa in varie parti del mondo e sempre con successo, sia da me che da altri. Ci sono canzoni "fortunate" che restano nella storia. Il motivo non è spiegabile. Quanto a Sanremo, non è mai stata la canzone vincitrice ad aver ven33


duto di più o ad essere ricordata di più.» Spesso ha fatto dichiarazioni molto forti, che le hanno attirato molti nemici, non le riesce proprio di fare buon viso a cattivo gioco? «Non mi risulta di aver avuto molti nemici in base a dichiarazioni fatte. Dico sempre quello che penso e il mio unico referente è il pubblico, che mi sembra comprenda bene, sia la mia musica che quello che penso. A Bisceglie c'erano 35mila persone di ogni età e di ogni tipologia! Il mio pubblico è così! Vero e non si nasconde dietro quello in cui crede.» Nel libro, Bla bla bla ci ha stupito con aneddoti sulla sua vita che quasi se ne dubita la veridicità, ma lei sicuramente ne avrà omessi tanti. Può raccontarci qualcosa di piccante che le è sfuggito? «Patty Pravo Bla Bla Bla è una biografia, la mia prima. Tutto quello che c'è scritto è parte della mia vita, non ho nessuna intenzione al momento di svelare di più. Forse farò un secondo libro, ma tra molto tempo.» Nel ‘67 si è dedicata al cinema, prendendo parte a 5 film. Perché non ha continuato? «Non considero cinema quello che lei sta dicendo, mi ci sono trovata per caso. Di vero c'è quello che dico sempre. Ho avuto proposte da Fellini, Antonioni, Rossellini e De Sica, ma ho detto di no, perché ero impegnata con la musica. Non dimentichiamo che per 15 anni ho lavorato ininterrottamente, e il cinema ha bisogno di lavoro, non potevo concedermi pause. Adesso se un regista mi dovesse proporre un bel ruolo o un cammeo particolare, ci potrei pensare.» Lei si immagina in una fiction? Secondo lei, cosa è successo alla nostra televisione? «La televisione rispecchia la società, la vita. È l'estetica che sta crollando, basta guardare le grandi città d'arte invase da negozi di souvenir, di schifezze. Sono bazar del nulla. E la televi34

sione è uguale.» Ha mai saputo che la sua partecipazione al Festival di Sanremo nell'84 ha coinciso con l'allontanamento e il boicottaggio di Giuni Russo, da parte della sua casa discografica di allora (CGD)? «Lo so adesso, non è detto che sia così. Dovrei saperne di più.» Quanto la sua "follia" o "incoscienza" l'ha aiutata nella vita, e quante "cattiverie" o "sofferenze" ha dovuto sopportare? «Ripeto, ho sempre fatto quello che mi piaceva in quel momento, stracciando anche contratti miliardari. Né per follia, né per incoscienza, ma per coerenza con me stessa. Non avrei mai potuto fare la stessa canzone per tutta la vita.»

Una cannetta prima di dormire se c'è e in sostituzione della solita camomilla. Che importanza dà alla legalizzazione delle droghe leggere? «La camomilla mi fa stare sveglia. Le canne solo raramente e se ho problemi di sonno, ma sempre meno. Per l'opinione sulla legalizzazione delle droghe leggere, che ovviamente è positiva, riporta quanto ho spiegato nel libro. Mi preoccupa davvero che i ragazzini usino droghe leggere e pesanti e anche gli psicofarmaci, addirittura su consiglio delle scuole.» A quando l'uscita di un nuovo album di inediti? «Come lei ben saprà, non si parla di un disco prima dell'uscita. Spero che entro l'anno possa essere ascoltato.»


Hai ballato con Robbie Williams, Ricky Martin, Geri Halliwell. Con chi hai vissuto l'esperienza più bella? «Ogni tour mi ha lasciato qualcosa, dai ricordi agli insegnamenti. L'esperienza lavorativa più bella, però, credo sia stata con Kylie Minogue. Fu uno dei primi tour, e prevedeva tante date estere, quindi vivere situazioni come aerei privati, tour bus, o tutte quelle cose che di solito vedi solo in TV, fu molto suggestivo! Divertimento a parte, è stata anche la tournée più emozionante: esibirsi davanti ad un grande pubblico come quello di Londra o Manchester è stata una grande soddisfazione.» Hai avuto l'onore di ballare con Luca Tommassini, ballerino italiano per antonomasia. Cosa si prova a lavorare con un pezzo grosso come lui? «All'inizio è stato emozionante: Luca ha un curriculum alle spalle pazzesco! Poi, dopo un po' siamo entrati in amicizia e si è persa l'esitazione iniziale. È una persona sempre in movimento,

piena di stimoli, ed è bellissimo poter lavorare con lui.» E poi è arrivata la musica. Com'è successo? «Il mio cambiamento di direzione è dovuto anche un po' alla situazione italiana della danza. Dopo anni all'estero, una volta tornato, mi sono reso conto che per me non c'era niente qui. Ho sempre avuto interesse nella composizione delle canzoni, e durante la tournèe del 2003 di Giorgia, Luca Tommassini mi consigliò di far girare qualche mia demo a diverse case discografiche con le quali avevo avuto a che fare. Alla fine presentammo i lavori al manager di Giorgia, con la quale è nata la collaborazione per il mio primo disco ed il suo album Stonata.» Prima i grandi della danza, poi Giorgia. La tua carriera è piena di nomi importanti… «Ben venga! Anche con Giorgia è stato tutto fantastico. Inutile dire che è una grande artista Soprattutto, è stato bello essere in studio di registrazione con lei, vedere la sua competenza a livel-

lo di composizione dei testi.» Parliamo del nuovo singolo, Vivi Ancora... «È tratto dal mio primo disco, Più Tempo, ed è molto ballabile. Parla di una donna che fa impazzire il proprio uomo. Una canzone molto positiva ed allegra.» Si parla già di un’altro disco? «Siamo in fase di lavorazione. Sarà un disco R'n'B, ma diverso dal precedente. Credo verrà fuori davvero un bel lavoro, non perché sia mio, ma perché la gente che c'è dietro ci sa fare sul serio. Non posso farvi nomi, ma posso dirvi che ci saranno collaborazioni importanti a livello di produzione. Aspettatevi qualcosa per novembre, o per l’anno nuovo.»


Nuovo fenomeno rock targato Myspace, Le Scimmie. In occasione della recente pubblicazione del loro primo EP, L'Origine, abbiamo incontrato Angelo, voce, chitarra e ukulele del duo. Parliamo del vostro onnipresente concetto di "stato primordiale". «Le Scimmie nascono con il presupposto di fare arte, di buttare giù quegli sprazzi di idee che la

mente ci dona senza setacciarle e forse è proprio questo che rende il tutto "primordiale". La copertina del nostro primo lavoro l'ho disegnata io a 3 anni, mentre il CD l'abbiamo serigrafato perché siamo amanti dei vinili e degli anni '70 in generale.» Siete un duo, eppure fate rock. Esistono svantaggi in coppie rockettare rispetto a quartetti o ad altri tipi di formazioni? «Non esistono svantaggi. Credo

Napoletano, amante delle sonorità soul-R&B, Fabio Campanile canta sin da piccolo, e nel tempo ha affinato questa sua passione partecipando a varie scuole, grazie alle quali è entrato nel musical “Prova a dire ti amo”, portato in giro nei migliori teatri italiani. Non sono mancati concorsi canori e varie esibizioni locali che gli permettono di farsi conoscere e apprezzare. Ispirato ad artisti di grosso calibro come Stevie Wonder, Whitney Houston, Amy Winehouse, o Giorgia, Fabio mostra notevole espressività vocale. Ben riuscita l’interpretazione di “Calling You” di Jeff Buckley. www.myspace.com/fabiocampanile 36

che l'arte non abbia e soprattutto non debba avere limitazioni. L'importante è fare sempre quello che ci si sente dentro.» A chi o cosa vi ispirate? «Tra di noi abbiamo influenze diverse e questo credo sia importante, comunque la Psichedelia anni '70 regna sovrana.» Trovate più difficoltà nella scrittura dei pezzi o nella creazione della musica? «Non troviamo difficoltà in quanto tutte le nostre creazioni nascono spontaneamente. Credo che il concetto di arte sia differente da quello di marketing.» Le Scimmie diventeranno mai degli uomini? «Le nostre sono composizioni libere, frutto dei viaggi delle nostre menti, non ci interessa molto quello che gli uomini del momento vogliono o richiedono. Noi proseguiamo sulla nostra strada, che si evolva o no.» Prossimi progetti? «Al momento stiamo suonando un po' dappertutto, sul nostro MySpace ci sono tutte le date aggiornate. In questo periodo siamo impegnati nella registrazione di qualcosa di nuovo. Il tempo ci illuminerà.» www.myspace.com/lescimmie

Quartetto pompeiano indipendente all’insegna del rock. La Condizione Danzante nasce dalle ceneri del precedente progetto Del Blaue Reiter, e comincia il proprio percorso nel marzo del 2007. Nel giugno dello stesso anno registra “Monaco Addio”, la prima demo. Attualmente, i quattro componenti sono costantemente in giro per esibizioni dal vivo e pronti per la registrazione di una nuova demo. www.myspace.com/lacondizionedanzante


Poliedricità è l’aggettivo più azzeccato per questo talento napoletano: Daniela Fiorentino promette bene tanto in recitazione quanto in canto, e sotto ogni genere: pop, jazz, dance, o addirittura classica napoletana, tutto nelle sue corde è musica. Dopo una carriera segnata da importanti collaborazioni, come quelle con personaggi del calibro di Elio e Le Storie Tese e Baglioni, l’artista è alle prese con “Quattro passi nell’amore”, nuovo progetto musicale che verrà presto presentato online. www.myspace.com/danielafiorentino

Nel novembre 2005 nasce un portale dedicato a Gigi D’Alessio grazie alla passione per la sua musica, condivisa da un gruppo di giovani ragazzi che volevano dare una valenza maggiore al lavoro del musicista, pur non avendo alcuno scopo di lucro. Il sito, conta ogni giorno centinaia di utenti che si collegano sul Web per visualizzare le ultimissime news e tanto altro sul cantante napoletano che nel prossimo novembre sarà impegnato in un nuovo show in Rai. L’Amministratore del Fan Club WEB, Diego De Nardo, ha affermato che all’inizio è stato tutto molto complicato, ma che con il passare del tempo le cose sono andate sempre meglio, tanto che si è riusciti a creare una vera e propria community in cui tanti

giovani, e non solo, possono esprimere le loro opinioni e i loro pensieri su tutto quello che riguarda il loro beniamino. Il sito ha promosso una serie di incontri in chat con degli artisti molto vicini a D’Alessio, per dare l’opportunità a tutti gli utenti di conoscere meglio il loro idolo, attraverso le parole di molti suoi amici, come ad esempio Mariella Nava e Simone Schettino. A tal proposito c’è da dire che i numerosi iscritti provengono non solo dalla Campania, ma da tutte le regioni d’Italia ed inoltre ce ne sono anche dall’Europa e dall’estero. Dal canto suo D’Alessio si è dimostrato nei confronti degli appartenenti al sito, disponibile ed aperto a tutte le loro iniziative. www.dalessioweb.com

L'Official Sal Da Vinci Fanclub è un'associazione culturale senza scopo di lucro,che si ripropone di unire i fan del grande Sal Da Vinci sotto un'unica direzione, organizzando e promuovendo interessanti iniziative. Il Fanclub nasce ufficialmente il 30 maggio 2008, per volere di alcuni fan e dello stesso Sal, che ha autorizzato l'uso del suo nome per gli scopi prefissi dall'associazione. Incontri con l’artista, un gadget annuale e tanti altri vantaggi vi attendono nel mondo del Fanclub. www.myspace.com/officialsaldavincifanclub

“La musica che facciamo è rock, che si avvicina un po’ al grunge e al punk. Siamo un gruppo che sta crescendo in procinto di registrare una demo di pezzi inediti scritti dal nostro chitarrista.” Michele, Laura e Gioia, sono gli Ondanomalia, gruppo napoletano che aspetta un cantante per poter registrare la demo. Mentre l’attesa continua, però, non riescono a star fermi: “Abbiamo già pronti 8-9 pezzi, infatti il gruppo è incentrato proprio nel creare brani propri. Proviamo in studio e ci concentriamo sulla nostra musica.” www.myspace.com/ondanomalia 37


Ecco un personaggio da tenere assolutamente sott’occhio: Dario Deidda. Compositore, arrangiatore, nonché bassista acustico o elettrico, ha una carriera alle spalle segnata da innumerevoli collaborazioni, tra cui spicca quella per l’ultimo album di Fiorella Mannoia. Dopo aver pubblicato il suo primo disco, “3 From The Ghetto”, nel 2003 con Julian O. Mazzariello e Stephane Huchard, l’artista salernitano è attualmente in fase di registrazione di un nuovo lavoro. www.myspace.com/dariodeidda

Caratterizzati da un travagliato passato di formazione e ricerca della giusta direzione artistica, i Regan cominciano a solcare i primi passi nel mondo della discografia col loro omonimo album di debutto nel 2004. Da allora la loro carriera si svolgerà a ritmo di importanti partecipazioni a festival locali e buone recensioni dal panorama indie-rock italiano. La band casertana è attualmente all’attivo su iTunes con l’ultimo album “Equilibrio Passivo”, supportato dagli immancabili live che hanno sempre portato tanta fortuna a questi quattro giovani. www.myspace.com/reganprofile

Nessuna presunzione: Mario si presenta come un bassista nato quasi per caso, come uno che non fa della musica un proprio mestiere, ma semplicemente una passione, anche se insistentemente praticata sin dalla gioventù. Qualsiasi cosa rappresenti il mondo della musica per il salernitano, dobbiamo ammettere che gli riesce bene: ne sono prova i suoi brani funk-jazz in cui accompagna al basso altri musicisti. www.myspace.com/marioferrigno1 Tra sale prove, esibizioni in locali e scrittura in proprio di testi e musica fin dal 2003, i Lybra sono uno di quei gruppi rock che meglio rappresenta la categoria di giovani napoletani in cerca di comunicazione attraverso le proprie note. Ispirati da grandi nomi come Red Hot Chili Peppers, Nirvana o Incubus, i ragazzi creano atmosfere energetiche ed aggressive, dalle quali è impossibile uscire senza un filo di adrenalina residua. www.myspace.com/lybrarock 38


Polvere, Berkana e Pois sono gli strani nomi con i quali si divertono a farsi chiamare i ragazzi degli She’s a Man, terzetto elettronico napoletano. In una regione dove la cultura degli emergenti è prettamente rock, il gruppo riesce a distinguersi alla grande per la sua originalità di suono e le interpretazioni del cantante. È attualmente all’attivo l’EP promozionale “Fogue”, i cui brani sono ascoltabili in streaming sul loro Myspace. www.myspace.com/shesaman

Pianista salernitano che fa del tieristi di grandi rock band, talento la sua arma vincente. Luigi si specializza nel genere Affascinato da sempre dai tas- e comincia a raccogliere soddisfazioni, sono sue le interpretazioni al pianoforte per il tributo a Bruce Springsteen nel 2002 alla Feltrinelli di Napoli, così come sono sue le note di pianoforte in vari progetti paralleli, tra cui la band Nisida. Dopo aver rilasciato nel 2006 “Vivo”, un album di inediti, l’artista è in continuo movimento con spettacoli in tutta la regione e non. www.myspace.com/luigicaiazza

Classe 1963, ma con ancora tanta energia da vendere. Corrado Paonessa è uno di quei talenti musicali napoletani vecchio stile: chitarrista e produttore musicale, amante della musica acustica, jazz e funk. Collabora fin dall’81 con diverse band nazionali, e dopo sei anni comincia la sua avventura con registrazioni e composizioni proprie. A distanza di oltre due decenni, l’artista made in Naples continua ad esibirsi in diversi spettacoli locali e non. www.myspace.com/corradopaonessa

Luca è uno di quei musicisti che si possono definire appartenenti al genere fusion: la sua anima è tanto rock quanto jazz, e il suo talento viene fuori sia in un genere che nell’altro. Chitarrista da oltre dieci anni, ha partecipato a diversi progetti di band locali, accompagnato altri musicisti, ed anche realizzato due album in proprio. Nell’attesa di un terzo lavoro, gustatevi le sue interpretazioni, tutte all’insegna di groove. www.myspace.com/lucacrudele 39


Secondo lei, l'omosessualità è una malattia? Martina

può spiegarmi qual'è la differenza tra omosessualità e transessualismo? ... Cara Martina, la risposta è Annamaria sicuramente no. Tutte le principali organizzazioni di igiene ... Cara Annamaria, cominciamo mentale sono d'accordo nell'afdalla definizione di "omosessua- fermare che l'omosessualità non lità". L'omosessualità è l'orienta- è una malattia. mento sessuale caratterizzato da Nel 1973 l'American Psychiatric un'attrazione sessuale e/o affet- Association ha eliminato l'omotiva per individui del proprio sessualità dal Diagnostic and genere sessuale e può presentar- Statistical Manual of Mental si sia in esclusivo orientamento Disorders. omosessuale, che parziale orien- Al momento l'omosessualità tamento bisessuale; non implica viene considerata un "orientageneralmente una crisi della pro- mento sessuale non patologico". pria identità di genere tipica del L'orientamento sessuale, bisogna transessualismo. Con la parola ricordarlo, è un’espressione che transessuale, infatti, si indica una si utilizza per descrivere l'attrapersona che persistentemente zione sessuale, emotiva e sentisente di appartenere al sesso mentale di qualcuno nei confronopposto a quello anagrafico e ti di qualcun altro. A seconda fisiologico. Il transessuale è un dell'orientamento sessuale gli individuo che soffre di disturbo individui possono essere classifiall'identità di genere. cati in eterosessuali, bisessuali o Questa condizione rientra tra i omosessuali. disturbi mentali del Manuale Grazie per avermi scritto. Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali e si concreta nel fatto che la persona ha un netto e definitivo rifiuto del proprio sesso o di quello assegnatole al momento della nascita e si identifica o meglio si trova più a suo agio nel sesso opposto al proprio. Spero di essere stata abbastanza esaustiva.

Qualche giorno fa in televisione sentivo parlare dell'omossessualità come di una grave malattia. 40

Salve dottoressa, un mio compagno d'università mi ha confidato di essere omosessuale. La cosa mi ha lasciato all'inizio un po' turbato ma non ho mai pensato a lui come ad una persona "diversa". Niente tra di noi è cambiato. Continuo comunque a chiedermi quali possano essere le cause dell'omosessualità. Luca ... Caro Luca, comincio subito col complimentarmi con te per la lodevole maniera in cui hai accolto la confidenza fatta dal tuo amico. Ad ogni modo, per quanto


attiene le cause inerenti l'omosessualità, non è ancora chiaro cosa determini l'orientamento sessuale. I vecchi pregiudizi secondo cui l'omosessualità sarebbe il frutto di dinamiche familiari disturbate o di un errato sviluppo psicologico, non sono più considerati validi. Al momento si svolgono molte ricerche sulle cause biologiche dell'omosessualità, ma ancora non esistono prove scientifiche certe a supporto di questa ipotesi. In bocca al lupo per la tua carriera universitaria.

Cara dottoressa, chi le scrive è una mamma di 48 anni. Ho scoperto che mio figlio di 23 anni è omosessuale. Può dirmi se dall'omosessualità si guarisce? Antonia ... Cara Antonia, non esistono prove scientifiche che supportino l'efficacia di un trattamento mirato a cambiare l'orientamento sessuale. Sono ben noti invece i rischi potenziali di tale trattamento: tra gli altri, depressione, ansia, comportamento auto-distruttivo. Un simile tipo di terapia parte, infatti, dalla tesi (errata a mio avviso) che l'omosessualità sia uno stato non desiderabile o, addirittura, una malattia, rinforzando così il senso di odio per se stesso che il paziente omosessuale può già provare. Un giusto approccio terapeutico deve, invece, aiutare il/la paziente omosessuale (e la propria famiglia) ad accettare serenamente il proprio orientamento sessuale e a integrare pienamente tale orientamento nella propria personalità, sviluppando una positiva immagine di sé e superando i pregiudizi omofobici e anti-gay instillati dalla società. Inoltre, le vorrei ricordare che in Italia, l'AGEDO (Associazione

Genitori di Omosessuali) si occupa di questa materia da diversi anni. Spesso una psicoterapia cognitivo-comportamentale che coinvolga la famiglia può essere di

grande aiuto per superare questo momento di forte impatto psicologico ed emotivo, trasformandolo in un'occasione di arricchimento e di crescita per tutti i suoi membri. A presto.

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Alcuni mesi fa hai rilasciato un'intervista a Dream Magazine. Quali sono stati gli sviluppi del tuo lavoro? «Ho fatto delle sfilate di moda con le mie creazioni e diversi eventi seguiti dai media locali e nazionali. E’ tutto in ascesa, il nome si sta iniziando a formare. Abbiamo in programma questo inverno di fare mostre alla Reggia di Caserta; per gennaio 2009 saremo a Tutto Sposi e prossimamente faremo sfilate a Positano. Il riscontro c'è, i pezzi entusiasmano sempre le persone che li indossano. Bracciali, collane, orecchini rendono veramente incantevoli le donne, perché la donna è sempre l'indiscussa padrona del mondo.» Dai un nome ai tuoi gioielli? «Ramas è l'acronimo di Raffaele Massarelli. I miei modelli non hanno nome, ma pensandoci, un bracciale, ad esempio, lo chiamerei Capri, Positano, Ischia. I miei gioielli emanano fascino, pietre avvolte che ricordano i limoni della costiera.» Da quali momenti prendi ispirazione per le tue creazioni? «Praticamente quando sono solo, sulla mia Harley Davidson, costeggiando il mare su una litoranea a strapiombo, come sulle strade di Amalfi, Positano. Lì ho il massimo dell'estro, ricavo un'energia enorme. Da un'onda del mare che si infrange su uno scoglio, dal suo spumeggiare mi viene in mente, ad esempio, un modello tutto ricco di ciondoli che incamero dentro di me, ripescandolo al momento della creazione.» Quali sono i materiali che utilizzi? «Ricerco sempre cose nuove, accosto oro argento, 48

oro e titanio, oro e pietre orientali, pietre brasiliane, diamanti direttamente da Amsterdam.» Hai mai utilizzato materiali inconsueti? «Sempre. Ora sto facendo dei bracciali in argento con quest'acciaio ricoperto e bagnato in oro quattro volte che mi ha creato dei contrasti di materiale. Il mio è un lavoro di innovazione, devi essere sempre all'avanguardia, un passo avanti agli altri.» Come descriveresti i tuoi clienti? «I miei clienti sono vari, non so come descriverli, sono innamorati dei miei gioielli. Alcuni sono scettici, poi mi conoscono veramente e vedono chi sono e cosa riesco a creare. Crescono sempre di più e si affezionano, forse per la simpatia, ma credo in sostanza per quello che creo. C'è sempre un passaparola costante tra i miei clienti.» Hai mai invidiato qualche tuo collega per una creazione che avresti voluto realizzare? «Non ho mai invidiato nessuno, perché non ho mai avuto difficoltà nel fare le cose. Non ho un catalogo, è tutto frutto della mia fantasia, creo e basta. La persona che indossa il mio gioiello deve avere il pezzo esclusivo, unico.» Progetti futuri che ti stanno a cuore? «Avere negozi dappertutto, Roma, Milano, Montecarlo, Parigi. Dappertutto.» E’ possibile visitare Ramas, in Corso Campano, 155/262, a Giugliano in Campania.


Sono possibili relazioni armoniose e amicizie piene di dialogo e collaborazione. Molte energie saranno impiegate nelle relazioni interpersonali, così che le coppie che vivono o lavorano insieme saranno incoraggiate a raggiungere obiettivi congiunti. Profonde energie e passionalità.

Sarà un unizio d’autunno, questo, un po’ da brontoloni. Finalmente diventa realtà il sogno di andare a vivere con il vostro amore, e se l'amore è invece nato lo scorso mese è arrivato il momento di consolidarlo con una prossima convivenza. Le Stelle confermano un momento magico.

Un autunno all'insegna del rischio, che vi farà adottare uno stile di vita vivace e pittoresco. L’entusiasmo si riversa in ogni tipo di interesse come stimolo alla competitività. La vita sentimentale è colorita e importantissima, il soggetto tornerà ad essere romantico e a fantasticare.

In campo lavorativo cercate di adottare una strategia non di difesa ma di contrattacco rispetto agli sgambetti che la concorrenza tenta di farvi. E' necessario, in ogni caso, essere presenti e attivi. I rapporti intimi saranno complicati da tensioni che credevate sparite o dimenticate.

Stanchi già a metà del mese di settembre, cercate di dormire di più per non ritrovarvi senza energie dal 25 in poi. Curate l'alimentazione evitando i cibi che irritano il colon e l'intestino. In amore vi attendono numerosi flirt e non sarà facile assumere un atteggiamento logico.

C'è necessità di migliorare la situazione finanziaria e quindi rafforzare la sicurezza materiale è essenziale. Il fiuto per gli affari sarà notevole e occuparsi di questioni finanziarie potrebbe rivelarsi affascinante. L'amore per la bellezza, nel prossimo periodo, sarà davvero grande.

Avrete necessità di vivere un rapporto amoroso ed essere amati. Marte vi infiamma i sensi, scalda la pelle, ma non sempre piacete esattamente a chi volete voi. Qualche delusione va messa in conto, anche se sensualità e gratificazioni si riveleranno al momento opportuno.

L’autunno vi porterà una certa tendenza a fantasticare. A volte vi sentirete soli, vi identificherete con la sofferenza umana e vi farete carico di problemi umanitari. Venere il 25 di Settembre diventa tenera, sensuale: può provocare una scintilla, che vi risveglia dall'isolamento.

Inizio d’autunno positivo per prendere contatti con ambienti a voi favorevoli e con persone che sanno apprezzare le vostre idee innovative. Mercurio in particolare è favoloso per tutto il mese, il suo influsso dinamico vi rende molto veloci ad intuire le situazioni utili alla vostra ascesa.

Gli avvenimenti che accadono incidono sulla vita sentimentale, e dovete cercare di non essere troppo critici nei confronti della persona amata. Se avete iniziato una convivenza, questo momento di tensione è dovuto alle molte incombenze che vi pesano addosso. Spese impreviste.

Ritorni di fiamma e conoscenze ricche di affinità intellettuali caratterizzeranno il prossimo periodo, insieme ad un rinnovato spirito avventuroso. Con la Luna nuova in Bilancia inizierete una nuova fase della vostra vita sentimentale. Progettate un futuro insieme se siete innamorati.

L‘inizio dell’autunno sarà il periodo adatto a ricercare lavoro o a pensare di cambiare mestiere avendo già esperienza. E' questo, infatti, un cielo dedicato a coloro che vogliono cambiare la situazione professionale. L'amore esplode il 25 di settembre con Venere nello Scorpione. 49





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